Mercoledì 2 ottobre alle 19 verrà celebrato in Chiesa un momento di preghiera che ha come tema la salvaguardia del creato.
Siete tutti invitati a partecipare, vi aspettiamo.
Siete tutti invitati a partecipare, vi aspettiamo.
Foto del diario
Essendo ottobre il mese dedicato alla Madonna di Pompei, la Caritas parrocchiale reciterà il rosario meditato nei cortili nei condomini della nostra zona. Primo
appuntamento Martedì 1 ottobre alle ore 17:00 in via Calveri (il palazzo accanto al negozio dei cinesi). C'è anche la possibilità di recitare il rosario nelle
famiglie in cui ci sono ammalati o persone anziane che non possono uscire. Se ci sono famiglie che desiderano cogliere questa opportunità possono segnalarlo.
Essendo ottobre il mese dedicato alla Madonna di Pompei, la Caritas parrocchiale reciterà il rosario meditato nei cortili nei condomini della nostra zona.
Primo appuntamento Martedì 1 ottobre alle ore 17:00 in via Calveri (il palazzo accanto al negozio dei cinesi).
C'è anche la possibilità di recitare il rosario nelle famiglie in cui ci sono ammalati o persone anziane che non possono uscire.
Se ci sono famiglie che desiderano cogliere questa opportunità possono segnalarlo.
Primo appuntamento Martedì 1 ottobre alle ore 17:00 in via Calveri (il palazzo accanto al negozio dei cinesi).
C'è anche la possibilità di recitare il rosario nelle famiglie in cui ci sono ammalati o persone anziane che non possono uscire.
Se ci sono famiglie che desiderano cogliere questa opportunità possono segnalarlo.
Diamo un caloroso benvenuto a don Olivier Wabulakombe nella nostra comunità, ti auguriamo che il Signore illumini il tuo cammino e ti dia la giusta forza per affrontarlo degnamente.
Auguri e in bocca al lupo per questa nuova esperienza 🎉
Auguri e in bocca al lupo per questa nuova esperienza 🎉
Questo sabato riprendono le attività dell'ACR! Appuntamento alle ore 15:30 per festeggiare insieme questo nuovo anno associativo, vi aspettiamo 🎉
#ÈLaCittàGiusta
#ÈLaCittàGiusta
"Abbiamo dimenticato chi siamo: creature a immagine di Dio (Gen 1,27), chiamate ad abitare come fratelli e sorelle la stessa casa comune. [...] Siamo stati pensati e voluti al centro di
una rete della vita costituita da milioni di specie dal nostro Creatore. È l'ora di riscoprire la nostra vocazione di figli di Dio, di fratelli tra noi, di custodi del creato." - Dal
messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale per la Custodia del Creato.
Il gruppo teatrale "Attori per caso", dell'Associazione Santa Maria d'Itria, si apre a nuovi collaboratori: ATTORI, SUGGERITORI, SCENOGRAFI, AIUTO REGISTI, AIUTANTI DI
PALCO, COSTUMISTI e appassionati in genere.
Chiunque fosse interessato può telefonare al numero 320.8922385.
Chiunque fosse interessato può telefonare al numero 320.8922385.
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Domenica 3 novembre vi aspettiamo in piazza Itria alle ore 19.00, subito dopo la S.Messa, per trascorrere una serata in allegria con IL GENIO QUIZ ed il KARAOKE a cura
dell'associazione culturale KALABRIA 2001. Le iscrizioni al quiz game sono aperte a tutti , grandi e piccoli, e sono completamente GRATUITE !!!
Domenica 3 novembre vi aspettiamo in piazza Itria alle ore 19.00, subito dopo la S.Messa, per trascorrere una serata in allegria con IL GENIO QUIZ ed il KARAOKE a cura dell'associazione
culturale KALABRIA 2001. Le iscrizioni al quiz game sono aperte a tutti , grandi e piccoli, e sono completamente GRATUITE !!!
Hai taggato Angelo Gattuso, Olivier Wabulakombe, Rocco Cannizzaro e Maria Restivo
In occasione dell'inizio dell'anno pastorale, domenica 3 novembre la parrocchia ha consegnato a don Olivier Wabulakombe il Calice come regalo per il suo mandato 🎉
Sabato 16 novembre l'Azione Cattolica parrocchiale ha vissuto l'assemblea pre-elettiva in vista del rinnovo del consiglio parrocchiale di AC.
#LoAveteFattoAMe #ÈLaCittàGiusta
#LoAveteFattoAMe #ÈLaCittàGiusta
Le "Mamme in Preghiera" hanno avviato il loro cammino spirituale davanti a Gesù Eucaristia, in comunione con le mamma di Armo e Santa Caterina.
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Ieri il nostro Coro Polifonico “Giovanni e Franca Barreca” ha partecipato al raduno delle Scholae Cantorum per la festa di Santa Cecilia patrona della musica, cori e
cantori con una Celebrazione Eucaristica che si è tenuta in Cattedrale alle 18 ed è stata presieduta da Mons. Giuseppe Fiorini Morosini e concelebrata da Mons. Giorgio
Costantino Presidente della Commissione di Musica Sacra della Diocesi di RC-Bova. Alla celebrazione hanno preso parte molti cori della diocesi che hanno animato con un
repertorio classico a quattro voci e che sono stati invitati dall’Arcivescovo ad essere coloro che aiutano a convertire la gente attraverso il loro canto e ad essere
segno della presenza di Cristo nella Chiesa tra la gente. Al termine della celebrazione Mons. Costantino ha consegnato a tutti i cori partecipanti un attestato come
ringraziamento per la loro presenza 😊
Ieri il nostro Coro Polifonico “Giovanni e Franca Barreca” ha partecipato al raduno delle Scholae Cantorum per la festa di Santa Cecilia patrona della musica, cori e cantori con una
Celebrazione Eucaristica che si è tenuta in Cattedrale alle 18 ed è stata presieduta da Mons. Giuseppe Fiorini Morosini e concelebrata da Mons. Giorgio Costantino Presidente della Commissione
di Musica Sacra della Diocesi di RC-Bova. Alla celebrazione hanno preso parte molti cori della diocesi che hanno animato con un repertorio classico a quattro voci e che sono stati invitati
dall’Arcivescovo ad essere coloro che aiutano a convertire la gente attraverso il loro canto e ad essere segno della presenza di Cristo nella Chiesa tra la gente. Al termine della celebrazione
Mons. Costantino ha consegnato a tutti i cori partecipanti un attestato come ringraziamento per la loro presenza 😊
I giovani dell'Azione Cattolica parrocchiale presentano la cena al buio! Appuntamento questo venerdì alle ore 20 in parrocchia, l'invito è aperto anche a tutti coloro che non
frequentano il gruppo. Vi aspettiamo! 😉
Questa mattina, in occasione della celebrazione di santa Barbara, i Vigili del Fuoco, dopo la Santa Messa presieduta dal Vescovo, hanno inaugurato la rotatoria di fronte la caserma,
intestandola ai Caduti dei Vigili del Fuoco.
Al momento erano presenti anche i familiari di Antonino Candido, il vice Sindaco ed il Prefetto insieme a diverse autorità tra cui la Marina Militare. Vigili del Fuoco e Marina Militare hanno costruito il crocifisso in cui le scale rappresentano la croce e le corde Gesù.
Una giornata significativa e toccante non solo per la parrocchia ma anche per il nostro territorio.
Al momento erano presenti anche i familiari di Antonino Candido, il vice Sindaco ed il Prefetto insieme a diverse autorità tra cui la Marina Militare. Vigili del Fuoco e Marina Militare hanno costruito il crocifisso in cui le scale rappresentano la croce e le corde Gesù.
Una giornata significativa e toccante non solo per la parrocchia ma anche per il nostro territorio.
"Il laico cristiano cui tende la formazione dell'AC è un battezzato che consente allo Spirito di imprimere nella sua coscienza i tratti del volto di Cristo; una persona che si
riconosce parte di questo mondo amato e salvato da Dio e che qui si spende con generosità e dedizione; una persona che si sente parte viva della Chiesa vi si dedica con spirito di servizio e
di corresponsabilità È una persona che sente risuonare di continuo dentro di sé l'invito del Signore "Andate in tutto il mondo" e si fa incontro ad ogni persona con il desiderio
di comunicare la gioia del Vangelo." (Dal Progetto Formativo, capitolo 4, paragrafo 1)
Veglia diocesana di Azione Cattolica in preparazione all'adesione.
Veglia diocesana di Azione Cattolica in preparazione all'adesione.
Giorno 28 dicembre, alle ore 19, il coro della nostra parrocchia in collaborazione con il coro della parrocchia del Santissimo Salvatore, ci allieteranno con un concerto di Natale composto da
canzoni tradizionali e da quelle classiche.
Vi aspettiamo 😊
Vi aspettiamo 😊
"C'era una volta l'Amore... L'Amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole. Un giorno l'Amore pensò a una casa più bella. Che strana idea quella
dell'Amore! E fece la terra, e sulla terra, ecco fece la carne e nella carne ispirò la vita e, nella vita, impresse l'immagine della sua somiglianza.
E la chiamò uomo! E dentro l'uomo, nel suo cuore, l'Amore costruì la sua casa: piccola ma palpitante, inquieta, insoddisfatta come l'Amore. E l'Amore andò ad abitare nel cuore dell'uomoe ci entrò tutto là dentro, perché il cuore dell'uomo è fatto di infinito.
Ma un giorno... l'uomo ebbe invidia dell'Amore. Voleva impossessarsi della casa dell'Amore, la voleva soltanto e tutta per sé, voleva per sé la felicità dell'Amore come se l'Amore potesse vivere da solo. E l'Amore fu scacciato dal cuore dell'uomo. L'uomo allora cominciò a riempire il suo cuore, lo riempì di tutte le ricchezze della terra, ma era ancora vuoto. L'uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della fronte, ma era sempre affamato e restava con il cuore terribilmente vuoto. Un giorno l'uomo... decise di condividere il cuore con tutte le creature della terra. L'Amore venne a saperlo... Si rivestì di carne e venne anche lui a ricevere il cuore dell'uomo. Ma l'uomo riconobbe l'Amore e lo inchiodò sulla croce. E continuò a sudare per procurarsi il cibo. L'Amore allora ebbe un'idea: si rivestì di cibo, si travestì di pane e attese silenzioso. Quando l'uomo affamato lo mangiò, l'Amore ritornò nella sua casa... nel cuore dell'uomo. E il cuore dell'uomo fu riempito di vita, perché la vita è Amore." -" "C'era una volta l'amore" poesia brasiliana.
Liturgia Penitenziale del gruppo Giovani di AC.
E la chiamò uomo! E dentro l'uomo, nel suo cuore, l'Amore costruì la sua casa: piccola ma palpitante, inquieta, insoddisfatta come l'Amore. E l'Amore andò ad abitare nel cuore dell'uomoe ci entrò tutto là dentro, perché il cuore dell'uomo è fatto di infinito.
Ma un giorno... l'uomo ebbe invidia dell'Amore. Voleva impossessarsi della casa dell'Amore, la voleva soltanto e tutta per sé, voleva per sé la felicità dell'Amore come se l'Amore potesse vivere da solo. E l'Amore fu scacciato dal cuore dell'uomo. L'uomo allora cominciò a riempire il suo cuore, lo riempì di tutte le ricchezze della terra, ma era ancora vuoto. L'uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della fronte, ma era sempre affamato e restava con il cuore terribilmente vuoto. Un giorno l'uomo... decise di condividere il cuore con tutte le creature della terra. L'Amore venne a saperlo... Si rivestì di carne e venne anche lui a ricevere il cuore dell'uomo. Ma l'uomo riconobbe l'Amore e lo inchiodò sulla croce. E continuò a sudare per procurarsi il cibo. L'Amore allora ebbe un'idea: si rivestì di cibo, si travestì di pane e attese silenzioso. Quando l'uomo affamato lo mangiò, l'Amore ritornò nella sua casa... nel cuore dell'uomo. E il cuore dell'uomo fu riempito di vita, perché la vita è Amore." -" "C'era una volta l'amore" poesia brasiliana.
Liturgia Penitenziale del gruppo Giovani di AC.
Cerimonia di premiazione premio S. Leo per l'impegno sociale 2019 attribuito al coro S. Paolo. Premio speciale alla memoria di Annina De Santis Cantarella.
"Il Natale si inserisce perfettamente in quel cammino che l'uomo fa alla ricerca di un senso per la propria vita. Ognuno ha dentro questa "domanda" di senso… anche se la
civiltà di oggi è riuscita a assopirla in molti di noi. Vediamo attorno a noi tanti che vivono una sorta di allegra disperazione quotidiana: una vita sovrabbondante, eppure senza fondamento.
Ricca di confort, eppure sconfortata interiormente. Forse anche noi cristiani siamo regrediti allo stadio di semplici "viandanti". Un andare e un camminare cioè senza una meta
precisa. Un essere sbattuti sulla strada a vivere alla giornata in attesa che il domani sia migliore. Il viandante è l'instabile per eccellenza. Quella del viandante, a essere onesti, non
è nemmeno una vita avventurosa, tanto osannata dalla mentalità contemporanea: perché ci sia avventura è necessario aspettare qualcosa o qualcuno. È necessaria una meta per organizzare
l'avventura. Il viandante ha fatto del vagare il suo unico dio. Natale non è la conquista (assai improbabile) di una meta da parte del viandante. È piuttosto il DONO di una meta al
viandante che così diventa "pellegrino". Non tu vai da Dio, ma Dio viene da te." (Dal brano "Viandanti e pellegrini" tratto dal libro "L'essenziale è
visibile" di Agostino Clerici)
Campo invernale Giovanissimi di Azione Cattolica 💞
#AlVedereLaStella
Campo invernale Giovanissimi di Azione Cattolica 💞
#AlVedereLaStella
In questo mese i bambini e ragazzi dell'ACR hanno riflettuto su quanto sia importante tenere a cuore la nostra città in tutte le sue sfaccettature e per farlo si sono messi in gioco
attraverso incontri con assessori, pulendo la piazza della parrocchia e interrogandosi su quali siano i loro diritti da cittadini 💙💛
Oggi i ragazzi dell'ACR a conclusione del mese della Pace hanno partecipato alla Marcia della Pace per le strade del centro della città portando in giro il loro entusiasmo 💙💛
#PiazzaLaPace
#PiazzaLaPace
"Il carisma dell'AC è quello di laici dedicati, in modo stabile e organico alla missione della Chiesa nella sua globalità. Dedicati: è un termine intenso, che dice legame spirituale
e insieme affettivo; dice impegno concreto; dice di un servizio che nasce dall'amore e si alimenta di corresponsabilità, con cuore di figli. L'essere dedicati indica una scelta della
vita, non episodica ma permanente, un'attenzione rivolta a tutta la comunità, e capace di assumere impegni concreti in risposta alle esigenze del luogo e del tempo. In Azione Cattolica si
vive per e con la Chiesa, facendo della vita di essa l'oggetto della propria dedizione" (Da "Perchè sia formato Cristo in voi" Progetto Formativo di AC).
XVII Assemblea diocesana elettiva.
XVII Assemblea diocesana elettiva.
Oggi pomeriggio dalle 16:30 in poi verrà trasmessa in diretta la Messa e a seguire la Via Crucis, più tardi verrà condiviso in link per poterla seguire.
Questo è il link per seguire la diretta streaming della Messa e della Via Crucis, inizierà alle ore 16
https://youtu.be/XIcOmx92MTA
https://youtu.be/XIcOmx92MTA
Ultimo aggiornamento: mar 13, 2020 3:42:26pm
Ultimo aggiornamento: mar 15, 2020 10:36:03am
Link per seguire in diretta streaming la Messa di oggi. Inizierà alle ore 16.
https://youtu.be/8q2G_vsHQpU
https://youtu.be/8q2G_vsHQpU
Ultimo aggiornamento: mar 16, 2020 3:32:39pm
Ultimo aggiornamento: mar 17, 2020 4:07:41pm
Ultimo aggiornamento: mar 18, 2020 3:40:55pm
Santa Maria Odigitria RC era in diretta.
Diretta del 6*giovedì e della coroncina di Santa Rita in presenza della santa reliquia.
Diretta del 6*giovedì e della coroncina di Santa Rita in presenza della santa reliquia.
Ultimo aggiornamento: mar 19, 2020 4:22:01pm
Ultimo aggiornamento: mar 20, 2020 3:29:59pm
Ultimo aggiornamento: mar 21, 2020 3:36:47pm
Ultimo aggiornamento: mar 22, 2020 10:28:37am
Ultimo aggiornamento: mar 23, 2020 3:25:08pm
Ultimo aggiornamento: mar 24, 2020 3:35:15pm
Ultimo aggiornamento: mar 25, 2020 3:23:46pm
Ultimo aggiornamento: mar 26, 2020 2:44:51pm
Ultimo aggiornamento: mar 27, 2020 3:49:28pm
Ultimo aggiornamento: mar 28, 2020 3:28:19pm
Ultimo aggiornamento: mar 29, 2020 10:36:29am
Ultimo aggiornamento: mar 30, 2020 3:27:48pm
Ultimo aggiornamento: mar 31, 2020 3:32:28pm
Ultimo aggiornamento: apr 01, 2020 3:25:22pm
Ultimo aggiornamento: apr 02, 2020 3:39:04pm
Ultimo aggiornamento: apr 03, 2020 3:58:29pm
Ultimo aggiornamento: apr 04, 2020 4:00:37pm
Ultimo aggiornamento: apr 05, 2020 9:37:01am
Dovendo rinunciare alla tradizionale benedizione delle Palme e dei rami d'ulivo, i bambini dell'oratorio hanno voluto realizzare un simbolo da porre all'interno delle loro case
come augurio di pace per le loro famiglie.
Ultimo aggiornamento: apr 06, 2020 3:20:26pm
Ultimo aggiornamento: apr 07, 2020 3:28:21pm
Ultimo aggiornamento: apr 09, 2020 6:07:18pm
Ultimo aggiornamento: apr 10, 2020 3:43:59pm
Ultimo aggiornamento: apr 12, 2020 9:54:09am
I ragazzi de La Fede è Gioia vi augurano Buona Pasqua
I ragazzi de La Fede è Gioia vi augurano Buona Pasqua
Ultimo aggiornamento: apr 13, 2020 4:45:03pm
Ultimo aggiornamento: apr 14, 2020 4:37:46pm
Ultimo aggiornamento: apr 15, 2020 4:33:31pm
Ultimo aggiornamento: apr 16, 2020 4:26:24pm
Ultimo aggiornamento: apr 17, 2020 4:47:53pm
Ultimo aggiornamento: apr 18, 2020 4:32:04pm
Ultimo aggiornamento: apr 19, 2020 10:25:41am
Ultimo aggiornamento: apr 20, 2020 4:34:00pm
Ultimo aggiornamento: apr 21, 2020 4:34:37pm
Ultimo aggiornamento: apr 22, 2020 4:43:23pm
Ultimo aggiornamento: apr 23, 2020 4:31:18pm
Ultimo aggiornamento: apr 24, 2020 4:36:12pm
Durante la settimana bambini e ragazzi dell'ACR hanno costruito dei piccoli rosari personali per poter vivere al meglio il momento della preghiera del Rosario che verrà recitata domani e
che sarà adattata per bambini e ragazzi delle associazioni parrocchiali.💙
Il Rosario inizierà alle ore 16:00 e potrà essere seguito da tutti grazie alla diretta streaming.
Il Rosario inizierà alle ore 16:00 e potrà essere seguito da tutti grazie alla diretta streaming.
Questo è il link per seguire il Rosario dei ragazzi che inizierà alle 16 😊
https://youtu.be/ZpxxG9WQmck
https://youtu.be/ZpxxG9WQmck
Ultimo aggiornamento: apr 25, 2020 3:40:25pm
Ultimo aggiornamento: apr 25, 2020 4:37:07pm
Ultimo aggiornamento: apr 26, 2020 10:40:25am
Ultimo aggiornamento: apr 27, 2020 4:43:21pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 6,30-35 In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno
mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè
che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al
mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà
sete, mai!». Gesù dice: "io sono il pane della vita", infatti è disceso dal Cielo per questo. È Gesù il pane disceso dal cielo e continua ad offrirsi come
pane di vita. Egli è colui che ci nutre con il suo corpo dandoci così sempre la vita. Nell'Eucaristia troviamo questo cibo che ci sazia, cioè, che riempie la
nostra vita della presenza e della Vita di Dio e ti fa godere. È significativo quel "mai" finale, quasi a rafforzare l'affermazione, a confermarla
decisamente. È così! Amen. Signore, grazie per questo tuo immenso dono di misericordia, non farci mai mancare questo pane e colmaci di vita che dura per
l'eternità.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,30-35
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Gesù dice: "io sono il pane della vita", infatti è disceso dal Cielo per questo.
È Gesù il pane disceso dal cielo e continua ad offrirsi come pane di vita.
Egli è colui che ci nutre con il suo corpo dandoci così sempre la vita.
Nell'Eucaristia troviamo questo cibo che ci sazia, cioè, che riempie la nostra vita della presenza e della Vita di Dio e ti fa godere.
È significativo quel "mai" finale, quasi a rafforzare l'affermazione, a confermarla decisamente.
È così! Amen.
Signore, grazie per questo tuo immenso dono di misericordia, non farci mai mancare questo pane e colmaci di vita che dura per l'eternità.
Gv 6,30-35
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Gesù dice: "io sono il pane della vita", infatti è disceso dal Cielo per questo.
È Gesù il pane disceso dal cielo e continua ad offrirsi come pane di vita.
Egli è colui che ci nutre con il suo corpo dandoci così sempre la vita.
Nell'Eucaristia troviamo questo cibo che ci sazia, cioè, che riempie la nostra vita della presenza e della Vita di Dio e ti fa godere.
È significativo quel "mai" finale, quasi a rafforzare l'affermazione, a confermarla decisamente.
È così! Amen.
Signore, grazie per questo tuo immenso dono di misericordia, non farci mai mancare questo pane e colmaci di vita che dura per l'eternità.
È stato creato il canale YouTube della parrocchia dove poter seguire le varie dirette streaming. Iscrivetevi in tanti 😁
https://www.youtube.com/channel/UCG90a5Mlif2cHTqcI8kom_g
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Ultimo aggiornamento: apr 28, 2020 3:36:23pm
Ultimo aggiornamento: apr 28, 2020 4:43:35pm
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Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,25-30 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e
ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se
non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò
ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il
mio peso leggero». Facciamo memoria oggi di Santa Caterina da Siena, ventitreesima di ventiquattro figli, grande donna e grande santa, patrona d'Italia e
d'Europa. La pagina del vangelo ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio. Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da
parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo. Inoltre, si può essere nello stesso tempo, come lo fu Caterina,
persone donate totalmente a Dio, mistiche, come pure dedicate alle vicende sociali del popolo. Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il
bene a favore di tutti i fratelli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Facciamo memoria oggi di Santa Caterina da Siena, ventitreesima di ventiquattro figli, grande donna e grande santa, patrona d'Italia e d'Europa.
La pagina del vangelo ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio.
Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo.
Inoltre, si può essere nello stesso tempo, come lo fu Caterina, persone donate totalmente a Dio, mistiche, come pure dedicate alle vicende sociali del popolo.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli.
Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Facciamo memoria oggi di Santa Caterina da Siena, ventitreesima di ventiquattro figli, grande donna e grande santa, patrona d'Italia e d'Europa.
La pagina del vangelo ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio.
Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo.
Inoltre, si può essere nello stesso tempo, come lo fu Caterina, persone donate totalmente a Dio, mistiche, come pure dedicate alle vicende sociali del popolo.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli.
Ultimo aggiornamento: apr 29, 2020 4:41:40pm
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Vangelo secondo Giovanni Gv 6,44-51 In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò
nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non
perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della
vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo,
disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» La conoscenza del mistero di Dio è dono,
rivelazione del Padre. Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono
condividerne la vita! È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo. Gesù è donato come vero pane di vita dal Padre e Lui stesso ci rivela nella sua pienezza il
Padre che è amore, misericordia e datore di ogni dono. Non lascia margini di interpretazioni questo discorso; ciò che Gesù desidera è che accogliamo sempre questo dono
prezioso ed essenziale. Siano rese grazie a Dio Padre, fonte della vita a Dio Figlio il Signore nostro Gesù Cristo, unico Salvatore e a Dio Spirito Santo, il Paraclito,
che ci sostiene e ci guida nel cammino.
Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo»
La conoscenza del mistero di Dio è dono, rivelazione del Padre. Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita!
È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo.
Gesù è donato come vero pane di vita dal Padre e Lui stesso ci rivela nella sua pienezza il Padre che è amore, misericordia e datore di ogni dono.
Non lascia margini di interpretazioni questo discorso; ciò che Gesù desidera è che accogliamo sempre questo dono prezioso ed essenziale.
Siano rese grazie a Dio Padre, fonte della vita a Dio Figlio il Signore nostro Gesù Cristo, unico Salvatore e a Dio Spirito Santo, il Paraclito, che ci sostiene e ci guida nel cammino.
Gv 6,44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo»
La conoscenza del mistero di Dio è dono, rivelazione del Padre. Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita!
È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo.
Gesù è donato come vero pane di vita dal Padre e Lui stesso ci rivela nella sua pienezza il Padre che è amore, misericordia e datore di ogni dono.
Non lascia margini di interpretazioni questo discorso; ciò che Gesù desidera è che accogliamo sempre questo dono prezioso ed essenziale.
Siano rese grazie a Dio Padre, fonte della vita a Dio Figlio il Signore nostro Gesù Cristo, unico Salvatore e a Dio Spirito Santo, il Paraclito, che ci sostiene e ci guida nel cammino.
Ultimo aggiornamento: apr 30, 2020 4:45:42pm
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+ Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58 In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli
vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le
sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è
disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Nella memoria di S. Giuseppe lavoratore, la liturgia
ci offre questa pagina del vangelo di Matteo, dove Gesù è detto il figlio del falegname. Gesù ha seguito obbediente e docile il suo padre putativo anche nel lavoro di
artigiano nella bottega di Nazareth, ha amato sottoporsi a questa disciplina e ci ha insegnato cos'è l'umiltà e l'impegno del lavoro quotidiano. Pur
essendo il custode del Figlio di Dio, San Giuseppe ha dovuto faticare con il suo lavoro per mantenere la sua originale famiglia e ha insegnato certamente a Gesù le
virtù della perseveranza e dell'onestà. Signore, per intercessione di S. Giuseppe, fa che attraverso il nostro lavoro, possiamo crescere nella tua grazia e
compiere sempre la tua volontà.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58
In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Nella memoria di S. Giuseppe lavoratore, la liturgia ci offre questa pagina del vangelo di Matteo, dove Gesù è detto il figlio del falegname.
Gesù ha seguito obbediente e docile il suo padre putativo anche nel lavoro di artigiano nella bottega di Nazareth, ha amato sottoporsi a questa disciplina e ci ha insegnato cos'è l'umiltà e l'impegno del lavoro quotidiano.
Pur essendo il custode del Figlio di Dio, San Giuseppe ha dovuto faticare con il suo lavoro per mantenere la sua originale famiglia e ha insegnato certamente a Gesù le virtù della perseveranza e dell'onestà.
Signore, per intercessione di S. Giuseppe, fa che attraverso il nostro lavoro, possiamo crescere nella tua grazia e compiere sempre la tua volontà.
In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Nella memoria di S. Giuseppe lavoratore, la liturgia ci offre questa pagina del vangelo di Matteo, dove Gesù è detto il figlio del falegname.
Gesù ha seguito obbediente e docile il suo padre putativo anche nel lavoro di artigiano nella bottega di Nazareth, ha amato sottoporsi a questa disciplina e ci ha insegnato cos'è l'umiltà e l'impegno del lavoro quotidiano.
Pur essendo il custode del Figlio di Dio, San Giuseppe ha dovuto faticare con il suo lavoro per mantenere la sua originale famiglia e ha insegnato certamente a Gesù le virtù della perseveranza e dell'onestà.
Signore, per intercessione di S. Giuseppe, fa che attraverso il nostro lavoro, possiamo crescere nella tua grazia e compiere sempre la tua volontà.
Ultimo aggiornamento: mag 01, 2020 4:52:52pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,60-69) In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù,
sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È
lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti
sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non
gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche
voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Per seguire Gesù
c'è bisogno di saper rinunziare a sé stessi, alle proposte appetibili e facilmente raggiungibili del mondo e talvolta anche ai propri progetti. Siamo chiamati
allora insieme a Pietro a rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto
che tu sei il Santo di Dio". Ormai, in Gesù, apparteniamo a Dio e ci è stata donata ogni conoscenza; non possiamo che vivere alla luce della sua Parola. Scegliamo,
quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare. Signore, sostienici con la
tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,60-69)
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Per seguire Gesù c'è bisogno di saper rinunziare a sé stessi, alle proposte appetibili e facilmente raggiungibili del mondo e talvolta anche ai propri progetti.
Siamo chiamati allora insieme a Pietro a rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".
Ormai, in Gesù, apparteniamo a Dio e ci è stata donata ogni conoscenza; non possiamo che vivere alla luce della sua Parola.
Scegliamo, quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare.
Signore, sostienici con la tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela.
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Per seguire Gesù c'è bisogno di saper rinunziare a sé stessi, alle proposte appetibili e facilmente raggiungibili del mondo e talvolta anche ai propri progetti.
Siamo chiamati allora insieme a Pietro a rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".
Ormai, in Gesù, apparteniamo a Dio e ci è stata donata ogni conoscenza; non possiamo che vivere alla luce della sua Parola.
Scegliamo, quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare.
Signore, sostienici con la tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela.
Ultimo aggiornamento: mag 02, 2020 4:47:01pm
Ultimo aggiornamento: mag 03, 2020 10:34:19am
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 1-10) In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale
da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli
chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché
conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa
similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti
coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e
uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l'abbiano in abbondanza». Gesù è il
Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore , che Egli conosce una ad una per nome. Non solo le difende, ma anche le conduce in luoghi sicuri. Il mercenario, invece,
non cura le pecore, ma bada solo a se stesso. Gesù non è mercenario ma Pastore che lotta contro il lupo a costo anche della vita. Lo sappiamo: il Signore Gesù ha donato
la vita per noi e con la sua Risurrezione ci ha aperto il sentiero dell'eternità. Affidiamoci con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in
un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato. Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre
dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 1-10)
In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l'abbiano in abbondanza».
Gesù è il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore , che Egli conosce una ad una per nome.
Non solo le difende, ma anche le conduce in luoghi sicuri.
Il mercenario, invece, non cura le pecore, ma bada solo a se stesso.
Gesù non è mercenario ma Pastore che lotta contro il lupo a costo anche della vita.
Lo sappiamo: il Signore Gesù ha donato la vita per noi e con la sua Risurrezione ci ha aperto il sentiero dell'eternità. Affidiamoci con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato.
Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino.
In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l'abbiano in abbondanza».
Gesù è il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore , che Egli conosce una ad una per nome.
Non solo le difende, ma anche le conduce in luoghi sicuri.
Il mercenario, invece, non cura le pecore, ma bada solo a se stesso.
Gesù non è mercenario ma Pastore che lotta contro il lupo a costo anche della vita.
Lo sappiamo: il Signore Gesù ha donato la vita per noi e con la sua Risurrezione ci ha aperto il sentiero dell'eternità. Affidiamoci con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato.
Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino.
Ultimo aggiornamento: mag 04, 2020 4:48:37pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 22-30) Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di
Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù
rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate
parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le
strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Il
rapporto che c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile. Conoscere alla voce indica questo. Gesù richiede che le sue "pecore"
abbiano una fiducia incondizionata, la consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre. Appartenere: è
sicuramente il verbo sottolineato con forza da Gesù e descrive perfettamente la realtà del mistero di Dio. Javhe', il Signore, l'Altissimo l'Onnipotente,
il Creatore di tutte le cose, il più forte di tutti, è il Padre di Gesù. Ma il Padre di Gesù è il Padre amorevole e misericordioso verso tutti e a Lui si ricorre per
ricomporre l'unità e la forza dell'amore fraterno. Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo
"recinto" di grazia.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 22-30)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il rapporto che c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile. Conoscere alla voce indica questo.
Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata, la consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre.
Appartenere: è sicuramente il verbo sottolineato con forza da Gesù e descrive perfettamente la realtà del mistero di Dio.
Javhe', il Signore, l'Altissimo l'Onnipotente, il Creatore di tutte le cose, il più forte di tutti, è il Padre di Gesù.
Ma il Padre di Gesù è il Padre amorevole e misericordioso verso tutti e a Lui si ricorre per ricomporre l'unità e la forza dell'amore fraterno.
Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia.
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il rapporto che c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile. Conoscere alla voce indica questo.
Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata, la consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre.
Appartenere: è sicuramente il verbo sottolineato con forza da Gesù e descrive perfettamente la realtà del mistero di Dio.
Javhe', il Signore, l'Altissimo l'Onnipotente, il Creatore di tutte le cose, il più forte di tutti, è il Padre di Gesù.
Ma il Padre di Gesù è il Padre amorevole e misericordioso verso tutti e a Lui si ricorre per ricomporre l'unità e la forza dell'amore fraterno.
Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia.
Ultimo aggiornamento: mag 05, 2020 4:43:23pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12, 44-50) In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi
ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo
condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho
detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa
devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». Gesù è luce e illumina chi lo
accoglie; la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità. Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per
primo, perché possiamo avere la vita senza fine. Ma chi non crede sarà responsabile della propria condanna. Cerchiamo di essere, allora, molto attenti ad ascoltare
tutto ciò che il Signore Gesù vorrà rivelarci, perché da questo dipende il nostro presente e il nostro futuro. Signore, noi crediamo in te e vogliamo accogliere la tua
Parola di vita, illumina con il tuo Santo Spirito i nostri passi e fa che rimaniamo al sicuro sempre accanto a te Buon Pastore.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12, 44-50)
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Gesù è luce e illumina chi lo accoglie; la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità.
Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché possiamo avere la vita senza fine.
Ma chi non crede sarà responsabile della propria condanna.
Cerchiamo di essere, allora, molto attenti ad ascoltare tutto ciò che il Signore Gesù vorrà rivelarci, perché da questo dipende il nostro presente e il nostro futuro.
Signore, noi crediamo in te e vogliamo accogliere la tua Parola di vita, illumina con il tuo Santo Spirito i nostri passi e fa che rimaniamo al sicuro sempre accanto a te Buon Pastore.
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Gesù è luce e illumina chi lo accoglie; la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità.
Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché possiamo avere la vita senza fine.
Ma chi non crede sarà responsabile della propria condanna.
Cerchiamo di essere, allora, molto attenti ad ascoltare tutto ciò che il Signore Gesù vorrà rivelarci, perché da questo dipende il nostro presente e il nostro futuro.
Signore, noi crediamo in te e vogliamo accogliere la tua Parola di vita, illumina con il tuo Santo Spirito i nostri passi e fa che rimaniamo al sicuro sempre accanto a te Buon Pastore.
"Aggrappatevi al rosario come l'edera si attacca all'albero, perchè senza la Vergine non possiamo reggerci in piedi" - Madre Teresa di Calcutta. I
Rosari realizzati dai bambini dell'ACR 💛💙
"Aggrappatevi al rosario come l'edera si attacca all'albero, perchè senza la Vergine non possiamo reggerci in piedi" - Madre Teresa di Calcutta.
I Rosari realizzati dai bambini dell'ACR 💛💙
I Rosari realizzati dai bambini dell'ACR 💛💙
Ultimo aggiornamento: mag 06, 2020 4:42:53pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,16-20) [Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del
suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che
ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché,
quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha
mandato». Questo brano del vangelo riporta un dialogo di Gesù nell'ultima cena, subito dopo la lavanda dei piedi. Egli invita i suoi discepoli a considerare bene,
nell'obbedienza della fede e dell'amore, tutto ciò che Egli ha annunciato e ha fatto. Il Signore ci richiama ad un discernimento che deve partire da quello
che noi siamo, operare un umile ascolto ed una obbediente accoglienza del dono di Dio. Essere beati significa mettere in pratica tutto l'insegnamento del Maestro.
Alcuni però lo tradiscono. Ma anche i tradimenti non intaccano l'amore offerto dal Salvatore. Accogliamo sempre Gesù, come poveri servi, sapendo chi lo ha mandato.
Signore, fa che possiamo essere docili servi, capaci di compiere sempre la volontà di Colui che è datore di giustizia e pace.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,16-20)
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Questo brano del vangelo riporta un dialogo di Gesù nell'ultima cena, subito dopo la lavanda dei piedi. Egli invita i suoi discepoli a considerare bene, nell'obbedienza della fede e dell'amore, tutto ciò che Egli ha annunciato e ha fatto. Il Signore ci richiama ad un discernimento che deve partire da quello che noi siamo, operare un umile ascolto ed una obbediente accoglienza del dono di Dio.
Essere beati significa mettere in pratica tutto l'insegnamento del Maestro. Alcuni però lo tradiscono.
Ma anche i tradimenti non intaccano l'amore offerto dal Salvatore.
Accogliamo sempre Gesù, come poveri servi, sapendo chi lo ha mandato.
Signore, fa che possiamo essere docili servi, capaci di compiere sempre la volontà di Colui che è datore di giustizia e pace.
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Questo brano del vangelo riporta un dialogo di Gesù nell'ultima cena, subito dopo la lavanda dei piedi. Egli invita i suoi discepoli a considerare bene, nell'obbedienza della fede e dell'amore, tutto ciò che Egli ha annunciato e ha fatto. Il Signore ci richiama ad un discernimento che deve partire da quello che noi siamo, operare un umile ascolto ed una obbediente accoglienza del dono di Dio.
Essere beati significa mettere in pratica tutto l'insegnamento del Maestro. Alcuni però lo tradiscono.
Ma anche i tradimenti non intaccano l'amore offerto dal Salvatore.
Accogliamo sempre Gesù, come poveri servi, sapendo chi lo ha mandato.
Signore, fa che possiamo essere docili servi, capaci di compiere sempre la volontà di Colui che è datore di giustizia e pace.
Ultimo aggiornamento: mag 07, 2020 4:42:04pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,1-6) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.
Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e
vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo
conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». È meravigliosa questa affermazione di Gesù:
"non sia turbato il vostro cuore...". È l'invito ad avere una fede senza condizioni, a volersi mettere in gioco nelle scelte fondamentali, a prendere
sempre più consapevolezza del mistero di salvezza da Lui operato. Sono in ballo non solo tutte le realtà terrene, ma decisamente e soprattutto quelle celesti. Gesù ci
ha conquistato un "posto" accanto a Lui, la' nella casa del Padre, perché vorrebbe tutti con sé. È la logica dell'amore: non volersi separare mai.
Gesù ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile. La chiave che ci apre a questo mistero stupendo di
salvezza è sempre il Signore Gesù: Egli è Via, Verità e Vita! Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della
gloria della tua casa.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,1-6)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
È meravigliosa questa affermazione di Gesù: "non sia turbato il vostro cuore...".
È l'invito ad avere una fede senza condizioni, a volersi mettere in gioco nelle scelte fondamentali, a prendere sempre più consapevolezza del mistero di salvezza da Lui operato.
Sono in ballo non solo tutte le realtà terrene, ma decisamente e soprattutto quelle celesti.
Gesù ci ha conquistato un "posto" accanto a Lui, la' nella casa del Padre, perché vorrebbe tutti con sé. È la logica dell'amore: non volersi separare mai.
Gesù ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile.
La chiave che ci apre a questo mistero stupendo di salvezza è sempre il Signore Gesù: Egli è Via, Verità e Vita!
Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della gloria della tua casa.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
È meravigliosa questa affermazione di Gesù: "non sia turbato il vostro cuore...".
È l'invito ad avere una fede senza condizioni, a volersi mettere in gioco nelle scelte fondamentali, a prendere sempre più consapevolezza del mistero di salvezza da Lui operato.
Sono in ballo non solo tutte le realtà terrene, ma decisamente e soprattutto quelle celesti.
Gesù ci ha conquistato un "posto" accanto a Lui, la' nella casa del Padre, perché vorrebbe tutti con sé. È la logica dell'amore: non volersi separare mai.
Gesù ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile.
La chiave che ci apre a questo mistero stupendo di salvezza è sempre il Signore Gesù: Egli è Via, Verità e Vita!
Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della gloria della tua casa.
Ultimo aggiornamento: mag 08, 2020 4:43:23pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,7-14) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete
e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi
ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me
stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità,
in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa
chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Gesù ci svela l'immenso
rapporto d'amore che c'è con il Padre. La sue opere lo rivelano, tutta la vita di Gesù parla di Dio Padre. Allora conoscere il Padre attraverso Gesù è il
cammino più importante che possiamo compiere. Il nostro essere in Cristo ci permette di contemplare sempre le grandi opere di Dio, passate e presenti e di poter
chiedere con fiducia tutto ciò che a Lui piace. Per di più Gesù dice che noi oggi possiamo compiere addirittura opere più grandi, non perché siamo migliori di lui, ma
perché possiamo essere assistiti da tutta la SS. Trinità . Naturalmente, allora, non facciamo nulla da soli, ma ricerchiamo la presenza delle tre Persone divine, per
operare nel nome del Signore tutto ciò che Lui vorrà compiere. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci la tua grazia divina e rendici umili e docili per divenire
strumenti tuoi di salvezza e di pace.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,7-14)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Gesù ci svela l'immenso rapporto d'amore che c'è con il Padre. La sue opere lo rivelano, tutta la vita di Gesù parla di Dio Padre.
Allora conoscere il Padre attraverso Gesù è il cammino più importante che possiamo compiere.
Il nostro essere in Cristo ci permette di contemplare sempre le grandi opere di Dio, passate e presenti e di poter chiedere con fiducia tutto ciò che a Lui piace.
Per di più Gesù dice che noi oggi possiamo compiere addirittura opere più grandi, non perché siamo migliori di lui, ma perché possiamo essere assistiti da tutta la SS. Trinità .
Naturalmente, allora, non facciamo nulla da soli, ma ricerchiamo la presenza delle tre Persone divine, per operare nel nome del Signore tutto ciò che Lui vorrà compiere.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci la tua grazia divina e rendici umili e docili per divenire strumenti tuoi di salvezza e di pace.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Gesù ci svela l'immenso rapporto d'amore che c'è con il Padre. La sue opere lo rivelano, tutta la vita di Gesù parla di Dio Padre.
Allora conoscere il Padre attraverso Gesù è il cammino più importante che possiamo compiere.
Il nostro essere in Cristo ci permette di contemplare sempre le grandi opere di Dio, passate e presenti e di poter chiedere con fiducia tutto ciò che a Lui piace.
Per di più Gesù dice che noi oggi possiamo compiere addirittura opere più grandi, non perché siamo migliori di lui, ma perché possiamo essere assistiti da tutta la SS. Trinità .
Naturalmente, allora, non facciamo nulla da soli, ma ricerchiamo la presenza delle tre Persone divine, per operare nel nome del Signore tutto ciò che Lui vorrà compiere.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci la tua grazia divina e rendici umili e docili per divenire strumenti tuoi di salvezza e di pace.
Ultimo aggiornamento: mag 09, 2020 4:49:18pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,1-12) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.
Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e
vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo
conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il
Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu
non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole
che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro,
credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste,
perché io vado al Padre». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che ti riveli in Cristo maestro e redentore, fa' che aderendo a lui, pietra viva, rigettata dagli
uomini, ma scelta e preziosa davanti a te, siamo edificati anche noi in sacerdozio regale, popolo santo, tempio della tua gloria." Maria , Madre di Gesù e Madre
nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,1-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ti riveli in Cristo maestro e redentore, fa' che aderendo a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a te, siamo edificati anche noi in sacerdozio regale, popolo santo, tempio della tua gloria."
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ti riveli in Cristo maestro e redentore, fa' che aderendo a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a te, siamo edificati anche noi in sacerdozio regale, popolo santo, tempio della tua gloria."
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Ultimo aggiornamento: mag 10, 2020 10:51:52am
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,21-26) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi
ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l'Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti
a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi
non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di
voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». È l'amore
verso Gesù che apre le porte della dimora del cuore in cui la SS. Trinità vuole abitare. Questo permette di poter osservare la parola che Gesù ha annunciato e che
pronunzia in noi. Se dovessimo far fatica, per le nostre fragilità, a rendere presente tutto ciò, allora lo Spirito Santo farà "l'insegnante di sostegno"
ricordandoci ogni cosa. Che mistero meraviglioso l'amore di Dio! Si accontenta di così poco, il mio misero amore umano, per offrirmi invece, tutta l'immensità
del suo! Spirito Santo, Maestro e Paraclito, insegnaci ad amare e ricordaci il sentimento della riconoscenza e della lode. Signore, concedici di poterti amare e di
osservare la tua Parola, per essere tua stabile dimora.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,21-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l'Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
È l'amore verso Gesù che apre le porte della dimora del cuore in cui la SS. Trinità vuole abitare.
Questo permette di poter osservare la parola che Gesù ha annunciato e che pronunzia in noi. Se dovessimo far fatica, per le nostre fragilità, a rendere presente tutto ciò, allora lo Spirito Santo farà "l'insegnante di sostegno" ricordandoci ogni cosa.
Che mistero meraviglioso l'amore di Dio! Si accontenta di così poco, il mio misero amore umano, per offrirmi invece, tutta l'immensità del suo!
Spirito Santo, Maestro e Paraclito, insegnaci ad amare e ricordaci il sentimento della riconoscenza e della lode.
Signore, concedici di poterti amare e di osservare la tua Parola, per essere tua stabile dimora.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l'Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
È l'amore verso Gesù che apre le porte della dimora del cuore in cui la SS. Trinità vuole abitare.
Questo permette di poter osservare la parola che Gesù ha annunciato e che pronunzia in noi. Se dovessimo far fatica, per le nostre fragilità, a rendere presente tutto ciò, allora lo Spirito Santo farà "l'insegnante di sostegno" ricordandoci ogni cosa.
Che mistero meraviglioso l'amore di Dio! Si accontenta di così poco, il mio misero amore umano, per offrirmi invece, tutta l'immensità del suo!
Spirito Santo, Maestro e Paraclito, insegnaci ad amare e ricordaci il sentimento della riconoscenza e della lode.
Signore, concedici di poterti amare e di osservare la tua Parola, per essere tua stabile dimora.
Ultimo aggiornamento: mag 11, 2020 4:45:04pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,27-31a) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre,
perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il
prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». "Non sia
turbato il vostro cuore": così dice Gesù e nello stesso tempo offre la "sua" pace e indica il "suo" amore come condizione di gioia. Il Signore
non ci lascia mai soli o in balia del nemico, principe di questo mondo, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore. Egli ci
offre la sua pace, pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di
gloria. La Chiesa ce lo ricorda ogni giorno nel suo saluto liturgico: la pace del Signore sia con tutti voi! Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace,
rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,27-31a)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
"Non sia turbato il vostro cuore": così dice Gesù e nello stesso tempo offre la "sua" pace e indica il "suo" amore come condizione di gioia.
Il Signore non ci lascia mai soli o in balia del nemico, principe di questo mondo, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore.
Egli ci offre la sua pace, pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di gloria.
La Chiesa ce lo ricorda ogni giorno nel suo saluto liturgico: la pace del Signore sia con tutti voi!
Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace, rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
"Non sia turbato il vostro cuore": così dice Gesù e nello stesso tempo offre la "sua" pace e indica il "suo" amore come condizione di gioia.
Il Signore non ci lascia mai soli o in balia del nemico, principe di questo mondo, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore.
Egli ci offre la sua pace, pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di gloria.
La Chiesa ce lo ricorda ogni giorno nel suo saluto liturgico: la pace del Signore sia con tutti voi!
Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace, rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante.
Ultimo aggiornamento: mag 12, 2020 4:39:18pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 1-8) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me
non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete
in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo
raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato
il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Accogliamo sempre con impegno l'esortazione di Gesù a rimanere in lui, per constatare ancora
una volta quanto Egli ami essere unito a noi. Il frutto di questa intima unione sarà quello di ottenere continuamente dal Padre celeste, per la sua gloria, quei doni
abbondanti che nutrono di vita eterna. Ecco allora che l'esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti al
Signore. È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere. Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai
essere portatori di un frutto. Che la nostra vita invece sia abbondante di frutti di pace e di amore! Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei
con il Padre, perché possiamo pensare come pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 1-8)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Accogliamo sempre con impegno l'esortazione di Gesù a rimanere in lui, per constatare ancora una volta quanto Egli ami essere unito a noi.
Il frutto di questa intima unione sarà quello di ottenere continuamente dal Padre celeste, per la sua gloria, quei doni abbondanti che nutrono di vita eterna.
Ecco allora che l'esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti al Signore. È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere.
Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai essere portatori di un frutto.
Che la nostra vita invece sia abbondante di frutti di pace e di amore!
Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Accogliamo sempre con impegno l'esortazione di Gesù a rimanere in lui, per constatare ancora una volta quanto Egli ami essere unito a noi.
Il frutto di questa intima unione sarà quello di ottenere continuamente dal Padre celeste, per la sua gloria, quei doni abbondanti che nutrono di vita eterna.
Ecco allora che l'esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti al Signore. È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere.
Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai essere portatori di un frutto.
Che la nostra vita invece sia abbondante di frutti di pace e di amore!
Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita.
Ultimo aggiornamento: mag 13, 2020 4:42:40pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-17) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la
mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo
padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che
vi amiate gli uni gli altri». Si celebra oggi la festa dell'Apostolo Mattia, aggiunto ai dodici al posto di Giuda. Il vangelo ci insegna che è il Signore a
chiamare e scegliere chi vuole per seguirlo. È il Signore che colmandoci del suo amore e della sua amicizia ci introduce nel suo mistero di salvezza. È il Signore che
comandandoci di amarci gli uni gli altri, ci offre sempre l'amore necessario per poterlo fare e la capacità di portar frutto. Infine è il Signore che ci incoraggia
a chiedere nel suo nome per ottenere tutto ciò che è necessario alla nostra vita. Signore, ti ringraziamo e ti rendiamo lode perché ci hai chiamati alla vita e alla
salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-17)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Si celebra oggi la festa dell'Apostolo Mattia, aggiunto ai dodici al posto di Giuda.
Il vangelo ci insegna che è il Signore a chiamare e scegliere chi vuole per seguirlo.
È il Signore che colmandoci del suo amore e della sua amicizia ci introduce nel suo mistero di salvezza.
È il Signore che comandandoci di amarci gli uni gli altri, ci offre sempre l'amore necessario per poterlo fare e la capacità di portar frutto.
Infine è il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo nome per ottenere tutto ciò che è necessario alla nostra vita.
Signore, ti ringraziamo e ti rendiamo lode perché ci hai chiamati alla vita e alla salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Si celebra oggi la festa dell'Apostolo Mattia, aggiunto ai dodici al posto di Giuda.
Il vangelo ci insegna che è il Signore a chiamare e scegliere chi vuole per seguirlo.
È il Signore che colmandoci del suo amore e della sua amicizia ci introduce nel suo mistero di salvezza.
È il Signore che comandandoci di amarci gli uni gli altri, ci offre sempre l'amore necessario per poterlo fare e la capacità di portar frutto.
Infine è il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo nome per ottenere tutto ciò che è necessario alla nostra vita.
Signore, ti ringraziamo e ti rendiamo lode perché ci hai chiamati alla vita e alla salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore.
Ultimo aggiornamento: mag 14, 2020 4:42:52pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,12-17) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato
voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché
il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto
me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo
conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Scelti da Gesù ad essere suoi amici! Che meravigliosa sorte ci è toccata! E noi non abbiamo fatto nulla.
Egli per primo ci ha amati e ci ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio. Credo che questa pagina evangelica sia il "cuore" del
cristianesimo, non vi è una parola che debba essere interpretata, ma va vissuta direttamente come dettata. "Non c'è un amore più grande di questo"! Siamo
stati scelti da Lui come le primizie, per essere frutto prezioso di salvezza. Sì, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito. Questo amore
dovrà essere la modalità di vita che ci lega ai fratelli, esso è l'unico comandamento che Gesù ci ha imposto, unica condizione per essere suoi. Signore, ti
preghiamo, aiutaci tu ad amarti e ad amare tutti i nostri fratelli.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,12-17)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Scelti da Gesù ad essere suoi amici! Che meravigliosa sorte ci è toccata! E noi non abbiamo fatto nulla. Egli per primo ci ha amati e ci ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio.
Credo che questa pagina evangelica sia il "cuore" del cristianesimo, non vi è una parola che debba essere interpretata, ma va vissuta direttamente come dettata. "Non c'è un amore più grande di questo"!
Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per essere frutto prezioso di salvezza. Sì, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito.
Questo amore dovrà essere la modalità di vita che ci lega ai fratelli, esso è l'unico comandamento che Gesù ci ha imposto, unica condizione per essere suoi.
Signore, ti preghiamo, aiutaci tu ad amarti e ad amare tutti i nostri fratelli.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Scelti da Gesù ad essere suoi amici! Che meravigliosa sorte ci è toccata! E noi non abbiamo fatto nulla. Egli per primo ci ha amati e ci ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio.
Credo che questa pagina evangelica sia il "cuore" del cristianesimo, non vi è una parola che debba essere interpretata, ma va vissuta direttamente come dettata. "Non c'è un amore più grande di questo"!
Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per essere frutto prezioso di salvezza. Sì, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito.
Questo amore dovrà essere la modalità di vita che ci lega ai fratelli, esso è l'unico comandamento che Gesù ci ha imposto, unica condizione per essere suoi.
Signore, ti preghiamo, aiutaci tu ad amarti e ad amare tutti i nostri fratelli.
Ultimo aggiornamento: mag 15, 2020 4:37:15pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,18-21) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del
mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi
ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno
anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Voi non siete del mondo: è l'affermazione forte
di Gesù. Noi apparteniamo a Gesù, che non è del mondo, cioè non opera secondo la logica egoistica del mondo, ovvero del male. Ecco allora spiegate le contrapposizioni,
come pure le possibili e probabili persecuzioni; il male si scontra ineluttabilmente con il bene : è successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci. Non abbattiamoci,
quindi, e n'è scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del
prossimo. La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre. Condividere con Dio è il fondamento della gioia! Signore,
donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,18-21)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Voi non siete del mondo: è l'affermazione forte di Gesù. Noi apparteniamo a Gesù, che non è del mondo, cioè non opera secondo la logica egoistica del mondo, ovvero del male.
Ecco allora spiegate le contrapposizioni, come pure le possibili e probabili persecuzioni; il male si scontra ineluttabilmente con il bene : è successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci.
Non abbattiamoci, quindi, e n'è scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del prossimo. La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre.
Condividere con Dio è il fondamento della gioia!
Signore, donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: "Un servo non è più grande del suo padrone". Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Voi non siete del mondo: è l'affermazione forte di Gesù. Noi apparteniamo a Gesù, che non è del mondo, cioè non opera secondo la logica egoistica del mondo, ovvero del male.
Ecco allora spiegate le contrapposizioni, come pure le possibili e probabili persecuzioni; il male si scontra ineluttabilmente con il bene : è successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci.
Non abbattiamoci, quindi, e n'è scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del prossimo. La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre.
Condividere con Dio è il fondamento della gioia!
Signore, donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza.
Ultimo aggiornamento: mag 16, 2020 4:36:15pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-21) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi
darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete
perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e
voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi
ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che ci hai redenti nel Cristo tuo Figlio messo a
morte per i nostri peccati e risuscitato alla vita, confermaci con il tuo Spirito di verità, perché nella gioia che viene da te, siamo pronti a rispondere a chiunque ci
domandi ragione della speranza che è in noi."
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-21)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ci hai redenti nel Cristo tuo Figlio messo a morte per i nostri peccati e risuscitato alla vita, confermaci con il tuo Spirito di verità, perché nella gioia che viene da te, siamo pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi."
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ci hai redenti nel Cristo tuo Figlio messo a morte per i nostri peccati e risuscitato alla vita, confermaci con il tuo Spirito di verità, perché nella gioia che viene da te, siamo pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi."
Ultimo aggiornamento: mag 17, 2020 10:31:46am
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-16,4) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della
verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non
abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non
hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto». Gesù preannuncia la
venuta dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle "ore" più difficili e contrastate. Dio
provvede anche alla mostra difesa! Infatti nulla potrà mai separarci dell'amore misericordioso di Colui che è morto per salvarci. La prova più alta, il martirio,
certo non è e non sarà una richiesta ordinaria, ma deve essere tenuto in conto come possibile ultimo gesto d'amore. Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i
nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-16,4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto».
Gesù preannuncia la venuta dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle "ore" più difficili e contrastate.
Dio provvede anche alla mostra difesa!
Infatti nulla potrà mai separarci dell'amore misericordioso di Colui che è morto per salvarci.
La prova più alta, il martirio, certo non è e non sarà una richiesta ordinaria, ma deve essere tenuto in conto come possibile ultimo gesto d'amore.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto».
Gesù preannuncia la venuta dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle "ore" più difficili e contrastate.
Dio provvede anche alla mostra difesa!
Infatti nulla potrà mai separarci dell'amore misericordioso di Colui che è morto per salvarci.
La prova più alta, il martirio, certo non è e non sarà una richiesta ordinaria, ma deve essere tenuto in conto come possibile ultimo gesto d'amore.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà.
Ultimo aggiornamento: mag 18, 2020 5:19:53pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,5-11) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”.
Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non
verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio.
Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo
mondo è già condannato». Gesù, in questo discorso di addio, vuole consolare i discepoli e lo fa rivelando il mistero dello Spirito Santo. È necessario che Egli vada al
Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo. Il Paraclito, cioè, l'avvocato, il difensore, colui che ci è vicino nella prova, che viene in
nostro aiuto e ci sostiene con la sua forza. È anche la Verità, che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno. Egli ,
ancora, ci rende capaci di essere testimoni, nel corso della nostra vita, del Vangelo di Gesù, per la salvezza nostra e di tutti coloro che raggiungiamo con la nostra
opera. Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della prova.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Gesù, in questo discorso di addio, vuole consolare i discepoli e lo fa rivelando il mistero dello Spirito Santo.
È necessario che Egli vada al Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo.
Il Paraclito, cioè, l'avvocato, il difensore, colui che ci è vicino nella prova, che viene in nostro aiuto e ci sostiene con la sua forza. È anche la Verità, che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno. Egli , ancora, ci rende capaci di essere testimoni, nel corso della nostra vita, del Vangelo di Gesù, per la salvezza nostra e di tutti coloro che raggiungiamo con la nostra opera.
Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della prova.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Gesù, in questo discorso di addio, vuole consolare i discepoli e lo fa rivelando il mistero dello Spirito Santo.
È necessario che Egli vada al Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo.
Il Paraclito, cioè, l'avvocato, il difensore, colui che ci è vicino nella prova, che viene in nostro aiuto e ci sostiene con la sua forza. È anche la Verità, che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno. Egli , ancora, ci rende capaci di essere testimoni, nel corso della nostra vita, del Vangelo di Gesù, per la salvezza nostra e di tutti coloro che raggiungiamo con la nostra opera.
Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della prova.
Ultimo aggiornamento: mag 19, 2020 5:27:35pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne
il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le
cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da
quel che è mio e ve lo annuncerà». È lo Spirito Santo il grande dono che Gesù Risorto fa' a tutti gli uomini di buona volontà. Il Signore Gesù ci chiama ad un
cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio; è la nostra storia che si interseca con il suo volere. Questo cammino è guidato dallo Spirito Santo che ci
offre a sua volta ogni dono che procede dal Padre e dal Figlio. Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia
con lo sguardo Dio. Signore, grazie perché attraverso l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di
speranza.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
È lo Spirito Santo il grande dono che Gesù Risorto fa' a tutti gli uomini di buona volontà.
Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio; è la nostra storia che si interseca con il suo volere.
Questo cammino è guidato dallo Spirito Santo che ci offre a sua volta ogni dono che procede dal Padre e dal Figlio.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo Dio.
Signore, grazie perché attraverso l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
È lo Spirito Santo il grande dono che Gesù Risorto fa' a tutti gli uomini di buona volontà.
Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio; è la nostra storia che si interseca con il suo volere.
Questo cammino è guidato dallo Spirito Santo che ci offre a sua volta ogni dono che procede dal Padre e dal Figlio.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo Dio.
Signore, grazie perché attraverso l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza.
Ultimo aggiornamento: mag 20, 2020 5:45:32pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,16-20) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei
suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò:
«Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho
detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella
tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Gesù, così come ha fatto con i suoi discepoli, prepara anche noi a vivere gli altri due momenti del suo evento
pasquale: l'Ascensione e la Pentecoste. Con il semplice enigma "ancora un poco e...", Egli ci introduce nel mistero dell'Ascensione. Infatti,
ricordate, Gesù dopo la sua Risurrezione rimane ancora quaranta giorni che dedica con le sue apparizioni all'insegnamento dei suoi. Essi devono approfittare di
questo poco tempo per apprendere e ancora disporsi a vederlo andar via. Deve salire al Padre per poter inviare lo Spirito Santo. Certo il doversi lasciare porta con se
tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la chiesa al Signore Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i
discepoli di tutti i tempi e di ogni luogo. Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e
di salvezza.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,16-20)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Gesù, così come ha fatto con i suoi discepoli, prepara anche noi a vivere gli altri due momenti del suo evento pasquale: l'Ascensione e la Pentecoste.
Con il semplice enigma "ancora un poco e...", Egli ci introduce nel mistero dell'Ascensione. Infatti, ricordate, Gesù dopo la sua Risurrezione rimane ancora quaranta giorni che dedica con le sue apparizioni all'insegnamento dei suoi.
Essi devono approfittare di questo poco tempo per apprendere e ancora disporsi a vederlo andar via. Deve salire al Padre per poter inviare lo Spirito Santo.
Certo il doversi lasciare porta con se tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la chiesa al Signore Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i discepoli di tutti i tempi e di ogni luogo.
Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e di salvezza.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Gesù, così come ha fatto con i suoi discepoli, prepara anche noi a vivere gli altri due momenti del suo evento pasquale: l'Ascensione e la Pentecoste.
Con il semplice enigma "ancora un poco e...", Egli ci introduce nel mistero dell'Ascensione. Infatti, ricordate, Gesù dopo la sua Risurrezione rimane ancora quaranta giorni che dedica con le sue apparizioni all'insegnamento dei suoi.
Essi devono approfittare di questo poco tempo per apprendere e ancora disporsi a vederlo andar via. Deve salire al Padre per poter inviare lo Spirito Santo.
Certo il doversi lasciare porta con se tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la chiesa al Signore Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i discepoli di tutti i tempi e di ogni luogo.
Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e di salvezza.
Ultimo aggiornamento: mag 21, 2020 5:17:28pm
Ultimo aggiornamento: mag 22, 2020 5:19:36pm
Ultimo aggiornamento: mag 23, 2020 5:11:34pm
Ultimo aggiornamento: mag 24, 2020 11:08:27am
Ultimo aggiornamento: mag 25, 2020 6:01:58pm
Ultimo aggiornamento: mag 26, 2020 5:11:46pm
Ultimo aggiornamento: mag 27, 2020 6:07:38pm
Ultimo aggiornamento: mag 29, 2020 5:14:26pm
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 20-25) In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul
suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se
voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli
aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha
scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso
non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. In questa pagina finale del vangelo di Giovanni, troviamo una nota quasi autobiografica del giovane
apostolo. Egli è l'unico dei dodici a non morire presto con il martirio, ma nonostante vari tentativi di ucciderlo è morto ultra novantenne. Sappiamo dal Vangelo
stesso e dalla tradizione che dopo l'ascensione di Gesù prese con sé la Vergine Santissima e la custodi' come madre nella sua casa. È interessante riflettere
su quello che scrive alla fine e cioè che non basterebbe il mondo a contenere cio che si sarebbe potuto scrivere su quello che Gesù ha detto e ha fatto. Penso che possa
essere una indicazione a prestar fede alla tradizione, che oltre alla Scrittura è per noi una colonna sulla quale si poggia la fede stessa. Signore, aiutaci a seguirti
nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21, 20-25)
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
In questa pagina finale del vangelo di Giovanni, troviamo una nota quasi autobiografica del giovane apostolo.
Egli è l'unico dei dodici a non morire presto con il martirio, ma nonostante vari tentativi di ucciderlo è morto ultra novantenne.
Sappiamo dal Vangelo stesso e dalla tradizione che dopo l'ascensione di Gesù prese con sé la Vergine Santissima e la custodi' come madre nella sua casa.
È interessante riflettere su quello che scrive alla fine e cioè che non basterebbe il mondo a contenere cio che si sarebbe potuto scrivere su quello che Gesù ha detto e ha fatto. Penso che possa essere una indicazione a prestar fede alla tradizione, che oltre alla Scrittura è per noi una colonna sulla quale si poggia la fede stessa.
Signore, aiutaci a seguirti nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
In questa pagina finale del vangelo di Giovanni, troviamo una nota quasi autobiografica del giovane apostolo.
Egli è l'unico dei dodici a non morire presto con il martirio, ma nonostante vari tentativi di ucciderlo è morto ultra novantenne.
Sappiamo dal Vangelo stesso e dalla tradizione che dopo l'ascensione di Gesù prese con sé la Vergine Santissima e la custodi' come madre nella sua casa.
È interessante riflettere su quello che scrive alla fine e cioè che non basterebbe il mondo a contenere cio che si sarebbe potuto scrivere su quello che Gesù ha detto e ha fatto. Penso che possa essere una indicazione a prestar fede alla tradizione, che oltre alla Scrittura è per noi una colonna sulla quale si poggia la fede stessa.
Signore, aiutaci a seguirti nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mag 30, 2020 5:13:03pm
Caricamenti dal cellulare
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23) La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per
timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui
perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella
calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò
che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido. scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te
confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che oggi porti a compimento il mistero
pasquale del tuo Figlio, effondi lo Spirito Santo sulla Chiesa, perché sia una Pentecoste vivente fino agli estremi confini della terra, e tutte le genti giungano a
credere, ad amare e a sperare." Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido.
scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che oggi porti a compimento il mistero pasquale del tuo Figlio, effondi lo Spirito Santo sulla Chiesa, perché sia una Pentecoste vivente fino agli estremi confini della terra, e tutte le genti giungano a credere, ad amare e a sperare."
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido.
scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che oggi porti a compimento il mistero pasquale del tuo Figlio, effondi lo Spirito Santo sulla Chiesa, perché sia una Pentecoste vivente fino agli estremi confini della terra, e tutte le genti giungano a credere, ad amare e a sperare."
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Ultimo aggiornamento: mag 31, 2020 11:02:20am
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19, 25-34) In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da
quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso
pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E,
chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno
solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro
che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il
fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Per volere di papa Francesco il lunedì dopo la solennità di Pentecoste si celebra la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa.
Il vangelo di S. Giovanni ci offre una pagina meravigliosa di consegne da parte di Gesù dall'alto della Croce. Infatti Gesù crocifisso, prima di morire offre Maria
come Madre a Giovanni e il discepolo prediletto, che lo ha seguito sino al Calvario, come figlio a sua Madre. Ma è chiaro che questa consegna non riguarda il singolo
discepolo è essa un dono a tutti gli uomini che vorranno accogliere Maria come Madre e in particolare tutti i seguaci di Gesù, battezzati in Lui, che formano la Chiesa.
Noi aderiamo con gioia a questo meraviglioso compito e vogliamo sentirci, a tutti gli effetti, figli di questa Madre così speciale. Signore, grazie per il dono di tua
Madre, che ci hai fatto nell'ultimo istante della tua agonia, vogliamo anche noi, come Giovanni, accoglierla nella nostra casa e custodirla con il massimo del
nostro affetto filiale. Buona giornata, don Pasqualino. Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore,
pronunciandolo anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie
perché nel cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che
il popolo nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l’avvento del suo regno, a gloria
del Padre, per la potenza dello Spirito Santo. Amen.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19, 25-34)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Per volere di papa Francesco il lunedì dopo la solennità di Pentecoste si celebra la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa. Il vangelo di S. Giovanni ci offre una pagina meravigliosa di consegne da parte di Gesù dall'alto della Croce.
Infatti Gesù crocifisso, prima di morire offre Maria come Madre a Giovanni e il discepolo prediletto, che lo ha seguito sino al Calvario, come figlio a sua Madre.
Ma è chiaro che questa consegna non riguarda il singolo discepolo è essa un dono a tutti gli uomini che vorranno accogliere Maria come Madre e in particolare tutti i seguaci di Gesù, battezzati in Lui, che formano la Chiesa.
Noi aderiamo con gioia a questo meraviglioso compito e vogliamo sentirci, a tutti gli effetti, figli di questa Madre così speciale.
Signore, grazie per il dono di tua Madre, che ci hai fatto nell'ultimo istante della tua agonia, vogliamo anche noi, come Giovanni, accoglierla nella nostra casa e custodirla con il massimo del nostro affetto filiale.
Buona giornata, don Pasqualino.
Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore, pronunciandolo anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie perché nel cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che il popolo nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l’avvento del suo regno, a gloria del Padre, per la potenza dello Spirito Santo. Amen.
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Per volere di papa Francesco il lunedì dopo la solennità di Pentecoste si celebra la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa. Il vangelo di S. Giovanni ci offre una pagina meravigliosa di consegne da parte di Gesù dall'alto della Croce.
Infatti Gesù crocifisso, prima di morire offre Maria come Madre a Giovanni e il discepolo prediletto, che lo ha seguito sino al Calvario, come figlio a sua Madre.
Ma è chiaro che questa consegna non riguarda il singolo discepolo è essa un dono a tutti gli uomini che vorranno accogliere Maria come Madre e in particolare tutti i seguaci di Gesù, battezzati in Lui, che formano la Chiesa.
Noi aderiamo con gioia a questo meraviglioso compito e vogliamo sentirci, a tutti gli effetti, figli di questa Madre così speciale.
Signore, grazie per il dono di tua Madre, che ci hai fatto nell'ultimo istante della tua agonia, vogliamo anche noi, come Giovanni, accoglierla nella nostra casa e custodirla con il massimo del nostro affetto filiale.
Buona giornata, don Pasqualino.
Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore, pronunciandolo anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie perché nel cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che il popolo nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l’avvento del suo regno, a gloria del Padre, per la potenza dello Spirito Santo. Amen.
Ultimo aggiornamento: giu 01, 2020 5:37:20pm
Caricamenti dal cellulare
Buongiorno amici miei nel nome del Signore🙏 Alleluia, alleluia. Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore, per farci comprendere a
quale speranza ci ha chiamati. Alleluia. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,13-17) In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel
discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio
secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla
prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. Siamo ritornati nel tempo ordinario e il Vangelo
ci presenta un episodio che è ricordato da tutti, anche da chi non è molto istruito sulla Scrittura. Gesù nel suo confronto con gli scribi e farisei dona una soluzione
che sarebbe stata davvero difficile poter trovare se non attraverso la sapienza del Signore. "Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare" :
è un grande insegnamento anche per noi, per non trascurare né i comandamenti o l'adorazione e il ringraziamento verso Dio, né i doveri di cittadini verso lo stato.
Dobbiamo essere nello stesso tempo buoni cristiani e buoni cittadini. Signore, aiutaci ad avere sempre la sapiente condotta dei santi. Buona giornata, don Pasqualino.
Buongiorno amici miei nel nome del Signore🙏
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore,
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,13-17)
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.
Siamo ritornati nel tempo ordinario e il Vangelo ci presenta un episodio che è ricordato da tutti, anche da chi non è molto istruito sulla Scrittura.
Gesù nel suo confronto con gli scribi e farisei dona una soluzione che sarebbe stata davvero difficile poter trovare se non attraverso la sapienza del Signore.
"Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare" : è un grande insegnamento anche per noi, per non trascurare né i comandamenti o l'adorazione e il ringraziamento verso Dio, né i doveri di cittadini verso lo stato.
Dobbiamo essere nello stesso tempo buoni cristiani e buoni cittadini.
Signore, aiutaci ad avere sempre la sapiente condotta dei santi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore,
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,13-17)
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.
Siamo ritornati nel tempo ordinario e il Vangelo ci presenta un episodio che è ricordato da tutti, anche da chi non è molto istruito sulla Scrittura.
Gesù nel suo confronto con gli scribi e farisei dona una soluzione che sarebbe stata davvero difficile poter trovare se non attraverso la sapienza del Signore.
"Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare" : è un grande insegnamento anche per noi, per non trascurare né i comandamenti o l'adorazione e il ringraziamento verso Dio, né i doveri di cittadini verso lo stato.
Dobbiamo essere nello stesso tempo buoni cristiani e buoni cittadini.
Signore, aiutaci ad avere sempre la sapiente condotta dei santi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 02, 2020 5:21:28pm
Caricamenti dal cellulare
Buongiorno amici miei nel nome del Signore🙏 Alleluia, alleluia. Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore; chiunque crede in me non morirà in eterno.
Alleluia. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,18-27) In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo:
«Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al
proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo
egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie?
Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio?
Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto
nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei
viventi! Voi siete in grave errore». Ancora altri personaggi vogliono mettere Gesù in difficoltà con dei racconti inverosimili come questo di una donna moglie di sette
fratelli. Il loro intento era quello di negare la risurrezione, ma Gesù con fare deciso smonta il ragionamento costruito come un castello di sabbia. Dio è il Dio dei
viventi! Egli dona la vita ad ogni essere che poi custodisce nel suo "seno" come per Abramo, Isacco e Giacobbe, i grandi patriarchi di Israele. Gesù stesso
sarà fautore di vita con la sua Risurrezione. Signore, noi crediamo in te che hai vinto la morte e ci offri la splendida speranza dell'eternità. Buona giornata, d.
Pasqualino
Buongiorno amici miei nel nome del Signore🙏
Alleluia, alleluia.
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore;
chiunque crede in me non morirà in eterno.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,18-27)
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Ancora altri personaggi vogliono mettere Gesù in difficoltà con dei racconti inverosimili come questo di una donna moglie di sette fratelli.
Il loro intento era quello di negare la risurrezione, ma Gesù con fare deciso smonta il ragionamento costruito come un castello di sabbia.
Dio è il Dio dei viventi! Egli dona la vita ad ogni essere che poi custodisce nel suo "seno" come per Abramo, Isacco e Giacobbe, i grandi patriarchi di Israele.
Gesù stesso sarà fautore di vita con la sua Risurrezione.
Signore, noi crediamo in te che hai vinto la morte e ci offri la splendida speranza dell'eternità.
Buona giornata, d. Pasqualino
Alleluia, alleluia.
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore;
chiunque crede in me non morirà in eterno.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,18-27)
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Ancora altri personaggi vogliono mettere Gesù in difficoltà con dei racconti inverosimili come questo di una donna moglie di sette fratelli.
Il loro intento era quello di negare la risurrezione, ma Gesù con fare deciso smonta il ragionamento costruito come un castello di sabbia.
Dio è il Dio dei viventi! Egli dona la vita ad ogni essere che poi custodisce nel suo "seno" come per Abramo, Isacco e Giacobbe, i grandi patriarchi di Israele.
Gesù stesso sarà fautore di vita con la sua Risurrezione.
Signore, noi crediamo in te che hai vinto la morte e ci offri la splendida speranza dell'eternità.
Buona giornata, d. Pasqualino
Ultimo aggiornamento: giu 03, 2020 6:04:07pm
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Buongiorno amici miei nel nome del Signore🙏 Alleluia, alleluia. Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12, 28b-34) In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù
rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta
la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli
disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta
la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei
lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Gesù si rifà all'antico precetto del Deuteronomio: "Ascolta, Israele...". È
il comando per eccellenza quello di porre attenzione massima alla parola del Signore per metterla poi in pratica. Questo ascolto è chiaro non si limita ad un semplice
sentire, ma deve essere un'adesione totale, un amore profondo verso quello che Dio comanda nella sua misericordia provvidente. Ecco perché Gesù abbina a questo
anche l'altro comando di amare il prossimo, le due cose sono indissolubili: non ci può essere amore verso Dio senza amore verso il prossimo e viceversa. Signore,
donaci capacità di ascolto della tua Parola e attenzione profonda verso ogni nostro fratello. Buona giornata, don Pasqualino
Buongiorno amici miei nel nome del Signore🙏
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12, 28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Gesù si rifà all'antico precetto del Deuteronomio: "Ascolta, Israele...".
È il comando per eccellenza quello di porre attenzione massima alla parola del Signore per metterla poi in pratica.
Questo ascolto è chiaro non si limita ad un semplice sentire, ma deve essere un'adesione totale, un amore profondo verso quello che Dio comanda nella sua misericordia provvidente.
Ecco perché Gesù abbina a questo anche l'altro comando di amare il prossimo, le due cose sono indissolubili: non ci può essere amore verso Dio senza amore verso il prossimo e viceversa.
Signore, donaci capacità di ascolto della tua Parola e attenzione profonda verso ogni nostro fratello.
Buona giornata, don Pasqualino
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12, 28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Gesù si rifà all'antico precetto del Deuteronomio: "Ascolta, Israele...".
È il comando per eccellenza quello di porre attenzione massima alla parola del Signore per metterla poi in pratica.
Questo ascolto è chiaro non si limita ad un semplice sentire, ma deve essere un'adesione totale, un amore profondo verso quello che Dio comanda nella sua misericordia provvidente.
Ecco perché Gesù abbina a questo anche l'altro comando di amare il prossimo, le due cose sono indissolubili: non ci può essere amore verso Dio senza amore verso il prossimo e viceversa.
Signore, donaci capacità di ascolto della tua Parola e attenzione profonda verso ogni nostro fratello.
Buona giornata, don Pasqualino
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Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,35-37) In quel tempo,
insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il
Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E
la folla numerosa lo ascoltava volentieri. Oggi ci viene offerto un brano un po' particolare del Vangelo, infatti Gesù commenta un salmo 109/110 di Davide, dove,
il re-profeta, definisce il Messia suo Signore, pur essendo un suo discendente. Gesù quindi apertamente vuol far capire a tutti la sua identità: è vero uomo,
discendente di Davide, ma è vero Dio e di conseguenza Signore di Davide. Ancora una volta la Scrittura non mente e nei riguardi di Cristo, cioè del Messia, i
riferimenti sono piuttosto chiari, anche quando , con il profeta Isaia in particolare, si accenna al servo di Javhe' sofferente. Ribadiamo allora anche noi la
professione di fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, il Risorto, Re universale e Redentore di tutta l'umanità. Signore, ti rendiamo grazie per il tuo mistero di
amore e di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,35-37)
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Oggi ci viene offerto un brano un po' particolare del Vangelo, infatti Gesù commenta un salmo 109/110 di Davide, dove, il re-profeta, definisce il Messia suo Signore, pur essendo un suo discendente.
Gesù quindi apertamente vuol far capire a tutti la sua identità: è vero uomo, discendente di Davide, ma è vero Dio e di conseguenza Signore di Davide.
Ancora una volta la Scrittura non mente e nei riguardi di Cristo, cioè del Messia, i riferimenti sono piuttosto chiari, anche quando , con il profeta Isaia in particolare, si accenna al servo di Javhe' sofferente.
Ribadiamo allora anche noi la professione di fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, il Risorto, Re universale e Redentore di tutta l'umanità.
Signore, ti rendiamo grazie per il tuo mistero di amore e di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,35-37)
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Oggi ci viene offerto un brano un po' particolare del Vangelo, infatti Gesù commenta un salmo 109/110 di Davide, dove, il re-profeta, definisce il Messia suo Signore, pur essendo un suo discendente.
Gesù quindi apertamente vuol far capire a tutti la sua identità: è vero uomo, discendente di Davide, ma è vero Dio e di conseguenza Signore di Davide.
Ancora una volta la Scrittura non mente e nei riguardi di Cristo, cioè del Messia, i riferimenti sono piuttosto chiari, anche quando , con il profeta Isaia in particolare, si accenna al servo di Javhe' sofferente.
Ribadiamo allora anche noi la professione di fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, il Risorto, Re universale e Redentore di tutta l'umanità.
Signore, ti rendiamo grazie per il tuo mistero di amore e di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 05, 2020 5:51:05pm
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Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Alleluia. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,38-44) In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel
suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei
banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la
folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi
discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro
superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Gesù ci insegna ad essere veri ed essenziali, umili e
generosi. Guardando agli scribi, categoria di persone anche abbastanza istruite, ne fa un quadro particolarmente negativo per la loro sete di mettersi in mostra e per
la loro insaziabile avidità. Il giudizio cambia decisamente, invece, di fronte ad una povera vedova che dona tutto quello che possiede, anche se questo ha pochissimo
valore. Ella ha dato tutto non il superfluo. Signore, fa' che possiamo essere sempre generosi e anteporre il bene degli altri al nostro interesse personale. Buona
giornata, don Pasqualino.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,38-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Gesù ci insegna ad essere veri ed essenziali, umili e generosi.
Guardando agli scribi, categoria di persone anche abbastanza istruite, ne fa un quadro particolarmente negativo per la loro sete di mettersi in mostra e per la loro insaziabile avidità.
Il giudizio cambia decisamente, invece, di fronte ad una povera vedova che dona tutto quello che possiede, anche se questo ha pochissimo valore. Ella ha dato tutto non il superfluo.
Signore, fa' che possiamo essere sempre generosi e anteporre il bene degli altri al nostro interesse personale.
Buona giornata, don Pasqualino.
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,38-44)
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Gesù ci insegna ad essere veri ed essenziali, umili e generosi.
Guardando agli scribi, categoria di persone anche abbastanza istruite, ne fa un quadro particolarmente negativo per la loro sete di mettersi in mostra e per la loro insaziabile avidità.
Il giudizio cambia decisamente, invece, di fronte ad una povera vedova che dona tutto quello che possiede, anche se questo ha pochissimo valore. Ella ha dato tutto non il superfluo.
Signore, fa' che possiamo essere sempre generosi e anteporre il bene degli altri al nostro interesse personale.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 06, 2020 5:22:47pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-18) In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui
non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”. Preghiera sul Vangelo: "O
Padre, che ci hai rivelato il mistero della tua vita donandoci il Figlio unigenito e lo Spirito di amore, sostieni la nostra fede e ispiraci sentimenti di pace e di
speranza, perché riuniti nella comunione della tua Chiesa benediciamo il tuo nome glorioso e santo." Buona Solennità della SS. TRINITÀ
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-18)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ci hai rivelato il mistero della tua vita donandoci il Figlio unigenito e lo Spirito di amore, sostieni la nostra fede e ispiraci sentimenti di pace e di speranza, perché riuniti nella comunione della tua Chiesa benediciamo il tuo nome glorioso e santo."
Buona Solennità della SS. TRINITÀ
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ci hai rivelato il mistero della tua vita donandoci il Figlio unigenito e lo Spirito di amore, sostieni la nostra fede e ispiraci sentimenti di pace e di speranza, perché riuniti nella comunione della tua Chiesa benediciamo il tuo nome glorioso e santo."
Buona Solennità della SS. TRINITÀ
Ultimo aggiornamento: giu 07, 2020 11:00:36am
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a) In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a
parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i
miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno
misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi”. Le Beatitudini sono il cuore
della predicazione di Gesù! Il Maestro divino detta nuovamente i suoi comandamenti scrivendoli stavolta non più su tavole di pietra bensì nel cuore dei suoi discepoli.
Chi vuol seguire il Signore non può non aderire a queste "regole" capaci di donare gioia e serenità nonostante le rinunce, alle volte anche pesanti, che esse
comportano. Essere poveri, miti, misericordiosi, puri di cuore e operatori di pace significa una scelta ben precisa : seguire le orme di Gesù, il Figlio di Dio fattosi
uomo, umiliatosi per la nostra salvezza , ma ora risorto e Signore della storia. Vivere quindi le Beatitudini non significa seguire una spiritualità particolare o una
devozione, ma l'essenza stessa del messaggio del Vangelo di Gesù. Signore, fa' che lo Spirito Santo ci aiuti a "decifrare" ogni beatitudine scritta
nel cuore, per poterla mettere in pratica ogni giorno della nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi”.
Le Beatitudini sono il cuore della predicazione di Gesù!
Il Maestro divino detta nuovamente i suoi comandamenti scrivendoli stavolta non più su tavole di pietra bensì nel cuore dei suoi discepoli.
Chi vuol seguire il Signore non può non aderire a queste "regole" capaci di donare gioia e serenità nonostante le rinunce, alle volte anche pesanti, che esse comportano.
Essere poveri, miti, misericordiosi, puri di cuore e operatori di pace significa una scelta ben precisa : seguire le orme di Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, umiliatosi per la nostra salvezza , ma ora risorto e Signore della storia.
Vivere quindi le Beatitudini non significa seguire una spiritualità particolare o una devozione, ma l'essenza stessa del messaggio del Vangelo di Gesù.
Signore, fa' che lo Spirito Santo ci aiuti a "decifrare" ogni beatitudine scritta nel cuore, per poterla mettere in pratica ogni giorno della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi”.
Le Beatitudini sono il cuore della predicazione di Gesù!
Il Maestro divino detta nuovamente i suoi comandamenti scrivendoli stavolta non più su tavole di pietra bensì nel cuore dei suoi discepoli.
Chi vuol seguire il Signore non può non aderire a queste "regole" capaci di donare gioia e serenità nonostante le rinunce, alle volte anche pesanti, che esse comportano.
Essere poveri, miti, misericordiosi, puri di cuore e operatori di pace significa una scelta ben precisa : seguire le orme di Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, umiliatosi per la nostra salvezza , ma ora risorto e Signore della storia.
Vivere quindi le Beatitudini non significa seguire una spiritualità particolare o una devozione, ma l'essenza stessa del messaggio del Vangelo di Gesù.
Signore, fa' che lo Spirito Santo ci aiuti a "decifrare" ogni beatitudine scritta nel cuore, per poterla mettere in pratica ogni giorno della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 08, 2020 6:23:12pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si
renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un
monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Gli esempi che Gesù oggi nel Vangelo ci enuncia sono
sicuramente molto conosciuti: essere sale e luce. Il sale è un alimento essenziale in cucina per dare sapore ai cibi o per conservarli a lungo e ha anche altre
caratteristiche, insomma cambia lo stato delle cose. La luce è stata la prima realtà creata da Dio, essa ti dà la possibilità di vedere, di osservare, di contemplare.
Ti offre, inoltre, la capacità di non inciampare e di camminare sicuro vedendo cosa c'è davanti a te. Comprendiamo allora l'accostamento che Gesù fa' di
questi due elementi alla vita spirituale: essere sale significa operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore. Signore,
donaci la tua grazia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Gli esempi che Gesù oggi nel Vangelo ci enuncia sono sicuramente molto conosciuti: essere sale e luce.
Il sale è un alimento essenziale in cucina per dare sapore ai cibi o per conservarli a lungo e ha anche altre caratteristiche, insomma cambia lo stato delle cose.
La luce è stata la prima realtà creata da Dio, essa ti dà la possibilità di vedere, di osservare, di contemplare. Ti offre, inoltre, la capacità di non inciampare e di camminare sicuro vedendo cosa c'è davanti a te.
Comprendiamo allora l'accostamento che Gesù fa' di questi due elementi alla vita spirituale: essere sale significa operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore.
Signore, donaci la tua grazia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Gli esempi che Gesù oggi nel Vangelo ci enuncia sono sicuramente molto conosciuti: essere sale e luce.
Il sale è un alimento essenziale in cucina per dare sapore ai cibi o per conservarli a lungo e ha anche altre caratteristiche, insomma cambia lo stato delle cose.
La luce è stata la prima realtà creata da Dio, essa ti dà la possibilità di vedere, di osservare, di contemplare. Ti offre, inoltre, la capacità di non inciampare e di camminare sicuro vedendo cosa c'è davanti a te.
Comprendiamo allora l'accostamento che Gesù fa' di questi due elementi alla vita spirituale: essere sale significa operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore.
Signore, donaci la tua grazia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 09, 2020 5:24:29pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad
abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza
che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei
cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Un brano breve, ma intenso, oggi. Niente va trascurato o ritenuto
insignificante della Legge di Dio, cercando invece di osservarla scrupolosamente. Essa è, in fin dei conti, il modo che Dio ha pensato per regolare la nostra vita, la
linea guida che la conduce al traguardo. Trascurarla, se pur nei minimi particolari, significa ritenere l'opera di Dio irrilevante e non perfetta e sicuramente non
decisiva per la salvezza. Gesù ci mette in guardia di fronte a questo modo di intendere la Legge e dichiara beato chi, invece, si fa attento, per rispetto di Dio, ad
osservarla senza alcuna riserva. Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni
nostra azione. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Un brano breve, ma intenso, oggi.
Niente va trascurato o ritenuto insignificante della Legge di Dio, cercando invece di osservarla scrupolosamente.
Essa è, in fin dei conti, il modo che Dio ha pensato per regolare la nostra vita, la linea guida che la conduce al traguardo.
Trascurarla, se pur nei minimi particolari, significa ritenere l'opera di Dio irrilevante e non perfetta e sicuramente non decisiva per la salvezza.
Gesù ci mette in guardia di fronte a questo modo di intendere la Legge e dichiara beato chi, invece, si fa attento, per rispetto di Dio, ad osservarla senza alcuna riserva.
Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni nostra azione.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Un brano breve, ma intenso, oggi.
Niente va trascurato o ritenuto insignificante della Legge di Dio, cercando invece di osservarla scrupolosamente.
Essa è, in fin dei conti, il modo che Dio ha pensato per regolare la nostra vita, la linea guida che la conduce al traguardo.
Trascurarla, se pur nei minimi particolari, significa ritenere l'opera di Dio irrilevante e non perfetta e sicuramente non decisiva per la salvezza.
Gesù ci mette in guardia di fronte a questo modo di intendere la Legge e dichiara beato chi, invece, si fa attento, per rispetto di Dio, ad osservarla senza alcuna riserva.
Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni nostra azione.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 10, 2020 5:42:14pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-13) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli
infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro
nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio
entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace
scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi”. S. Barnaba, che festeggiamo oggi, è definito apostolo anche se non è appartenuto ai dodici e
n'è tantomeno è stato testimone della Risurrezione. Lo è per il suo impegno missionario e per la scelta fatta su di lui direttamente dallo Spirito Santo, che
insieme a Paolo, li ha consacrati per una missione evangelizzatrice. Il vangelo proprio ricorda le parole che Gesù dice mandando appunto i discepoli in missione; la
raccomandazione è quella di andare senza troppi orpelli, liberi da ciò che può impedire una azione efficace verso coloro che verranno invece sanificati.
"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" : vale anche per noi oggi, è una "conditio sine qua non" per poter essere liberi e veri e quindi
credibili nella testimonianza. Signore, liberaci dal nostro egoismo e dalle nostre false pretese. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi”.
S. Barnaba, che festeggiamo oggi, è definito apostolo anche se non è appartenuto ai dodici e n'è tantomeno è stato testimone della Risurrezione.
Lo è per il suo impegno missionario e per la scelta fatta su di lui direttamente dallo Spirito Santo, che insieme a Paolo, li ha consacrati per una missione evangelizzatrice.
Il vangelo proprio ricorda le parole che Gesù dice mandando appunto i discepoli in missione; la raccomandazione è quella di andare senza troppi orpelli, liberi da ciò che può impedire una azione efficace verso coloro che verranno invece sanificati.
"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" : vale anche per noi oggi, è una "conditio sine qua non" per poter essere liberi e veri e quindi credibili nella testimonianza.
Signore, liberaci dal nostro egoismo e dalle nostre false pretese.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi”.
S. Barnaba, che festeggiamo oggi, è definito apostolo anche se non è appartenuto ai dodici e n'è tantomeno è stato testimone della Risurrezione.
Lo è per il suo impegno missionario e per la scelta fatta su di lui direttamente dallo Spirito Santo, che insieme a Paolo, li ha consacrati per una missione evangelizzatrice.
Il vangelo proprio ricorda le parole che Gesù dice mandando appunto i discepoli in missione; la raccomandazione è quella di andare senza troppi orpelli, liberi da ciò che può impedire una azione efficace verso coloro che verranno invece sanificati.
"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" : vale anche per noi oggi, è una "conditio sine qua non" per poter essere liberi e veri e quindi credibili nella testimonianza.
Signore, liberaci dal nostro egoismo e dalle nostre false pretese.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 11, 2020 5:27:01pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,27-32) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque
guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti
conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e
gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria
moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa
una ripudiata, commette adulterio”. Gesù richiama ad una morale autentica, non confezionata a propria immagine e somiglianza, capace di sacrificare anche ciò che sembra
necessario pur di rimanere "puri" nel cuore. È un modo diverso di vedere le cose, che non parte dalla realtà sensitiva, materiale, inficiata dal peccato, ma
dallo spirito redento dalla grazia e corroborato dallo Spirito Santo. Se comanda lo spirito redento allora la "carne" viene sottomessa : questo vuol
significare il "tagliare" che Gesù esprime nel suo insegnamento. Il dono di sé è sempre accompagnato dal sacrificio, dalla rinuncia a qualcosa, che permette
comunque di poter realizzare un'offerta perfetta ed efficace. Signore, aiutaci ad amare realmente! Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,27-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio”.
Gesù richiama ad una morale autentica, non confezionata a propria immagine e somiglianza, capace di sacrificare anche ciò che sembra necessario pur di rimanere "puri" nel cuore.
È un modo diverso di vedere le cose, che non parte dalla realtà sensitiva, materiale, inficiata dal peccato, ma dallo spirito redento dalla grazia e corroborato dallo Spirito Santo. Se comanda lo spirito redento allora la "carne" viene sottomessa : questo vuol significare il "tagliare" che Gesù esprime nel suo insegnamento.
Il dono di sé è sempre accompagnato dal sacrificio, dalla rinuncia a qualcosa, che permette comunque di poter realizzare un'offerta perfetta ed efficace.
Signore, aiutaci ad amare realmente!
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio”.
Gesù richiama ad una morale autentica, non confezionata a propria immagine e somiglianza, capace di sacrificare anche ciò che sembra necessario pur di rimanere "puri" nel cuore.
È un modo diverso di vedere le cose, che non parte dalla realtà sensitiva, materiale, inficiata dal peccato, ma dallo spirito redento dalla grazia e corroborato dallo Spirito Santo. Se comanda lo spirito redento allora la "carne" viene sottomessa : questo vuol significare il "tagliare" che Gesù esprime nel suo insegnamento.
Il dono di sé è sempre accompagnato dal sacrificio, dalla rinuncia a qualcosa, che permette comunque di poter realizzare un'offerta perfetta ed efficace.
Signore, aiutaci ad amare realmente!
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 12, 2020 5:26:24pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,33-37) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai
verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi
piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia
invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno”. Bellissimo insegnamento di Gesù! Quando parli o addirittura insegni, fallo con verità e
chiarezza ponendoti con umiltà nella scia del suggerimento divino dello Spirito Santo. "Il di più viene dal maligno" : ecco il grande pericolo di parole
inutili e false che possono suscitare smarrimento e contese, disagio o invidia. Sant'Antonio, che festeggiano oggi, è stato un paladino della verità, che ha
provato alle volte con degli autentici miracoli. Allora non facciamoci mai corrompere da falsi e facili ragionamenti magari accompagnati da numerosi giuramenti, ma
attraverso la preghiera pronunciamo un si o un no che siano autentici . Signore, Dio di Verità e di amore, donaci un cuore puro e liberaci sempre dalla menzogna. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno”.
Bellissimo insegnamento di Gesù!
Quando parli o addirittura insegni, fallo con verità e chiarezza ponendoti con umiltà nella scia del suggerimento divino dello Spirito Santo.
"Il di più viene dal maligno" : ecco il grande pericolo di parole inutili e false che possono suscitare smarrimento e contese, disagio o invidia.
Sant'Antonio, che festeggiano oggi, è stato un paladino della verità, che ha provato alle volte con degli autentici miracoli.
Allora non facciamoci mai corrompere da falsi e facili ragionamenti magari accompagnati da numerosi giuramenti, ma attraverso la preghiera pronunciamo un si o un no che siano autentici .
Signore, Dio di Verità e di amore, donaci un cuore puro e liberaci sempre dalla menzogna.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno”.
Bellissimo insegnamento di Gesù!
Quando parli o addirittura insegni, fallo con verità e chiarezza ponendoti con umiltà nella scia del suggerimento divino dello Spirito Santo.
"Il di più viene dal maligno" : ecco il grande pericolo di parole inutili e false che possono suscitare smarrimento e contese, disagio o invidia.
Sant'Antonio, che festeggiano oggi, è stato un paladino della verità, che ha provato alle volte con degli autentici miracoli.
Allora non facciamoci mai corrompere da falsi e facili ragionamenti magari accompagnati da numerosi giuramenti, ma attraverso la preghiera pronunciamo un si o un no che siano autentici .
Signore, Dio di Verità e di amore, donaci un cuore puro e liberaci sempre dalla menzogna.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 13, 2020 5:08:18pm
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Buona Solennità del Corpus Domini Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58) In quel tempo, Gesù disse alle folle dei Giudei: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro:
“Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo
sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo
e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il
Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane
vivrà in eterno”. Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev’essere gettato. Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua, nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei
viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi. Preghiera sul Vangelo: "Dio
fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, ravviva in noi il desiderio di te: fa' che sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, compiamo il
viaggio della nostra vita, fino a entrare nella gioia dei santi, tuoi convitati alla mensa del Regno."
Buona Solennità del Corpus Domini
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse alle folle dei Giudei: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, ravviva in noi il desiderio di te: fa' che sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, compiamo il viaggio della nostra vita, fino a entrare nella gioia dei santi, tuoi convitati alla mensa del Regno."
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse alle folle dei Giudei: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, ravviva in noi il desiderio di te: fa' che sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, compiamo il viaggio della nostra vita, fino a entrare nella gioia dei santi, tuoi convitati alla mensa del Regno."
Ultimo aggiornamento: giu 14, 2020 11:04:08am
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,38-42) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico
di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica,
tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non
voltare le spalle». "Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono. I rapporti
interpersonali dovranno essere regolati sempre da criteri di tolleranza e di generoso servizio senza alcuna riserva. Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di
sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci. Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile docile, portato al macello e questa via della
Croce indica ancora a tutti noi. Signore, donaci tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,38-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
"Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono.
I rapporti interpersonali dovranno essere regolati sempre da criteri di tolleranza e di generoso servizio senza alcuna riserva.
Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci.
Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile docile, portato al macello e questa via della Croce indica ancora a tutti noi.
Signore, donaci tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
"Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono.
I rapporti interpersonali dovranno essere regolati sempre da criteri di tolleranza e di generoso servizio senza alcuna riserva.
Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci.
Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile docile, portato al macello e questa via della Croce indica ancora a tutti noi.
Signore, donaci tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
"[...] La vostra vita non è "nel frattempo". Voi siete l'adesso di Dio, che vi vuole fecondi. Perché <<è dando che si riceve>> e il modo migliore di preparare
un buon futuro è vivere bene il presente con dedizione e generosità."
Momento di preghiera conclusivo del gruppo giovanissimi di Azione Cattolica💛💙
#quièora
Momento di preghiera conclusivo del gruppo giovanissimi di Azione Cattolica💛💙
#quièora
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,43-48) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io
vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi
e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il
saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Oggi Gesù rasenta l'impossibile per noi: Amare i nemici! Con l'aggiunta finale: "siate perfetti.. ". Come sarà possibile? Ma se ce lo chiede ritiene
che possa essere possibile; è Lui stesso che offre questo comando " ma io vi dico". È vero è possibile amare nemici e persecutori, sì ma se si è intimamente
uniti a Cristo, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo è amore puro e assoluto! Gesù, se vogliamo, ha voluto che i
suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità di ogni seguace di Cristo. Signore, uniscici a te e il nostro amore non
avrà ostacoli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Oggi Gesù rasenta l'impossibile per noi:
Amare i nemici! Con l'aggiunta finale: "siate perfetti.. ".
Come sarà possibile? Ma se ce lo chiede ritiene che possa essere possibile; è Lui stesso che offre questo comando " ma io vi dico".
È vero è possibile amare nemici e persecutori, sì ma se si è intimamente uniti a Cristo, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo è amore puro e assoluto!
Gesù, se vogliamo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità di ogni seguace di Cristo.
Signore, uniscici a te e il nostro amore non avrà ostacoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Oggi Gesù rasenta l'impossibile per noi:
Amare i nemici! Con l'aggiunta finale: "siate perfetti.. ".
Come sarà possibile? Ma se ce lo chiede ritiene che possa essere possibile; è Lui stesso che offre questo comando " ma io vi dico".
È vero è possibile amare nemici e persecutori, sì ma se si è intimamente uniti a Cristo, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo è amore puro e assoluto!
Gesù, se vogliamo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità di ogni seguace di Cristo.
Signore, uniscici a te e il nostro amore non avrà ostacoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 16, 2020 5:09:17pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per
essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a
te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre
tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti
ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla
gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel
segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far
vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la
gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Una pagina ben nota quella di oggi!
Un'esortazione da parte di Gesù a non "mostrarsi" durante alcuni atti personali di carità o di culto come l'elemosina e il digiuno. Sono atti
efficaci se vissuti solo nel "segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla di quelle che sono le intenzioni del cuore. Sprecare banalmente, per amor
proprio, due realtà gradite molto al Signore, come il digiuno e l'elemosina, significa essere incapaci di vivere una fede genuina e libera, umile e generosa,
costante ed obbediente. Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei
fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Una pagina ben nota quella di oggi! Un'esortazione da parte di Gesù a non "mostrarsi" durante alcuni atti personali di carità o di culto come l'elemosina e il digiuno. Sono atti efficaci se vissuti solo nel "segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla di quelle che sono le intenzioni del cuore.
Sprecare banalmente, per amor proprio, due realtà gradite molto al Signore, come il digiuno e l'elemosina, significa essere incapaci di vivere una fede genuina e libera, umile e generosa, costante ed obbediente.
Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Una pagina ben nota quella di oggi! Un'esortazione da parte di Gesù a non "mostrarsi" durante alcuni atti personali di carità o di culto come l'elemosina e il digiuno. Sono atti efficaci se vissuti solo nel "segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla di quelle che sono le intenzioni del cuore.
Sprecare banalmente, per amor proprio, due realtà gradite molto al Signore, come il digiuno e l'elemosina, significa essere incapaci di vivere una fede genuina e libera, umile e generosa, costante ed obbediente.
Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 17, 2020 6:01:07pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a
forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre
nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete
agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre
colpe». Il Vangelo oggi ci consegna ancora una volta la preghiera che Gesù ha insegnato ai discepoli e quindi a tutti noi: il Padre nostro. Meditiamola brevemente per
avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito. Intanto è Padre nostro e non mio soltanto, al quale va
l'adorazione e la lode per quello che è e che fa'. Già noi preghiamo per tutti e non solo per noi stessi riconoscendoci fratelli dell'unico Padre.
Chiediamo poi fondamentalmente due cose: la prima, tutto il necessario per poter vivere, rappresentato dal pane quotidiano. La seconda, condizionante, il perdono dei
peccati, legato sempre al perdono che offriamo ai fratelli. Tale richiesta è accompagnata altresì ad ottenere una protezione particolare da parte di Dio, che come Padre
buono, con sollecitudine, ci difenda e ci liberi dal male. Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio e tutti noi in questa lode unanime e continua. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Il Vangelo oggi ci consegna ancora una volta la preghiera che Gesù ha insegnato ai discepoli e quindi a tutti noi: il Padre nostro.
Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito.
Intanto è Padre nostro e non mio soltanto, al quale va l'adorazione e la lode per quello che è e che fa'.
Già noi preghiamo per tutti e non solo per noi stessi riconoscendoci fratelli dell'unico Padre.
Chiediamo poi fondamentalmente due cose: la prima, tutto il necessario per poter vivere, rappresentato dal pane quotidiano. La seconda, condizionante, il perdono dei peccati, legato sempre al perdono che offriamo ai fratelli.
Tale richiesta è accompagnata altresì ad ottenere una protezione particolare da parte di Dio, che come Padre buono, con sollecitudine, ci difenda e ci liberi dal male.
Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio e tutti noi in questa lode unanime e continua.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Il Vangelo oggi ci consegna ancora una volta la preghiera che Gesù ha insegnato ai discepoli e quindi a tutti noi: il Padre nostro.
Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito.
Intanto è Padre nostro e non mio soltanto, al quale va l'adorazione e la lode per quello che è e che fa'.
Già noi preghiamo per tutti e non solo per noi stessi riconoscendoci fratelli dell'unico Padre.
Chiediamo poi fondamentalmente due cose: la prima, tutto il necessario per poter vivere, rappresentato dal pane quotidiano. La seconda, condizionante, il perdono dei peccati, legato sempre al perdono che offriamo ai fratelli.
Tale richiesta è accompagnata altresì ad ottenere una protezione particolare da parte di Dio, che come Padre buono, con sollecitudine, ci difenda e ci liberi dal male.
Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio e tutti noi in questa lode unanime e continua.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 18, 2020 5:17:36pm
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Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30) In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre
mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Oggi celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù e il Vangelo ci offre subito uno spaccato intimo del Signore.
Egli è mite ed umile di cuore e si pone come esempio per affidare la nostra vita a Lui e trovare così ristoro, rimedio, alle nostre fatiche e alle nostre debolezze. La
preghiera che Gesù eleva al Padre è di una dolcezza unica ed esprime tutto l'animo del Figlio, che ringrazia e loda, che chiede e si affida, che ottiene e porta a
compimento. Solo se anche noi saremo miti ed umili, piccoli, come dice Gesù, allora potremo comprendere il volere del Padre, potremo entrare nella realtà più intima
dell'amore di Dio e godere della ricchezza della vita trinitaria svelataci dal Signore Gesù Cristo. Signore, grazie per la tua infinita misericordia e per il
tesoro di grazia che il tuo cuore, colmo di amore, riversa abbondantemente su di noi Buona giornata, don Pasqualino.
Solennità del Sacro Cuore di Gesù.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Oggi celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù e il Vangelo ci offre subito uno spaccato intimo del Signore.
Egli è mite ed umile di cuore e si pone come esempio per affidare la nostra vita a Lui e trovare così ristoro, rimedio, alle nostre fatiche e alle nostre debolezze.
La preghiera che Gesù eleva al Padre è di una dolcezza unica ed esprime tutto l'animo del Figlio, che ringrazia e loda, che chiede e si affida, che ottiene e porta a compimento.
Solo se anche noi saremo miti ed umili, piccoli, come dice Gesù, allora potremo comprendere il volere del Padre, potremo entrare nella realtà più intima dell'amore di Dio e godere della ricchezza della vita trinitaria svelataci dal Signore Gesù Cristo.
Signore, grazie per la tua infinita misericordia e per il tesoro di grazia che il tuo cuore, colmo di amore, riversa abbondantemente su di noi
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Oggi celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù e il Vangelo ci offre subito uno spaccato intimo del Signore.
Egli è mite ed umile di cuore e si pone come esempio per affidare la nostra vita a Lui e trovare così ristoro, rimedio, alle nostre fatiche e alle nostre debolezze.
La preghiera che Gesù eleva al Padre è di una dolcezza unica ed esprime tutto l'animo del Figlio, che ringrazia e loda, che chiede e si affida, che ottiene e porta a compimento.
Solo se anche noi saremo miti ed umili, piccoli, come dice Gesù, allora potremo comprendere il volere del Padre, potremo entrare nella realtà più intima dell'amore di Dio e godere della ricchezza della vita trinitaria svelataci dal Signore Gesù Cristo.
Signore, grazie per la tua infinita misericordia e per il tesoro di grazia che il tuo cuore, colmo di amore, riversa abbondantemente su di noi
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 19, 2020 6:10:15pm
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Cuore Immacolato di Maria. Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,41-51) I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici
anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che
i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non
avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E
tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai
fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre
mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo
cuore. In continuità con la solennità di ieri oggi celebriamo la memoria del cuore immacolato di Maria. Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più
vicino a quello del Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme. Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni
realtà vissuta con il suo figlio divino. Essere "custodi" presuppone una capacità ad accogliere, una attenzione profonda, un impegno senza riserve. Maria è
poi meravigliosamente madre e quindi ha un cuore pieno di misericordia, di comprensione e di compassione, capace di "custodire" ogni nostra vita. Signore,
grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai offerto per essere nostra madre che ci difende e ci consola. Buona giornata, don Pasqualino.
Cuore Immacolato di Maria.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,41-51)
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
In continuità con la solennità di ieri oggi celebriamo la memoria del cuore immacolato di Maria.
Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino a quello del Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme.
Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con il suo figlio divino.
Essere "custodi" presuppone una capacità ad accogliere, una attenzione profonda, un impegno senza riserve.
Maria è poi meravigliosamente madre e quindi ha un cuore pieno di misericordia, di comprensione e di compassione, capace di "custodire" ogni nostra vita.
Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai offerto per essere nostra madre che ci difende e ci consola.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,41-51)
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
In continuità con la solennità di ieri oggi celebriamo la memoria del cuore immacolato di Maria.
Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino a quello del Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme.
Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con il suo figlio divino.
Essere "custodi" presuppone una capacità ad accogliere, una attenzione profonda, un impegno senza riserve.
Maria è poi meravigliosamente madre e quindi ha un cuore pieno di misericordia, di comprensione e di compassione, capace di "custodire" ogni nostra vita.
Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai offerto per essere nostra madre che ci difende e ci consola.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 20, 2020 5:22:51pm
Ultimo aggiornamento: giu 21, 2020 10:52:47am
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Buona Domenica XII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 26-33) In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché
nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate
all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di
colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il
volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà
davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre
mio che è nei cieli». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con
tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta."
Buona Domenica XII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 26-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 26-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te nel giorno della tua venuta."
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,1-5) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale
giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti
accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita!
Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». "Non giudicate per non essere giudicati",
ecco in estrema sintesi il senso della pagina del Vangelo odierno. Il Signore è stato sempre piuttosto esplicito di fronte ai rapporti umani: essi devono essere sempre
improntati alla misericordia, all'accoglienza e benevolenza, al perdono. L'esempio della "pagliuzza" e della "trave" poi rendono
maggiormente comprensibile l'esortazione del Maestro divino. Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e
carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito. Signore , donaci il tuo
amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,1-5)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
"Non giudicate per non essere giudicati", ecco in estrema sintesi il senso della pagina del Vangelo odierno.
Il Signore è stato sempre piuttosto esplicito di fronte ai rapporti umani: essi devono essere sempre improntati alla misericordia, all'accoglienza e benevolenza, al perdono.
L'esempio della "pagliuzza" e della "trave" poi rendono maggiormente comprensibile l'esortazione del Maestro divino.
Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito.
Signore , donaci il tuo amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
"Non giudicate per non essere giudicati", ecco in estrema sintesi il senso della pagina del Vangelo odierno.
Il Signore è stato sempre piuttosto esplicito di fronte ai rapporti umani: essi devono essere sempre improntati alla misericordia, all'accoglienza e benevolenza, al perdono.
L'esempio della "pagliuzza" e della "trave" poi rendono maggiormente comprensibile l'esortazione del Maestro divino.
Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito.
Signore , donaci il tuo amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 22, 2020 5:17:37pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,6.12-14) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci,
perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è
la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto
stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Il Signore Gesù è maestro di sapienza e ci offre una serie di
esortazioni che devono orientarci nelle scelte di vita. Tre sono quelle proposte oggi nel brano evangelico. La prima è un po' strana e non certo usuale: gettare
cose preziose agli animali. Cosa significa? Non avere comprensione della realtà e non dare importanza ai valori che invece devono regolare la vita. La seconda è una
"regola d'oro" facilmente intuibile. La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben
difficilmente si ottengono pace e salvezza. Signore, donaci capacità di ascolto e coraggio per sapere fare le scelte giuste. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,6.12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Il Signore Gesù è maestro di sapienza e ci offre una serie di esortazioni che devono orientarci nelle scelte di vita.
Tre sono quelle proposte oggi nel brano evangelico. La prima è un po' strana e non certo usuale: gettare cose preziose agli animali. Cosa significa? Non avere comprensione della realtà e non dare importanza ai valori che invece devono regolare la vita.
La seconda è una "regola d'oro" facilmente intuibile.
La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente si ottengono pace e salvezza.
Signore, donaci capacità di ascolto e coraggio per sapere fare le scelte giuste.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Il Signore Gesù è maestro di sapienza e ci offre una serie di esortazioni che devono orientarci nelle scelte di vita.
Tre sono quelle proposte oggi nel brano evangelico. La prima è un po' strana e non certo usuale: gettare cose preziose agli animali. Cosa significa? Non avere comprensione della realtà e non dare importanza ai valori che invece devono regolare la vita.
La seconda è una "regola d'oro" facilmente intuibile.
La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente si ottengono pace e salvezza.
Signore, donaci capacità di ascolto e coraggio per sapere fare le scelte giuste.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 23, 2020 5:03:45pm
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Solennità della nascita di S. Giovanni Battista Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66.80) Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il
bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela
che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome».
Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per
tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo
bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua
manifestazione a Israele. Per commentare il vangelo oggi vi offro l'inno dedicato proprio alla nascita del santo. Risuoni nella Chiesa, unanime e festoso, l’inno
delle tue lodi, o Giovanni Battista. Negli arcani silenzi del tempio d’Israele un angelo di Dio svela al padre il tuo nome. Tu profeta fanciullo riconosci nel grembo
della Vergine Madre l’atteso dalle genti. Tu sorgi dal deserto con il fuoco di Elia a convocare gli umili nel regno del Signore. Sia lode e onore a Cristo, Parola del
Dio vivo, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. Buona giornata, don Pasqualino.
Solennità della nascita di S. Giovanni Battista
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66.80)
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Per commentare il vangelo oggi vi offro l'inno dedicato proprio alla nascita del santo.
Risuoni nella Chiesa,
unanime e festoso,
l’inno delle tue lodi,
o Giovanni Battista.
Negli arcani silenzi
del tempio d’Israele
un angelo di Dio
svela al padre il tuo nome.
Tu profeta fanciullo
riconosci nel grembo
della Vergine Madre
l’atteso dalle genti.
Tu sorgi dal deserto
con il fuoco di Elia
a convocare gli umili
nel regno del Signore.
Sia lode e onore a Cristo,
Parola del Dio vivo,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66.80)
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Per commentare il vangelo oggi vi offro l'inno dedicato proprio alla nascita del santo.
Risuoni nella Chiesa,
unanime e festoso,
l’inno delle tue lodi,
o Giovanni Battista.
Negli arcani silenzi
del tempio d’Israele
un angelo di Dio
svela al padre il tuo nome.
Tu profeta fanciullo
riconosci nel grembo
della Vergine Madre
l’atteso dalle genti.
Tu sorgi dal deserto
con il fuoco di Elia
a convocare gli umili
nel regno del Signore.
Sia lode e onore a Cristo,
Parola del Dio vivo,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 24, 2020 5:16:30pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21-29) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui
che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non
abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me,
voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste
mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i
venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo
insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. È certo che facendo e non di sicuro solo parlando che si compie la volontà
di Dio. Gesù lo ribadisce all'inizio di questa pagina evangelica, per mettere in guardia tutti coloro che pensano di ottenere da Dio qualcosa solo perché magari
hanno fatto preghiere a go go o hanno promesso con voto una bella somma di denaro o addirittura, svolgendo un servizio cultuale hanno pensato che bastasse per meritare
un favore dall'alto. No, Gesù richiede, per fare la volontà del Padre, che si sia guidati da Lui, con una carità che non abbia riserve o condizioni e presupponga
una docile e paziente sottomissione alle indicazioni di Dio. Solo così si sarà costruito sulla roccia e non si correrà il rischio di essere spazzati via dalla prima
prova che sopraggiunge nella vita. Signore, aiutaci a costruire su di te, che sei la roccia, tutta la nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21-29)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
È certo che facendo e non di sicuro solo parlando che si compie la volontà di Dio.
Gesù lo ribadisce all'inizio di questa pagina evangelica, per mettere in guardia tutti coloro che pensano di ottenere da Dio qualcosa solo perché magari hanno fatto preghiere a go go o hanno promesso con voto una bella somma di denaro o addirittura, svolgendo un servizio cultuale hanno pensato che bastasse per meritare un favore dall'alto.
No, Gesù richiede, per fare la volontà del Padre, che si sia guidati da Lui, con una carità che non abbia riserve o condizioni e presupponga una docile e paziente sottomissione alle indicazioni di Dio.
Solo così si sarà costruito sulla roccia e non si correrà il rischio di essere spazzati via dalla prima prova che sopraggiunge nella vita.
Signore, aiutaci a costruire su di te, che sei la roccia, tutta la nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
È certo che facendo e non di sicuro solo parlando che si compie la volontà di Dio.
Gesù lo ribadisce all'inizio di questa pagina evangelica, per mettere in guardia tutti coloro che pensano di ottenere da Dio qualcosa solo perché magari hanno fatto preghiere a go go o hanno promesso con voto una bella somma di denaro o addirittura, svolgendo un servizio cultuale hanno pensato che bastasse per meritare un favore dall'alto.
No, Gesù richiede, per fare la volontà del Padre, che si sia guidati da Lui, con una carità che non abbia riserve o condizioni e presupponga una docile e paziente sottomissione alle indicazioni di Dio.
Solo così si sarà costruito sulla roccia e non si correrà il rischio di essere spazzati via dalla prima prova che sopraggiunge nella vita.
Signore, aiutaci a costruire su di te, che sei la roccia, tutta la nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 25, 2020 5:26:11pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,1-4) Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore,
se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal
dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». Gesù porta a compimento la sua opera: dopo
aver pregato il Padre ed insegnato con la sua Parola, annunziando a tutti il suo Vangelo, ora guarisce dalla malattia che annienta l'uomo. Il lebbroso è il simbolo
dell'uomo legato e incatenato e dal male fisico, come anche da quello spirituale; Gesù libera quest'uomo contemporaneamente dai due mali. Signore, donaci la
tua grazia divina, affinché liberati dai mali che ci circondano, possiamo lodare Dio con la gioia di un impegno di vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,1-4)
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
Gesù porta a compimento la sua opera: dopo aver pregato il Padre ed insegnato con la sua Parola, annunziando a tutti il suo Vangelo, ora guarisce dalla malattia che annienta l'uomo.
Il lebbroso è il simbolo dell'uomo legato e incatenato e dal male fisico, come anche da quello spirituale; Gesù libera quest'uomo contemporaneamente dai due mali.
Signore, donaci la tua grazia divina, affinché liberati dai mali che ci circondano, possiamo lodare Dio con la gioia di un impegno di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
Gesù porta a compimento la sua opera: dopo aver pregato il Padre ed insegnato con la sua Parola, annunziando a tutti il suo Vangelo, ora guarisce dalla malattia che annienta l'uomo.
Il lebbroso è il simbolo dell'uomo legato e incatenato e dal male fisico, come anche da quello spirituale; Gesù libera quest'uomo contemporaneamente dai due mali.
Signore, donaci la tua grazia divina, affinché liberati dai mali che ci circondano, possiamo lodare Dio con la gioia di un impegno di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 26, 2020 5:32:10pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,5-17) In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è
in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio
tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un
altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi
dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo,
Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al
centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto
con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la
parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle
malattie”. È con grande umiltà e tanta fede che il centurione si avvicina a Gesù per chiedere la guarigione del suo servo. Il Signore, infatti, lo loda pubblicamente
per questo e la Chiesa ha conservato una delle sue espressioni per accostarsi a ricevere la comunione. Gesù, ancora, pronunzia una profezia, svelando che saranno
nazioni diverse a costituire il nuovo popolo di Dio, mentre quello che lo era fino ad allora non lo sarà più. La giornata di Gesù continua con la guarigione della
suocera di Pietro, che magari era necessaria in cucina e con la guarigione di tutti coloro che erano portati davanti alla casa. Senza sosta Gesù si fa tutto a tutti.
Signore, aumenta la nostra fede , donaci umiltà e fiducia, perché possiamo ottenere dalla tua misericordia le grazie che ti chiediamo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,5-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.
È con grande umiltà e tanta fede che il centurione si avvicina a Gesù per chiedere la guarigione del suo servo.
Il Signore, infatti, lo loda pubblicamente per questo e la Chiesa ha conservato una delle sue espressioni per accostarsi a ricevere la comunione.
Gesù, ancora, pronunzia una profezia, svelando che saranno nazioni diverse a costituire il nuovo popolo di Dio, mentre quello che lo era fino ad allora non lo sarà più.
La giornata di Gesù continua con la guarigione della suocera di Pietro, che magari era necessaria in cucina e con la guarigione di tutti coloro che erano portati davanti alla casa. Senza sosta Gesù si fa tutto a tutti.
Signore, aumenta la nostra fede , donaci umiltà e fiducia, perché possiamo ottenere dalla tua misericordia le grazie che ti chiediamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.
È con grande umiltà e tanta fede che il centurione si avvicina a Gesù per chiedere la guarigione del suo servo.
Il Signore, infatti, lo loda pubblicamente per questo e la Chiesa ha conservato una delle sue espressioni per accostarsi a ricevere la comunione.
Gesù, ancora, pronunzia una profezia, svelando che saranno nazioni diverse a costituire il nuovo popolo di Dio, mentre quello che lo era fino ad allora non lo sarà più.
La giornata di Gesù continua con la guarigione della suocera di Pietro, che magari era necessaria in cucina e con la guarigione di tutti coloro che erano portati davanti alla casa. Senza sosta Gesù si fa tutto a tutti.
Signore, aumenta la nostra fede , donaci umiltà e fiducia, perché possiamo ottenere dalla tua misericordia le grazie che ti chiediamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 27, 2020 5:03:40pm
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Buona Domenica XIII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 37-42) In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Chi ama il padre o la madre più di me
non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua
vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi
accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un
bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”. Preghiera sul Vangelo: "Infondi in
noi, o Padre, la sapienza e la forza del tuo Spirito, perché camminiamo con Cristo sulla via della croce, pronti a far dono della nostra vita per manifestare al mondo
la speranza del tuo Regno."
Buona Domenica XIII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 37-42)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.
Preghiera sul Vangelo:
"Infondi in noi, o Padre, la sapienza e la forza del tuo Spirito, perché camminiamo con Cristo sulla via della croce, pronti a far dono della nostra vita per manifestare al mondo la speranza del tuo Regno."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 37-42)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.
Preghiera sul Vangelo:
"Infondi in noi, o Padre, la sapienza e la forza del tuo Spirito, perché camminiamo con Cristo sulla via della croce, pronti a far dono della nostra vita per manifestare al mondo la speranza del tuo Regno."
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Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La
gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi,
chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non
prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà
sciolto nei cieli». In questa grande festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro e la
conseguente consegna delle "chiavi" da parte di Gesù. È la testimonianza data a Cristo , fino alla morte, che connota particolarmente i due grandi Apostoli.
Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo. Paolo, il fariseo
fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo. Accogliamo questa grande eredità delle "colonne della Chiesa" per
ribadire la nostra fedeltà a Gesù Cristo e al Vangelo. Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo essere fedeli sino al termine della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
In questa grande festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro e la conseguente consegna delle "chiavi" da parte di Gesù.
È la testimonianza data a Cristo , fino alla morte, che connota particolarmente i due grandi Apostoli.
Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo.
Paolo, il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo.
Accogliamo questa grande eredità delle "colonne della Chiesa" per ribadire la nostra fedeltà a Gesù Cristo e al Vangelo.
Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo essere fedeli sino al termine della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
In questa grande festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro e la conseguente consegna delle "chiavi" da parte di Gesù.
È la testimonianza data a Cristo , fino alla morte, che connota particolarmente i due grandi Apostoli.
Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo.
Paolo, il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo.
Accogliamo questa grande eredità delle "colonne della Chiesa" per ribadire la nostra fedeltà a Gesù Cristo e al Vangelo.
Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo essere fedeli sino al termine della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 29, 2020 5:52:30pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,23-27) In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto
che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro:
«Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che
perfino i venti e il mare gli obbediscono?». Questo brano del Vangelo lo abbiamo più volte meditato durante il tempo di maggiore "chiusura" a causa del
Covid19. Sembra che il Signore, profondamente addormentato , non si interessi alla sorte dei discepoli che, sulla stessa barca, lottano con gli elementi naturali in
tempesta. E così spaventati e disorientati, i discepoli lo svegliano e gridano a Lui, che alzatosi comanda al vento e al mare di calmarsi. Abbiamo vissuto, e forse
ancora qualcuno sta vivendo, quest'esperienza che sembra riecheggiare quella degli apostoli sul mare in tempesta. Dove era Dio? Si! Lui era ed è con noi sulla
stessa barca che quindi non può affondare. "Perché avete paura, gente di poca fede"? : è questo forse il rimprovero che anche oggi Gesù fa' a noi che
dubitiamo del suo divino aiuto. Signore, donaci coraggio e fede per affrontare ancora questi giorni duri e faticosi, a causa della pandemia e delle difficoltà
socioeconomiche, e, credere così, che tu puoi liberarci e ristabilire pace e sicurezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,23-27)
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
Questo brano del Vangelo lo abbiamo più volte meditato durante il tempo di maggiore "chiusura" a causa del Covid19.
Sembra che il Signore, profondamente addormentato , non si interessi alla sorte dei discepoli che, sulla stessa barca, lottano con gli elementi naturali in tempesta.
E così spaventati e disorientati, i discepoli lo svegliano e gridano a Lui, che alzatosi comanda al vento e al mare di calmarsi.
Abbiamo vissuto, e forse ancora qualcuno sta vivendo, quest'esperienza che sembra riecheggiare quella degli apostoli sul mare in tempesta. Dove era Dio? Si! Lui era ed è con noi sulla stessa barca che quindi non può affondare. "Perché avete paura, gente di poca fede"? : è questo forse il rimprovero che anche oggi Gesù fa' a noi che dubitiamo del suo divino aiuto.
Signore, donaci coraggio e fede per affrontare ancora questi giorni duri e faticosi, a causa della pandemia e delle difficoltà socioeconomiche, e, credere così, che tu puoi liberarci e ristabilire pace e sicurezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
Questo brano del Vangelo lo abbiamo più volte meditato durante il tempo di maggiore "chiusura" a causa del Covid19.
Sembra che il Signore, profondamente addormentato , non si interessi alla sorte dei discepoli che, sulla stessa barca, lottano con gli elementi naturali in tempesta.
E così spaventati e disorientati, i discepoli lo svegliano e gridano a Lui, che alzatosi comanda al vento e al mare di calmarsi.
Abbiamo vissuto, e forse ancora qualcuno sta vivendo, quest'esperienza che sembra riecheggiare quella degli apostoli sul mare in tempesta. Dove era Dio? Si! Lui era ed è con noi sulla stessa barca che quindi non può affondare. "Perché avete paura, gente di poca fede"? : è questo forse il rimprovero che anche oggi Gesù fa' a noi che dubitiamo del suo divino aiuto.
Signore, donaci coraggio e fede per affrontare ancora questi giorni duri e faticosi, a causa della pandemia e delle difficoltà socioeconomiche, e, credere così, che tu puoi liberarci e ristabilire pace e sicurezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: giu 30, 2020 5:13:48pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,28-34) In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro;
erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del
tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei
porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I
mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro,
lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. Di fronte a Gesù il demonio cerca di fuggire e in questo episodio il Maestro divino lo beffa facendo entrare la
numerosa legione in un branco di porci al pascolo che buttandosi a mare affogano tutti. L'amore di Gesù non ha limiti o tentennamenti, Egli agisce solo ed
esclusivamente per il bene della persona, per salvare l'uomo. Rendiamoci conto che solo il Signore Gesù può liberarci dal male e da tutti i condizionamenti che
esso, come forti lacci, dispone sulla nostra strada. Solo Gesù Cristo ci libera! Facciamoci quindi liberare ogni giorno dagli egoismi, dall'orgoglio, dalla
superbia, dall'ira, dall'invidia, dalla gelosia, dalle impurità e da tutto ciò che ammorba il nostro cuore. Signore, abbi pietà e salvaci con la tua infinita
misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,28-34)
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
Di fronte a Gesù il demonio cerca di fuggire e in questo episodio il Maestro divino lo beffa facendo entrare la numerosa legione in un branco di porci al pascolo che buttandosi a mare affogano tutti.
L'amore di Gesù non ha limiti o tentennamenti, Egli agisce solo ed esclusivamente per il bene della persona, per salvare l'uomo.
Rendiamoci conto che solo il Signore Gesù può liberarci dal male e da tutti i condizionamenti che esso, come forti lacci, dispone sulla nostra strada.
Solo Gesù Cristo ci libera!
Facciamoci quindi liberare ogni giorno dagli egoismi, dall'orgoglio, dalla superbia, dall'ira, dall'invidia, dalla gelosia, dalle impurità e da tutto ciò che ammorba il nostro cuore.
Signore, abbi pietà e salvaci con la tua infinita misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
Di fronte a Gesù il demonio cerca di fuggire e in questo episodio il Maestro divino lo beffa facendo entrare la numerosa legione in un branco di porci al pascolo che buttandosi a mare affogano tutti.
L'amore di Gesù non ha limiti o tentennamenti, Egli agisce solo ed esclusivamente per il bene della persona, per salvare l'uomo.
Rendiamoci conto che solo il Signore Gesù può liberarci dal male e da tutti i condizionamenti che esso, come forti lacci, dispone sulla nostra strada.
Solo Gesù Cristo ci libera!
Facciamoci quindi liberare ogni giorno dagli egoismi, dall'orgoglio, dalla superbia, dall'ira, dall'invidia, dalla gelosia, dalle impurità e da tutto ciò che ammorba il nostro cuore.
Signore, abbi pietà e salvaci con la tua infinita misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Carissimi volevo comunicarvi che quella di ieri era l'ultima trasmissione inviata.
Manderemo semplicemente il link alle famiglie degli ammalati che lo richiederanno solo per la domenica.
Grazie per questo tempo di grazia che il Signore ci ha concesso.
Dio vi benedica.
d. Pasqualino.
Manderemo semplicemente il link alle famiglie degli ammalati che lo richiederanno solo per la domenica.
Grazie per questo tempo di grazia che il Signore ci ha concesso.
Dio vi benedica.
d. Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,1-8) In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico
disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui
bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i
peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al
paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva
dato un tale potere agli uomini. Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio, ecco perché può guarire le persone, in questo caso un paralitico. I miracoli sono
rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo, nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano.
Di fronte a questi segni e al Vangelo che ce li tramanda facciamo sempre il nostro atto di fede nel Figlio di Dio, che Risorto e asceso al Cielo, oggi è presente fra
noi e continua ancora ad offrirci benefici. Signore, donaci fede ed umile docilità alla tua divina volontà e al tuo disegno di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,1-8)
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio, ecco perché può guarire le persone, in questo caso un paralitico.
I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo, nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano.
Di fronte a questi segni e al Vangelo che ce li tramanda facciamo sempre il nostro atto di fede nel Figlio di Dio, che Risorto e asceso al Cielo, oggi è presente fra noi e continua ancora ad offrirci benefici.
Signore, donaci fede ed umile docilità alla tua divina volontà e al tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio, ecco perché può guarire le persone, in questo caso un paralitico.
I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo, nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano.
Di fronte a questi segni e al Vangelo che ce li tramanda facciamo sempre il nostro atto di fede nel Figlio di Dio, che Risorto e asceso al Cielo, oggi è presente fra noi e continua ancora ad offrirci benefici.
Signore, donaci fede ed umile docilità alla tua divina volontà e al tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,24-29) Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto
il Signore!. Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io
non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi!. Poi
disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!. Gli rispose Tommaso: Mio
Signore e mio Dio!. Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Oggi celebriamo la festa dell'apostolo
Tommaso. Egli è celebre per l'episodio che il Vangelo proprio ci riporta. Non vuole credere alla Risurrezione di Gesù e si ostina a volerne chiedere le prove
concrete: prove che Gesù stesso, comparso ai discepoli una seconda volta, gli fornisce insieme ad un garbato rimprovero. Tommaso allora esprime una formula di fede che
possiamo fare sempre nostra di fronte a Gesù: "Mio Signore e mio Dio"! Signore, liberaci da ogni incredulità, donaci sempre il coraggio e la forza di una fede
senza riserve, capace di annunziare al mondo la meravigliosa realtà della tua risurrezione e della tua presenza salvifica in mezzo a noi. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,24-29)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore!. Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!. Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Oggi celebriamo la festa dell'apostolo Tommaso. Egli è celebre per l'episodio che il Vangelo proprio ci riporta.
Non vuole credere alla Risurrezione di Gesù e si ostina a volerne chiedere le prove concrete: prove che Gesù stesso, comparso ai discepoli una seconda volta, gli fornisce insieme ad un garbato rimprovero.
Tommaso allora esprime una formula di fede che possiamo fare sempre nostra di fronte a Gesù: "Mio Signore e mio Dio"!
Signore, liberaci da ogni incredulità, donaci sempre il coraggio e la forza di una fede senza riserve, capace di annunziare al mondo la meravigliosa realtà della tua risurrezione e della tua presenza salvifica in mezzo a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore!. Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!. Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Oggi celebriamo la festa dell'apostolo Tommaso. Egli è celebre per l'episodio che il Vangelo proprio ci riporta.
Non vuole credere alla Risurrezione di Gesù e si ostina a volerne chiedere le prove concrete: prove che Gesù stesso, comparso ai discepoli una seconda volta, gli fornisce insieme ad un garbato rimprovero.
Tommaso allora esprime una formula di fede che possiamo fare sempre nostra di fronte a Gesù: "Mio Signore e mio Dio"!
Signore, liberaci da ogni incredulità, donaci sempre il coraggio e la forza di una fede senza riserve, capace di annunziare al mondo la meravigliosa realtà della tua risurrezione e della tua presenza salvifica in mezzo a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-17) In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte,
mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo
sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo
strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in
otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Non è possibile digiunare quando è tempo di festa, come quando si è invitati in un banchetto nuziale . Gesù è lo
"sposo" presente che guida le "danze" di un'umanità visitata da Dio. Il digiuno presuppone una ricerca, un modo per prepararsi a ricevere un
beneficio, ma Gesù indica in se stesso il compimento di tutte le attese e le aspettative di una umanità che viene redenta e resa partecipe pienamente e definitivamente
della vita divina. Non ci sarà un ritoppo nel vestito, ma sarà del tutto nuovo, così come l'otre che conterrà la gioia e la pace donate alla "sposa".
Signore, facci digiunare di ogni male e cattiveria e nutrici con la tua Parola e il tuo "pane" di vita eterna. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-17)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Non è possibile digiunare quando è tempo di festa, come quando si è invitati in un banchetto nuziale .
Gesù è lo "sposo" presente che guida le "danze" di un'umanità visitata da Dio.
Il digiuno presuppone una ricerca, un modo per prepararsi a ricevere un beneficio, ma Gesù indica in se stesso il compimento di tutte le attese e le aspettative di una umanità che viene redenta e resa partecipe pienamente e definitivamente della vita divina.
Non ci sarà un ritoppo nel vestito, ma sarà del tutto nuovo, così come l'otre che conterrà la gioia e la pace donate alla "sposa".
Signore, facci digiunare di ogni male e cattiveria e nutrici con la tua Parola e il tuo "pane" di vita eterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Non è possibile digiunare quando è tempo di festa, come quando si è invitati in un banchetto nuziale .
Gesù è lo "sposo" presente che guida le "danze" di un'umanità visitata da Dio.
Il digiuno presuppone una ricerca, un modo per prepararsi a ricevere un beneficio, ma Gesù indica in se stesso il compimento di tutte le attese e le aspettative di una umanità che viene redenta e resa partecipe pienamente e definitivamente della vita divina.
Non ci sarà un ritoppo nel vestito, ma sarà del tutto nuovo, così come l'otre che conterrà la gioia e la pace donate alla "sposa".
Signore, facci digiunare di ogni male e cattiveria e nutrici con la tua Parola e il tuo "pane" di vita eterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XIV del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-30) In quel tempo, Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal
Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti,
che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le
vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che ti riveli ai piccoli e doni ai miti l'eredità del tuo
Regno, rendici poveri, liberi ed esultanti, a imitazione del Cristo tuo Figlio, per portare con lui il giogo soave della croce e annunziare agli uomini la gioia che
viene da te."
Buona Domenica XIV del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-30)
In quel tempo, Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ti riveli ai piccoli e doni ai miti l'eredità del tuo Regno, rendici poveri, liberi ed esultanti, a imitazione del Cristo tuo Figlio, per portare con lui il giogo soave della croce e annunziare agli uomini la gioia che viene da te."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11, 25-30)
In quel tempo, Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ti riveli ai piccoli e doni ai miti l'eredità del tuo Regno, rendici poveri, liberi ed esultanti, a imitazione del Cristo tuo Figlio, per portare con lui il giogo soave della croce e annunziare agli uomini la gioia che viene da te."
Ultimo aggiornamento: lug 05, 2020 6:08:52pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,18-26) In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma
vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si
avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide
e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in
agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e
la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Quanta compassione, quanta misericordia e quanto amore Gesù ha manifestato in questi episodi
raccontati dal vangelo! La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il
capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il
lembo del mantello. Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,18-26)
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Quanta compassione, quanta misericordia e quanto amore Gesù ha manifestato in questi episodi raccontati dal vangelo!
La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il lembo del mantello.
Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Quanta compassione, quanta misericordia e quanto amore Gesù ha manifestato in questi episodi raccontati dal vangelo!
La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il lembo del mantello.
Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,32-38) In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le
folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le
folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli
operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Gesù è pieno di compassione per ogni persona bisognosa di essere guarita e in
continuazione, tra la folla che accorre a Lui, opera guarigioni e scaccia via i demoni. Le reazioni sono diverse: i farisei lo accusano di essere a servizio del
diavolo, mentre la folla lo acclama come il Messia. Ma dal cuore di Cristo viene una forte esortazione: "pregate il padrone della messe...", perché sempre ci
possano essere gli operai del Vangelo completamente a servizio in particolare di poveri e sofferenti. Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni
operai nel tuo campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Gesù è pieno di compassione per ogni persona bisognosa di essere guarita e in continuazione, tra la folla che accorre a Lui, opera guarigioni e scaccia via i demoni.
Le reazioni sono diverse: i farisei lo accusano di essere a servizio del diavolo, mentre la folla lo acclama come il Messia.
Ma dal cuore di Cristo viene una forte esortazione: "pregate il padrone della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo completamente a servizio in particolare di poveri e sofferenti.
Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Gesù è pieno di compassione per ogni persona bisognosa di essere guarita e in continuazione, tra la folla che accorre a Lui, opera guarigioni e scaccia via i demoni.
Le reazioni sono diverse: i farisei lo accusano di essere a servizio del diavolo, mentre la folla lo acclama come il Messia.
Ma dal cuore di Cristo viene una forte esortazione: "pregate il padrone della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo completamente a servizio in particolare di poveri e sofferenti.
Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,1-7) In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni
malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello;
Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i
Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa
d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele e sono chiamati
ognuno per nome a cominciare dal "primo" che è Pietro. Da notare che in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di
pubblicano, ovvero, peccatore pubblico. Il vangelo non fa sconti a nessuno e appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in
vere e proprie rocce di fede. Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e fedeli della tua Parola che salva. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,1-7)
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele e sono chiamati ognuno per nome a cominciare dal "primo" che è Pietro.
Da notare che in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico.
Il vangelo non fa sconti a nessuno e appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede.
Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e fedeli della tua Parola che salva.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele e sono chiamati ognuno per nome a cominciare dal "primo" che è Pietro.
Da notare che in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico.
Il vangelo non fa sconti a nessuno e appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede.
Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e fedeli della tua Parola che salva.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-15) In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli
infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro
nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio
entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace
scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da
quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella
città». Gesù è estremamente chiaro nell'offrire le regole di comportamento dei suoi inviati: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"! Come
operai della vigna riceveranno la loro ricompensa direttamente da Dio, il resto potranno accoglierlo, ma nella misura di colmare le necessità. Il potere, il denaro e
qualsiasi interesse personale sono banditi dalla vita di chi vuole seguire il Signore nell'annuncio del Vangelo. Chi opera diversamente non obbedisce di certo al
Maestro divino. Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere in abbondanza i tuoi doni di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Gesù è estremamente chiaro nell'offrire le regole di comportamento dei suoi inviati: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"!
Come operai della vigna riceveranno la loro ricompensa direttamente da Dio, il resto potranno accoglierlo, ma nella misura di colmare le necessità.
Il potere, il denaro e qualsiasi interesse personale sono banditi dalla vita di chi vuole seguire il Signore nell'annuncio del Vangelo.
Chi opera diversamente non obbedisce di certo al Maestro divino.
Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere in abbondanza i tuoi doni di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Gesù è estremamente chiaro nell'offrire le regole di comportamento dei suoi inviati: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"!
Come operai della vigna riceveranno la loro ricompensa direttamente da Dio, il resto potranno accoglierlo, ma nella misura di colmare le necessità.
Il potere, il denaro e qualsiasi interesse personale sono banditi dalla vita di chi vuole seguire il Signore nell'annuncio del Vangelo.
Chi opera diversamente non obbedisce di certo al Maestro divino.
Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere in abbondanza i tuoi doni di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,16-23) In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i
serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a
governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà
dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il
padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine
sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il
Figlio dell’uomo». Continuando il tema della missione, Gesù esorta i suoi apostoli con delle frasi che sono rimaste nella memoria collettiva: " Vi mando come
pecore in mezzo a lupi"; " siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe". Il Signore vuole praticamente dirci che la vita vissuta con Lui e
per Lui non è per niente facile, anzi è piena d insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra
difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi. Allora fiducia senza riserve, capace di vincere ogni possibile paura. Signore, ci affidiamo alla tua
provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Continuando il tema della missione, Gesù esorta i suoi apostoli con delle frasi che sono rimaste nella memoria collettiva: " Vi mando come pecore in mezzo a lupi"; " siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe".
Il Signore vuole praticamente dirci che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena d insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi.
Allora fiducia senza riserve, capace di vincere ogni possibile paura.
Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Continuando il tema della missione, Gesù esorta i suoi apostoli con delle frasi che sono rimaste nella memoria collettiva: " Vi mando come pecore in mezzo a lupi"; " siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe".
Il Signore vuole praticamente dirci che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena d insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi.
Allora fiducia senza riserve, capace di vincere ogni possibile paura.
Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Festa di S. Benedetto patrono d'Europa. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,27-29) In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo
seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua
gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o
padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Oggi celebriamo la festa del grande patriarca dei monaci
S. Benedetto. Il Vangelo ci offre una pagina nella quale riscontriamo la grande magnanimità del cuore di Cristo. Infatti Gesù promette a chi lo ha seguito e ha
rinunziato a farsi una propria vita, un futuro splendido di gloria. Ma tutti, in qualche modo, si è chiamati alla rinuncia, soprattutto del male e di ogni peccato, per
"regolare" attraverso la scelta del bene il proprio modo di vivere, adeguandolo continuamente al volere della misericordia divina. Signore, grazie perché ci
hai dato maestri di vita, come S. Benedetto, che ci indicano i giusti sentieri da seguire per conquistare le vette della gioia e della pace. Buona giornata, don
Pasqualino.
Festa di S. Benedetto patrono d'Europa.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Oggi celebriamo la festa del grande patriarca dei monaci S. Benedetto.
Il Vangelo ci offre una pagina nella quale riscontriamo la grande magnanimità del cuore di Cristo.
Infatti Gesù promette a chi lo ha seguito e ha rinunziato a farsi una propria vita, un futuro splendido di gloria.
Ma tutti, in qualche modo, si è chiamati alla rinuncia, soprattutto del male e di ogni peccato, per "regolare" attraverso la scelta del bene il proprio modo di vivere, adeguandolo continuamente al volere della misericordia divina.
Signore, grazie perché ci hai dato maestri di vita, come S. Benedetto, che ci indicano i giusti sentieri da seguire per conquistare le vette della gioia e della pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Oggi celebriamo la festa del grande patriarca dei monaci S. Benedetto.
Il Vangelo ci offre una pagina nella quale riscontriamo la grande magnanimità del cuore di Cristo.
Infatti Gesù promette a chi lo ha seguito e ha rinunziato a farsi una propria vita, un futuro splendido di gloria.
Ma tutti, in qualche modo, si è chiamati alla rinuncia, soprattutto del male e di ogni peccato, per "regolare" attraverso la scelta del bene il proprio modo di vivere, adeguandolo continuamente al volere della misericordia divina.
Signore, grazie perché ci hai dato maestri di vita, come S. Benedetto, che ci indicano i giusti sentieri da seguire per conquistare le vette della gioia e della pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XV del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,1-23) Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta
folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il
seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non
c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui
rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli
si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli,
ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con
parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con
gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri
orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi
ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e
ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e
l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene
meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». Preghiera sul
Vangelo: "O Padre, accresci in noi, con la potenza del tuo Spirito, la disponibilità ad accogliere il germe della tua Parola, che continui a seminare nei solchi
dell'umanità, perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace e riveli al mondo la beata speranza del tuo Regno."
Buona Domenica XV del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,1-23)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, accresci in noi, con la potenza del tuo Spirito, la disponibilità ad accogliere il germe della tua Parola, che continui a seminare nei solchi dell'umanità, perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace e riveli al mondo la beata speranza del tuo Regno."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,1-23)
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono! Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, accresci in noi, con la potenza del tuo Spirito, la disponibilità ad accogliere il germe della tua Parola, che continui a seminare nei solchi dell'umanità, perché fruttifichi in opere di giustizia e di pace e riveli al mondo la beata speranza del tuo Regno."
Ultimo aggiornamento: lug 12, 2020 6:52:19pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,34- 11,1) In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a
portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli
della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi
segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie
me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è
un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi
dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro
città. Rileggiamo con calma questa pagina di Vangelo, elaborando meglio l'impressione iniziale di ritrovarci all'interno di una serie di difficoltà da dover
superare. Il Signore vuole semplicemente dirci che siamo chiamati a scelte decisive e liberanti, sono scelte di amore che comportano chiare prese di posizione, che non
lasciano margini a nessun compromesso. Sono scelte di libertà che aprono al dialogo e al servizio. Solo chi comprende che la vita è dono di Dio potrà spenderla per gli
altri e non tenerla gelosamente chiusa nella prigione del proprio egoismo. Signore, apri il nostro cuore alla generosità e alla capacità di metterci a servizio di
tutti. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,34- 11,1)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Rileggiamo con calma questa pagina di Vangelo, elaborando meglio l'impressione iniziale di ritrovarci all'interno di una serie di difficoltà da dover superare.
Il Signore vuole semplicemente dirci che siamo chiamati a scelte decisive e liberanti, sono scelte di amore che comportano chiare prese di posizione, che non lasciano margini a nessun compromesso.
Sono scelte di libertà che aprono al dialogo e al servizio.
Solo chi comprende che la vita è dono di Dio potrà spenderla per gli altri e non tenerla gelosamente chiusa nella prigione del proprio egoismo.
Signore, apri il nostro cuore alla generosità e alla capacità di metterci a servizio di tutti.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Rileggiamo con calma questa pagina di Vangelo, elaborando meglio l'impressione iniziale di ritrovarci all'interno di una serie di difficoltà da dover superare.
Il Signore vuole semplicemente dirci che siamo chiamati a scelte decisive e liberanti, sono scelte di amore che comportano chiare prese di posizione, che non lasciano margini a nessun compromesso.
Sono scelte di libertà che aprono al dialogo e al servizio.
Solo chi comprende che la vita è dono di Dio potrà spenderla per gli altri e non tenerla gelosamente chiusa nella prigione del proprio egoismo.
Signore, apri il nostro cuore alla generosità e alla capacità di metterci a servizio di tutti.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,20-24) In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si
erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse,
vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu,
Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa
esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». Gesù lancia il suo grido di dolore di fronte
alle città nelle quali aveva predicato e compiuto prodigi perché esse non si erano convertite. È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione deve essere accolto ogni giorno da tutti noi, e come singoli, così come comunità cristiana. Lasciamoci
rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine. Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e serenità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,20-24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Gesù lancia il suo grido di dolore di fronte alle città nelle quali aveva predicato e compiuto prodigi perché esse non si erano convertite.
È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione deve essere accolto ogni giorno da tutti noi, e come singoli, così come comunità cristiana.
Lasciamoci rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine.
Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e serenità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Gesù lancia il suo grido di dolore di fronte alle città nelle quali aveva predicato e compiuto prodigi perché esse non si erano convertite.
È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione deve essere accolto ogni giorno da tutti noi, e come singoli, così come comunità cristiana.
Lasciamoci rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine.
Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e serenità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-27) In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore
del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo». Breve ma molto intenso questo brano del Vangelo! Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo mistero a coloro che con semplicità si
rendono disponibili all'ascolto. Dio si rivolge ai piccoli, cioè a coloro che sono umili di cuore, perché trova immediatamente sincera accoglienza. È Gesù stesso
che annunzia e quindi fa conoscere il mistero d'amore della Trinità. Solo se apriamo il cuore al Signore Gesù possiamo entrare nell'infinito regno della
misericordia di Dio e poter godere della pace e della gioia che da essa scaturiscono. Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni
giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza. Buona giornata, don Pasqualino.
Hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-27)
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Breve ma molto intenso questo brano del Vangelo!
Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo mistero a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto.
Dio si rivolge ai piccoli, cioè a coloro che sono umili di cuore, perché trova immediatamente sincera accoglienza.
È Gesù stesso che annunzia e quindi fa conoscere il mistero d'amore della Trinità. Solo se apriamo il cuore al Signore Gesù possiamo entrare nell'infinito regno della misericordia di Dio e poter godere della pace e della gioia che da essa scaturiscono.
Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-27)
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Breve ma molto intenso questo brano del Vangelo!
Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo mistero a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto.
Dio si rivolge ai piccoli, cioè a coloro che sono umili di cuore, perché trova immediatamente sincera accoglienza.
È Gesù stesso che annunzia e quindi fa conoscere il mistero d'amore della Trinità. Solo se apriamo il cuore al Signore Gesù possiamo entrare nell'infinito regno della misericordia di Dio e poter godere della pace e della gioia che da essa scaturiscono.
Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30) In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo
sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Che bel
richiamo da parte di Gesù oggi, in questo ulteriore brevissimo brano del Vangelo! Lo fa a noi, affaticati ed oppressi da una vita spesso difficile e complessa.
"Venite a me": siamo chiamati ad andare da Lui e da nessun altro, solo Lui può offrirci gioia e pace, solo Lui conduce, come Buon Pastore, il suo gregge su
pascoli sicuri. La condizione per seguirlo è il giogo dell'umiltà e della mitezza. Oggi celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria del monte Carmelo. Questa
memoria ci dice della potente intercessione di Maria e del suo ruolo centrale di custodia nel cammino della vita. Signore, stacci sempre vicino e trasforma la nostra
fatica in debito di amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Che bel richiamo da parte di Gesù oggi, in questo ulteriore brevissimo brano del Vangelo! Lo fa a noi, affaticati ed oppressi da una vita spesso difficile e complessa.
"Venite a me": siamo chiamati ad andare da Lui e da nessun altro, solo Lui può offrirci gioia e pace, solo Lui conduce, come Buon Pastore, il suo gregge su pascoli sicuri.
La condizione per seguirlo è il giogo dell'umiltà e della mitezza.
Oggi celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria del monte Carmelo.
Questa memoria ci dice della potente intercessione di Maria e del suo ruolo centrale di custodia nel cammino della vita.
Signore, stacci sempre vicino e trasforma la nostra fatica in debito di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Che bel richiamo da parte di Gesù oggi, in questo ulteriore brevissimo brano del Vangelo! Lo fa a noi, affaticati ed oppressi da una vita spesso difficile e complessa.
"Venite a me": siamo chiamati ad andare da Lui e da nessun altro, solo Lui può offrirci gioia e pace, solo Lui conduce, come Buon Pastore, il suo gregge su pascoli sicuri.
La condizione per seguirlo è il giogo dell'umiltà e della mitezza.
Oggi celebriamo la memoria della Beata Vergine Maria del monte Carmelo.
Questa memoria ci dice della potente intercessione di Maria e del suo ruolo centrale di custodia nel cammino della vita.
Signore, stacci sempre vicino e trasforma la nostra fatica in debito di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,1-8) In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle
spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non
avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi
compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono
senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste
condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». L'episodio raccontato dal Vangelo dei discepoli che violano il digiuno del
sabato, perché hanno fame, ci dice del nuovo insegnamento di Gesù. Anche nel passato vi erano state situazioni di bisogno che avevano comunque consentito ai
protagonisti di sfamarsi lo stesso. È l'uomo che conta non le regole, anche se queste ci sono per essere osservate. "Misericordia io voglio e non
sacrifici": Gesù cita la Scrittura per dire a tutti noi che dobbiamo sempre giudicare con il metro di Dio e non con quello umano. Signore, insegnaci tu la
benevolenza e la magnanimità per essere capaci di non giudicare iniquamente i nostri fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,1-8)
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
L'episodio raccontato dal Vangelo dei discepoli che violano il digiuno del sabato, perché hanno fame, ci dice del nuovo insegnamento di Gesù.
Anche nel passato vi erano state situazioni di bisogno che avevano comunque consentito ai protagonisti di sfamarsi lo stesso.
È l'uomo che conta non le regole, anche se queste ci sono per essere osservate.
"Misericordia io voglio e non sacrifici": Gesù cita la Scrittura per dire a tutti noi che dobbiamo sempre giudicare con il metro di Dio e non con quello umano.
Signore, insegnaci tu la benevolenza e la magnanimità per essere capaci di non giudicare iniquamente i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
L'episodio raccontato dal Vangelo dei discepoli che violano il digiuno del sabato, perché hanno fame, ci dice del nuovo insegnamento di Gesù.
Anche nel passato vi erano state situazioni di bisogno che avevano comunque consentito ai protagonisti di sfamarsi lo stesso.
È l'uomo che conta non le regole, anche se queste ci sono per essere osservate.
"Misericordia io voglio e non sacrifici": Gesù cita la Scrittura per dire a tutti noi che dobbiamo sempre giudicare con il metro di Dio e non con quello umano.
Signore, insegnaci tu la benevolenza e la magnanimità per essere capaci di non giudicare iniquamente i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,14-21) In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di
là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio
servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà
né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel
suo nome spereranno le nazioni». Il "destino" di Gesù si compirà a causa dell'invidia e delle decisioni dei farisei, ma è una morte che il Figlio di Dio
aveva preventivato per la nostra salvezza. Le Scritture si avverano, tutto porta al Calvario, ma tutto porta alla Risurrezione! Il Signore Gesù è venuto sulla terra per
rivelarci il mistero d'amore di Dio e lo ha fatto con la sua predicazione e con i segni prodigiosi di guarigione e purificazione; Egli ha portato a compimento
questa sua missione attraverso la sua morte gloriosa e la sua divina Risurrezione, perché nel suo nome potessero sperare le nazioni. Signore, noi crediamo in te,
salvaci e conducici con te o Salvatore del mondo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,14-21)
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Il "destino" di Gesù si compirà a causa dell'invidia e delle decisioni dei farisei, ma è una morte che il Figlio di Dio aveva preventivato per la nostra salvezza.
Le Scritture si avverano, tutto porta al Calvario, ma tutto porta alla Risurrezione!
Il Signore Gesù è venuto sulla terra per rivelarci il mistero d'amore di Dio e lo ha fatto con la sua predicazione e con i segni prodigiosi di guarigione e purificazione; Egli ha portato a compimento questa sua missione attraverso la sua morte gloriosa e la sua divina Risurrezione, perché nel suo nome potessero sperare le nazioni.
Signore, noi crediamo in te, salvaci e conducici con te o Salvatore del mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Il "destino" di Gesù si compirà a causa dell'invidia e delle decisioni dei farisei, ma è una morte che il Figlio di Dio aveva preventivato per la nostra salvezza.
Le Scritture si avverano, tutto porta al Calvario, ma tutto porta alla Risurrezione!
Il Signore Gesù è venuto sulla terra per rivelarci il mistero d'amore di Dio e lo ha fatto con la sua predicazione e con i segni prodigiosi di guarigione e purificazione; Egli ha portato a compimento questa sua missione attraverso la sua morte gloriosa e la sua divina Risurrezione, perché nel suo nome potessero sperare le nazioni.
Signore, noi crediamo in te, salvaci e conducici con te o Salvatore del mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XVI del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-43) In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è
simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme
nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose,
perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento
della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”». Espose loro un’altra
parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta
cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra
parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse
alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola
della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La
zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie
la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli
scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole
nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!. Preghiera sul Vangelo: "Ci sostenga sempre, o Padre, la forza e la pazienza del tuo amore; fruttifichi in noi
la tua parola, seme e lievito della Chiesa, perché si ravvivi la speranza di veder crescere l'umanità nuova, che il Signore al suo ritorno farà splendere come il
sole nel suo Regno."
Buona Domenica XVI del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-43)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!.
Preghiera sul Vangelo:
"Ci sostenga sempre, o Padre, la forza e la pazienza del tuo amore; fruttifichi in noi la tua parola, seme e lievito della Chiesa, perché si ravvivi la speranza di veder crescere l'umanità nuova, che il Signore al suo ritorno farà splendere come il sole nel suo Regno."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-43)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!.
Preghiera sul Vangelo:
"Ci sostenga sempre, o Padre, la forza e la pazienza del tuo amore; fruttifichi in noi la tua parola, seme e lievito della Chiesa, perché si ravvivi la speranza di veder crescere l'umanità nuova, che il Signore al suo ritorno farà splendere come il sole nel suo Regno."
Ultimo aggiornamento: lug 19, 2020 6:22:40pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,38-42) In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una
generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre
notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro
questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la
regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco,
qui vi è uno più grande di Salomone!». Gesù all'ennesima provocazione dei farisei, in pratica annunzia il mistero della sua morte e Risurrezione. Infatti
ricordando la vicenda del profeta Giona, che rimase nel ventre del grande animale marino tre giorni e tre notti, Gesù profetizza la sua morte e sepoltura di tre giorni,
nel grembo della terra, fino alla Risurrezione : Egli è più grande di Giona come pure di Salomone che fece venire dal sud del mondo la regina più bella e ricca di quel
tempo. Gesù è il Figlio di Dio e coloro che lo riconoscono saranno salvati. Signore, noi crediamo in te, salvaci e abbi misericordia di noi, o Maestro e Redentore!
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,38-42)
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Gesù all'ennesima provocazione dei farisei, in pratica annunzia il mistero della sua morte e Risurrezione.
Infatti ricordando la vicenda del profeta Giona, che rimase nel ventre del grande animale marino tre giorni e tre notti, Gesù profetizza la sua morte e sepoltura di tre giorni, nel grembo della terra, fino alla Risurrezione : Egli è più grande di Giona come pure di Salomone che fece venire dal sud del mondo la regina più bella e ricca di quel tempo.
Gesù è il Figlio di Dio e coloro che lo riconoscono saranno salvati.
Signore, noi crediamo in te, salvaci e abbi misericordia di noi, o Maestro e Redentore!
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Gesù all'ennesima provocazione dei farisei, in pratica annunzia il mistero della sua morte e Risurrezione.
Infatti ricordando la vicenda del profeta Giona, che rimase nel ventre del grande animale marino tre giorni e tre notti, Gesù profetizza la sua morte e sepoltura di tre giorni, nel grembo della terra, fino alla Risurrezione : Egli è più grande di Giona come pure di Salomone che fece venire dal sud del mondo la regina più bella e ricca di quel tempo.
Gesù è il Figlio di Dio e coloro che lo riconoscono saranno salvati.
Signore, noi crediamo in te, salvaci e abbi misericordia di noi, o Maestro e Redentore!
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50) In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i
miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli,
egli è per me fratello, sorella e madre». Può sembrare Gesù un po' sgarbato con i suoi nel racconto che il Vangelo di oggi ci offre. Invece, sappiamo bene che sua
madre Maria è il modello di tutti coloro che lo seguono; quindi l'affermazione di Gesù intende mettere in risalto una vicinanza con Lui che non dipende dalla
parentela, ma dalla volontà di seguirlo nella via da Lui tracciata e che segue fedelmente la volontà del Padre. Sforciamoci, allora, di essere veri discepoli di Cristo
e saremo per Lui come madre, fratello o sorella. Signore, che amore meraviglioso ci offri! Fa' che possiamo sempre rispondere a questo tuo immenso amore con tutta
l'ampiezza del nostro piccolo cuore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Può sembrare Gesù un po' sgarbato con i suoi nel racconto che il Vangelo di oggi ci offre. Invece, sappiamo bene che sua madre Maria è il modello di tutti coloro che lo seguono; quindi l'affermazione di Gesù intende mettere in risalto una vicinanza con Lui che non dipende dalla parentela, ma dalla volontà di seguirlo nella via da Lui tracciata e che segue fedelmente la volontà del Padre.
Sforciamoci, allora, di essere veri discepoli di Cristo e saremo per Lui come madre, fratello o sorella.
Signore, che amore meraviglioso ci offri!
Fa' che possiamo sempre rispondere a questo tuo immenso amore con tutta l'ampiezza del nostro piccolo cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Può sembrare Gesù un po' sgarbato con i suoi nel racconto che il Vangelo di oggi ci offre. Invece, sappiamo bene che sua madre Maria è il modello di tutti coloro che lo seguono; quindi l'affermazione di Gesù intende mettere in risalto una vicinanza con Lui che non dipende dalla parentela, ma dalla volontà di seguirlo nella via da Lui tracciata e che segue fedelmente la volontà del Padre.
Sforciamoci, allora, di essere veri discepoli di Cristo e saremo per Lui come madre, fratello o sorella.
Signore, che amore meraviglioso ci offri!
Fa' che possiamo sempre rispondere a questo tuo immenso amore con tutta l'ampiezza del nostro piccolo cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-2.11-18) Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la
pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore
dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide
due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché
piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che
fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu,
dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le
disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio
vostro». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Nella festa di Santa Maria Maddalena, il Vangelo ci riporta
il primo annunzio della Risurrezione fatto alla Maddalena. È Gesù stesso che si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di averlo visto vivo, risorto. Alcuni
particolari mi sembrano importanti: la domanda degli angeli e quella di Gesù "donna , perché piangi"? Quasi un voler all' istante cambiare lo stato
d'animo di lei alla luce della rivelazione che le verrà fatta. Il pronunciamento dei nomi: "Maria", "Maestro", che indica l'affetto e la
vicinanza profonda verso la persona chiamata. Il bisogno dell'annuncio di gioia fatto immediatamente ai suoi, che manifesta l'animo colmo di gioia di Maria
Maddalena. Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-2.11-18)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Nella festa di Santa Maria Maddalena, il Vangelo ci riporta il primo annunzio della Risurrezione fatto alla Maddalena. È Gesù stesso che si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di averlo visto vivo, risorto.
Alcuni particolari mi sembrano importanti: la domanda degli angeli e quella di Gesù "donna , perché piangi"?
Quasi un voler all' istante cambiare lo stato d'animo di lei alla luce della rivelazione che le verrà fatta.
Il pronunciamento dei nomi: "Maria", "Maestro", che indica l'affetto e la vicinanza profonda verso la persona chiamata.
Il bisogno dell'annuncio di gioia fatto immediatamente ai suoi, che manifesta l'animo colmo di gioia di Maria Maddalena.
Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Maria stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Nella festa di Santa Maria Maddalena, il Vangelo ci riporta il primo annunzio della Risurrezione fatto alla Maddalena. È Gesù stesso che si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di averlo visto vivo, risorto.
Alcuni particolari mi sembrano importanti: la domanda degli angeli e quella di Gesù "donna , perché piangi"?
Quasi un voler all' istante cambiare lo stato d'animo di lei alla luce della rivelazione che le verrà fatta.
Il pronunciamento dei nomi: "Maria", "Maestro", che indica l'affetto e la vicinanza profonda verso la persona chiamata.
Il bisogno dell'annuncio di gioia fatto immediatamente ai suoi, che manifesta l'animo colmo di gioia di Maria Maddalena.
Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,1-8) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non
porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me
e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi
rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo
raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato
il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Anche oggi celebriamo la festa di una grande donna che ha inciso sulla storia del continente
europeo: Brigida di Svezia. Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci. Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite,
così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene. Dato importante da non ignorare: il
tralcio per portare ancora più frutto alle volte viene potato. La sofferenza, cioè, può portare con sé l'occasione per convertirsi ulteriormente ed essere
perfettamente integrati nella vite, ovvero nella vita di Dio. Signore, vera vite, donaci di essere tralci che portano frutti di pace e di amore. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Anche oggi celebriamo la festa di una grande donna che ha inciso sulla storia del continente europeo: Brigida di Svezia.
Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci.
Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene.
Dato importante da non ignorare: il tralcio per portare ancora più frutto alle volte viene potato. La sofferenza, cioè, può portare con sé l'occasione per convertirsi ulteriormente ed essere perfettamente integrati nella vite, ovvero nella vita di Dio.
Signore, vera vite, donaci di essere tralci che portano frutti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Anche oggi celebriamo la festa di una grande donna che ha inciso sulla storia del continente europeo: Brigida di Svezia.
Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci.
Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene.
Dato importante da non ignorare: il tralcio per portare ancora più frutto alle volte viene potato. La sofferenza, cioè, può portare con sé l'occasione per convertirsi ulteriormente ed essere perfettamente integrati nella vite, ovvero nella vita di Dio.
Signore, vera vite, donaci di essere tralci che portano frutti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,18-23) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la
parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato
seminato nel terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha radice in sè ed è incostante, sicchè appena giunge una tribolazione
o persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione
della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato su terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il
cento, il sessanta, il trenta per uno”. Gesù stesso spiega la parabola del Seminatore per cui non ci sarebbe bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma raccogliamo da quanto
il Signore ci dice ancora elementi di grazia per la nostra meditazione. Dio semina in continuazione, non bada alla quantità, offre sempre con abbondanza. Essere strada
è segno di mancanza di interesse alla Parola, è non considerarla per niente, averne poco rispetto, non fermarsi per meditarla, tanto che il diavolo si impegna a
toglierla dal cuore. Essere terreno sassoso comporta una iniziale accoglienza, un desiderio superficiale che di fronte alle prove non reggono, una incostanza che ha la
sua origine nel vizio dell'accidia. Essere rovo significa che si circonda la Parola di tutte quelle altre realtà che pian piano hanno preminenza su di lei, quindi
non si fa una pulizia sufficiente del cuore, che, erroneamente desidera false opportunità. Gesù a chi si fa terreno buono concede di fruttare anche un "minimo
sindacale", come certo si augura che la risposta possa essere totale e radicale tanto da offrire il centuplo. Signore, rendici terreno buono e donaci santa volontà
per migliorare il raccolto. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,18-23)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha radice in sè ed è incostante, sicchè appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato su terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno”.
Gesù stesso spiega la parabola del Seminatore per cui non ci sarebbe bisogno di ulteriori spiegazioni.
Ma raccogliamo da quanto il Signore ci dice ancora elementi di grazia per la nostra meditazione.
Dio semina in continuazione, non bada alla quantità, offre sempre con abbondanza.
Essere strada è segno di mancanza di interesse alla Parola, è non considerarla per niente, averne poco rispetto, non fermarsi per meditarla, tanto che il diavolo si impegna a toglierla dal cuore.
Essere terreno sassoso comporta una iniziale accoglienza, un desiderio superficiale che di fronte alle prove non reggono, una incostanza che ha la sua origine nel vizio dell'accidia.
Essere rovo significa che si circonda la Parola di tutte quelle altre realtà che pian piano hanno preminenza su di lei, quindi non si fa una pulizia sufficiente del cuore, che, erroneamente desidera false opportunità.
Gesù a chi si fa terreno buono concede di fruttare anche un "minimo sindacale", come certo si augura che la risposta possa essere totale e radicale tanto da offrire il centuplo.
Signore, rendici terreno buono e donaci santa volontà per migliorare il raccolto.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha radice in sè ed è incostante, sicchè appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato su terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno”.
Gesù stesso spiega la parabola del Seminatore per cui non ci sarebbe bisogno di ulteriori spiegazioni.
Ma raccogliamo da quanto il Signore ci dice ancora elementi di grazia per la nostra meditazione.
Dio semina in continuazione, non bada alla quantità, offre sempre con abbondanza.
Essere strada è segno di mancanza di interesse alla Parola, è non considerarla per niente, averne poco rispetto, non fermarsi per meditarla, tanto che il diavolo si impegna a toglierla dal cuore.
Essere terreno sassoso comporta una iniziale accoglienza, un desiderio superficiale che di fronte alle prove non reggono, una incostanza che ha la sua origine nel vizio dell'accidia.
Essere rovo significa che si circonda la Parola di tutte quelle altre realtà che pian piano hanno preminenza su di lei, quindi non si fa una pulizia sufficiente del cuore, che, erroneamente desidera false opportunità.
Gesù a chi si fa terreno buono concede di fruttare anche un "minimo sindacale", come certo si augura che la risposta possa essere totale e radicale tanto da offrire il centuplo.
Signore, rendici terreno buono e donaci santa volontà per migliorare il raccolto.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,20-28) In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le
disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete
quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra
e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli.
Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare
grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per
servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Celebriamo oggi la festa dell'apostolo Giacomo, il fratello di Giovanni e uno dei primi a seguire Gesù. È
lui che, per primo fra gli apostoli, dona la vita per il suo Maestro, succede proprio all'inizio, nella prima violenta persecuzione verso i cristiani. Il vangelo
che la Chiesa ci propone è il famoso episodio nel quale la madre di Giacomo e Giovanni raccomanda i suoi figli a Gesù. Profeticamente il Signore nella sua risposta
associa alla sua morte redentrice la morte di questo apostolo amato. La lezione che comunque Gesù ci offre è quella dell'umiltà e della gioia del servizio portato
avanti sino alla fine. Signore, donaci la forza di seguirti senza compromessi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,20-28)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Celebriamo oggi la festa dell'apostolo Giacomo, il fratello di Giovanni e uno dei primi a seguire Gesù.
È lui che, per primo fra gli apostoli, dona la vita per il suo Maestro, succede proprio all'inizio, nella prima violenta persecuzione verso i cristiani.
Il vangelo che la Chiesa ci propone è il famoso episodio nel quale la madre di Giacomo e Giovanni raccomanda i suoi figli a Gesù.
Profeticamente il Signore nella sua risposta associa alla sua morte redentrice la morte di questo apostolo amato.
La lezione che comunque Gesù ci offre è quella dell'umiltà e della gioia del servizio portato avanti sino alla fine.
Signore, donaci la forza di seguirti senza compromessi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Celebriamo oggi la festa dell'apostolo Giacomo, il fratello di Giovanni e uno dei primi a seguire Gesù.
È lui che, per primo fra gli apostoli, dona la vita per il suo Maestro, succede proprio all'inizio, nella prima violenta persecuzione verso i cristiani.
Il vangelo che la Chiesa ci propone è il famoso episodio nel quale la madre di Giacomo e Giovanni raccomanda i suoi figli a Gesù.
Profeticamente il Signore nella sua risposta associa alla sua morte redentrice la morte di questo apostolo amato.
La lezione che comunque Gesù ci offre è quella dell'umiltà e della gioia del servizio portato avanti sino alla fine.
Signore, donaci la forza di seguirti senza compromessi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XVII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,44-52) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro
nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un
mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete
gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano
via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore
di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un
padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla
preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo Regno, pronti a ogni rinunzia
per l'acquisto del tuo dono."
Buona Domenica XVII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,44-52)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo Regno, pronti a ogni rinunzia per l'acquisto del tuo dono."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,44-52)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ci hai rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo il valore inestimabile del tuo Regno, pronti a ogni rinunzia per l'acquisto del tuo dono."
Ultimo aggiornamento: lug 26, 2020 6:27:20pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,31-35) In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un
uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto
che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò
in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si
compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Gesù ci parla del
Regno di Dio che è tra noi e ce lo spiega attraverso delle brevi parabole che ci fanno intuire il mistero. La vita di Dio si diffonde in noi e tra noi come lo sviluppo
di un seme che può diventare albero e come il lievito che fermenta la farina. L'azione di Dio, della sua grazia , ci pervade misteriosamente, dobbiamo assecondarla
e farla operare attraverso la nostra disponibilità e l'appassionata accoglienza. Signore, sia fatta sempre la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,31-35)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Gesù ci parla del Regno di Dio che è tra noi e ce lo spiega attraverso delle brevi parabole che ci fanno intuire il mistero. La vita di Dio si diffonde in noi e tra noi come lo sviluppo di un seme che può diventare albero e come il lievito che fermenta la farina.
L'azione di Dio, della sua grazia , ci pervade misteriosamente, dobbiamo assecondarla e farla operare attraverso la nostra disponibilità e l'appassionata accoglienza.
Signore, sia fatta sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Gesù ci parla del Regno di Dio che è tra noi e ce lo spiega attraverso delle brevi parabole che ci fanno intuire il mistero. La vita di Dio si diffonde in noi e tra noi come lo sviluppo di un seme che può diventare albero e come il lievito che fermenta la farina.
L'azione di Dio, della sua grazia , ci pervade misteriosamente, dobbiamo assecondarla e farla operare attraverso la nostra disponibilità e l'appassionata accoglienza.
Signore, sia fatta sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Oggi l'#ACRinTour ha fatto tappa nella nostra parrocchia per far trascorrere ai bambini e ragazzi dell'ACR un pomeriggio insieme! #conTedicittàincittà 💙💛
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,36-43) In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola
della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La
zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie
la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli
scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole
nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Gesù stesso spiega la parabola del grano e della zizzania e ci insegna che il bene e il male crescono insieme. Già
dentro di noi: infatti non possiamo che constatare il nostro essere peccatori. Così fuori di noi, dove nella società trovi del buono, ma anche tanta tanta malvagità.
Come fare? Gesù ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina.
Chiediamo comunque sempre perdono e rinnoviamo in noi la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità. Signore, donaci di essere uniti
per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,36-43)
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Gesù stesso spiega la parabola del grano e della zizzania e ci insegna che il bene e il male crescono insieme.
Già dentro di noi: infatti non possiamo che constatare il nostro essere peccatori. Così fuori di noi, dove nella società trovi del buono, ma anche tanta tanta malvagità.
Come fare? Gesù ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina.
Chiediamo comunque sempre perdono e rinnoviamo in noi la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità.
Signore, donaci di essere uniti per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Gesù stesso spiega la parabola del grano e della zizzania e ci insegna che il bene e il male crescono insieme.
Già dentro di noi: infatti non possiamo che constatare il nostro essere peccatori. Così fuori di noi, dove nella società trovi del buono, ma anche tanta tanta malvagità.
Come fare? Gesù ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina.
Chiediamo comunque sempre perdono e rinnoviamo in noi la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità.
Signore, donaci di essere uniti per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42) In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella,
di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore,
non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per
molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» "Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà
tolta". Così conclude Gesù il mini rimprovero nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare. Chiaramente si è
santificata anche lei, oggi ne celebriamo le lodi e ne esaltiamo il senso di ospitalità e la sua generosa amicizia. Molto intenso e forte, poi, il dialogo con Gesù
nella morte di Lazzaro, fratello di Marta e Maria, nel quale Marta esprime con passione il suo credere alla possibilità della risurrezione del fratello per opera di
Gesù. Marta, una donna, una santa che ha coniugato bene fede ed opere, preghiera e carità, contemplazione ed azione. Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a
stare, come ospite gradito, nel nostro cuore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»
"Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta". Così conclude Gesù il mini rimprovero nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare.
Chiaramente si è santificata anche lei, oggi ne celebriamo le lodi e ne esaltiamo il senso di ospitalità e la sua generosa amicizia.
Molto intenso e forte, poi, il dialogo con Gesù nella morte di Lazzaro, fratello di Marta e Maria, nel quale Marta esprime con passione il suo credere alla possibilità della risurrezione del fratello per opera di Gesù.
Marta, una donna, una santa che ha coniugato bene fede ed opere, preghiera e carità, contemplazione ed azione.
Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite gradito, nel nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»
"Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta". Così conclude Gesù il mini rimprovero nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare.
Chiaramente si è santificata anche lei, oggi ne celebriamo le lodi e ne esaltiamo il senso di ospitalità e la sua generosa amicizia.
Molto intenso e forte, poi, il dialogo con Gesù nella morte di Lazzaro, fratello di Marta e Maria, nel quale Marta esprime con passione il suo credere alla possibilità della risurrezione del fratello per opera di Gesù.
Marta, una donna, una santa che ha coniugato bene fede ed opere, preghiera e carità, contemplazione ed azione.
Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite gradito, nel nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 47-53) In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie
ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla
fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte
queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal
suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là. L'insegnamento di Gesù concerne oggi, attraverso questa parabola, la
comprensione del mistero del regno dei cieli sino alla sua completa evoluzione. Il paragone dei pesci ci offre la capacità di intuire che bene e male convivono nella
stessa "rete" della realtà. È importante e determinante essere "pesci buoni " sino alla fine, quando il giudizio divino sarà definitivo. Facciamo
poi attenzione al suggerimento che Gesù alla fine di questo brano pone in evidenza. Chi entra nel contesto del regno ha a sua disposizione, per l'azione dello
Spirito Santo, tutta una serie di cose, antiche e nuove, che ne arricchiscono la vita e contribuiscono a poterla realizzare in pieno. Signore, grazie per il tuo amore
che ci rende felici. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13, 47-53)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
L'insegnamento di Gesù concerne oggi, attraverso questa parabola, la comprensione del mistero del regno dei cieli sino alla sua completa evoluzione.
Il paragone dei pesci ci offre la capacità di intuire che bene e male convivono nella stessa "rete" della realtà. È importante e determinante essere "pesci buoni " sino alla fine, quando il giudizio divino sarà definitivo.
Facciamo poi attenzione al suggerimento che Gesù alla fine di questo brano pone in evidenza.
Chi entra nel contesto del regno ha a sua disposizione, per l'azione dello Spirito Santo, tutta una serie di cose, antiche e nuove, che ne arricchiscono la vita e contribuiscono a poterla realizzare in pieno.
Signore, grazie per il tuo amore che ci rende felici.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
L'insegnamento di Gesù concerne oggi, attraverso questa parabola, la comprensione del mistero del regno dei cieli sino alla sua completa evoluzione.
Il paragone dei pesci ci offre la capacità di intuire che bene e male convivono nella stessa "rete" della realtà. È importante e determinante essere "pesci buoni " sino alla fine, quando il giudizio divino sarà definitivo.
Facciamo poi attenzione al suggerimento che Gesù alla fine di questo brano pone in evidenza.
Chi entra nel contesto del regno ha a sua disposizione, per l'azione dello Spirito Santo, tutta una serie di cose, antiche e nuove, che ne arricchiscono la vita e contribuiscono a poterla realizzare in pieno.
Signore, grazie per il tuo amore che ci rende felici.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,54-58) In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli
vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le
sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è
disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Quello che avviene nella sinagoga di Nazareth non
avremmo mai voluto accadesse: Gesù è rifiutato dai suoi stessi paesani. Essi presumono di sapere chi è Gesù, non accettano che possa essere il "Messia" , è
semplicemente il "figlio del falegname" e nient'altro. Il Signore si rammarica per questo ed esprime con il famoso detto: " nessuno può essere
riconosciuto profeta nella sua patria" tutta la sua delusione, per cui non opera lì alcun prodigio. Signore, fa' che possiamo accoglierti in ogni fratello che
opera il bene. Liberaci dalle invidie e dalle gelosie, desideriamo che tu possa suscitare profeti anche fra noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,54-58)
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Quello che avviene nella sinagoga di Nazareth non avremmo mai voluto accadesse: Gesù è rifiutato dai suoi stessi paesani.
Essi presumono di sapere chi è Gesù, non accettano che possa essere il "Messia" , è semplicemente il "figlio del falegname" e nient'altro.
Il Signore si rammarica per questo ed esprime con il famoso detto: " nessuno può essere riconosciuto profeta nella sua patria" tutta la sua delusione, per cui non opera lì alcun prodigio.
Signore, fa' che possiamo accoglierti in ogni fratello che opera il bene. Liberaci dalle invidie e dalle gelosie, desideriamo che tu possa suscitare profeti anche fra noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Quello che avviene nella sinagoga di Nazareth non avremmo mai voluto accadesse: Gesù è rifiutato dai suoi stessi paesani.
Essi presumono di sapere chi è Gesù, non accettano che possa essere il "Messia" , è semplicemente il "figlio del falegname" e nient'altro.
Il Signore si rammarica per questo ed esprime con il famoso detto: " nessuno può essere riconosciuto profeta nella sua patria" tutta la sua delusione, per cui non opera lì alcun prodigio.
Signore, fa' che possiamo accoglierti in ogni fratello che opera il bene. Liberaci dalle invidie e dalle gelosie, desideriamo che tu possa suscitare profeti anche fra noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,1-12) In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il
Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a
causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della
folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con
giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma
a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla
fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. Erode vorrebbe vedere Gesù
per curiosità dopo aver fatto uccidere Guovanni Battista. Il vangelo ci descrive tutte le circostanze di questa morte. Erode: un uomo pieno di sé, sanguinario ed
opportunista, che si pone a livello di Dio, pensando di poter essere padrone di vita e di morte. Gesù lo sfugge, ma al momento della sua passione permetterà anche
questo ulteriore sacrilegio per la salvezza degli uomini facendosi deridere da un re fantoccio e presuntuoso. Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del
nostro egoismo smisurato. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,1-12)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Erode vorrebbe vedere Gesù per curiosità dopo aver fatto uccidere Guovanni Battista.
Il vangelo ci descrive tutte le circostanze di questa morte.
Erode: un uomo pieno di sé, sanguinario ed opportunista, che si pone a livello di Dio, pensando di poter essere padrone di vita e di morte.
Gesù lo sfugge, ma al momento della sua passione permetterà anche questo ulteriore sacrilegio per la salvezza degli uomini facendosi deridere da un re fantoccio e presuntuoso.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del nostro egoismo smisurato.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Erode vorrebbe vedere Gesù per curiosità dopo aver fatto uccidere Guovanni Battista.
Il vangelo ci descrive tutte le circostanze di questa morte.
Erode: un uomo pieno di sé, sanguinario ed opportunista, che si pone a livello di Dio, pensando di poter essere padrone di vita e di morte.
Gesù lo sfugge, ma al momento della sua passione permetterà anche questo ulteriore sacrilegio per la salvezza degli uomini facendosi deridere da un re fantoccio e presuntuoso.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del nostro egoismo smisurato.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XVIII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,13-21) In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su
una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla,
sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la
folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo
altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò
gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi
avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Dio Padre, che mi hai protetto per tutta la
notte, ti ringrazio di nuovo per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti prego, a nutrirmi della tua grazia, perché trovi il coraggio necessario per seguire il
tuo cammino di verità e rispondere prontamente a tutto quello che mi chiedi di dire o di fare; permettimi di offrirti in questo modo l’onore e la gloria che ti sono
dovuti. Te lo chiedo tramite Gesù Cristo, tuo Figlio, mio Signore.
Buona Domenica XVIII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,13-21)
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Dio Padre, che mi hai protetto per tutta la notte, ti ringrazio di nuovo per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti prego, a nutrirmi della tua grazia, perché trovi il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità e rispondere prontamente a tutto quello che mi chiedi di dire o di fare; permettimi di offrirti in questo modo l’onore e la gloria che ti sono dovuti. Te lo chiedo tramite Gesù Cristo, tuo Figlio, mio Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,13-21)
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Dio Padre, che mi hai protetto per tutta la notte, ti ringrazio di nuovo per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti prego, a nutrirmi della tua grazia, perché trovi il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità e rispondere prontamente a tutto quello che mi chiedi di dire o di fare; permettimi di offrirti in questo modo l’onore e la gloria che ti sono dovuti. Te lo chiedo tramite Gesù Cristo, tuo Figlio, mio Signore.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,22-36) [Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva,
finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto
distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare.
Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io,
non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si
mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù
tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono
davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia
in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Una pagina del
Vangelo estremamente significativa! Infatti è descritta la giornata tipo di Gesù. Uno stare tra la gente per predicare la sua Parola e guarire tutti i malati, anche
coloro che riuscivano a toccargli il mantello e poi ritirarsi lungamente in silenzio per la preghiera. C'è anche un "intermezzo" notturno durante il
quale Egli raggiunge i discepoli camminando sul mare e il desiderio di Pietro di poter fare altrettanto, che fallisce per la paura e la mancanza di fede. È bello
comunque condividere con i discepoli sbalorditi il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"! Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano e
liberaci dal male; continua a rimanere con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,22-36)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Una pagina del Vangelo estremamente significativa!
Infatti è descritta la giornata tipo di Gesù. Uno stare tra la gente per predicare la sua Parola e guarire tutti i malati, anche coloro che riuscivano a toccargli il mantello e poi ritirarsi lungamente in silenzio per la preghiera.
C'è anche un "intermezzo" notturno durante il quale Egli raggiunge i discepoli camminando sul mare e il desiderio di Pietro di poter fare altrettanto, che fallisce per la paura e la mancanza di fede.
È bello comunque condividere con i discepoli sbalorditi il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"!
Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano e liberaci dal male; continua a rimanere con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati.
Buona giornata, don Pasqualino.
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Una pagina del Vangelo estremamente significativa!
Infatti è descritta la giornata tipo di Gesù. Uno stare tra la gente per predicare la sua Parola e guarire tutti i malati, anche coloro che riuscivano a toccargli il mantello e poi ritirarsi lungamente in silenzio per la preghiera.
C'è anche un "intermezzo" notturno durante il quale Egli raggiunge i discepoli camminando sul mare e il desiderio di Pietro di poter fare altrettanto, che fallisce per la paura e la mancanza di fede.
È bello comunque condividere con i discepoli sbalorditi il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"!
Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano e liberaci dal male; continua a rimanere con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,1-3.10-14) In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi
discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete
bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che
i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli
stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». La saggezza di Gesù smonta sistematicamente i
ragionamenti contorti e pseudo legali dei farisei. Infatti, anche in questo episodio narrato dal Vangelo, Gesù ci offre una indicazione chiara ed autorevole: non sono
le cose che entrano nell'uomo a renderlo impuro, ma bensì quelle che da lui escono. Il Signore, poi, invita i suoi discepoli a non seguirli per non diventare
"ciechi" come loro e rischiare "di cadere nel fosso". Guardiamoci allora da ogni ipocrisia e facciamoci guidare possibilmente da pastori saggi e
lungimiranti com'è stato san Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d'Ars che oggi festeggiano. Signore, guidaci con la tua misericordia e rendici fedeli
servitori del Vangelo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,1-3.10-14)
In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
La saggezza di Gesù smonta sistematicamente i ragionamenti contorti e pseudo legali dei farisei.
Infatti, anche in questo episodio narrato dal Vangelo, Gesù ci offre una indicazione chiara ed autorevole: non sono le cose che entrano nell'uomo a renderlo impuro, ma bensì quelle che da lui escono.
Il Signore, poi, invita i suoi discepoli a non seguirli per non diventare "ciechi" come loro e rischiare "di cadere nel fosso".
Guardiamoci allora da ogni ipocrisia e facciamoci guidare possibilmente da pastori saggi e lungimiranti com'è stato san Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d'Ars che oggi festeggiano.
Signore, guidaci con la tua misericordia e rendici fedeli servitori del Vangelo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
La saggezza di Gesù smonta sistematicamente i ragionamenti contorti e pseudo legali dei farisei.
Infatti, anche in questo episodio narrato dal Vangelo, Gesù ci offre una indicazione chiara ed autorevole: non sono le cose che entrano nell'uomo a renderlo impuro, ma bensì quelle che da lui escono.
Il Signore, poi, invita i suoi discepoli a non seguirli per non diventare "ciechi" come loro e rischiare "di cadere nel fosso".
Guardiamoci allora da ogni ipocrisia e facciamoci guidare possibilmente da pastori saggi e lungimiranti com'è stato san Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d'Ars che oggi festeggiano.
Signore, guidaci con la tua misericordia e rendici fedeli servitori del Vangelo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28) In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si
mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi
discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della
casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai
cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna,
grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di
offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia. Il Signore di fronte alla fede insistente rimane
sempre ammirato e apre il suo cuore al desiderio che viene con estrema umiltà espresso, decidendo benevolmente di esaudirlo. Chiediamo per noi e per gli altri con la
fiducia di essere da Dio ascoltati, perché figli, ma con l'umiltà di chi sa sempre accogliere nella sua interezza la divina volontà. Signore, abbi pietà di noi e
salvaci nella tua misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28)
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia.
Il Signore di fronte alla fede insistente rimane sempre ammirato e apre il suo cuore al desiderio che viene con estrema umiltà espresso, decidendo benevolmente di esaudirlo.
Chiediamo per noi e per gli altri con la fiducia di essere da Dio ascoltati, perché figli, ma con l'umiltà di chi sa sempre accogliere nella sua interezza la divina volontà.
Signore, abbi pietà di noi e salvaci nella tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia.
Il Signore di fronte alla fede insistente rimane sempre ammirato e apre il suo cuore al desiderio che viene con estrema umiltà espresso, decidendo benevolmente di esaudirlo.
Chiediamo per noi e per gli altri con la fiducia di essere da Dio ascoltati, perché figli, ma con l'umiltà di chi sa sempre accogliere nella sua interezza la divina volontà.
Signore, abbi pietà di noi e salvaci nella tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona festa della Trasfigurazione del Signore. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17, 1-9) In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li
condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco
apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne,
una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva:
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande
timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò
loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». La Trasfigurazione del Signore comunemente la interpretiamo
come un momento forte di incoraggiamento e consolazione che Gesù offre ai discepoli prediletti prima della sua passione. Egli infatti si mostra lì sul monte con le
vesti della realtà soprannaturale e riceve ancora una volta dal Padre l'attestazione di amore senza riserve, testimoniata dalla presenza di Mose' e di Elia,
rappresentanti della verità della Scrittura. Oggi , la festa ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita
manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno. Signore, grazie per la tua bontà, come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con
te, offrici la perseveranza e la fedeltà, capaci di farci superare ogni tentazione e ogni prova. Buona giornata, don Pasqualino.
Buona festa della Trasfigurazione del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17, 1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
La Trasfigurazione del Signore comunemente la interpretiamo come un momento forte di incoraggiamento e consolazione che Gesù offre ai discepoli prediletti prima della sua passione.
Egli infatti si mostra lì sul monte con le vesti della realtà soprannaturale e riceve ancora una volta dal Padre l'attestazione di amore senza riserve, testimoniata dalla presenza di Mose' e di Elia, rappresentanti della verità della Scrittura.
Oggi , la festa ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno.
Signore, grazie per la tua bontà, come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, capaci di farci superare ogni tentazione e ogni prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17, 1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
La Trasfigurazione del Signore comunemente la interpretiamo come un momento forte di incoraggiamento e consolazione che Gesù offre ai discepoli prediletti prima della sua passione.
Egli infatti si mostra lì sul monte con le vesti della realtà soprannaturale e riceve ancora una volta dal Padre l'attestazione di amore senza riserve, testimoniata dalla presenza di Mose' e di Elia, rappresentanti della verità della Scrittura.
Oggi , la festa ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno.
Signore, grazie per la tua bontà, come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, capaci di farci superare ogni tentazione e ogni prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,24-28) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e
mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se
guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella
gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima
di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno». Chi vuole seguire Gesù? Sicuramente chi ha il dono della fede e dell'esperienza della sua presenza
nella Chiesa. Credo ancora, chi ha un amore forte per Lui o da Lui è stato chiamato in maniera speciale o chi , uomo di buona volontà, si pone in ascolto della voce del
Signore. Tutti sono invitati a prendersi la propria croce e a seguire Gesù, per farsi condurre da Lui come Buon Pastore. È questa la via della vita, l'unica via
della vita. Altra alternativa è fare di testa propria o seguire le regole del mondo, ma senza Gesù non esiste alcuna salvezza. Signore, grazie del dono della fede, fa
che ascoltando sempre la tua voce siamo in grado di seguirti con la nostra croce, di certo meno pesante della tua. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,24-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Chi vuole seguire Gesù? Sicuramente chi ha il dono della fede e dell'esperienza della sua presenza nella Chiesa. Credo ancora, chi ha un amore forte per Lui o da Lui è stato chiamato in maniera speciale o chi , uomo di buona volontà, si pone in ascolto della voce del Signore.
Tutti sono invitati a prendersi la propria croce e a seguire Gesù, per farsi condurre da Lui come Buon Pastore. È questa la via della vita, l'unica via della vita.
Altra alternativa è fare di testa propria o seguire le regole del mondo, ma senza Gesù non esiste alcuna salvezza.
Signore, grazie del dono della fede, fa che ascoltando sempre la tua voce siamo in grado di seguirti con la nostra croce, di certo meno pesante della tua.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Chi vuole seguire Gesù? Sicuramente chi ha il dono della fede e dell'esperienza della sua presenza nella Chiesa. Credo ancora, chi ha un amore forte per Lui o da Lui è stato chiamato in maniera speciale o chi , uomo di buona volontà, si pone in ascolto della voce del Signore.
Tutti sono invitati a prendersi la propria croce e a seguire Gesù, per farsi condurre da Lui come Buon Pastore. È questa la via della vita, l'unica via della vita.
Altra alternativa è fare di testa propria o seguire le regole del mondo, ma senza Gesù non esiste alcuna salvezza.
Signore, grazie del dono della fede, fa che ascoltando sempre la tua voce siamo in grado di seguirti con la nostra croce, di certo meno pesante della tua.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17,14-20) In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È
epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione
incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il
ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la
vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà
impossibile». Riflettendo su questo episodio narrato dal Vangelo associavo la figura di questo padre a quella della donna che entra nelle nostre chiese facendo il giro
degli altarini prima di arrivare davanti al tabernacolo. La vera fede è necessariamente riferimento a Cristo. S. Domenico, che oggi festeggiamo, ha fondato un ordine
che ha come scopo quello di predicare, cioè di far conoscere nella sua essenza il Signore. Solo chi arriva ad amare profondamente Dio potrà comprendere la parola di
Gesù dello "spostare le montagne". Signore, donaci vera e paziente fede, per poter superare tutte le difficoltà della vita e sentire la tua presenza
risolutiva e consolante. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17,14-20)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Riflettendo su questo episodio narrato dal Vangelo associavo la figura di questo padre a quella della donna che entra nelle nostre chiese facendo il giro degli altarini prima di arrivare davanti al tabernacolo.
La vera fede è necessariamente riferimento a Cristo.
S. Domenico, che oggi festeggiamo, ha fondato un ordine che ha come scopo quello di predicare, cioè di far conoscere nella sua essenza il Signore.
Solo chi arriva ad amare profondamente Dio potrà comprendere la parola di Gesù dello "spostare le montagne".
Signore, donaci vera e paziente fede, per poter superare tutte le difficoltà della vita e sentire la tua presenza risolutiva e consolante.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Riflettendo su questo episodio narrato dal Vangelo associavo la figura di questo padre a quella della donna che entra nelle nostre chiese facendo il giro degli altarini prima di arrivare davanti al tabernacolo.
La vera fede è necessariamente riferimento a Cristo.
S. Domenico, che oggi festeggiamo, ha fondato un ordine che ha come scopo quello di predicare, cioè di far conoscere nella sua essenza il Signore.
Solo chi arriva ad amare profondamente Dio potrà comprendere la parola di Gesù dello "spostare le montagne".
Signore, donaci vera e paziente fede, per poter superare tutte le difficoltà della vita e sentire la tua presenza risolutiva e consolante.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XIX del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,22-33) [Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla
barca e a precederlo sull’altra sponda, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne
stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò
verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “è un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò
loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse:
“Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò:
“Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli
che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”. Preghiera sul Vangelo: "Onnipotente Signore, che domini tutto il
creato, rafforza la nostra fede e fa' che ti riconosciamo presente in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare serenamente ogni prova e camminare
con Cristo verso la tua pace."
Buona Domenica XIX del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,22-33)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra sponda, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “è un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.
Preghiera sul Vangelo: "Onnipotente Signore, che domini tutto il creato, rafforza la nostra fede e fa' che ti riconosciamo presente in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare serenamente ogni prova e camminare con Cristo verso la tua pace."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,22-33)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra sponda, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “è un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.
Preghiera sul Vangelo: "Onnipotente Signore, che domini tutto il creato, rafforza la nostra fede e fa' che ti riconosciamo presente in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare serenamente ogni prova e camminare con Cristo verso la tua pace."
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Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,24-26) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore,
rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se
uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Oggi celebriamo la festa del diacono San Lorenzo
che morì secondo la tradizione, martirizzato su una graticola. Il vangelo proprio ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per
poter diventare uno stelo produttivo. Gesù ci dice che se noi non viviamo la vita donandola restiamo sterili, incapaci di produrre frutti di bene. Solo offrendo se
stessi con amore si crea un circuito di solidarietà e di vera partecipazione all'amore stesso di Dio. Sigjore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno
con amore il nostro piccolo contributo di opere buone. Buona giornata, don Pasqualino.
Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,24-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Oggi celebriamo la festa del diacono San Lorenzo che morì secondo la tradizione, martirizzato su una graticola.
Il vangelo proprio ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter diventare uno stelo produttivo.
Gesù ci dice che se noi non viviamo la vita donandola restiamo sterili, incapaci di produrre frutti di bene.
Solo offrendo se stessi con amore si crea un circuito di solidarietà e di vera partecipazione all'amore stesso di Dio.
Sigjore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Oggi celebriamo la festa del diacono San Lorenzo che morì secondo la tradizione, martirizzato su una graticola.
Il vangelo proprio ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter diventare uno stelo produttivo.
Gesù ci dice che se noi non viviamo la vita donandola restiamo sterili, incapaci di produrre frutti di bene.
Solo offrendo se stessi con amore si crea un circuito di solidarietà e di vera partecipazione all'amore stesso di Dio.
Sigjore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5.10.12-14) In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”. Allora
chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei
cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie uno solo bambino come questo nel mio nome,
accoglie me. Guardatevi di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei
cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti, e andrà a cercare quella che si è smarrita? In
verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è la volontà del Padre vostro che è nei
cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda”. Come si entra nel Regno dei cieli? Ecco la risposta di Gesù: bisogna essere come bambini, farsi piccoli! Ovvero:
lasciarsi con umiltà guidare, abbandonarsi docilmente alla volontà di Dio, costruire nella semplicità la propria vita, viverla nella ricerca della pace e della gioia.
Gesù ci offre ancora una immagine sulla misericordia di Dio, come pastore premuroso che va alla ricerca della pecora smarrita per riportarla all'ovile. Farsi
riportare indietro sulla strada di casa è segno di disponibilità vera alla conversione. Oggi, in particolare, santa Chiara d'Assisi preghi per noi. Signore, donaci
la grazia di capire il senso profondo dell'umiltà e della piccolezza evangelica. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5.10.12-14)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”. Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie uno solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardatevi di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti, e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è la volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda”.
Come si entra nel Regno dei cieli? Ecco la risposta di Gesù: bisogna essere come bambini, farsi piccoli!
Ovvero: lasciarsi con umiltà guidare, abbandonarsi docilmente alla volontà di Dio, costruire nella semplicità la propria vita, viverla nella ricerca della pace e della gioia.
Gesù ci offre ancora una immagine sulla misericordia di Dio, come pastore premuroso che va alla ricerca della pecora smarrita per riportarla all'ovile.
Farsi riportare indietro sulla strada di casa è segno di disponibilità vera alla conversione.
Oggi, in particolare, santa Chiara d'Assisi preghi per noi.
Signore, donaci la grazia di capire il senso profondo dell'umiltà e della piccolezza evangelica.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”. Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie uno solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardatevi di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti, e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è la volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda”.
Come si entra nel Regno dei cieli? Ecco la risposta di Gesù: bisogna essere come bambini, farsi piccoli!
Ovvero: lasciarsi con umiltà guidare, abbandonarsi docilmente alla volontà di Dio, costruire nella semplicità la propria vita, viverla nella ricerca della pace e della gioia.
Gesù ci offre ancora una immagine sulla misericordia di Dio, come pastore premuroso che va alla ricerca della pecora smarrita per riportarla all'ovile.
Farsi riportare indietro sulla strada di casa è segno di disponibilità vera alla conversione.
Oggi, in particolare, santa Chiara d'Assisi preghi per noi.
Signore, donaci la grazia di capire il senso profondo dell'umiltà e della piccolezza evangelica.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e
lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due
o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi
dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se
due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio
nome, lì sono io in mezzo a loro». In questa pagina di Vangelo ci sono indicate alcune cose particolari. Primo una raccomandazione sulla correzione fraterna, che ha
almeno tre gradi di intervento e vale anche per noi oggi. Una seconda affermazione che riguarda direttamente gli Apostoli circa la potestà di perdonare i peccati e
infine, in terzo luogo, l'efficacia della preghiera comunitaria : "dove sono due o tre..." , Gesù sarà sempre presente in mezzo a coloro che pregano nel
suo nome e intercedera' per loro. Signore, donaci sempre il coraggio umile per intervenire sulla fragilità dei fratelli e fa' che la nostra preghiera possa,
guidata dall'amore, ottenere ciò che è necessario alla salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
In questa pagina di Vangelo ci sono indicate alcune cose particolari.
Primo una raccomandazione sulla correzione fraterna, che ha almeno tre gradi di intervento e vale anche per noi oggi.
Una seconda affermazione che riguarda direttamente gli Apostoli circa la potestà di perdonare i peccati e infine, in terzo luogo, l'efficacia della preghiera comunitaria : "dove sono due o tre..." , Gesù sarà sempre presente in mezzo a coloro che pregano nel suo nome e intercedera' per loro.
Signore, donaci sempre il coraggio umile per intervenire sulla fragilità dei fratelli e fa' che la nostra preghiera possa, guidata dall'amore, ottenere ciò che è necessario alla salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
In questa pagina di Vangelo ci sono indicate alcune cose particolari.
Primo una raccomandazione sulla correzione fraterna, che ha almeno tre gradi di intervento e vale anche per noi oggi.
Una seconda affermazione che riguarda direttamente gli Apostoli circa la potestà di perdonare i peccati e infine, in terzo luogo, l'efficacia della preghiera comunitaria : "dove sono due o tre..." , Gesù sarà sempre presente in mezzo a coloro che pregano nel suo nome e intercedera' per loro.
Signore, donaci sempre il coraggio umile per intervenire sulla fragilità dei fratelli e fa' che la nostra preghiera possa, guidata dall'amore, ottenere ciò che è necessario alla salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21- 19,1) In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte
dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a
un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui
non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato
a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il
suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non
avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone
fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno,
così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste
farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là
del Giordano. Un brano del Vangelo che non lascia alcun margine di possibile personale interpretazione. Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello
stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi. Dio è pietoso e misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che
magari ci hanno procurato del male. Il perdono per noi cristiani è "a prescindere". Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti
e costruttori pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21- 19,1)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Un brano del Vangelo che non lascia alcun margine di possibile personale interpretazione.
Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi.
Dio è pietoso e misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male.
Il perdono per noi cristiani è "a prescindere".
Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti e costruttori pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Un brano del Vangelo che non lascia alcun margine di possibile personale interpretazione.
Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi.
Dio è pietoso e misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male.
Il perdono per noi cristiani è "a prescindere".
Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti e costruttori pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,3-12) In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la
propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il
padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha
congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha
permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa
un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non
tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono
stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». "Non tutti capiscono questa parola,
ma solo coloro ai quali è stato concesso". E "Chi può capire, capisca". Queste espressioni di Gesù dicono della difficoltà dell'argomento trattato e
della disparità di giudizio tra Dio e gli uomini. L'amore di Dio è indissolubile e il matrimonio celebrato davanti a Dio comporta il dono di questo amore e quindi
l'impegno a conservarlo intatto. Il fatto che molti non rimangono fedeli al patto di amore celebrato e consacrato non significa che esso non sia più valido. La
rinuncia volontaria, poi, dell'espressione sessuale, magari fatta per amore di Dio, diviene segno della realtà futura dove tutti "saremo come angeli".
Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,3-12)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
"Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso". E "Chi può capire, capisca".
Queste espressioni di Gesù dicono della difficoltà dell'argomento trattato e della disparità di giudizio tra Dio e gli uomini.
L'amore di Dio è indissolubile e il matrimonio celebrato davanti a Dio comporta il dono di questo amore e quindi l'impegno a conservarlo intatto.
Il fatto che molti non rimangono fedeli al patto di amore celebrato e consacrato non significa che esso non sia più valido.
La rinuncia volontaria, poi, dell'espressione sessuale, magari fatta per amore di Dio, diviene segno della realtà futura dove tutti "saremo come angeli".
Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
"Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso". E "Chi può capire, capisca".
Queste espressioni di Gesù dicono della difficoltà dell'argomento trattato e della disparità di giudizio tra Dio e gli uomini.
L'amore di Dio è indissolubile e il matrimonio celebrato davanti a Dio comporta il dono di questo amore e quindi l'impegno a conservarlo intatto.
Il fatto che molti non rimangono fedeli al patto di amore celebrato e consacrato non significa che esso non sia più valido.
La rinuncia volontaria, poi, dell'espressione sessuale, magari fatta per amore di Dio, diviene segno della realtà futura dove tutti "saremo come angeli".
Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità dell'Assunzione della Vergine Maria al Cielo. Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-56) In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione
montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio
Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del
tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio
grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è
il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del
loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo
servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi
tornò a casa sua. Preghiera sul Vangelo: "O Maria assunta nella gloria di Cristo, porta del cielo, specchio della luce divina, santuario dell'Alleanza, lascia
che le nostre anime salgano dietro il tuo radioso cammino, trasportate da una speranza che il mondo non ha: quella della beatitudine eterna."
Buona Solennità dell'Assunzione della Vergine Maria al Cielo.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-56)
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Preghiera sul Vangelo:
"O Maria assunta nella gloria di Cristo, porta del cielo, specchio della luce divina, santuario dell'Alleanza, lascia che le nostre anime salgano dietro il tuo radioso cammino, trasportate da una speranza che il mondo non ha: quella della beatitudine eterna."
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-56)
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Preghiera sul Vangelo:
"O Maria assunta nella gloria di Cristo, porta del cielo, specchio della luce divina, santuario dell'Alleanza, lascia che le nostre anime salgano dietro il tuo radioso cammino, trasportate da una speranza che il mondo non ha: quella della beatitudine eterna."
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Buona Domenica XX del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28) In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidóne. Ed ecco,
una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non
le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono
stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è
bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro
padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. Preghiera sul Vangelo: "O
Padre, che nell' accondiscendenzadel tuo Figlio mite e umile di cuore hai compiuto il disegno universale di salvezza, rivestici dei suoi sentimenti, perché
rendiamo continua testimonianza con le parole e con le opere al tuo amore eterno e fedele."
Buona Domenica XX del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28)
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidóne. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nell' accondiscendenzadel tuo Figlio mite e umile di cuore hai compiuto il disegno universale di salvezza, rivestici dei suoi sentimenti, perché rendiamo continua testimonianza con le parole e con le opere al tuo amore eterno e fedele."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,21-28)
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidóne. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nell' accondiscendenzadel tuo Figlio mite e umile di cuore hai compiuto il disegno universale di salvezza, rivestici dei suoi sentimenti, perché rendiamo continua testimonianza con le parole e con le opere al tuo amore eterno e fedele."
Ultimo aggiornamento: ago 16, 2020 6:46:23pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,16-22) In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose:
«Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non
commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste
cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e
vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Ciò che colpisce immediatamente in questo episodio che il
Vangelo ci narra è la mancanza del nome del giovane ricco, detto semplicemente un tale. Chi ha seguito Gesù invece si chiama Pietro, Giacomo, Giovanni, ecc... Avere un
nome significa esistere per sempre davanti a Dio e agli uomini. E hanno un nome coloro che hanno accolto con gioia il messaggio d'amore di Gesù. Eppure quel
giovane tale aveva osservato perfettamente tutti i comandamenti, ma come gli ribadisce Gesù una cosa sola gli manca, la libertà del cuore , il disinteresse verso la
propria ricchezza. Non accetta l'invito di Gesù addirittura a seguirlo e se ne va triste in silenzio, una tristezza che ancora risuona nella nostra mente e nel
nostro cuore e ci interroga sulla nostra posizione di fronte al possesso egoistico e alla disponibilità di seguire senza riserve Gesù Cristo. Signore, chiamaci per nome
e fa' che niente possa ostacolarci a vivere con gioia nel tuo amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,16-22)
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Ciò che colpisce immediatamente in questo episodio che il Vangelo ci narra è la mancanza del nome del giovane ricco, detto semplicemente un tale.
Chi ha seguito Gesù invece si chiama Pietro, Giacomo, Giovanni, ecc...
Avere un nome significa esistere per sempre davanti a Dio e agli uomini.
E hanno un nome coloro che hanno accolto con gioia il messaggio d'amore di Gesù.
Eppure quel giovane tale aveva osservato perfettamente tutti i comandamenti, ma come gli ribadisce Gesù una cosa sola gli manca, la libertà del cuore , il disinteresse verso la propria ricchezza.
Non accetta l'invito di Gesù addirittura a seguirlo e se ne va triste in silenzio, una tristezza che ancora risuona nella nostra mente e nel nostro cuore e ci interroga sulla nostra posizione di fronte al possesso egoistico e alla disponibilità di seguire senza riserve Gesù Cristo.
Signore, chiamaci per nome e fa' che niente possa ostacolarci a vivere con gioia nel tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Ciò che colpisce immediatamente in questo episodio che il Vangelo ci narra è la mancanza del nome del giovane ricco, detto semplicemente un tale.
Chi ha seguito Gesù invece si chiama Pietro, Giacomo, Giovanni, ecc...
Avere un nome significa esistere per sempre davanti a Dio e agli uomini.
E hanno un nome coloro che hanno accolto con gioia il messaggio d'amore di Gesù.
Eppure quel giovane tale aveva osservato perfettamente tutti i comandamenti, ma come gli ribadisce Gesù una cosa sola gli manca, la libertà del cuore , il disinteresse verso la propria ricchezza.
Non accetta l'invito di Gesù addirittura a seguirlo e se ne va triste in silenzio, una tristezza che ancora risuona nella nostra mente e nel nostro cuore e ci interroga sulla nostra posizione di fronte al possesso egoistico e alla disponibilità di seguire senza riserve Gesù Cristo.
Signore, chiamaci per nome e fa' che niente possa ostacolarci a vivere con gioia nel tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,23-30) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo
ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano:
«Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo
lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà
seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case,
o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e
molti degli ultimi saranno primi». Possiamo dire: Un Vangelo con gli occhi rivolti al cielo e con i piedi per terra. Gesù mette in conto la grande difficoltà di chi ha
molte ricchezze a dover pensare agli altri, ma non esclude in maniera assoluta la capacità generosa di condividere da parte di chi, pur essendo ricco, con la grazia di
Dio, fa' parte dei suoi beni i più poveri. Quanti santi erano ricchi e hanno dato abbondantemente o addirittura si sono spogliati di tutti i loro beni.
L'eredità vera e duratura è nel paradiso, dove il povero e l'umile è considerato primo dalla misericordia di Dio, al contrario di chi, sulla terra, con la sua
ricchezza e potenza, pensava di essere primo e invece si ritrova ultimo. Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza,
fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,23-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Possiamo dire: Un Vangelo con gli occhi rivolti al cielo e con i piedi per terra.
Gesù mette in conto la grande difficoltà di chi ha molte ricchezze a dover pensare agli altri, ma non esclude in maniera assoluta la capacità generosa di condividere da parte di chi, pur essendo ricco, con la grazia di Dio, fa' parte dei suoi beni i più poveri.
Quanti santi erano ricchi e hanno dato abbondantemente o addirittura si sono spogliati di tutti i loro beni.
L'eredità vera e duratura è nel paradiso, dove il povero e l'umile è considerato primo dalla misericordia di Dio, al contrario di chi, sulla terra, con la sua ricchezza e potenza, pensava di essere primo e invece si ritrova ultimo.
Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Possiamo dire: Un Vangelo con gli occhi rivolti al cielo e con i piedi per terra.
Gesù mette in conto la grande difficoltà di chi ha molte ricchezze a dover pensare agli altri, ma non esclude in maniera assoluta la capacità generosa di condividere da parte di chi, pur essendo ricco, con la grazia di Dio, fa' parte dei suoi beni i più poveri.
Quanti santi erano ricchi e hanno dato abbondantemente o addirittura si sono spogliati di tutti i loro beni.
L'eredità vera e duratura è nel paradiso, dove il povero e l'umile è considerato primo dalla misericordia di Dio, al contrario di chi, sulla terra, con la sua ricchezza e potenza, pensava di essere primo e invece si ritrova ultimo.
Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba
per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne
vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso
mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno
senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna
disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero
ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano
contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il
padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare
anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i
primi, ultimi». Oggi il vangelo ci offre una parabola che ci fa pensare molto e può sorprenderci nelle sue conclusioni. Gesù in pratica ci svela il criterio che regola
l'agire del Padre celeste. L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi,
anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione. L'Amore di Dio non potrà mai essere giudicato dal metro umano o dalla
nostra giustizia dai rigorosi margini. La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore
nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Oggi il vangelo ci offre una parabola che ci fa pensare molto e può sorprenderci nelle sue conclusioni.
Gesù in pratica ci svela il criterio che regola l'agire del Padre celeste.
L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi, anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione.
L'Amore di Dio non potrà mai essere giudicato dal metro umano o dalla nostra giustizia dai rigorosi margini.
La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Oggi il vangelo ci offre una parabola che ci fa pensare molto e può sorprenderci nelle sue conclusioni.
Gesù in pratica ci svela il criterio che regola l'agire del Padre celeste.
L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi, anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione.
L'Amore di Dio non potrà mai essere giudicato dal metro umano o dalla nostra giustizia dai rigorosi margini.
La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14) In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a
un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi
con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma
quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò:
mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano
degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che
trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale.
Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle
tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Gesù ci racconta oggi una parabola che ha riguardato il popolo di Israele,
ma che alla fine può riguardare anche noi. Infatti Dio ha scelto il suo popolo e lo ha eletto perché fosse testimone fra le nazioni della presenza del Suo Figlio, il
Messia. Ecco l'invito a nozze, ma sappiamo come è andata, per cui si è rivolto a tutti i popoli perché si potesse creare un unico popolo appartenente a tutte le
nazioni: la Chiesa Cattolica. Bene tutti invitati allora, ma un tizio invitato non ha l'abito nuziale, che rappresenta il battesimo, l'appartenenza a Cristo,
per cui è cacciato fuori dal banchetto di nozze, cioè dalla gioia della salvezza. Signore, noi siamo consacrati con il battesimo, fa' che la vita ricevuta,
l'abito nuziale, il tuo invito alle nozze, possiamo mantenerla fedelmente e fortemente. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Gesù ci racconta oggi una parabola che ha riguardato il popolo di Israele, ma che alla fine può riguardare anche noi.
Infatti Dio ha scelto il suo popolo e lo ha eletto perché fosse testimone fra le nazioni della presenza del Suo Figlio, il Messia. Ecco l'invito a nozze, ma sappiamo come è andata, per cui si è rivolto a tutti i popoli perché si potesse creare un unico popolo appartenente a tutte le nazioni: la Chiesa Cattolica.
Bene tutti invitati allora, ma un tizio invitato non ha l'abito nuziale, che rappresenta il battesimo, l'appartenenza a Cristo, per cui è cacciato fuori dal banchetto di nozze, cioè dalla gioia della salvezza.
Signore, noi siamo consacrati con il battesimo, fa' che la vita ricevuta, l'abito nuziale, il tuo invito alle nozze, possiamo mantenerla fedelmente e fortemente.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Gesù ci racconta oggi una parabola che ha riguardato il popolo di Israele, ma che alla fine può riguardare anche noi.
Infatti Dio ha scelto il suo popolo e lo ha eletto perché fosse testimone fra le nazioni della presenza del Suo Figlio, il Messia. Ecco l'invito a nozze, ma sappiamo come è andata, per cui si è rivolto a tutti i popoli perché si potesse creare un unico popolo appartenente a tutte le nazioni: la Chiesa Cattolica.
Bene tutti invitati allora, ma un tizio invitato non ha l'abito nuziale, che rappresenta il battesimo, l'appartenenza a Cristo, per cui è cacciato fuori dal banchetto di nozze, cioè dalla gioia della salvezza.
Signore, noi siamo consacrati con il battesimo, fa' che la vita ricevuta, l'abito nuziale, il tuo invito alle nozze, possiamo mantenerla fedelmente e fortemente.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,34-40) In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un
dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il
tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te
stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Gesù è il Figlio di Dio , il Verbo del Padre, tanto che solo Lui può modificare il primo ed
unico comandamento in due che si uniscono indissolubilmente insieme. Amare il Signore Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente è necessariamente congiunto ad
amare il prossimo come se stessi. Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la
"regola d'oro" che ogni vero cristiano deve seguire. Signore, non ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore a
tutti nostri fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Gesù è il Figlio di Dio , il Verbo del Padre, tanto che solo Lui può modificare il primo ed unico comandamento in due che si uniscono indissolubilmente insieme.
Amare il Signore Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente è necessariamente congiunto ad amare il prossimo come se stessi.
Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola d'oro" che ogni vero cristiano deve seguire.
Signore, non ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore a tutti nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Gesù è il Figlio di Dio , il Verbo del Padre, tanto che solo Lui può modificare il primo ed unico comandamento in due che si uniscono indissolubilmente insieme.
Amare il Signore Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente è necessariamente congiunto ad amare il prossimo come se stessi.
Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola d'oro" che ogni vero cristiano deve seguire.
Signore, non ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore a tutti nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di
un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste
parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed
ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo
padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le
rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato
Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è
impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Oggi la Chiesa celebra la
memoria di Maria Regina. Il vangelo ci narra dell'annunzio della nascita di Gesù fatto dall'Arcangelo Gabriele e quindi del si' generoso e consapevole di
Maria, che permette a Dio di entrare totalmente nell'umanità per salvarla. Questa prima partecipazione di Maria all'azione salvifica di Dio prelude, sempre
per volere di Dio, ad una partecipazione ancora più grande e gloriosa da parte della Vergine Santissima. Come Cristo è il Re, così Maria è la Regina, che con la sua
mediazione regale, dispensa con il Figlio i frutti della redenzione. Signore, ti lodiamo per averci dato una Madre dispensatrice di misericordia e di grazie. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Oggi la Chiesa celebra la memoria di Maria Regina.
Il vangelo ci narra dell'annunzio della nascita di Gesù fatto dall'Arcangelo Gabriele e quindi del si' generoso e consapevole di Maria, che permette a Dio di entrare totalmente nell'umanità per salvarla.
Questa prima partecipazione di Maria all'azione salvifica di Dio prelude, sempre per volere di Dio, ad una partecipazione ancora più grande e gloriosa da parte della Vergine Santissima.
Come Cristo è il Re, così Maria è la Regina, che con la sua mediazione regale, dispensa con il Figlio i frutti della redenzione.
Signore, ti lodiamo per averci dato una Madre dispensatrice di misericordia e di grazie.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Oggi la Chiesa celebra la memoria di Maria Regina.
Il vangelo ci narra dell'annunzio della nascita di Gesù fatto dall'Arcangelo Gabriele e quindi del si' generoso e consapevole di Maria, che permette a Dio di entrare totalmente nell'umanità per salvarla.
Questa prima partecipazione di Maria all'azione salvifica di Dio prelude, sempre per volere di Dio, ad una partecipazione ancora più grande e gloriosa da parte della Vergine Santissima.
Come Cristo è il Re, così Maria è la Regina, che con la sua mediazione regale, dispensa con il Figlio i frutti della redenzione.
Signore, ti lodiamo per averci dato una Madre dispensatrice di misericordia e di grazie.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXI del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-20) In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse
loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona,
perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze
degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai
sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che nell'umile
testimonianza dell'apostolo Pietro hai posto il fondamento della nostra fede, dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in Gesù di
Nazaret il Figlio del Dio vivente, diventino pietre vive per l'edificazione della tua Chiesa."
Buona Domenica XXI del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-20)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nell'umile testimonianza dell'apostolo Pietro hai posto il fondamento della nostra fede, dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in Gesù di Nazaret il Figlio del Dio vivente, diventino pietre vive per l'edificazione della tua Chiesa."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-20)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nell'umile testimonianza dell'apostolo Pietro hai posto il fondamento della nostra fede, dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in Gesù di Nazaret il Figlio del Dio vivente, diventino pietre vive per l'edificazione della tua Chiesa."
Ultimo aggiornamento: ago 23, 2020 7:05:42pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,45-51) In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i
Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto,
visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù:
“Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”.
Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io
vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo S. Bartolomeo o
Natanaele. Il Vangelo ci narra del suo primo incontro con Gesù, dove il Maestro divino gli svela immediatamente le caratteristiche peculiari della sua vita. Gesù
sicuramente tesse un elogio di Natanaele definendolo "un israelita in cui non c'è falsità", differenziandolo subito dalla categoria degli scribi alla
quale forse apparteneva, per il particolare riferito dal Signore stesso, dello stare sotto il fico, albero scelto proprio da chi voleva leggere ed indagare sulla Sacra
Scrittura. Bello e da seguire l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ". Signore , donaci la fede viva
dell'apostolo Bartolomeo, per poterti seguire fedelmente nel cammino della nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo S. Bartolomeo o Natanaele. Il Vangelo ci narra del suo primo incontro con Gesù, dove il Maestro divino gli svela immediatamente le caratteristiche peculiari della sua vita.
Gesù sicuramente tesse un elogio di Natanaele definendolo "un israelita in cui non c'è falsità", differenziandolo subito dalla categoria degli scribi alla quale forse apparteneva, per il particolare riferito dal Signore stesso, dello stare sotto il fico, albero scelto proprio da chi voleva leggere ed indagare sulla Sacra Scrittura.
Bello e da seguire l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ".
Signore , donaci la fede viva dell'apostolo Bartolomeo, per poterti seguire fedelmente nel cammino della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo S. Bartolomeo o Natanaele. Il Vangelo ci narra del suo primo incontro con Gesù, dove il Maestro divino gli svela immediatamente le caratteristiche peculiari della sua vita.
Gesù sicuramente tesse un elogio di Natanaele definendolo "un israelita in cui non c'è falsità", differenziandolo subito dalla categoria degli scribi alla quale forse apparteneva, per il particolare riferito dal Signore stesso, dello stare sotto il fico, albero scelto proprio da chi voleva leggere ed indagare sulla Sacra Scrittura.
Bello e da seguire l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ".
Signore , donaci la fede viva dell'apostolo Bartolomeo, per poterti seguire fedelmente nel cammino della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,23-26) In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul
cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno
sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!». Un bel rimprovero da parte di Gesù
verso i farisei o chi oggi si rende fariseo, cioè cultore delle cose esteriori trascurando le realtà importanti del dialogo con Dio e con gli uomini. Gesù ne elenca
tre: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste tre virtù dovrebbero reggere la vita di coloro che vogliono seguire la legge del Signore. Le regole dettate da
Dio fanno crescere e prosperare, quelle fatte dagli uomini , spesso, si rivelano inefficaci e distorte. Signore, aiutaci a seguire fedelmente la tua legge per essere
cultori di giustizia, ma anche discepoli di misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,23-26)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Un bel rimprovero da parte di Gesù verso i farisei o chi oggi si rende fariseo, cioè cultore delle cose esteriori trascurando le realtà importanti del dialogo con Dio e con gli uomini.
Gesù ne elenca tre: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Queste tre virtù dovrebbero reggere la vita di coloro che vogliono seguire la legge del Signore.
Le regole dettate da Dio fanno crescere e prosperare, quelle fatte dagli uomini , spesso, si rivelano inefficaci e distorte.
Signore, aiutaci a seguire fedelmente la tua legge per essere cultori di giustizia, ma anche discepoli di misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Un bel rimprovero da parte di Gesù verso i farisei o chi oggi si rende fariseo, cioè cultore delle cose esteriori trascurando le realtà importanti del dialogo con Dio e con gli uomini.
Gesù ne elenca tre: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Queste tre virtù dovrebbero reggere la vita di coloro che vogliono seguire la legge del Signore.
Le regole dettate da Dio fanno crescere e prosperare, quelle fatte dagli uomini , spesso, si rivelano inefficaci e distorte.
Signore, aiutaci a seguire fedelmente la tua legge per essere cultori di giustizia, ma anche discepoli di misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,27-32) In quel tempo, Gesù parlò dicendo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno
appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di
ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al
tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i
profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri”. Continua il "guai" di Gesù nei riguardi dell'ipocrisia di scribi e farisei paragonata stavolta
a sepolcri ben curati esteriormente, ma contenenti dentro ossa e putridume. La seconda affermazione di Gesù è forse ancora più dura: attestare la disapprovazione del
comportamento dei propri padri significa di fatto essere figli degli assassini dei profeti e delle persone giuste. Anticipazione questa della sorte che sarebbe toccata
a Gesù stesso. Signore, liberaci dall'ipocrisia e dall'orgoglio millantatore, fa' che invece con umiltà e pacifico impegno viviamo la nostra vita a
servizio tuo e dei fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,27-32)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri”.
Continua il "guai" di Gesù nei riguardi dell'ipocrisia di scribi e farisei paragonata stavolta a sepolcri ben curati esteriormente, ma contenenti dentro ossa e putridume.
La seconda affermazione di Gesù è forse ancora più dura: attestare la disapprovazione del comportamento dei propri padri significa di fatto essere figli degli assassini dei profeti e delle persone giuste. Anticipazione questa della sorte che sarebbe toccata a Gesù stesso.
Signore, liberaci dall'ipocrisia e dall'orgoglio millantatore, fa' che invece con umiltà e pacifico impegno viviamo la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri”.
Continua il "guai" di Gesù nei riguardi dell'ipocrisia di scribi e farisei paragonata stavolta a sepolcri ben curati esteriormente, ma contenenti dentro ossa e putridume.
La seconda affermazione di Gesù è forse ancora più dura: attestare la disapprovazione del comportamento dei propri padri significa di fatto essere figli degli assassini dei profeti e delle persone giuste. Anticipazione questa della sorte che sarebbe toccata a Gesù stesso.
Signore, liberaci dall'ipocrisia e dall'orgoglio millantatore, fa' che invece con umiltà e pacifico impegno viviamo la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 24,42-51) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di
capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi
pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per
dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se
quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel
servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e
stridore di denti». Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro, preciso , e ben elaborato. Di fronte a questo avvertimento noi siamo spesso distratti o poco
preoccupati. Il Signore ci ricorda la misura dei nostri giorni e dei nostri anni. Essa è soggetta alla caducità e alla imprevedibilità, nessuno di noi può averne
certezza. E allora dobbiamo vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità, nella vigilanza di ogni nostra azione da compiersi secondo il
volere di Dio. Signore, fa' che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti quando
tu deciderai di chiamarci. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 24,42-51)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro, preciso , e ben elaborato.
Di fronte a questo avvertimento noi siamo spesso distratti o poco preoccupati.
Il Signore ci ricorda la misura dei nostri giorni e dei nostri anni. Essa è soggetta alla caducità e alla imprevedibilità, nessuno di noi può averne certezza.
E allora dobbiamo vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità, nella vigilanza di ogni nostra azione da compiersi secondo il volere di Dio.
Signore, fa' che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti quando tu deciderai di chiamarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro, preciso , e ben elaborato.
Di fronte a questo avvertimento noi siamo spesso distratti o poco preoccupati.
Il Signore ci ricorda la misura dei nostri giorni e dei nostri anni. Essa è soggetta alla caducità e alla imprevedibilità, nessuno di noi può averne certezza.
E allora dobbiamo vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità, nella vigilanza di ogni nostra azione da compiersi secondo il volere di Dio.
Signore, fa' che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti quando tu deciderai di chiamarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,1-13) «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano
stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli
vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini
si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero:
“No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le
vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore,
aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Continua anche oggi nel ricordo di S.
Agostino il tema del vegliare. Gesù in questa parabola delle vergini sagge e di quelle disattente mette in evidenza l'importanza di essere chiamati a partecipare
con le buone opere, volute e compiute, al mistero di salvezza con le modalità e i tempi che detta il Signore e non invece rimanere indolenti e inerti e far passare le
occasioni che ti vengono offerte e non accorgerti neanche. Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o
meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno. Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i
piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,1-13)
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Continua anche oggi nel ricordo di S. Agostino il tema del vegliare.
Gesù in questa parabola delle vergini sagge e di quelle disattente mette in evidenza l'importanza di essere chiamati a partecipare con le buone opere, volute e compiute, al mistero di salvezza con le modalità e i tempi che detta il Signore e non invece rimanere indolenti e inerti e far passare le occasioni che ti vengono offerte e non accorgerti neanche.
Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno.
Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Continua anche oggi nel ricordo di S. Agostino il tema del vegliare.
Gesù in questa parabola delle vergini sagge e di quelle disattente mette in evidenza l'importanza di essere chiamati a partecipare con le buone opere, volute e compiute, al mistero di salvezza con le modalità e i tempi che detta il Signore e non invece rimanere indolenti e inerti e far passare le occasioni che ti vengono offerte e non accorgerti neanche.
Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno.
Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,17-29) In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello
Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva
farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo
ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali
dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi
quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che
cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso,
su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re
mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla
fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Si celebra oggi il
martirio di S. Giovanni Battista e il Vangelo ci narra appunto l'episodio della sua morte. Nel caso di San Giovanni la Chiesa celebra la solennità il giorno della
sua nascita piuttosto che della morte, come avviene per tutti gli altri santi, perché egli fu santificato nel grembo materno dalla presenza di Gesù anch'Egli nel
seno della Vergine Maria. Quanto l'odio ed il male possono incidere sulla vita degli uomini ! Giovanni svela il male, è profeta del Dio vivente e paga con la vita
la sua fedeltà alla Parola di Dio. Quanto riusciamo noi a sganciarci dai compromessi che come reti ci avvinghiano e ci costringono se non a farlo almeno ad assistere
impotenti al manifestarsi del male? Signore, aiutaci attraverso la preghiera e la partecipazione ai sacramenti a difenderci dal male e a poter decisamente operare
sempre il bene. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,17-29)
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Si celebra oggi il martirio di S. Giovanni Battista e il Vangelo ci narra appunto l'episodio della sua morte.
Nel caso di San Giovanni la Chiesa celebra la solennità il giorno della sua nascita piuttosto che della morte, come avviene per tutti gli altri santi, perché egli fu santificato nel grembo materno dalla presenza di Gesù anch'Egli nel seno della Vergine Maria.
Quanto l'odio ed il male possono incidere sulla vita degli uomini ! Giovanni svela il male, è profeta del Dio vivente e paga con la vita la sua fedeltà alla Parola di Dio.
Quanto riusciamo noi a sganciarci dai compromessi che come reti ci avvinghiano e ci costringono se non a farlo almeno ad assistere impotenti al manifestarsi del male?
Signore, aiutaci attraverso la preghiera e la partecipazione ai sacramenti a difenderci dal male e a poter decisamente operare sempre il bene.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Si celebra oggi il martirio di S. Giovanni Battista e il Vangelo ci narra appunto l'episodio della sua morte.
Nel caso di San Giovanni la Chiesa celebra la solennità il giorno della sua nascita piuttosto che della morte, come avviene per tutti gli altri santi, perché egli fu santificato nel grembo materno dalla presenza di Gesù anch'Egli nel seno della Vergine Maria.
Quanto l'odio ed il male possono incidere sulla vita degli uomini ! Giovanni svela il male, è profeta del Dio vivente e paga con la vita la sua fedeltà alla Parola di Dio.
Quanto riusciamo noi a sganciarci dai compromessi che come reti ci avvinghiano e ci costringono se non a farlo almeno ad assistere impotenti al manifestarsi del male?
Signore, aiutaci attraverso la preghiera e la partecipazione ai sacramenti a difenderci dal male e a poter decisamente operare sempre il bene.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,21-27) In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a
Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e
si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di
scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda
la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un
uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire
nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni». Preghiera sul Vangelo: "Rinnovaci con il tuo Spirito di verità,
o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la
croce sulle orme di Cristo, nostra speranza."
Buona Domenica XXII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,21-27)
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Preghiera sul Vangelo:
"Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,21-27)
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Preghiera sul Vangelo:
"Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza."
Ultimo aggiornamento: ago 30, 2020 6:30:47pm
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,16-30) In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a
leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato
con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli
oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di
lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di
grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura
te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella
sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia
in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma
nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della
città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Il
Vangelo oggi ci racconta della venuta di Gesù a Nazareth e dell'accoglienza addirittura ostile dei suoi compaesani. La citazione di Isaia fa riferimento ai tempi
messianici e Gesù stesso attesta che essi si stanno compiendo. Ma il Signore non compirà a Nazareth i prodigi fatti in altre città a causa dell'incredulità del
suoi abitanti, buona parte addirittura parenti e conoscenti. E dopo la citazione di due famosi episodi accaduti a profeti come Elia ed Eliseo, che avevano guarito degli
stranieri piuttosto che i propri correligionari, nella sinagoga lo sdegno cresce a tal punto da tentare di uccidere Gesù. Non necessariamente la fede si ha e cresce di
fronte alle prove, ma solo se il cuore si apre umilmente all'azione di Dio. Dio non è mai scontato e offre se stesso in maniera imprevedibile. Signore, non mancare
di darci sempre la forza persuatrice del tuo Spirito. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,16-30)
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Il Vangelo oggi ci racconta della venuta di Gesù a Nazareth e dell'accoglienza addirittura ostile dei suoi compaesani.
La citazione di Isaia fa riferimento ai tempi messianici e Gesù stesso attesta che essi si stanno compiendo. Ma il Signore non compirà a Nazareth i prodigi fatti in altre città a causa dell'incredulità del suoi abitanti, buona parte addirittura parenti e conoscenti.
E dopo la citazione di due famosi episodi accaduti a profeti come Elia ed Eliseo, che avevano guarito degli stranieri piuttosto che i propri correligionari, nella sinagoga lo sdegno cresce a tal punto da tentare di uccidere Gesù.
Non necessariamente la fede si ha e cresce di fronte alle prove, ma solo se il cuore si apre umilmente all'azione di Dio.
Dio non è mai scontato e offre se stesso in maniera imprevedibile.
Signore, non mancare di darci sempre la forza persuatrice del tuo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Il Vangelo oggi ci racconta della venuta di Gesù a Nazareth e dell'accoglienza addirittura ostile dei suoi compaesani.
La citazione di Isaia fa riferimento ai tempi messianici e Gesù stesso attesta che essi si stanno compiendo. Ma il Signore non compirà a Nazareth i prodigi fatti in altre città a causa dell'incredulità del suoi abitanti, buona parte addirittura parenti e conoscenti.
E dopo la citazione di due famosi episodi accaduti a profeti come Elia ed Eliseo, che avevano guarito degli stranieri piuttosto che i propri correligionari, nella sinagoga lo sdegno cresce a tal punto da tentare di uccidere Gesù.
Non necessariamente la fede si ha e cresce di fronte alle prove, ma solo se il cuore si apre umilmente all'azione di Dio.
Dio non è mai scontato e offre se stesso in maniera imprevedibile.
Signore, non mancare di darci sempre la forza persuatrice del tuo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,31-37) In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo
insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da
noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in
mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e
potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di
salvezza che purifica e redime. Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i
suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male. Signore, grazie per il tuo amore redentivo e perché vieni a bussare pazientemente al mio cuore. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,31-37)
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di salvezza che purifica e redime.
Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male.
Signore, grazie per il tuo amore redentivo e perché vieni a bussare pazientemente al mio cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di salvezza che purifica e redime.
Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male.
Signore, grazie per il tuo amore redentivo e perché vieni a bussare pazientemente al mio cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,38-44) In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo
pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano
infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio
di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo
cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio
anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea. Quanto dovremmo rivolgerci al Signore Gesù! Egli non si stanca
mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più
oscuro con il perdono dei peccati. Signore, grazie per la tua misericordia e la tua delicata passione riversata sulle nostre ferite e fragilità. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,38-44)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
Quanto dovremmo rivolgerci al Signore Gesù!
Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati.
Signore, grazie per la tua misericordia e la tua delicata passione riversata sulle nostre ferite e fragilità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
Quanto dovremmo rivolgerci al Signore Gesù!
Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati.
Signore, grazie per la tua misericordia e la tua delicata passione riversata sulle nostre ferite e fragilità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,1-11) In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret,
vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose:
«Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro
reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi
affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva
invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a
Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Gesù vuol salire sulla nostra barca perché
condivide le vicende della nostra vita e se anche noi, come Pietro, crediamo alla sua Parola, allora ne trarremo enorme beneficio. Anche se peccatori, il Signore, nella
sua misericordia, riesce a trasformarci e a plasmarci come costruttori del regno di Dio. Signore, ci affidiamo al tuo amore senza limiti, donaci i frutti sperati. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,1-11)
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Gesù vuol salire sulla nostra barca perché condivide le vicende della nostra vita e se anche noi, come Pietro, crediamo alla sua Parola, allora ne trarremo enorme beneficio.
Anche se peccatori, il Signore, nella sua misericordia, riesce a trasformarci e a plasmarci come costruttori del regno di Dio.
Signore, ci affidiamo al tuo amore senza limiti, donaci i frutti sperati.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Gesù vuol salire sulla nostra barca perché condivide le vicende della nostra vita e se anche noi, come Pietro, crediamo alla sua Parola, allora ne trarremo enorme beneficio.
Anche se peccatori, il Signore, nella sua misericordia, riesce a trasformarci e a plasmarci come costruttori del regno di Dio.
Signore, ci affidiamo al tuo amore senza limiti, donaci i frutti sperati.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,33-39) In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i
discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno
giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo
su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino
nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo,
perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». Cosa possiamo offrire noi se non il nostro vuoto? Mangiare delle cose di Dio: è il banchetto nuziale delll'Agnello, per
nutrirci di vera vita e offrire pace e gioia. Non si può digiunare di questo. Le cose che servono appartengono a Dio e il rimedio alla nostra fragilità ce lo offre
sempre Lui, non con toppe rimediate qua e là, ma con la bella veste di grazia ricevuta nel battesimo. Signore, grazie perché provvedi sempre tu a riparare le nostre
incapacità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,33-39)
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Cosa possiamo offrire noi se non il nostro vuoto? Mangiare delle cose di Dio: è il banchetto nuziale delll'Agnello, per nutrirci di vera vita e offrire pace e gioia. Non si può digiunare di questo.
Le cose che servono appartengono a Dio e il rimedio alla nostra fragilità ce lo offre sempre Lui, non con toppe rimediate qua e là, ma con la bella veste di grazia ricevuta nel battesimo.
Signore, grazie perché provvedi sempre tu a riparare le nostre incapacità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Cosa possiamo offrire noi se non il nostro vuoto? Mangiare delle cose di Dio: è il banchetto nuziale delll'Agnello, per nutrirci di vera vita e offrire pace e gioia. Non si può digiunare di questo.
Le cose che servono appartengono a Dio e il rimedio alla nostra fragilità ce lo offre sempre Lui, non con toppe rimediate qua e là, ma con la bella veste di grazia ricevuta nel battesimo.
Signore, grazie perché provvedi sempre tu a riparare le nostre incapacità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,1-5) Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni
farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni
ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli
sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Le regole sono per l'uomo e non viceversa. Gesù ribadisce una verità fondamentale: al
centro c'è sempre l'uomo anche se con i suoi bisogni e le sue fragilità. I ragionamenti di Dio non intaccano mai la dignità dell'uomo, ma anzi la
rispettano e addirittura ne esaltano la libertà. Signore, ti rendiamo grazie per l'amore con il quale regoli la nostra vita, fa' che aderiamo senza riserve al
tuo disegno di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Le regole sono per l'uomo e non viceversa. Gesù ribadisce una verità fondamentale: al centro c'è sempre l'uomo anche se con i suoi bisogni e le sue fragilità.
I ragionamenti di Dio non intaccano mai la dignità dell'uomo, ma anzi la rispettano e addirittura ne esaltano la libertà.
Signore, ti rendiamo grazie per l'amore con il quale regoli la nostra vita, fa' che aderiamo senza riserve al tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Le regole sono per l'uomo e non viceversa. Gesù ribadisce una verità fondamentale: al centro c'è sempre l'uomo anche se con i suoi bisogni e le sue fragilità.
I ragionamenti di Dio non intaccano mai la dignità dell'uomo, ma anzi la rispettano e addirittura ne esaltano la libertà.
Signore, ti rendiamo grazie per l'amore con il quale regoli la nostra vita, fa' che aderiamo senza riserve al tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXIII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il tuo fratello commetterà una colpa
contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi ancora con te una o due persone,
perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te
come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà
sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela
concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che ascolti quanti si accordano nel
chiederti qualunque cosa nel nome del tuo Figlio, donaci un cuore e uno spirito nuovo, perché ci rendiamo sensibili alla sorte di ogni fratello secondo il comandamento
dell'amore, compendio di tutta la legge."
Buona Domenica XXIII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ascolti quanti si accordano nel chiederti qualunque cosa nel nome del tuo Figlio, donaci un cuore e uno spirito nuovo, perché ci rendiamo sensibili alla sorte di ogni fratello secondo il comandamento dell'amore, compendio di tutta la legge."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ascolti quanti si accordano nel chiederti qualunque cosa nel nome del tuo Figlio, donaci un cuore e uno spirito nuovo, perché ci rendiamo sensibili alla sorte di ogni fratello secondo il comandamento dell'amore, compendio di tutta la legge."
Ultimo aggiornamento: set 06, 2020 6:09:05pm
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,6-11) Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i
farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano
paralizzata: “Alzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del
male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé
dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Quanto è lontano il modo di pensare di Gesù da quello dei farisei! E quanto è
lontano il modo di pensare di Dio da quello degli uomini! La nostra preghiera, ogni giorno, possa umilmente chiedere maggiore conoscenza e disponibilità alla divina
volontà per essere "ricoperti" di benevolenza e misericordia. Signore, grazie per il tuo perdono! Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,6-11)
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Quanto è lontano il modo di pensare di Gesù da quello dei farisei! E quanto è lontano il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
La nostra preghiera, ogni giorno, possa umilmente chiedere maggiore conoscenza e disponibilità alla divina volontà per essere "ricoperti" di benevolenza e misericordia.
Signore, grazie per il tuo perdono!
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Quanto è lontano il modo di pensare di Gesù da quello dei farisei! E quanto è lontano il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
La nostra preghiera, ogni giorno, possa umilmente chiedere maggiore conoscenza e disponibilità alla divina volontà per essere "ricoperti" di benevolenza e misericordia.
Signore, grazie per il tuo perdono!
Buona giornata, don Pasqualino.
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Festa della Natività della B. V. Maria. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,1-16.18-23) Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco,
Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab,
Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò
Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram
generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i
suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò
Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò
Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe,
figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu
lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del
profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Celebriamo oggi la festa della nascita
della B. V. Maria. La nascita di Maria è chiaramente legata a quella del Signore Gesù. È certamente un preludio di gioia, oggi nasce la madre perché possa nascere
quanto prima il Figlio divino. Maria, vergine santa, Madre di Dio e Consolatrice, interceda per tutti e ottenga pace ed unità alla sua Chiesa. Buona giornata, don
Pasqualino.
Festa della Natività della B. V. Maria.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,1-16.18-23)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.
Celebriamo oggi la festa della nascita della B. V. Maria.
La nascita di Maria è chiaramente legata a quella del Signore Gesù.
È certamente un preludio di gioia, oggi nasce la madre perché possa nascere quanto prima il Figlio divino.
Maria, vergine santa, Madre di Dio e Consolatrice, interceda per tutti e ottenga pace ed unità alla sua Chiesa.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,1-16.18-23)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.
Celebriamo oggi la festa della nascita della B. V. Maria.
La nascita di Maria è chiaramente legata a quella del Signore Gesù.
È certamente un preludio di gioia, oggi nasce la madre perché possa nascere quanto prima il Figlio divino.
Maria, vergine santa, Madre di Dio e Consolatrice, interceda per tutti e ottenga pace ed unità alla sua Chiesa.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: set 08, 2020 6:32:47pm
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26) In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: “Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati
voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando
e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa
è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi,
che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo
stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti”. Una situazione e un monito: ed ecco le due categorie nelle quali il Signore pone noi tutti.
"Beati" : poveri, affamati, sofferenti nel corpo e nello spirito , capaci di poter cambiare la loro sorte con l'aiuto di Dio, capaci di conversione ed
esperti di misericordia. "Guai": ricchi e sazi, gaudenti e presuntuosi, incapaci di autentici gesti d'amore, essi non hanno futuro. Signore, donaci la
tua beatitudine e liberaci dai "guai". Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,20-26)
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: “Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti”.
Una situazione e un monito: ed ecco le due categorie nelle quali il Signore pone noi tutti.
"Beati" : poveri, affamati, sofferenti nel corpo e nello spirito , capaci di poter cambiare la loro sorte con l'aiuto di Dio, capaci di conversione ed esperti di misericordia.
"Guai": ricchi e sazi, gaudenti e presuntuosi, incapaci di autentici gesti d'amore, essi non hanno futuro.
Signore, donaci la tua beatitudine e liberaci dai "guai".
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: “Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti”.
Una situazione e un monito: ed ecco le due categorie nelle quali il Signore pone noi tutti.
"Beati" : poveri, affamati, sofferenti nel corpo e nello spirito , capaci di poter cambiare la loro sorte con l'aiuto di Dio, capaci di conversione ed esperti di misericordia.
"Guai": ricchi e sazi, gaudenti e presuntuosi, incapaci di autentici gesti d'amore, essi non hanno futuro.
Signore, donaci la tua beatitudine e liberaci dai "guai".
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi
odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello,
non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche
voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del
bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i
peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa
sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non
giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e
traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Amare così come ama Dio, questo chiede Gesù ad ogni
suo discepolo. È la via della perfezione che deve essere percorsa attuando le regole più esigenti dell'amore sino al dono totale di se stessi. Allora, come Gesù,
anche noi e la grazia divina sarà abbondante e traboccante, cosi che la misericordia e la pace inondino tutti i canali della nostra vita. Signore, siamo tuoi e tuoi
vogliamo essere! Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Amare così come ama Dio, questo chiede Gesù ad ogni suo discepolo.
È la via della perfezione che deve essere percorsa attuando le regole più esigenti dell'amore sino al dono totale di se stessi.
Allora, come Gesù, anche noi e la grazia divina sarà abbondante e traboccante, cosi che la misericordia e la pace inondino tutti i canali della nostra vita.
Signore, siamo tuoi e tuoi vogliamo essere!
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Amare così come ama Dio, questo chiede Gesù ad ogni suo discepolo.
È la via della perfezione che deve essere percorsa attuando le regole più esigenti dell'amore sino al dono totale di se stessi.
Allora, come Gesù, anche noi e la grazia divina sarà abbondante e traboccante, cosi che la misericordia e la pace inondino tutti i canali della nostra vita.
Signore, siamo tuoi e tuoi vogliamo essere!
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-42) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in
un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello
e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non
vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». La
sapienza del Signore oggi ci offre tre spunti: non fidarci di false guide; impegnarci a seguire veri maestri per poterli imitare; essere capaci di una giusta e vera
analisi di noi stessi evitando il giudizio sui fratelli. Entrare sempre più nell'amore di Dio, ci salva da scelte miopi e inconcludenti, se non addirittura frutto
di presunzione. Signore, veglia sulle nostre scelte e donaci la verità del tuo Santo Spirito. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
La sapienza del Signore oggi ci offre tre spunti: non fidarci di false guide; impegnarci a seguire veri maestri per poterli imitare; essere capaci di una giusta e vera analisi di noi stessi evitando il giudizio sui fratelli.
Entrare sempre più nell'amore di Dio, ci salva da scelte miopi e inconcludenti, se non addirittura frutto di presunzione.
Signore, veglia sulle nostre scelte e donaci la verità del tuo Santo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
La sapienza del Signore oggi ci offre tre spunti: non fidarci di false guide; impegnarci a seguire veri maestri per poterli imitare; essere capaci di una giusta e vera analisi di noi stessi evitando il giudizio sui fratelli.
Entrare sempre più nell'amore di Dio, ci salva da scelte miopi e inconcludenti, se non addirittura frutto di presunzione.
Signore, veglia sulle nostre scelte e donaci la verità del tuo Santo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,43-49) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero
cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono
dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è
simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì
a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume
la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande». Il bene produce bene così come il male produce male. La nostra preoccupazione deve essere quella
di risanare lo spirito, l'anima, il cuore perché possa essere pieno di ogni bene evitando che invece vi possa albergare il male. Desiderare e mettere in atto
questo vuol dire concretamente permettere a Dio di riversare nella nostra vita tutta la sua Grazia, come lo è stato per la Vergine Maria, di cui oggi celebriamo il
nome. Signore, grazie per ogni tuo dono e oggi ti diciamo grazie per Maria, Madre tua e Madre nostra. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,43-49)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Il bene produce bene così come il male produce male.
La nostra preoccupazione deve essere quella di risanare lo spirito, l'anima, il cuore perché possa essere pieno di ogni bene evitando che invece vi possa albergare il male.
Desiderare e mettere in atto questo vuol dire concretamente permettere a Dio di riversare nella nostra vita tutta la sua Grazia, come lo è stato per la Vergine Maria, di cui oggi celebriamo il nome.
Signore, grazie per ogni tuo dono e oggi ti diciamo grazie per Maria, Madre tua e Madre nostra.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Il bene produce bene così come il male produce male.
La nostra preoccupazione deve essere quella di risanare lo spirito, l'anima, il cuore perché possa essere pieno di ogni bene evitando che invece vi possa albergare il male.
Desiderare e mettere in atto questo vuol dire concretamente permettere a Dio di riversare nella nostra vita tutta la sua Grazia, come lo è stato per la Vergine Maria, di cui oggi celebriamo il nome.
Signore, grazie per ogni tuo dono e oggi ti diciamo grazie per Maria, Madre tua e Madre nostra.
Buona giornata, don Pasqualino.
Buona Domenica XXIV del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio di giustizia e di amore, che perdoni a noi se perdoniamo ai nostri fratelli, crea in noi un cuore nuovo a immagine del tuo Figlio, un cuore sempre più grande di ogni offesa, per ricordare al mondo come tu ci ami."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 21-35)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio di giustizia e di amore, che perdoni a noi se perdoniamo ai nostri fratelli, crea in noi un cuore nuovo a immagine del tuo Figlio, un cuore sempre più grande di ogni offesa, per ricordare al mondo come tu ci ami."
Ultimo aggiornamento: set 13, 2020 6:08:51pm
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Buona festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,13-17) In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se
non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque
crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita
eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Signore Gesù, tu hai accolto la
croce come un letto nuziale poiché là sono stati versati l’acqua e il sangue delle nozze di una nuova Cana. Ti hanno coricato nudo, come Noè nel giorno della sua
ebbrezza, ti hanno coricato affinché tu ti addormentassi nella morte, ebbro d’amore, nel torchio della croce. Essa è ora il segno della riconciliazione che abbraccia il
mondo celeste e il mondo terreno in una sola amicizia. Quale invenzione del tuo amore, quando le parole dei profeti, che gridavano l’amore del Padre, erano inchiodate
alle loro bocche dai colpi e dal disprezzo di un popolo adultero. Gesù “con la tua croce tu hai distrutto la morte, hai aperto il paradiso ai ladroni, hai asciugato le
lacrime delle donne sante; hai mandato i tuoi apostoli a predicare la tua risurrezione, Cristo Dio, dando al mondo la tua grande misericordia”.
Buona festa dell'Esaltazione della Santa Croce.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,13-17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Signore Gesù, tu hai accolto la croce come un letto nuziale poiché là sono stati versati l’acqua e il sangue delle nozze di una nuova Cana. Ti hanno coricato nudo, come Noè nel giorno della sua ebbrezza, ti hanno coricato affinché tu ti addormentassi nella morte, ebbro d’amore, nel torchio della croce. Essa è ora il segno della riconciliazione che abbraccia il mondo celeste e il mondo terreno in una sola amicizia. Quale invenzione del tuo amore, quando le parole dei profeti, che gridavano l’amore del Padre, erano inchiodate alle loro bocche dai colpi e dal disprezzo di un popolo adultero. Gesù “con la tua croce tu hai distrutto la morte, hai aperto il paradiso ai ladroni, hai asciugato le lacrime delle donne sante; hai mandato i tuoi apostoli a predicare la tua risurrezione, Cristo Dio, dando al mondo la tua grande misericordia”.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,13-17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Signore Gesù, tu hai accolto la croce come un letto nuziale poiché là sono stati versati l’acqua e il sangue delle nozze di una nuova Cana. Ti hanno coricato nudo, come Noè nel giorno della sua ebbrezza, ti hanno coricato affinché tu ti addormentassi nella morte, ebbro d’amore, nel torchio della croce. Essa è ora il segno della riconciliazione che abbraccia il mondo celeste e il mondo terreno in una sola amicizia. Quale invenzione del tuo amore, quando le parole dei profeti, che gridavano l’amore del Padre, erano inchiodate alle loro bocche dai colpi e dal disprezzo di un popolo adultero. Gesù “con la tua croce tu hai distrutto la morte, hai aperto il paradiso ai ladroni, hai asciugato le lacrime delle donne sante; hai mandato i tuoi apostoli a predicare la tua risurrezione, Cristo Dio, dando al mondo la tua grande misericordia”.
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Festa della Madonna della Consolazione. Dal Vangelo secondo Giovanni. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro
Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli
rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi
vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama
me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo
che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il
mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Festa della Madonna della Consolazione.
Dal Vangelo secondo Giovanni.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Dal Vangelo secondo Giovanni.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
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Memoria della Madonna Addolorata. Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,25-27) In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria
madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al
discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Maria è Madre non solo perché ha accolto Gesù nel suo grembo, ma anche perché dopo aver
avuto dal Figlio morente il mandato per esserlo per tutti, lo ha riaccolto fra le sue braccia, icona di dolore e di pietà, ma anche di vera fede e di speranza. Maria è
Madre della Consolazione perché prima è stata "l'Addolorata" . Solo chi ha provato un grande dolore è in grado di lenire i dolori degli altri. Lo Spirito
Santo,che ha riempito di sé Maria, l'ha resa forte nel dolore ed efficace nella sua consolazione. Dolce Vergine Maria, prega per noi peccatori e sostienici come
tuoi figli. Buona giornata, don Pasqualino.
Memoria della Madonna Addolorata.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,25-27)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Maria è Madre non solo perché ha accolto Gesù nel suo grembo, ma anche perché dopo aver avuto dal Figlio morente il mandato per esserlo per tutti, lo ha riaccolto fra le sue braccia, icona di dolore e di pietà, ma anche di vera fede e di speranza.
Maria è Madre della Consolazione perché prima è stata "l'Addolorata" .
Solo chi ha provato un grande dolore è in grado di lenire i dolori degli altri.
Lo Spirito Santo,che ha riempito di sé Maria, l'ha resa forte nel dolore ed efficace nella sua consolazione.
Dolce Vergine Maria, prega per noi peccatori e sostienici come tuoi figli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,25-27)
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Maria è Madre non solo perché ha accolto Gesù nel suo grembo, ma anche perché dopo aver avuto dal Figlio morente il mandato per esserlo per tutti, lo ha riaccolto fra le sue braccia, icona di dolore e di pietà, ma anche di vera fede e di speranza.
Maria è Madre della Consolazione perché prima è stata "l'Addolorata" .
Solo chi ha provato un grande dolore è in grado di lenire i dolori degli altri.
Lo Spirito Santo,che ha riempito di sé Maria, l'ha resa forte nel dolore ed efficace nella sua consolazione.
Dolce Vergine Maria, prega per noi peccatori e sostienici come tuoi figli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35) In quel tempo, il Signore disse: “A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che,
seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti
Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e
un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”. Deve farci certo pensare il giudizio espresso da
Gesù sulla sua generazione. Non possiamo e non dobbiamo oggi rimanere indifferenti di fronte alla chiamata del Signore. Le esigenze di Dio è possibile sempre coglierle,
oltre che attraverso la nostra intelligenza, anche per l'azione dello Spirito Santo. Mettiamoci subito con gioia in movimento per servire adeguatamente Dio e i
fratelli. Signore, fa' che rispondiamo con entusiasmo ai tuoi inviti e collaboriamo alacremente all'edificazione del tuo regno. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: “A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”.
Deve farci certo pensare il giudizio espresso da Gesù sulla sua generazione. Non possiamo e non dobbiamo oggi rimanere indifferenti di fronte alla chiamata del Signore. Le esigenze di Dio è possibile sempre coglierle, oltre che attraverso la nostra intelligenza, anche per l'azione dello Spirito Santo.
Mettiamoci subito con gioia in movimento per servire adeguatamente Dio e i fratelli.
Signore, fa' che rispondiamo con entusiasmo ai tuoi inviti e collaboriamo alacremente all'edificazione del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore disse: “A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”.
Deve farci certo pensare il giudizio espresso da Gesù sulla sua generazione. Non possiamo e non dobbiamo oggi rimanere indifferenti di fronte alla chiamata del Signore. Le esigenze di Dio è possibile sempre coglierle, oltre che attraverso la nostra intelligenza, anche per l'azione dello Spirito Santo.
Mettiamoci subito con gioia in movimento per servire adeguatamente Dio e i fratelli.
Signore, fa' che rispondiamo con entusiasmo ai tuoi inviti e collaboriamo alacremente all'edificazione del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,36-50) In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una
donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò
a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se
costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli
rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il
debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E,
volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con
le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto
con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al
quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i
peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». Un episodio che lascia anche noi a bocca aperta! Un gesto d'amore che vince tutte
le riserve mentali! E Gesù che lascia fare alla donna peccatrice il suo atto di dolore particolare , singolare, originale ed essenziale. Atto di dolore espresso in un
grande gesto d'amore e per questo da Gesù gradito e accolto e coronato dal perdono, anche questo offerto senza riserve: "A chi ha amato molto, molto sarà
perdonato" . Signore, donaci un cuore aperto all'amore, capace di piangere e di accogliere umilmente la tua dolce misericordia. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Un episodio che lascia anche noi a bocca aperta! Un gesto d'amore che vince tutte le riserve mentali! E Gesù che lascia fare alla donna peccatrice il suo atto di dolore particolare , singolare, originale ed essenziale.
Atto di dolore espresso in un grande gesto d'amore e per questo da Gesù gradito e accolto e coronato dal perdono, anche questo offerto senza riserve: "A chi ha amato molto, molto sarà perdonato" .
Signore, donaci un cuore aperto all'amore, capace di piangere e di accogliere umilmente la tua dolce misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Un episodio che lascia anche noi a bocca aperta! Un gesto d'amore che vince tutte le riserve mentali! E Gesù che lascia fare alla donna peccatrice il suo atto di dolore particolare , singolare, originale ed essenziale.
Atto di dolore espresso in un grande gesto d'amore e per questo da Gesù gradito e accolto e coronato dal perdono, anche questo offerto senza riserve: "A chi ha amato molto, molto sarà perdonato" .
Signore, donaci un cuore aperto all'amore, capace di piangere e di accogliere umilmente la tua dolce misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,1-3) In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i
Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di
Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. Può sembrare una semplice curiosità di cronaca quella che il Vangelo oggi ci
riporta, ma nulla è banale e tutto ha un significato ben preciso. Gesù, come ogni evangelizzatore, come ogni missionario ha sempre accanto a sé delle persone generose
che lo sostengono. Chi è stato guarito nel cuore e nello spirito in genere diventa capace di donarsi totalmente e di seguire Gesù senza riserve. Signore, donaci la
generosità e la disponibilità degli uomini e delle donne che ti hanno seguito nella tua missione salvifica. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,1-3)
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Può sembrare una semplice curiosità di cronaca quella che il Vangelo oggi ci riporta, ma nulla è banale e tutto ha un significato ben preciso.
Gesù, come ogni evangelizzatore, come ogni missionario ha sempre accanto a sé delle persone generose che lo sostengono.
Chi è stato guarito nel cuore e nello spirito in genere diventa capace di donarsi totalmente e di seguire Gesù senza riserve.
Signore, donaci la generosità e la disponibilità degli uomini e delle donne che ti hanno seguito nella tua missione salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Può sembrare una semplice curiosità di cronaca quella che il Vangelo oggi ci riporta, ma nulla è banale e tutto ha un significato ben preciso.
Gesù, come ogni evangelizzatore, come ogni missionario ha sempre accanto a sé delle persone generose che lo sostengono.
Chi è stato guarito nel cuore e nello spirito in genere diventa capace di donarsi totalmente e di seguire Gesù senza riserve.
Signore, donaci la generosità e la disponibilità degli uomini e delle donne che ti hanno seguito nella tua missione salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,4-15) In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il
seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde
sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra
parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano
sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e
ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi
viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono
la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver
ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro
che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza. È Gesù stesso a spiegarci la parabola "del
seminatore". È estremamente chiaro ciò che dobbiamo fare e come poter accogliere al meglio la Parola in noi. Ma dal dire al fare, dice il proverbio, c'è di
mezzo il mare, ovvero il male , che ci impedisce spesso di essere terreno buono. Ogni giorno allora lasciamoci " dissodare" ed "arare" da Dio perché
sul nostro terreno non vi siano sassi, spine o altro che possano impedire la crescita della Parola di vita. Signore, grazie per l'azione del tuo Santo Spirito che
purifica e rinnova il nostro cuore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,4-15)
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
È Gesù stesso a spiegarci la parabola "del seminatore". È estremamente chiaro ciò che dobbiamo fare e come poter accogliere al meglio la Parola in noi.
Ma dal dire al fare, dice il proverbio, c'è di mezzo il mare, ovvero il male , che ci impedisce spesso di essere terreno buono.
Ogni giorno allora lasciamoci " dissodare" ed "arare" da Dio perché sul nostro terreno non vi siano sassi, spine o altro che possano impedire la crescita della Parola di vita.
Signore, grazie per l'azione del tuo Santo Spirito che purifica e rinnova il nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.
È Gesù stesso a spiegarci la parabola "del seminatore". È estremamente chiaro ciò che dobbiamo fare e come poter accogliere al meglio la Parola in noi.
Ma dal dire al fare, dice il proverbio, c'è di mezzo il mare, ovvero il male , che ci impedisce spesso di essere terreno buono.
Ogni giorno allora lasciamoci " dissodare" ed "arare" da Dio perché sul nostro terreno non vi siano sassi, spine o altro che possano impedire la crescita della Parola di vita.
Signore, grazie per l'azione del tuo Santo Spirito che purifica e rinnova il nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXVdel Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile
a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna.
Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed
essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:
“Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle
cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro.
Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso
della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno i loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo
e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli
ultimi saranno primi e i primi, ultimi”. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, giusto e grande nel dare all'ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle
nostre quanto il cielo dalla terra; apri il nostro cuore all'intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l'impagabile onore di lavorare
nella tua vigna fin dal mattino."
Buona Domenica XXVdel Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno i loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, giusto e grande nel dare all'ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre quanto il cielo dalla terra; apri il nostro cuore all'intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l'impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno i loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, giusto e grande nel dare all'ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre quanto il cielo dalla terra; apri il nostro cuore all'intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l'impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino."
Ultimo aggiornamento: set 20, 2020 6:18:17pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,9-13) In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed
egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che
hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma
i peccatori». Oggi celebriamo la festa dell'apostolo S. Matteo, chiamato da Gesù mentre era al banco delle imposte. Una vocazione straordinaria che aveva meritato
un lauto banchetto prima di lasciare tutto. La frase finale ci incoraggia tutti, infatti Gesù dice di essere venuto non per i giusti, ma per i peccatori. Signore, ti
rendiamo grazie perché ci chiami alla salvezza, fa che possiamo, come san Matteo, alzarci subito dalla nostra pochezza e mediocrità ed accettare di metterci in gioco
nella diffusione del tuo regno. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,9-13)
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Oggi celebriamo la festa dell'apostolo S. Matteo, chiamato da Gesù mentre era al banco delle imposte. Una vocazione straordinaria che aveva meritato un lauto banchetto prima di lasciare tutto.
La frase finale ci incoraggia tutti, infatti Gesù dice di essere venuto non per i giusti, ma per i peccatori.
Signore, ti rendiamo grazie perché ci chiami alla salvezza, fa che possiamo, come san Matteo, alzarci subito dalla nostra pochezza e mediocrità ed accettare di metterci in gioco nella diffusione del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Oggi celebriamo la festa dell'apostolo S. Matteo, chiamato da Gesù mentre era al banco delle imposte. Una vocazione straordinaria che aveva meritato un lauto banchetto prima di lasciare tutto.
La frase finale ci incoraggia tutti, infatti Gesù dice di essere venuto non per i giusti, ma per i peccatori.
Signore, ti rendiamo grazie perché ci chiami alla salvezza, fa che possiamo, come san Matteo, alzarci subito dalla nostra pochezza e mediocrità ed accettare di metterci in gioco nella diffusione del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,19-21) In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere:
«Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e
la mettono in pratica». Anche se la risposta di Gesù può sembrare discostante, essa è sicuramente nei riguardi di sua madre un vero e proprio elogio. Ma è bello
soprattutto ciò che Gesù esprime per coloro che si pongono in ascolto della sua Parola e cercano di metterla in pratica: essi sono i veri parenti suoi, potremmo dire i
suoi intimi amici. Signore, noi vogliamo metterci sempre in ascolto della tua Parola, donaci di poter entrare nella confidenza del tuo cuore. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,19-21)
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Anche se la risposta di Gesù può sembrare discostante, essa è sicuramente nei riguardi di sua madre un vero e proprio elogio.
Ma è bello soprattutto ciò che Gesù esprime per coloro che si pongono in ascolto della sua Parola e cercano di metterla in pratica: essi sono i veri parenti suoi, potremmo dire i suoi intimi amici.
Signore, noi vogliamo metterci sempre in ascolto della tua Parola, donaci di poter entrare nella confidenza del tuo cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Anche se la risposta di Gesù può sembrare discostante, essa è sicuramente nei riguardi di sua madre un vero e proprio elogio.
Ma è bello soprattutto ciò che Gesù esprime per coloro che si pongono in ascolto della sua Parola e cercano di metterla in pratica: essi sono i veri parenti suoi, potremmo dire i suoi intimi amici.
Signore, noi vogliamo metterci sempre in ascolto della tua Parola, donaci di poter entrare nella confidenza del tuo cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,1-6) In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad
annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due
tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri
piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. È
significativo che oggi, memoria di san Pio da Pietrelcina, ci venga offerta questa pagina del Vangelo. È la missione dei dodici che anticipa quella della Chiesa:
annunziare e guarire! Ma con povertà di mezzi e ripieni invece della provvidenza e della potenza divina A tutti noi Cristo dona questa missione: essere suoi testimoni
ed annunciatori; e ad alcuni offre anche la possibilità di operare guarigioni e liberazioni dal male. Signore, grazie perché siamo tuoi, accogli il nostro desiderio di
poterti annunciare adeguatamente. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,1-6)
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
È significativo che oggi, memoria di san Pio da Pietrelcina, ci venga offerta questa pagina del Vangelo.
È la missione dei dodici che anticipa quella della Chiesa: annunziare e guarire! Ma con povertà di mezzi e ripieni invece della provvidenza e della potenza divina
A tutti noi Cristo dona questa missione: essere suoi testimoni ed annunciatori; e ad alcuni offre anche la possibilità di operare guarigioni e liberazioni dal male.
Signore, grazie perché siamo tuoi, accogli il nostro desiderio di poterti annunciare adeguatamente.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
È significativo che oggi, memoria di san Pio da Pietrelcina, ci venga offerta questa pagina del Vangelo.
È la missione dei dodici che anticipa quella della Chiesa: annunziare e guarire! Ma con povertà di mezzi e ripieni invece della provvidenza e della potenza divina
A tutti noi Cristo dona questa missione: essere suoi testimoni ed annunciatori; e ad alcuni offre anche la possibilità di operare guarigioni e liberazioni dal male.
Signore, grazie perché siamo tuoi, accogli il nostro desiderio di poterti annunciare adeguatamente.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,7-9) In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano:
«Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io;
chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Ricordo di un'altra curiosità,quella di Zaccheo, che portò con sé salvezza, questa
di Erode è fine a se stessa ed è chiusa a qualsiasi interesse vero verso Gesù. Tanta gente entra nelle nostre chiese, ma quanti lo fanno per un incontro salvifico con
Gesù? Quanti vi entrano con i sentimenti del pubblicano del tempio? Quanti invece come il fariseo? Signore, vogliamo incontrarti sempre perché tu ci ami e noi vogliamo
amarti e ricevere da te perdono e salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,7-9)
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Ricordo di un'altra curiosità,quella di Zaccheo, che portò con sé salvezza, questa di Erode è fine a se stessa ed è chiusa a qualsiasi interesse vero verso Gesù.
Tanta gente entra nelle nostre chiese, ma quanti lo fanno per un incontro salvifico con Gesù? Quanti vi entrano con i sentimenti del pubblicano del tempio? Quanti invece come il fariseo?
Signore, vogliamo incontrarti sempre perché tu ci ami e noi vogliamo amarti e ricevere da te perdono e salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Ricordo di un'altra curiosità,quella di Zaccheo, che portò con sé salvezza, questa di Erode è fine a se stessa ed è chiusa a qualsiasi interesse vero verso Gesù.
Tanta gente entra nelle nostre chiese, ma quanti lo fanno per un incontro salvifico con Gesù? Quanti vi entrano con i sentimenti del pubblicano del tempio? Quanti invece come il fariseo?
Signore, vogliamo incontrarti sempre perché tu ci ami e noi vogliamo amarti e ricevere da te perdono e salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,18-22) Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle,
chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi
dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto,
essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Anche a noi Gesù oggi fa la stessa domanda fatta ai
discepoli: chi sono per la gente? Ma ci chiede anche: chi sono per te? O meglio: tu credi con la mente, con il cuore e con la tua vita che io sono il Signore? Allora
proviamo, come Pietro, a dare le nostre personali risposte, saranno di sicuro un "credo" , che ci aiuterà a pregare magari più intensamente. Signore Gesù, noi
crediamo in te, tu sei il Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto, nostro redentore e ora vivo per sempre, giudice unico e misericordioso. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Anche a noi Gesù oggi fa la stessa domanda fatta ai discepoli: chi sono per la gente? Ma ci chiede anche: chi sono per te? O meglio: tu credi con la mente, con il cuore e con la tua vita che io sono il Signore?
Allora proviamo, come Pietro, a dare le nostre personali risposte, saranno di sicuro un "credo" , che ci aiuterà a pregare magari più intensamente.
Signore Gesù, noi crediamo in te, tu sei il Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto, nostro redentore e ora vivo per sempre, giudice unico e misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Anche a noi Gesù oggi fa la stessa domanda fatta ai discepoli: chi sono per la gente? Ma ci chiede anche: chi sono per te? O meglio: tu credi con la mente, con il cuore e con la tua vita che io sono il Signore?
Allora proviamo, come Pietro, a dare le nostre personali risposte, saranno di sicuro un "credo" , che ci aiuterà a pregare magari più intensamente.
Signore Gesù, noi crediamo in te, tu sei il Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto, nostro redentore e ora vivo per sempre, giudice unico e misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,43b-45) In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente
queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non
ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. Il momento della croce vorremmo non arrivasse mai, ma anche Gesù se ne fa carico e lo
ritiene necessario per salvare tutti. Oggi celebriamo la memoria dei santi medici Cosma e Damiano che hanno curato gratuitamente e amorevolmente i loro pazienti. Il
medico celeste ci soccorra come buon Samaritano nel momento della prova e con la sua misericordia ci apra alla speranza. Signore, grazie per il tuo amore senza limiti.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,43b-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Il momento della croce vorremmo non arrivasse mai, ma anche Gesù se ne fa carico e lo ritiene necessario per salvare tutti.
Oggi celebriamo la memoria dei santi medici Cosma e Damiano che hanno curato gratuitamente e amorevolmente i loro pazienti.
Il medico celeste ci soccorra come buon Samaritano nel momento della prova e con la sua misericordia ci apra alla speranza.
Signore, grazie per il tuo amore senza limiti.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Il momento della croce vorremmo non arrivasse mai, ma anche Gesù se ne fa carico e lo ritiene necessario per salvare tutti.
Oggi celebriamo la memoria dei santi medici Cosma e Damiano che hanno curato gratuitamente e amorevolmente i loro pazienti.
Il medico celeste ci soccorra come buon Samaritano nel momento della prova e con la sua misericordia ci apra alla speranza.
Signore, grazie per il tuo amore senza limiti.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXVI del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32) In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne
pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò.
Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: “Il primo”. E Gesù
disse loro: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli
avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da
credergli”. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, sempre pronto ad accogliere pubblicani e peccatori appena si dispongono a pentirsi di cuore, tu prometti vita e
salvezza a ogni uomo che desiste dall'ingiustizia: il tuo Spirito ci renda docili alla tua Parola e ci doni gli stessi sentimenti che sono in Cristo."
Buona Domenica XXVI del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: “Il primo”. E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, sempre pronto ad accogliere pubblicani e peccatori appena si dispongono a pentirsi di cuore, tu prometti vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall'ingiustizia: il tuo Spirito ci renda docili alla tua Parola e ci doni gli stessi sentimenti che sono in Cristo."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: “Il primo”. E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, sempre pronto ad accogliere pubblicani e peccatori appena si dispongono a pentirsi di cuore, tu prometti vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall'ingiustizia: il tuo Spirito ci renda docili alla tua Parola e ci doni gli stessi sentimenti che sono in Cristo."
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,46-50) In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro
cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.
Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo
abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Gesù conosce i pensieri dei
cuori e con la sua sapienza ci parla perché possiamo convertirci. È il senso della pagina del vangelo odierno. Siamo chiamati a renderci disponibili e docili di fronte
al servizio di carità verso tutti i fratelli con la capacità di accogliere tutti con l'amore che proviene da Dio. "Nessuno escluso mai" : diceva un
grande prete reggino Mons. Italo Calabro'. Signore, donaci un cuore grande e generoso, capace di accogliere con il metro della tua immensa misericordia. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,46-50)
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Gesù conosce i pensieri dei cuori e con la sua sapienza ci parla perché possiamo convertirci. È il senso della pagina del vangelo odierno.
Siamo chiamati a renderci disponibili e docili di fronte al servizio di carità verso tutti i fratelli con la capacità di accogliere tutti con l'amore che proviene da Dio. "Nessuno escluso mai" : diceva un grande prete reggino Mons. Italo Calabro'.
Signore, donaci un cuore grande e generoso, capace di accogliere con il metro della tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Gesù conosce i pensieri dei cuori e con la sua sapienza ci parla perché possiamo convertirci. È il senso della pagina del vangelo odierno.
Siamo chiamati a renderci disponibili e docili di fronte al servizio di carità verso tutti i fratelli con la capacità di accogliere tutti con l'amore che proviene da Dio. "Nessuno escluso mai" : diceva un grande prete reggino Mons. Italo Calabro'.
Signore, donaci un cuore grande e generoso, capace di accogliere con il metro della tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Festa dei Santi Arcangeli Michele Gabriele e Raffaele. Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,47-51) In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di
lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto
quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti
avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli
di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Questa pagina di Vangelo ci parla di Angeli che salgono e scendono dal Cielo. Oggi festeggiamo i tre più importanti
angeli che chiamiamo Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele. Michele, "Chi è come Dio", è a capo di tutte le schiere angeliche e lo invochiamo
particolarmente per essere liberati dalla presenza demoniaca. Gabriele, "Potenza di Dio", è Il Messaggero inviato da Dio per i grandi annunci. Raffaele,
"Medicina di Dio", è inviato per guidare e salvare. Signore, grazie per l'aiuto speciale che ci offri attraverso i tuoi Angeli, fa' che con cuore
docile li facciamo agire nei nostri percorsi di vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Festa dei Santi Arcangeli Michele Gabriele e Raffaele.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,47-51)
In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Questa pagina di Vangelo ci parla di Angeli che salgono e scendono dal Cielo. Oggi festeggiamo i tre più importanti angeli che chiamiamo Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele.
Michele, "Chi è come Dio", è a capo di tutte le schiere angeliche e lo invochiamo particolarmente per essere liberati dalla presenza demoniaca.
Gabriele, "Potenza di Dio", è Il Messaggero inviato da Dio per i grandi annunci.
Raffaele, "Medicina di Dio", è inviato per guidare e salvare.
Signore, grazie per l'aiuto speciale che ci offri attraverso i tuoi Angeli, fa' che con cuore docile li facciamo agire nei nostri percorsi di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,47-51)
In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Questa pagina di Vangelo ci parla di Angeli che salgono e scendono dal Cielo. Oggi festeggiamo i tre più importanti angeli che chiamiamo Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele.
Michele, "Chi è come Dio", è a capo di tutte le schiere angeliche e lo invochiamo particolarmente per essere liberati dalla presenza demoniaca.
Gabriele, "Potenza di Dio", è Il Messaggero inviato da Dio per i grandi annunci.
Raffaele, "Medicina di Dio", è inviato per guidare e salvare.
Signore, grazie per l'aiuto speciale che ci offri attraverso i tuoi Angeli, fa' che con cuore docile li facciamo agire nei nostri percorsi di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,57-62) In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le
volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose:
«Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un
altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge
indietro è adatto per il regno di Dio». La sequela di Gesù non è così semplice, anzi presuppone un "lasciare" che sia totalmente senza riserve. Chi vuol
seguire il Maestro deve, con pazienza e fedeltà, seguirlo passo passo con tutti gli impegni e le rinunce che si possono incontrare. Gesù, nel chiamare a sé, offre tutto
ciò che serve per vivere, tutto l'essenziale per essere felici e tutto ciò che occorre per ottenere il premio finale della vita eterna. Signore, donaci coraggio e
perseveranza per essere tuoi discepoli liberi e disponibili, miti e pacifici, degni di poterti seguire sulla strada della vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,57-62)
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
La sequela di Gesù non è così semplice, anzi presuppone un "lasciare" che sia totalmente senza riserve.
Chi vuol seguire il Maestro deve, con pazienza e fedeltà, seguirlo passo passo con tutti gli impegni e le rinunce che si possono incontrare.
Gesù, nel chiamare a sé, offre tutto ciò che serve per vivere, tutto l'essenziale per essere felici e tutto ciò che occorre per ottenere il premio finale della vita eterna.
Signore, donaci coraggio e perseveranza per essere tuoi discepoli liberi e disponibili, miti e pacifici, degni di poterti seguire sulla strada della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
La sequela di Gesù non è così semplice, anzi presuppone un "lasciare" che sia totalmente senza riserve.
Chi vuol seguire il Maestro deve, con pazienza e fedeltà, seguirlo passo passo con tutti gli impegni e le rinunce che si possono incontrare.
Gesù, nel chiamare a sé, offre tutto ciò che serve per vivere, tutto l'essenziale per essere felici e tutto ciò che occorre per ottenere il premio finale della vita eterna.
Signore, donaci coraggio e perseveranza per essere tuoi discepoli liberi e disponibili, miti e pacifici, degni di poterti seguire sulla strada della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-12) In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava
per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai per la sua messe! Andate: ecco, vi
mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite:
“Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di
quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello
che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite
sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è
vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”. Nel giorno in cui celebriamo la memoria di santa Teresina del Bambin
Gesù, patrona delle Missioni, che ebbe a dire: " La mia Vocazione è l'Amore", il vangelo ci narra dell'invio dei settantadue discepoli a due a due.
Una missione improntata sulla preghiera al Padre perché chiami sempre operai per la sua "messe". Il tutto poi eseguito nella gratuità e nella povertà di
mezzi, essenziali per dare spessore alla Parola annunciata. Signore, donaci di poter essere testimoni autentici della tua Parola e indicare al mondo i sentieri della
speranza e dell'amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-12)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai per la sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”.
Nel giorno in cui celebriamo la memoria di santa Teresina del Bambin Gesù, patrona delle Missioni, che ebbe a dire: " La mia Vocazione è l'Amore", il vangelo ci narra dell'invio dei settantadue discepoli a due a due.
Una missione improntata sulla preghiera al Padre perché chiami sempre operai per la sua "messe". Il tutto poi eseguito nella gratuità e nella povertà di mezzi, essenziali per dare spessore alla Parola annunciata.
Signore, donaci di poter essere testimoni autentici della tua Parola e indicare al mondo i sentieri della speranza e dell'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai per la sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”.
Nel giorno in cui celebriamo la memoria di santa Teresina del Bambin Gesù, patrona delle Missioni, che ebbe a dire: " La mia Vocazione è l'Amore", il vangelo ci narra dell'invio dei settantadue discepoli a due a due.
Una missione improntata sulla preghiera al Padre perché chiami sempre operai per la sua "messe". Il tutto poi eseguito nella gratuità e nella povertà di mezzi, essenziali per dare spessore alla Parola annunciata.
Signore, donaci di poter essere testimoni autentici della tua Parola e indicare al mondo i sentieri della speranza e dell'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Festa degli Angeli Custodi. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5.10) In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei
cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete
nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel
mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è
nei cieli». È stata sempre una delle cose più belle la consapevolezza di una presenza speciale nella nostra vita quella degli Angeli custodi. Motivo certamente di
rassicurazione e di affidamento, di gratitudine e di rinnovato impegno, di ricerca e di fruttuosi silenzi interiori. Mi colpisce particolarmente nel Vangelo il
dettaglio espresso da Gesù , che cioè , gli angeli custodi dei piccoli vedono sempre il volto di Dio. È di certo un segno grande di predilezione e di profonda
attenzione alla loro vita. Signore, grazie per averci donato gli Angeli, preziosi compagni di viaggio sulle strade della terra, fa' che possiamo ascoltarne le
indicazioni e i consigli e seguirli docilmente quando ci prendono per mano. Buona giornata, don Pasqualino.
Festa degli Angeli Custodi.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5.10)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
È stata sempre una delle cose più belle la consapevolezza di una presenza speciale nella nostra vita quella degli Angeli custodi.
Motivo certamente di rassicurazione e di affidamento, di gratitudine e di rinnovato impegno, di ricerca e di fruttuosi silenzi interiori.
Mi colpisce particolarmente nel Vangelo il dettaglio espresso da Gesù , che cioè , gli angeli custodi dei piccoli vedono sempre il volto di Dio. È di certo un segno grande di predilezione e di profonda attenzione alla loro vita.
Signore, grazie per averci donato gli Angeli, preziosi compagni di viaggio sulle strade della terra, fa' che possiamo ascoltarne le indicazioni e i consigli e seguirli docilmente quando ci prendono per mano.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,1-5.10)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
È stata sempre una delle cose più belle la consapevolezza di una presenza speciale nella nostra vita quella degli Angeli custodi.
Motivo certamente di rassicurazione e di affidamento, di gratitudine e di rinnovato impegno, di ricerca e di fruttuosi silenzi interiori.
Mi colpisce particolarmente nel Vangelo il dettaglio espresso da Gesù , che cioè , gli angeli custodi dei piccoli vedono sempre il volto di Dio. È di certo un segno grande di predilezione e di profonda attenzione alla loro vita.
Signore, grazie per averci donato gli Angeli, preziosi compagni di viaggio sulle strade della terra, fa' che possiamo ascoltarne le indicazioni e i consigli e seguirli docilmente quando ci prendono per mano.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,17-24) In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del
nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In
quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai
sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il
Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi
che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non
lo ascoltarono». "Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli " : questo sottolinea Gesù ai suoi discepoli al ritorno dei settantadue. Per il
Signore è più importante l'appartenenza, lo stare con, piuttosto che fare anche prodigi. Stupenda la preghiera di Gesù al Padre densa di tenerezza e confidenza, di
fiducia e obbedienza, di lode e gratitudine. Signore, grazie per tutto ciò che ci offri, ti lodiamo per il tuo immenso amore di Padre e ti siamo grati per la tenera
misericordia che ogni giorno ci concedi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,17-24)
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
"Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli " : questo sottolinea Gesù ai suoi discepoli al ritorno dei settantadue.
Per il Signore è più importante l'appartenenza, lo stare con, piuttosto che fare anche prodigi.
Stupenda la preghiera di Gesù al Padre densa di tenerezza e confidenza, di fiducia e obbedienza, di lode e gratitudine.
Signore, grazie per tutto ciò che ci offri, ti lodiamo per il tuo immenso amore di Padre e ti siamo grati per la tenera misericordia che ogni giorno ci concedi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
"Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli " : questo sottolinea Gesù ai suoi discepoli al ritorno dei settantadue.
Per il Signore è più importante l'appartenenza, lo stare con, piuttosto che fare anche prodigi.
Stupenda la preghiera di Gesù al Padre densa di tenerezza e confidenza, di fiducia e obbedienza, di lode e gratitudine.
Signore, grazie per tutto ciò che ci offri, ti lodiamo per il tuo immenso amore di Padre e ti siamo grati per la tenera misericordia che ogni giorno ci concedi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXVII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,33-43) In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate
un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La
diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i
contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo
stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede.
Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a
quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E
Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è
una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Preghiera sul Vangelo: "Padre
giusto e misericordioso, che vegli incessantemente sulla tua Chiesa, non abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato: continua a coltivarla e ad arricchirla di
scelti germogli, perché, innestata in Cristo, vera vite, porti frutti abbondanti di vita eterna."
Buona Domenica XXVII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,33-43)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Preghiera sul Vangelo:
"Padre giusto e misericordioso, che vegli incessantemente sulla tua Chiesa, non abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato: continua a coltivarla e ad arricchirla di scelti germogli, perché, innestata in Cristo, vera vite, porti frutti abbondanti di vita eterna."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,33-43)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Preghiera sul Vangelo:
"Padre giusto e misericordioso, che vegli incessantemente sulla tua Chiesa, non abbandonare la vigna che la tua destra ha piantato: continua a coltivarla e ad arricchirla di scelti germogli, perché, innestata in Cristo, vera vite, porti frutti abbondanti di vita eterna."
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Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37 In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita
eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima,
con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo
giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via
tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre.
Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece
vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori
due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato
prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”. Il racconto
verosimile del Buon Samaritano ci commuove sempre profondamente ogni qual volta lo leggiamo. Non possiamo non capire che il prossimo è sempre colui che si prende cura
concretamente di chi è nella prova o nel bisogno. Allora ci interroghiamo se noi lo siamo stati per qualcuno o invece , come i primi due, abbiamo visto e siam passati
oltre. La carità ti inchioda senza appello a scendere dalla cavalcatura dell'egoismo e dell'indifferenza per doversi invece con umiltà e disponibilità
dedicare alla cura di qualcuno. Signore, nostro Buon Samaritano, aiutaci a fermarci di fronte ad ogni bisogno per versare l'olio della consolazione ed il vino
della misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.
Il racconto verosimile del Buon Samaritano ci commuove sempre profondamente ogni qual volta lo leggiamo.
Non possiamo non capire che il prossimo è sempre colui che si prende cura concretamente di chi è nella prova o nel bisogno.
Allora ci interroghiamo se noi lo siamo stati per qualcuno o invece , come i primi due, abbiamo visto e siam passati oltre.
La carità ti inchioda senza appello a scendere dalla cavalcatura dell'egoismo e dell'indifferenza per doversi invece con umiltà e disponibilità dedicare alla cura di qualcuno.
Signore, nostro Buon Samaritano, aiutaci a fermarci di fronte ad ogni bisogno per versare l'olio della consolazione ed il vino della misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.
Il racconto verosimile del Buon Samaritano ci commuove sempre profondamente ogni qual volta lo leggiamo.
Non possiamo non capire che il prossimo è sempre colui che si prende cura concretamente di chi è nella prova o nel bisogno.
Allora ci interroghiamo se noi lo siamo stati per qualcuno o invece , come i primi due, abbiamo visto e siam passati oltre.
La carità ti inchioda senza appello a scendere dalla cavalcatura dell'egoismo e dell'indifferenza per doversi invece con umiltà e disponibilità dedicare alla cura di qualcuno.
Signore, nostro Buon Samaritano, aiutaci a fermarci di fronte ad ogni bisogno per versare l'olio della consolazione ed il vino della misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42) In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella,
di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore,
non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per
molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Marta probabilmente è la "padrona di casa" ed è lei
che invita Gesù e in più si industria per cucinare quanto di meglio ha per l'illustre ospite. Le sarebbe piaciuto ascoltare il Maestro, ma deve riuscire a
concludere perfettamente ogni cosa. Maria, la sorella, invece, sceglie di starsene seduta ai piedi del Signore per ascoltare la Parola senza curarsi di aiutare Marta
nelle faccende casalinghe. Gesù esprime una preferenza sull'operato di Maria , mettendo in evidenza l'essenzialità dell'ascolto della sua Parola che
guarisce i cuori e salva veramente. A noi la scelta di una vita densa di cose da fare, senza un tempo di autentico ascolto, o una vita densa di ascolto con un tempo di
cose fa fare. Signore, entra nei nostri cuori e parlaci del tuo amore misericordioso. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Marta probabilmente è la "padrona di casa" ed è lei che invita Gesù e in più si industria per cucinare quanto di meglio ha per l'illustre ospite. Le sarebbe piaciuto ascoltare il Maestro, ma deve riuscire a concludere perfettamente ogni cosa.
Maria, la sorella, invece, sceglie di starsene seduta ai piedi del Signore per ascoltare la Parola senza curarsi di aiutare Marta nelle faccende casalinghe.
Gesù esprime una preferenza sull'operato di Maria , mettendo in evidenza l'essenzialità dell'ascolto della sua Parola che guarisce i cuori e salva veramente.
A noi la scelta di una vita densa di cose da fare, senza un tempo di autentico ascolto, o una vita densa di ascolto con un tempo di cose fa fare.
Signore, entra nei nostri cuori e parlaci del tuo amore misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Marta probabilmente è la "padrona di casa" ed è lei che invita Gesù e in più si industria per cucinare quanto di meglio ha per l'illustre ospite. Le sarebbe piaciuto ascoltare il Maestro, ma deve riuscire a concludere perfettamente ogni cosa.
Maria, la sorella, invece, sceglie di starsene seduta ai piedi del Signore per ascoltare la Parola senza curarsi di aiutare Marta nelle faccende casalinghe.
Gesù esprime una preferenza sull'operato di Maria , mettendo in evidenza l'essenzialità dell'ascolto della sua Parola che guarisce i cuori e salva veramente.
A noi la scelta di una vita densa di cose da fare, senza un tempo di autentico ascolto, o una vita densa di ascolto con un tempo di cose fa fare.
Signore, entra nei nostri cuori e parlaci del tuo amore misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-4) Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come
anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il
nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Il
"Padrenostro" è sempre la preghiera per eccellenza perché ce l'ha insegnata Gesù. È la preghiera completa, perché inizia con la lode di Dio Padre, e
l'affidamento fiducioso a Lui. Continua poi con la richiesta alla provvidenza divina del pane quotidiano e quindi si conclude con un atto penitenziale nel quale si
antepone il perdono dato ai fratelli a quello ricevuto da Dio. C'è ancora una breve richiesta finale: non essere lasciati a lungo in balia della tentazione.
Signore, grazie. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Il "Padrenostro" è sempre la preghiera per eccellenza perché ce l'ha insegnata Gesù.
È la preghiera completa, perché inizia con la lode di Dio Padre, e l'affidamento fiducioso a Lui.
Continua poi con la richiesta alla provvidenza divina del pane quotidiano e quindi si conclude con un atto penitenziale nel quale si antepone il perdono dato ai fratelli a quello ricevuto da Dio.
C'è ancora una breve richiesta finale: non essere lasciati a lungo in balia della tentazione.
Signore, grazie.
Buona giornata, don Pasqualino.
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Il "Padrenostro" è sempre la preghiera per eccellenza perché ce l'ha insegnata Gesù.
È la preghiera completa, perché inizia con la lode di Dio Padre, e l'affidamento fiducioso a Lui.
Continua poi con la richiesta alla provvidenza divina del pane quotidiano e quindi si conclude con un atto penitenziale nel quale si antepone il perdono dato ai fratelli a quello ricevuto da Dio.
C'è ancora una breve richiesta finale: non essere lasciati a lungo in balia della tentazione.
Signore, grazie.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,5-13) In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani,
perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei
bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a
dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca
trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno
scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo
chiedono!». L'insistenza dello Spirito: ecco il segreto della preghiera! Gesù ci insegna questo metodo efficace che scardina qualsiasi resistenza divina. Allora
bisogna affidare allo Spirito Santo, che è dono della misericordia e della provvidenza del Padre, ogni buona richiesta e credere intensamente che essa verrà esaudita.
Dio è buono e darà sempre cose buone. Signore, ascolta il gemito del tuo Santo Spirito e vieni in nostro soccorso per Cristo nostro fratello e Salvatore. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,5-13)
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
L'insistenza dello Spirito: ecco il segreto della preghiera! Gesù ci insegna questo metodo efficace che scardina qualsiasi resistenza divina.
Allora bisogna affidare allo Spirito Santo, che è dono della misericordia e della provvidenza del Padre, ogni buona richiesta e credere intensamente che essa verrà esaudita. Dio è buono e darà sempre cose buone.
Signore, ascolta il gemito del tuo Santo Spirito e vieni in nostro soccorso per Cristo nostro fratello e Salvatore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
L'insistenza dello Spirito: ecco il segreto della preghiera! Gesù ci insegna questo metodo efficace che scardina qualsiasi resistenza divina.
Allora bisogna affidare allo Spirito Santo, che è dono della misericordia e della provvidenza del Padre, ogni buona richiesta e credere intensamente che essa verrà esaudita. Dio è buono e darà sempre cose buone.
Signore, ascolta il gemito del tuo Santo Spirito e vieni in nostro soccorso per Cristo nostro fratello e Salvatore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,15-26) In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli
scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso
va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo
di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io
scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al
sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi
non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia
casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima
condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». "Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde". Questo afferma Gesù, infatti
Egli è il Figlio di Dio e quindi il più forte in assoluto. Solo Lui può renderci liberi dall'influsso del maligno e custodirci nella pace e nell'amore di Dio.
Affidando la nostra vita al Signore Gesù siamo sicuri che raccoglieremo frutti abbondanti di gioia, di serenità e di salvezza. Signore, "sotto le tue ali troviamo
rifugio", avvolgici del manto della tua misericordia, difendici da ogni male e donaci la tua pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,15-26)
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
"Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde". Questo afferma Gesù, infatti Egli è il Figlio di Dio e quindi il più forte in assoluto. Solo Lui può renderci liberi dall'influsso del maligno e custodirci nella pace e nell'amore di Dio.
Affidando la nostra vita al Signore Gesù siamo sicuri che raccoglieremo frutti abbondanti di gioia, di serenità e di salvezza.
Signore, "sotto le tue ali troviamo rifugio", avvolgici del manto della tua misericordia, difendici da ogni male e donaci la tua pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
"Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde". Questo afferma Gesù, infatti Egli è il Figlio di Dio e quindi il più forte in assoluto. Solo Lui può renderci liberi dall'influsso del maligno e custodirci nella pace e nell'amore di Dio.
Affidando la nostra vita al Signore Gesù siamo sicuri che raccoglieremo frutti abbondanti di gioia, di serenità e di salvezza.
Signore, "sotto le tue ali troviamo rifugio", avvolgici del manto della tua misericordia, difendici da ogni male e donaci la tua pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,27-28) In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno
che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Oggi un brevissimo brano, ma molto significativo: Gesù
loda e dichiara beati coloro che ascoltano e osservano la sua Parola. La lode era in partenza per la madre che lo aveva allevato e chiaramente diviene dopo le parole di
Gesù una lode specifica per lei, la Vergine Santissima, che ha creduto prima, che ha continuato a credete durante la missione del suo Figlio e ha creduto anche dopo
sino alla Risurrezione. Maria ha creduto sempre! Signore, donaci di aderire pienamente alla tua Parola per essere fedeli e beati sulla via della fede. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,27-28)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Oggi un brevissimo brano, ma molto significativo: Gesù loda e dichiara beati coloro che ascoltano e osservano la sua Parola. La lode era in partenza per la madre che lo aveva allevato e chiaramente diviene dopo le parole di Gesù una lode specifica per lei, la Vergine Santissima, che ha creduto prima, che ha continuato a credete durante la missione del suo Figlio e ha creduto anche dopo sino alla Risurrezione. Maria ha creduto sempre!
Signore, donaci di aderire pienamente alla tua Parola per essere fedeli e beati sulla via della fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Oggi un brevissimo brano, ma molto significativo: Gesù loda e dichiara beati coloro che ascoltano e osservano la sua Parola. La lode era in partenza per la madre che lo aveva allevato e chiaramente diviene dopo le parole di Gesù una lode specifica per lei, la Vergine Santissima, che ha creduto prima, che ha continuato a credete durante la missione del suo Figlio e ha creduto anche dopo sino alla Risurrezione. Maria ha creduto sempre!
Signore, donaci di aderire pienamente alla tua Parola per essere fedeli e beati sulla via della fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXVIII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14) [In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole (ai capi dei sacerdoti e ai
farisei) e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma
questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati
sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi
servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi
servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti
per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.] Il re entrò per vedere i commensali e
lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi:
“Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che inviti il mondo intero alle nozze del tuo Figlio, donaci la sapienza del tuo Spirito, perché possiamo testimoniare qual è la speranza della nostra
chiamata, e nessun uomo abbia mai a rifiutare il banchetto della vita eterna o a entrarvi senza l'abito nuziale."
Buona Domenica XXVIII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14)
[In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole (ai capi dei sacerdoti e ai farisei) e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.] Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che inviti il mondo intero alle nozze del tuo Figlio, donaci la sapienza del tuo Spirito, perché possiamo testimoniare qual è la speranza della nostra chiamata, e nessun uomo abbia mai a rifiutare il banchetto della vita eterna o a entrarvi senza l'abito nuziale."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,1-14)
[In quel tempo, Gesù riprese a parlare con parabole (ai capi dei sacerdoti e ai farisei) e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.] Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che inviti il mondo intero alle nozze del tuo Figlio, donaci la sapienza del tuo Spirito, perché possiamo testimoniare qual è la speranza della nostra chiamata, e nessun uomo abbia mai a rifiutare il banchetto della vita eterna o a entrarvi senza l'abito nuziale."
Ultimo aggiornamento: ott 11, 2020 7:06:00pm
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,29-32) In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca
un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per
questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi
confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno
contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Accogliamo
l'appello alla conversione che Gesù oggi, ancora una volta, ci offre. Riconosciamo in Lui il Figlio di Dio, fatto uomo, venuto a salvarci. Come la regina di Saba e
come gli abitanti di Ninive lasciamoci attirare dal fascino di colui che viene nel nome del Signore. Il segno di Giona, che era rimasto per tre giorni e tre notti nel
ventre del mostro marino, Gesù lo ha attuato con la sua morte e Risurrezione che rimane il grande segno di salvezza per tutta l'umanità. Signore Gesù, ti
riconosciamo come il Figlio unigenito del Padre misericordioso e provvidente, donaci la grazia di seguirti con docilità e sempre maggiore consapevolezza. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Accogliamo l'appello alla conversione che Gesù oggi, ancora una volta, ci offre.
Riconosciamo in Lui il Figlio di Dio, fatto uomo, venuto a salvarci. Come la regina di Saba e come gli abitanti di Ninive lasciamoci attirare dal fascino di colui che viene nel nome del Signore.
Il segno di Giona, che era rimasto per tre giorni e tre notti nel ventre del mostro marino, Gesù lo ha attuato con la sua morte e Risurrezione che rimane il grande segno di salvezza per tutta l'umanità.
Signore Gesù, ti riconosciamo come il Figlio unigenito del Padre misericordioso e provvidente, donaci la grazia di seguirti con docilità e sempre maggiore consapevolezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Accogliamo l'appello alla conversione che Gesù oggi, ancora una volta, ci offre.
Riconosciamo in Lui il Figlio di Dio, fatto uomo, venuto a salvarci. Come la regina di Saba e come gli abitanti di Ninive lasciamoci attirare dal fascino di colui che viene nel nome del Signore.
Il segno di Giona, che era rimasto per tre giorni e tre notti nel ventre del mostro marino, Gesù lo ha attuato con la sua morte e Risurrezione che rimane il grande segno di salvezza per tutta l'umanità.
Signore Gesù, ti riconosciamo come il Figlio unigenito del Padre misericordioso e provvidente, donaci la grazia di seguirti con docilità e sempre maggiore consapevolezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,37-41) In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si
meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro
interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro,
ed ecco, per voi tutto sarà puro». Ciò che conta per la salvezza non sono i ritualismi o i gesti superficiali di religiosità, ma le opere buone, la concreta carità,
l'aiuto offerto a tutti. Ecco Gesù ci dona la sua regola d'oro: meno formalità e più amore donato. Come cristiani siamo chiamati oggi ad essere testimoni
della vita del Maestro con il nostro impegno e la nostra fedeltà alla sua divina volontà. Signore, plasma la nostra mente e il nostro cuore a tua immagine e
somiglianza, affinché possiamo essere capaci di donare sempre, senza riserve, il bene e la pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,37-41)
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Ciò che conta per la salvezza non sono i ritualismi o i gesti superficiali di religiosità, ma le opere buone, la concreta carità, l'aiuto offerto a tutti.
Ecco Gesù ci dona la sua regola d'oro: meno formalità e più amore donato.
Come cristiani siamo chiamati oggi ad essere testimoni della vita del Maestro con il nostro impegno e la nostra fedeltà alla sua divina volontà.
Signore, plasma la nostra mente e il nostro cuore a tua immagine e somiglianza, affinché possiamo essere capaci di donare sempre, senza riserve, il bene e la pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Ciò che conta per la salvezza non sono i ritualismi o i gesti superficiali di religiosità, ma le opere buone, la concreta carità, l'aiuto offerto a tutti.
Ecco Gesù ci dona la sua regola d'oro: meno formalità e più amore donato.
Come cristiani siamo chiamati oggi ad essere testimoni della vita del Maestro con il nostro impegno e la nostra fedeltà alla sua divina volontà.
Signore, plasma la nostra mente e il nostro cuore a tua immagine e somiglianza, affinché possiamo essere capaci di donare sempre, senza riserve, il bene e la pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,42-46) In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e
lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle
sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori
della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi
insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!» Dovremmo proprio guardarci da quel grido di Gesù: "guai a voi". Infatti, pur essendo
rivolto ai farisei e ai dottori della legge, esso potrebbe riguardare anche la nostra vita e il nostro modo di essere. Vogliamo seguire Gesù nella giustizia e
nell'amore, praticando puntualmente la carità e portando pazientemente il peso della nostra croce. Signore, donaci umiltà e misericordia e fa' che con
mansuetudine e dolcezza testimoniamo fedelmente la verità della nostra fede. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,42-46)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»
Dovremmo proprio guardarci da quel grido di Gesù: "guai a voi".
Infatti, pur essendo rivolto ai farisei e ai dottori della legge, esso potrebbe riguardare anche la nostra vita e il nostro modo di essere.
Vogliamo seguire Gesù nella giustizia e nell'amore, praticando puntualmente la carità e portando pazientemente il peso della nostra croce.
Signore, donaci umiltà e misericordia e fa' che con mansuetudine e dolcezza testimoniamo fedelmente la verità della nostra fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»
Dovremmo proprio guardarci da quel grido di Gesù: "guai a voi".
Infatti, pur essendo rivolto ai farisei e ai dottori della legge, esso potrebbe riguardare anche la nostra vita e il nostro modo di essere.
Vogliamo seguire Gesù nella giustizia e nell'amore, praticando puntualmente la carità e portando pazientemente il peso della nostra croce.
Signore, donaci umiltà e misericordia e fa' che con mansuetudine e dolcezza testimoniamo fedelmente la verità della nostra fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,47-54) In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi
testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi
li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele
fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che
avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i
farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa
bocca. Che grande responsabilità, in senso negativo, quella di agire contro la volontà di Dio! Porta alla morte. Essere nemici di Dio è la cosa che non si augura mai ad
alcuno! Ringraziamo il Padre celeste che ci ha chiamati nel suo amore ad essere suoi figli in Gesù suo Figlio Unigenito, nello Spirito Santo che ci offre la conoscenza
di ogni misericordia. È questa la nostra vocazione e il nostro intento sarà quello di poter far "entrare" tanti altri all'interno di questo
"luogo" di salvezza. Signore, vogliamo corrispondere al tuo amore, donaci pace e bene per sempre. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,47-54)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Che grande responsabilità, in senso negativo, quella di agire contro la volontà di Dio! Porta alla morte.
Essere nemici di Dio è la cosa che non si augura mai ad alcuno!
Ringraziamo il Padre celeste che ci ha chiamati nel suo amore ad essere suoi figli in Gesù suo Figlio Unigenito, nello Spirito Santo che ci offre la conoscenza di ogni misericordia.
È questa la nostra vocazione e il nostro intento sarà quello di poter far "entrare" tanti altri all'interno di questo "luogo" di salvezza.
Signore, vogliamo corrispondere al tuo amore, donaci pace e bene per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Che grande responsabilità, in senso negativo, quella di agire contro la volontà di Dio! Porta alla morte.
Essere nemici di Dio è la cosa che non si augura mai ad alcuno!
Ringraziamo il Padre celeste che ci ha chiamati nel suo amore ad essere suoi figli in Gesù suo Figlio Unigenito, nello Spirito Santo che ci offre la conoscenza di ogni misericordia.
È questa la nostra vocazione e il nostro intento sarà quello di poter far "entrare" tanti altri all'interno di questo "luogo" di salvezza.
Signore, vogliamo corrispondere al tuo amore, donaci pace e bene per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 12,1-7 In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi
discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi
ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi,
amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che,
dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è
dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Quanto è attento e delicato il Signore
nel darci queste indicazioni! Attenzione all'ipocrisia: davanti a Dio tutto sarà rivelato nella verità più assoluta. L'impegno forte deve essere quello di
salvaguardare la nostra anima dal tentativo del nemico infernale di volercela rubare. La fiducia in Dio, che conta anche tutti i capelli del nostro capo, ci dia la
capacità di vivere serenamente e con impegno. Signore, grazie per il tuo amore provvidente, custodiscici sotto il tuo manto di misericordia e di pace. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 12,1-7
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Quanto è attento e delicato il Signore nel darci queste indicazioni! Attenzione all'ipocrisia: davanti a Dio tutto sarà rivelato nella verità più assoluta.
L'impegno forte deve essere quello di salvaguardare la nostra anima dal tentativo del nemico infernale di volercela rubare.
La fiducia in Dio, che conta anche tutti i capelli del nostro capo, ci dia la capacità di vivere serenamente e con impegno.
Signore, grazie per il tuo amore provvidente, custodiscici sotto il tuo manto di misericordia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Quanto è attento e delicato il Signore nel darci queste indicazioni! Attenzione all'ipocrisia: davanti a Dio tutto sarà rivelato nella verità più assoluta.
L'impegno forte deve essere quello di salvaguardare la nostra anima dal tentativo del nemico infernale di volercela rubare.
La fiducia in Dio, che conta anche tutti i capelli del nostro capo, ci dia la capacità di vivere serenamente e con impegno.
Signore, grazie per il tuo amore provvidente, custodiscici sotto il tuo manto di misericordia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12, 8-12) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo
lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio
dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità,
non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Continuano le
raccomandazioni del Signore. Una di queste ci mette in guardia sulla testimonianza, essa deve essere verace e coraggiosa, frutto di amore sincero nei riguardi di Gesù.
Un'altra tratta della "bestemmia allo Spirito Santo", che non verrà mai perdonata, essa non è la semplice imprecazione, ma indica l'ostinata e
presuntuosa chiusura verso la Parola e l'amore di Dio. Lo Spirito Santo, infatti è la Persona che ci offre la conoscenza del mistero trinitario e come Consolatore
ci guida e ci sostiene nel cammino intrapreso. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità Santissima, donaci di essere sempre coinvolti dalla tua immensa
misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12, 8-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Continuano le raccomandazioni del Signore. Una di queste ci mette in guardia sulla testimonianza, essa deve essere verace e coraggiosa, frutto di amore sincero nei riguardi di Gesù.
Un'altra tratta della "bestemmia allo Spirito Santo", che non verrà mai perdonata, essa non è la semplice imprecazione, ma indica l'ostinata e presuntuosa chiusura verso la Parola e l'amore di Dio.
Lo Spirito Santo, infatti è la Persona che ci offre la conoscenza del mistero trinitario e come Consolatore ci guida e ci sostiene nel cammino intrapreso.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità Santissima, donaci di essere sempre coinvolti dalla tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Continuano le raccomandazioni del Signore. Una di queste ci mette in guardia sulla testimonianza, essa deve essere verace e coraggiosa, frutto di amore sincero nei riguardi di Gesù.
Un'altra tratta della "bestemmia allo Spirito Santo", che non verrà mai perdonata, essa non è la semplice imprecazione, ma indica l'ostinata e presuntuosa chiusura verso la Parola e l'amore di Dio.
Lo Spirito Santo, infatti è la Persona che ci offre la conoscenza del mistero trinitario e come Consolatore ci guida e ci sostiene nel cammino intrapreso.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità Santissima, donaci di essere sempre coinvolti dalla tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXIX del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,15-21) In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglie in
fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio
secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli
domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio
quello che è di Dio». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, a te obbedisce ogni creatura nel misterioso intrecciarsi delle libere volontà degli uomini; fa' che
nessuno di noi abusi del suo potere, ma ogni autorità serva al bene di tutti, secondo la Parola del tuo Figlio, e l'umanità intera riconosca te solo come unico
Dio."
Buona Domenica XXIX del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,15-21)
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglie in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, a te obbedisce ogni creatura nel misterioso intrecciarsi delle libere volontà degli uomini; fa' che nessuno di noi abusi del suo potere, ma ogni autorità serva al bene di tutti, secondo la Parola del tuo Figlio, e l'umanità intera riconosca te solo come unico Dio."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,15-21)
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglie in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, a te obbedisce ogni creatura nel misterioso intrecciarsi delle libere volontà degli uomini; fa' che nessuno di noi abusi del suo potere, ma ogni autorità serva al bene di tutti, secondo la Parola del tuo Figlio, e l'umanità intera riconosca te solo come unico Dio."
Ultimo aggiornamento: ott 18, 2020 7:06:46pm
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12, 13-21) In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O
uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è
nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli
ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò
tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse:
“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso
Dio». Tenersi lontani dalla cupidigia: questa è vera saggezza; ce lo dice Gesù in questa breve parabola della pagina odierna del Vangelo. Risuona molto forte il monito
verso il ricco presuntuoso che ha accumulato per sé solo beni materiali; stolto! Infatti, "anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipenda da ciò che
egli possiede". Bisogna arricchirsi di opere buone davanti a Dio: questo ci indica Gesù. Signore, donaci un cuore generoso e fedele, capace di donare senza riserve
e di accogliere chiunque avesse bisogno. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12, 13-21)
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Tenersi lontani dalla cupidigia: questa è vera saggezza; ce lo dice Gesù in questa breve parabola della pagina odierna del Vangelo.
Risuona molto forte il monito verso il ricco presuntuoso che ha accumulato per sé solo beni materiali; stolto! Infatti, "anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipenda da ciò che egli possiede".
Bisogna arricchirsi di opere buone davanti a Dio: questo ci indica Gesù.
Signore, donaci un cuore generoso e fedele, capace di donare senza riserve e di accogliere chiunque avesse bisogno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Tenersi lontani dalla cupidigia: questa è vera saggezza; ce lo dice Gesù in questa breve parabola della pagina odierna del Vangelo.
Risuona molto forte il monito verso il ricco presuntuoso che ha accumulato per sé solo beni materiali; stolto! Infatti, "anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipenda da ciò che egli possiede".
Bisogna arricchirsi di opere buone davanti a Dio: questo ci indica Gesù.
Signore, donaci un cuore generoso e fedele, capace di donare senza riserve e di accogliere chiunque avesse bisogno.
Buona giornata, don Pasqualino.
ORARI MESSE:
Durante la settimana la messa è alle ore 18:00.
La messa del sabato pomeriggio è alle ore 18:00.
La domenica le messe saranno alle ore 8:30 e alle ore 18:00.
Esclusivamente domenica 25 ottobre, la messa sarà alle ore 19:00, da novembre la messa della domenica pomeriggio ritornerà alle ore 18:00.
Durante la settimana la messa è alle ore 18:00.
La messa del sabato pomeriggio è alle ore 18:00.
La domenica le messe saranno alle ore 8:30 e alle ore 18:00.
Esclusivamente domenica 25 ottobre, la messa sarà alle ore 19:00, da novembre la messa della domenica pomeriggio ritornerà alle ore 18:00.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,35-38) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a
quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno
troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o
prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». Essere pronti: cioè disponibili sempre a lasciare ogni cosa, anche la vita se il Signore dovesse chiamare. A questo ci
vuole disporre Gesù. Ma non è certo un semplice atteggiamento, deve essere invece un impegno di vita, un operare il bene in maniera costante e fedele, come se ogni
giorno fosse il primo e nello stesso l'ultimo da vivere. Allora prudenza e perseveranza con una buona dose di umiltà dovranno essere le virtù cardini che potranno
farci vivere "svegli" l'attesa. Signore, fa che possiamo essere sempre "sentinelle" capaci di attendere l'aurora. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,35-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Essere pronti: cioè disponibili sempre a lasciare ogni cosa, anche la vita se il Signore dovesse chiamare. A questo ci vuole disporre Gesù. Ma non è certo un semplice atteggiamento, deve essere invece un impegno di vita, un operare il bene in maniera costante e fedele, come se ogni giorno fosse il primo e nello stesso l'ultimo da vivere.
Allora prudenza e perseveranza con una buona dose di umiltà dovranno essere le virtù cardini che potranno farci vivere "svegli" l'attesa.
Signore, fa che possiamo essere sempre "sentinelle" capaci di attendere l'aurora.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Essere pronti: cioè disponibili sempre a lasciare ogni cosa, anche la vita se il Signore dovesse chiamare. A questo ci vuole disporre Gesù. Ma non è certo un semplice atteggiamento, deve essere invece un impegno di vita, un operare il bene in maniera costante e fedele, come se ogni giorno fosse il primo e nello stesso l'ultimo da vivere.
Allora prudenza e perseveranza con una buona dose di umiltà dovranno essere le virtù cardini che potranno farci vivere "svegli" l'attesa.
Signore, fa che possiamo essere sempre "sentinelle" capaci di attendere l'aurora.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,39-48) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro,
non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa
parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per
dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi
averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il
padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il
servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto
cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Continua
l'istruzione sulla vigilanza da parte di Gesù. Bisogna sempre tenersi pronti come servi fedeli ed attenti, legati al padrone non semplicemente da vincoli
lavorativi, ma piuttosto affettivi. Una particolare attenzione bisogna che ce l'abbiano coloro che da Dio hanno ricevuto più doni, essi dovranno esprimersi con
maggiore impegno e fedeltà, perché "a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Signore, grazie per
le cose meravigliose che ci hai offerto, fa' che possiamo servircene con delicata attenzione e possiamo farne partecipi tutti coloro che si accostano a noi. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,39-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Continua l'istruzione sulla vigilanza da parte di Gesù. Bisogna sempre tenersi pronti come servi fedeli ed attenti, legati al padrone non semplicemente da vincoli lavorativi, ma piuttosto affettivi.
Una particolare attenzione bisogna che ce l'abbiano coloro che da Dio hanno ricevuto più doni, essi dovranno esprimersi con maggiore impegno e fedeltà, perché "a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più".
Signore, grazie per le cose meravigliose che ci hai offerto, fa' che possiamo servircene con delicata attenzione e possiamo farne partecipi tutti coloro che si accostano a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Continua l'istruzione sulla vigilanza da parte di Gesù. Bisogna sempre tenersi pronti come servi fedeli ed attenti, legati al padrone non semplicemente da vincoli lavorativi, ma piuttosto affettivi.
Una particolare attenzione bisogna che ce l'abbiano coloro che da Dio hanno ricevuto più doni, essi dovranno esprimersi con maggiore impegno e fedeltà, perché "a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più".
Signore, grazie per le cose meravigliose che ci hai offerto, fa' che possiamo servircene con delicata attenzione e possiamo farne partecipi tutti coloro che si accostano a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho
un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma
divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro
padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Sembrerebbe un paradosso quanto Gesù dice in questo brano evangelico,
che Egli, cioè porti non la pace, ma la divisione. In effetti il Signore Gesù è segno di contraddizione per tutto il mondo, perché c'è chi lo accoglie, come pure
chi lo avversa e può capitare che le due cose avvengano nella stessa famiglia. Cerchiamo di stare sempre dalla parte di Gesù e la nostra scelta sia dettata solo e
semplicemente dall'amore. Signore, continua ad offrirci la tua Parola di misericordia e noi saremo salvi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Sembrerebbe un paradosso quanto Gesù dice in questo brano evangelico, che Egli, cioè porti non la pace, ma la divisione.
In effetti il Signore Gesù è segno di contraddizione per tutto il mondo, perché c'è chi lo accoglie, come pure chi lo avversa e può capitare che le due cose avvengano nella stessa famiglia.
Cerchiamo di stare sempre dalla parte di Gesù e la nostra scelta sia dettata solo e semplicemente dall'amore.
Signore, continua ad offrirci la tua Parola di misericordia e noi saremo salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Sembrerebbe un paradosso quanto Gesù dice in questo brano evangelico, che Egli, cioè porti non la pace, ma la divisione.
In effetti il Signore Gesù è segno di contraddizione per tutto il mondo, perché c'è chi lo accoglie, come pure chi lo avversa e può capitare che le due cose avvengano nella stessa famiglia.
Cerchiamo di stare sempre dalla parte di Gesù e la nostra scelta sia dettata solo e semplicemente dall'amore.
Signore, continua ad offrirci la tua Parola di misericordia e noi saremo salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,54-59) In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così
accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete
valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con
lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché
non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Una pagina di Vangelo oggi un tantino più difficile da spiegare per il suo stile quasi apocalittico. Gesù rimprovera la sua
generazione di non aver capito il "tempo" del Messia e quindi di non averlo accolto e seguito. È un avvertimento comunque dato a tutti: saper cogliere sempre
gli inviti di Dio nella storia. Giudicare bene, con l'aiuto dello Spirito Santo, ciò che bisogna fare da ciò che invece deve essere tralasciato. Signore, donaci
discernimento e coraggio per operare giornalmente il tuo volere. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,54-59)
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Una pagina di Vangelo oggi un tantino più difficile da spiegare per il suo stile quasi apocalittico.
Gesù rimprovera la sua generazione di non aver capito il "tempo" del Messia e quindi di non averlo accolto e seguito.
È un avvertimento comunque dato a tutti: saper cogliere sempre gli inviti di Dio nella storia. Giudicare bene, con l'aiuto dello Spirito Santo, ciò che bisogna fare da ciò che invece deve essere tralasciato.
Signore, donaci discernimento e coraggio per operare giornalmente il tuo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Una pagina di Vangelo oggi un tantino più difficile da spiegare per il suo stile quasi apocalittico.
Gesù rimprovera la sua generazione di non aver capito il "tempo" del Messia e quindi di non averlo accolto e seguito.
È un avvertimento comunque dato a tutti: saper cogliere sempre gli inviti di Dio nella storia. Giudicare bene, con l'aiuto dello Spirito Santo, ciò che bisogna fare da ciò che invece deve essere tralasciato.
Signore, donaci discernimento e coraggio per operare giornalmente il tuo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,1-9) In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme
a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No,
io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero
più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale
aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti
su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò
zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Certe catastrofi, certe morti agli occhi degli uomini sono
definite castigo di Dio. Gesù ci dice, invece, che chiunque può essere coinvolto all'interno di queste disgrazie e non necessariamente perché degni di un castigo.
Piuttosto, con la parabola seguente, Egli ancora una volta ci mette in guardia sulla vigilanza e sull'impegno fedele ad operare nella volontà di Dio. Signore,
fa' che ci impegniamo ad essere terreno fertile capace di far cogliere frutti abbondanti di pace e di amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Certe catastrofi, certe morti agli occhi degli uomini sono definite castigo di Dio.
Gesù ci dice, invece, che chiunque può essere coinvolto all'interno di queste disgrazie e non necessariamente perché degni di un castigo.
Piuttosto, con la parabola seguente, Egli ancora una volta ci mette in guardia sulla vigilanza e sull'impegno fedele ad operare nella volontà di Dio.
Signore, fa' che ci impegniamo ad essere terreno fertile capace di far cogliere frutti abbondanti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Certe catastrofi, certe morti agli occhi degli uomini sono definite castigo di Dio.
Gesù ci dice, invece, che chiunque può essere coinvolto all'interno di queste disgrazie e non necessariamente perché degni di un castigo.
Piuttosto, con la parabola seguente, Egli ancora una volta ci mette in guardia sulla vigilanza e sull'impegno fedele ad operare nella volontà di Dio.
Signore, fa' che ci impegniamo ad essere terreno fertile capace di far cogliere frutti abbondanti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXX del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40 In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si
riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a
quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Grazie, Signore. La luce ha di nuovo abbattuto il muro
della notte. I colori ocra dell’autunno si schiariscono, la sinfonia della vita quotidiana incomincia il suo primo movimento. Per tutto ciò che rende il mattino chiaro
e gioioso, grazie, Signore… Dalla finestra del Vangelo che si apre sulla liturgia io contemplo i tuoi gesti, ascolto le tue parole. I farisei ti circondano, vogliono
tenderti una trappola, comprometterti. Ed io penso che anche oggi essi braccano noi che ti seguiamo, e cercano di confonderci, di deformare quello che tu hai detto… Ma
tu li hai battuti, Gesù. Concedici la tua forza e la tua luce affinché anche noi li affrontiamo con serenità e fermezza.
Buona Domenica XXX del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Grazie, Signore. La luce ha di nuovo abbattuto il muro della notte. I colori ocra dell’autunno si schiariscono, la sinfonia della vita quotidiana incomincia il suo primo movimento. Per tutto ciò che rende il mattino chiaro e gioioso, grazie, Signore… Dalla finestra del Vangelo che si apre sulla liturgia io contemplo i tuoi gesti, ascolto le tue parole. I farisei ti circondano, vogliono tenderti una trappola, comprometterti. Ed io penso che anche oggi essi braccano noi che ti seguiamo, e cercano di confonderci, di deformare quello che tu hai detto… Ma tu li hai battuti, Gesù. Concedici la tua forza e la tua luce affinché anche noi li affrontiamo con serenità e fermezza.
Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Grazie, Signore. La luce ha di nuovo abbattuto il muro della notte. I colori ocra dell’autunno si schiariscono, la sinfonia della vita quotidiana incomincia il suo primo movimento. Per tutto ciò che rende il mattino chiaro e gioioso, grazie, Signore… Dalla finestra del Vangelo che si apre sulla liturgia io contemplo i tuoi gesti, ascolto le tue parole. I farisei ti circondano, vogliono tenderti una trappola, comprometterti. Ed io penso che anche oggi essi braccano noi che ti seguiamo, e cercano di confonderci, di deformare quello che tu hai detto… Ma tu li hai battuti, Gesù. Concedici la tua forza e la tua luce affinché anche noi li affrontiamo con serenità e fermezza.
Ultimo aggiornamento: ott 25, 2020 7:05:05pm
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Dal Vangelo secondo Luca 13,10-17 In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da
diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani
su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e
disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti,
non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha
tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si
vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Fiducia, fiducia, fiducia in Dio: ecco la strada da percorrere sempre. Oggi più
che mai a causa di questa terribile pandemia che ha sconvolto tante nostre certezze. Così come Gesù è intervenuto per guarire la donna affetta dal male da diciotto
anni, così di certo ancora una volta interverrà per liberarci e guarirci da questo. Cerchiamo di superare le logiche umane che imbavagliano l'agire di Dio e
lasciamoci convincere dalla tenerezza dello Spirito Santo. Signore, amen, crediamo in te, sia fatta sempre la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 13,10-17
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Fiducia, fiducia, fiducia in Dio: ecco la strada da percorrere sempre.
Oggi più che mai a causa di questa terribile pandemia che ha sconvolto tante nostre certezze.
Così come Gesù è intervenuto per guarire la donna affetta dal male da diciotto anni, così di certo ancora una volta interverrà per liberarci e guarirci da questo.
Cerchiamo di superare le logiche umane che imbavagliano l'agire di Dio e lasciamoci convincere dalla tenerezza dello Spirito Santo.
Signore, amen, crediamo in te, sia fatta sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Fiducia, fiducia, fiducia in Dio: ecco la strada da percorrere sempre.
Oggi più che mai a causa di questa terribile pandemia che ha sconvolto tante nostre certezze.
Così come Gesù è intervenuto per guarire la donna affetta dal male da diciotto anni, così di certo ancora una volta interverrà per liberarci e guarirci da questo.
Cerchiamo di superare le logiche umane che imbavagliano l'agire di Dio e lasciamoci convincere dalla tenerezza dello Spirito Santo.
Signore, amen, crediamo in te, sia fatta sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,18-21) In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di
senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che
cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Pur offrendo una
analogia legata alla realtà terrena, il Regno di Dio che Gesù ci rivela è sempre qualcosa di notevolmente diverso e misteriosamente presente e concreto. È la realtà di
Dio, la sua vita, il suo pensare, il suo operare, la sua aria, il suo respiro, la sua presenza, l'atto creativo, il dipanarsi del tempo, l'oltre,
l'eternità. Ma fanno parte di questo Regno anche tutte le cose create, inclusi gli uomini, che hanno ricevuto il soffio vitale dell'Altissimo. Questo Regno
allora è Luce, è lievito, è pace, è vita che scorre, è amore, è pegno d'eternità. Signore, grazie perché ci sei, Tu sei il Re! Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Pur offrendo una analogia legata alla realtà terrena, il Regno di Dio che Gesù ci rivela è sempre qualcosa di notevolmente diverso e misteriosamente presente e concreto.
È la realtà di Dio, la sua vita, il suo pensare, il suo operare, la sua aria, il suo respiro, la sua presenza, l'atto creativo, il dipanarsi del tempo, l'oltre, l'eternità.
Ma fanno parte di questo Regno anche tutte le cose create, inclusi gli uomini, che hanno ricevuto il soffio vitale dell'Altissimo.
Questo Regno allora è Luce, è lievito, è pace, è vita che scorre, è amore, è pegno d'eternità.
Signore, grazie perché ci sei, Tu sei il Re!
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Pur offrendo una analogia legata alla realtà terrena, il Regno di Dio che Gesù ci rivela è sempre qualcosa di notevolmente diverso e misteriosamente presente e concreto.
È la realtà di Dio, la sua vita, il suo pensare, il suo operare, la sua aria, il suo respiro, la sua presenza, l'atto creativo, il dipanarsi del tempo, l'oltre, l'eternità.
Ma fanno parte di questo Regno anche tutte le cose create, inclusi gli uomini, che hanno ricevuto il soffio vitale dell'Altissimo.
Questo Regno allora è Luce, è lievito, è pace, è vita che scorre, è amore, è pegno d'eternità.
Signore, grazie perché ci sei, Tu sei il Re!
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,12-19) In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi
discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni,
Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con
loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di
Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla
cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. "Ne scelse dodici " : Gesù chiama per nome i suoi Apostoli perché stessero con Lui,
così vale per i santi che festeggiamo oggi, Simone "lo zelota" e per Giuda, figlio di Giacomo, detto Taddeo, naturalmente diverso da Giuda Iscariota, il
traditore. Essi sono scelti dopo una intera notte di preghiera, quindi nella piena comunione con il Padre nello Spirito Santo. Gli Apostoli sono le "colonne"
della Chiesa, chiamati e mandati per annunziare il Vangelo al mondo intero e per santificare tutto il popolo di Dio. Signore, grazie per le tue chiamate e per la
salvezza che ci offri attraverso i tuoi ministri. Buina giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
"Ne scelse dodici " : Gesù chiama per nome i suoi Apostoli perché stessero con Lui, così vale per i santi che festeggiamo oggi, Simone "lo zelota" e per Giuda, figlio di Giacomo, detto Taddeo, naturalmente diverso da Giuda Iscariota, il traditore.
Essi sono scelti dopo una intera notte di preghiera, quindi nella piena comunione con il Padre nello Spirito Santo.
Gli Apostoli sono le "colonne" della Chiesa, chiamati e mandati per annunziare il Vangelo al mondo intero e per santificare tutto il popolo di Dio.
Signore, grazie per le tue chiamate e per la salvezza che ci offri attraverso i tuoi ministri.
Buina giornata, don Pasqualino.
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
"Ne scelse dodici " : Gesù chiama per nome i suoi Apostoli perché stessero con Lui, così vale per i santi che festeggiamo oggi, Simone "lo zelota" e per Giuda, figlio di Giacomo, detto Taddeo, naturalmente diverso da Giuda Iscariota, il traditore.
Essi sono scelti dopo una intera notte di preghiera, quindi nella piena comunione con il Padre nello Spirito Santo.
Gli Apostoli sono le "colonne" della Chiesa, chiamati e mandati per annunziare il Vangelo al mondo intero e per santificare tutto il popolo di Dio.
Signore, grazie per le tue chiamate e per la salvezza che ci offri attraverso i tuoi ministri.
Buina giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,31-35) In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è
necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme,
tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e
voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel
nome del Signore!”». È Gesù, nel rispetto obbediente al Padre, che deciderà la sua "ora" e non certo Erode o qualcun altro. Il Figlio di Dio si consegnerà
agli uomini nel tempo stabilito, liberamente, volontariamente, come dono di misericordia e di salvezza. Gerusalemme, la città santa per eccellenza, è il luogo stabilito
per l'offerta divina e lì si compirà l'opera del Signore. Così avverrà, si compirà il volere di Dio e il sangue di Cristo, l'unico autentico profeta,
irrorera' la terra di salvezza. Signore, donaci di convertirci a te con tutto il cuore e riempirci di misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,31-35)
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».
È Gesù, nel rispetto obbediente al Padre, che deciderà la sua "ora" e non certo Erode o qualcun altro. Il Figlio di Dio si consegnerà agli uomini nel tempo stabilito, liberamente, volontariamente, come dono di misericordia e di salvezza.
Gerusalemme, la città santa per eccellenza, è il luogo stabilito per l'offerta divina e lì si compirà l'opera del Signore.
Così avverrà, si compirà il volere di Dio e il sangue di Cristo, l'unico autentico profeta, irrorera' la terra di salvezza.
Signore, donaci di convertirci a te con tutto il cuore e riempirci di misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».
È Gesù, nel rispetto obbediente al Padre, che deciderà la sua "ora" e non certo Erode o qualcun altro. Il Figlio di Dio si consegnerà agli uomini nel tempo stabilito, liberamente, volontariamente, come dono di misericordia e di salvezza.
Gerusalemme, la città santa per eccellenza, è il luogo stabilito per l'offerta divina e lì si compirà l'opera del Signore.
Così avverrà, si compirà il volere di Dio e il sangue di Cristo, l'unico autentico profeta, irrorera' la terra di salvezza.
Signore, donaci di convertirci a te con tutto il cuore e riempirci di misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1-6) Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era
un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano,
lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano
rispondere nulla a queste parole. Quanto è misericordioso il Signore! Gesù guarisce un uomo di sabato, pur sapendo che si metterà contro i cultori della legge. Ci
insegna così che viene sempre prima la persona con le sue esigenze fondamentali e poi tutto il resto. Se avessimo maggiore attenzione verso coloro che soffrono, la
nostra fede ne uscirebbe di certo rafforzata. Signore, donaci coraggio e determinazione affinché possiamo essere veri seguaci di Gesù, il Buon Samaritano , che ha dato
se stesso totalmente per amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1-6)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Quanto è misericordioso il Signore!
Gesù guarisce un uomo di sabato, pur sapendo che si metterà contro i cultori della legge. Ci insegna così che viene sempre prima la persona con le sue esigenze fondamentali e poi tutto il resto.
Se avessimo maggiore attenzione verso coloro che soffrono, la nostra fede ne uscirebbe di certo rafforzata.
Signore, donaci coraggio e determinazione affinché possiamo essere veri seguaci di Gesù, il Buon Samaritano , che ha dato se stesso totalmente per amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Quanto è misericordioso il Signore!
Gesù guarisce un uomo di sabato, pur sapendo che si metterà contro i cultori della legge. Ci insegna così che viene sempre prima la persona con le sue esigenze fondamentali e poi tutto il resto.
Se avessimo maggiore attenzione verso coloro che soffrono, la nostra fede ne uscirebbe di certo rafforzata.
Signore, donaci coraggio e determinazione affinché possiamo essere veri seguaci di Gesù, il Buon Samaritano , che ha dato se stesso totalmente per amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-11) Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una
parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno
di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a
metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché
chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». In questa pagina evangelica troviamo una semplice, ma efficace lezione di umiltà. Questa virtù non
molto amata e quindi non molto praticata, è, invece, necessaria nel rapporto con Dio e con gli altri uomini. Essere umile porta ad avere una visione giusta di sé
stessi, offrendo notevoli spazi di crescita a chi la pratica sia a livello materiale che spirituale. Per questo essa diviene essenziale nel cammino di santità .
Signore, donaci di poter essere umili, fa' che ricerchiamo con sollecitudine questa preziosa virtù e Tu, pietoso, elargiscila nella tua misericordia. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-11)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
In questa pagina evangelica troviamo una semplice, ma efficace lezione di umiltà.
Questa virtù non molto amata e quindi non molto praticata, è, invece, necessaria nel rapporto con Dio e con gli altri uomini.
Essere umile porta ad avere una visione giusta di sé stessi, offrendo notevoli spazi di crescita a chi la pratica sia a livello materiale che spirituale.
Per questo essa diviene essenziale nel cammino di santità .
Signore, donaci di poter essere umili, fa' che ricerchiamo con sollecitudine questa preziosa virtù e Tu, pietoso, elargiscila nella tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
In questa pagina evangelica troviamo una semplice, ma efficace lezione di umiltà.
Questa virtù non molto amata e quindi non molto praticata, è, invece, necessaria nel rapporto con Dio e con gli altri uomini.
Essere umile porta ad avere una visione giusta di sé stessi, offrendo notevoli spazi di crescita a chi la pratica sia a livello materiale che spirituale.
Per questo essa diviene essenziale nel cammino di santità .
Signore, donaci di poter essere umili, fa' che ricerchiamo con sollecitudine questa preziosa virtù e Tu, pietoso, elargiscila nella tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità di Tutti i Santi. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a) In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui
i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché
saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per
la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa
mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Signore, in questo giorno di gioia celeste, ti benediciamo per tutti coloro che hai
riscattato per mezzo del tuo sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciuti durante il loro
pellegrinaggio sulla terra. Noi ti benediciamo per la beata speranza che è in noi di poter condividere le sorti di questa folla immensa di santi, di spiriti beati, e di
tutti coloro che sono giunti fino al trono della tua gloria, che ti cantano senza sosta e partecipano all’indicibile felicità che è in te, Santa Trinità. Concedici di
vedere i cieli aperti come hai promesso, e che la gloria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte
le cose come passeggere.
Buona Solennità di Tutti i Santi.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Signore, in questo giorno di gioia celeste, ti benediciamo per tutti coloro che hai riscattato per mezzo del tuo sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciuti durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Noi ti benediciamo per la beata speranza che è in noi di poter condividere le sorti di questa folla immensa di santi, di spiriti beati, e di tutti coloro che sono giunti fino al trono della tua gloria, che ti cantano senza sosta e partecipano all’indicibile felicità che è in te, Santa Trinità. Concedici di vedere i cieli aperti come hai promesso, e che la gloria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte le cose come passeggere.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Signore, in questo giorno di gioia celeste, ti benediciamo per tutti coloro che hai riscattato per mezzo del tuo sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciuti durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Noi ti benediciamo per la beata speranza che è in noi di poter condividere le sorti di questa folla immensa di santi, di spiriti beati, e di tutti coloro che sono giunti fino al trono della tua gloria, che ti cantano senza sosta e partecipano all’indicibile felicità che è in te, Santa Trinità. Concedici di vedere i cieli aperti come hai promesso, e che la gloria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte le cose come passeggere.
Ultimo aggiornamento: nov 01, 2020 5:33:14pm
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Commemorazione dei fratelli e delle sorelle defunti. L'eterno riposo dona loro Signore e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen Dal Vangelo
secondo Giovanni (Gv 6,37-40) In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché
sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla
di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita
eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Fino a quando il Signore Gesù verrà nella gloria, e distrutta la morte gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni
suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine godono della gloria contemplando Dio. Tutti però
comunichiamo nella stessa carità di Dio. L’unione quindi di coloro che sono in cammino con i fratelli morti non è minimamente spezzata, anzi è conservata dalla
comunione dei beni spirituali (cf. Conc. Vat. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, 49).
Commemorazione dei fratelli e delle sorelle defunti.
L'eterno riposo dona loro Signore e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Fino a quando il Signore Gesù verrà nella gloria, e distrutta la morte gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine godono della gloria contemplando Dio. Tutti però comunichiamo nella stessa carità di Dio. L’unione quindi di coloro che sono in cammino con i fratelli morti non è minimamente spezzata, anzi è conservata dalla comunione dei beni spirituali (cf. Conc. Vat. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, 49).
L'eterno riposo dona loro Signore e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Fino a quando il Signore Gesù verrà nella gloria, e distrutta la morte gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri che sono passati da questa vita stanno purificandosi, altri infine godono della gloria contemplando Dio. Tutti però comunichiamo nella stessa carità di Dio. L’unione quindi di coloro che sono in cammino con i fratelli morti non è minimamente spezzata, anzi è conservata dalla comunione dei beni spirituali (cf. Conc. Vat. II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, 49).
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,15-24) In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose:
«Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro,
cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e
vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone.
Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il
servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad
entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”». Non accettare l'invito del padrone di
casa a questa cena, unica, irripetibile, fondamentale per motivi non certo essenziali, significa autoescludersi dalla possibilità di essere salvati. La parabola che
Gesù racconta, vuole mettere in evidenza proprio questo: la chiamata, l'invito, sono irrevocabili. Dio allora si rivolge ad altri, perché tutti possano prendere
parte alla sua festa. Signore, rendici capaci di ascoltare e comprendere l'essenzialità della tua Parola di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Non accettare l'invito del padrone di casa a questa cena, unica, irripetibile, fondamentale per motivi non certo essenziali, significa autoescludersi dalla possibilità di essere salvati.
La parabola che Gesù racconta, vuole mettere in evidenza proprio questo: la chiamata, l'invito, sono irrevocabili.
Dio allora si rivolge ad altri, perché tutti possano prendere parte alla sua festa.
Signore, rendici capaci di ascoltare e comprendere l'essenzialità della tua Parola di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Non accettare l'invito del padrone di casa a questa cena, unica, irripetibile, fondamentale per motivi non certo essenziali, significa autoescludersi dalla possibilità di essere salvati.
La parabola che Gesù racconta, vuole mettere in evidenza proprio questo: la chiamata, l'invito, sono irrevocabili.
Dio allora si rivolge ad altri, perché tutti possano prendere parte alla sua festa.
Signore, rendici capaci di ascoltare e comprendere l'essenzialità della tua Parola di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,25-33) n quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami
suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non
viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a
termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a
costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con
diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non
rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Cosa comporta essere discepoli di Gesù? Una decisione radicale: amare il Maestro più di qualsiasi altra
creatura e qualsiasi altra cosa. E amarlo significa concretamente ascoltarlo, seguirlo senza condizioni, operare secondo le sue indicazioni, affrontare qualsiasi prova
rimanendo fedeli a Lui. È una decisione per la vita, non di un momento. Una scelta per sempre. È vivere un amore forte e grande che dà significato e forza a qualsiasi
altro amore, che comunque resta meno forte di questo. Signore, donaci il tuo Santo Spirito, per poterti amare con tutto noi stessi e amare così anche gli altri. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,25-33)
n quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Cosa comporta essere discepoli di Gesù?
Una decisione radicale: amare il Maestro più di qualsiasi altra creatura e qualsiasi altra cosa. E amarlo significa concretamente ascoltarlo, seguirlo senza condizioni, operare secondo le sue indicazioni, affrontare qualsiasi prova rimanendo fedeli a Lui.
È una decisione per la vita, non di un momento. Una scelta per sempre. È vivere un amore forte e grande che dà significato e forza a qualsiasi altro amore, che comunque resta meno forte di questo.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito, per poterti amare con tutto noi stessi e amare così anche gli altri.
Buona giornata, don Pasqualino.
n quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Cosa comporta essere discepoli di Gesù?
Una decisione radicale: amare il Maestro più di qualsiasi altra creatura e qualsiasi altra cosa. E amarlo significa concretamente ascoltarlo, seguirlo senza condizioni, operare secondo le sue indicazioni, affrontare qualsiasi prova rimanendo fedeli a Lui.
È una decisione per la vita, non di un momento. Una scelta per sempre. È vivere un amore forte e grande che dà significato e forza a qualsiasi altro amore, che comunque resta meno forte di questo.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito, per poterti amare con tutto noi stessi e amare così anche gli altri.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 15,1-10) In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo:
«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel
deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e
dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si
converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e
spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta
che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Basterebbero già queste due parabole per capire
com'è fatto il cuore di Dio! Gesù ce lo rivela in pienezza: Dio è amore. Ecco perché Lui è venuto, per salvare tutti coloro che erano nella schiavitù del peccato,
offrendo loro la vita e la dignità di figli. Se da una parte si è consapevoli di essere peccatori, e bisogna dolersene, dall'altra essere portati sulle spalle dal
Buon Pastore è un'esperienza di conversione che ti prende tutta la vita. Essere al centro dell'attenzione di un Dio che ti ricerca non può che conquistarti
senza riserve al suo amore misericordioso. Signore, grazie perché mi ami immensamente, fa' che possa amarti sopra ogni cosa. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 15,1-10)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Basterebbero già queste due parabole per capire com'è fatto il cuore di Dio!
Gesù ce lo rivela in pienezza: Dio è amore.
Ecco perché Lui è venuto, per salvare tutti coloro che erano nella schiavitù del peccato, offrendo loro la vita e la dignità di figli.
Se da una parte si è consapevoli di essere peccatori, e bisogna dolersene, dall'altra essere portati sulle spalle dal Buon Pastore è un'esperienza di conversione che ti prende tutta la vita.
Essere al centro dell'attenzione di un Dio che ti ricerca non può che conquistarti senza riserve al suo amore misericordioso.
Signore, grazie perché mi ami immensamente, fa' che possa amarti sopra ogni cosa.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Basterebbero già queste due parabole per capire com'è fatto il cuore di Dio!
Gesù ce lo rivela in pienezza: Dio è amore.
Ecco perché Lui è venuto, per salvare tutti coloro che erano nella schiavitù del peccato, offrendo loro la vita e la dignità di figli.
Se da una parte si è consapevoli di essere peccatori, e bisogna dolersene, dall'altra essere portati sulle spalle dal Buon Pastore è un'esperienza di conversione che ti prende tutta la vita.
Essere al centro dell'attenzione di un Dio che ti ricerca non può che conquistarti senza riserve al suo amore misericordioso.
Signore, grazie perché mi ami immensamente, fa' che possa amarti sopra ogni cosa.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,1-8) In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i
suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra
sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò
stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al
mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”.
Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con
scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Gesù abbastanza provocatoriamente in questa parabola, loda
l'agire scaltro di un amministratore disonesto, non certo per l'azione che compie, quanto invece per lo stratagemma creato. Invita, quindi, i suoi a mettere
sempre un pizzico di scaltrezza in più per conseguire le realtà dello spirito e del bene. Il regno di Dio deve essere conquistato e allora tutti i mezzi che lo Spirito
del Signore ci mette a disposizione vanno utilizzati con intelligenza e con fortezza. Signore, aiutaci ad essere testimoni forti e coraggiosi nella nostra testimonianza
di vita cristiana. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Gesù abbastanza provocatoriamente in questa parabola, loda l'agire scaltro di un amministratore disonesto, non certo per l'azione che compie, quanto invece per lo stratagemma creato.
Invita, quindi, i suoi a mettere sempre un pizzico di scaltrezza in più per conseguire le realtà dello spirito e del bene.
Il regno di Dio deve essere conquistato e allora tutti i mezzi che lo Spirito del Signore ci mette a disposizione vanno utilizzati con intelligenza e con fortezza.
Signore, aiutaci ad essere testimoni forti e coraggiosi nella nostra testimonianza di vita cristiana.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Gesù abbastanza provocatoriamente in questa parabola, loda l'agire scaltro di un amministratore disonesto, non certo per l'azione che compie, quanto invece per lo stratagemma creato.
Invita, quindi, i suoi a mettere sempre un pizzico di scaltrezza in più per conseguire le realtà dello spirito e del bene.
Il regno di Dio deve essere conquistato e allora tutti i mezzi che lo Spirito del Signore ci mette a disposizione vanno utilizzati con intelligenza e con fortezza.
Signore, aiutaci ad essere testimoni forti e coraggiosi nella nostra testimonianza di vita cristiana.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,9-15) In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare,
essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche
in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi
darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire
Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si
ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». Gesù ci mette in guardia
circa le ricchezze e in particolare quelle false. Si rischia di rimanere schiavi. Invece, bisogna servire fedelmente Dio, per essere liberati dai lacci dei vizi e delle
ingiustizie Non si possono avere due padroni , chi scegliamo di amare? La verità nei nostri cuori Dio la conosce e predilige chi non gli racconta bugie. Signore, donaci
un cuore libero e generoso nel dedicarci alla tua lode e al servizio dei fratelli. Buina giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,9-15)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
Gesù ci mette in guardia circa le ricchezze e in particolare quelle false. Si rischia di rimanere schiavi. Invece, bisogna servire fedelmente Dio, per essere liberati dai lacci dei vizi e delle ingiustizie
Non si possono avere due padroni , chi scegliamo di amare?
La verità nei nostri cuori Dio la conosce e predilige chi non gli racconta bugie.
Signore, donaci un cuore libero e generoso nel dedicarci alla tua lode e al servizio dei fratelli.
Buina giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
Gesù ci mette in guardia circa le ricchezze e in particolare quelle false. Si rischia di rimanere schiavi. Invece, bisogna servire fedelmente Dio, per essere liberati dai lacci dei vizi e delle ingiustizie
Non si possono avere due padroni , chi scegliamo di amare?
La verità nei nostri cuori Dio la conosce e predilige chi non gli racconta bugie.
Signore, donaci un cuore libero e generoso nel dedicarci alla tua lode e al servizio dei fratelli.
Buina giornata, don Pasqualino.
ORARI MESSE.
Durante la settimana la messa è alle ore 18:00.
Il sabato è alle ore 18:00.
La domenica le messe sono alle 8:30, 11:30 e 18:00.
Durante la settimana la messa è alle ore 18:00.
Il sabato è alle ore 18:00.
La domenica le messe sono alle 8:30, 11:30 e 18:00.
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Buona Domenica XXXII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25, 1-13) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è
simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non
presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A
mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge:
Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e
compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più
tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché
non sapete né il giorno né l’ora”. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, rendici degni di partecipare al tuo banchetto regale e fa' che alimentiamo l'olio delle
nostre lampade, perché non si estinguano nell'attesa, ma quando tu verrai saremo pronti a correrti incontro, per entrare con te alla festa nuziale."
Buona Domenica XXXII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25, 1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, rendici degni di partecipare al tuo banchetto regale e fa' che alimentiamo l'olio delle nostre lampade, perché non si estinguano nell'attesa, ma quando tu verrai saremo pronti a correrti incontro, per entrare con te alla festa nuziale."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25, 1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, rendici degni di partecipare al tuo banchetto regale e fa' che alimentiamo l'olio delle nostre lampade, perché non si estinguano nell'attesa, ma quando tu verrai saremo pronti a correrti incontro, per entrare con te alla festa nuziale."
Ultimo aggiornamento: nov 08, 2020 5:40:36pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-22) Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là
seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne
rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono
che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro
Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre
giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e
credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Si celebra oggi la festa della Dedicazione, cioè della consacrazione, della Basilica del Laterano, la Cattedrale
di Roma. Il vangelo ci presenta Gesù che, con grande "zelo" , purifica il Tempio, scacciando via da lì tutti coloro che curavano i loro affari piuttosto che
la lode di Dio. Gesù ci esorta quindi a rispettare sempre ogni luogo santo dove Dio sceglie di rendersi presente, ma in particolare di essere sempre rispettosi di ogni
persona, tempio di Dio e segno della sua gloria. Signore, fa' del nostro cuore sempre il tempio privilegiato per la tua lode e la tua gloria. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Si celebra oggi la festa della Dedicazione, cioè della consacrazione, della Basilica del Laterano, la Cattedrale di Roma.
Il vangelo ci presenta Gesù che, con grande "zelo" , purifica il Tempio, scacciando via da lì tutti coloro che curavano i loro affari piuttosto che la lode di Dio.
Gesù ci esorta quindi a rispettare sempre ogni luogo santo dove Dio sceglie di rendersi presente, ma in particolare di essere sempre rispettosi di ogni persona, tempio di Dio e segno della sua gloria.
Signore, fa' del nostro cuore sempre il tempio privilegiato per la tua lode e la tua gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Si celebra oggi la festa della Dedicazione, cioè della consacrazione, della Basilica del Laterano, la Cattedrale di Roma.
Il vangelo ci presenta Gesù che, con grande "zelo" , purifica il Tempio, scacciando via da lì tutti coloro che curavano i loro affari piuttosto che la lode di Dio.
Gesù ci esorta quindi a rispettare sempre ogni luogo santo dove Dio sceglie di rendersi presente, ma in particolare di essere sempre rispettosi di ogni persona, tempio di Dio e segno della sua gloria.
Signore, fa' del nostro cuore sempre il tempio privilegiato per la tua lode e la tua gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,7-10) In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo:
“Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai
e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato,
dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Oggi Gesù ci imparte una lezione di umiltà. Davanti a Dio non possiamo avanzare pretese! Egli è
padrone di ogni cosa creata e può disporre a suo piacimento. Sappiamo, comunque, che nella sua bontà e misericordia Egli ci tratta come figli. Gesù allora ci chiede di
assumere un atteggiamento: servire per amore. È il servizio fatto per amore e con amore, che non pretende per sé nulla, ma si compiace semplicemente per il bene che gli
altri hanno ricevuto. Signore, facci riconoscere quello che realmente siamo per poter gustare quello che tu sei realmente: amore e misericordia. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,7-10)
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Oggi Gesù ci imparte una lezione di umiltà.
Davanti a Dio non possiamo avanzare pretese! Egli è padrone di ogni cosa creata e può disporre a suo piacimento. Sappiamo, comunque, che nella sua bontà e misericordia Egli ci tratta come figli.
Gesù allora ci chiede di assumere un atteggiamento: servire per amore. È il servizio fatto per amore e con amore, che non pretende per sé nulla, ma si compiace semplicemente per il bene che gli altri hanno ricevuto.
Signore, facci riconoscere quello che realmente siamo per poter gustare quello che tu sei realmente: amore e misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Oggi Gesù ci imparte una lezione di umiltà.
Davanti a Dio non possiamo avanzare pretese! Egli è padrone di ogni cosa creata e può disporre a suo piacimento. Sappiamo, comunque, che nella sua bontà e misericordia Egli ci tratta come figli.
Gesù allora ci chiede di assumere un atteggiamento: servire per amore. È il servizio fatto per amore e con amore, che non pretende per sé nulla, ma si compiace semplicemente per il bene che gli altri hanno ricevuto.
Signore, facci riconoscere quello che realmente siamo per poter gustare quello che tu sei realmente: amore e misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19) Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro
dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai
sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi
piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse
indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Dei dieci lebbrosi solo un Samaritano, cioè
uno straniero e per di più considerato eretico dagli ebrei, torna a ringraziare Gesù. Hanno creduto, hanno ottenuto, ma in nove non hanno ringraziato. Percepire la
gioia della gratitudine significa un'apertura di cuore umile e disponibile, capace di accogliere e nello stesso tempo di donare. Il ringraziamento ci apre la
strada della carità. Signore, donaci di fronte ai tuoi doni di misericordia la capacità di lodarti e di ringraziarti e di poterlo fare donando con gioia ciò che abbiamo
ricevuto. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Dei dieci lebbrosi solo un Samaritano, cioè uno straniero e per di più considerato eretico dagli ebrei, torna a ringraziare Gesù.
Hanno creduto, hanno ottenuto, ma in nove non hanno ringraziato.
Percepire la gioia della gratitudine significa un'apertura di cuore umile e disponibile, capace di accogliere e nello stesso tempo di donare. Il ringraziamento ci apre la strada della carità.
Signore, donaci di fronte ai tuoi doni di misericordia la capacità di lodarti e di ringraziarti e di poterlo fare donando con gioia ciò che abbiamo ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Dei dieci lebbrosi solo un Samaritano, cioè uno straniero e per di più considerato eretico dagli ebrei, torna a ringraziare Gesù.
Hanno creduto, hanno ottenuto, ma in nove non hanno ringraziato.
Percepire la gioia della gratitudine significa un'apertura di cuore umile e disponibile, capace di accogliere e nello stesso tempo di donare. Il ringraziamento ci apre la strada della carità.
Signore, donaci di fronte ai tuoi doni di misericordia la capacità di lodarti e di ringraziarti e di poterlo fare donando con gioia ciò che abbiamo ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,20-25) In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in
modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno
giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non
seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra
molto e venga rifiutato da questa generazione». Le pagine del Vangelo in questi ultimi giorni dell'anno liturgico, assumono un leggero tono
"apocalittico". Gesù ci parla del "regno di Dio". Egli ci ha rivelato la vita di Dio e il suo mistero di salvezza, realizzato nel mistero Pasquale
della sua Morte e Risurrezione. Non preoccupiamoci eccessivamente, allora, di dover vedere segni dal cielo. Credere significa vivere alla luce dell'avvenimento che
ha cambiato la storia e attendere con impegno e forte speranza il suo compimento. Signore, fa' che il nostro cuore desideri ardentemente trovarti, per poter
camminare con te, senza perderci, sul sentiero tuo Regno. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,20-25)
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Le pagine del Vangelo in questi ultimi giorni dell'anno liturgico, assumono un leggero tono "apocalittico".
Gesù ci parla del "regno di Dio". Egli ci ha rivelato la vita di Dio e il suo mistero di salvezza, realizzato nel mistero Pasquale della sua Morte e Risurrezione.
Non preoccupiamoci eccessivamente, allora, di dover vedere segni dal cielo. Credere significa vivere alla luce dell'avvenimento che ha cambiato la storia e attendere con impegno e forte speranza il suo compimento.
Signore, fa' che il nostro cuore desideri ardentemente trovarti, per poter camminare con te, senza perderci, sul sentiero tuo Regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Le pagine del Vangelo in questi ultimi giorni dell'anno liturgico, assumono un leggero tono "apocalittico".
Gesù ci parla del "regno di Dio". Egli ci ha rivelato la vita di Dio e il suo mistero di salvezza, realizzato nel mistero Pasquale della sua Morte e Risurrezione.
Non preoccupiamoci eccessivamente, allora, di dover vedere segni dal cielo. Credere significa vivere alla luce dell'avvenimento che ha cambiato la storia e attendere con impegno e forte speranza il suo compimento.
Signore, fa' che il nostro cuore desideri ardentemente trovarti, per poter camminare con te, senza perderci, sul sentiero tuo Regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,26-37) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo:
mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei
giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece
morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non
scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la
perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare
nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno
insieme anche gli avvoltoi». Anche oggi la pagina del Vangelo ha un'aria apocalittica. I riferimenti a Noe' e a Lot ci indicano comunque realtà di salvezza,
di purificazione e di speranza. Il rischio che si corre è quello di non accorgersi di nulla, il tutto può apparire e sembrare "scontato", ma decisamente porta
alla distruzione e alla morte. Invece, chi appartiene a Dio, partecipa sempre in maniera consapevole al cammino da Lui tracciato e che conduce alle soglie
dell'eternità. Signore, donaci forza per affrontare ogni prova con coraggio e speranza per attendere i tuoi doni di pace e di gioia. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,26-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Anche oggi la pagina del Vangelo ha un'aria apocalittica. I riferimenti a Noe' e a Lot ci indicano comunque realtà di salvezza, di purificazione e di speranza. Il rischio che si corre è quello di non accorgersi di nulla, il tutto può apparire e sembrare "scontato", ma decisamente porta alla distruzione e alla morte. Invece, chi appartiene a Dio, partecipa sempre in maniera consapevole al cammino da Lui tracciato e che conduce alle soglie dell'eternità.
Signore, donaci forza per affrontare ogni prova con coraggio e speranza per attendere i tuoi doni di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Anche oggi la pagina del Vangelo ha un'aria apocalittica. I riferimenti a Noe' e a Lot ci indicano comunque realtà di salvezza, di purificazione e di speranza. Il rischio che si corre è quello di non accorgersi di nulla, il tutto può apparire e sembrare "scontato", ma decisamente porta alla distruzione e alla morte. Invece, chi appartiene a Dio, partecipa sempre in maniera consapevole al cammino da Lui tracciato e che conduce alle soglie dell'eternità.
Signore, donaci forza per affrontare ogni prova con coraggio e speranza per attendere i tuoi doni di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8) In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città
viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il
mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto
fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse
giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio
dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Da quanto stiamo chiedendo anche noi, con tutta la Chiesa, di essere liberati dal male presente? Forse ci siamo
anche scoraggiati , ma Gesù con questa parabola ci insegna a non cessare mai di pregare, al di là delle cose che possiamo ottenere, perché Dio è buono e ascolta i suoi
figli e sicuramente nella sua misericordia concederà ciò che viene richiesto. Perseveranza dunque, senza stancarsi. Curiamo con grande impegno, nello stesso tempo, la
nostra testimonianza di fede, perché sia sempre pura e viva. Signore, noi crediamo in te, Padre, Figlio e Spirito Santo, Unico Dio, a cui appartiene la vita e la gloria
ora e per sempre. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà
tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Da quanto stiamo chiedendo anche noi, con tutta la Chiesa, di essere liberati dal male presente? Forse ci siamo anche scoraggiati , ma Gesù con questa parabola ci insegna a non cessare mai di pregare, al di là delle cose che possiamo ottenere, perché Dio è buono e ascolta i suoi figli e sicuramente nella sua misericordia concederà ciò che viene richiesto. Perseveranza dunque, senza stancarsi.
Curiamo con grande impegno, nello stesso tempo, la nostra testimonianza di fede, perché sia sempre pura e viva.
Signore, noi crediamo in te, Padre, Figlio e Spirito Santo, Unico Dio, a cui appartiene la vita e la gloria ora e per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà
tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Da quanto stiamo chiedendo anche noi, con tutta la Chiesa, di essere liberati dal male presente? Forse ci siamo anche scoraggiati , ma Gesù con questa parabola ci insegna a non cessare mai di pregare, al di là delle cose che possiamo ottenere, perché Dio è buono e ascolta i suoi figli e sicuramente nella sua misericordia concederà ciò che viene richiesto. Perseveranza dunque, senza stancarsi.
Curiamo con grande impegno, nello stesso tempo, la nostra testimonianza di fede, perché sia sempre pura e viva.
Signore, noi crediamo in te, Padre, Figlio e Spirito Santo, Unico Dio, a cui appartiene la vita e la gloria ora e per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXXIII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,14-30) [In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Avverrà come a un
uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di
ciascuno; poi partì.] Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne
guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [Dopo molto tempo il
padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai
consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su
molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.] Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho
guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo
padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove
non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi
che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con
l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto
anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Parola del Signore. Preghiera sul Vangelo: "O Padre,
fa' che la nostra buona volontà moltiplichi i frutti della tua provvidenza; rendici sempre operosi e vigilanti in attesa del tuo giorno nella speranza di sentirci
chiamare servi buoni e fedeli, e così entrare nella gioia del tuo Regno."
Buona Domenica XXXIII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,14-30)
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.] Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.] Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Parola del Signore.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, fa' che la nostra buona volontà moltiplichi i frutti della tua provvidenza; rendici sempre operosi e vigilanti in attesa del tuo giorno nella speranza di sentirci chiamare servi buoni e fedeli, e così entrare nella gioia del tuo Regno."
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,14-30)
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.] Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.] Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Parola del Signore.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, fa' che la nostra buona volontà moltiplichi i frutti della tua provvidenza; rendici sempre operosi e vigilanti in attesa del tuo giorno nella speranza di sentirci chiamare servi buoni e fedeli, e così entrare nella gioia del tuo Regno."
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,35-43) Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa
accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo
rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando
fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti
ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di
me"! È il grido del cieco, ma che deve essere anche il nostro, esso è una preghiera da elevare ogni giorno al Signore, per essere guariti nel cuore e riacquistare
così la capacità di vedere oltre il visibile, nel mistero misericordioso di Dio. La fede deve avere in sé fiducia e tenacia, bisogna "osare" confidando
nell'amore che Dio ha per noi. Ci salviamo solo se la fede ci fa riconoscere, umilmente, la presenza dell'Altissimo accanto a noi. Signore, Padre, Figlio e
Spirito Santo, abbi pietà di noi sostieni la nostra fede e accompagnaci con la tua luce sul sentiero che porta alla meta della nostra salvezza. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,35-43)
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente,
domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio
"Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me"!
È il grido del cieco, ma che deve essere anche il nostro, esso è una preghiera da elevare ogni giorno al Signore, per essere guariti nel cuore e riacquistare così la capacità di vedere oltre il visibile, nel mistero misericordioso di Dio.
La fede deve avere in sé fiducia e tenacia, bisogna "osare" confidando nell'amore che Dio ha per noi. Ci salviamo solo se la fede ci fa riconoscere, umilmente, la presenza dell'Altissimo accanto a noi.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, abbi pietà di noi sostieni la nostra fede e accompagnaci con la tua luce sul sentiero che porta alla meta della nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente,
domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio
"Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me"!
È il grido del cieco, ma che deve essere anche il nostro, esso è una preghiera da elevare ogni giorno al Signore, per essere guariti nel cuore e riacquistare così la capacità di vedere oltre il visibile, nel mistero misericordioso di Dio.
La fede deve avere in sé fiducia e tenacia, bisogna "osare" confidando nell'amore che Dio ha per noi. Ci salviamo solo se la fede ci fa riconoscere, umilmente, la presenza dell'Altissimo accanto a noi.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, abbi pietà di noi sostieni la nostra fede e accompagnaci con la tua luce sul sentiero che porta alla meta della nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10) In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani
e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su
un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco,
Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la
salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». La vera conversione ha il suo inizio
nell'incontro personale con Dio e si conclude in un cambiamento totale di vita. È quello che succede a Zaccheo, ma è quello che ci auguriamo sia successo o succeda
anche a noi. Non perdiamo l'attimo, il "kairos", il tempo di Dio, perché il Signore passa, viene da te a chiamarti e farti scendere da tutti i
piedistalli che ci impediscono di camminare. Signore, fa' che possiamo aprirti la porta della nostra vita, anzi, permettici di corretti incontro per ricevere da
te, chiamati per nome, il dolce invito di stare con noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
La vera conversione ha il suo inizio nell'incontro personale con Dio e si conclude in un cambiamento totale di vita. È quello che succede a Zaccheo, ma è quello che ci auguriamo sia successo o succeda anche a noi.
Non perdiamo l'attimo, il "kairos", il tempo di Dio, perché il Signore passa, viene da te a chiamarti e farti scendere da tutti i piedistalli che ci impediscono di camminare.
Signore, fa' che possiamo aprirti la porta della nostra vita, anzi, permettici di corretti incontro per ricevere da te, chiamati per nome, il dolce invito di stare con noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
La vera conversione ha il suo inizio nell'incontro personale con Dio e si conclude in un cambiamento totale di vita. È quello che succede a Zaccheo, ma è quello che ci auguriamo sia successo o succeda anche a noi.
Non perdiamo l'attimo, il "kairos", il tempo di Dio, perché il Signore passa, viene da te a chiamarti e farti scendere da tutti i piedistalli che ci impediscono di camminare.
Signore, fa' che possiamo aprirti la porta della nostra vita, anzi, permettici di corretti incontro per ricevere da te, chiamati per nome, il dolce invito di stare con noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19, 11-28) In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse
manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci
dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una
delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva
consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene,
servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha
fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto
nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose:
“Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato:
perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e
datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E
quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo
verso Gerusalemme. Gesù richiama i discepoli alla perseveranza fattiva e non ad una attesa passiva degli eventi di salvezza. Questa parabola che definirei
"esigente", ci insegna ad essere vigilanti nell'operosità. Vegliare non significa semplicemente non dormire, ma essere attenti a compiere il bene che
volta per volta ci viene richiesto. Chi offre se stesso e le sue cose con generosità, si accorge di certo che sta ricevendo molto di più di quanto potesse pensare. Dio
ama chi con generosità dà tutto se stesso. Signore, ti vogliamo lodare e rendere grazie per tutto ciò che ci offri in dono, fa' che nella fedeltà e nella
generosità ci attiviamo per realizzare le "esigenze" del tuo regno. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19, 11-28)
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Gesù richiama i discepoli alla perseveranza fattiva e non ad una attesa passiva degli eventi di salvezza.
Questa parabola che definirei "esigente", ci insegna ad essere vigilanti nell'operosità.
Vegliare non significa semplicemente non dormire, ma essere attenti a compiere il bene che volta per volta ci viene richiesto.
Chi offre se stesso e le sue cose con generosità, si accorge di certo che sta ricevendo molto di più di quanto potesse pensare. Dio ama chi con generosità dà tutto se stesso.
Signore, ti vogliamo lodare e rendere grazie per tutto ciò che ci offri in dono, fa' che nella fedeltà e nella generosità ci attiviamo per realizzare le "esigenze" del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Gesù richiama i discepoli alla perseveranza fattiva e non ad una attesa passiva degli eventi di salvezza.
Questa parabola che definirei "esigente", ci insegna ad essere vigilanti nell'operosità.
Vegliare non significa semplicemente non dormire, ma essere attenti a compiere il bene che volta per volta ci viene richiesto.
Chi offre se stesso e le sue cose con generosità, si accorge di certo che sta ricevendo molto di più di quanto potesse pensare. Dio ama chi con generosità dà tutto se stesso.
Signore, ti vogliamo lodare e rendere grazie per tutto ciò che ci offri in dono, fa' che nella fedeltà e nella generosità ci attiviamo per realizzare le "esigenze" del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,41-44) In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche
tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti
assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il
tempo in cui sei stata visitata». Gesù si commuove di fronte alla sorte che toccherà a Gerusalemme. Un'altra grande tragedia, frutto del peccato dell'uomo,
che chiude gli occhi e il cuore al dono della presenza di Dio. È il pianto di Dio, per il peccato dell'uomo, per chi soffre, per chi è rifiutato e perseguitato. È
il dolore di Dio per ogni morte innocente. Signore, aiutaci a riconoscere la tua presenza fra noi; la tua misericordia ci perdoni e il tuo amore ci purifichi e ci
salvi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,41-44)
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Gesù si commuove di fronte alla sorte che toccherà a Gerusalemme. Un'altra grande tragedia, frutto del peccato dell'uomo, che chiude gli occhi e il cuore al dono della presenza di Dio.
È il pianto di Dio, per il peccato dell'uomo, per chi soffre, per chi è rifiutato e perseguitato.
È il dolore di Dio per ogni morte innocente.
Signore, aiutaci a riconoscere la tua presenza fra noi; la tua misericordia ci perdoni e il tuo amore ci purifichi e ci salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Gesù si commuove di fronte alla sorte che toccherà a Gerusalemme. Un'altra grande tragedia, frutto del peccato dell'uomo, che chiude gli occhi e il cuore al dono della presenza di Dio.
È il pianto di Dio, per il peccato dell'uomo, per chi soffre, per chi è rifiutato e perseguitato.
È il dolore di Dio per ogni morte innocente.
Signore, aiutaci a riconoscere la tua presenza fra noi; la tua misericordia ci perdoni e il tuo amore ci purifichi e ci salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Stasera alle 19:45 il gruppo Giovani di Azione Cattolica vivrà un momento di Adorazione Eucaristica aperto a tutta la comunità.
Vi aspettiamo 😁
Vi aspettiamo 😁
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,45-48) In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà
casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così
anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. La pagina del Vangelo oggi ci offre un Gesù
forte, irruente,coraggioso, amante del del vero e del giusto e zelante della santità del Tempio Per questo il Tempio deve recuperare la sua vera identità che è quella
di essere esclusivamente luogo di preghiera. Molti, per i loro pregiudizi e per i loro interessi non hanno accolto Gesù. Da parte nostra cerchiamo di non avere alcun
pregiudizio, ad ogni persona offriamo una chance, ad ognuno un diritto di ascolto. Signore,donaci di poter godere della tua presenza, nel tuo luogo santo e di poterti
trovare nel cuore di ogni fratello. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,45-48)
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
La pagina del Vangelo oggi ci offre un Gesù forte, irruente,coraggioso, amante del del vero e del giusto e zelante della santità del Tempio
Per questo il Tempio deve recuperare la sua vera identità che è quella di essere esclusivamente luogo di preghiera.
Molti, per i loro pregiudizi e per i loro interessi non hanno accolto Gesù. Da parte nostra cerchiamo di non avere alcun pregiudizio, ad ogni persona offriamo una chance, ad ognuno un diritto di ascolto.
Signore,donaci di poter godere della tua presenza, nel tuo luogo santo e di poterti trovare nel cuore di ogni fratello.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
La pagina del Vangelo oggi ci offre un Gesù forte, irruente,coraggioso, amante del del vero e del giusto e zelante della santità del Tempio
Per questo il Tempio deve recuperare la sua vera identità che è quella di essere esclusivamente luogo di preghiera.
Molti, per i loro pregiudizi e per i loro interessi non hanno accolto Gesù. Da parte nostra cerchiamo di non avere alcun pregiudizio, ad ogni persona offriamo una chance, ad ognuno un diritto di ascolto.
Signore,donaci di poter godere della tua presenza, nel tuo luogo santo e di poterti trovare nel cuore di ogni fratello.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50) In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i
miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli,
egli è per me fratello, sorella e madre». Oggi si celebra una delle più antiche memorie in onore della Madonna: la Presentazione della Vergine Maria al Tempio. È la sua
consacrazione, già da bambina, a Dio. Nell'episodio del Vangelo sembra che Gesù parli in maniera distaccata di sua madre, invece ne tesse decisamente
l'elogio. Infatti chi più di Maria ha messo in pratica la volontà di Dio? O chi più di Maria ha ascoltato e creduto in Gesù? Ella è veramente madre e discepola! O
Maria , madre dolcissima, presenta tutti noi con tenerezza al tuo Figlio divino. Signore, concedi anche a noi di poter consacrare ogni istante della nostra vita al tuo
volere, per essere discepoli fedeli e capaci di seguirti sulla via della croce e della risurrezione. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Oggi si celebra una delle più antiche memorie in onore della Madonna: la Presentazione della Vergine Maria al Tempio. È la sua consacrazione, già da bambina, a Dio.
Nell'episodio del Vangelo sembra che Gesù parli in maniera distaccata di sua madre, invece ne tesse decisamente l'elogio. Infatti chi più di Maria ha messo in pratica la volontà di Dio? O chi più di Maria ha ascoltato e creduto in Gesù? Ella è veramente madre e discepola! O Maria , madre dolcissima, presenta tutti noi con tenerezza al tuo Figlio divino.
Signore, concedi anche a noi di poter consacrare ogni istante della nostra vita al tuo volere, per essere discepoli fedeli e capaci di seguirti sulla via della croce e della risurrezione.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Oggi si celebra una delle più antiche memorie in onore della Madonna: la Presentazione della Vergine Maria al Tempio. È la sua consacrazione, già da bambina, a Dio.
Nell'episodio del Vangelo sembra che Gesù parli in maniera distaccata di sua madre, invece ne tesse decisamente l'elogio. Infatti chi più di Maria ha messo in pratica la volontà di Dio? O chi più di Maria ha ascoltato e creduto in Gesù? Ella è veramente madre e discepola! O Maria , madre dolcissima, presenta tutti noi con tenerezza al tuo Figlio divino.
Signore, concedi anche a noi di poter consacrare ogni istante della nostra vita al tuo volere, per essere discepoli fedeli e capaci di seguirti sulla via della croce e della risurrezione.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Solennità di Cristo Re Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli
con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle
capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in
eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero
e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando
ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti
abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete
fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco
eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e
non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto
affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete
fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che hai posto il tuo Figlio come unico re e pastore di tutti gli uomini, alimenta in noi la certezza di fede, che un giorno, annientato anche
l'ultimo nemico, la morte, egli ti consegnerà l'opera della sua redenzione, perché tu sia tutto in tutti."
Solennità di Cristo Re
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che hai posto il tuo Figlio come unico re e pastore di tutti gli uomini, alimenta in noi la certezza di fede, che un giorno, annientato anche l'ultimo nemico, la morte, egli ti consegnerà l'opera della sua redenzione, perché tu sia tutto in tutti."
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che hai posto il tuo Figlio come unico re e pastore di tutti gli uomini, alimenta in noi la certezza di fede, che un giorno, annientato anche l'ultimo nemico, la morte, egli ti consegnerà l'opera della sua redenzione, perché tu sia tutto in tutti."
Ultimo aggiornamento: nov 22, 2020 5:27:32pm
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,1-4) In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova
povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come
offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Come è diverso il modo di pensare di Dio da quello
degli uomini! Lo deduciamo oggi in particolare da ciò che Gesù dice mettendo in risalto la grande generosità di una povera vedova. Non conta infatti la quantità di
denaro donato per determinare un atto di generosità, ma quanto esso possa essere essenziale e indispensabile, anche se scarso, per la propria sopravvivenza. Il motivo
che regola tutto alla fine è l'amore, che ti fa vedere, più che il tuo, il bisogno dell'altro. Signore, dona a tutti noi un cuore generoso capace di donare
senza riserve. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,1-4)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Come è diverso il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
Lo deduciamo oggi in particolare da ciò che Gesù dice mettendo in risalto la grande generosità di una povera vedova.
Non conta infatti la quantità di denaro donato per determinare un atto di generosità, ma quanto esso possa essere essenziale e indispensabile, anche se scarso, per la propria sopravvivenza.
Il motivo che regola tutto alla fine è l'amore, che ti fa vedere, più che il tuo, il bisogno dell'altro.
Signore, dona a tutti noi un cuore generoso capace di donare senza riserve.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Come è diverso il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
Lo deduciamo oggi in particolare da ciò che Gesù dice mettendo in risalto la grande generosità di una povera vedova.
Non conta infatti la quantità di denaro donato per determinare un atto di generosità, ma quanto esso possa essere essenziale e indispensabile, anche se scarso, per la propria sopravvivenza.
Il motivo che regola tutto alla fine è l'amore, che ti fa vedere, più che il tuo, il bisogno dell'altro.
Signore, dona a tutti noi un cuore generoso capace di donare senza riserve.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-11) In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni
nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale
sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è
vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti
terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Oltre che alla profezia della totale distruzione del Tempio, Gesù ci offre indirettamente altre riflessioni. Le realtà
materiali, per quanto belle e solide, sono destinate alla distruzione. Tutto finirà quando lo vorrà Dio e non perché qualcuno o qualcosa lo potrà determinare a
prescindere dalla sua divina volontà. Saper affrontare la vita da "adulti" nella fede, che sanno vedere e cogliere la presenza amorevole e misericordiosa di
Dio nelle pieghe della storia. Conviviamo con fatti "terrificanti" , ma nella speranza di essere sempre protetti e liberati da Dio. Signore, togli in noi ogni
paura e donaci il tuo abbraccio rassicurante e consolante, perché possiamo vivere con rinnovato impegno al tuo servizio. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-11)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Oltre che alla profezia della totale distruzione del Tempio, Gesù ci offre indirettamente altre riflessioni.
Le realtà materiali, per quanto belle e solide, sono destinate alla distruzione.
Tutto finirà quando lo vorrà Dio e non perché qualcuno o qualcosa lo potrà determinare a prescindere dalla sua divina volontà.
Saper affrontare la vita da "adulti" nella fede, che sanno vedere e cogliere la presenza amorevole e misericordiosa di Dio nelle pieghe della storia. Conviviamo con fatti "terrificanti" , ma nella speranza di essere sempre protetti e liberati da Dio.
Signore, togli in noi ogni paura e donaci il tuo abbraccio rassicurante e consolante, perché possiamo vivere con rinnovato impegno al tuo servizio.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Oltre che alla profezia della totale distruzione del Tempio, Gesù ci offre indirettamente altre riflessioni.
Le realtà materiali, per quanto belle e solide, sono destinate alla distruzione.
Tutto finirà quando lo vorrà Dio e non perché qualcuno o qualcosa lo potrà determinare a prescindere dalla sua divina volontà.
Saper affrontare la vita da "adulti" nella fede, che sanno vedere e cogliere la presenza amorevole e misericordiosa di Dio nelle pieghe della storia. Conviviamo con fatti "terrificanti" , ma nella speranza di essere sempre protetti e liberati da Dio.
Signore, togli in noi ogni paura e donaci il tuo abbraccio rassicurante e consolante, perché possiamo vivere con rinnovato impegno al tuo servizio.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,12-19) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e
alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare
prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori,
dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». A me sembra che Gesù oggi ci offra particolarmente due parole chiave: "testimonianza" e
"perseveranza". La prima comporta un fidarsi assoluto di Dio, lasciandogli le redini di ogni pensiero e di ogni azione e la seconda invece è la capacità di
resistere alle seduzioni e alle tentazioni confidando fedelmente nell'aiuto divino. Offriamo, allora, sempre la nostra "bella" testimonianza con le
parole che lo Spirito Santo suggerirà al momento opportuno. Signore, confidiamo in te, offri a tutti noi, che vogliamo amarti sempre di più, di non temere alcun male e
poter così perseverare sino alla fine. Buina giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,12-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
A me sembra che Gesù oggi ci offra particolarmente due parole chiave: "testimonianza" e "perseveranza".
La prima comporta un fidarsi assoluto di Dio, lasciandogli le redini di ogni pensiero e di ogni azione e la seconda invece è la capacità di resistere alle seduzioni e alle tentazioni confidando fedelmente nell'aiuto divino.
Offriamo, allora, sempre la nostra "bella" testimonianza con le parole che lo Spirito Santo suggerirà al momento opportuno.
Signore, confidiamo in te, offri a tutti noi, che vogliamo amarti sempre di più, di non temere alcun male e poter così perseverare sino alla fine.
Buina giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
A me sembra che Gesù oggi ci offra particolarmente due parole chiave: "testimonianza" e "perseveranza".
La prima comporta un fidarsi assoluto di Dio, lasciandogli le redini di ogni pensiero e di ogni azione e la seconda invece è la capacità di resistere alle seduzioni e alle tentazioni confidando fedelmente nell'aiuto divino.
Offriamo, allora, sempre la nostra "bella" testimonianza con le parole che lo Spirito Santo suggerirà al momento opportuno.
Signore, confidiamo in te, offri a tutti noi, che vogliamo amarti sempre di più, di non temere alcun male e poter così perseverare sino alla fine.
Buina giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,20-28) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua
devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in
campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono
incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte
le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra
angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le
potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste
cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Gesù predice la distruzione di Gerusalemme e la conseguente dispersione del popolo ebreo.
Il linguaggio usato potrebbe indurci alla paura, ma per chi appartiene a Cristo non può esserci paura, perché la presenza di Gesù o la sua seconda venuta sono fonte di
gioia e di definitiva liberazione. Ancora, questo brano potrebbe essere interpretato come una evocazione della fine del mondo, a me piace accoglierlo come un messaggio
di speranza per tutti quei tempi, così l'attuale pandemia, di crisi e di prova che l'umanità affronta; quando accadranno queste cose "risollevatevi e
alzate il capo". Signore, fa' che con perseveranza e impegno d'amore trascorriamo i nostri giorni e dona pace e salute a noi e a tutto il mondo. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,20-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Gesù predice la distruzione di Gerusalemme e la conseguente dispersione del popolo ebreo. Il linguaggio usato potrebbe indurci alla paura, ma per chi appartiene a Cristo non può esserci paura, perché la presenza di Gesù o la sua seconda venuta sono fonte di gioia e di definitiva liberazione.
Ancora, questo brano potrebbe essere interpretato come una evocazione della fine del mondo, a me piace accoglierlo come un messaggio di speranza per tutti quei tempi, così l'attuale pandemia, di crisi e di prova che l'umanità affronta; quando accadranno queste cose "risollevatevi e alzate il capo".
Signore, fa' che con perseveranza e impegno d'amore trascorriamo i nostri giorni e dona pace e salute a noi e a tutto il mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Gesù predice la distruzione di Gerusalemme e la conseguente dispersione del popolo ebreo. Il linguaggio usato potrebbe indurci alla paura, ma per chi appartiene a Cristo non può esserci paura, perché la presenza di Gesù o la sua seconda venuta sono fonte di gioia e di definitiva liberazione.
Ancora, questo brano potrebbe essere interpretato come una evocazione della fine del mondo, a me piace accoglierlo come un messaggio di speranza per tutti quei tempi, così l'attuale pandemia, di crisi e di prova che l'umanità affronta; quando accadranno queste cose "risollevatevi e alzate il capo".
Signore, fa' che con perseveranza e impegno d'amore trascorriamo i nostri giorni e dona pace e salute a noi e a tutto il mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,29-33) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già
germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In
verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». La Parola di Gesù è sicura
e fedele, ed è luce per il nostro cammino. Le sue parole non passano, non vengono meno, perché sono segno di amore e di speranza. La sua Parola ci porta su "ali
d'aquila ",su di essa dobbiamo costruire la "casa sulla roccia" che è stabile per sempre. Ecco allora che siamo chiamati a fare delle scelte sulle
proposte che Dio ci offre e a valutarle con profonda attenzione. La scelta della via di Dio e del suo regno ci caratterizza come ricercatori di pace e di giustizia.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità beata, donaci fedeltà e speranza per affrontare ogni giorno le difficoltà del cammino e non dimenticare la meta
finale. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
La Parola di Gesù è sicura e fedele, ed è luce per il nostro cammino. Le sue parole non passano, non vengono meno, perché sono segno di amore e di speranza.
La sua Parola ci porta su "ali d'aquila ",su di essa dobbiamo costruire la "casa sulla roccia" che è stabile per sempre.
Ecco allora che siamo chiamati a fare delle scelte sulle proposte che Dio ci offre e a valutarle con profonda attenzione.
La scelta della via di Dio e del suo regno ci caratterizza come ricercatori di pace e di giustizia.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità beata, donaci fedeltà e speranza per affrontare ogni giorno le difficoltà del cammino e non dimenticare la meta finale.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
La Parola di Gesù è sicura e fedele, ed è luce per il nostro cammino. Le sue parole non passano, non vengono meno, perché sono segno di amore e di speranza.
La sua Parola ci porta su "ali d'aquila ",su di essa dobbiamo costruire la "casa sulla roccia" che è stabile per sempre.
Ecco allora che siamo chiamati a fare delle scelte sulle proposte che Dio ci offre e a valutarle con profonda attenzione.
La scelta della via di Dio e del suo regno ci caratterizza come ricercatori di pace e di giustizia.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità beata, donaci fedeltà e speranza per affrontare ogni giorno le difficoltà del cammino e non dimenticare la meta finale.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,34-36) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in
dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che
abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti
al Figlio dell’uomo». Oggi è praticamente l'ultimo giorno dell'anno liturgico. Gesù ci avverte: non conformatevi alle realtà del mondo, tanto da addormentarvi
nel suo male. Restiamo dunque vigilanti, come sentinelle, per superare con la preghiera tutte le difficoltà che potranno abbattersi su di noi. Non temiamo, Dio ci
offrirà il suo aiuto. Signore, donaci pietà e costanza nella preghiera, capacità di servizio e passione per chi soffre, timore di Dio e gioia profonda per
un'autentica testimonianza. A te o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ogni onore e gloria. Amen. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Oggi è praticamente l'ultimo giorno dell'anno liturgico. Gesù ci avverte: non conformatevi alle realtà del mondo, tanto da addormentarvi nel suo male.
Restiamo dunque vigilanti, come sentinelle, per superare con la preghiera tutte le difficoltà che potranno abbattersi su di noi. Non temiamo, Dio ci offrirà il suo aiuto.
Signore, donaci pietà e costanza nella preghiera, capacità di servizio e passione per chi soffre, timore di Dio e gioia profonda per un'autentica testimonianza.
A te o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ogni onore e gloria. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Oggi è praticamente l'ultimo giorno dell'anno liturgico. Gesù ci avverte: non conformatevi alle realtà del mondo, tanto da addormentarvi nel suo male.
Restiamo dunque vigilanti, come sentinelle, per superare con la preghiera tutte le difficoltà che potranno abbattersi su di noi. Non temiamo, Dio ci offrirà il suo aiuto.
Signore, donaci pietà e costanza nella preghiera, capacità di servizio e passione per chi soffre, timore di Dio e gioia profonda per un'autentica testimonianza.
A te o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ogni onore e gloria. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica I di Avvento. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è
il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di
vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che,
giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!» Preghiera sul Vangelo: "O Dio, nostro Padre, nella tua
fedeltà che mai viene meno ricordati di noi, opera delle tue mani, e donaci l'aiuto della tua grazia, perché attendiamo vigilanti con amore irreprensibile la
gloriosa venuta del nostro redentore, Gesù Cristo tuo Figlio." Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Ave, regina dei cieli, ave, signora degli angeli; porta e radice
di salvezza, rechi nel mondo la luce. Godi, vergine gloriosa, bella fra tutte le donne; salve, o tutta santa, prega per noi Cristo Signore.
Buona Domenica I di Avvento.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!»
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, nostro Padre, nella tua fedeltà che mai viene meno ricordati di noi, opera delle tue mani, e donaci l'aiuto della tua grazia, perché attendiamo vigilanti con amore irreprensibile la gloriosa venuta del nostro redentore, Gesù Cristo tuo Figlio."
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ave, regina dei cieli,
ave, signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!»
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, nostro Padre, nella tua fedeltà che mai viene meno ricordati di noi, opera delle tue mani, e donaci l'aiuto della tua grazia, perché attendiamo vigilanti con amore irreprensibile la gloriosa venuta del nostro redentore, Gesù Cristo tuo Figlio."
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ave, regina dei cieli,
ave, signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.
Ultimo aggiornamento: nov 29, 2020 5:35:14pm
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Mt 4,18-22 Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli,
Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini».
Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme
a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Oggi, nella festa di S. Andrea, il
vangelo di Matteo ci racconta la sua chiamata insieme al fratello Pietro. La nota caratteristica dell'episodio, a mio avviso, oltre al fatto che lasciano ogni cosa
è il "subito" che Andrea insieme ai suoi compagni mettono in atto di fronte all'invito del Maestro. Chiamati da Cristo, anche noi dobbiamo sentire la
gioia di annunciare questa esperienza a tutti coloro che incontriamo. Signore, donaci orecchi attenti e cuore generoso di fronte alle tue amorevoli ed esigenti
richieste, fa che possiamo accogliere anche noi "subito" l'offerta della tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino. Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹 O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell'angelo, nello
stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori.
Mt 4,18-22
Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Oggi, nella festa di S. Andrea, il vangelo di Matteo ci racconta la sua chiamata insieme al fratello Pietro.
La nota caratteristica dell'episodio, a mio avviso, oltre al fatto che lasciano ogni cosa è il "subito" che Andrea insieme ai suoi compagni mettono in atto di fronte all'invito del Maestro.
Chiamati da Cristo, anche noi dobbiamo sentire la gioia di annunciare questa esperienza a tutti coloro che incontriamo.
Signore, donaci orecchi attenti e cuore generoso di fronte alle tue amorevoli ed esigenti richieste, fa che possiamo accogliere anche noi "subito" l'offerta della tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che anela a risorgere.
Tu che accogliendo il saluto dell'angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.
Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Oggi, nella festa di S. Andrea, il vangelo di Matteo ci racconta la sua chiamata insieme al fratello Pietro.
La nota caratteristica dell'episodio, a mio avviso, oltre al fatto che lasciano ogni cosa è il "subito" che Andrea insieme ai suoi compagni mettono in atto di fronte all'invito del Maestro.
Chiamati da Cristo, anche noi dobbiamo sentire la gioia di annunciare questa esperienza a tutti coloro che incontriamo.
Signore, donaci orecchi attenti e cuore generoso di fronte alle tue amorevoli ed esigenti richieste, fa che possiamo accogliere anche noi "subito" l'offerta della tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che anela a risorgere.
Tu che accogliendo il saluto dell'angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,21-24) In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me
dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in
disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e
ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Siamo condotti anche noi dal Signore Gesù ad esultare nello Spirito Santo. Esultare di gioia per essere stati
scelti dal Padre per conoscere accogliere, attraverso il Figlio, il suo mistero di salvezza. Siano rese grazie a tutta la SS. Trinità per ciò che ogni giorno ci viene
offerto e noi vediamo e per ciò che ogni giorno ci viene detto e noi sentiamo. Signore Gesù , concedi a tutti noi il "cuore dei piccoli", così che possiamo
ammirare le vicende d'amore e di compassione che con il Padre e lo Spirito Santo attui per coloro che ti amano. Buona giornata, don Pasqualino. Novena
dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni
pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Siamo condotti anche noi dal Signore Gesù ad esultare nello Spirito Santo. Esultare di gioia per essere stati scelti dal Padre per conoscere accogliere, attraverso il Figlio, il suo mistero di salvezza.
Siano rese grazie a tutta la SS. Trinità per ciò che ogni giorno ci viene offerto e noi vediamo e per ciò che ogni giorno ci viene detto e noi sentiamo.
Signore Gesù , concedi a tutti noi il "cuore dei piccoli", così che possiamo ammirare le vicende d'amore e di compassione che con il Padre e lo Spirito Santo attui per coloro che ti amano.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o vergine gloriosa e benedetta.
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Siamo condotti anche noi dal Signore Gesù ad esultare nello Spirito Santo. Esultare di gioia per essere stati scelti dal Padre per conoscere accogliere, attraverso il Figlio, il suo mistero di salvezza.
Siano rese grazie a tutta la SS. Trinità per ciò che ogni giorno ci viene offerto e noi vediamo e per ciò che ogni giorno ci viene detto e noi sentiamo.
Signore Gesù , concedi a tutti noi il "cuore dei piccoli", così che possiamo ammirare le vicende d'amore e di compassione che con il Padre e lo Spirito Santo attui per coloro che ti amano.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o vergine gloriosa e benedetta.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,29-37) In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla,
recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti
che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse:
«Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E
i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e
pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla
folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Contempliamo oggi nei gesti di Gesù tutta la misericordiosa e previdente opera di
Dio. Un'opera che si rinnova quotidianamente per noi, sia per quanto riguarda la provvidenza materiale, sia per l'abbondanza sacramentale che ancora la grazia
di Dio ci concede. Gesù, ancora, ha compassione per la folla, non commiserazione; la compassione non è un semplice sentimento, ma è azione di condivisione, risoluzione
dei problemi, autentica consolazione. Ecco allora spiegato il segno che Lui compie della moltiplicazione dei pani. Siano rese sempre grazie a Dio per tutto. Signore,
grazie per il pane quotidiano che ci permetti di avere ogni giorno, non lasciare che alcuno muoia di fame; concedici di poter essere provvidenza per tanti poveri, e
soprattutto, non farci mancare mai il tuo pane di vita eterna. Buona giornata, don Pasqualino. Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Salve o Regina Madre di misericordia,
vita, dolcezza, speranza nostra, salve. A te ricorriamo esuli figli di Eva: a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria! Amen.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,29-37)
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Contempliamo oggi nei gesti di Gesù tutta la misericordiosa e previdente opera di Dio. Un'opera che si rinnova quotidianamente per noi, sia per quanto riguarda la provvidenza materiale, sia per l'abbondanza sacramentale che ancora la grazia di Dio ci concede.
Gesù, ancora, ha compassione per la folla, non commiserazione; la compassione non è un semplice sentimento, ma è azione di condivisione, risoluzione dei problemi, autentica consolazione. Ecco allora spiegato il segno che Lui compie della moltiplicazione dei pani.
Siano rese sempre grazie a Dio per tutto.
Signore, grazie per il pane quotidiano che ci permetti di avere ogni giorno, non lasciare che alcuno muoia di fame; concedici di poter essere provvidenza per tanti poveri, e soprattutto, non farci mancare mai il tuo pane di vita eterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Salve o Regina
Madre di misericordia,
vita, dolcezza,
speranza nostra, salve.
A te ricorriamo esuli figli di Eva:
a te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e mostraci dopo questo esilio Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria!
Amen.
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Contempliamo oggi nei gesti di Gesù tutta la misericordiosa e previdente opera di Dio. Un'opera che si rinnova quotidianamente per noi, sia per quanto riguarda la provvidenza materiale, sia per l'abbondanza sacramentale che ancora la grazia di Dio ci concede.
Gesù, ancora, ha compassione per la folla, non commiserazione; la compassione non è un semplice sentimento, ma è azione di condivisione, risoluzione dei problemi, autentica consolazione. Ecco allora spiegato il segno che Lui compie della moltiplicazione dei pani.
Siano rese sempre grazie a Dio per tutto.
Signore, grazie per il pane quotidiano che ci permetti di avere ogni giorno, non lasciare che alcuno muoia di fame; concedici di poter essere provvidenza per tanti poveri, e soprattutto, non farci mancare mai il tuo pane di vita eterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Salve o Regina
Madre di misericordia,
vita, dolcezza,
speranza nostra, salve.
A te ricorriamo esuli figli di Eva:
a te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e mostraci dopo questo esilio Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria!
Amen.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21.24-27) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui
che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua
casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i
fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Gesù chiede ai suoi di non dire solo parole, ma di operare
concretamente il bene, ancorandosi saldamente a Lui, che è la roccia. Costruendo sulla roccia nessuna avversità potrà intaccare irremidiabilmente il nostro cuore.
Bisogna mettersi , allora, decisamente in ascolto della Parola che salva. Signore, dacci riparo sulla tua roccia, le nostre misere palafitte non reggono agli attacchi
delle onde del male. In Te, amore certo e fedele il nostro cuore riposa come 'un bimbo in braccio a sua madre ". Buona giornata, don Pasqualino Novena
dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Ti saluto figlia di Dio Padre, Ti saluto Madre del Figlio di Dio, Ti saluto Sposa dello Spirito Santo, Ti saluto tempio di tutta la Trinità.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21.24-27)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Gesù chiede ai suoi di non dire solo parole, ma di operare concretamente il bene, ancorandosi saldamente a Lui, che è la roccia.
Costruendo sulla roccia nessuna avversità potrà intaccare irremidiabilmente il nostro cuore.
Bisogna mettersi , allora, decisamente in ascolto della Parola che salva.
Signore, dacci riparo sulla tua roccia, le nostre misere palafitte non reggono agli attacchi delle onde del male. In Te, amore certo e fedele il nostro cuore riposa come 'un bimbo in braccio a sua madre ".
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ti saluto figlia di Dio Padre,
Ti saluto Madre del Figlio di Dio,
Ti saluto Sposa dello Spirito Santo,
Ti saluto tempio di tutta la Trinità.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Gesù chiede ai suoi di non dire solo parole, ma di operare concretamente il bene, ancorandosi saldamente a Lui, che è la roccia.
Costruendo sulla roccia nessuna avversità potrà intaccare irremidiabilmente il nostro cuore.
Bisogna mettersi , allora, decisamente in ascolto della Parola che salva.
Signore, dacci riparo sulla tua roccia, le nostre misere palafitte non reggono agli attacchi delle onde del male. In Te, amore certo e fedele il nostro cuore riposa come 'un bimbo in braccio a sua madre ".
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ti saluto figlia di Dio Padre,
Ti saluto Madre del Figlio di Dio,
Ti saluto Sposa dello Spirito Santo,
Ti saluto tempio di tutta la Trinità.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,27-31) In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in
casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse:
«Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne
diffusero la notizia in tutta quella regione. "Avvenga per voi secondo la vostra fede": questo può dire anche a noi oggi Gesù. Quanti impedimenti molte volte
ci chiudono gli occhi del cuore per vedere le cose di Dio! Facciamoci guarire dal medico celeste e vedendoci bene potremo gridare di gioia per le bellezze che Dio ci
offre. Signore, Padre Misericordioso, il nostro cuore desidera vederti, ma ancora non ci è dato poterlo fare, aiutaci con il tuo Santo Spirito a ricercare la tua dolce
presenza e a riconoscere nel volto di ogni fratello quello del tuo Figlio Gesù. Kyrie eleison. Buona giornata, don Pasqualino. Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Ave,
Stella del mare, madre gloriosa di Dio, vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
"Avvenga per voi secondo la vostra fede": questo può dire anche a noi oggi Gesù.
Quanti impedimenti molte volte ci chiudono gli occhi del cuore per vedere le cose di Dio!
Facciamoci guarire dal medico celeste e vedendoci bene potremo gridare di gioia per le bellezze che Dio ci offre.
Signore, Padre Misericordioso, il nostro cuore desidera vederti, ma ancora non ci è dato poterlo fare, aiutaci con il tuo Santo Spirito a ricercare la tua dolce presenza e a riconoscere nel volto di ogni fratello quello del tuo Figlio Gesù. Kyrie eleison.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ave, Stella del mare,
madre gloriosa di Dio,
vergine sempre, Maria,
porta felice del cielo.
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
"Avvenga per voi secondo la vostra fede": questo può dire anche a noi oggi Gesù.
Quanti impedimenti molte volte ci chiudono gli occhi del cuore per vedere le cose di Dio!
Facciamoci guarire dal medico celeste e vedendoci bene potremo gridare di gioia per le bellezze che Dio ci offre.
Signore, Padre Misericordioso, il nostro cuore desidera vederti, ma ancora non ci è dato poterlo fare, aiutaci con il tuo Santo Spirito a ricercare la tua dolce presenza e a riconoscere nel volto di ogni fratello quello del tuo Figlio Gesù. Kyrie eleison.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ave, Stella del mare,
madre gloriosa di Dio,
vergine sempre, Maria,
porta felice del cielo.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 35-38 – 10,1.6-8) In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo
del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora
disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i
suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle
pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i
lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Gesù è il Figlio misericordioso e compassionevole del Padre. Egli è venuto per
"guarire" tutte le nostre malattie e liberarci dal male antico che ci teneva lontano da Dio. Ma Gesù ha voluto associare in questo compito altri uomini, i
suoi discepoli e tutti coloro che hanno accolto il suo invito: ha pregato e ha chiesto di pregare il "Signore della messe" perché gli "operai" del
Vangelo fossero molti, accettando di condividere in totale generosità la sua missione. Signore Gesù, continua ancor oggi la tua missione di salvezza, liberaci dal male
che ancora ci sovrasta e fa' che molti possano accettare l'invito del Padre tuo e si lascino guidare dall'azione del tuo Santo Spirito. Buona giornata,
don Pasqualino. Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Benedetta sei tu, Vergine Maria, dal Signore, Dio Altissimo, fra tutte le donne della terra.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 35-38 – 10,1.6-8)
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Gesù è il Figlio misericordioso e compassionevole del Padre.
Egli è venuto per "guarire" tutte le nostre malattie e liberarci dal male antico che ci teneva lontano da Dio.
Ma Gesù ha voluto associare in questo compito altri uomini, i suoi discepoli e tutti coloro che hanno accolto il suo invito: ha pregato e ha chiesto di pregare il "Signore della messe" perché gli "operai" del Vangelo fossero molti, accettando di condividere in totale generosità la sua missione.
Signore Gesù, continua ancor oggi la tua missione di salvezza, liberaci dal male che ancora ci sovrasta e fa' che molti possano accettare l'invito del Padre tuo e si lascino guidare dall'azione del tuo Santo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Benedetta sei tu, Vergine Maria,
dal Signore, Dio Altissimo,
fra tutte le donne della terra.
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Gesù è il Figlio misericordioso e compassionevole del Padre.
Egli è venuto per "guarire" tutte le nostre malattie e liberarci dal male antico che ci teneva lontano da Dio.
Ma Gesù ha voluto associare in questo compito altri uomini, i suoi discepoli e tutti coloro che hanno accolto il suo invito: ha pregato e ha chiesto di pregare il "Signore della messe" perché gli "operai" del Vangelo fossero molti, accettando di condividere in totale generosità la sua missione.
Signore Gesù, continua ancor oggi la tua missione di salvezza, liberaci dal male che ancora ci sovrasta e fa' che molti possano accettare l'invito del Padre tuo e si lascino guidare dall'azione del tuo Santo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Benedetta sei tu, Vergine Maria,
dal Signore, Dio Altissimo,
fra tutte le donne della terra.
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Buona Domenica II di Avvento. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,1-8) Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a
te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, vi fu Giovanni,
che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di
Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno
ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei
suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini
pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno
in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome." Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Tutta santa, senza ombra di peccato, sei divenuta la Madre del Signore.
Buona Domenica II di Avvento.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,1-8)
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome."
Novena dell'Immacolata
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Tutta santa, senza ombra di peccato, sei divenuta la Madre del Signore.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,1-8)
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome."
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Tutta santa, senza ombra di peccato, sei divenuta la Madre del Signore.
Ultimo aggiornamento: dic 06, 2020 5:33:03pm
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,17-26) Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e
della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato,
cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo
calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei
cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti,
rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che
il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli
si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore
dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Che fede ha avuto il paralitico e anche i suoi amici! Hanno superato barriere quasi impossibili. Una fede che gli ha
permesso di poter essere guarito fisicamente e nello stesso tempo essere perdonato per i peccati commessi. Se anche noi possedessimo una fede intraprendente allora
potremmo vedere "cose progigiose" da parte di Dio. Ancora, da soli non si va da nessuna parte, perché siamo pieni di "paralisi", abbiamo sempre
bisogno di fratelli che ci sostengano. Ricordiamoci: non ci si salva da soli, ma insieme! Signore, con la forza del tuo Spirito guarisci le nostre paralisi, dacci una
comunità di fede che possa accompagnarci innanzi a te e consegnarci alle tue mani colme di misericordia e pronte a perdonarci. Buona giornata, don Pasqualino. Novena
dell'Immacolata 🔔🙏🌹 O Maria Immacolata, prega per noi , per essere liberati dal male presente e ottenere misericordia e pace .
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,17-26)
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Che fede ha avuto il paralitico e anche i suoi amici! Hanno superato barriere quasi impossibili.
Una fede che gli ha permesso di poter essere guarito fisicamente e nello stesso tempo essere perdonato per i peccati commessi.
Se anche noi possedessimo una fede intraprendente allora potremmo vedere "cose progigiose" da parte di Dio.
Ancora, da soli non si va da nessuna parte, perché siamo pieni di "paralisi", abbiamo sempre bisogno di fratelli che ci sostengano. Ricordiamoci: non ci si salva da soli, ma insieme!
Signore, con la forza del tuo Spirito guarisci le nostre paralisi, dacci una comunità di fede che possa accompagnarci innanzi a te e consegnarci alle tue mani colme di misericordia e pronte a perdonarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
O Maria Immacolata, prega per noi , per essere liberati dal male presente e ottenere misericordia e pace .
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Che fede ha avuto il paralitico e anche i suoi amici! Hanno superato barriere quasi impossibili.
Una fede che gli ha permesso di poter essere guarito fisicamente e nello stesso tempo essere perdonato per i peccati commessi.
Se anche noi possedessimo una fede intraprendente allora potremmo vedere "cose progigiose" da parte di Dio.
Ancora, da soli non si va da nessuna parte, perché siamo pieni di "paralisi", abbiamo sempre bisogno di fratelli che ci sostengano. Ricordiamoci: non ci si salva da soli, ma insieme!
Signore, con la forza del tuo Spirito guarisci le nostre paralisi, dacci una comunità di fede che possa accompagnarci innanzi a te e consegnarci alle tue mani colme di misericordia e pronte a perdonarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
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O Maria Immacolata, prega per noi , per essere liberati dal male presente e ottenere misericordia e pace .
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Buona Solennità dell'Immacolata. Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di
grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché
hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio
gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo,
poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà
sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che
era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Preghiera sul Vangelo: "Vergine Immacolata, Madre del Verbo Incarnato, hai partecipato intimamente al mistero del suo Amore. Scelta per essere la Madre del Figlio
di Dio, sei stata da sempre preparata dall'amore del Padre per essere Arca dell'Alleanza tra Dio e gli uomini." (Dal Calendarietto Eucaristico) ECCOMI
QUI Eccomi qui, Maria, in lotta tra il bene e il male. Piena di grazia, assistimi! Eccomi qui, diviso tra slanci e paure. Sede della sapienza, ilumimami! Eccomi qui,
desideroso di realizzarmi in modo autentico, personale, unico. Donna senza peccato, sostienimi! Eccomi qui davanti al tuo Figlio che ogni giorno aspetta da me una
risposta. Madre del "sì", aiutami a dire: "Eccomi!".
Buona Solennità dell'Immacolata.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Preghiera sul Vangelo:
"Vergine Immacolata, Madre del Verbo Incarnato, hai partecipato intimamente al mistero del suo Amore. Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, sei stata da sempre preparata dall'amore del Padre per essere Arca dell'Alleanza tra Dio e gli uomini."
(Dal Calendarietto Eucaristico) ECCOMI QUI Eccomi qui, Maria, in lotta tra il bene e il male.
Piena di grazia, assistimi!
Eccomi qui, diviso tra slanci e paure. Sede della sapienza, ilumimami! Eccomi qui, desideroso di realizzarmi in modo autentico, personale, unico. Donna senza peccato, sostienimi! Eccomi qui davanti al tuo Figlio che ogni giorno aspetta da me una risposta. Madre del "sì", aiutami a dire: "Eccomi!".
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Preghiera sul Vangelo:
"Vergine Immacolata, Madre del Verbo Incarnato, hai partecipato intimamente al mistero del suo Amore. Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, sei stata da sempre preparata dall'amore del Padre per essere Arca dell'Alleanza tra Dio e gli uomini."
(Dal Calendarietto Eucaristico) ECCOMI QUI Eccomi qui, Maria, in lotta tra il bene e il male.
Piena di grazia, assistimi!
Eccomi qui, diviso tra slanci e paure. Sede della sapienza, ilumimami! Eccomi qui, desideroso di realizzarmi in modo autentico, personale, unico. Donna senza peccato, sostienimi! Eccomi qui davanti al tuo Figlio che ogni giorno aspetta da me una risposta. Madre del "sì", aiutami a dire: "Eccomi!".
Ultimo aggiornamento: dic 08, 2020 5:33:59pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 11, 28-30 In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra
di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Breve, ma molto
intensa, questa pagina di Vangelo! Gesù invita i suoi discepoli a rimanere con Lui e a seguirlo. Tutto ciò comporta il sacrificio dell'obbedienza-giogo, ma anche
il frutto di una vita di giustizia e di pace. È una raccomandazione che incide sulla qualità della vita di coloro che vogliono seguire Gesù. È esperienza di ristoro, di
gioia, di mitezza, di condivisione e solidarietà, che nasce dall'offerta umile di sé stessi a Lui. È un invito, occasione, per la nostra consolazione e per la
nostra "rieducazione" alla salvezza. Signore, aiutaci ad imparare dal tuo cuore mite ed umile, per poter accogliere il tuo giogo dolce e leggero e
sperimentare già da ora la pace donata a chi si sforza di fare la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11, 28-30
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Breve, ma molto intensa, questa pagina di Vangelo!
Gesù invita i suoi discepoli a rimanere con Lui e a seguirlo.
Tutto ciò comporta il sacrificio dell'obbedienza-giogo, ma anche il frutto di una vita di giustizia e di pace.
È una raccomandazione che incide sulla qualità della vita di coloro che vogliono seguire Gesù.
È esperienza di ristoro, di gioia, di mitezza, di condivisione e solidarietà, che nasce dall'offerta umile di sé stessi a Lui.
È un invito, occasione, per la nostra consolazione e per la nostra "rieducazione" alla salvezza.
Signore, aiutaci ad imparare dal tuo cuore mite ed umile, per poter accogliere il tuo giogo dolce e leggero e sperimentare già da ora la pace donata a chi si sforza di fare la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Breve, ma molto intensa, questa pagina di Vangelo!
Gesù invita i suoi discepoli a rimanere con Lui e a seguirlo.
Tutto ciò comporta il sacrificio dell'obbedienza-giogo, ma anche il frutto di una vita di giustizia e di pace.
È una raccomandazione che incide sulla qualità della vita di coloro che vogliono seguire Gesù.
È esperienza di ristoro, di gioia, di mitezza, di condivisione e solidarietà, che nasce dall'offerta umile di sé stessi a Lui.
È un invito, occasione, per la nostra consolazione e per la nostra "rieducazione" alla salvezza.
Signore, aiutaci ad imparare dal tuo cuore mite ed umile, per poter accogliere il tuo giogo dolce e leggero e sperimentare già da ora la pace donata a chi si sforza di fare la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,11-15) In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il
Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se
ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi,
ascolti!». Nell'elogiare Giovanni Battista, Gesù, mette in risalto la realtà di chi si fa "piccolo" , cioè di chi si rende totalmente umilile e
disponibile nel seguire il Signore. Questa disponibilità potrà permettere allo Spirito Santo di intervenire con tutta la forza dell'amore di Dio per plasmare un
nuovo essere. Si tratta di seguire le "beatitudini" con coraggio e determinazione. Signore Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, guarda misericordioso
le nostre fragilità e i nostri limiti, donaci sempre di essere attenti ai segni dei tempi e ai nuovi "profeti" mandati da te per indicarci la via da seguire.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,11-15)
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
Nell'elogiare Giovanni Battista, Gesù, mette in risalto la realtà di chi si fa "piccolo" , cioè di chi si rende totalmente umilile e disponibile nel seguire il Signore.
Questa disponibilità potrà permettere allo Spirito Santo di intervenire con tutta la forza dell'amore di Dio per plasmare un nuovo essere.
Si tratta di seguire le "beatitudini" con coraggio e determinazione.
Signore Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, guarda misericordioso le nostre fragilità e i nostri limiti, donaci sempre di essere attenti ai segni dei tempi e ai nuovi "profeti" mandati da te per indicarci la via da seguire.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
Nell'elogiare Giovanni Battista, Gesù, mette in risalto la realtà di chi si fa "piccolo" , cioè di chi si rende totalmente umilile e disponibile nel seguire il Signore.
Questa disponibilità potrà permettere allo Spirito Santo di intervenire con tutta la forza dell'amore di Dio per plasmare un nuovo essere.
Si tratta di seguire le "beatitudini" con coraggio e determinazione.
Signore Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, guarda misericordioso le nostre fragilità e i nostri limiti, donaci sempre di essere attenti ai segni dei tempi e ai nuovi "profeti" mandati da te per indicarci la via da seguire.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,16-19) In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in
piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto
Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di
pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Gesù fa un'analisi, attraverso la metafora dei ragazzi che
suonano in piazza, quasi impietosa sul giudizio dato sia a lui che a Giovanni Battista dai suoi contemporanei. Una visione completamente distorta della vita e della
missione di ambedue. Attenzione a non perdere l'occasione che ci viene offerta, cerchiamo di cogliere i segni che Dio ci offre! Il bene ci viene donato e il nostro
compito è quello di spargerlo per il mondo. Con fedele disponibilità accogliamo la Luce e accompagniamola lì dove essa ci guida. Signore, Maestro buono e paziente,
insegnaci a saper ascoltare la tua parola ed a operare secondo la tua volontà nell'amore e nella pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,16-19)
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Gesù fa un'analisi, attraverso la metafora dei ragazzi che suonano in piazza, quasi impietosa sul giudizio dato sia a lui che a Giovanni Battista dai suoi contemporanei. Una visione completamente distorta della vita e della missione di ambedue.
Attenzione a non perdere l'occasione che ci viene offerta, cerchiamo di cogliere i segni che Dio ci offre!
Il bene ci viene donato e il nostro compito è quello di spargerlo per il mondo.
Con fedele disponibilità accogliamo la Luce e accompagniamola lì dove essa ci guida.
Signore, Maestro buono e paziente, insegnaci a saper ascoltare la tua parola ed a operare secondo la tua volontà nell'amore e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Gesù fa un'analisi, attraverso la metafora dei ragazzi che suonano in piazza, quasi impietosa sul giudizio dato sia a lui che a Giovanni Battista dai suoi contemporanei. Una visione completamente distorta della vita e della missione di ambedue.
Attenzione a non perdere l'occasione che ci viene offerta, cerchiamo di cogliere i segni che Dio ci offre!
Il bene ci viene donato e il nostro compito è quello di spargerlo per il mondo.
Con fedele disponibilità accogliamo la Luce e accompagniamola lì dove essa ci guida.
Signore, Maestro buono e paziente, insegnaci a saper ascoltare la tua parola ed a operare secondo la tua volontà nell'amore e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17,10-13) Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed
egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto.
Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Il ritorno del profeta Elia
era uno dei presagi messianici e Gesù lo conferma, ma identificando nella missione del grande profeta difensore dell'unicità di Javhe', la figura di Giovanni
Battista. Ma né il precursore e né il Messia sono stati riconosciuti. Apriamo dunque il nostro cuore e la nostra mente per essere vigilanti ed attenti ad accogliere
ogni dono che Dio vorrà offrirci attraverso i suoi possibili attuali "profeti". Signore, rinnova i prodigi della tua salvezza, fa che noi, tua Chiesa,
annunziamo al mondo le meraviglie della tua misericordia e del tuo amore e possiamo accogliere soprattutto te, ogni giorno presente fra noi. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17,10-13)
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Il ritorno del profeta Elia era uno dei presagi messianici e Gesù lo conferma, ma identificando nella missione del grande profeta difensore dell'unicità di Javhe', la figura di Giovanni Battista.
Ma né il precursore e né il Messia sono stati riconosciuti.
Apriamo dunque il nostro cuore e la nostra mente per essere vigilanti ed attenti ad accogliere ogni dono che Dio vorrà offrirci attraverso i suoi possibili attuali "profeti".
Signore, rinnova i prodigi della tua salvezza, fa che noi, tua Chiesa, annunziamo al mondo le meraviglie della tua misericordia e del tuo amore e possiamo accogliere soprattutto te, ogni giorno presente fra noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Il ritorno del profeta Elia era uno dei presagi messianici e Gesù lo conferma, ma identificando nella missione del grande profeta difensore dell'unicità di Javhe', la figura di Giovanni Battista.
Ma né il precursore e né il Messia sono stati riconosciuti.
Apriamo dunque il nostro cuore e la nostra mente per essere vigilanti ed attenti ad accogliere ogni dono che Dio vorrà offrirci attraverso i suoi possibili attuali "profeti".
Signore, rinnova i prodigi della tua salvezza, fa che noi, tua Chiesa, annunziamo al mondo le meraviglie della tua misericordia e del tuo amore e possiamo accogliere soprattutto te, ogni giorno presente fra noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica III di Avvento Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28) Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare
testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni,
quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli
chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a
coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il
profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né
il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di
slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, Padre degli umili
e dei poveri, che chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gioia del tuo Regno, mostraci la tua benevolenza e donaci un cuore puro e generoso, per preparare
la via al Salvatore che viene."
Buona Domenica III di Avvento
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre degli umili e dei poveri, che chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gioia del tuo Regno, mostraci la tua benevolenza e donaci un cuore puro e generoso, per preparare la via al Salvatore che viene."
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre degli umili e dei poveri, che chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gioia del tuo Regno, mostraci la tua benevolenza e donaci un cuore puro e generoso, per preparare la via al Salvatore che viene."
Ultimo aggiornamento: dic 13, 2020 5:27:47pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,23-27) In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e
dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi
dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”,
ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo
a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Sembrerebbe una pagina di Vangelo senza una
risposta, chiaramente non è così. Gesù ci offre sempre delle risposte e anche qui, in questo episodio, si cela un insegnamento. La fede è dono di Dio e accoglienza da
parte del cuore dell'uomo, per cui si deve seguire con umile consapevolezza il Signore che si è rivelato. Bisogna, ancora, che evitiamo di fermarci alle semplici
pratiche di pietà e ai doveri formali di una religiosità superficiale, per credere, invece, senza alcuna riserva, con l'impegno della vita. Signore Dio, Padre,
Figlio e Spirito Santo, aiutaci a vivere nella tua divina volontà e nella gioia della tua presenza, che conforta compatisce e perdona. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Sembrerebbe una pagina di Vangelo senza una risposta, chiaramente non è così.
Gesù ci offre sempre delle risposte e anche qui, in questo episodio, si cela un insegnamento.
La fede è dono di Dio e accoglienza da parte del cuore dell'uomo, per cui si deve seguire con umile consapevolezza il Signore che si è rivelato.
Bisogna, ancora, che evitiamo di fermarci alle semplici pratiche di pietà e ai doveri formali di una religiosità superficiale, per credere, invece, senza alcuna riserva, con l'impegno della vita.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci a vivere nella tua divina volontà e nella gioia della tua presenza, che conforta compatisce e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Sembrerebbe una pagina di Vangelo senza una risposta, chiaramente non è così.
Gesù ci offre sempre delle risposte e anche qui, in questo episodio, si cela un insegnamento.
La fede è dono di Dio e accoglienza da parte del cuore dell'uomo, per cui si deve seguire con umile consapevolezza il Signore che si è rivelato.
Bisogna, ancora, che evitiamo di fermarci alle semplici pratiche di pietà e ai doveri formali di una religiosità superficiale, per credere, invece, senza alcuna riserva, con l'impegno della vita.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci a vivere nella tua divina volontà e nella gioia della tua presenza, che conforta compatisce e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32) In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse
al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed
egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i
pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le
prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Gesù oggi pone in evidenza che
le parole non ci salvano, ma davanti a Dio contano i fatti. Sono le azioni buone che in obbedienza vera alla sua volontà ci permettono di essere a Lui graditi. Fatti
non parole! Tutta la nostra vita sia , quindi, una lode a Dio. È Gesù l'unico figlio che ha detto si al Padre ed è andato nella "vigna" per offrire in
obbedienza se stesso a nostro favore. Dio, comunque, è misericordioso con coloro che si pentono e cambiano decisamente vita. Decidiamo sempre di convertirci e ci sarà
usata tanta misericordia! Signore, tu sei amore, il tuo sguardo sia benigno su di noi, perdonaci e salvaci e donaci di camminare nella pace. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Gesù oggi pone in evidenza che le parole non ci salvano, ma davanti a Dio contano i fatti.
Sono le azioni buone che in obbedienza vera alla sua volontà ci permettono di essere a Lui graditi. Fatti non parole!
Tutta la nostra vita sia , quindi, una lode a Dio.
È Gesù l'unico figlio che ha detto si al Padre ed è andato nella "vigna" per offrire in obbedienza se stesso a nostro favore.
Dio, comunque, è misericordioso con coloro che si pentono e cambiano decisamente vita.
Decidiamo sempre di convertirci e ci sarà usata tanta misericordia!
Signore, tu sei amore, il tuo sguardo sia benigno su di noi, perdonaci e salvaci e donaci di camminare nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Gesù oggi pone in evidenza che le parole non ci salvano, ma davanti a Dio contano i fatti.
Sono le azioni buone che in obbedienza vera alla sua volontà ci permettono di essere a Lui graditi. Fatti non parole!
Tutta la nostra vita sia , quindi, una lode a Dio.
È Gesù l'unico figlio che ha detto si al Padre ed è andato nella "vigna" per offrire in obbedienza se stesso a nostro favore.
Dio, comunque, è misericordioso con coloro che si pentono e cambiano decisamente vita.
Decidiamo sempre di convertirci e ci sarà usata tanta misericordia!
Signore, tu sei amore, il tuo sguardo sia benigno su di noi, perdonaci e salvaci e donaci di camminare nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 7,19-23 In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare
un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un
altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta:
«Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo! La domanda di Giovanni Battista, riportata dai suoi
discepoli, offre a Gesù una risposta inequivocabile. Infatti, secondo gli oracoli profetici il Messia, il Cristo, avrebbe fatto camminare gli zoppi, dato la vista ai
ciechi, così come fatto udire i sordi, risuscitare i morti e tutta una serie di altre cose prodigiose. Ecco tutto questo si sta avverando! Ma anche oggi, noi siamo
chiamati a riconoscere i benefici della venuta del Signore, non solo per i prodigi di guarigione dai mali fisici, ancor di più perché risana il nostro cuore, la nostra
anima e con il suo perdono ci salva. Signore Gesù, noi crediamo in te, ti adoriamo come il Figlio unigenito del Padre e confidiamo attraverso l'amore che ci offri
con il dono dello Spirito Santo di ottenere misericordia e pace. Buona giornata, don Pasqualino. Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 1 giorno
Dal Vangelo secondo Luca 7,19-23
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!
La domanda di Giovanni Battista, riportata dai suoi discepoli, offre a Gesù una risposta inequivocabile.
Infatti, secondo gli oracoli profetici il Messia, il Cristo, avrebbe fatto camminare gli zoppi, dato la vista ai ciechi, così come fatto udire i sordi, risuscitare i morti e tutta una serie di altre cose prodigiose. Ecco tutto questo si sta avverando!
Ma anche oggi, noi siamo chiamati a riconoscere i benefici della venuta del Signore, non solo per i prodigi di guarigione dai mali fisici, ancor di più perché risana il nostro cuore, la nostra anima e con il suo perdono ci salva.
Signore Gesù, noi crediamo in te, ti adoriamo come il Figlio unigenito del Padre e confidiamo attraverso l'amore che ci offri con il dono dello Spirito Santo di ottenere misericordia e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳
1 giorno
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!
La domanda di Giovanni Battista, riportata dai suoi discepoli, offre a Gesù una risposta inequivocabile.
Infatti, secondo gli oracoli profetici il Messia, il Cristo, avrebbe fatto camminare gli zoppi, dato la vista ai ciechi, così come fatto udire i sordi, risuscitare i morti e tutta una serie di altre cose prodigiose. Ecco tutto questo si sta avverando!
Ma anche oggi, noi siamo chiamati a riconoscere i benefici della venuta del Signore, non solo per i prodigi di guarigione dai mali fisici, ancor di più perché risana il nostro cuore, la nostra anima e con il suo perdono ci salva.
Signore Gesù, noi crediamo in te, ti adoriamo come il Figlio unigenito del Padre e confidiamo attraverso l'amore che ci offri con il dono dello Spirito Santo di ottenere misericordia e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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1 giorno
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,1-17) Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda
e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon,
Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa,
Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz,
Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor
generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria,
dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia
quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Questa pagina è la "carta d'identità" di Gesù! Matteo, da buon ebreo, elenca tutti i
nomi degli antenati del Messia, per dirci che Gesù è il figlio di Davide profetizzato. Gesù è vero Dio, ma anche vero uomo e ha come antenati molti uomini e donne dalla
vita complicata. Delle donne poi non molto illibate, che comunque, sono state decisive nella storia della salvezza fino ad arrivare alla Vergine Maria. Dio non ha
escluso nessuno e non esclude alcuno dalla salvezza! Signore Gesù, ti adoriamo vero Dio e vero uomo, aiutaci a vivere bene il nostro impegno terreno per poter essere
degni, per la tua misericordia, del regno celeste. Buona giornata, don Pasqualino. Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 2 giorno
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe,
Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Questa pagina è la "carta d'identità" di Gesù! Matteo, da buon ebreo, elenca tutti i nomi degli antenati del Messia, per dirci che Gesù è il figlio di Davide profetizzato.
Gesù è vero Dio, ma anche vero uomo e ha come antenati molti uomini e donne dalla vita complicata. Delle donne poi non molto illibate, che comunque, sono state decisive nella storia della salvezza fino ad arrivare alla Vergine Maria.
Dio non ha escluso nessuno e non esclude alcuno dalla salvezza!
Signore Gesù, ti adoriamo vero Dio e vero uomo, aiutaci a vivere bene il nostro impegno terreno per poter essere degni, per la tua misericordia, del regno celeste.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 2 giorno
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe,
Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Questa pagina è la "carta d'identità" di Gesù! Matteo, da buon ebreo, elenca tutti i nomi degli antenati del Messia, per dirci che Gesù è il figlio di Davide profetizzato.
Gesù è vero Dio, ma anche vero uomo e ha come antenati molti uomini e donne dalla vita complicata. Delle donne poi non molto illibate, che comunque, sono state decisive nella storia della salvezza fino ad arrivare alla Vergine Maria.
Dio non ha escluso nessuno e non esclude alcuno dalla salvezza!
Signore Gesù, ti adoriamo vero Dio e vero uomo, aiutaci a vivere bene il nostro impegno terreno per poter essere degni, per la tua misericordia, del regno celeste.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 2 giorno
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,18-24) Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò
incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però
stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua
sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai
suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un
figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa. Anche Giuseppe, uomo giusto, con il suo generoso assenso, permette al Figlio di Dio di poter divenire anche figlio dell'uomo. La sua
grande fede, quindi, ha fatto sì che Dio portasse a compimento la sua opera di salvezza. È meraviglioso constatare che la storia Dio la scrive insieme con gli uomini
che lo amano e lo seguono. Si, infatti, Dio conta su ognuno di noi perché le sue opere possano essere portate a buon fine. Certo noi non saremo mai decisivi, ma il
nostro contributo potrà rendere più facilmente realizzabili il bene e la salvezza offerti da Lui. Signore, fa' che sempre, come il giusto Giuseppe, anche noi
possiamo prontamente rispondere sì ad ogni tua chiamata. Buona giornata, don Pasqualino Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 3 giorno
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Anche Giuseppe, uomo giusto, con il suo generoso assenso, permette al Figlio di Dio di poter divenire anche figlio dell'uomo.
La sua grande fede, quindi, ha fatto sì che Dio portasse a compimento la sua opera di salvezza.
È meraviglioso constatare che la storia Dio la scrive insieme con gli uomini che lo amano e lo seguono.
Si, infatti, Dio conta su ognuno di noi perché le sue opere possano essere portate a buon fine. Certo noi non saremo mai decisivi, ma il nostro contributo potrà rendere più facilmente realizzabili il bene e la salvezza offerti da Lui.
Signore, fa' che sempre, come il giusto Giuseppe, anche noi possiamo prontamente rispondere sì ad ogni tua chiamata.
Buona giornata, don Pasqualino
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Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Anche Giuseppe, uomo giusto, con il suo generoso assenso, permette al Figlio di Dio di poter divenire anche figlio dell'uomo.
La sua grande fede, quindi, ha fatto sì che Dio portasse a compimento la sua opera di salvezza.
È meraviglioso constatare che la storia Dio la scrive insieme con gli uomini che lo amano e lo seguono.
Si, infatti, Dio conta su ognuno di noi perché le sue opere possano essere portate a buon fine. Certo noi non saremo mai decisivi, ma il nostro contributo potrà rendere più facilmente realizzabili il bene e la salvezza offerti da Lui.
Signore, fa' che sempre, come il giusto Giuseppe, anche noi possiamo prontamente rispondere sì ad ogni tua chiamata.
Buona giornata, don Pasqualino
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Dal Vangelo secondo Luca Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne,
di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché
Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno
della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta
l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa
si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo
chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande
inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito
e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse
all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono
stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai
creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi
uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.
Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato
di togliere la mia vergogna fra gli uomini». In attesa del Natale del Signore, la liturgia ci fa meditare su dei concepimenti e nascite prodigiose. La
"Storia" di Dio sta per unirsi alla "storia" degli uomini. Una storia di uomini e in questo brano di una coppia in particolare, che sembra destinata
a concludersi senza alcuna prospettiva, invece l'intervento di Dio è straordinario: nasce Giovanni Battista! Quante storie simili? Bisogna credere, altrimenti si
resta "muti", incapaci di accogliere i doni ricevuti. Dio manifesta il suo amore per noi "correggendo" le nostre imperfezioni con la sua capacità
onnipotente. O Signore, grande e misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo, che bussi con tenerezza al nostro cuore, fa' che con generosità e prontezza
possiamo accoglierti e adorarti. Buona giornata, don Pasqualino. Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 4 giorno
Dal Vangelo secondo Luca
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
In attesa del Natale del Signore, la liturgia ci fa meditare su dei concepimenti e nascite prodigiose. La "Storia" di Dio sta per unirsi alla "storia" degli uomini.
Una storia di uomini e in questo brano di una coppia in particolare, che sembra destinata a concludersi senza alcuna prospettiva, invece l'intervento di Dio è straordinario: nasce Giovanni Battista!
Quante storie simili?
Bisogna credere, altrimenti si resta "muti", incapaci di accogliere i doni ricevuti.
Dio manifesta il suo amore per noi "correggendo" le nostre imperfezioni con la sua capacità onnipotente.
O Signore, grande e misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo, che bussi con tenerezza al nostro cuore, fa' che con generosità e prontezza possiamo accoglierti e adorarti.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 4 giorno
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
In attesa del Natale del Signore, la liturgia ci fa meditare su dei concepimenti e nascite prodigiose. La "Storia" di Dio sta per unirsi alla "storia" degli uomini.
Una storia di uomini e in questo brano di una coppia in particolare, che sembra destinata a concludersi senza alcuna prospettiva, invece l'intervento di Dio è straordinario: nasce Giovanni Battista!
Quante storie simili?
Bisogna credere, altrimenti si resta "muti", incapaci di accogliere i doni ricevuti.
Dio manifesta il suo amore per noi "correggendo" le nostre imperfezioni con la sua capacità onnipotente.
O Signore, grande e misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo, che bussi con tenerezza al nostro cuore, fa' che con generosità e prontezza possiamo accoglierti e adorarti.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 4 giorno
Buona Domenica IV di Avvento
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che tra gli umili scegli i tuoi servi per portare a compimento il disegno di salvezza, concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull'esempio di Maria accolga il Verbo della vita e si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile."
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 5 giorno
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che tra gli umili scegli i tuoi servi per portare a compimento il disegno di salvezza, concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull'esempio di Maria accolga il Verbo della vita e si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile."
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 5 giorno
"La vera fede è un SI pronunciato guardando gli occhi di Dio e fidandosi ciecamente della bontà che brilla in quegli occhi.
[...]Accostiamoci con coraggio al SI di Maria e chiediamo umilmente e insistentemente di essere contagiati da questo SI. Ne abbiamo tutti bisogno!"
Momento di preghiera d'Avvento GVV💞
[...]Accostiamoci con coraggio al SI di Maria e chiediamo umilmente e insistentemente di essere contagiati da questo SI. Ne abbiamo tutti bisogno!"
Momento di preghiera d'Avvento GVV💞
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45) In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa,
salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei
orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Che meraviglioso incontro!
Una grande teofania per suggellare il passaggio dall'antica alla nuova alleanza. Dopo aver detto il suo sì a Dio, Maria offre il suo sì anche all'umanità,
andando ad aiutare la cugina Elisabetta. Un gesto di squisita carità e colmo di amore ed umiltà. La venuta di Maria che porta con sé Gesù, diviene per Elisabetta, che
porta in sé Giovanni, un evento di esultanza nello Spirito di cui si farà memoria per sempre. Maria è il primo tabernacolo della Chiesa, e ancora oggi, nella festa del
Natale, riapre il suo purissimo seno per offrirci il suo e il nostro Salvatore. Signore, ogni giorno, attraverso la Chiesa, vieni a visitarci, così danzeremo nello
Spirito, sazi di pace e di amore. Buona giornata, don Pasqualino. Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 6 giorno
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Che meraviglioso incontro! Una grande teofania per suggellare il passaggio dall'antica alla nuova alleanza.
Dopo aver detto il suo sì a Dio, Maria offre il suo sì anche all'umanità, andando ad aiutare la cugina Elisabetta.
Un gesto di squisita carità e colmo di amore ed umiltà.
La venuta di Maria che porta con sé Gesù, diviene per Elisabetta, che porta in sé Giovanni, un evento di esultanza nello Spirito di cui si farà memoria per sempre.
Maria è il primo tabernacolo della Chiesa, e ancora oggi, nella festa del Natale, riapre il suo purissimo seno per offrirci il suo e il nostro Salvatore.
Signore, ogni giorno, attraverso la Chiesa, vieni a visitarci, così danzeremo nello Spirito, sazi di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 6 giorno
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Che meraviglioso incontro! Una grande teofania per suggellare il passaggio dall'antica alla nuova alleanza.
Dopo aver detto il suo sì a Dio, Maria offre il suo sì anche all'umanità, andando ad aiutare la cugina Elisabetta.
Un gesto di squisita carità e colmo di amore ed umiltà.
La venuta di Maria che porta con sé Gesù, diviene per Elisabetta, che porta in sé Giovanni, un evento di esultanza nello Spirito di cui si farà memoria per sempre.
Maria è il primo tabernacolo della Chiesa, e ancora oggi, nella festa del Natale, riapre il suo purissimo seno per offrirci il suo e il nostro Salvatore.
Signore, ogni giorno, attraverso la Chiesa, vieni a visitarci, così danzeremo nello Spirito, sazi di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 6 giorno
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,46-55) In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato
l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in
generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i
potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua
misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Il "Magnificat" è semplicemente da contemplare! Lo Spirito Santo
canta in Maria il ringraziamento più puro e consapevole che ci possa essere. La "Piena di Grazia" , eleva per tutti , quale sacerdotessa perenne, un canto di
lode, che, piccoli, poveri ed umili faranno proprio, riconoscendo l'intervento di Dio nella loro vita. Così la Chiesa, come Maria, canta a Dio, con i suoi
ministri, lo stesso cantico di lode e riconoscente lo ripete ogni giorno nella preghiera serale. Signore , ti rendiamo grazie per le meraviglie compiute nella Vergine,
figlia di Sion, così pure nella Chiesa , riconosciamo di aver ricevuto anche noi tanti e tanti benefici e che la tua bontà ed il tuo amore ci hanno sempre accompagnato
nel cammino della vita. Buona giornata, don Pasqualino. Don Pasqualino: Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 7 giorno
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,46-55)
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Il "Magnificat" è semplicemente da contemplare! Lo Spirito Santo canta in Maria il ringraziamento più puro e consapevole che ci possa essere.
La "Piena di Grazia" , eleva per tutti , quale sacerdotessa perenne, un canto di lode, che, piccoli, poveri ed umili faranno proprio, riconoscendo l'intervento di Dio nella loro vita.
Così la Chiesa, come Maria, canta a Dio, con i suoi ministri, lo stesso cantico di lode e riconoscente lo ripete ogni giorno nella preghiera serale.
Signore , ti rendiamo grazie per le meraviglie compiute nella Vergine, figlia di Sion, così pure nella Chiesa , riconosciamo di aver ricevuto anche noi tanti e tanti benefici e che la tua bontà ed il tuo amore ci hanno sempre accompagnato nel cammino della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Don Pasqualino: Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 7 giorno
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Il "Magnificat" è semplicemente da contemplare! Lo Spirito Santo canta in Maria il ringraziamento più puro e consapevole che ci possa essere.
La "Piena di Grazia" , eleva per tutti , quale sacerdotessa perenne, un canto di lode, che, piccoli, poveri ed umili faranno proprio, riconoscendo l'intervento di Dio nella loro vita.
Così la Chiesa, come Maria, canta a Dio, con i suoi ministri, lo stesso cantico di lode e riconoscente lo ripete ogni giorno nella preghiera serale.
Signore , ti rendiamo grazie per le meraviglie compiute nella Vergine, figlia di Sion, così pure nella Chiesa , riconosciamo di aver ricevuto anche noi tanti e tanti benefici e che la tua bontà ed il tuo amore ci hanno sempre accompagnato nel cammino della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Don Pasqualino: Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 7 giorno
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66) In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il
Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il
nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa
della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano
del Signore era con lui. In questo brano in cui è narrata la nascita di Giovanni Battista è messo in evidenza il momento dell'imposizione del nome, già indicato
dall'Angelo e confermato dai pii genitori, nome che significa: " Dio offre misericordia". Risalta quindi con chiarezza la vocazione e la missione del
Battista. Se si compie la volontà di Dio allora saremo veramente liberi , guariti dalle sordità del cuore e capaci, come Zaccaria, di comprendere quale sia il nostro
impegno di bene e di pace. Signore, donaci di poter credere sempre alla tua Parola e di poterla custodire in noi, fa che dopo averla adeguatamente meditata possiamo
annunciarla con gioia al mondo. Buona giornata, don Pasqualino. Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 8 giorno
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,57-66)
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
In questo brano in cui è narrata la nascita di Giovanni Battista è messo in evidenza il momento dell'imposizione del nome, già indicato dall'Angelo e confermato dai pii genitori, nome che significa: " Dio offre misericordia".
Risalta quindi con chiarezza la vocazione e la missione del Battista.
Se si compie la volontà di Dio allora saremo veramente liberi , guariti dalle sordità del cuore e capaci, come Zaccaria, di comprendere quale sia il nostro impegno di bene e di pace.
Signore, donaci di poter credere sempre alla tua Parola e di poterla custodire in noi, fa che dopo averla adeguatamente meditata possiamo annunciarla con gioia al mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 8 giorno
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
In questo brano in cui è narrata la nascita di Giovanni Battista è messo in evidenza il momento dell'imposizione del nome, già indicato dall'Angelo e confermato dai pii genitori, nome che significa: " Dio offre misericordia".
Risalta quindi con chiarezza la vocazione e la missione del Battista.
Se si compie la volontà di Dio allora saremo veramente liberi , guariti dalle sordità del cuore e capaci, come Zaccaria, di comprendere quale sia il nostro impegno di bene e di pace.
Signore, donaci di poter credere sempre alla tua Parola e di poterla custodire in noi, fa che dopo averla adeguatamente meditata possiamo annunciarla con gioia al mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 8 giorno
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,67-79) In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi
profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa
alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto,
per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la
conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per
risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Anche Zaccaria viene colmato di Spirito Santo e
riacquistata la parola eleva questo canto di lode, il "Benedictus", che la Chiesa ha fatto proprio alle lodi del mattino. " Grazie alla tenerezza e
misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto ". La vigilia del santo Natale è tempo di profonda riflessione e di fervente attesa ,
Gesù è alla porta e bussa. Signore, concedici di poter ancora gustare il memoriale del tuo Natale nella pace, per elevare anche noi il cantico di ringraziamento e di
lode per la tua tenerezza e la tua misericordia. Buona giornata, don Pasqualino. Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 9 giorno
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,67-79)
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Anche Zaccaria viene colmato di Spirito Santo e riacquistata la parola eleva
questo canto di lode, il "Benedictus", che
la Chiesa ha fatto proprio alle lodi del mattino. " Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto ".
La vigilia del santo Natale è tempo di profonda riflessione e di fervente attesa , Gesù è alla porta e bussa.
Signore, concedici di poter ancora gustare il memoriale del tuo Natale nella pace, per elevare anche noi il cantico di ringraziamento e di lode per la tua tenerezza e la tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 9 giorno
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Anche Zaccaria viene colmato di Spirito Santo e riacquistata la parola eleva
questo canto di lode, il "Benedictus", che
la Chiesa ha fatto proprio alle lodi del mattino. " Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto ".
La vigilia del santo Natale è tempo di profonda riflessione e di fervente attesa , Gesù è alla porta e bussa.
Signore, concedici di poter ancora gustare il memoriale del tuo Natale nella pace, per elevare anche noi il cantico di ringraziamento e di lode per la tua tenerezza e la tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena del S. Natale 🔔🌻⏳ 9 giorno
Ultimo aggiornamento: dic 24, 2020 6:53:44pm
I bambini dell'Oratorio e le loro catechiste vi augurano buon Natale 😁
I bambini dell'Oratorio e le loro catechiste vi augurano buon Natale 😁
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Natale del Signore. Auguri di pace, gioia e bene. Don Pasqualino. Dal Vangelo secondo Giovanni. In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce
degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare
testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella
che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno
accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da
volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del
Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è
avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità
vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Preghiera sul Vangelo:
"E' il giorno della luce, il giorno in cui lasciarci incantare dalla bellezza. Qui sostiamo per entrare nella verità di Dio, che Gesù ci rivela in tutta la
sua forza. Solo in questo nostro sostare davanti al Bambino, il dono entra nella nostra vita e la luce non rimane fuori di noi."
Natale del Signore.
Auguri di pace, gioia e bene.
Don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni.
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Preghiera sul Vangelo:
"E' il giorno della luce, il giorno in cui lasciarci incantare dalla bellezza.
Qui sostiamo per entrare nella verità di Dio, che Gesù ci rivela in tutta la sua forza. Solo in questo nostro sostare davanti al Bambino, il dono entra nella nostra vita e la luce non rimane fuori di noi."
Auguri di pace, gioia e bene.
Don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni.
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Preghiera sul Vangelo:
"E' il giorno della luce, il giorno in cui lasciarci incantare dalla bellezza.
Qui sostiamo per entrare nella verità di Dio, che Gesù ci rivela in tutta la sua forza. Solo in questo nostro sostare davanti al Bambino, il dono entra nella nostra vita e la luce non rimane fuori di noi."
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,17-22 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle
loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di
come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il
fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma
chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.”. Nel giorno dopo il Natale ricordiamo il martirio del diacono Stefano. Egli è il primo a donare la vita per Gesù , il
martirio poi è stato sempre considerato nella Chiesa, la forma più alta di santità. Il martire, infatti, viene purificato totalmente dai suoi peccati e accolto
direttamente nella schiera dei santi. Con il sangue dei martiri la Chiesa è cresciuta e si è purificata, Dio, comunque, possa concederci giorni di pace e di serenità.
Signore, infondi in noi il coraggio dell'amore, che possa permetterci di annunciarti senza alcun timore e sostienici con la tua speranza affinché camminiamo nella
perseveranza. Buona giornata e ancora buon Natale. Don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,17-22
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.”.
Nel giorno dopo il Natale ricordiamo il martirio del diacono Stefano.
Egli è il primo a donare la vita per Gesù , il martirio poi è stato sempre considerato nella Chiesa, la forma più alta di santità. Il martire, infatti, viene purificato totalmente dai suoi peccati e accolto direttamente nella schiera dei santi.
Con il sangue dei martiri la Chiesa è cresciuta e si è purificata, Dio, comunque, possa concederci giorni di pace e di serenità.
Signore, infondi in noi il coraggio dell'amore, che possa permetterci di annunciarti senza alcun timore e sostienici con la tua speranza affinché camminiamo nella perseveranza.
Buona giornata e ancora buon Natale. Don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.”.
Nel giorno dopo il Natale ricordiamo il martirio del diacono Stefano.
Egli è il primo a donare la vita per Gesù , il martirio poi è stato sempre considerato nella Chiesa, la forma più alta di santità. Il martire, infatti, viene purificato totalmente dai suoi peccati e accolto direttamente nella schiera dei santi.
Con il sangue dei martiri la Chiesa è cresciuta e si è purificata, Dio, comunque, possa concederci giorni di pace e di serenità.
Signore, infondi in noi il coraggio dell'amore, che possa permetterci di annunciarti senza alcun timore e sostienici con la tua speranza affinché camminiamo nella perseveranza.
Buona giornata e ancora buon Natale. Don Pasqualino.
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Buona Domenica della Santa Famiglia. Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40 [Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè,
portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore] – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire
in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che
aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto
il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo,
anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi
hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si
stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e
come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia
di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva
ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare
Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. [Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea,
alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.] Preghiera sul Vangelo: "O Dio, tu hai
voluto che il tuo Figlio divenisse membro dell'umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono della vita, perché i genitori si sentano partecipi della
fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo nome."
Buona Domenica della Santa Famiglia.
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
[Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore] – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. [Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.]
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu hai voluto che il tuo Figlio divenisse membro dell'umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo nome."
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
[Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore] – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. [Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.]
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu hai voluto che il tuo Figlio divenisse membro dell'umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il dono della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo nome."
Ultimo aggiornamento: dic 27, 2020 5:25:49pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 2,13-18 I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino
e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e
sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho
chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il
suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del
profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Oggi
celebriamo la festa dei piccoli bambini innocenti uccisi da Erode. Sono loro per primi a sostituirsi a Gesù, a farne le veci, Egli offrirà dopo se stesso, per tutti
vittima immacolata di salvezza. Quanti bimbi ancor oggi muoiono, innocenti vittime della follia umana! Come Giuseppe cerchiamo di essere attenti a difendere e a
preservare da violenze i "figli di Dio" ed in particolare i piccoli. Gesù ed Erode: due figure a confronto che ogni giorno segnano i passi degli uomini di
buona volontà o dei portatori di morte. Signore, fa' che mai l'umanità possa essere spettatrice di morti innocenti, non si sparga il loro sangue non per terra
e non per mare. Con la preghiera e con l'impegno civico facci essere sentinelle di pace e di solidarietà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 2,13-18
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».
Oggi celebriamo la festa dei piccoli bambini innocenti uccisi da Erode. Sono loro per primi a sostituirsi a Gesù, a farne le veci, Egli offrirà dopo se stesso, per tutti vittima immacolata di salvezza.
Quanti bimbi ancor oggi muoiono, innocenti vittime della follia umana! Come Giuseppe cerchiamo di essere attenti a difendere e a preservare da violenze i "figli di Dio" ed in particolare i piccoli.
Gesù ed Erode: due figure a confronto che ogni giorno segnano i passi degli uomini di buona volontà o dei portatori di morte.
Signore, fa' che mai l'umanità possa essere spettatrice di morti innocenti, non si sparga il loro sangue non per terra e non per mare. Con la preghiera e con l'impegno civico facci essere sentinelle di pace e di solidarietà.
Buona giornata, don Pasqualino.
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».
Oggi celebriamo la festa dei piccoli bambini innocenti uccisi da Erode. Sono loro per primi a sostituirsi a Gesù, a farne le veci, Egli offrirà dopo se stesso, per tutti vittima immacolata di salvezza.
Quanti bimbi ancor oggi muoiono, innocenti vittime della follia umana! Come Giuseppe cerchiamo di essere attenti a difendere e a preservare da violenze i "figli di Dio" ed in particolare i piccoli.
Gesù ed Erode: due figure a confronto che ogni giorno segnano i passi degli uomini di buona volontà o dei portatori di morte.
Signore, fa' che mai l'umanità possa essere spettatrice di morti innocenti, non si sparga il loro sangue non per terra e non per mare. Con la preghiera e con l'impegno civico facci essere sentinelle di pace e di solidarietà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 2,22-35 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù
a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una
coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la
consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del
Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo
accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la
tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle
cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di
contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Questo incontro non è casuale, ma preparato da tempo.
Voluto dallo Spirito Santo, che premia il vecchio Simeone per la sua fervente attesa. In questo gesto possiamo leggere il dono fatto da Dio agli uomini: il vecchio che
prende in braccio il bambino ci svela un rinnovamento, una salvezza, che se pur dolorosi, una spada trafiggera' il cuore di Maria, diventeranno speranza e luce che
illuminerà il cammino degli uomini e sarà la via privilegiata della pace. Gesù è il primogenito di Maria che viene presentato al Tempio per essere riscattato, ma è
anche l'Unigenito del Padre, che come agnello sacrificale, verrà immolato per la salvezza di tutti. Signore, fa che ti riconosciamo, allo stesso modo del santo
vegliardo Simeone, come il nostro Salvatore e possiamo abbracciare la tua croce che traccia il solco per la semina della gloria. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-35
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Questo incontro non è casuale, ma preparato da tempo. Voluto dallo Spirito Santo, che premia il vecchio Simeone per la sua fervente attesa.
In questo gesto possiamo leggere il dono fatto da Dio agli uomini: il vecchio che prende in braccio il bambino ci svela un rinnovamento, una salvezza, che se pur dolorosi, una spada trafiggera' il cuore di Maria, diventeranno speranza e luce che illuminerà il cammino degli uomini e sarà la via privilegiata della pace.
Gesù è il primogenito di Maria che viene presentato al Tempio per essere riscattato, ma è anche l'Unigenito del Padre, che come agnello sacrificale, verrà immolato per la salvezza di tutti.
Signore, fa che ti riconosciamo, allo stesso modo del santo vegliardo Simeone, come il nostro Salvatore e possiamo abbracciare la tua croce che traccia il solco per la semina della gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Questo incontro non è casuale, ma preparato da tempo. Voluto dallo Spirito Santo, che premia il vecchio Simeone per la sua fervente attesa.
In questo gesto possiamo leggere il dono fatto da Dio agli uomini: il vecchio che prende in braccio il bambino ci svela un rinnovamento, una salvezza, che se pur dolorosi, una spada trafiggera' il cuore di Maria, diventeranno speranza e luce che illuminerà il cammino degli uomini e sarà la via privilegiata della pace.
Gesù è il primogenito di Maria che viene presentato al Tempio per essere riscattato, ma è anche l'Unigenito del Padre, che come agnello sacrificale, verrà immolato per la salvezza di tutti.
Signore, fa che ti riconosciamo, allo stesso modo del santo vegliardo Simeone, come il nostro Salvatore e possiamo abbracciare la tua croce che traccia il solco per la semina della gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 2,36-40 Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della
tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si
allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a
quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Due anziani vissuti nel tempio di Gerusalemme si fanno testimoni della
presenza di Gesù fra noi, prima Simeone e poi Anna riconoscono, mossi dallo Spirito, in quel piccolo bambino il Cristo, il Messia. Facciamoci anche noi testimoni della
sua presenza , riconoscendolo presente nella nostra vita, come nella vita del mondo, determinando così ogni nostra azione alla luce della sua amorevole volontà. È una
lezione di ascolto e di fedeltà, che nasce dall'essere familiare di Dio, dalla scelta di servirlo senza riserve. Signore, dona anche a noi la capacità di poterti
riconoscere presente in mezzo alle nostre strade, fa' che ti accogliamo sempre con amore quando ci appari povero, straniero o bisognoso di cure. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,36-40
Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Due anziani vissuti nel tempio di Gerusalemme si fanno testimoni della presenza di Gesù fra noi, prima Simeone e poi Anna riconoscono, mossi dallo Spirito, in quel piccolo bambino il Cristo, il Messia.
Facciamoci anche noi testimoni della sua presenza , riconoscendolo presente nella nostra vita, come nella vita del mondo, determinando così ogni nostra azione alla luce della sua amorevole volontà.
È una lezione di ascolto e di fedeltà, che nasce dall'essere familiare di Dio, dalla scelta di servirlo senza riserve.
Signore, dona anche a noi la capacità di poterti riconoscere presente in mezzo alle nostre strade, fa' che ti accogliamo sempre con amore quando ci appari povero, straniero o bisognoso di cure.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Due anziani vissuti nel tempio di Gerusalemme si fanno testimoni della presenza di Gesù fra noi, prima Simeone e poi Anna riconoscono, mossi dallo Spirito, in quel piccolo bambino il Cristo, il Messia.
Facciamoci anche noi testimoni della sua presenza , riconoscendolo presente nella nostra vita, come nella vita del mondo, determinando così ogni nostra azione alla luce della sua amorevole volontà.
È una lezione di ascolto e di fedeltà, che nasce dall'essere familiare di Dio, dalla scelta di servirlo senza riserve.
Signore, dona anche a noi la capacità di poterti riconoscere presente in mezzo alle nostre strade, fa' che ti accogliamo sempre con amore quando ci appari povero, straniero o bisognoso di cure.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per
mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non
l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di
lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto
per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare
figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece
carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti
abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il
Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" : così
efficacemente Giovanni descrive l'Incarnazione e la nascita del Signore Gesù. Contempliamo, anche in questo ultimo giorno dell'anno solare, il mistero
meraviglioso del Natale, per elevare a Dio il grazie doveroso e riconoscente per il piegarsi della Divinità sulla nostra umanità. Signore, unico nostro Re e Salvatore,
noi ti adoriamo e ti ringraziamo per tutto quello che ci hai voluto offrire. Grazie per la vita, grazie per la fede, grazie per tutte le opere buone che siamo riusciti
a compiere. Ti affidiamo tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo per la pandemia, liberaci al più presto per la tua misericordia. A te l'onore e la
gloria, con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen. Buona giornata e tanti auguri, don Pasqualino. TE DEUM Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo
Signore. O eterno Padre, * tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell'universo. I
cieli e la terra * sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico figlio, * e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, * eterno Figlio del Padre, tu nascesti
dalla Vergine Madre * per la salvezza dell'uomo. Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del
Padre. * Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, * che hai redento col tuo sangue prezioso Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati
oggi, Signore, * di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: * in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, * pietà di noi. Tu sei la nostra
speranza, * non saremo confusi in eterno.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" : così efficacemente Giovanni descrive l'Incarnazione e la nascita del Signore Gesù.
Contempliamo, anche in questo ultimo giorno dell'anno solare, il mistero meraviglioso del Natale, per elevare a Dio il grazie doveroso e riconoscente per il piegarsi della Divinità sulla nostra umanità.
Signore, unico nostro Re e Salvatore, noi ti adoriamo e ti ringraziamo per tutto quello che ci hai voluto offrire. Grazie per la vita, grazie per la fede, grazie per tutte le opere buone che siamo riusciti a compiere.
Ti affidiamo tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo per la pandemia, liberaci al più presto per la tua misericordia.
A te l'onore e la gloria, con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata e tanti auguri, don Pasqualino.
TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
"E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" : così efficacemente Giovanni descrive l'Incarnazione e la nascita del Signore Gesù.
Contempliamo, anche in questo ultimo giorno dell'anno solare, il mistero meraviglioso del Natale, per elevare a Dio il grazie doveroso e riconoscente per il piegarsi della Divinità sulla nostra umanità.
Signore, unico nostro Re e Salvatore, noi ti adoriamo e ti ringraziamo per tutto quello che ci hai voluto offrire. Grazie per la vita, grazie per la fede, grazie per tutte le opere buone che siamo riusciti a compiere.
Ti affidiamo tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo per la pandemia, liberaci al più presto per la tua misericordia.
A te l'onore e la gloria, con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata e tanti auguri, don Pasqualino.
TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
Ultimo aggiornamento: dic 31, 2020 5:51:56pm
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Buona Solennità di Maria Madre di Dio. AUGURI di Buon Anno Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e
il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette
loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello
che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato
chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Preghiera sul Vangelo: "Grazie, Signore, del nuovo anno, dono inestimabile e immeritato. Per scrivere
nuove pagine di vita, ci hai donato Maria, Madre tua e nostra, Regina della pace. Immetti in noi un pò di quella fiducia che lei ha avuto nello Spirito Santo."
Buona Solennità di Maria Madre di Dio.
AUGURI di Buon Anno
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Preghiera sul Vangelo:
"Grazie, Signore, del nuovo anno, dono inestimabile e immeritato.
Per scrivere nuove pagine di vita, ci hai donato Maria, Madre tua e nostra, Regina della pace. Immetti in noi un pò di quella fiducia che lei ha avuto nello Spirito Santo."
AUGURI di Buon Anno
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Preghiera sul Vangelo:
"Grazie, Signore, del nuovo anno, dono inestimabile e immeritato.
Per scrivere nuove pagine di vita, ci hai donato Maria, Madre tua e nostra, Regina della pace. Immetti in noi un pò di quella fiducia che lei ha avuto nello Spirito Santo."
Ultimo aggiornamento: gen 01, 2021 5:27:00pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,19-28 Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi
sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?».
«No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di
uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono
e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che
voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove
Giovanni stava battezzando. Le prime parole ci spiegano il senso di questa pagina di Vangelo: "Questa è la testimonianza di Giovanni ". Egli con chiarezza ed
umiltà dice chi è e per che cosa è stato mandato a predicare. Egli è la "voce" di Colui che invece è la "Parola". A noi insegna fondamentalmente due
cose: la prima, aver chiara la nostra identità di creature piene di debolezza. La seconda, avere il coraggio di testimoniare la fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, con
le parole e con le opere, diversamente dal mondo che ha per idoli la menzogna ed il potere. Signore Dio, Padre , Figlio e Spirito Santo, ti lodiamo perché ci hai fatto
dono della fede, fa' che senza paure o rispetto umano, seguiamo con gioia ed impegno il tuo volere nelle vicende della nostra vita quotidiana. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,19-28
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Le prime parole ci spiegano il senso di questa pagina di Vangelo: "Questa è la testimonianza di Giovanni ".
Egli con chiarezza ed umiltà dice chi è e per che cosa è stato mandato a predicare.
Egli è la "voce" di Colui che invece è la "Parola".
A noi insegna fondamentalmente due cose: la prima, aver chiara la nostra identità di creature piene di debolezza. La seconda, avere il coraggio di testimoniare la fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, con le parole e con le opere, diversamente dal mondo che ha per idoli la menzogna ed il potere.
Signore Dio, Padre , Figlio e Spirito Santo, ti lodiamo perché ci hai fatto dono della fede, fa' che senza paure o rispetto umano, seguiamo con gioia ed impegno il tuo volere nelle vicende della nostra vita quotidiana.
Buona giornata, don Pasqualino.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Le prime parole ci spiegano il senso di questa pagina di Vangelo: "Questa è la testimonianza di Giovanni ".
Egli con chiarezza ed umiltà dice chi è e per che cosa è stato mandato a predicare.
Egli è la "voce" di Colui che invece è la "Parola".
A noi insegna fondamentalmente due cose: la prima, aver chiara la nostra identità di creature piene di debolezza. La seconda, avere il coraggio di testimoniare la fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, con le parole e con le opere, diversamente dal mondo che ha per idoli la menzogna ed il potere.
Signore Dio, Padre , Figlio e Spirito Santo, ti lodiamo perché ci hai fatto dono della fede, fa' che senza paure o rispetto umano, seguiamo con gioia ed impegno il tuo volere nelle vicende della nostra vita quotidiana.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica II di Natale. Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso
Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende
nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché
tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel
mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità. Giovanni gli da testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio,
nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Preghiera sul Vangelo: "Padre, che nel tuo unico Figlio
ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo, illuminaci in lui con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci
attende, come figli ed eredi del Regno."
Buona Domenica II di Natale.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli da testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Preghiera sul Vangelo:
"Padre, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo, illuminaci in lui con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del Regno."
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli da testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Preghiera sul Vangelo:
"Padre, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo, illuminaci in lui con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del Regno."
Ultimo aggiornamento: gen 03, 2021 5:26:04pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42 In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di
Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli
risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno
rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui,
Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Dalla ricerca e dall' incontro scaturisce sempre l'annuncio:
il Battista incontra Gesù e lo annuncia ai suoi discepoli , che così lo seguono. Andrea, uno dei due delle quattro del pomeriggio, dopo aver incontrato Gesù, lo
annuncia a suo fratello Simone. Gesù "fissando lo sguardo" su di lui, lo ama, lo sceglie, cambiandogli il nome, e lo rende idoneo per la grande missione a cui
è destinato. Signore, fa' che dopo averti conosciuto, anche noi possiamo diventare fervidi missionari, annunciando te, con la parola e con l'esempio, a tutti
coloro che incontriamo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Dalla ricerca e dall' incontro scaturisce sempre l'annuncio: il Battista incontra Gesù e lo annuncia ai suoi discepoli , che così lo seguono. Andrea, uno dei due delle quattro del pomeriggio, dopo aver incontrato Gesù, lo annuncia a suo fratello Simone.
Gesù "fissando lo sguardo" su di lui, lo ama, lo sceglie, cambiandogli il nome, e lo rende idoneo per la grande missione a cui è destinato.
Signore, fa' che dopo averti conosciuto, anche noi possiamo diventare fervidi missionari, annunciando te, con la parola e con l'esempio, a tutti coloro che incontriamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Dalla ricerca e dall' incontro scaturisce sempre l'annuncio: il Battista incontra Gesù e lo annuncia ai suoi discepoli , che così lo seguono. Andrea, uno dei due delle quattro del pomeriggio, dopo aver incontrato Gesù, lo annuncia a suo fratello Simone.
Gesù "fissando lo sguardo" su di lui, lo ama, lo sceglie, cambiandogli il nome, e lo rende idoneo per la grande missione a cui è destinato.
Signore, fa' che dopo averti conosciuto, anche noi possiamo diventare fervidi missionari, annunciando te, con la parola e con l'esempio, a tutti coloro che incontriamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,43-51 In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Filippo era di Betsàida, la città di
Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di
Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro,
disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho
visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che
ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli
angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Anche oggi ritroviamo delle chiamate e degli inviti. Gesù chiama i suoi Apostoli, così come ognuno di noi,
personalmente per un compito, un servizio. Ci chiama conoscendo la nostra vita, ogni cosa di noi, come per Natanaele o Bartolomeo. Pone la sua fiducia in noi,
nonostante le nostre fragilità e le nostre frequenti incoerenze. Nel libro dei Salmi leggiamo: "Signore, tu mi scruti e mi conosci...". Ma anche con Paolo
possiamo dire: " tutto posso in Colui che mi da forza". Grazie, o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, per la tua chiamata alla fede, fa che possiamo vivere
sempre fedelmente in comunione con tutti i nostri fratelli nella gioia e nella pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,43-51
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che
ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Anche oggi ritroviamo delle chiamate e degli inviti. Gesù chiama i suoi Apostoli, così come ognuno di noi, personalmente per un compito, un servizio.
Ci chiama conoscendo la nostra vita, ogni cosa di noi, come per Natanaele o Bartolomeo. Pone la sua fiducia in noi, nonostante le nostre fragilità e le nostre frequenti incoerenze. Nel libro dei Salmi leggiamo: "Signore, tu mi scruti e mi conosci...".
Ma anche con Paolo possiamo dire: " tutto posso in Colui che mi da forza".
Grazie, o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, per la tua chiamata alla fede, fa che possiamo vivere sempre fedelmente in comunione con tutti i nostri fratelli nella gioia e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che
ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Anche oggi ritroviamo delle chiamate e degli inviti. Gesù chiama i suoi Apostoli, così come ognuno di noi, personalmente per un compito, un servizio.
Ci chiama conoscendo la nostra vita, ogni cosa di noi, come per Natanaele o Bartolomeo. Pone la sua fiducia in noi, nonostante le nostre fragilità e le nostre frequenti incoerenze. Nel libro dei Salmi leggiamo: "Signore, tu mi scruti e mi conosci...".
Ma anche con Paolo possiamo dire: " tutto posso in Colui che mi da forza".
Grazie, o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, per la tua chiamata alla fede, fa che possiamo vivere sempre fedelmente in comunione con tutti i nostri fratelli nella gioia e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità dell'Epifania del Signore. Dal Vangelo secondo Matteo 2,1-12 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da
oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re
Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il
Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città
principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con
esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo
sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il
luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo
adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al
loro paese. Preghiera sul Vangelo: "Davvero non c'è uomo che possa non conoscerti, Signore! La tua luce sfolgorante è visione d'angeli a pastori
d'Israele, è splendida stella a Magi scrutatori del cielo, è domanda di ricerca a re chiusi nei palazzi, è compimento di profezia a sacerdoti."
Buona Solennità dell'Epifania del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Preghiera sul Vangelo:
"Davvero non c'è uomo che possa non conoscerti, Signore! La tua luce sfolgorante è visione d'angeli a pastori d'Israele, è splendida stella a Magi scrutatori del cielo, è domanda di ricerca a re chiusi nei palazzi, è compimento di profezia a sacerdoti."
Dal Vangelo secondo Matteo 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Preghiera sul Vangelo:
"Davvero non c'è uomo che possa non conoscerti, Signore! La tua luce sfolgorante è visione d'angeli a pastori d'Israele, è splendida stella a Magi scrutatori del cielo, è domanda di ricerca a re chiusi nei palazzi, è compimento di profezia a sacerdoti."
Ultimo aggiornamento: gen 06, 2021 5:29:22pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 4,12-17.23-25 In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a
Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra
di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e
ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea,
insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria
e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo
dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino": inizia così la
predicazione di Gesù, unita ad una preghiera intensa e ad un'opera di guarigione senza precedenti. Convertirsi significa cambiare vita per adeguarla al regno dei
cieli, cioè al progetto di Dio, al suo volere, alle sue disposizioni, ai suoi desideri, alla sua speranza e a ciò che nella sua provvidenza vuole offrirci. La
conversione è essenziale per ottenere la guarigione, sia essa del cuore come pure di tutto il corpo. Conversione quindi è cambiamento totale, capace di un ascolto
profondo e di una sequela di Gesù senza alcuna condizione. Signore , donaci il tuo Santo Spirito, fa che possa cambiare il nostro cuore per una profonda autentica
conversione. La tua misericordia copra benevola ogni nostra azione. Buona giornata, don Pasqualino
Dal Vangelo secondo Matteo 4,12-17.23-25
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
"Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino": inizia così la predicazione di Gesù, unita ad una preghiera intensa e ad un'opera di guarigione senza precedenti.
Convertirsi significa cambiare vita per adeguarla al regno dei cieli, cioè al progetto di Dio, al suo volere, alle sue disposizioni, ai suoi desideri, alla sua speranza e a ciò che nella sua provvidenza vuole offrirci.
La conversione è essenziale per ottenere la guarigione, sia essa del cuore come pure di tutto il corpo.
Conversione quindi è cambiamento totale, capace di un ascolto profondo e di una sequela di Gesù senza alcuna condizione.
Signore , donaci il tuo Santo Spirito, fa che possa cambiare il nostro cuore per una profonda autentica conversione.
La tua misericordia copra benevola ogni nostra azione.
Buona giornata, don Pasqualino
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
"Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino": inizia così la predicazione di Gesù, unita ad una preghiera intensa e ad un'opera di guarigione senza precedenti.
Convertirsi significa cambiare vita per adeguarla al regno dei cieli, cioè al progetto di Dio, al suo volere, alle sue disposizioni, ai suoi desideri, alla sua speranza e a ciò che nella sua provvidenza vuole offrirci.
La conversione è essenziale per ottenere la guarigione, sia essa del cuore come pure di tutto il corpo.
Conversione quindi è cambiamento totale, capace di un ascolto profondo e di una sequela di Gesù senza alcuna condizione.
Signore , donaci il tuo Santo Spirito, fa che possa cambiare il nostro cuore per una profonda autentica conversione.
La tua misericordia copra benevola ogni nostra azione.
Buona giornata, don Pasqualino
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Dal Vangelo secondo Marco 6,34-44 In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno
pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi;
congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli
dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e
dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i
due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Vogliamo cogliere oggi semplicemente due sottolineature: la prima è la "compassione" che Gesù sente per tutte quelle persone e come immediatamente viene loro
incontro con la sua Parola che riempie il cuore, la sua misericordia che guarisce e il suo amore provvidente che nutre. La seconda: è il richiamo ad una carità che i
discepoli devono compiere, ma a partire da una povertà densa di fiducia, non duecento denari da spendere, ma cinque pani e due pesci da far moltiplicare. Ancora oggi
Gesù, nella Chiesa, si fa pane , cioè sostanza della nostra esistenza, moltiplicandosi fino alla fine dei tempi per raggiungere ogni uomo e sollevarlo dalla sua
fragilità. Signore, grazie per il pane materiale quotidiano e per il tuo "quotidiano pane di vita" che ci sostengono nel nostro cammino , fa che possiamo
sempre nutrirci spezzandolo con gioia, insieme a tutti i nostri fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,34-44
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Vogliamo cogliere oggi semplicemente due sottolineature: la prima è la "compassione" che Gesù sente per tutte quelle persone e come immediatamente viene loro incontro con la sua Parola che riempie il cuore, la sua misericordia che guarisce e il suo amore provvidente che nutre.
La seconda: è il richiamo ad una carità che i discepoli devono compiere, ma a partire da una povertà densa di fiducia, non duecento denari da spendere, ma cinque pani e due pesci da far moltiplicare.
Ancora oggi Gesù, nella Chiesa, si fa pane , cioè sostanza della nostra esistenza, moltiplicandosi fino alla fine dei tempi per raggiungere ogni uomo e sollevarlo dalla sua fragilità.
Signore, grazie per il pane materiale quotidiano e per il tuo "quotidiano pane di vita" che ci sostengono nel nostro cammino , fa che possiamo sempre nutrirci spezzandolo con gioia, insieme a tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Vogliamo cogliere oggi semplicemente due sottolineature: la prima è la "compassione" che Gesù sente per tutte quelle persone e come immediatamente viene loro incontro con la sua Parola che riempie il cuore, la sua misericordia che guarisce e il suo amore provvidente che nutre.
La seconda: è il richiamo ad una carità che i discepoli devono compiere, ma a partire da una povertà densa di fiducia, non duecento denari da spendere, ma cinque pani e due pesci da far moltiplicare.
Ancora oggi Gesù, nella Chiesa, si fa pane , cioè sostanza della nostra esistenza, moltiplicandosi fino alla fine dei tempi per raggiungere ogni uomo e sollevarlo dalla sua fragilità.
Signore, grazie per il pane materiale quotidiano e per il tuo "quotidiano pane di vita" che ci sostengono nel nostro cammino , fa che possiamo sempre nutrirci spezzandolo con gioia, insieme a tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,45-52 [Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e precederlo sull’altra
riva, a Betsaida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da
solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva
oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: “È un fantasma!”, e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma
egli subito parlò loro e disse: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati,
perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito. Un episodio piuttosto singolare, ma che ci offre significative indicazioni! I discepoli , la
maggior parte ottimi pescatori, impegnati affannosamente a remare sulle acque agitate e Gesù che tranquillamente camminando su di esse li raggiunge e quasi li supera. È
la nostra realtà fluttuante e contraddittoria che solo Dio, se ci da una mano, può farci , con serenità, superare. Signore, rendi il nostro cuore libero e attento,
perché possiamo sempre riconoscere i segni della tua presenza misericordiosa e docilmente condurre le nostre vele al porto sicuro. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,45-52
[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e precederlo sull’altra riva, a Betsaida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: “È un fantasma!”, e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.
Un episodio piuttosto singolare, ma che ci offre significative indicazioni!
I discepoli , la maggior parte ottimi pescatori, impegnati affannosamente a remare sulle acque agitate e Gesù che tranquillamente camminando su di esse li raggiunge e quasi li supera.
È la nostra realtà fluttuante e contraddittoria che solo Dio, se ci da una mano, può farci , con serenità, superare.
Signore, rendi il nostro cuore libero e attento, perché possiamo sempre riconoscere i segni della tua presenza misericordiosa e docilmente condurre le nostre vele al porto sicuro.
Buona giornata, don Pasqualino.
[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e precederlo sull’altra riva, a Betsaida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: “È un fantasma!”, e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”. E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.
Un episodio piuttosto singolare, ma che ci offre significative indicazioni!
I discepoli , la maggior parte ottimi pescatori, impegnati affannosamente a remare sulle acque agitate e Gesù che tranquillamente camminando su di esse li raggiunge e quasi li supera.
È la nostra realtà fluttuante e contraddittoria che solo Dio, se ci da una mano, può farci , con serenità, superare.
Signore, rendi il nostro cuore libero e attento, perché possiamo sempre riconoscere i segni della tua presenza misericordiosa e docilmente condurre le nostre vele al porto sicuro.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona festa del Battesimo del Signore. Dal Vangelo secondo Marco 1,7-11 In quel tempo, Giovanni predicava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono
degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da
Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una
colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Preghiera sul Vangelo: "O Signore, tu proclami il Cristo
tuo diletto Figlio, mentre su di lui discendeva lo Spirito Santo. A noi, tuoi figli nel Figlio, concedi di vivere sempre nel tuo Amore, che è quello stesso Spirito
Santo che scese anche su di noi, quando nell'acqua siamo in te rinati."
Buona festa del Battesimo del Signore.
Dal Vangelo secondo Marco 1,7-11
In quel tempo, Giovanni predicava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Preghiera sul Vangelo:
"O Signore, tu proclami il Cristo tuo diletto Figlio, mentre su di lui discendeva lo Spirito Santo.
A noi, tuoi figli nel Figlio, concedi di vivere sempre nel tuo Amore, che è quello stesso Spirito Santo che scese anche su di noi, quando nell'acqua siamo in te rinati."
Dal Vangelo secondo Marco 1,7-11
In quel tempo, Giovanni predicava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Preghiera sul Vangelo:
"O Signore, tu proclami il Cristo tuo diletto Figlio, mentre su di lui discendeva lo Spirito Santo.
A noi, tuoi figli nel Figlio, concedi di vivere sempre nel tuo Amore, che è quello stesso Spirito Santo che scese anche su di noi, quando nell'acqua siamo in te rinati."
Ultimo aggiornamento: gen 10, 2021 5:28:20pm
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Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di
Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano
infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide
Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella
barca con i garzoni e andarono dietro a lui. "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo". Ecco l'inizio della
predicazione di Gesù, un grido accorato, che ancora oggi riecheggia nei nostri cuori. L'invito alla conversione si fa pressante, sia per chi è scelto ad essere
"pescatore di uomini", sia per chi deve lasciarsi pescare. Bisogna rispondere subito, cioè con la prontezza e l'amore propri della chiamata fatta da Dio.
Signore Gesù, parla al nostro cuore, perché sedotti dalla tua Parola, possiamo seguirti docilmente, con la forza dello Spirito Santo, sulla via che il Padre ha
tracciato per noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
Ecco l'inizio della predicazione di Gesù, un grido accorato, che ancora oggi riecheggia nei nostri cuori.
L'invito alla conversione si fa pressante, sia per chi è scelto ad essere "pescatore di uomini", sia per chi deve lasciarsi pescare.
Bisogna rispondere subito, cioè con la prontezza e l'amore propri della chiamata fatta da Dio.
Signore Gesù, parla al nostro cuore, perché sedotti dalla tua Parola, possiamo seguirti docilmente, con la forza dello Spirito Santo, sulla via che il Padre ha tracciato per noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
Ecco l'inizio della predicazione di Gesù, un grido accorato, che ancora oggi riecheggia nei nostri cuori.
L'invito alla conversione si fa pressante, sia per chi è scelto ad essere "pescatore di uomini", sia per chi deve lasciarsi pescare.
Bisogna rispondere subito, cioè con la prontezza e l'amore propri della chiamata fatta da Dio.
Signore Gesù, parla al nostro cuore, perché sedotti dalla tua Parola, possiamo seguirti docilmente, con la forza dello Spirito Santo, sulla via che il Padre ha tracciato per noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 1,21b-28 In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti
insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare,
dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito
impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con
autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Gesù insegna "come
uno che ha autorità". Egli è il Maestro divino, il "Verbo" , la Parola fattasi uomo. La sua parola insegna e guarisce, converte ed opera prodigi. Ha
l'autorità di comandare al male e di scacciarlo e liberare così tutti coloro che ne sono schiavi. Il Vangelo non è un semplice racconto su Gesù, ma la sua Parola
perenne data a noi. Signore, abbi pietà di noi e liberaci dalle catene del male e del peccato, donaci, o misericordioso, la tua grazia e noi vivremo, in te noi
speriamo! Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,21b-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Gesù insegna "come uno che ha autorità". Egli è il Maestro divino, il "Verbo" , la Parola fattasi uomo.
La sua parola insegna e guarisce, converte ed opera prodigi.
Ha l'autorità di comandare al male e di scacciarlo e liberare così tutti coloro che ne sono schiavi.
Il Vangelo non è un semplice racconto su Gesù, ma la sua Parola perenne data a noi.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci dalle catene del male e del peccato, donaci, o misericordioso, la tua grazia e noi vivremo,
in te noi speriamo!
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Gesù insegna "come uno che ha autorità". Egli è il Maestro divino, il "Verbo" , la Parola fattasi uomo.
La sua parola insegna e guarisce, converte ed opera prodigi.
Ha l'autorità di comandare al male e di scacciarlo e liberare così tutti coloro che ne sono schiavi.
Il Vangelo non è un semplice racconto su Gesù, ma la sua Parola perenne data a noi.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci dalle catene del male e del peccato, donaci, o misericordioso, la tua grazia e noi vivremo,
in te noi speriamo!
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39 In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera
di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti
da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si
ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse
loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro
sinagoghe e scacciando i demoni. Che ritmi ha Gesù! Oggi li definiremmo da stress. Questa pagina di vangelo ci dice, comunque, della delicatezza misericordiosa di Gesù,
che fa alzare dal letto la suocera di Pietro, guarendola dalla febbre e permettendo così di poterli servire a tavola. Ci dice della sua compassione verso una folla di
poveri disperati affetti da varie malattie o posseduti da spiriti maligni e tutti vengono guariti. Ci dice ancora del suo amore smisurato verso il Padre, che lo porta
ad appartarsi per lungo tempo in una preghiera intensa e appassionata. Ricorda così a noi che la preghiera sostiene ogni azione e la rende efficace. Signore, Maestro
divino, dacci la forza del tuo Spirito per servire con gioia e fedeltà i nostri fratelli più deboli e bisognosi e fa che la preghiera non manchi mai sulle nostre labbra
e sia sigillo alla carità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Che ritmi ha Gesù! Oggi li definiremmo da stress.
Questa pagina di vangelo ci dice, comunque, della delicatezza misericordiosa di Gesù, che fa alzare dal letto la suocera di Pietro, guarendola dalla febbre e permettendo così di poterli servire a tavola.
Ci dice della sua compassione verso una folla di poveri disperati affetti da varie malattie o posseduti da spiriti maligni e tutti vengono guariti.
Ci dice ancora del suo amore smisurato verso il Padre, che lo porta ad appartarsi per lungo tempo in una preghiera intensa e appassionata.
Ricorda così a noi che la preghiera sostiene ogni azione e la rende efficace.
Signore, Maestro divino, dacci la forza del tuo Spirito per servire con gioia e fedeltà i nostri fratelli più deboli e bisognosi e fa che la preghiera non manchi mai sulle nostre labbra e sia sigillo alla carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Che ritmi ha Gesù! Oggi li definiremmo da stress.
Questa pagina di vangelo ci dice, comunque, della delicatezza misericordiosa di Gesù, che fa alzare dal letto la suocera di Pietro, guarendola dalla febbre e permettendo così di poterli servire a tavola.
Ci dice della sua compassione verso una folla di poveri disperati affetti da varie malattie o posseduti da spiriti maligni e tutti vengono guariti.
Ci dice ancora del suo amore smisurato verso il Padre, che lo porta ad appartarsi per lungo tempo in una preghiera intensa e appassionata.
Ricorda così a noi che la preghiera sostiene ogni azione e la rende efficace.
Signore, Maestro divino, dacci la forza del tuo Spirito per servire con gioia e fedeltà i nostri fratelli più deboli e bisognosi e fa che la preghiera non manchi mai sulle nostre labbra e sia sigillo alla carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45 In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe
compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente,
lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha
prescritto, come testimonianza per loro”. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in
una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Gesù nel guarire il lebbroso non si limita a pronunciare la sua Parola guaritrice, ma
lo tocca per manifestare tutta la sua compassione per l'uomo che soffre. Dio ama ogni sua creatura e si "contamina" senza riserve con la sue debolezze
estreme. Gesù compie il miracolo e comanda al lebbroso di attenersi alle prescrizioni richieste. Ma è tanta la gioia per essere stato guarito, che l'uomo grida a
tutti ciò che è successo e costringe il Signore a far Lui la "quarantena". Gesù tocca il lebbroso così come tocca le nostre piaghe per guarire ogni male e
ricostruire il tessuto dei nostri rapporti con Dio e con le nostre comunità. Signore Dio, buono e misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo, guarisci le piaghe del
mio peccato e con il tuo abbraccio onnipotente rinnova la vita dell'anima e la salute del corpo. Amen. Buina giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Gesù nel guarire il lebbroso non si limita a pronunciare la sua Parola guaritrice, ma lo tocca per manifestare tutta la sua compassione per l'uomo che soffre. Dio ama ogni sua creatura e si "contamina" senza riserve con la sue debolezze estreme.
Gesù compie il miracolo e comanda al lebbroso di attenersi alle prescrizioni richieste. Ma è tanta la gioia per essere stato guarito, che l'uomo grida a tutti ciò che è successo e costringe il Signore a far Lui la "quarantena".
Gesù tocca il lebbroso così come tocca le nostre piaghe per guarire ogni male e ricostruire il tessuto dei nostri rapporti con Dio e con le nostre comunità.
Signore Dio, buono e misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo, guarisci le piaghe del mio peccato e con il tuo abbraccio onnipotente rinnova la vita dell'anima e la salute del corpo. Amen.
Buina giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Gesù nel guarire il lebbroso non si limita a pronunciare la sua Parola guaritrice, ma lo tocca per manifestare tutta la sua compassione per l'uomo che soffre. Dio ama ogni sua creatura e si "contamina" senza riserve con la sue debolezze estreme.
Gesù compie il miracolo e comanda al lebbroso di attenersi alle prescrizioni richieste. Ma è tanta la gioia per essere stato guarito, che l'uomo grida a tutti ciò che è successo e costringe il Signore a far Lui la "quarantena".
Gesù tocca il lebbroso così come tocca le nostre piaghe per guarire ogni male e ricostruire il tessuto dei nostri rapporti con Dio e con le nostre comunità.
Signore Dio, buono e misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo, guarisci le piaghe del mio peccato e con il tuo abbraccio onnipotente rinnova la vita dell'anima e la salute del corpo. Amen.
Buina giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 2,1-12 Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto
neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portaglielo
innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù,
vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così?
Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose
nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico: “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate
che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si
alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Non sempre è semplice poter arrivare a Gesù, talvolta vari impedimenti intralciano il cammino, in questo caso la folla. È la fede quella che abbatte ogni steccato! Il
paralitico beneficia della sua fede, ma anche di quella dei suoi amici, che gli permettono con una mossa straordinaria ed audace di poter arrivare davanti a Gesù per
essere guarito. La fede, secondo l'insegnamento di Gesù, è anche "osare". La Chiesa, introducendo la preghiera del Padre nostro suggerisce : "osiamo
dire". Gesù ama e concede molto a chi osa nella fede, perché questo significa fiducia piena e totale che permette di affidarsi all'unico che può offrire
salvezza: Dio! Signore, grazie per tutto quello che ci offri e in particolare per il perdono dei peccati, che ci consente di poter camminare nuovamente spediti sulla
strada del tuo amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,1-12
Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico: “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Non sempre è semplice poter arrivare a Gesù, talvolta vari impedimenti intralciano il cammino, in questo caso la folla.
È la fede quella che abbatte ogni steccato!
Il paralitico beneficia della sua fede, ma anche di quella dei suoi amici, che gli permettono con una mossa straordinaria ed audace di poter arrivare davanti a Gesù per essere guarito.
La fede, secondo l'insegnamento di Gesù, è anche "osare". La Chiesa, introducendo la preghiera del Padre nostro suggerisce : "osiamo dire".
Gesù ama e concede molto a chi osa nella fede, perché questo significa fiducia piena e totale che permette di affidarsi all'unico che può offrire salvezza: Dio!
Signore, grazie per tutto quello che ci offri e in particolare per il perdono dei peccati, che ci consente di poter camminare nuovamente spediti sulla strada del tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico: “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Non sempre è semplice poter arrivare a Gesù, talvolta vari impedimenti intralciano il cammino, in questo caso la folla.
È la fede quella che abbatte ogni steccato!
Il paralitico beneficia della sua fede, ma anche di quella dei suoi amici, che gli permettono con una mossa straordinaria ed audace di poter arrivare davanti a Gesù per essere guarito.
La fede, secondo l'insegnamento di Gesù, è anche "osare". La Chiesa, introducendo la preghiera del Padre nostro suggerisce : "osiamo dire".
Gesù ama e concede molto a chi osa nella fede, perché questo significa fiducia piena e totale che permette di affidarsi all'unico che può offrire salvezza: Dio!
Signore, grazie per tutto quello che ci offri e in particolare per il perdono dei peccati, che ci consente di poter camminare nuovamente spediti sulla strada del tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 2,13-17 In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di
Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano
a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani,
dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e dei peccatori?”. Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico,
ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Anche in questa pagina evangelica cogliamo quale sia la corsia privilegiata di Gesù: la salvezza
di tutti i peccatori. "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati"! Egli chiama Matteo direttamente con la sua parola densa d'amore e
condivide la festa che suggella il radicale cambiamento di vita. Lasciamoci anche noi coinvolgere da Cristo, con umiltà e verità riconosciamo il bisogno che abbiamo di
essere guariti, soprattutto interiormente e inizi sempre la festa del banchetto celeste dell'Eucaristia. Signore, come buon Samaritano, corri a fasciare le nostre
ferite e trasforma la nostra vita come sequela gioiosa del tuo amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,13-17
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e dei peccatori?”. Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Anche in questa pagina evangelica cogliamo quale sia la corsia privilegiata di Gesù: la salvezza di tutti i peccatori.
"Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati"!
Egli chiama Matteo direttamente con la sua parola densa d'amore e condivide la festa che suggella il radicale cambiamento di vita.
Lasciamoci anche noi coinvolgere da Cristo, con umiltà e verità riconosciamo il bisogno che abbiamo di essere guariti, soprattutto interiormente e inizi sempre la festa del banchetto celeste dell'Eucaristia.
Signore, come buon Samaritano, corri a fasciare le nostre ferite e trasforma la nostra vita come sequela gioiosa del tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e dei peccatori?”. Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Anche in questa pagina evangelica cogliamo quale sia la corsia privilegiata di Gesù: la salvezza di tutti i peccatori.
"Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati"!
Egli chiama Matteo direttamente con la sua parola densa d'amore e condivide la festa che suggella il radicale cambiamento di vita.
Lasciamoci anche noi coinvolgere da Cristo, con umiltà e verità riconosciamo il bisogno che abbiamo di essere guariti, soprattutto interiormente e inizi sempre la festa del banchetto celeste dell'Eucaristia.
Signore, come buon Samaritano, corri a fasciare le nostre ferite e trasforma la nostra vita come sequela gioiosa del tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica II del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42 In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che
passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano,
disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro
dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era
Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù.
Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che
riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa' che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo
progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo Regno."
Buona Domenica II del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa' che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo Regno."
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa' che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e divenire apostoli e profeti del tuo Regno."
Ultimo aggiornamento: gen 17, 2021 5:29:12pm
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Dal Vangelo secondo Marco 2,18-22 In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di
Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è
con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce
un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino
nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». I tempi del digiuno e della festa non dipendono da
noi, ma dal Signore. Egli decide di festeggiare con noi , come pure alle volte ci chiede di digiunare. Il Figlio di Dio, il Maestro e Signore, ci insegna come accedere
alle realtà celesti, liberati da vincoli gravosi e inefficaci. Il senso della vita, la sua morale, la giustizia e la solidarietà, se vissuti in Lui e con Lui, saranno
vestito nuovo ed otre nuovo. Signore, fa che possiamo sempre con gioia seguirti fedelmente, senza cedere di fronte alla prova. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,18-22
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
I tempi del digiuno e della festa non dipendono da noi, ma dal Signore.
Egli decide di festeggiare con noi , come pure alle volte ci chiede di digiunare.
Il Figlio di Dio, il Maestro e Signore, ci insegna come accedere alle realtà celesti, liberati da vincoli gravosi e inefficaci.
Il senso della vita, la sua morale, la giustizia e la solidarietà, se vissuti in Lui e con Lui, saranno vestito nuovo ed otre nuovo.
Signore, fa che possiamo sempre con gioia seguirti fedelmente, senza cedere di fronte alla prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
I tempi del digiuno e della festa non dipendono da noi, ma dal Signore.
Egli decide di festeggiare con noi , come pure alle volte ci chiede di digiunare.
Il Figlio di Dio, il Maestro e Signore, ci insegna come accedere alle realtà celesti, liberati da vincoli gravosi e inefficaci.
Il senso della vita, la sua morale, la giustizia e la solidarietà, se vissuti in Lui e con Lui, saranno vestito nuovo ed otre nuovo.
Signore, fa che possiamo sempre con gioia seguirti fedelmente, senza cedere di fronte alla prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28 In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I
farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si
trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare
se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è
signore anche del sabato». Gesù è la "legge", Egli ci offre con la sua autorevole Parola il "modo" come comportarci nel cammino della vita. La
persona umana, con le sue necessità, sta al centro di ogni regola e disciplina. Nella libertà del Figlio di Dio viviamo la nostra autentica libertà. Come cristiani
sappiamo che la carità ha la precedenza su tutto. Gesù è il Signore, che con la sua morte e Risurrezione ci ha conquistato per portarci a salvezza. Signore Dio, Padre,
Figlio e Spirito Santo, donaci la vera sapienza, che ci aiuti a discernere bene ciò che è necessario compiere per essere a te graditi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Gesù è la "legge", Egli ci offre con la sua autorevole Parola il "modo" come comportarci nel cammino della vita.
La persona umana, con le sue necessità, sta al centro di ogni regola e disciplina.
Nella libertà del Figlio di Dio viviamo la nostra autentica libertà.
Come cristiani sappiamo che la carità ha la precedenza su tutto.
Gesù è il Signore, che con la sua morte e Risurrezione ci ha conquistato per portarci a salvezza.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci la vera sapienza, che ci aiuti a discernere bene ciò che è necessario compiere per essere a te graditi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Gesù è la "legge", Egli ci offre con la sua autorevole Parola il "modo" come comportarci nel cammino della vita.
La persona umana, con le sue necessità, sta al centro di ogni regola e disciplina.
Nella libertà del Figlio di Dio viviamo la nostra autentica libertà.
Come cristiani sappiamo che la carità ha la precedenza su tutto.
Gesù è il Signore, che con la sua morte e Risurrezione ci ha conquistato per portarci a salvezza.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci la vera sapienza, che ci aiuti a discernere bene ciò che è necessario compiere per essere a te graditi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,1-6 In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in
giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Àlzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: “È lecito in giorno di sabato fare
del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori,
disse all’uomo: “Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo
morire. Il rifiuto di molti di comprendere un gesto di amore e il conseguente atteggiamento di disprezzo e di odio verso di lui generano la tristezza di Gesù. Tutto il
bene, piccolo o grande, che nel mondo chiunque può compiere, sia accolto da noi sempre con rendimento di grazie a Dio, senza inutili giudizi. Signore, dacci un
discernimento vero e misericordioso, capace di comprendere e amare; fa che con coraggio possiamo servire l'umile, il piccolo ed il povero, piuttosto che stare in
regola con norme che non riconoscono la dignità della persona. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,1-6
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Àlzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: “È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: “Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Il rifiuto di molti di comprendere un gesto di amore e il conseguente atteggiamento di disprezzo e di odio verso di lui generano la tristezza di Gesù.
Tutto il bene, piccolo o grande, che nel mondo chiunque può compiere, sia accolto da noi sempre con rendimento di grazie a Dio, senza inutili giudizi.
Signore, dacci un discernimento vero e misericordioso, capace di comprendere e amare; fa che con coraggio possiamo servire l'umile, il piccolo ed il povero, piuttosto che stare in regola con norme che non riconoscono la dignità della persona.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Àlzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: “È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: “Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Il rifiuto di molti di comprendere un gesto di amore e il conseguente atteggiamento di disprezzo e di odio verso di lui generano la tristezza di Gesù.
Tutto il bene, piccolo o grande, che nel mondo chiunque può compiere, sia accolto da noi sempre con rendimento di grazie a Dio, senza inutili giudizi.
Signore, dacci un discernimento vero e misericordioso, capace di comprendere e amare; fa che con coraggio possiamo servire l'umile, il piccolo ed il povero, piuttosto che stare in regola con norme che non riconoscono la dignità della persona.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,7-12 In quel tempo, Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme,
dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di
tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui
per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare
chi egli fosse. Toccare Gesù, ma senza schiacciarlo, solo per amore: penso al momento della Comunione, un brivido emotivo, essere uniti totalmente a Lui. Questa
profonda intimità genera desideri più alti di incontro con il Signore. È Gesù stesso che desidera entrare in noi e farci essere una cosa sola con Lui, per guarirci e
confortarci. Signore, grazie per il dono stupendo della tua presenza, donaci di poterti sempre riconoscere, e nel sostare con te, accogliere tutti i doni che, con
grande misericordia, abbondantemente ci offri. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,7-12
In quel tempo, Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Toccare Gesù, ma senza schiacciarlo, solo per amore: penso al momento della Comunione, un brivido emotivo, essere uniti totalmente a Lui.
Questa profonda intimità genera desideri più alti di incontro con il Signore.
È Gesù stesso che desidera entrare in noi e farci essere una cosa sola con Lui, per guarirci e confortarci.
Signore, grazie per il dono stupendo della tua presenza, donaci di poterti sempre riconoscere, e nel sostare con te, accogliere tutti i doni che, con grande misericordia, abbondantemente ci offri.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Toccare Gesù, ma senza schiacciarlo, solo per amore: penso al momento della Comunione, un brivido emotivo, essere uniti totalmente a Lui.
Questa profonda intimità genera desideri più alti di incontro con il Signore.
È Gesù stesso che desidera entrare in noi e farci essere una cosa sola con Lui, per guarirci e confortarci.
Signore, grazie per il dono stupendo della tua presenza, donaci di poterti sempre riconoscere, e nel sostare con te, accogliere tutti i doni che, con grande misericordia, abbondantemente ci offri.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,13-19 In quel tempo, Gesù salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò
apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro,
poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo,
Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. Gesù dopo aver pregato il Padre sceglie i "dodici" ,
pochi , perché stessero con lui. Essere chiamati per nome da Dio è esperienza di amore autentico. Dio offre liberamente a tutti un servizio di carità anche a costo di
ricevere un rifiuto o un tradimento. Si impara guardando il maestro, imitandone il pensiero, i gesti, la vita. Signore, vogliamo anche noi poterti seguire, chiamaci
ancora per nome, misericordioso Maestro, affinché rimanendo con te, impariamo a vivere, glorificando Dio e restando solidali con ogni uomo. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,13-19
In quel tempo, Gesù salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Gesù dopo aver pregato il Padre sceglie i "dodici" , pochi , perché stessero con lui.
Essere chiamati per nome da Dio è esperienza di amore autentico.
Dio offre liberamente a tutti un servizio di carità anche a costo di ricevere un rifiuto o un tradimento.
Si impara guardando il maestro, imitandone il pensiero, i gesti, la vita.
Signore, vogliamo anche noi poterti seguire, chiamaci ancora per nome, misericordioso Maestro, affinché rimanendo con te, impariamo a vivere, glorificando Dio e restando solidali con ogni uomo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Gesù dopo aver pregato il Padre sceglie i "dodici" , pochi , perché stessero con lui.
Essere chiamati per nome da Dio è esperienza di amore autentico.
Dio offre liberamente a tutti un servizio di carità anche a costo di ricevere un rifiuto o un tradimento.
Si impara guardando il maestro, imitandone il pensiero, i gesti, la vita.
Signore, vogliamo anche noi poterti seguire, chiamaci ancora per nome, misericordioso Maestro, affinché rimanendo con te, impariamo a vivere, glorificando Dio e restando solidali con ogni uomo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,20-21 In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito
questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”. Gesù sicuramente è il più "folle" in amore. Non si può adattare a Lui la categoria
del buon senso. Egli stravolge ogni logico ragionamento e antepone la volontà del Padre ad ogni possibile personale desiderio. Ecco allora l'intervento di chi si
sente savio e vuole ricondurre anche Gesù nei ranghi di chi offre se stesso con criteri di risparmio. Signore, che hai donato la tua vita per noi, insegnaci a poter
vivere la "follia" del tuo amore e nella tua infinita misericordia concedici il perdono e la pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,20-21
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
Gesù sicuramente è il più "folle" in amore.
Non si può adattare a Lui la categoria del buon senso. Egli stravolge ogni logico ragionamento e antepone la volontà del Padre ad ogni possibile personale desiderio.
Ecco allora l'intervento di chi si sente savio e vuole ricondurre anche Gesù nei ranghi di chi offre se stesso con criteri di risparmio.
Signore, che hai donato la tua vita per noi, insegnaci a poter vivere la "follia" del tuo amore e nella tua infinita misericordia concedici il perdono e la pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
Gesù sicuramente è il più "folle" in amore.
Non si può adattare a Lui la categoria del buon senso. Egli stravolge ogni logico ragionamento e antepone la volontà del Padre ad ogni possibile personale desiderio.
Ecco allora l'intervento di chi si sente savio e vuole ricondurre anche Gesù nei ranghi di chi offre se stesso con criteri di risparmio.
Signore, che hai donato la tua vita per noi, insegnaci a poter vivere la "follia" del tuo amore e nella tua infinita misericordia concedici il perdono e la pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona III Domenica del Tempo Ordinario. DOMENICA della PAROLA Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il
vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea,
fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesų disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito
lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E
subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che nel tuo Figlio
ci hai dato la pienezza della tua Parola e del tuo dono, fa' che sentiamo l'urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l'anima al Vangelo, perché
la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l'unico Salvatore, Gesù Cristo."
Buona III Domenica del Tempo Ordinario.
DOMENICA della PAROLA
Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesų disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua Parola e del tuo dono, fa' che sentiamo l'urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l'anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l'unico Salvatore, Gesù Cristo."
DOMENICA della PAROLA
Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesų disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua Parola e del tuo dono, fa' che sentiamo l'urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l'anima al Vangelo, perché la nostra vita annunzi anche ai dubbiosi e ai lontani l'unico Salvatore, Gesù Cristo."
Ultimo aggiornamento: gen 24, 2021 5:37:49pm
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Buona festa della Conversione di San Paolo. Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18 In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e
proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli
che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le
mani ai malati e questi guariranno». Oggi celebriamo la festa della conversione di S. Paolo, il grande apostolo chiamato ad annunziare il Vangelo sino ai confini del
mondo, così come aveva ordinato Gesù. Raccogliamo da questa vocazione speciale l'invito a convertirci, cioè a saper cambiare la nostra vita secondo i desideri di
Dio vincendo tutte le nostre "sclerosi". Signore, dona anche a noi lo zelo e il coraggio dell'apostolo Paolo, perché possiamo essere testimoni nella
nostra città e nel mondo dei prodigi che tu compi per gli uomini. Buona giornata, don Pasqualino.
Buona festa della Conversione di San Paolo.
Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Oggi celebriamo la festa della conversione di S. Paolo, il grande apostolo chiamato ad annunziare il Vangelo sino ai confini del mondo, così come aveva ordinato Gesù.
Raccogliamo da questa vocazione speciale l'invito a convertirci, cioè a saper cambiare la nostra vita secondo i desideri di Dio vincendo tutte le nostre "sclerosi".
Signore, dona anche a noi lo zelo e il coraggio dell'apostolo Paolo, perché possiamo essere testimoni nella nostra città e nel mondo dei prodigi che tu compi per gli uomini.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Oggi celebriamo la festa della conversione di S. Paolo, il grande apostolo chiamato ad annunziare il Vangelo sino ai confini del mondo, così come aveva ordinato Gesù.
Raccogliamo da questa vocazione speciale l'invito a convertirci, cioè a saper cambiare la nostra vita secondo i desideri di Dio vincendo tutte le nostre "sclerosi".
Signore, dona anche a noi lo zelo e il coraggio dell'apostolo Paolo, perché possiamo essere testimoni nella nostra città e nel mondo dei prodigi che tu compi per gli uomini.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9 In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come
agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a
questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello
che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi
sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Celebriamo oggi la memoria dei due discepoli di S. Paolo, Timoteo e
Tito. Il Vangelo ci riporta l'accorato appello di Gesù:"Pregate dunque il Signore della messe...". Dio vuole collaboratori disponibili per annunciare la
sua Parola in tutto il mondo. La missione è nello stesso tempo esigente ed essenziale e "l'operaio" che la compie deve adeguarsi ad essa e solo così
porterà pace, guarigione e salvezza. Signore, donaci di poter essere buoni operai a tuo servizio e portare ad ogni persona che incontriamo il tuo messaggio di
misericordia e di pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Celebriamo oggi la memoria dei due discepoli di S. Paolo, Timoteo e Tito.
Il Vangelo ci riporta l'accorato appello di Gesù:"Pregate dunque il Signore della messe...". Dio vuole collaboratori disponibili per annunciare la sua Parola in tutto il mondo. La missione è nello stesso tempo esigente ed essenziale e "l'operaio" che la compie deve adeguarsi ad essa e solo così porterà pace, guarigione e salvezza.
Signore, donaci di poter essere buoni operai a tuo servizio e portare ad ogni persona che incontriamo il tuo messaggio di misericordia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Celebriamo oggi la memoria dei due discepoli di S. Paolo, Timoteo e Tito.
Il Vangelo ci riporta l'accorato appello di Gesù:"Pregate dunque il Signore della messe...". Dio vuole collaboratori disponibili per annunciare la sua Parola in tutto il mondo. La missione è nello stesso tempo esigente ed essenziale e "l'operaio" che la compie deve adeguarsi ad essa e solo così porterà pace, guarigione e salvezza.
Signore, donaci di poter essere buoni operai a tuo servizio e portare ad ogni persona che incontriamo il tuo messaggio di misericordia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 4,1-20 In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una
barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento:
«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno
sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra
parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il
trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici
lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole,
affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e
come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando
l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito
l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito
vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione
della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che
ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno». Questa parabola del "Seminatore" oltre a raccontarla Gesù ce la
spiega in maniera dettagliata. Abbiamo quindi una catechesi vera e propria dello stesso Maestro divino. Ascoltare la Parola non significa solo udirla, ma anche,
soprattutto, metterla in pratica portando così frutto. Verifichiamo allora che "terreno" possiamo essere, così da poterci sempre migliorare nell'ascolto.
Signore, fa che il nostro cuore sia terreno buono, così che la tua Parola possa fruttificare abbondantemente in noi, nelle opere di carità e nella comunione fraterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 4,1-20
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Questa parabola del "Seminatore" oltre a raccontarla Gesù ce la spiega in maniera dettagliata.
Abbiamo quindi una catechesi vera e propria dello stesso Maestro divino.
Ascoltare la Parola non significa solo udirla, ma anche, soprattutto, metterla in pratica portando così frutto.
Verifichiamo allora che "terreno" possiamo essere, così da poterci sempre migliorare nell'ascolto.
Signore, fa che il nostro cuore sia terreno buono, così che la tua Parola possa fruttificare abbondantemente in noi, nelle opere di carità e nella comunione fraterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Questa parabola del "Seminatore" oltre a raccontarla Gesù ce la spiega in maniera dettagliata.
Abbiamo quindi una catechesi vera e propria dello stesso Maestro divino.
Ascoltare la Parola non significa solo udirla, ma anche, soprattutto, metterla in pratica portando così frutto.
Verifichiamo allora che "terreno" possiamo essere, così da poterci sempre migliorare nell'ascolto.
Signore, fa che il nostro cuore sia terreno buono, così che la tua Parola possa fruttificare abbondantemente in noi, nelle opere di carità e nella comunione fraterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 4,21-25 In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per
essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha
orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di
più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Gesù esorta tutti ad essere luce, cioè testimoni di amore e di pace. Ad essere
autentici, capaci, cioè, di custodire, di praticare e di dire la verità. Ad essere misericordiosi, tanto da non giudicare mai gli altri e meritare di essere così a
nostra volta giudicati con abbondante misericordia. Otterremo molto di più di quanto oggi possiamo desiderare! Signore e Padre, Custode di ogni bene, con la grazia del
tuo Figlio Gesù, fa che accogliamo nel nostro cuore i suggerimenti del tuo Spirito di amore e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male . Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 4,21-25
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Gesù esorta tutti ad essere luce, cioè testimoni di amore e di pace.
Ad essere autentici, capaci, cioè, di custodire, di praticare e di dire la verità.
Ad essere misericordiosi, tanto da non giudicare mai gli altri e meritare di essere così a nostra volta giudicati con abbondante misericordia.
Otterremo molto di più di quanto oggi possiamo desiderare!
Signore e Padre, Custode di ogni bene, con la grazia del tuo Figlio Gesù, fa che accogliamo nel nostro cuore i suggerimenti del tuo Spirito di amore e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male .
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Gesù esorta tutti ad essere luce, cioè testimoni di amore e di pace.
Ad essere autentici, capaci, cioè, di custodire, di praticare e di dire la verità.
Ad essere misericordiosi, tanto da non giudicare mai gli altri e meritare di essere così a nostra volta giudicati con abbondante misericordia.
Otterremo molto di più di quanto oggi possiamo desiderare!
Signore e Padre, Custode di ogni bene, con la grazia del tuo Figlio Gesù, fa che accogliamo nel nostro cuore i suggerimenti del tuo Spirito di amore e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male .
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34 In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte
o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e
quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola
possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene
seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte
parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
La Parola oggi ci fa capire cos'è il "regno di Dio", una realtà che ci è data come seme e che poi pian piano cresce, come una pianta. È Dio colui che
dona il seme, cioè la sua vita; è Dio che nello stesso tempo la fa crescere in abbondanza, ma spetta a noi permettere tutto questo nella paziente umiltà di chi sa
attendere il frutto. È ancora il soffio dello Spirito, che tu non sai da dove viene e dove va, tocco di Dio che plasma la tua vita e ne traccia ogni giorno la via.
Signore, amante della vita e misericordioso continua ad offrirci il respiro del tuo regno e porta a compimento per tutti noi il tuo progetto di salvezza. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
La Parola oggi ci fa capire cos'è il "regno di Dio", una realtà che ci è data come seme e che poi pian piano cresce, come una pianta.
È Dio colui che dona il seme, cioè la sua vita; è Dio che nello stesso tempo la fa crescere in abbondanza, ma spetta a noi permettere tutto questo nella paziente umiltà di chi sa attendere il frutto.
È ancora il soffio dello Spirito, che tu non sai da dove viene e dove va, tocco di Dio che plasma la tua vita e ne traccia ogni giorno la via.
Signore, amante della vita e misericordioso continua ad offrirci il respiro del tuo regno e porta a compimento per tutti noi il tuo progetto di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
La Parola oggi ci fa capire cos'è il "regno di Dio", una realtà che ci è data come seme e che poi pian piano cresce, come una pianta.
È Dio colui che dona il seme, cioè la sua vita; è Dio che nello stesso tempo la fa crescere in abbondanza, ma spetta a noi permettere tutto questo nella paziente umiltà di chi sa attendere il frutto.
È ancora il soffio dello Spirito, che tu non sai da dove viene e dove va, tocco di Dio che plasma la tua vita e ne traccia ogni giorno la via.
Signore, amante della vita e misericordioso continua ad offrirci il respiro del tuo regno e porta a compimento per tutti noi il tuo progetto di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41 In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così
com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se
ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare:
«Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano
l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Un episodio con dei particolari a dir poco singolari: i discepoli prendono a bordo,
sulla loro barca, Gesù "così com'era" e poi il fatto che egli "se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva" , durante la tempesta! Allora,
impauriti e tremanti, alcuni erano esperti pescatori, lo svegliano per chiedere aiuto, e Gesù , subito, comanda ai venti e alle onde di calmarsi e manifesta ancora una
volta chi è realmente. Quante tempeste si abbattono sulla nostra vita, anche quella attuale della pandemia, tutte possiamo superarle se Gesù è con noi , così
com'è, anche quando sembra non esserci, "addormentato a poppa". Signore, resta sempre con noi e liberaci dai mali presenti, conducici, con il vento
favorevole dello Spirito Santo, al porto di rinnovate scelte e di nuovi e buoni impegni di vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41
In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva».
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Un episodio con dei particolari a dir poco singolari: i discepoli prendono a bordo, sulla loro barca, Gesù "così com'era" e poi il fatto che egli "se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva" , durante la tempesta!
Allora, impauriti e tremanti, alcuni erano esperti pescatori, lo svegliano per chiedere aiuto, e Gesù , subito, comanda ai venti e alle onde di calmarsi e manifesta ancora una volta chi è realmente.
Quante tempeste si abbattono sulla nostra vita, anche quella attuale della pandemia, tutte possiamo superarle se Gesù è con noi , così com'è, anche quando sembra non esserci, "addormentato a poppa".
Signore, resta sempre con noi e liberaci dai mali presenti, conducici, con il vento favorevole dello Spirito Santo, al porto di rinnovate scelte e di nuovi e buoni impegni di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva».
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Un episodio con dei particolari a dir poco singolari: i discepoli prendono a bordo, sulla loro barca, Gesù "così com'era" e poi il fatto che egli "se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva" , durante la tempesta!
Allora, impauriti e tremanti, alcuni erano esperti pescatori, lo svegliano per chiedere aiuto, e Gesù , subito, comanda ai venti e alle onde di calmarsi e manifesta ancora una volta chi è realmente.
Quante tempeste si abbattono sulla nostra vita, anche quella attuale della pandemia, tutte possiamo superarle se Gesù è con noi , così com'è, anche quando sembra non esserci, "addormentato a poppa".
Signore, resta sempre con noi e liberaci dai mali presenti, conducici, con il vento favorevole dello Spirito Santo, al porto di rinnovate scelte e di nuovi e buoni impegni di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica IV del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 1,21-28 In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao], insegnava. Ed erano stupiti
del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito
impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente:
«Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai
questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione
della Galilea. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l'unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male,
rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano."
Buona Domenica IV del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 1,21-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao], insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l'unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano."
Dal Vangelo secondo Marco 1,21-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao], insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l'unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano."
L'Oratorio dell'Itria è in festa per San Giovanni Bosco
L'Oratorio dell'Itria è in festa per San Giovanni Bosco
Ultimo aggiornamento: gen 31, 2021 5:33:52pm
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Dal Vangelo secondo Marco 5,1-20 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri
gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più
volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe
e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del
Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il
mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa
mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono
nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella
città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato
posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a
pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma
gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare
per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Solo Gesù, il Figlio dell'unico Dio, può renderci liberi, la sua presenza divina
caccia ogni spirito impuro e malvagio che condiziona la nostra vita e ci tiene legati ai ceppi del male. L'incontro con Gesù è sempre una rinnovata esperienza di
gioia e di pace, che non può essere contenuta, ma solo condivisa, come un "alleluja" cantato insieme. Riconoscenti anche noi, annunciamo la sua salvezza e
testimoniamo con parole ed opere la gioia di sperimentare spesso con Lui questo incontro liberante. Signore, grazie per il tuo amore misericordioso che ci libera e
custodisce. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 5,1-20
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Solo Gesù, il Figlio dell'unico Dio, può renderci liberi, la sua presenza divina caccia ogni spirito impuro e malvagio che condiziona la nostra vita e ci tiene legati ai ceppi del male.
L'incontro con Gesù è sempre una rinnovata esperienza di gioia e di pace, che non può essere contenuta, ma solo condivisa, come un "alleluja" cantato insieme.
Riconoscenti anche noi, annunciamo la sua salvezza e testimoniamo con parole ed opere la gioia di sperimentare spesso con Lui questo incontro liberante.
Signore, grazie per il tuo amore misericordioso che ci libera e custodisce.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Solo Gesù, il Figlio dell'unico Dio, può renderci liberi, la sua presenza divina caccia ogni spirito impuro e malvagio che condiziona la nostra vita e ci tiene legati ai ceppi del male.
L'incontro con Gesù è sempre una rinnovata esperienza di gioia e di pace, che non può essere contenuta, ma solo condivisa, come un "alleluja" cantato insieme.
Riconoscenti anche noi, annunciamo la sua salvezza e testimoniamo con parole ed opere la gioia di sperimentare spesso con Lui questo incontro liberante.
Signore, grazie per il tuo amore misericordioso che ci libera e custodisce.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona festa della Presentazione del Signore al Tempio Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la
legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore –
e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo
giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza
prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva
a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e
la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di
molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una
profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta
vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise
anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero
ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Gesù è il vero
"consacrato", il Messia, Cristo, e contrariamente a tutti gli altri bambini primogeniti, nonostante il "riscatto" operaro da Maria e Giuseppe, sarà
offerto dal Padre come agnello sacrificale sulla Croce per la salvezza di tutti. Contempliamo la gioia dei santi vegliardi Simeone ed Anna, riconoscendo la Luce che
illumina ormai la nostra vita di riscattati e di salvati. In questa festa della luce donami, o Signore, la fedeltà di Maria e la sua capacità di abbracciare la croce,
la trasparenza della fede del vecchio Simeone e la capacità di parlare di te della profetessa Anna che ti offrì la sua vita nella lode e nel servizio. Aiuta oggi, o
Signore, in modo particolare tutti i più anziani, rendili capaci di continuare a vivere in te, sapendo accettare con serenità il compiersi del tempo. Da’ a tutti la
gioia della consapevolezza del cammino verso la Luce. Buona giornata, don Pasqualino.
Buona festa della Presentazione del Signore al Tempio
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Gesù è il vero "consacrato", il Messia, Cristo, e contrariamente a tutti gli altri bambini primogeniti, nonostante il "riscatto" operaro da Maria e Giuseppe, sarà offerto dal Padre come agnello sacrificale sulla Croce per la salvezza di tutti.
Contempliamo la gioia dei santi vegliardi Simeone ed Anna, riconoscendo la Luce che illumina ormai la nostra vita di riscattati e di salvati.
In questa festa della luce donami, o Signore, la fedeltà di Maria e la sua capacità di abbracciare la croce, la trasparenza della fede del vecchio Simeone e la capacità di parlare di te della profetessa Anna che ti offrì la sua vita nella lode e nel servizio. Aiuta oggi, o Signore, in modo particolare tutti i più anziani, rendili capaci di continuare a vivere in te, sapendo accettare con serenità il compiersi del tempo. Da’ a tutti la gioia della consapevolezza del cammino verso la Luce.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Gesù è il vero "consacrato", il Messia, Cristo, e contrariamente a tutti gli altri bambini primogeniti, nonostante il "riscatto" operaro da Maria e Giuseppe, sarà offerto dal Padre come agnello sacrificale sulla Croce per la salvezza di tutti.
Contempliamo la gioia dei santi vegliardi Simeone ed Anna, riconoscendo la Luce che illumina ormai la nostra vita di riscattati e di salvati.
In questa festa della luce donami, o Signore, la fedeltà di Maria e la sua capacità di abbracciare la croce, la trasparenza della fede del vecchio Simeone e la capacità di parlare di te della profetessa Anna che ti offrì la sua vita nella lode e nel servizio. Aiuta oggi, o Signore, in modo particolare tutti i più anziani, rendili capaci di continuare a vivere in te, sapendo accettare con serenità il compiersi del tempo. Da’ a tutti la gioia della consapevolezza del cammino verso la Luce.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6 In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E
molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle
sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per
loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun
prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Gesù percorre le
strade della Palestina insegnando e guarendo e dappertutto è accolto e acclamato, ma a Nazareth... Chiediamo a Gesù di donarci la sua Parola che salva, ma senza pretese
o egoistiche aspettative. Il nostro discernere poi, venga guidato solo dall'azione dello Spirito Santo, perché possiamo scrutare nel cuore di ogni persona la
ricchezza di carismi che Dio dona in abbondanza. Signore, donaci questa umiltà e questo sguardo alto che ci faccia riconoscere i profeti che tu mandi accanto a noi per
ascoltare ciò che hanno da dire sulla nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Gesù percorre le strade della Palestina insegnando e guarendo e dappertutto è accolto e acclamato, ma a Nazareth...
Chiediamo a Gesù di donarci la sua Parola che salva, ma senza pretese o egoistiche aspettative.
Il nostro discernere poi, venga guidato solo dall'azione dello Spirito Santo, perché possiamo scrutare nel cuore di ogni persona la ricchezza di carismi che Dio dona in abbondanza.
Signore, donaci questa umiltà e questo sguardo alto che ci faccia riconoscere i profeti che tu mandi accanto a noi per ascoltare ciò che hanno da dire sulla nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Gesù percorre le strade della Palestina insegnando e guarendo e dappertutto è accolto e acclamato, ma a Nazareth...
Chiediamo a Gesù di donarci la sua Parola che salva, ma senza pretese o egoistiche aspettative.
Il nostro discernere poi, venga guidato solo dall'azione dello Spirito Santo, perché possiamo scrutare nel cuore di ogni persona la ricchezza di carismi che Dio dona in abbondanza.
Signore, donaci questa umiltà e questo sguardo alto che ci faccia riconoscere i profeti che tu mandi accanto a noi per ascoltare ciò che hanno da dire sulla nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non
prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro:
«Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la
polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti
infermi e li guarivano. Portare a tutti la Parola di Dio per scacciare il male e annunciare che Gesù è l'unico Salvatore : questa è la vocazione e la missione dei
"dodici", ma anche di tutta la Chiesa. Gli apostoli sono inviati a due a due, il numero minimo per essere testimoni e con l'essenziale per vivere, così
da allontanare qualsiasi tentazione di possesso. Accogliamo con fede anche noi la Parola, perché ci illumini e ci guarisca e portiamola a chi ci è vicino perché possa
essere salvato. Signore, fa che possiamo essere fedeli a questo mandato, dacci di spendere la nostra vita nella pace, nella giustizia e nell'amore che non ha
confini. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Portare a tutti la Parola di Dio per scacciare il male e annunciare che Gesù è l'unico Salvatore : questa è la vocazione e la missione dei "dodici", ma anche di tutta la Chiesa.
Gli apostoli sono inviati a due a due, il numero minimo per essere testimoni e con l'essenziale per vivere, così da allontanare qualsiasi tentazione di possesso.
Accogliamo con fede anche noi la Parola, perché ci illumini e ci guarisca e portiamola a chi ci è vicino perché possa essere salvato.
Signore, fa che possiamo essere fedeli a questo mandato, dacci di spendere la nostra vita nella pace, nella giustizia e nell'amore che non ha confini.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Portare a tutti la Parola di Dio per scacciare il male e annunciare che Gesù è l'unico Salvatore : questa è la vocazione e la missione dei "dodici", ma anche di tutta la Chiesa.
Gli apostoli sono inviati a due a due, il numero minimo per essere testimoni e con l'essenziale per vivere, così da allontanare qualsiasi tentazione di possesso.
Accogliamo con fede anche noi la Parola, perché ci illumini e ci guarisca e portiamola a chi ci è vicino perché possa essere salvato.
Signore, fa che possiamo essere fedeli a questo mandato, dacci di spendere la nostra vita nella pace, nella giustizia e nell'amore che non ha confini.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,14-29 In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto
dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al
sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in
prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo
fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;
nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i
più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai
commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche
la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re,
fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei
commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione
e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il
cadavere e lo posero in un sepolcro. Se riconosciamo in Gesù il Figlio di Dio non possiamo non attribuire a Lui e solo a Lui la pienezza della verità. Come cristiani
dunque riceviamo attraverso l'azione dello Spirito Santo la conoscenza della verità e dobbiamo sempre conservarla e rispettarla con un atteggiamento di umiltà e
fedeltà. Signore, aiutaci ad essere capaci di tolleranza, a saper discernere ciò che è bene e ciò che è male, senza mai giudicare qualcuno. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,14-29
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Se riconosciamo in Gesù il Figlio di Dio non possiamo non attribuire a Lui e solo a Lui la pienezza della verità.
Come cristiani dunque riceviamo attraverso l'azione dello Spirito Santo la conoscenza della verità e dobbiamo sempre conservarla e rispettarla con un atteggiamento di umiltà e fedeltà.
Signore, aiutaci ad essere capaci di tolleranza, a saper discernere ciò che è bene e ciò che è male, senza mai giudicare qualcuno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Se riconosciamo in Gesù il Figlio di Dio non possiamo non attribuire a Lui e solo a Lui la pienezza della verità.
Come cristiani dunque riceviamo attraverso l'azione dello Spirito Santo la conoscenza della verità e dobbiamo sempre conservarla e rispettarla con un atteggiamento di umiltà e fedeltà.
Signore, aiutaci ad essere capaci di tolleranza, a saper discernere ciò che è bene e ciò che è male, senza mai giudicare qualcuno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34 In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano
insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non
avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città
accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si
mise a insegnare loro molte cose. Il significato profondo di questa pagina evangelica, credo sia il bisogno di Dio, di ricercarlo per trovarlo, il desiderio di
ascoltare la Parola di Gesù. Se abbiamo questo desiderio allora nella sua compassione il Signore ci elargira' il dono della sua presenza e parlerà al nostro cuore.
La fede e la tenacia riescono ad attirare il cuore e la misericordia di Dio! Signore, Maestro e Buon Pastore, dacci di poter essere sempre accanto a te ed avere la
gioia di poterti seguire ed ascoltare. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Il significato profondo di questa pagina evangelica, credo sia il bisogno di Dio, di ricercarlo per trovarlo, il desiderio di ascoltare la Parola di Gesù. Se abbiamo questo desiderio allora nella sua compassione il Signore ci elargira' il dono della sua presenza e parlerà al nostro cuore.
La fede e la tenacia riescono ad attirare il cuore e la misericordia di Dio!
Signore, Maestro e Buon Pastore, dacci di poter essere sempre accanto a te ed avere la gioia di poterti seguire ed ascoltare.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Il significato profondo di questa pagina evangelica, credo sia il bisogno di Dio, di ricercarlo per trovarlo, il desiderio di ascoltare la Parola di Gesù. Se abbiamo questo desiderio allora nella sua compassione il Signore ci elargira' il dono della sua presenza e parlerà al nostro cuore.
La fede e la tenacia riescono ad attirare il cuore e la misericordia di Dio!
Signore, Maestro e Buon Pastore, dacci di poter essere sempre accanto a te ed avere la gioia di poterti seguire ed ascoltare.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica V del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39 In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in
compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano;
la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti
alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si
alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli
dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per
tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che nel tuo amore di Padre ti accosti alla sofferenza di
tutti gli uomini e li unisci alla Pasqua del tuo Figlio, rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il
mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva."
Buona Domenica V del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che nel tuo amore di Padre ti accosti alla sofferenza di tutti gli uomini e li unisci alla Pasqua del tuo Figlio, rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva."
Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che nel tuo amore di Padre ti accosti alla sofferenza di tutti gli uomini e li unisci alla Pasqua del tuo Figlio, rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva."
La Pace fa Notizia ogni volta che ci facciamo portatori di gioia e diventiamo testimoni veri di Gesù.
La Pace fa Notizia ogni volta che riusciamo a scorgere il bene e il bello, laddove esso si manifesta: nelle nostre famiglie, con i nostri amici, nelle nostre parrocchie, nei nostri quartieri, nelle nostre città.
La Pace fa Notizia ogni volta che decidiamo di farci promotori della Verità.
"Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno"
(Salmo 85)
#Acr #LaPaceFaNotizia
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La Pace fa Notizia ogni volta che decidiamo di farci promotori della Verità.
"Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno"
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Ultimo aggiornamento: feb 07, 2021 5:40:20pm
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Dal Vangelo secondo Marco 6,53-56 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca,
la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove
giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano
venivano salvati. Una folla segue Gesù, bisognosa di ascoltarlo e di essere guarita. Il via vai di barelle e di malati nei luoghi in cui egli giunge è senza sosta. Chi
tocca almeno il lembo del suo mantello viene guarito. A noi è dato il privilegio non solo di toccare, ma addirittura di mangiare di Gesù; allora, con fede, chiediamo
umilmente la nostra e l'altrui guarigione. Signore, sostieni la nostra fede, fa che possiamo venire a te superando tutti gli ostacoli delle nostre pigrizie e
gustare così gioiosamente il pane di vita che guarisce ogni nostra fragilità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,53-56
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Una folla segue Gesù, bisognosa di ascoltarlo e di essere guarita. Il via vai di barelle e di malati nei luoghi in cui egli giunge è senza sosta.
Chi tocca almeno il lembo del suo mantello viene guarito.
A noi è dato il privilegio non solo di toccare, ma addirittura di mangiare di Gesù; allora, con fede, chiediamo umilmente la nostra e l'altrui guarigione.
Signore, sostieni la nostra fede, fa che possiamo venire a te superando tutti gli ostacoli delle nostre pigrizie e gustare così gioiosamente il pane di vita che guarisce ogni nostra fragilità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Una folla segue Gesù, bisognosa di ascoltarlo e di essere guarita. Il via vai di barelle e di malati nei luoghi in cui egli giunge è senza sosta.
Chi tocca almeno il lembo del suo mantello viene guarito.
A noi è dato il privilegio non solo di toccare, ma addirittura di mangiare di Gesù; allora, con fede, chiediamo umilmente la nostra e l'altrui guarigione.
Signore, sostieni la nostra fede, fa che possiamo venire a te superando tutti gli ostacoli delle nostre pigrizie e gustare così gioiosamente il pane di vita che guarisce ogni nostra fragilità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 7,1-13 In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi
discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi
alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di
bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli
antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma
il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione
degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua
madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè
offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose
simili ne fate molte». Un insegnamento chiaro, preciso, da parte di Gesù: Dio si onora rispettando ogni persona e sovvenendo ad ogni loro necessità. Respingiamo ogni
modalità farisaica che non consenta di vivere in pienezza e in libertà il comandamento dell'amore, superando ogni barriera e ogni pregiudizio. Signore, donaci il
tuo amore e rendici prossimo con chi soffre, perché possiamo imitare te che sei il "Buon Samaritano". Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 7,1-13
In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Un insegnamento chiaro, preciso, da parte di Gesù: Dio si onora rispettando ogni persona e sovvenendo ad ogni loro necessità.
Respingiamo ogni modalità farisaica che non consenta di vivere in pienezza e in libertà il comandamento dell'amore, superando ogni barriera e ogni pregiudizio.
Signore, donaci il tuo amore e rendici prossimo con chi soffre, perché possiamo imitare te che sei il "Buon Samaritano".
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Un insegnamento chiaro, preciso, da parte di Gesù: Dio si onora rispettando ogni persona e sovvenendo ad ogni loro necessità.
Respingiamo ogni modalità farisaica che non consenta di vivere in pienezza e in libertà il comandamento dell'amore, superando ogni barriera e ogni pregiudizio.
Signore, donaci il tuo amore e rendici prossimo con chi soffre, perché possiamo imitare te che sei il "Buon Samaritano".
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 7,14-23 In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo
che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo
interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo
impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende
impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno,
dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Gesù chiama la folla e lo fa per
dare un insegnamento decisivo. Il Maestro ci dice che è ciò che esce dall'uomo, dal suo cuore, che può essere frutto del male e quindi cattivo e non i cibi che si
mangiano, i quali sono stati creati da Dio. Ogni peccato ha la sua radice nell'orgoglio, che si combatte sempre con l'umiltà. Se pensi, ami e agisci sotto la
sua volontà sarai un essere nuovo, bello, pulito. Signore, Tu sai ciò che è bene e ciò che è male, fa che il tuo Spirito ci illumini con la grazia del suo
discernimento, così da poter compiere ogni giorno il bene. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 7,14-23
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Gesù chiama la folla e lo fa per dare un insegnamento decisivo.
Il Maestro ci dice che è ciò che esce dall'uomo, dal suo cuore, che può essere frutto del male e quindi cattivo e non i cibi che si mangiano, i quali sono stati creati da Dio.
Ogni peccato ha la sua radice nell'orgoglio, che si combatte sempre con l'umiltà.
Se pensi, ami e agisci sotto la sua volontà sarai un essere nuovo, bello, pulito.
Signore, Tu sai ciò che è bene e ciò che è male, fa che il tuo Spirito ci illumini con la grazia del suo discernimento, così da poter compiere ogni giorno il bene.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Gesù chiama la folla e lo fa per dare un insegnamento decisivo.
Il Maestro ci dice che è ciò che esce dall'uomo, dal suo cuore, che può essere frutto del male e quindi cattivo e non i cibi che si mangiano, i quali sono stati creati da Dio.
Ogni peccato ha la sua radice nell'orgoglio, che si combatte sempre con l'umiltà.
Se pensi, ami e agisci sotto la sua volontà sarai un essere nuovo, bello, pulito.
Signore, Tu sai ciò che è bene e ciò che è male, fa che il tuo Spirito ci illumini con la grazia del suo discernimento, così da poter compiere ogni giorno il bene.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 7,24-30 In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine
siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane
dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua
parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Che risposta originale quella
della madre di origine Siro-fenicia! C'è tutta la forza, il vigore e la tenacia dell'amore e c'è soprattutto la volontà di arrivare a Gesù a tutti i
costi e riesce a trovarlo nella casa dove nessuno doveva sapere egli fosse. La fede è ricerca, dettata dalla certezza che Dio sta di certo nella stanza accanto alla tua
e attende che tu apra la porta e così entrare e rimanere con te. Signore, a te piacciono molto le risposte come quelle della donna Siro-fenicia, che evidenziano una
fede forte che non lascia la presa. Ti chiediamo: aumenta la nostra fede e donaci sempre il Pane dei figli. Buona giornata, don Pasqualino. Sotto la tua protezione
cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
Dal Vangelo secondo Marco 7,24-30
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Che risposta originale quella della madre di origine Siro-fenicia!
C'è tutta la forza, il vigore e la tenacia dell'amore e c'è soprattutto la volontà di arrivare a Gesù a tutti i costi e riesce a trovarlo nella casa dove nessuno doveva sapere egli fosse.
La fede è ricerca, dettata dalla certezza che Dio sta di certo nella stanza accanto alla tua e attende che tu apra la porta e così entrare e rimanere con te.
Signore, a te piacciono molto le risposte come quelle della donna Siro-fenicia, che evidenziano una fede forte che non lascia la presa. Ti chiediamo: aumenta la nostra fede e donaci sempre il Pane dei figli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Che risposta originale quella della madre di origine Siro-fenicia!
C'è tutta la forza, il vigore e la tenacia dell'amore e c'è soprattutto la volontà di arrivare a Gesù a tutti i costi e riesce a trovarlo nella casa dove nessuno doveva sapere egli fosse.
La fede è ricerca, dettata dalla certezza che Dio sta di certo nella stanza accanto alla tua e attende che tu apra la porta e così entrare e rimanere con te.
Signore, a te piacciono molto le risposte come quelle della donna Siro-fenicia, che evidenziano una fede forte che non lascia la presa. Ti chiediamo: aumenta la nostra fede e donaci sempre il Pane dei figli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
Ultimo aggiornamento: feb 11, 2021 10:07:58am
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Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37 In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della
Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli
toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo
della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha
fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Gesù è la Parola del Padre ed è la Sapienza creatrice. Si rinnova in questo episodio il gesto della
creazione dell'uomo; ecco cosa fa' Gesù : ricrea, rinnova, guarisce, salva con la forza dello Spirito, insomma, rimette nuovamente in vita. Nel battesimo
abbiamo ricevuto la vita divina e con " l'effata' " siamo stati resi capaci di ascoltare e lodare Dio. Signore grazie per la tua creazione e per la
tua redenzione, fa' che possiamo amarti in eterno. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Gesù è la Parola del Padre ed è la Sapienza creatrice.
Si rinnova in questo episodio il gesto della creazione dell'uomo; ecco cosa fa' Gesù : ricrea, rinnova, guarisce, salva con la forza dello Spirito, insomma, rimette nuovamente in vita.
Nel battesimo abbiamo ricevuto la vita divina e con " l'effata' " siamo stati resi capaci di ascoltare e lodare Dio.
Signore grazie per la tua creazione e per la tua redenzione, fa' che possiamo amarti in eterno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Gesù è la Parola del Padre ed è la Sapienza creatrice.
Si rinnova in questo episodio il gesto della creazione dell'uomo; ecco cosa fa' Gesù : ricrea, rinnova, guarisce, salva con la forza dello Spirito, insomma, rimette nuovamente in vita.
Nel battesimo abbiamo ricevuto la vita divina e con " l'effata' " siamo stati resi capaci di ascoltare e lodare Dio.
Signore grazie per la tua creazione e per la tua redenzione, fa' che possiamo amarti in eterno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 8,1-10 In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione
per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono
venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò
alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.
Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte.
Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Tutto parte dall'amore compassionevole di
Gesù che si accorge anche del bisogno materiale della folla. La condivisione dei "sette" pani moltiplicati sazia il bisogno e crea abbondanza, ne restano
"sette" sporte. Non dimentichiamo anche l'altro aspetto della "comunione " , così da saper condividere sempre il cibo con chi non ne ha. Dio
moltiplica non divide, e se abbiamo fede, sazia ogni nostro bisogno. Signore, donaci il Pane di vita, che non manchi mai sull'altare delle nostre comunità e fa che
possiamo condividere sempre con gioia, a tavola, il nostro pane quotidiano. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,1-10
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Tutto parte dall'amore compassionevole di Gesù che si accorge anche del bisogno materiale della folla.
La condivisione dei "sette" pani moltiplicati sazia il bisogno e crea abbondanza, ne restano "sette" sporte.
Non dimentichiamo anche l'altro aspetto della "comunione " , così da saper condividere sempre il cibo con chi non ne ha.
Dio moltiplica non divide, e se abbiamo fede, sazia ogni nostro bisogno.
Signore, donaci il Pane di vita, che non manchi mai sull'altare delle nostre comunità e fa che possiamo condividere sempre con gioia, a tavola, il nostro pane quotidiano.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Tutto parte dall'amore compassionevole di Gesù che si accorge anche del bisogno materiale della folla.
La condivisione dei "sette" pani moltiplicati sazia il bisogno e crea abbondanza, ne restano "sette" sporte.
Non dimentichiamo anche l'altro aspetto della "comunione " , così da saper condividere sempre il cibo con chi non ne ha.
Dio moltiplica non divide, e se abbiamo fede, sazia ogni nostro bisogno.
Signore, donaci il Pane di vita, che non manchi mai sull'altare delle nostre comunità e fa che possiamo condividere sempre con gioia, a tavola, il nostro pane quotidiano.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica VI del Tempo Ordinario e festa dei Santi Cirillo e Metodio Patroni d'Europa. Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45 In quel tempo, venne da Gesù un
lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii
purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a
nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si
mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da
ogni parte. Preghiera sul Vangelo: "Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto
del lebbroso l'immagine del Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all'opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia."
Buona Domenica VI del Tempo Ordinario e festa dei Santi Cirillo e Metodio Patroni d'Europa.
Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Preghiera sul Vangelo:
"Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l'immagine del Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all'opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia."
Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Preghiera sul Vangelo:
"Risanaci, o Padre, dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci a scorgere anche nel volto del lebbroso l'immagine del Cristo sanguinante sulla croce, per collaborare all'opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua misericordia."
Ultimo aggiornamento: feb 14, 2021 5:35:57pm
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Dal Vangelo secondo Marco 8,11-13 In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli
sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì
sulla barca e partì per l’altra riva. L'approccio con Gesù se non è dettato dalla fede non ha senso. Possiamo quindi capire il suo profondo "sospiro" di
fronte a cuori chiusi ed induriti che non vogliono accogliere la sua parola lasciandoli per andare altrove. Noi, invece, osiamo chiedere, ma con umile fiducia,
confidando in un "respiro" piuttosto che ad un "sospiro" di Gesù. Solo così lo Spirito ci apre vie inaspettate di incontro e di conoscenza capaci di
farci essere veri discepoli. Signore, aiutaci ad avere un cuore semplice e generoso, non un cuore ipocrita e ostinato, per poterti seguire nei tuoi itinerari
d'amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,11-13
In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.
L'approccio con Gesù se non è dettato dalla fede non ha senso.
Possiamo quindi capire il suo profondo "sospiro" di fronte a cuori chiusi ed induriti che non vogliono accogliere la sua parola lasciandoli per andare altrove.
Noi, invece, osiamo chiedere, ma con umile fiducia, confidando in un "respiro" piuttosto che ad un "sospiro" di Gesù.
Solo così lo Spirito ci apre vie inaspettate di incontro e di conoscenza capaci di farci essere veri discepoli.
Signore, aiutaci ad avere un cuore semplice e generoso, non un cuore ipocrita e ostinato, per poterti seguire nei tuoi itinerari d'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.
L'approccio con Gesù se non è dettato dalla fede non ha senso.
Possiamo quindi capire il suo profondo "sospiro" di fronte a cuori chiusi ed induriti che non vogliono accogliere la sua parola lasciandoli per andare altrove.
Noi, invece, osiamo chiedere, ma con umile fiducia, confidando in un "respiro" piuttosto che ad un "sospiro" di Gesù.
Solo così lo Spirito ci apre vie inaspettate di incontro e di conoscenza capaci di farci essere veri discepoli.
Signore, aiutaci ad avere un cuore semplice e generoso, non un cuore ipocrita e ostinato, per poterti seguire nei tuoi itinerari d'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 8,14-21 In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li
ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di
questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non
udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho
spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Gesù oggi ci
chiede di sbarazzarci del lievito dell'ipocrisia e da quello del potere. Capaci, invece, di una fede che faccia memoria di tutti gli interventi di Dio nella
storia, per esprimergli sempre gratitudine e fiducia. Guardiamo, quindi, prima ai doni ricevuti da Dio o dai fratelli e poi consideriamo tutto il resto. Signore, Padre,
Figlio e Spirito Santo, apri i nostri occhi ed il nostro cuore al ringraziamento, alla lode e al riconoscimento della tua provvidenza nel cammino quotidiano della
nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,14-21
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».
Gesù oggi ci chiede di sbarazzarci del lievito dell'ipocrisia e da quello del potere.
Capaci, invece, di una fede che faccia memoria di tutti gli interventi di Dio nella storia, per esprimergli sempre gratitudine e fiducia.
Guardiamo, quindi, prima ai doni ricevuti da Dio o dai fratelli e poi consideriamo tutto il resto.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, apri i nostri occhi ed il nostro cuore al ringraziamento, alla lode e al riconoscimento della tua provvidenza nel cammino quotidiano della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».
Gesù oggi ci chiede di sbarazzarci del lievito dell'ipocrisia e da quello del potere.
Capaci, invece, di una fede che faccia memoria di tutti gli interventi di Dio nella storia, per esprimergli sempre gratitudine e fiducia.
Guardiamo, quindi, prima ai doni ricevuti da Dio o dai fratelli e poi consideriamo tutto il resto.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, apri i nostri occhi ed il nostro cuore al ringraziamento, alla lode e al riconoscimento della tua provvidenza nel cammino quotidiano della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buon itinerario quaresimale Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti a non praticare la vostra giustizia
davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non
suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede
nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere
visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo,
che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta
per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto,
perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Il Signore Gesù, ci richiama
attraverso la preghiera, il digiuno e l'elemosina ad un rapporto umile e sincero con Dio. Lui deve vedere e giudicare, Lui accettare il buon profumo del
pentimento, Lui concedere misericordioso il perdono e la pace. Accogliendo le sante ceneri sul nostro capo chiediamo al Signore misericordia per vivere con maggiore
impegno l'itinerario quaresimale in preparazione alla santa Pasqua. Signore, fa che affrontiamo questo tempo santo con animo pronto e contrito, disponi i nostri
cuori ad un ascolto docile ed attento della tua Parola che purifica e perdona. Buona giornata, don Pasqualino Noi ti benediciamo, o Dio, in questo giorno che comincia,
per il periodo santo della Quaresima, che tu ci concedi in preparazione alla Pasqua. Portaci, attraverso il digiuno, ad avere fame di te e a non essere schiavi delle
creature. Insegnaci, attraverso la pratica dell’astinenza, a dividere i nostri beni con coloro che ne hanno bisogno. Aiutaci, attraverso la preghiera e il silenzio, a
trovare nella croce di tuo Figlio il nostro riposo e la nostra gioia (Pensieri di Fenelon per la Quaresima).
Buon itinerario quaresimale
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
Il Signore Gesù, ci richiama attraverso la preghiera, il digiuno e l'elemosina ad un rapporto umile e sincero con Dio.
Lui deve vedere e giudicare, Lui accettare il buon profumo del pentimento, Lui concedere misericordioso il perdono e la pace.
Accogliendo le sante ceneri sul nostro capo chiediamo al Signore misericordia per vivere con maggiore impegno l'itinerario quaresimale in preparazione alla santa Pasqua.
Signore, fa che affrontiamo questo tempo santo con animo pronto e contrito, disponi i nostri cuori ad un ascolto docile ed attento della tua Parola che purifica e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino
Noi ti benediciamo, o Dio, in questo giorno che comincia, per il periodo santo della Quaresima, che tu ci concedi in preparazione alla Pasqua. Portaci, attraverso il digiuno, ad avere fame di te e a non essere schiavi delle creature. Insegnaci, attraverso la pratica dell’astinenza, a dividere i nostri beni con coloro che ne hanno bisogno. Aiutaci, attraverso la preghiera e il silenzio, a trovare nella croce di tuo Figlio il nostro riposo e la nostra gioia (Pensieri di Fenelon per la Quaresima).
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
Il Signore Gesù, ci richiama attraverso la preghiera, il digiuno e l'elemosina ad un rapporto umile e sincero con Dio.
Lui deve vedere e giudicare, Lui accettare il buon profumo del pentimento, Lui concedere misericordioso il perdono e la pace.
Accogliendo le sante ceneri sul nostro capo chiediamo al Signore misericordia per vivere con maggiore impegno l'itinerario quaresimale in preparazione alla santa Pasqua.
Signore, fa che affrontiamo questo tempo santo con animo pronto e contrito, disponi i nostri cuori ad un ascolto docile ed attento della tua Parola che purifica e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino
Noi ti benediciamo, o Dio, in questo giorno che comincia, per il periodo santo della Quaresima, che tu ci concedi in preparazione alla Pasqua. Portaci, attraverso il digiuno, ad avere fame di te e a non essere schiavi delle creature. Insegnaci, attraverso la pratica dell’astinenza, a dividere i nostri beni con coloro che ne hanno bisogno. Aiutaci, attraverso la preghiera e il silenzio, a trovare nella croce di tuo Figlio il nostro riposo e la nostra gioia (Pensieri di Fenelon per la Quaresima).
Ultimo aggiornamento: feb 17, 2021 6:46:21pm
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Dal Vangelo secondo Luca 9,22-25 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei
sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua
croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un
uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». La proposta di vita di Gesù è nello stesso tempo semplice e radicale: semplice perché si tratta di
seguirlo; radicale perché bisogna accogliere la Croce. Ci parla di croci e di rinunce, che possono essere abbracciate se si è coinvolti in una passione d'amore con
il Signore. Sembra assurdo al mondo , ma tutto questo è il segreto della felicità e la via che conduce alla vita. Signore, grazie perché ci offri felicità, donaci la
perseveranza per poterti seguire sia nella gioia che nel dolore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,22-25
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
La proposta di vita di Gesù è nello stesso tempo semplice e radicale: semplice perché si tratta di seguirlo; radicale perché bisogna accogliere la Croce.
Ci parla di croci e di rinunce, che possono essere abbracciate se si è coinvolti in una passione d'amore con il Signore.
Sembra assurdo al mondo , ma tutto questo è il segreto della felicità e la via che conduce alla vita.
Signore, grazie perché ci offri felicità, donaci la perseveranza per poterti seguire sia nella gioia che nel dolore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
La proposta di vita di Gesù è nello stesso tempo semplice e radicale: semplice perché si tratta di seguirlo; radicale perché bisogna accogliere la Croce.
Ci parla di croci e di rinunce, che possono essere abbracciate se si è coinvolti in una passione d'amore con il Signore.
Sembra assurdo al mondo , ma tutto questo è il segreto della felicità e la via che conduce alla vita.
Signore, grazie perché ci offri felicità, donaci la perseveranza per poterti seguire sia nella gioia che nel dolore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i
tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo
sarà loro tolto, e allora digiuneranno». "Beati gli invitati alla cena dell'Agnello": così invochiamo prima di accostarci alla Comunione. La presenza di
Gesù, lo Sposo, diviene sempre un invito irrinunciabile a stare con lui, al banchetto celeste, per far festa. Mai digiunare di Dio e del suo amore! Invece, molto
volentieri, cerchiamo di digiunare da ogni egoismo, dai vizi, dagli odi, dalle discordie, dal peccato, e da quanto può allontanarci dalla festa con lo sposo celeste.
Signore, aiutaci a vivere il nostro digiuno come impegno a rinunciare a noi stessi e poterci sempre rallegrare della tua presenza d'amore. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
"Beati gli invitati alla cena dell'Agnello": così invochiamo prima di accostarci alla Comunione.
La presenza di Gesù, lo Sposo, diviene sempre un invito irrinunciabile a stare con lui, al banchetto celeste, per far festa.
Mai digiunare di Dio e del suo amore!
Invece, molto volentieri, cerchiamo di digiunare da ogni egoismo, dai vizi, dagli odi, dalle discordie, dal peccato, e da quanto può allontanarci dalla festa con lo sposo celeste.
Signore, aiutaci a vivere il nostro digiuno come impegno a rinunciare a noi stessi e poterci sempre rallegrare della tua presenza d'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
"Beati gli invitati alla cena dell'Agnello": così invochiamo prima di accostarci alla Comunione.
La presenza di Gesù, lo Sposo, diviene sempre un invito irrinunciabile a stare con lui, al banchetto celeste, per far festa.
Mai digiunare di Dio e del suo amore!
Invece, molto volentieri, cerchiamo di digiunare da ogni egoismo, dai vizi, dagli odi, dalle discordie, dal peccato, e da quanto può allontanarci dalla festa con lo sposo celeste.
Signore, aiutaci a vivere il nostro digiuno come impegno a rinunciare a noi stessi e poterci sempre rallegrare della tua presenza d'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
L'Amore è.... COSTRUIRE❣️
"Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me." (Mt 25,40)
«Coraggio. Alzatevi e levate il capo. Muovetevi. Fate qualcosa. Il mondo cambierà anzi, sta già cambiando. Non li vedete i segni dei tempi? Gli alberi mettono già le prime foglie. E sul nostro cielo il rosso di sera non si è ancora scolorito. [...] Qui sulla terra è l'uomo che attende il ritorno del Signore. Lassù nel cielo è il Signore che attende il ritorno dell'uomo. Ritorno che si potrà realizzare con la preghiera, con la vita di povertà, di giustizia, di limpidezza, di trasparenza, di amore, con la testimonianza evangelica e con una forte passione di solidarietà».
("Il tempo della speranza" Don Tonino Bello)
In questo primo venerdì di Quaresima i Giovani e i Giovanissimi di Azione Cattolica iniziano il percorso della Via Crucis che di settimana in settima porterà a scoprire, ancora una volta, l'Amore di Gesù, morto e risorto per noi. 💒❤️
"Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me." (Mt 25,40)
«Coraggio. Alzatevi e levate il capo. Muovetevi. Fate qualcosa. Il mondo cambierà anzi, sta già cambiando. Non li vedete i segni dei tempi? Gli alberi mettono già le prime foglie. E sul nostro cielo il rosso di sera non si è ancora scolorito. [...] Qui sulla terra è l'uomo che attende il ritorno del Signore. Lassù nel cielo è il Signore che attende il ritorno dell'uomo. Ritorno che si potrà realizzare con la preghiera, con la vita di povertà, di giustizia, di limpidezza, di trasparenza, di amore, con la testimonianza evangelica e con una forte passione di solidarietà».
("Il tempo della speranza" Don Tonino Bello)
In questo primo venerdì di Quaresima i Giovani e i Giovanissimi di Azione Cattolica iniziano il percorso della Via Crucis che di settimana in settima porterà a scoprire, ancora una volta, l'Amore di Gesù, morto e risorto per noi. 💒❤️
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Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32 In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto,
si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I
farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i
sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». Il medico celeste, viene a ricercarci e ci
fascia con le bende del suo amore, dopo aver versato su di noi, come buon Samaritano, il vino della speranza e l'olio della consolazione. Che bello! Anch'io,
che sono peccatore, come Matteo, partecipo al grande banchetto che il Signore prepara per me e per molti: l'Eucarestia ! Signore, chiamaci per poter essere guariti
e salvati, donaci sempre la grazia del tuo Santo Spirito, che ci permetta di vivere nella gioia e nella pace e ritrovarci insieme nella grande festa del cielo. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Il medico celeste, viene a ricercarci e ci fascia con le bende del suo amore, dopo aver versato su di noi, come buon Samaritano, il vino della speranza e l'olio della consolazione.
Che bello! Anch'io, che sono peccatore, come Matteo, partecipo al grande banchetto che il Signore prepara per me e per molti: l'Eucarestia !
Signore, chiamaci per poter essere guariti e salvati, donaci sempre la grazia del tuo Santo Spirito, che ci permetta di vivere nella gioia e nella pace e ritrovarci insieme nella grande festa del cielo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Il medico celeste, viene a ricercarci e ci fascia con le bende del suo amore, dopo aver versato su di noi, come buon Samaritano, il vino della speranza e l'olio della consolazione.
Che bello! Anch'io, che sono peccatore, come Matteo, partecipo al grande banchetto che il Signore prepara per me e per molti: l'Eucarestia !
Signore, chiamaci per poter essere guariti e salvati, donaci sempre la grazia del tuo Santo Spirito, che ci permetta di vivere nella gioia e nella pace e ritrovarci insieme nella grande festa del cielo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica I di Quaresima Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15 In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da
Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il
tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Preghiera sul Vangelo: "Dio paziente e misericordioso, che rinnovi nei secoli la
tua alleanza con tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all'ascolto della tua Parola, perché in questo tempo che tu ci offri si compia in noi la vera
conversione."
Buona Domenica I di Quaresima
Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Preghiera sul Vangelo:
"Dio paziente e misericordioso, che rinnovi nei secoli la tua alleanza con tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all'ascolto della tua Parola, perché in questo tempo che tu ci offri si compia in noi la vera conversione."
Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Preghiera sul Vangelo:
"Dio paziente e misericordioso, che rinnovi nei secoli la tua alleanza con tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all'ascolto della tua Parola, perché in questo tempo che tu ci offri si compia in noi la vera conversione."
Ultimo aggiornamento: feb 21, 2021 9:31:03am
Ascolta la testimonianza delle suore, dei volontari e degli operatori pastorali della Casa dono di Pace delle suore di Madre Teresa.
Ascolta la testimonianza delle suore, dei volontari e degli operatori pastorali della Casa dono di Pace delle suore di Madre Teresa.
Ultimo aggiornamento: feb 21, 2021 5:51:57pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio
dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose
Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato,
ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te
darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Oggi è la
festa della "Cattedra di S. Pietro" : Il Signore assicura la sua continua presenza alla Chiesa attraverso la "roccia" che è Pietro e gli dona le
"chiavi" per aprire o chiudere le porte del regno. Questa pagina del vangelo, oltre che offrirci l'atto di fede di Pietro, ci sprona sicuramente a
manifestare anche noi l'identità di Gesù e ad impegnarci a diffondere ovunque la sua parola di amore e di salvezza. Signore, custodisci nel tuo amore. il nostro
papa Francesco e ricolmalo di tutte le grazie necessarie per il suo prezioso servizio apostolico. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Oggi è la festa della "Cattedra di S. Pietro" :
Il Signore assicura la sua continua presenza alla Chiesa attraverso la "roccia" che è Pietro e gli dona le "chiavi" per aprire o chiudere le porte del regno.
Questa pagina del vangelo, oltre che offrirci l'atto di fede di Pietro, ci sprona sicuramente a manifestare anche noi l'identità di Gesù e ad impegnarci a diffondere ovunque la sua parola di amore e di salvezza.
Signore, custodisci nel tuo amore. il nostro papa Francesco e ricolmalo di tutte le grazie necessarie per il suo prezioso servizio apostolico.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Oggi è la festa della "Cattedra di S. Pietro" :
Il Signore assicura la sua continua presenza alla Chiesa attraverso la "roccia" che è Pietro e gli dona le "chiavi" per aprire o chiudere le porte del regno.
Questa pagina del vangelo, oltre che offrirci l'atto di fede di Pietro, ci sprona sicuramente a manifestare anche noi l'identità di Gesù e ad impegnarci a diffondere ovunque la sua parola di amore e di salvezza.
Signore, custodisci nel tuo amore. il nostro papa Francesco e ricolmalo di tutte le grazie necessarie per il suo prezioso servizio apostolico.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di
parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che
sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a
noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le
loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». "Non
sprecate parole...voi dunque pregate così" : Come è stupendo questo invito e questo insegnamento di Gesù! È la preghiera più autentica, quella che esprime tutto:
adorazione, ringraziamento e le necessarie richieste, legate però indissolubilmente all'accoglienza e al perdono verso i fratelli. Se ci affidiamo oggi allo
Spirito Santo potremmo sempre pregare in modo adeguato. Signore, non ci abbandonare nella tentazione, ma liberaci, nella tua meravigliosa bontà, da ogni male. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
"Non sprecate parole...voi dunque pregate così" : Come è stupendo questo invito e questo insegnamento di Gesù!
È la preghiera più autentica, quella che esprime tutto: adorazione, ringraziamento e le necessarie richieste, legate però indissolubilmente all'accoglienza e al perdono verso i fratelli.
Se ci affidiamo oggi allo Spirito Santo potremmo sempre pregare in modo adeguato.
Signore, non ci abbandonare nella tentazione, ma liberaci, nella tua meravigliosa bontà, da ogni male. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
"Non sprecate parole...voi dunque pregate così" : Come è stupendo questo invito e questo insegnamento di Gesù!
È la preghiera più autentica, quella che esprime tutto: adorazione, ringraziamento e le necessarie richieste, legate però indissolubilmente all'accoglienza e al perdono verso i fratelli.
Se ci affidiamo oggi allo Spirito Santo potremmo sempre pregare in modo adeguato.
Signore, non ci abbandonare nella tentazione, ma liberaci, nella tua meravigliosa bontà, da ogni male. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: feb 23, 2021 8:03:06pm
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Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32 In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un
segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa
generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della
terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa
generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Gesù ci rivela il suo mistero
pasquale. Il Figlio di Dio si è fatto uomo e ha voluto offrire se stesso in riscatto per tutti, e ancora, con la sua Risurrezione ci ha aperto la porta della vita
eterna. Quanto crediamo oggi che Gesù è il Maestro e Signore? Affidiamoci a Lui e fidiamoci di Lui! Egli è più e ci da di più di qualsiasi altra realtà. Scegliamo Lui
sempre, così che sia con noi nei grandi bivi della vita. Signore, noi crediamo in te, tu sei l'unico Salvatore e colui che ci guida come Pastore sui sentieri del
tempo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Gesù ci rivela il suo mistero pasquale.
Il Figlio di Dio si è fatto uomo e ha voluto offrire se stesso in riscatto per tutti, e ancora, con la sua Risurrezione ci ha aperto la porta della vita eterna.
Quanto crediamo oggi che Gesù è il Maestro e Signore?
Affidiamoci a Lui e fidiamoci di Lui!
Egli è più e ci da di più di qualsiasi altra realtà. Scegliamo Lui sempre, così che sia con noi nei grandi bivi della vita.
Signore, noi crediamo in te, tu sei l'unico Salvatore e colui che ci guida come Pastore sui sentieri del tempo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Gesù ci rivela il suo mistero pasquale.
Il Figlio di Dio si è fatto uomo e ha voluto offrire se stesso in riscatto per tutti, e ancora, con la sua Risurrezione ci ha aperto la porta della vita eterna.
Quanto crediamo oggi che Gesù è il Maestro e Signore?
Affidiamoci a Lui e fidiamoci di Lui!
Egli è più e ci da di più di qualsiasi altra realtà. Scegliamo Lui sempre, così che sia con noi nei grandi bivi della vita.
Signore, noi crediamo in te, tu sei l'unico Salvatore e colui che ci guida come Pastore sui sentieri del tempo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,7-12 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque
chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una
serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele
chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». Chiedere, cercare e bussare: tre verbi da
coniugare sempre con la preghiera. Essa allora ottiene ciò che cerca , perché Dio è misericordioso e fedele, le aspettative non saranno deluse, Egli ci dà "molto
di più di quanto possiamo domandare o pensare". Gesù, ancora, ci offre una "regola d'oro" : tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche
voi fatelo a loro. Accogliendola ci assicureremo il gradimento di Dio. Signore, il tuo Santo Spirito raccolga le nostre più sante richieste e il Padre celeste le
benedica e le accolga. Signore, ascolta e perdona. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,7-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Chiedere, cercare e bussare: tre verbi da coniugare sempre con la preghiera.
Essa allora ottiene ciò che cerca , perché Dio è misericordioso e fedele, le aspettative non saranno deluse, Egli ci
dà "molto di più di quanto possiamo domandare o pensare".
Gesù, ancora, ci offre una "regola d'oro" : tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Accogliendola ci assicureremo il gradimento di Dio.
Signore, il tuo Santo Spirito raccolga le nostre più sante richieste e il Padre celeste le benedica e le accolga. Signore, ascolta e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Chiedere, cercare e bussare: tre verbi da coniugare sempre con la preghiera.
Essa allora ottiene ciò che cerca , perché Dio è misericordioso e fedele, le aspettative non saranno deluse, Egli ci
dà "molto di più di quanto possiamo domandare o pensare".
Gesù, ancora, ci offre una "regola d'oro" : tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Accogliendola ci assicureremo il gradimento di Dio.
Signore, il tuo Santo Spirito raccolga le nostre più sante richieste e il Padre celeste le benedica e le accolga. Signore, ascolta e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete
nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con
il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà
destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono
davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in
cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là
finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Gesù ci insegna il rispetto e l'amore verso il prossimo che vanno oltre l'osservanza del quinto
comandamento. Ci educa ad una sensibilità alta del cuore, che scaccia ogni possibile minima offesa ai fratelli. Con una bella dose di umiltà si può riguadagnare un
rapporto lacerato o che sembrava perduto. Lo Spirito Santo illumini e guidi coloro che decidono di essere portatori d'amore e di pace! Signore, donaci di
purificare il nostro cuore per avere uno spirito nuovo colmo della tua misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù ci insegna il rispetto e l'amore verso il prossimo che vanno oltre l'osservanza del quinto comandamento.
Ci educa ad una sensibilità alta del cuore, che scaccia ogni possibile minima offesa ai fratelli.
Con una bella dose di umiltà si può riguadagnare un rapporto lacerato o che sembrava perduto.
Lo Spirito Santo illumini e guidi coloro che decidono di essere portatori d'amore e di pace!
Signore, donaci di purificare il nostro cuore per avere uno spirito nuovo colmo della tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù ci insegna il rispetto e l'amore verso il prossimo che vanno oltre l'osservanza del quinto comandamento.
Ci educa ad una sensibilità alta del cuore, che scaccia ogni possibile minima offesa ai fratelli.
Con una bella dose di umiltà si può riguadagnare un rapporto lacerato o che sembrava perduto.
Lo Spirito Santo illumini e guidi coloro che decidono di essere portatori d'amore e di pace!
Signore, donaci di purificare il nostro cuore per avere uno spirito nuovo colmo della tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi
dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e
sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il
saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
"Voi, dunque siate perfetti..." : Gesù chiede ai suoi discepoli e a tutti coloro che vorranno seguirlo un vero e proprio atto distintivo, amare anche i
nemici; questo atto è proprio di Dio. Sembrerebbe arduo , ma se seguiamo il Signore Gesù, ciascuno con la sua croce sulle spalle, allora ogni egoismo sarà crocifisso ed
il cuore, così purificato, sarà casa di accoglienza per tutti. Nel vocabolario del Signore il verbo più usato è il verbo "amare". O Dio, Padre, Figlio e
Spirito Santo, donaci un cuore nuovo e purificato, capace di amare come te, senza riserve. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
"Voi, dunque siate perfetti..." : Gesù chiede ai suoi discepoli e a tutti coloro che vorranno seguirlo un vero e proprio atto distintivo, amare anche i nemici; questo atto è proprio di Dio.
Sembrerebbe arduo , ma se seguiamo il Signore Gesù, ciascuno con la sua croce sulle spalle, allora ogni egoismo sarà crocifisso ed il cuore, così purificato, sarà casa di accoglienza per tutti.
Nel vocabolario del Signore il verbo più usato è il verbo "amare".
O Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci un cuore nuovo e purificato, capace di amare come te, senza riserve.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
"Voi, dunque siate perfetti..." : Gesù chiede ai suoi discepoli e a tutti coloro che vorranno seguirlo un vero e proprio atto distintivo, amare anche i nemici; questo atto è proprio di Dio.
Sembrerebbe arduo , ma se seguiamo il Signore Gesù, ciascuno con la sua croce sulle spalle, allora ogni egoismo sarà crocifisso ed il cuore, così purificato, sarà casa di accoglienza per tutti.
Nel vocabolario del Signore il verbo più usato è il verbo "amare".
O Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci un cuore nuovo e purificato, capace di amare come te, senza riserve.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica II di Quaresima. Dal Vangelo secondo Marco 9,2-10 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in
disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E
apparve loro Elia con Mosè, e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre tende, una per te, una
per Mosè e una per Elia”. Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: “Questi è
il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò
loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che
cosa volesse dire risorgere dai morti. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi
peccatori; rafforzaci nell'obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria."
Buona Domenica II di Quaresima.
Dal Vangelo secondo Marco 9,2-10
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè, e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori; rafforzaci nell'obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria."
Dal Vangelo secondo Marco 9,2-10
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè, e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori; rafforzaci nell'obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria."
Ultimo aggiornamento: feb 28, 2021 5:32:18pm
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Dal Vangelo secondo Luca 6,36-38 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete
giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel
grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Ecco la Parola di vita che il Signore Gesù ci offre! "Una regola
d'oro" : seguire l'agire misericordioso del Padre celeste, per offrire comprensione e perdono e poter riceverne altrettanto. Si parte con una
"misura buona, pigiata" , dono di grazia che il Signore concede a chi si rende umile, mite e benevolo. Sia la misericordia il solo metro di giudizio e
principio della carità; essa abbondi in tutte le nostre azioni, così da sovrabbondare per noi presso il trono di Dio. Signore Dio, che sei amore e immensa misericordia,
dona e perdona ai tuoi figli fragili e bisognosi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Ecco la Parola di vita che il Signore Gesù ci offre! "Una regola d'oro" : seguire l'agire misericordioso del Padre celeste, per offrire comprensione e perdono e poter riceverne altrettanto.
Si parte con una "misura buona, pigiata" , dono di grazia che il Signore concede a chi si rende umile, mite e benevolo.
Sia la misericordia il solo metro di giudizio e principio della carità; essa abbondi in tutte le nostre azioni, così da sovrabbondare per noi presso il trono di Dio.
Signore Dio, che sei amore e immensa misericordia, dona e perdona ai tuoi figli fragili e bisognosi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Ecco la Parola di vita che il Signore Gesù ci offre! "Una regola d'oro" : seguire l'agire misericordioso del Padre celeste, per offrire comprensione e perdono e poter riceverne altrettanto.
Si parte con una "misura buona, pigiata" , dono di grazia che il Signore concede a chi si rende umile, mite e benevolo.
Sia la misericordia il solo metro di giudizio e principio della carità; essa abbondi in tutte le nostre azioni, così da sovrabbondare per noi presso il trono di Dio.
Signore Dio, che sei amore e immensa misericordia, dona e perdona ai tuoi figli fragili e bisognosi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12 In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da
portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente:
allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche
di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre”
nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi
è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Gesù ci mette in guardia sui primi posti, lo sfoggio degli
effetti personali, i titoli, la considerazione degli altri, la posizione sociale e via di seguito. Ma la sua regola è: "chi tra voi è più grande, sarà vostro
servo". Non è facile vivere il servizio, fatto di umiltà e di amore, è necessario seguire sempre il Maestro, che prima di essere esaltato nella risurrezione si è
abbassato sino alla morte di croce. Signore, aiutaci a considerare noi stessi fragili e bisognosi e donaci la forza del tuo Spirito per poterti seguire sulla via
dell'autentico servizio. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Gesù ci mette in guardia sui primi posti, lo sfoggio degli effetti personali, i titoli, la considerazione degli altri, la posizione sociale e via di seguito.
Ma la sua regola è: "chi tra voi è più grande, sarà vostro servo".
Non è facile vivere il servizio, fatto di umiltà e di amore, è necessario seguire sempre il Maestro, che prima di essere esaltato nella risurrezione si è abbassato sino alla morte di croce.
Signore, aiutaci a considerare noi stessi fragili e bisognosi e donaci la forza del tuo Spirito per poterti seguire sulla via dell'autentico servizio.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Gesù ci mette in guardia sui primi posti, lo sfoggio degli effetti personali, i titoli, la considerazione degli altri, la posizione sociale e via di seguito.
Ma la sua regola è: "chi tra voi è più grande, sarà vostro servo".
Non è facile vivere il servizio, fatto di umiltà e di amore, è necessario seguire sempre il Maestro, che prima di essere esaltato nella risurrezione si è abbassato sino alla morte di croce.
Signore, aiutaci a considerare noi stessi fragili e bisognosi e donaci la forza del tuo Spirito per poterti seguire sulla via dell'autentico servizio.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mar 02, 2021 8:07:33pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 20,17-28 In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi
saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga
deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli
qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù:
«Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere
alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con
i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi
vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi
servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». "Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra
voi, sarà vostro schiavo". Ecco lo stile di vita a cui ci chiama Gesù e che deve caratterizzare ogni suo discepolo, per un servizio umile e generoso, che non
pretenda onori e primati. I martiri di ieri e di oggi ci dicono di questa via privilegiata di amore veramente donato. La gara è aperta per tutti: gareggiamo a vicenda
nel volerci bene nell'autentica carità. Signore, fa che come te, abbiamo il coraggio di offrire generosamente la nostra vita in un servizio di amore. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 20,17-28
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
"Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo".
Ecco lo stile di vita a cui ci chiama Gesù e che deve caratterizzare ogni suo discepolo, per un servizio umile e generoso, che non pretenda onori e primati.
I martiri di ieri e di oggi ci dicono di questa via privilegiata di amore veramente donato.
La gara è aperta per tutti: gareggiamo a vicenda nel volerci bene nell'autentica carità.
Signore, fa che come te, abbiamo il coraggio di offrire generosamente la nostra vita in un servizio di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
"Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo".
Ecco lo stile di vita a cui ci chiama Gesù e che deve caratterizzare ogni suo discepolo, per un servizio umile e generoso, che non pretenda onori e primati.
I martiri di ieri e di oggi ci dicono di questa via privilegiata di amore veramente donato.
La gara è aperta per tutti: gareggiamo a vicenda nel volerci bene nell'autentica carità.
Signore, fa che come te, abbiamo il coraggio di offrire generosamente la nostra vita in un servizio di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 16,19-31 In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si
dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano
i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi
fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere
nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai
ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un
grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare
Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno
Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e
i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Come è vera questa parabola! Forse la nostra maggiore preoccupazione è quella di non fare il
male, ma ci dimentichiamo invece di fare il bene. Il ricco epulone, mangione, egoista, è senza nome, non ha una identità e non può essere quindi chiamato da Dio a
salvezza. Il povero, che invece, si chiama Lazzaro riceve la ricompensa per il suo patire. Saremo giudicati sulla carità, cerchiamo allora di non essere mai tanto
ricchi da non essere un po' poveri e mai tanto poveri da non essere un tantino ricchi. Signore, chiamaci per nome e apri i nostri occhi e il nostro cuore alle
necessità di chi spesso non è considerato. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 16,19-31
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Come è vera questa parabola!
Forse la nostra maggiore preoccupazione è quella di non fare il male, ma ci dimentichiamo invece di fare il bene.
Il ricco epulone, mangione, egoista,
è senza nome, non ha una identità e non può essere quindi chiamato da Dio a salvezza.
Il povero, che invece, si chiama Lazzaro riceve la ricompensa per il suo patire.
Saremo giudicati sulla carità, cerchiamo allora di non essere mai tanto ricchi da non essere un po' poveri e mai tanto poveri da non essere un tantino ricchi.
Signore, chiamaci per nome e apri i nostri occhi e il nostro cuore alle necessità di chi spesso non è considerato.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Come è vera questa parabola!
Forse la nostra maggiore preoccupazione è quella di non fare il male, ma ci dimentichiamo invece di fare il bene.
Il ricco epulone, mangione, egoista,
è senza nome, non ha una identità e non può essere quindi chiamato da Dio a salvezza.
Il povero, che invece, si chiama Lazzaro riceve la ricompensa per il suo patire.
Saremo giudicati sulla carità, cerchiamo allora di non essere mai tanto ricchi da non essere un po' poveri e mai tanto poveri da non essere un tantino ricchi.
Signore, chiamaci per nome e apri i nostri occhi e il nostro cuore alle necessità di chi spesso non è considerato.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 21,33-43.45-46 In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che
possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne
andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo
bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro
il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua
eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”. Gli risposero: “Quei
malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto
nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò
io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che
parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Gesù in questa parabola racconta in pratica tutta la storia
della salvezza. Attenzione! Contadini malvagi potremmo essere anche noi, quando pensiamo cioè di decidere della nostra vita così come vogliamo. Il padrone è Dio, o
meglio, Lui è il Padre, che misericordioso e provvidente vuole coltivare la vita che ci ha donato, perché fruttifichi di opere buone e possa perdurare
nell'eternità. Signore, aiutaci ad essere umili e fedeli operai della tua vigna, appartenenti al nuovo popolo di Dio , la Chiesa; donaci la grazia di poterti
lodare e ringraziare o Padre Creatore, Figlio Salvatore, Spirito Santo Consolatore. Amen. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 21,33-43.45-46
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”. Gli risposero: “Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Gesù in questa parabola racconta in pratica tutta la storia della salvezza.
Attenzione! Contadini malvagi potremmo essere anche noi, quando pensiamo cioè di decidere della nostra vita così come vogliamo.
Il padrone è Dio, o meglio, Lui è il Padre, che misericordioso e provvidente vuole coltivare la vita che ci ha donato, perché fruttifichi di opere buone e possa perdurare nell'eternità.
Signore, aiutaci ad essere umili e fedeli operai della tua vigna, appartenenti al nuovo popolo di Dio , la Chiesa; donaci la grazia di poterti lodare e ringraziare o Padre Creatore, Figlio Salvatore, Spirito Santo Consolatore. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”. Gli risposero: “Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Gesù in questa parabola racconta in pratica tutta la storia della salvezza.
Attenzione! Contadini malvagi potremmo essere anche noi, quando pensiamo cioè di decidere della nostra vita così come vogliamo.
Il padrone è Dio, o meglio, Lui è il Padre, che misericordioso e provvidente vuole coltivare la vita che ci ha donato, perché fruttifichi di opere buone e possa perdurare nell'eternità.
Signore, aiutaci ad essere umili e fedeli operai della tua vigna, appartenenti al nuovo popolo di Dio , la Chiesa; donaci la grazia di poterti lodare e ringraziare o Padre Creatore, Figlio Salvatore, Spirito Santo Consolatore. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mar 05, 2021 6:48:45pm
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Dal Vangelo secondo Luca 15,1-3.11-32 In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo:
«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la
parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese
lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi
nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le
carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di
fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei
tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il
figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui
il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al
ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e
tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma
ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu
sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato
ritrovato”». Sicuramente una delle parabole più suggestive questa del "Padre misericordioso"! L'amore, il perdono e la misericordia hanno in Dio la
preminenza sul giudizio e sul castigo. Questo è Dio! Allora desideriamo sempre il perdono per tutti, piuttosto che il castigo per tutti. Ogni giorno il vitello grasso è
sacrificato per noi: Cristo, nell'Eucaristia è cibo di riconciliazione, di pace, di gioia e di vita. Signore, facci sempre essere presenti al tuo banchetto
d'amore, per vivere da figli fedeli , ma nello stesso tempo, consapevoli delle proprie fragilità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 15,1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Sicuramente una delle parabole più suggestive questa del "Padre misericordioso"!
L'amore, il perdono e la misericordia hanno in Dio la preminenza sul giudizio e sul castigo.
Questo è Dio! Allora desideriamo sempre il perdono per tutti, piuttosto che il castigo per tutti.
Ogni giorno il vitello grasso è sacrificato per noi: Cristo, nell'Eucaristia è cibo di riconciliazione, di pace, di gioia e di vita.
Signore, facci sempre essere presenti al tuo banchetto d'amore, per vivere da figli fedeli , ma nello stesso tempo, consapevoli delle proprie fragilità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Sicuramente una delle parabole più suggestive questa del "Padre misericordioso"!
L'amore, il perdono e la misericordia hanno in Dio la preminenza sul giudizio e sul castigo.
Questo è Dio! Allora desideriamo sempre il perdono per tutti, piuttosto che il castigo per tutti.
Ogni giorno il vitello grasso è sacrificato per noi: Cristo, nell'Eucaristia è cibo di riconciliazione, di pace, di gioia e di vita.
Signore, facci sempre essere presenti al tuo banchetto d'amore, per vivere da figli fedeli , ma nello stesso tempo, consapevoli delle proprie fragilità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica III di Quaresima Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-25 Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva
buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il
denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I
suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare
queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in
quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono
che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Preghiera sul Vangelo: "Signore nostro Dio, santo è il tuo nome; piega i nostri
cuori ai tuoi comandamenti e donaci la sapienza della croce, perché, liberati dal peccato che ci chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al dono dello Spirito per
diventare tempio vivo del tuo amore."
Buona Domenica III di Quaresima
Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-25
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore nostro Dio, santo è il tuo nome; piega i nostri cuori ai tuoi comandamenti e donaci la sapienza della croce, perché, liberati dal peccato che ci chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al dono dello Spirito per diventare tempio vivo del tuo amore."
Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-25
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore nostro Dio, santo è il tuo nome; piega i nostri cuori ai tuoi comandamenti e donaci la sapienza della croce, perché, liberati dal peccato che ci chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al dono dello Spirito per diventare tempio vivo del tuo amore."
Ultimo aggiornamento: mar 07, 2021 5:44:23pm
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Dal Vangelo secondo Luca 4,24-30 In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il
paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro
fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo
condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Gesù legge nel
cuore dei suoi compaesani curiosità, imbarazzo e incredulità. Gli esempi ad hoc da Lui riportati, dicono invece di generosità, la vedova di Sidone, ed umiltà, il
lebbroso Naaman; tutti e due stranieri, certo un bel rebus per i benpensanti della sinagoga. Non "etichettiamo" le persone, ma con sincero ascolto, accogliamo
ciascuno per quello che è; il nostro discernimento su chi incontriamo facciamolo magari dopo aver pregato a lungo. Signore, donaci sempre il soffio del tuo Spirito, per
poterti ricoscere presente ed operante in mezzo a noi. Concedi oggi a tutti la liberazione dal male presente e dal peccato che uccide l'umanità. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 4,24-30
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Gesù legge nel cuore dei suoi compaesani curiosità, imbarazzo e incredulità.
Gli esempi ad hoc da Lui riportati, dicono invece di generosità, la vedova di Sidone, ed umiltà, il lebbroso Naaman; tutti e due stranieri, certo un bel rebus per i benpensanti della sinagoga.
Non "etichettiamo" le persone, ma con sincero ascolto, accogliamo ciascuno per quello che è; il nostro discernimento su chi incontriamo facciamolo magari dopo aver pregato a lungo.
Signore, donaci sempre il soffio del tuo Spirito, per poterti ricoscere presente ed operante in mezzo a noi. Concedi oggi a tutti la liberazione dal male presente e dal peccato che uccide l'umanità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Gesù legge nel cuore dei suoi compaesani curiosità, imbarazzo e incredulità.
Gli esempi ad hoc da Lui riportati, dicono invece di generosità, la vedova di Sidone, ed umiltà, il lebbroso Naaman; tutti e due stranieri, certo un bel rebus per i benpensanti della sinagoga.
Non "etichettiamo" le persone, ma con sincero ascolto, accogliamo ciascuno per quello che è; il nostro discernimento su chi incontriamo facciamolo magari dopo aver pregato a lungo.
Signore, donaci sempre il soffio del tuo Spirito, per poterti ricoscere presente ed operante in mezzo a noi. Concedi oggi a tutti la liberazione dal male presente e dal peccato che uccide l'umanità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 18,21-35 In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò
perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re
che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non
era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a
terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il
suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non
avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone
fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno,
così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste
farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». L'insegnamento di Gesù non fa una grinza! Se Dio perdona tutti i nostri peccati, noi non
possiamo non perdonare quelli dei fratelli. Siamo chiamati a perdonare sempre perché le nostre offese ricevute, in fin dei conti, sono poca cosa di fronte a quelle che
facciamo nei confronti di Dio. Ricordiamo il "Padre nostro" : rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori. Allora, deve
essere, quella della misericordia, una delle caratteristiche che distingue il cristiano; Gesù ne fa una discriminante. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, concedici
un cuore umile e generoso, colmo di pietà e misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 18,21-35
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
L'insegnamento di Gesù non fa una grinza! Se Dio perdona tutti i nostri peccati, noi non possiamo non perdonare quelli dei fratelli. Siamo chiamati a perdonare sempre perché le nostre offese ricevute, in fin dei conti, sono poca cosa di fronte a quelle che facciamo nei confronti di Dio.
Ricordiamo il "Padre nostro" : rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Allora, deve essere, quella della misericordia, una delle caratteristiche che distingue il cristiano; Gesù ne fa una discriminante.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, concedici un cuore umile e generoso, colmo di pietà e misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
L'insegnamento di Gesù non fa una grinza! Se Dio perdona tutti i nostri peccati, noi non possiamo non perdonare quelli dei fratelli. Siamo chiamati a perdonare sempre perché le nostre offese ricevute, in fin dei conti, sono poca cosa di fronte a quelle che facciamo nei confronti di Dio.
Ricordiamo il "Padre nostro" : rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Allora, deve essere, quella della misericordia, una delle caratteristiche che distingue il cristiano; Gesù ne fa una discriminante.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, concedici un cuore umile e generoso, colmo di pietà e misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mar 09, 2021 8:01:17pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad
abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza
che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei
cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Gesù porta a compimento, ovvero, da' significato autentico alla
Scrittura. Osservare quindi ed insegnare la "legge e i profeti" come pure il Vangelo, deve essere il compito di ogni discepolo del Signore e fonte di luce e
di gioia. Accostiamoci sempre ai Sacri testi con l'umiltà di coloro che vogliono apprendere dal magistero dello Spirito Santo. Signore, donaci uno spirito puro e
contrito, fa che amiamo immergerci nella tua Parola per essere purificati e redenti. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Gesù porta a compimento, ovvero, da' significato autentico alla Scrittura.
Osservare quindi ed insegnare la "legge e i profeti" come pure il Vangelo, deve essere il compito di ogni discepolo del Signore e fonte di luce e di gioia.
Accostiamoci sempre ai Sacri testi con l'umiltà di coloro che vogliono apprendere dal magistero dello Spirito Santo.
Signore, donaci uno spirito puro e contrito, fa che amiamo immergerci nella tua Parola per essere purificati e redenti.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Gesù porta a compimento, ovvero, da' significato autentico alla Scrittura.
Osservare quindi ed insegnare la "legge e i profeti" come pure il Vangelo, deve essere il compito di ogni discepolo del Signore e fonte di luce e di gioia.
Accostiamoci sempre ai Sacri testi con l'umiltà di coloro che vogliono apprendere dal magistero dello Spirito Santo.
Signore, donaci uno spirito puro e contrito, fa che amiamo immergerci nella tua Parola per essere purificati e redenti.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 11,14-23 In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da
stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal
cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso,
come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per
mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un
uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali
confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». È giunto a noi il "regno di Dio", perché Gesù, il
medico celeste, toglie pazientemente il male dai nostri cuori. Egli scaccia i demoni con il "dito di Dio": bellissima immagine dello Spirito Santo. Scaccia il
demonio muto, cioè l'incapacità di parlare e agire per operare il bene e di poter lodare Dio e sperimentare la sua misericordia. Essere con Lui allora, ci sostiene
nel camminare insieme, altrimenti ci si disperde e ci si perde. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, a Te la lode e la gloria, perché ci ha svelato e donato il
tuo amore grande e misericordioso e concedici serenità e pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,14-23
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
È giunto a noi il "regno di Dio", perché Gesù, il medico celeste, toglie pazientemente il male dai nostri cuori.
Egli scaccia i demoni con il "dito di Dio": bellissima immagine dello Spirito Santo. Scaccia il demonio muto, cioè l'incapacità di parlare e agire per operare il bene e di poter lodare Dio e sperimentare la sua misericordia.
Essere con Lui allora, ci sostiene nel camminare insieme, altrimenti ci si disperde e ci si perde.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, a Te la lode e la gloria, perché ci ha svelato e donato il tuo amore grande e misericordioso e concedici serenità e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
È giunto a noi il "regno di Dio", perché Gesù, il medico celeste, toglie pazientemente il male dai nostri cuori.
Egli scaccia i demoni con il "dito di Dio": bellissima immagine dello Spirito Santo. Scaccia il demonio muto, cioè l'incapacità di parlare e agire per operare il bene e di poter lodare Dio e sperimentare la sua misericordia.
Essere con Lui allora, ci sostiene nel camminare insieme, altrimenti ci si disperde e ci si perde.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, a Te la lode e la gloria, perché ci ha svelato e donato il tuo amore grande e misericordioso e concedici serenità e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 12,28b-34 In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il
primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e
con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto
bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare
il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di
Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Il più importante dei Comandamenti è amare Dio con tutte le forze e Gesù lo abbina indissolubilmente con
l'amore verso il prossimo. Amare dunque con mente, cuore ed opere il Signore come pure i fratelli è il cammino di gioia e misericordia che ci viene indicato.
Saremo giudicati sulle opere di misericordia fatte o omesse. Signore, aiutaci ad amare veramente, donaci il tuo Santo Spirito per diffondere il tuo "profumo"
di misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Il più importante dei Comandamenti è amare Dio con tutte le forze e Gesù lo abbina indissolubilmente con l'amore verso il prossimo.
Amare dunque con mente, cuore ed opere il Signore come pure i fratelli è il cammino di gioia e misericordia che ci viene indicato.
Saremo giudicati sulle opere di misericordia fatte o omesse.
Signore, aiutaci ad amare veramente, donaci il tuo Santo Spirito per diffondere il tuo "profumo" di misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Il più importante dei Comandamenti è amare Dio con tutte le forze e Gesù lo abbina indissolubilmente con l'amore verso il prossimo.
Amare dunque con mente, cuore ed opere il Signore come pure i fratelli è il cammino di gioia e misericordia che ci viene indicato.
Saremo giudicati sulle opere di misericordia fatte o omesse.
Signore, aiutaci ad amare veramente, donaci il tuo Santo Spirito per diffondere il tuo "profumo" di misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mar 12, 2021 6:49:25pm
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Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14 In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli
altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non
sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che
possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Magnifica
questa parabola! Vi troviamo l'essenza della preghiera, affidarsi umilmente e con fiducia alla misericordia divina : "o Dio, abbi pietà di me peccatore".
Questa preghiera unisce mente, cuore e corpo in un riconoscimento di quello che noi siamo e nello stesso tempo si rivolge a Dio per ottenere perdono. Ripetiamola più
volte questa "preghiera del cuore" come un rosario che segna il nostro respiro di fede. "L'intima presunzione " di cui parla Gesù, è il peccato
di orgoglio, che impedisce qualsiasi apertura e non permette alcuna trasfusione di grazia. Con il cuore umile guardiamo a Dio e saremo sempre giustificati. Signore,
cambia con l'azione del tuo Santo Spirito il nostro cuore di pietra con il tuo cuore divino. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Magnifica questa parabola! Vi troviamo l'essenza della preghiera, affidarsi umilmente e con fiducia alla misericordia divina : "o Dio, abbi pietà di me peccatore".
Questa preghiera unisce mente, cuore e corpo in un riconoscimento di quello che noi siamo e nello stesso tempo si rivolge a Dio per ottenere perdono.
Ripetiamola più volte questa "preghiera del cuore" come un rosario che segna il nostro respiro di fede.
"L'intima presunzione " di cui parla Gesù, è il peccato di orgoglio, che impedisce qualsiasi apertura e non permette alcuna trasfusione di grazia.
Con il cuore umile guardiamo a Dio e saremo sempre giustificati.
Signore, cambia con l'azione del tuo Santo Spirito il nostro cuore di pietra con il tuo cuore divino.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Magnifica questa parabola! Vi troviamo l'essenza della preghiera, affidarsi umilmente e con fiducia alla misericordia divina : "o Dio, abbi pietà di me peccatore".
Questa preghiera unisce mente, cuore e corpo in un riconoscimento di quello che noi siamo e nello stesso tempo si rivolge a Dio per ottenere perdono.
Ripetiamola più volte questa "preghiera del cuore" come un rosario che segna il nostro respiro di fede.
"L'intima presunzione " di cui parla Gesù, è il peccato di orgoglio, che impedisce qualsiasi apertura e non permette alcuna trasfusione di grazia.
Con il cuore umile guardiamo a Dio e saremo sempre giustificati.
Signore, cambia con l'azione del tuo Santo Spirito il nostro cuore di pietra con il tuo cuore divino.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica "in laetare" IV di Quaresima Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21 In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Come Mosè innalzò il serpente nel
deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché
il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio
di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti
fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le
sue opere sono state fatte in Dio”. Preghiera sul Vangelo: "Dio, che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione e nel tuo Figlio innalzato sulla
croce ci guarisci dai morsi del maligno, donaci la ricchezza della tua grazia, perché, rinnovati nello spirito, possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato
amore."
Buona Domenica "in laetare" IV di Quaresima
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio, che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione e nel tuo Figlio innalzato sulla croce ci guarisci dai morsi del maligno, donaci la ricchezza della tua grazia, perché, rinnovati nello spirito, possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore."
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio, che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione e nel tuo Figlio innalzato sulla croce ci guarisci dai morsi del maligno, donaci la ricchezza della tua grazia, perché, rinnovati nello spirito, possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore."
Ultimo aggiornamento: mar 14, 2021 5:30:35pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 4,43-54 In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella
propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi
infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a
Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli
disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo
figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo
figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre
riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando
tornò dalla Giudea in Galilea. Sicuramente questo miracolo fatto a Cana da Gesù ce lo ricordiamo molto di meno del primo! Comunque è sempre la fede la molla che
permette a Gesù di intervenire. Nel primo miracolo avevano beneficiato due giovani sposi, in questo invece un padre preoccupato: Cana ha il sapore di famiglia. La fede
è credere che Dio sia presente nella nostra vita, ma essa deve essere animata dalla consapevolezza che Dio parla e quindi agisce e anche dalla fiducia in Lui, che può
ricreare, salvare e perdonare. Signore, provvedi con la tua grazia a mantenerci fedeli alla tua Parola. Buina giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 4,43-54
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Sicuramente questo miracolo fatto a Cana da Gesù ce lo ricordiamo molto di meno del primo!
Comunque è sempre la fede la molla che permette a Gesù di intervenire.
Nel primo miracolo avevano beneficiato due giovani sposi, in questo invece un padre preoccupato: Cana ha il sapore di famiglia.
La fede è credere che Dio sia presente nella nostra vita, ma essa deve essere animata dalla consapevolezza che Dio parla e quindi agisce e anche dalla fiducia in Lui, che può ricreare, salvare e perdonare.
Signore, provvedi con la tua grazia a mantenerci fedeli alla tua Parola.
Buina giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Sicuramente questo miracolo fatto a Cana da Gesù ce lo ricordiamo molto di meno del primo!
Comunque è sempre la fede la molla che permette a Gesù di intervenire.
Nel primo miracolo avevano beneficiato due giovani sposi, in questo invece un padre preoccupato: Cana ha il sapore di famiglia.
La fede è credere che Dio sia presente nella nostra vita, ma essa deve essere animata dalla consapevolezza che Dio parla e quindi agisce e anche dalla fiducia in Lui, che può ricreare, salvare e perdonare.
Signore, provvedi con la tua grazia a mantenerci fedeli alla tua Parola.
Buina giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 5,1-3a.5-16 Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina,
chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto
anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi
immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina».
E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È
sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono
allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in
quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e
riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Abbiamo seguito l'agire di Gesù in
questa guarigione prodigiosa. Egli vuole offrire a tutti un'opportunità per uscire dalle situazioni intricate in cui vivono a causa del peccato. Così come ha fatto
con il paralitico, ormai senza più una prospettiva di guarigione, a noi, dona sempre una speranza concreta di salvezza. L'acqua nella quale siamo stati immersi è
quella del battesimo e siamo stati chiamati a camminare insieme a tutta una comunità di credenti. Signore, facci dono continuamente del tuo Santo Spirito e guarisci in
noi il male antico del peccato. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,1-3a.5-16
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Abbiamo seguito l'agire di Gesù in questa guarigione prodigiosa. Egli vuole offrire a tutti un'opportunità per uscire dalle situazioni intricate in cui vivono a causa del peccato.
Così come ha fatto con il paralitico, ormai senza più una prospettiva di guarigione, a noi, dona sempre una speranza concreta di salvezza.
L'acqua nella quale siamo stati immersi è quella del battesimo e siamo stati chiamati a camminare insieme a tutta una comunità di credenti.
Signore, facci dono continuamente del tuo Santo Spirito e guarisci in noi il male antico del peccato.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Abbiamo seguito l'agire di Gesù in questa guarigione prodigiosa. Egli vuole offrire a tutti un'opportunità per uscire dalle situazioni intricate in cui vivono a causa del peccato.
Così come ha fatto con il paralitico, ormai senza più una prospettiva di guarigione, a noi, dona sempre una speranza concreta di salvezza.
L'acqua nella quale siamo stati immersi è quella del battesimo e siamo stati chiamati a camminare insieme a tutta una comunità di credenti.
Signore, facci dono continuamente del tuo Santo Spirito e guarisci in noi il male antico del peccato.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mar 16, 2021 8:04:23pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 5,17-30 In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di
ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi
dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il
Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la
vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come
onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha
mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i
morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di
avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei
sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non
posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Il Figlio
opera così come opera il Padre: è questa la testimonianza di Gesù. Egli chiede a noi, quindi, di conseguenza di operare così come ha detto e fatto. Dio è datore di vita
e chi crede in Lui riceve la vita e la riceve per l'eternità. È il mistero grande dell'amore che Gesù ci ha fatto conoscere e che con l'evento pasquale
della sua morte e risurrezione ha attuato concretamente per la nostra salvezza. Onoriamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, riconosciamo l'unico Dio che ci
ama e ci offre misericordia e accogliendo la sua Parola manteniamo accesa nei nostri cuori la luce della vita che dura per sempre. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,17-30
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Il Figlio opera così come opera il Padre: è questa la testimonianza di Gesù.
Egli chiede a noi, quindi, di conseguenza di operare così come ha detto e fatto.
Dio è datore di vita e chi crede in Lui riceve la vita e la riceve per l'eternità.
È il mistero grande dell'amore che Gesù ci ha fatto conoscere e che con l'evento pasquale della sua morte e risurrezione ha attuato concretamente per la nostra salvezza.
Onoriamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, riconosciamo l'unico Dio che ci ama e ci offre misericordia e accogliendo la sua Parola manteniamo accesa nei nostri cuori la luce della vita che dura per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Il Figlio opera così come opera il Padre: è questa la testimonianza di Gesù.
Egli chiede a noi, quindi, di conseguenza di operare così come ha detto e fatto.
Dio è datore di vita e chi crede in Lui riceve la vita e la riceve per l'eternità.
È il mistero grande dell'amore che Gesù ci ha fatto conoscere e che con l'evento pasquale della sua morte e risurrezione ha attuato concretamente per la nostra salvezza.
Onoriamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, riconosciamo l'unico Dio che ci ama e ci offre misericordia e accogliendo la sua Parola manteniamo accesa nei nostri cuori la luce della vita che dura per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 5,31-47 In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro
che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità.
Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto
rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto
facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né
avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse
la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non
avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete
credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già
chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi
scritti, come potrete credere alle mie parole?». È il Padre stesso che dona testimonianza a Gesù, con miracoli e segni prodigiosi, ma le parole accorate da parte di
Gesù si scontrano con l'incredulità dell'apparato dei Giudei, tentando invano di poterli convincere a credere. Noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, che
proclama ed insegna al nostro spirito che Gesù è il Messia, il Figlio unigenito del Padre e quindi l'unico Salvatore. Signore, donaci di poterti seguire con fede
pura e sincera e di amarti senza riserve e stanchezze; Tu sei tutto per noi e senza di te non possiamo far nulla. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,31-47
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
È il Padre stesso che dona testimonianza a Gesù, con miracoli e segni prodigiosi, ma le parole accorate da parte di Gesù si scontrano con l'incredulità dell'apparato dei Giudei, tentando invano di poterli convincere a credere.
Noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, che proclama ed insegna al nostro spirito che Gesù è il Messia, il Figlio unigenito del Padre e quindi l'unico Salvatore.
Signore, donaci di poterti seguire con fede pura e sincera e di amarti senza riserve e stanchezze; Tu sei tutto per noi e senza di te non possiamo far nulla.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
È il Padre stesso che dona testimonianza a Gesù, con miracoli e segni prodigiosi, ma le parole accorate da parte di Gesù si scontrano con l'incredulità dell'apparato dei Giudei, tentando invano di poterli convincere a credere.
Noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, che proclama ed insegna al nostro spirito che Gesù è il Messia, il Figlio unigenito del Padre e quindi l'unico Salvatore.
Signore, donaci di poterti seguire con fede pura e sincera e di amarti senza riserve e stanchezze; Tu sei tutto per noi e senza di te non possiamo far nulla.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità di San Giuseppe. Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24a Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così
fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli
apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in
lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno,
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. La vocazione di San Giuseppe come "custode" di Gesù e di Maria è vissuta in maniera del tutto
originale. Egli, uomo giusto e saggio, sa accogliere le indicazioni di Dio già nel sonno. La sua fede lo lega al patriarca Abramo e in più, umile falegname di Nazareth,
ma figlio di Davide, dona la discendenza regale al Signore Gesù e colloca il Messia sul solco della nostra storia. Giuseppe è inoltre l'uomo del silenzio, capace
di ascoltare il cuore in sintonia con la parola del Signore e quindi in grado di poter aiutare tutti. Oggi, egli fedele "custode" della santa Famiglia, lo è
della Chiesa, famiglia di Cristo. Signore, per l'intercessione del tuo giusto Giuseppe, donaci spirito di obbedienza e umile docilità al tuo santo volere. Buona
giornata, don Pasqualino.
Buona Solennità di San Giuseppe.
Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24a
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
La vocazione di San Giuseppe come "custode" di Gesù e di Maria è vissuta in maniera del tutto originale.
Egli, uomo giusto e saggio, sa accogliere le indicazioni di Dio già nel sonno.
La sua fede lo lega al patriarca Abramo e in più, umile falegname di Nazareth, ma figlio di Davide, dona la discendenza regale al Signore Gesù e colloca il Messia sul solco della nostra storia.
Giuseppe è inoltre l'uomo del silenzio, capace di ascoltare il cuore in sintonia con la parola del Signore e quindi in grado di poter aiutare tutti.
Oggi, egli fedele "custode" della santa Famiglia, lo è della Chiesa, famiglia di Cristo.
Signore, per l'intercessione del tuo giusto Giuseppe, donaci spirito di obbedienza e umile docilità al tuo santo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24a
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
La vocazione di San Giuseppe come "custode" di Gesù e di Maria è vissuta in maniera del tutto originale.
Egli, uomo giusto e saggio, sa accogliere le indicazioni di Dio già nel sonno.
La sua fede lo lega al patriarca Abramo e in più, umile falegname di Nazareth, ma figlio di Davide, dona la discendenza regale al Signore Gesù e colloca il Messia sul solco della nostra storia.
Giuseppe è inoltre l'uomo del silenzio, capace di ascoltare il cuore in sintonia con la parola del Signore e quindi in grado di poter aiutare tutti.
Oggi, egli fedele "custode" della santa Famiglia, lo è della Chiesa, famiglia di Cristo.
Signore, per l'intercessione del tuo giusto Giuseppe, donaci spirito di obbedienza e umile docilità al tuo santo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mar 19, 2021 6:00:58pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-53 In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è
il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il
Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi
dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono
loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora
Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?».
Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua. Gesù è giudicato sulla base delle
scritture profetiche, le quali certo dicono la verità, ma non sono bene applicate per mancanza di vera conoscenza. L'evidenza dei fatti fa dire ad alcuni:
"Mai un uomo ha parlato così ", ma senza la fede la verità resta lontana. Quanto bisogna essere attenti nel valutare le persone! Mai dare nulla per scontato,
certi particolari possono sfuggire o degli equivoci assumere i dati del vero. Cerchiamo, quindi, di non giudicare con presunzione, ma con pazienza e con il cuore aperto
alla grazia di Dio, accogliere tutti e tutti amare. Signore, con l'azione del tuo Santo Spirito, apri la nostra mente e il nostro cuore a credere senza riserve
alla tua Parola. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-53
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
Gesù è giudicato sulla base delle scritture profetiche, le quali certo dicono la verità, ma non sono bene applicate per mancanza di vera conoscenza.
L'evidenza dei fatti fa dire ad alcuni: "Mai un uomo ha parlato così ", ma senza la fede la verità resta lontana.
Quanto bisogna essere attenti nel valutare le persone! Mai dare nulla per scontato, certi particolari possono sfuggire o degli equivoci assumere i dati del vero.
Cerchiamo, quindi, di non giudicare con presunzione, ma con pazienza e con il cuore aperto alla grazia di Dio, accogliere tutti e tutti amare.
Signore, con l'azione del tuo Santo Spirito, apri la nostra mente e il nostro cuore a credere senza riserve alla tua Parola.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
Gesù è giudicato sulla base delle scritture profetiche, le quali certo dicono la verità, ma non sono bene applicate per mancanza di vera conoscenza.
L'evidenza dei fatti fa dire ad alcuni: "Mai un uomo ha parlato così ", ma senza la fede la verità resta lontana.
Quanto bisogna essere attenti nel valutare le persone! Mai dare nulla per scontato, certi particolari possono sfuggire o degli equivoci assumere i dati del vero.
Cerchiamo, quindi, di non giudicare con presunzione, ma con pazienza e con il cuore aperto alla grazia di Dio, accogliere tutti e tutti amare.
Signore, con l'azione del tuo Santo Spirito, apri la nostra mente e il nostro cuore a credere senza riserve alla tua Parola.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica V di Quaresima Dal Vangelo secondo Giovanni 12,20-33 In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni
Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli domandarono: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi
Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di
grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la
conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima
mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”. Venne allora una voce dal
cielo: “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!”. La folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: “Un angelo gli ha parlato”.
Disse Gesù: “Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò
innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Preghiera sul Vangelo: "Ascolta, o Padre, il grido del tuo
Figlio che si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa' che nelle prove della vita partecipiamo alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del
seme che muore ed essere accolti come tua messe nel Regno dei cieli."
Buona Domenica V di Quaresima
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,20-33
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli domandarono: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”. Venne allora una voce dal cielo: “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!”. La folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: “Un angelo gli ha parlato”. Disse Gesù: “Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Preghiera sul Vangelo:
"Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa' che nelle prove della vita partecipiamo alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel Regno dei cieli."
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,20-33
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli domandarono: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”. Venne allora una voce dal cielo: “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!”. La folla che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: “Un angelo gli ha parlato”. Disse Gesù: “Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Preghiera sul Vangelo:
"Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che si è fatto obbediente fino alla morte di croce; fa' che nelle prove della vita partecipiamo alla sua passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel Regno dei cieli."
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Dal vangelo secondo Giovanni 8,1-11 In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui.
Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro,
questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per
metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si
alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono
uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più». Condannare prendendo a pretesto la
volontà di Dio è un vizio tutto umano, una vera e propria mostruosità. Gesù ci insegna non solo a non condannare, ma anche a saper accogliere ogni fratello o sorella
che sbaglia indicando con amore la via del bene. Abbandoniamo la nostra voglia di giudicare, come le pietre di coloro che volevano lapidare l'adultera e
sottoponiamoci con umiltà al giudizio di Dio, chiedendo misericordia e perdono. Signore, Dio di amore e di pietà, liberaci con la tua infinita misericordia da ogni
presunzione e chiusura del cuore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal vangelo secondo Giovanni 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Condannare prendendo a pretesto la volontà di Dio è un vizio tutto umano, una vera e propria mostruosità.
Gesù ci insegna non solo a non condannare, ma anche a saper accogliere ogni fratello o sorella che sbaglia indicando con amore la via del bene. Abbandoniamo la nostra voglia di giudicare, come le pietre di coloro che volevano lapidare l'adultera e sottoponiamoci con umiltà al giudizio di Dio, chiedendo misericordia e perdono.
Signore, Dio di amore e di pietà, liberaci con la tua infinita misericordia da ogni presunzione e chiusura del cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Condannare prendendo a pretesto la volontà di Dio è un vizio tutto umano, una vera e propria mostruosità.
Gesù ci insegna non solo a non condannare, ma anche a saper accogliere ogni fratello o sorella che sbaglia indicando con amore la via del bene. Abbandoniamo la nostra voglia di giudicare, come le pietre di coloro che volevano lapidare l'adultera e sottoponiamoci con umiltà al giudizio di Dio, chiedendo misericordia e perdono.
Signore, Dio di amore e di pietà, liberaci con la tua infinita misericordia da ogni presunzione e chiusura del cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 8,21-30 In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete
venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono
di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri
peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è
veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio
dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha
lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Il discorso di Gesù è tutto segnato dal suo rapporto
con il Padre e da ciò che tra non molto si compirà: il suo mistero pasquale. L' "Io sono" è il nome di Dio rivelato a Mose'. "Guardare "
la Croce ,allora, con gli occhi di chi accoglie la Parola autentica e adora il Figlio di Dio lì crocifisso: questa è la salvezza! Signore, donaci occhi limpidi e cuore
puro per poter comprendere e vivere l'immensa ricchezza della tua salvezza operata sulla Croce. A te la lode e la gloria con il Padre e lo Spirito Santo. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,21-30
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Il discorso di Gesù è tutto segnato dal suo rapporto con il Padre e da ciò che tra non molto si compirà: il suo mistero pasquale.
L' "Io sono" è il nome di Dio rivelato a Mose'.
"Guardare " la Croce ,allora, con gli occhi di chi accoglie la Parola autentica e adora il Figlio di Dio lì crocifisso: questa è la salvezza!
Signore, donaci occhi limpidi e cuore puro per poter comprendere e vivere l'immensa ricchezza della tua salvezza operata sulla Croce. A te la lode e la gloria con il Padre e lo Spirito Santo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Il discorso di Gesù è tutto segnato dal suo rapporto con il Padre e da ciò che tra non molto si compirà: il suo mistero pasquale.
L' "Io sono" è il nome di Dio rivelato a Mose'.
"Guardare " la Croce ,allora, con gli occhi di chi accoglie la Parola autentica e adora il Figlio di Dio lì crocifisso: questa è la salvezza!
Signore, donaci occhi limpidi e cuore puro per poter comprendere e vivere l'immensa ricchezza della tua salvezza operata sulla Croce. A te la lode e la gloria con il Padre e lo Spirito Santo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: mar 23, 2021 8:04:22pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42 In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire:
“Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre
nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di
uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre
vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un
uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da
prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso,
ma lui mi ha mandato». Gesù è colui che può davvero renderci liberi, infatti con la sua morte e risurrezione ci ha riscattati dal male e dal peccato, di cui eravamo
schiavi, e ci ha reso figli di Dio nella pace e nella giustizia. Ogni qual volta cadiamo in questa schiavitù, possiamo essere subito liberati dalla sua misericordia e
dalla sua grazia. Signore, offrici sempre il tuo perdono, fa che ricerchiamo tutti i doni del tuo amore per essere veramente liberi e sentirci pienamente tuoi figli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Gesù è colui che può davvero renderci liberi, infatti con la sua morte e risurrezione ci ha riscattati dal male e dal peccato, di cui eravamo schiavi, e ci ha reso figli di Dio nella pace e nella giustizia.
Ogni qual volta cadiamo in questa schiavitù, possiamo essere subito liberati dalla sua misericordia e dalla sua grazia.
Signore, offrici sempre il tuo perdono, fa che ricerchiamo tutti i doni del tuo amore per essere veramente liberi e sentirci pienamente tuoi figli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Gesù è colui che può davvero renderci liberi, infatti con la sua morte e risurrezione ci ha riscattati dal male e dal peccato, di cui eravamo schiavi, e ci ha reso figli di Dio nella pace e nella giustizia.
Ogni qual volta cadiamo in questa schiavitù, possiamo essere subito liberati dalla sua misericordia e dalla sua grazia.
Signore, offrici sempre il tuo perdono, fa che ricerchiamo tutti i doni del tuo amore per essere veramente liberi e sentirci pienamente tuoi figli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità dell'Annunciazione del Signore Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati,
piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere,
Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo;
il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come
avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò
colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto
mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si
allontanò da lei. In questo "oggi" in cui non deve esserci spazio per il timore e le incertezze, la Storia di Dio si unisce alla storia dell'uomo.
"Oggi" la tenera capacità di incarnare la Luce vince le tenebre del mondo. Ave, Maria, piena di Grazia, tu sei la benedetta fra le donne. Grazie Maria per
aver detto di sì a Dio. Grazie perché il tuo sì ha permesso la realizzazione del piano d'amore di Dio. Grazie Maria, la tua generosa disponibilità è divenuta culla
di tutte le nostre più belle speranze. Fa o Maria, che il nostro sì sapori abbondantemente del tuo. Buona giornata, don Pasqualino.
Buona Solennità dell'Annunciazione del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
In questo "oggi" in cui non deve esserci spazio per il timore e le incertezze, la Storia di Dio si unisce alla storia dell'uomo.
"Oggi" la tenera capacità di incarnare la Luce vince le tenebre del mondo.
Ave, Maria, piena di Grazia, tu sei la benedetta fra le donne.
Grazie Maria per aver detto di sì a Dio. Grazie perché il tuo sì ha permesso la realizzazione del piano d'amore di Dio.
Grazie Maria, la tua generosa disponibilità è divenuta culla di tutte le nostre più belle speranze.
Fa o Maria, che il nostro sì sapori abbondantemente del tuo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
In questo "oggi" in cui non deve esserci spazio per il timore e le incertezze, la Storia di Dio si unisce alla storia dell'uomo.
"Oggi" la tenera capacità di incarnare la Luce vince le tenebre del mondo.
Ave, Maria, piena di Grazia, tu sei la benedetta fra le donne.
Grazie Maria per aver detto di sì a Dio. Grazie perché il tuo sì ha permesso la realizzazione del piano d'amore di Dio.
Grazie Maria, la tua generosa disponibilità è divenuta culla di tutte le nostre più belle speranze.
Fa o Maria, che il nostro sì sapori abbondantemente del tuo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 10,31-42 In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte
del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai
Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio –
e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non
compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io
nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni
battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel
luogo molti credettero in lui. Le opere che Gesù compie, esse sono la testimonianza viva della sua appartenenza divina! Gesù proclama la verità su Dio e su se stesso,
egli è il Messia, il Cristo, venuto nel mondo per la salvezza di tutti. Anche noi, oggi, dobbiamo semplicemente scrutare all'interno del nostro cuore la dimora
della SS. Trinità e rileggere gli straordinari interventi di Dio nella nostra storia. Non basterà una vita per ringraziare abbastanza! Signore, grazie per il tuo amore
che ci salva e per la pace che dimora nei nostri cuori, frutto della tua misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,31-42
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Le opere che Gesù compie, esse sono la testimonianza viva della sua appartenenza divina!
Gesù proclama la verità su Dio e su se stesso, egli è il Messia, il Cristo, venuto nel mondo per la salvezza di tutti.
Anche noi, oggi, dobbiamo semplicemente scrutare all'interno del nostro cuore la dimora della SS. Trinità e rileggere gli straordinari interventi di Dio nella nostra storia.
Non basterà una vita per ringraziare abbastanza!
Signore, grazie per il tuo amore che ci salva e per la pace che dimora nei nostri cuori, frutto della tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Le opere che Gesù compie, esse sono la testimonianza viva della sua appartenenza divina!
Gesù proclama la verità su Dio e su se stesso, egli è il Messia, il Cristo, venuto nel mondo per la salvezza di tutti.
Anche noi, oggi, dobbiamo semplicemente scrutare all'interno del nostro cuore la dimora della SS. Trinità e rileggere gli straordinari interventi di Dio nella nostra storia.
Non basterà una vita per ringraziare abbastanza!
Signore, grazie per il tuo amore che ci salva e per la pace che dimora nei nostri cuori, frutto della tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 11,45-56 In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di
Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il
sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il
nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente
per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno,
profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque
decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove
rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando
nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». È proprio doloroso constatare che qualcuno venga condannato per il bene che ha compiuto; così è
successo a Gesù. Nel suo caso addirittura si è pensato di fare cosa gradita a Dio. Comunque Gesù dispone della sua vita e consente che lo si possa uccidere perché si
realizzi la salvezza e la redenzione del mondo. I ragionamenti gretti degli uomini, legati ai propri interessi, sono usati da Dio come inizio di una nuova realtà, che
spazza via decisamente quella precedente. Talvolta anche noi, distratti dalle nostre vicende, possiamo non accorgerci di quello che Dio opera con il suo amore. Signore,
concedici di poterti sempre lodare e ringraziare per tutti i benefici che compi a nostro favore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 11,45-56
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
È proprio doloroso constatare che qualcuno venga condannato per il bene che ha compiuto; così è successo a Gesù.
Nel suo caso addirittura si è pensato di fare cosa gradita a Dio.
Comunque Gesù dispone della sua vita e consente che lo si possa uccidere perché si realizzi la salvezza e la redenzione del mondo.
I ragionamenti gretti degli uomini, legati ai propri interessi, sono usati da Dio come inizio di una nuova realtà, che spazza via decisamente quella precedente.
Talvolta anche noi, distratti dalle nostre vicende, possiamo non accorgerci di quello che Dio opera con il suo amore.
Signore, concedici di poterti sempre lodare e ringraziare per tutti i benefici che compi a nostro favore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
È proprio doloroso constatare che qualcuno venga condannato per il bene che ha compiuto; così è successo a Gesù.
Nel suo caso addirittura si è pensato di fare cosa gradita a Dio.
Comunque Gesù dispone della sua vita e consente che lo si possa uccidere perché si realizzi la salvezza e la redenzione del mondo.
I ragionamenti gretti degli uomini, legati ai propri interessi, sono usati da Dio come inizio di una nuova realtà, che spazza via decisamente quella precedente.
Talvolta anche noi, distratti dalle nostre vicende, possiamo non accorgerci di quello che Dio opera con il suo amore.
Signore, concedici di poterti sempre lodare e ringraziare per tutti i benefici che compi a nostro favore.
Buona giornata, don Pasqualino.
"Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e
si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò." (Lc 11, 18-20)
Liturgia penitenziale 9/11 e 12/14 💞
Liturgia penitenziale 9/11 e 12/14 💞
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Buona Domenica delle Palme e Settimana Santa Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,1-10) Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli
Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno
è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: "Perché fate questo?", rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui
subito"». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo
puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra.
Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!». “Sollevate, porte, i vostri
frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria”. Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Gesù Re d’amore, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra! Regna sui nostri cuori perché diventiamo operatori di pace e perché trionfi il regno della tua giustizia e del tuo amore. Tu non
vieni né per dominare né per opprimere, ma vieni umilmente, e ti fai portare da un asinello. Re di pace, Re d’amore! Mio Salvatore e mio Dio! La tua regalità non si
fonda sulla forza, ma sullo splendore del tuo amore. Tu sei bello, sei il più bello tra i figli degli uomini! Anima mia, esulta di gioia poiché ecco viene il tuo
Redentore, il tuo Salvatore e il tuo Re. Preghiera sul Vangelo: "Signore Gesù, prendici con te, in silenzio, nel mistero della tua Passione e morte, perché con te
possiamo risorgere alla tua vita di Figlio di Dio O Signore: fa' che almeno gli umili, gli oppressi, i rifiutati del mondo ti credano e ti accolgano."
Buona Domenica delle Palme e Settimana Santa
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,1-10)
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: "Perché fate questo?", rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito"».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».
“Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria”. Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Gesù Re d’amore, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra! Regna sui nostri cuori perché diventiamo operatori di pace e perché trionfi il regno della tua giustizia e del tuo amore. Tu non vieni né per dominare né per opprimere, ma vieni umilmente, e ti fai portare da un asinello. Re di pace, Re d’amore! Mio Salvatore e mio Dio! La tua regalità non si fonda sulla forza, ma sullo splendore del tuo amore. Tu sei bello, sei il più bello tra i figli degli uomini! Anima mia, esulta di gioia poiché ecco viene il tuo Redentore, il tuo Salvatore e il tuo Re.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore Gesù, prendici con te, in silenzio, nel mistero della tua Passione e morte, perché con te possiamo risorgere alla tua vita di Figlio di Dio O Signore: fa' che almeno gli umili, gli oppressi, i rifiutati del mondo ti credano e ti accolgano."
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,1-10)
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: "Perché fate questo?", rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito"».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».
“Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria”. Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Gesù Re d’amore, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra! Regna sui nostri cuori perché diventiamo operatori di pace e perché trionfi il regno della tua giustizia e del tuo amore. Tu non vieni né per dominare né per opprimere, ma vieni umilmente, e ti fai portare da un asinello. Re di pace, Re d’amore! Mio Salvatore e mio Dio! La tua regalità non si fonda sulla forza, ma sullo splendore del tuo amore. Tu sei bello, sei il più bello tra i figli degli uomini! Anima mia, esulta di gioia poiché ecco viene il tuo Redentore, il tuo Salvatore e il tuo Re.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore Gesù, prendici con te, in silenzio, nel mistero della tua Passione e morte, perché con te possiamo risorgere alla tua vita di Figlio di Dio O Signore: fa' che almeno gli umili, gli oppressi, i rifiutati del mondo ti credano e ti accolgano."
Ultimo aggiornamento: mar 28, 2021 6:17:01pm
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LUNEDÌ SANTO Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E
qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i
piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per
tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma
perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della
mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse,
non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei
se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. A casa degli amici Gesù accetta di essere onorato. È la presenza di Dio che viene riconosciuta, soprattutto nel gesto
di Maria, che colma di amore profetico, unge i piedi del Maestro con un nardo prezioso, anticipazione della sua morte e risurrezione. Maria, con l'offerta del
profumo, simbolo della preghiera e con l'asciugare poi tutto con i suoi capelli, simbolo di fragilità e debolezza, indirizza il nostro culto al Signore Gesù.
Signore, grazie perché sei sempre con noi, ti preghiamo donaci umiltà e spirito di amore per poterti servire ogni giorno nella lode e nella carità ai fratelli. Buona
giornata, don Pasqualino.
LUNEDÌ SANTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
A casa degli amici Gesù accetta di essere onorato. È la presenza di Dio che viene riconosciuta, soprattutto nel gesto di Maria, che colma di amore profetico, unge i piedi del Maestro con un nardo prezioso, anticipazione della sua morte e risurrezione.
Maria, con l'offerta del profumo, simbolo della preghiera e con l'asciugare poi tutto con i suoi capelli, simbolo di fragilità e debolezza, indirizza il nostro culto al Signore Gesù.
Signore, grazie perché sei sempre con noi, ti preghiamo donaci umiltà e spirito di amore per poterti servire ogni giorno nella lode e nella carità ai fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
A casa degli amici Gesù accetta di essere onorato. È la presenza di Dio che viene riconosciuta, soprattutto nel gesto di Maria, che colma di amore profetico, unge i piedi del Maestro con un nardo prezioso, anticipazione della sua morte e risurrezione.
Maria, con l'offerta del profumo, simbolo della preghiera e con l'asciugare poi tutto con i suoi capelli, simbolo di fragilità e debolezza, indirizza il nostro culto al Signore Gesù.
Signore, grazie perché sei sempre con noi, ti preghiamo donaci umiltà e spirito di amore per poterti servire ogni giorno nella lode e nella carità ai fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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MARTEDÌ SANTO Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38 In quel tempo, mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità,
in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si
trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse:
«Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone
Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse
detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare
qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato
glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi
cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù:
«Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù:
«Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». Tre dei discepoli in evidenza nella
pagina del Vangelo odierno: Giuda, che tradisce Gesù dopo aver ricevuto, quasi come gesto materno, un boccone di cibo. Pietro, che con presunzione e spavalderia
dichiara fedele amore al Maestro. Giovanni, invece, che china il capo sul petto di Gesù in un gesto di profondo legame. Ma potrebbe esserci posto per ognuno di noi
accanto a Gesù nel momento del suo "turbamento": Restiamo? Rinneghiamo? Tradiamo? Signore, donaci, almeno, come Pietro, la possibilità di poter piangere per i
nostri peccati e di gustare pienamente la gioia del tuo perdono. Buona giornata, don Pasqualino.
MARTEDÌ SANTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38
In quel tempo, mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Tre dei discepoli in evidenza nella pagina del Vangelo odierno: Giuda, che tradisce Gesù dopo aver ricevuto, quasi come gesto materno, un boccone di cibo.
Pietro, che con presunzione e spavalderia dichiara fedele amore al Maestro. Giovanni, invece, che china il capo sul petto di Gesù in un gesto di profondo legame.
Ma potrebbe esserci posto per ognuno di noi accanto a Gesù nel momento del suo "turbamento": Restiamo? Rinneghiamo? Tradiamo?
Signore, donaci, almeno, come Pietro, la possibilità di poter piangere per i nostri peccati e di gustare pienamente la gioia del tuo perdono.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38
In quel tempo, mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Tre dei discepoli in evidenza nella pagina del Vangelo odierno: Giuda, che tradisce Gesù dopo aver ricevuto, quasi come gesto materno, un boccone di cibo.
Pietro, che con presunzione e spavalderia dichiara fedele amore al Maestro. Giovanni, invece, che china il capo sul petto di Gesù in un gesto di profondo legame.
Ma potrebbe esserci posto per ognuno di noi accanto a Gesù nel momento del suo "turbamento": Restiamo? Rinneghiamo? Tradiamo?
Signore, donaci, almeno, come Pietro, la possibilità di poter piangere per i nostri peccati e di gustare pienamente la gioia del tuo perdono.
Buona giornata, don Pasqualino.
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MERCOLEDÌ SANTO Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25 In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi
perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli
Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da
un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono
la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati,
cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio
dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il
traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». È ormai giunta "l'ora" e Gesù in maniera diretta svela a Giuda il suo
"terribile incarico". Il Signore ha voluto acconsentire liberamente ai tempi e alle scelte del Padre e degli uomini per compiere il suo "servizio"
di amore in riscatto di tutti. Con ardore ed impegno cerchiamo sempre di evitare di lasciare Colui che ci ha ridato vita e camminiamo con coraggio sulla via della
fedeltà a Lui. Signore, aiutaci ad essere validi cirenei, capaci di portare con coraggio la croce, e oltre il Calvario, poter gustare la gioia della tua presenza di
luce e di pace. Buona giornata, don Pasqualino.
MERCOLEDÌ SANTO
Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
È ormai giunta "l'ora" e Gesù in maniera diretta svela a Giuda il suo "terribile incarico".
Il Signore ha voluto acconsentire liberamente ai tempi e alle scelte del Padre e degli uomini per compiere il suo "servizio" di amore in riscatto di tutti.
Con ardore ed impegno cerchiamo sempre di evitare di lasciare Colui che ci ha ridato vita e camminiamo con coraggio sulla via della fedeltà a Lui.
Signore, aiutaci ad essere validi cirenei, capaci di portare con coraggio la croce, e oltre il Calvario, poter gustare la gioia della tua presenza di luce e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
È ormai giunta "l'ora" e Gesù in maniera diretta svela a Giuda il suo "terribile incarico".
Il Signore ha voluto acconsentire liberamente ai tempi e alle scelte del Padre e degli uomini per compiere il suo "servizio" di amore in riscatto di tutti.
Con ardore ed impegno cerchiamo sempre di evitare di lasciare Colui che ci ha ridato vita e camminiamo con coraggio sulla via della fedeltà a Lui.
Signore, aiutaci ad essere validi cirenei, capaci di portare con coraggio la croce, e oltre il Calvario, poter gustare la gioia della tua presenza di luce e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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GIOVEDÌ SANTO Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15 Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo
amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo,
Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo
cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque
da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro:
«Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche
le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti
chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho
fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete
lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Oggi la Chiesa fa memoria dei misteri che vengono
celebrati: l'istituzione dell'Eucaristia, quella dell' Ordine sacro e il comando della Carità. Ti ringraziamo, Signore, per l’esempio di umiltà e d’amore
che ci hai dato lavandoci i piedi. Concedici la forza di imitarti nel servire il prossimo, in particolare chi ne ha davvero bisogno, poiché tutti sono nostri fratelli.
Concedici, Signore, la possibilità di meditare oggi sul mistero del tuo amore che ci mostri nella santa Eucaristia e nel dono sacro del sacerdozio. Buona giornata, don
Pasqualino.
GIOVEDÌ SANTO
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Oggi la Chiesa fa memoria dei misteri che vengono celebrati: l'istituzione dell'Eucaristia, quella dell' Ordine sacro e il comando della Carità.
Ti ringraziamo, Signore, per l’esempio di umiltà e d’amore che ci hai dato lavandoci i piedi. Concedici la forza di imitarti nel servire il prossimo, in particolare chi ne ha davvero bisogno, poiché tutti sono nostri fratelli. Concedici, Signore, la possibilità di meditare oggi sul mistero del tuo amore che ci mostri nella santa Eucaristia e nel dono sacro del sacerdozio.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Oggi la Chiesa fa memoria dei misteri che vengono celebrati: l'istituzione dell'Eucaristia, quella dell' Ordine sacro e il comando della Carità.
Ti ringraziamo, Signore, per l’esempio di umiltà e d’amore che ci hai dato lavandoci i piedi. Concedici la forza di imitarti nel servire il prossimo, in particolare chi ne ha davvero bisogno, poiché tutti sono nostri fratelli. Concedici, Signore, la possibilità di meditare oggi sul mistero del tuo amore che ci mostri nella santa Eucaristia e nel dono sacro del sacerdozio.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: apr 01, 2021 6:40:32pm
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VENERDÌ SANTO Il Venerdì Santo la Chiesa per antica tradizione non celebra l'Eucaristia, ma con la meditazione della passione, con il vangelo di Giovanni, e con
l'adorazione della Croce fa memoria della morte del suo Signore. È un giorno strettamente penitenziale, vige il digiuno e l'astinenza. Ci si può accostare
alla comunione solo nella liturgia pomeridiana. Buona giornata, don Pasqualino. Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1- 19,42 In quel tempo, Gesù
uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo,
perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e
dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù,
il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di
nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse
la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo
sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non
dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di
Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro
seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò
fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a
Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e
si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose:
«Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché
interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno
schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi
percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei
suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho
forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero
entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli
risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli
risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato
allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato
disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se
il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli
disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità.
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui
colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei
Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati,
intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli
davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando
la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo!
Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve
morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù
non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù:
«Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato
cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole,
Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato
disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei
sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo
detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e
la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era
vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui
ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero
quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non
stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte».
E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e
accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse
con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò
una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo
spirito. (Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa) Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era
infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe
all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una
lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi
crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo
sguardo a colui che hanno trafitto». Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di
prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte –
e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei
per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là
dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. Preghiera a Gesù Crocifisso "O Gesù, crocifisso per
cancellare i peccati del mondo, e che hai versato il tuo sangue per redimere e salvare l'umanità intera, Tu che mi hai amato fino ad offrire sulla croce la tua
vita, Tu che dall'albero della croce mi inviti a venire a Te, guarda questa tua creatura umilmente inginocchiata al tuo altare. A Te mi rivolgo con tutto il cuore
e con piena fiducia nella tua misericordia. Per i meriti della tua passione e morte, accogli la mia implorazione di aiuto, di soccorso, di perdono e degnati di
concedere le grazie che ardentemente imploro. Donami soprattutto la grazia della fede, della speranza e dell'amore a Te, mio Signore e mio Dio; concedimi di
perdonare e di amare tutti, vicini e lontani. E Tu, madre mia, Vergine Addolorata, ascolta la mia supplica, intercedi per me presso il tuo Divino Figlio affinché mi
conceda le grazie di cui ho bisogno oggi e sempre. Amen!"
VENERDÌ SANTO
Il Venerdì Santo la Chiesa per antica tradizione non celebra l'Eucaristia, ma con la meditazione della passione, con il vangelo di Giovanni, e con l'adorazione della Croce fa memoria della morte del suo Signore. È un giorno strettamente penitenziale, vige il digiuno e l'astinenza.
Ci si può accostare alla comunione solo nella liturgia pomeridiana.
Buona giornata, don Pasqualino.
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1- 19,42
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
(Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa)
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Preghiera a Gesù Crocifisso
"O Gesù, crocifisso per cancellare i peccati del mondo, e che hai versato il tuo sangue per redimere e salvare l'umanità intera, Tu che mi hai amato fino ad offrire sulla croce la tua vita, Tu che dall'albero della croce mi inviti a venire a Te, guarda questa tua creatura umilmente inginocchiata al tuo altare.
A Te mi rivolgo con tutto il cuore e con piena fiducia nella tua misericordia.
Per i meriti della tua passione e morte, accogli la mia implorazione di aiuto, di soccorso, di perdono e degnati di concedere le grazie che ardentemente imploro.
Donami soprattutto la grazia della fede, della speranza e dell'amore a Te, mio Signore e mio Dio; concedimi di perdonare e di amare tutti, vicini e lontani.
E Tu, madre mia, Vergine Addolorata, ascolta la mia supplica, intercedi per me presso il tuo Divino Figlio affinché mi conceda le grazie di cui ho bisogno oggi e sempre. Amen!"
Il Venerdì Santo la Chiesa per antica tradizione non celebra l'Eucaristia, ma con la meditazione della passione, con il vangelo di Giovanni, e con l'adorazione della Croce fa memoria della morte del suo Signore. È un giorno strettamente penitenziale, vige il digiuno e l'astinenza.
Ci si può accostare alla comunione solo nella liturgia pomeridiana.
Buona giornata, don Pasqualino.
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1- 19,42
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
(Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa)
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Preghiera a Gesù Crocifisso
"O Gesù, crocifisso per cancellare i peccati del mondo, e che hai versato il tuo sangue per redimere e salvare l'umanità intera, Tu che mi hai amato fino ad offrire sulla croce la tua vita, Tu che dall'albero della croce mi inviti a venire a Te, guarda questa tua creatura umilmente inginocchiata al tuo altare.
A Te mi rivolgo con tutto il cuore e con piena fiducia nella tua misericordia.
Per i meriti della tua passione e morte, accogli la mia implorazione di aiuto, di soccorso, di perdono e degnati di concedere le grazie che ardentemente imploro.
Donami soprattutto la grazia della fede, della speranza e dell'amore a Te, mio Signore e mio Dio; concedimi di perdonare e di amare tutti, vicini e lontani.
E Tu, madre mia, Vergine Addolorata, ascolta la mia supplica, intercedi per me presso il tuo Divino Figlio affinché mi conceda le grazie di cui ho bisogno oggi e sempre. Amen!"
Ultimo aggiornamento: apr 02, 2021 4:26:07pm
Ultimo aggiornamento: apr 02, 2021 7:07:47pm
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SABATO SANTO Il Sabato Santo, nel “Triduo Pasquale”, è il giorno dove predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro. Poi
verrà la gioia della Domenica di Pasqua con la sua Resurrezione, ma nel sabato incombe il silenzio del riposo della morte. Buona giornata, don Pasqualino. Da un’antica
«Omelia sul Sabato santo» La discesa agli inferi del Signore Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio
perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella
carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che
siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro
portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio
Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo
ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a
coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi!
Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige,
fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il
Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la
debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano
ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale.
Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue
spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la
lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno
ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla
terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che
sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non
sei Dio. Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti.
In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli. Santa Maria, donna del sabato santo, raccontaci come, sul crepuscolo di quel giorno, ti sei
preparata all'incontro col tuo figlio Risorto. Quali parole d'amore ti andavi ripassando segretamente, per dirgliele tutte di un fiato non appena ti fosse
apparso dinanzi? Madre dolcissima, prepara anche noi all'appuntamento con lui. (d. Tonino Bello)
SABATO SANTO
Il Sabato Santo, nel “Triduo Pasquale”, è il giorno dove predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro.
Poi verrà la gioia della Domenica di Pasqua con la sua Resurrezione, ma nel sabato incombe il silenzio del riposo della morte.
Buona giornata, don Pasqualino.
Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»
La discesa agli inferi del Signore
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati.
Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli.
Santa Maria, donna del sabato santo, raccontaci come, sul crepuscolo di quel giorno, ti sei preparata all'incontro col tuo figlio Risorto. Quali parole d'amore ti andavi ripassando segretamente, per dirgliele tutte di un fiato non appena ti fosse apparso dinanzi?
Madre dolcissima, prepara anche noi all'appuntamento con lui.
(d. Tonino Bello)
Il Sabato Santo, nel “Triduo Pasquale”, è il giorno dove predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro.
Poi verrà la gioia della Domenica di Pasqua con la sua Resurrezione, ma nel sabato incombe il silenzio del riposo della morte.
Buona giornata, don Pasqualino.
Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»
La discesa agli inferi del Signore
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati.
Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli.
Santa Maria, donna del sabato santo, raccontaci come, sul crepuscolo di quel giorno, ti sei preparata all'incontro col tuo figlio Risorto. Quali parole d'amore ti andavi ripassando segretamente, per dirgliele tutte di un fiato non appena ti fosse apparso dinanzi?
Madre dolcissima, prepara anche noi all'appuntamento con lui.
(d. Tonino Bello)
Ultimo aggiornamento: apr 03, 2021 6:58:55pm
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Santa Pasqua del Signore. Auguri a tutti voi. Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9 Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino,
quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse
loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse
intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma
avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la
Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Preghiera sul Vangelo: "Cristo Risorto, donaci occhi e mani di fede per vederti e toccarti, e un cuore acceso
d'amore per adorarti. E tu, Vergine Madre, ormai rallegrata dopo i giorni del grande dolore, intona l' "alleluia" con i salvati e i redenti che
formano l'unica famiglia di Dio."
Santa Pasqua del Signore.
Auguri a tutti voi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Preghiera sul Vangelo:
"Cristo Risorto, donaci occhi e mani di fede per vederti e toccarti, e un cuore acceso d'amore per adorarti. E tu, Vergine Madre, ormai rallegrata dopo i giorni del grande dolore, intona l' "alleluia" con i salvati e i redenti che formano l'unica famiglia di Dio."
Auguri a tutti voi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Preghiera sul Vangelo:
"Cristo Risorto, donaci occhi e mani di fede per vederti e toccarti, e un cuore acceso d'amore per adorarti. E tu, Vergine Madre, ormai rallegrata dopo i giorni del grande dolore, intona l' "alleluia" con i salvati e i redenti che formano l'unica famiglia di Dio."
Buona Pasqua dall'Oratorio 😘
Buona Pasqua dall'Oratorio 😘
Ultimo aggiornamento: apr 04, 2021 6:06:19pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 28,8-15 In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed
ecco Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad
annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei
sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
“Dichiarate così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo
persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgata fra i Giudei
fino ad oggi. Continua la gioia di Pasqua. L'incontro con le donne del Cristo Risorto è sicuramente un segno di predilezione per esse che lo adorano
abbracciandogli i piedi, pronte a portare la "bella notizia" agli apostoli . Notizia completamente distorta, invece, dai capi dei sacerdoti e dagli anziani
del popolo che pensano bene di coprire la verità con un bavaglio di denaro. Sono realtà di ogni giorno: il Signore porta avanti il suo regno di pace, di giustizia e di
gioia, mentre il mondo è avvolto nelle tenebre e nasconde la verità con le diverse illusioni della cupidigia e del potere. Signore, il nostro incontro con te, possa
essere sempre contemplazione del mistero pasquale e fonte di gioia e di pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 28,8-15
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
Continua la gioia di Pasqua. L'incontro con le donne del Cristo Risorto è sicuramente un segno di predilezione per esse che lo adorano abbracciandogli i piedi, pronte a portare la "bella notizia" agli apostoli .
Notizia completamente distorta, invece, dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo che pensano bene di coprire la verità con un bavaglio di denaro.
Sono realtà di ogni giorno: il Signore porta avanti il suo regno di pace, di giustizia e di gioia, mentre il mondo è avvolto nelle tenebre e nasconde la verità con le diverse illusioni della cupidigia e del potere.
Signore, il nostro incontro con te, possa essere sempre contemplazione del mistero pasquale e fonte di gioia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
Continua la gioia di Pasqua. L'incontro con le donne del Cristo Risorto è sicuramente un segno di predilezione per esse che lo adorano abbracciandogli i piedi, pronte a portare la "bella notizia" agli apostoli .
Notizia completamente distorta, invece, dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo che pensano bene di coprire la verità con un bavaglio di denaro.
Sono realtà di ogni giorno: il Signore porta avanti il suo regno di pace, di giustizia e di gioia, mentre il mondo è avvolto nelle tenebre e nasconde la verità con le diverse illusioni della cupidigia e del potere.
Signore, il nostro incontro con te, possa essere sempre contemplazione del mistero pasquale e fonte di gioia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 20,11-18 In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due
angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?».
Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le
disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto
e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad
annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. È una delle pagine più dense di pathos questa dell'apparizione del Risorto a Maria
Maddalena. Il riconoscimento avviene attraverso lo svelarsi dei nomi : "Maria", "Rabbuni' " . È un dialogo d'amore intenso che coniuga
insieme gioia grandissima e profonda pace. Alla fine ecco il mandato: "va dai miei fratelli e annuncia" ! Siamo chiamati sempre a comunicare agli altri quello
che abbiamo ricevuto e quindi la nostra esperienza dell'incontro con Gesù: "Ho visto il Signore" , è nel mio cuore come nel tuo, alleluia! Signore,
concedici di avere per te lo stesso slancio di amore della Maddalena e la fermezza di annunziarti con gioia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,11-18
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
È una delle pagine più dense di pathos questa dell'apparizione del Risorto a Maria Maddalena.
Il riconoscimento avviene attraverso lo svelarsi dei nomi : "Maria", "Rabbuni' " .
È un dialogo d'amore intenso che coniuga insieme gioia grandissima e profonda pace.
Alla fine ecco il mandato: "va dai miei fratelli e annuncia" !
Siamo chiamati sempre a comunicare agli altri quello che abbiamo ricevuto e quindi la nostra esperienza dell'incontro con Gesù: "Ho visto il Signore" , è nel mio cuore come nel tuo, alleluia!
Signore, concedici di avere per te lo stesso slancio di amore della Maddalena e la fermezza di annunziarti con gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
È una delle pagine più dense di pathos questa dell'apparizione del Risorto a Maria Maddalena.
Il riconoscimento avviene attraverso lo svelarsi dei nomi : "Maria", "Rabbuni' " .
È un dialogo d'amore intenso che coniuga insieme gioia grandissima e profonda pace.
Alla fine ecco il mandato: "va dai miei fratelli e annuncia" !
Siamo chiamati sempre a comunicare agli altri quello che abbiamo ricevuto e quindi la nostra esperienza dell'incontro con Gesù: "Ho visto il Signore" , è nel mio cuore come nel tuo, alleluia!
Signore, concedici di avere per te lo stesso slancio di amore della Maddalena e la fermezza di annunziarti con gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 24,13-35 Ed ecco, in quello stesso giorno, due erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da
Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i
loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto
triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?».
Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le
nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò,
sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo
trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno
trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che
il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a
lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il
giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si
aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava
con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano
con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto
nello spezzare il pane. Che bello e significativo questo episodio dei due discepoli di Emmaus! Quante delusioni abbiamo raccolto anche noi e ci è sembrato di essere
stati talvolta abbandonati a noi stessi! Ma il Signore non ci lascia mai da soli! Egli ci accompagna sempre con la sua presenza e la sua Parola, e lo possiamo
riconoscere, con gli occhi del nostro cuore, nella preghiera e nei sacramenti e anche nel volto chi ci ama. Non perdiamo mai la speranza! Dio sarà sempre con noi, in
maniera particolare se "si fa sera". Signore, rimani sempre con noi la "sera", perché solo tu puoi difenderci dai mali che ci attanagliano spezzando
il "pane" per noi e donandoci in abbondanza la tua misericordia e la tua consolazione. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 24,13-35
Ed ecco, in quello stesso giorno, due erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Che bello e significativo questo episodio dei due discepoli di Emmaus!
Quante delusioni abbiamo raccolto anche noi e ci è sembrato di essere stati talvolta abbandonati a noi stessi!
Ma il Signore non ci lascia mai da soli!
Egli ci accompagna sempre con la sua presenza e la sua Parola, e lo possiamo riconoscere, con gli occhi del nostro cuore, nella preghiera e nei sacramenti e anche nel volto chi ci ama.
Non perdiamo mai la speranza!
Dio sarà sempre con noi, in maniera particolare se "si fa sera".
Signore, rimani sempre con noi la "sera", perché solo tu puoi difenderci dai mali che ci attanagliano spezzando il "pane" per noi e donandoci in abbondanza la tua misericordia e la tua consolazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ed ecco, in quello stesso giorno, due erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Che bello e significativo questo episodio dei due discepoli di Emmaus!
Quante delusioni abbiamo raccolto anche noi e ci è sembrato di essere stati talvolta abbandonati a noi stessi!
Ma il Signore non ci lascia mai da soli!
Egli ci accompagna sempre con la sua presenza e la sua Parola, e lo possiamo riconoscere, con gli occhi del nostro cuore, nella preghiera e nei sacramenti e anche nel volto chi ci ama.
Non perdiamo mai la speranza!
Dio sarà sempre con noi, in maniera particolare se "si fa sera".
Signore, rimani sempre con noi la "sera", perché solo tu puoi difenderci dai mali che ci attanagliano spezzando il "pane" per noi e donandoci in abbondanza la tua misericordia e la tua consolazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48 In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano
riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura,
credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio
io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano
ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e
nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo
nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Gesù risorto continua a
manifestarsi, non è semplice catturare la fede dei discepoli, ma Egli lo fa con la sua Parola, che "apre la mente" e partecipando alla loro mensa. Il Signore,
in pratica, si fa riconoscere anche da noi oggi con le stesse modalità di allora: parola e pane. Potremo quindi essere testimoni veri ed efficaci di gioia e di pace,
impegnati a vivere nella speranza di una compagnia che ci rassicura e ci consola. Signore, la presenza del tuo Santo Spiriro ci sostenga nella fede e ci doni la
capacità di vivere nella serenità e nella pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Gesù risorto continua a manifestarsi, non è semplice catturare la fede dei discepoli, ma Egli lo fa con la sua Parola, che "apre la mente" e partecipando alla loro mensa.
Il Signore, in pratica, si fa riconoscere anche da noi oggi con le stesse modalità di allora: parola e pane.
Potremo quindi essere testimoni veri ed efficaci di gioia e di pace, impegnati a vivere nella speranza di una compagnia che ci rassicura e ci consola.
Signore, la presenza del tuo Santo Spiriro ci sostenga nella fede e ci doni la capacità di vivere nella serenità e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Gesù risorto continua a manifestarsi, non è semplice catturare la fede dei discepoli, ma Egli lo fa con la sua Parola, che "apre la mente" e partecipando alla loro mensa.
Il Signore, in pratica, si fa riconoscere anche da noi oggi con le stesse modalità di allora: parola e pane.
Potremo quindi essere testimoni veri ed efficaci di gioia e di pace, impegnati a vivere nella speranza di una compagnia che ci rassicura e ci consola.
Signore, la presenza del tuo Santo Spiriro ci sostenga nella fede e ci doni la capacità di vivere nella serenità e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-14 In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon
Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero:
«Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non
si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte
destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È
il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece
vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di
brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete
piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli:
«Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava
ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Molto suggestiva questa terza apparizione del Signore Risorto, dove c'è tutta la forza e la bellezza che scaturiscono
dall'incontro con Lui. Gli apostoli sono tornati al lavoro consueto e Gesù si presenta all'alba, all'inizio del nuovo giorno, e offre ai suoi di
sperimentare la forza del suo amore provvidente attraverso una pesca miracolosa, segno di un'altra che li condurrà per tutti i confini della terra come pescatori
di uomini. Con Gesù abbiamo tutto, senza di Lui non possiamo far nulla. Ogni giorno stretti nella rete dello Spirito Santo la moltitudine di uomini e donne, che formano
la Chiesa, incontrano il Risorto esclamando: "È il Signore"! Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, misericordioso e benevolo, donaci di vivere nella
pienezza della pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-14
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Molto suggestiva questa terza apparizione del Signore Risorto, dove c'è tutta la forza e la bellezza che scaturiscono dall'incontro con Lui. Gli apostoli sono tornati al lavoro consueto e Gesù si presenta all'alba, all'inizio del nuovo giorno, e offre ai suoi di sperimentare la forza del suo amore provvidente attraverso una pesca miracolosa, segno di un'altra che li condurrà per tutti i confini della terra come pescatori di uomini. Con Gesù abbiamo tutto, senza di Lui non possiamo far nulla.
Ogni giorno stretti nella rete dello Spirito Santo la moltitudine di uomini e donne, che formano la Chiesa, incontrano il Risorto esclamando: "È il Signore"!
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, misericordioso e benevolo, donaci di vivere nella pienezza della pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Molto suggestiva questa terza apparizione del Signore Risorto, dove c'è tutta la forza e la bellezza che scaturiscono dall'incontro con Lui. Gli apostoli sono tornati al lavoro consueto e Gesù si presenta all'alba, all'inizio del nuovo giorno, e offre ai suoi di sperimentare la forza del suo amore provvidente attraverso una pesca miracolosa, segno di un'altra che li condurrà per tutti i confini della terra come pescatori di uomini. Con Gesù abbiamo tutto, senza di Lui non possiamo far nulla.
Ogni giorno stretti nella rete dello Spirito Santo la moltitudine di uomini e donne, che formano la Chiesa, incontrano il Risorto esclamando: "È il Signore"!
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, misericordioso e benevolo, donaci di vivere nella pienezza della pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 16,9-15 Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni.
Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo
questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure
a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che
lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Potremo definire questa pagina del vangelo di Marco la
"fatica nel credere". Quanto amore e quanta misericordia da parte di Cristo! Rimprovera i discepoli per la loro incredulità, ma alla fine li invia a
proclamare il Vangelo in tutto il mondo. Anche oggi siamo chiamati a credere in Gesù per annunciarlo, come testimoni credibili, a tutti, e dire che è veramente presente
fra noi e che da Buon Pastore ci guida nel cammino verso la patria celeste. Signore , aumenta la nostra fede e donaci la forza dirompente del tuo Spirito Santo per
annunciare con gioia nel mondo la tua presenza salvifica. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 16,9-15
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Potremo definire questa pagina del vangelo di Marco la "fatica nel credere".
Quanto amore e quanta misericordia da parte di Cristo! Rimprovera i discepoli per la loro incredulità, ma alla fine li invia a proclamare il Vangelo in tutto il mondo.
Anche oggi siamo chiamati a credere in Gesù per annunciarlo, come testimoni credibili, a tutti, e dire che è veramente presente fra noi e che da Buon Pastore ci guida nel cammino verso la patria celeste.
Signore , aumenta la nostra fede e donaci la forza dirompente del tuo Spirito Santo per annunciare con gioia nel mondo la tua presenza salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino.
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Potremo definire questa pagina del vangelo di Marco la "fatica nel credere".
Quanto amore e quanta misericordia da parte di Cristo! Rimprovera i discepoli per la loro incredulità, ma alla fine li invia a proclamare il Vangelo in tutto il mondo.
Anche oggi siamo chiamati a credere in Gesù per annunciarlo, come testimoni credibili, a tutti, e dire che è veramente presente fra noi e che da Buon Pastore ci guida nel cammino verso la patria celeste.
Signore , aumenta la nostra fede e donaci la forza dirompente del tuo Spirito Santo per annunciare con gioia nel mondo la tua presenza salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica II di Pasqua. ' della Misericordia". Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano
chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le
mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo,
soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non
vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli
erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e
guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse:
«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono
stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza, fa' che riconosciamo con la grazia dello Spirito il
Signore presente nell'assemblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua risurrezione." PREGHIERA DI AFFIDAMENTO ALLA DIVINA MISERICORDIA DI SAN
GIOVANNI PAOLO II Dio, Padre misericordioso, che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo, e l’ hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore, Ti
affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo. Chinati su di noi peccatori, risana la nostra debolezza, sconfiggi ogni male, fa' che tutti gli abitanti della
terra sperimentino la tua misericordia, affinché in Te, Dio Uno e Trino, trovino sempre la fonte della speranza. Eterno Padre, per la dolorosa Passione e la
Risurrezione del tuo Figlio, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Amen
Buona Domenica II di Pasqua. ' della Misericordia".
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza, fa' che riconosciamo con la grazia dello Spirito il Signore presente nell'assemblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua risurrezione."
PREGHIERA DI AFFIDAMENTO ALLA DIVINA MISERICORDIA DI SAN GIOVANNI PAOLO II
Dio, Padre misericordioso,
che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo,
e l’ hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore,
Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo.
Chinati su di noi peccatori,
risana la nostra debolezza,
sconfiggi ogni male,
fa' che tutti gli abitanti della terra
sperimentino la tua misericordia,
affinché in Te, Dio Uno e Trino,
trovino sempre la fonte della speranza.
Eterno Padre,
per la dolorosa Passione e la Risurrezione del tuo Figlio,
abbi misericordia di noi e del mondo intero.
Amen
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza, fa' che riconosciamo con la grazia dello Spirito il Signore presente nell'assemblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua risurrezione."
PREGHIERA DI AFFIDAMENTO ALLA DIVINA MISERICORDIA DI SAN GIOVANNI PAOLO II
Dio, Padre misericordioso,
che hai rivelato il Tuo amore nel Figlio tuo Gesù Cristo,
e l’ hai riversato su di noi nello Spirito Santo, Consolatore,
Ti affidiamo oggi i destini del mondo e di ogni uomo.
Chinati su di noi peccatori,
risana la nostra debolezza,
sconfiggi ogni male,
fa' che tutti gli abitanti della terra
sperimentino la tua misericordia,
affinché in Te, Dio Uno e Trino,
trovino sempre la fonte della speranza.
Eterno Padre,
per la dolorosa Passione e la Risurrezione del tuo Figlio,
abbi misericordia di noi e del mondo intero.
Amen
Ultimo aggiornamento: apr 11, 2021 6:04:30pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,1-8 Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: “Rabbì, sappiamo
che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui”. Gli rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico,
se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”. Gli disse Nicodèmo: “Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel
grembo di sua madre e rinascere?”. Rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è
nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti
la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Nicodemo, fariseo e uno dei capi dei giudei, è un discepolo "a distanza",
infatti non vuole compromettersi di fronte al suo gruppo e va di notte da Gesù. L' incontro è comunque fruttuoso perché stare con Gesù e accogliere la sua Parola
significa, se non altro, interrogarsi profondamente. Questo può essere, allora, preludio di un reale cambiamento di vita suscitato dall'opera dello Spirito Santo.
In questo suggestivo colloquio notturno, Gesù rivela la forza del battesimo, che ci fa rinascere nuovamente per la Vita eterna. Signore, ci affidiamo a te Padre, Figlio
e Spirito Santo, Dio di grande misericordia e datore di vita; ravviva ogni giorno con la tua grazia tutti i doni che hai voluto elargirci. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,1-8
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: “Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui”. Gli rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”. Gli disse Nicodèmo: “Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”. Rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”.
Nicodemo, fariseo e uno dei capi dei giudei, è un discepolo "a distanza", infatti non vuole compromettersi di fronte al suo gruppo e va di notte da Gesù.
L' incontro è comunque fruttuoso perché stare con Gesù e accogliere la sua Parola significa, se non altro, interrogarsi profondamente.
Questo può essere, allora, preludio di un reale cambiamento di vita suscitato dall'opera dello Spirito Santo.
In questo suggestivo colloquio notturno, Gesù rivela la forza del battesimo, che ci fa rinascere nuovamente per la Vita eterna.
Signore, ci affidiamo a te Padre, Figlio e Spirito Santo, Dio di grande misericordia e datore di vita; ravviva ogni giorno con la tua grazia tutti i doni che hai voluto elargirci.
Buona giornata, don Pasqualino.
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: “Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui”. Gli rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”. Gli disse Nicodèmo: “Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”. Rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”.
Nicodemo, fariseo e uno dei capi dei giudei, è un discepolo "a distanza", infatti non vuole compromettersi di fronte al suo gruppo e va di notte da Gesù.
L' incontro è comunque fruttuoso perché stare con Gesù e accogliere la sua Parola significa, se non altro, interrogarsi profondamente.
Questo può essere, allora, preludio di un reale cambiamento di vita suscitato dall'opera dello Spirito Santo.
In questo suggestivo colloquio notturno, Gesù rivela la forza del battesimo, che ci fa rinascere nuovamente per la Vita eterna.
Signore, ci affidiamo a te Padre, Figlio e Spirito Santo, Dio di grande misericordia e datore di vita; ravviva ogni giorno con la tua grazia tutti i doni che hai voluto elargirci.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,7-15 In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: “Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne
senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei
maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non
accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo,
se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché
chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Continua il colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo. Il Maestro divino offre un pensiero chiaro, ma alto, che richiede un
atteggiamento di fede. Gesù è colui che svela tutto il mistero d'amore di Dio; lo ha fatto con la sua Parola, ma anche con le sue opere. Il momento più grande ed
importante è per Gesù tutto il Mistero Pasquale di Passione, Morte e Risurrezione in cui il "Figlio dell'uomo" offre la sua vita e poi la riprende per la
salvezza di tutti noi. Signore, grazie per il meraviglioso dono di te stesso, che ci porta misericordia , salvezza e pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,7-15
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: “Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Continua il colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo.
Il Maestro divino offre un pensiero chiaro, ma alto, che richiede un atteggiamento di fede.
Gesù è colui che svela tutto il mistero d'amore di Dio; lo ha fatto con la sua Parola, ma anche con le sue opere.
Il momento più grande ed importante è per Gesù tutto il Mistero Pasquale di Passione, Morte e Risurrezione in cui il "Figlio dell'uomo" offre la sua vita e poi la riprende per la salvezza di tutti noi.
Signore, grazie per il meraviglioso dono di te stesso, che ci porta misericordia , salvezza e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: “Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Continua il colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo.
Il Maestro divino offre un pensiero chiaro, ma alto, che richiede un atteggiamento di fede.
Gesù è colui che svela tutto il mistero d'amore di Dio; lo ha fatto con la sua Parola, ma anche con le sue opere.
Il momento più grande ed importante è per Gesù tutto il Mistero Pasquale di Passione, Morte e Risurrezione in cui il "Figlio dell'uomo" offre la sua vita e poi la riprende per la salvezza di tutti noi.
Signore, grazie per il meraviglioso dono di te stesso, che ci porta misericordia , salvezza e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,16-21 In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non
vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi
crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è
venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla
luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Una
meravigliosa pagina del vangelo anche dal punto di vista letterario! La luce è venuta nel mondo per accompagnare tutti coloro che nella verità vogliono compiere il
bene. La luce è Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre, il quale lo ha mandato perché "ha tanto amato il mondo" così da sacrificare il suo Figlio per
salvare gli uomini. Che magnifica speranza ci offre il Signore! Egli è venuto non per condannarci, ma per darci la vita. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo,
illuminaci con la tua grazia, affinché sfuggendo alle tenebre del male e del peccato possiamo operare nella tua luce, ogni giorno, il bene per la tua gloria e per la
nostra salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,16-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Una meravigliosa pagina del vangelo anche dal punto di vista letterario!
La luce è venuta nel mondo per accompagnare tutti coloro che nella verità vogliono compiere il bene.
La luce è Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre, il quale lo ha mandato perché "ha tanto amato il mondo" così da sacrificare il suo Figlio per salvare gli uomini.
Che magnifica speranza ci offre il Signore! Egli è venuto non per condannarci, ma per darci la vita.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, illuminaci con la tua grazia, affinché sfuggendo alle tenebre del male e del peccato possiamo operare nella tua luce, ogni giorno, il bene per la tua gloria e per la nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Una meravigliosa pagina del vangelo anche dal punto di vista letterario!
La luce è venuta nel mondo per accompagnare tutti coloro che nella verità vogliono compiere il bene.
La luce è Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre, il quale lo ha mandato perché "ha tanto amato il mondo" così da sacrificare il suo Figlio per salvare gli uomini.
Che magnifica speranza ci offre il Signore! Egli è venuto non per condannarci, ma per darci la vita.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, illuminaci con la tua grazia, affinché sfuggendo alle tenebre del male e del peccato possiamo operare nella tua luce, ogni giorno, il bene per la tua gloria e per la nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,31-36 Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal
cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è
veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede
nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. Gesù è il Figlio di Dio che si è fatto uomo e ci offre la
sua meravigliosa testimonianza di quello che è il Padre. Avendo ricevuto nelle sue mani ogni cosa, il Figlio offre a chi crede lo Spirito Santo e lo offre largamente,
senza misura. Inoltre, concede la vita eterna a chi lo segue. E ci offre anche i suoi preziosi doni pasquali: dono di vita e di conoscenza, di pace e di giustizia, di
fortezza e di amore. Signore, grazie per averci svelato il mistero grande dell'amore , con la forza del tuo Spirito, fa che viviamo di ogni parola che esce dalla
tua bocca. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,31-36
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Gesù è il Figlio di Dio che si è fatto uomo e ci offre la sua meravigliosa testimonianza di quello che è il Padre.
Avendo ricevuto nelle sue mani ogni cosa, il Figlio offre a chi crede lo Spirito Santo e lo offre largamente, senza misura.
Inoltre, concede la vita eterna a chi lo segue. E ci offre anche i suoi preziosi doni pasquali: dono di vita e di conoscenza, di pace e di giustizia, di fortezza e di amore.
Signore, grazie per averci svelato il mistero grande dell'amore , con la forza del tuo Spirito, fa che viviamo di ogni parola che esce dalla tua bocca.
Buona giornata, don Pasqualino.
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Gesù è il Figlio di Dio che si è fatto uomo e ci offre la sua meravigliosa testimonianza di quello che è il Padre.
Avendo ricevuto nelle sue mani ogni cosa, il Figlio offre a chi crede lo Spirito Santo e lo offre largamente, senza misura.
Inoltre, concede la vita eterna a chi lo segue. E ci offre anche i suoi preziosi doni pasquali: dono di vita e di conoscenza, di pace e di giustizia, di fortezza e di amore.
Signore, grazie per averci svelato il mistero grande dell'amore , con la forza del tuo Spirito, fa che viviamo di ogni parola che esce dalla tua bocca.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-15 In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i
segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli
occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla
prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un
pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per
tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e,
dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli:
«Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano
mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a
prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Una gran folla segue Gesù incurante di provvedersi anche nel mangiare, Gesù se ne accorge; Egli
guarda oltre, perché Dio si interessa di tutto noi stessi e di tutta la nostra vita. Cinque pani d'orzo e due pesci: nelle mani di Gesù bastano ed avanzano. La
moltiplicazione miracolosa ci offre oltre che di poter elevare un inno di lode a Dio provvidente, anche un riferimento al pane eucaristico che lo stesso Signore
moltiplica e provvede per noi. Signore, dacci il nostro pane quotidiano, impastato con le nostre mani e offrici con misericordia il tuo pane d'amore spezzato per
la nostra salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Una gran folla segue Gesù incurante di provvedersi anche nel mangiare, Gesù se ne accorge; Egli guarda oltre, perché Dio si interessa di tutto noi stessi e di tutta la nostra vita.
Cinque pani d'orzo e due pesci: nelle mani di Gesù bastano ed avanzano.
La moltiplicazione miracolosa ci offre oltre che di poter elevare un inno di lode a Dio provvidente, anche un riferimento al pane eucaristico che lo stesso Signore moltiplica e provvede per noi.
Signore, dacci il nostro pane quotidiano, impastato con le nostre mani e offrici con misericordia il tuo pane d'amore spezzato per la nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Una gran folla segue Gesù incurante di provvedersi anche nel mangiare, Gesù se ne accorge; Egli guarda oltre, perché Dio si interessa di tutto noi stessi e di tutta la nostra vita.
Cinque pani d'orzo e due pesci: nelle mani di Gesù bastano ed avanzano.
La moltiplicazione miracolosa ci offre oltre che di poter elevare un inno di lode a Dio provvidente, anche un riferimento al pane eucaristico che lo stesso Signore moltiplica e provvede per noi.
Signore, dacci il nostro pane quotidiano, impastato con le nostre mani e offrici con misericordia il tuo pane d'amore spezzato per la nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,16-21 Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di
Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia,
videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca,
e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Significativa questa pagina del Vangelo per il nostro vivere quotidiano! Quante volte, come i discepoli, ci
troviamo su acque agitate e facciamo fatica a portare avanti la nostra "barca". "Vollero prenderlo sulla barca", ecco il verbo necessario: volere!
Quando Gesù è con noi non dobbiamo aver paura di nulla; facciamolo salire a bordo della nostra "barca" perché essa possa toccare la "riva" ,
nonostante il mare e il vento agitati . Provare per credere, o meglio, credere per provare! Signore, per la tua dolce misericordia, aiutaci con la tua forte presenza ad
affrontare le tempeste della vita e conduci i tuoi figli al porto sicuro del tuo amore e della tua pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,16-21
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Significativa questa pagina del Vangelo per il nostro vivere quotidiano!
Quante volte, come i discepoli, ci troviamo su acque agitate e facciamo fatica a portare avanti la nostra "barca".
"Vollero prenderlo sulla barca", ecco il verbo necessario: volere!
Quando Gesù è con noi non dobbiamo aver paura di nulla; facciamolo salire a bordo della nostra "barca" perché essa possa toccare la "riva" , nonostante il mare e il vento agitati .
Provare per credere, o meglio, credere per provare!
Signore, per la tua dolce misericordia, aiutaci con la tua forte presenza ad affrontare le tempeste della vita e conduci i tuoi figli al porto sicuro del tuo amore e della tua pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Significativa questa pagina del Vangelo per il nostro vivere quotidiano!
Quante volte, come i discepoli, ci troviamo su acque agitate e facciamo fatica a portare avanti la nostra "barca".
"Vollero prenderlo sulla barca", ecco il verbo necessario: volere!
Quando Gesù è con noi non dobbiamo aver paura di nulla; facciamolo salire a bordo della nostra "barca" perché essa possa toccare la "riva" , nonostante il mare e il vento agitati .
Provare per credere, o meglio, credere per provare!
Signore, per la tua dolce misericordia, aiutaci con la tua forte presenza ad affrontare le tempeste della vita e conduci i tuoi figli al porto sicuro del tuo amore e della tua pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica III di Pasqua. Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48 In quel tempo, [i due discepoli che erano tornati da Emmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano
con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in
mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel
vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo,
mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una
porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si
compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta
scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando
da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di espiazione per i nostri
peccati, hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione e fa' di noi i testimoni dell'umanità nuova,
pacificata nel tuo amore."
Buona Domenica III di Pasqua.
Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48
In quel tempo, [i due discepoli che erano tornati da Emmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di espiazione per i nostri peccati, hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione e fa' di noi i testimoni dell'umanità nuova, pacificata nel tuo amore."
Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48
In quel tempo, [i due discepoli che erano tornati da Emmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nella gloriosa morte del tuo Figlio, vittima di espiazione per i nostri peccati, hai posto il fondamento della riconciliazione e della pace, apri il nostro cuore alla vera conversione e fa' di noi i testimoni dell'umanità nuova, pacificata nel tuo amore."
Ultimo aggiornamento: apr 18, 2021 6:03:12pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,22-29 Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi
discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il
Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla
ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non
perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la
vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le
opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». La ricerca di Gesù da parte della folla diviene una processione
di barche. È giusto cercare Gesù, come è giusto, possibilmente ogni giorno, portate a compimento la ricerca. "Datevi da fare...", non pensate semplicemente
alle cose della terra che passano, dice il Signore, ma a tutto ciò che porta con sé il Regno di Dio: il suo amore, la pace, la giustizia.e la vita eterna. Affidiamo
allora la nostra vita a Lui, Buon Pastore, che si è fatto uomo per la nostra salvezza e ci conduce su sentieri di libertà e felicità. Signore, abbi pietà e misericordia
per tutti noi e ponici, benigno e amorevole, al sicuro sulle tue spalle divine. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
La ricerca di Gesù da parte della folla diviene una processione di barche.
È giusto cercare Gesù, come è giusto, possibilmente ogni giorno, portate a compimento la ricerca.
"Datevi da fare...", non pensate semplicemente alle cose della terra che passano, dice il Signore, ma a tutto ciò che porta con sé il Regno di Dio: il suo amore, la pace, la giustizia.e la vita eterna.
Affidiamo allora la nostra vita a Lui, Buon Pastore, che si è fatto uomo per la nostra salvezza e ci conduce su sentieri di libertà e felicità.
Signore, abbi pietà e misericordia per tutti noi e ponici, benigno e amorevole, al sicuro sulle tue spalle divine.
Buona giornata, don Pasqualino.
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
La ricerca di Gesù da parte della folla diviene una processione di barche.
È giusto cercare Gesù, come è giusto, possibilmente ogni giorno, portate a compimento la ricerca.
"Datevi da fare...", non pensate semplicemente alle cose della terra che passano, dice il Signore, ma a tutto ciò che porta con sé il Regno di Dio: il suo amore, la pace, la giustizia.e la vita eterna.
Affidiamo allora la nostra vita a Lui, Buon Pastore, che si è fatto uomo per la nostra salvezza e ci conduce su sentieri di libertà e felicità.
Signore, abbi pietà e misericordia per tutti noi e ponici, benigno e amorevole, al sicuro sulle tue spalle divine.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,30-35 In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno
mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha
dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora
gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Gesù dice: "io sono il pane della vita", infatti è disceso dal Cielo per questo, dare la sua vita per noi e darla a noi. Egli continua ad offrirsi come pane
di vita, e "beati gli invitati alla cena dell'Agnello", perché chi vi partecipa non avrà più fame e non avrà più sete. Nell'Eucaristia, infatti,
troviamo questo cibo che ci sazia, che riempie la nostra vita della presenza e della Vita di Dio e ti offre gioia e pace. È significativo quel "mai" finale,
quasi a rafforzare l'affermazione, a confermarla decisamente. È così! Amen. Signore, grazie per questo tuo immenso dono di misericordia, non farci mai mancare
questo pane e colmaci di vita che dura per l'eternità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,30-35
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Gesù dice: "io sono il pane della vita", infatti è disceso dal Cielo per questo, dare la sua vita per noi e darla a noi.
Egli continua ad offrirsi come pane di vita, e "beati gli invitati alla cena dell'Agnello", perché chi vi partecipa non avrà più fame e non avrà più sete.
Nell'Eucaristia, infatti, troviamo questo cibo che ci sazia, che riempie la nostra vita della presenza e della Vita di Dio e ti offre gioia e pace.
È significativo quel "mai" finale, quasi a rafforzare l'affermazione, a confermarla decisamente.
È così! Amen.
Signore, grazie per questo tuo immenso dono di misericordia, non farci mai mancare questo pane e colmaci di vita che dura per l'eternità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Gesù dice: "io sono il pane della vita", infatti è disceso dal Cielo per questo, dare la sua vita per noi e darla a noi.
Egli continua ad offrirsi come pane di vita, e "beati gli invitati alla cena dell'Agnello", perché chi vi partecipa non avrà più fame e non avrà più sete.
Nell'Eucaristia, infatti, troviamo questo cibo che ci sazia, che riempie la nostra vita della presenza e della Vita di Dio e ti offre gioia e pace.
È significativo quel "mai" finale, quasi a rafforzare l'affermazione, a confermarla decisamente.
È così! Amen.
Signore, grazie per questo tuo immenso dono di misericordia, non farci mai mancare questo pane e colmaci di vita che dura per l'eternità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,35-40 In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete,
mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono
disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di
quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita
eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Noi siamo dono del Padre fatto a Gesù ; apparteniamo a Lui per essere salvati dal suo sangue prezioso. E ci rincuora
molto questa parola di Gesù: "Colui che viene a me, io non lo caccero' fuori". Infatti Egli è venuto per salvarci e quindi ad offrirci perdono e
misericordia senza riserve, ricollocandoci attraverso la sua Risurrezione nuovamente tra le braccia del Padre. Crediamo dunque nel suo amore, mangiando il suo Pane, per
avere la vita eterna. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci affidiamo sempre a Te Santissima Trinità, donaci una fede autentica e uno spirito d'amore per
essere in grado di compiere con gioia la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,35-40
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Noi siamo dono del Padre fatto a Gesù ; apparteniamo a Lui per essere salvati dal suo sangue prezioso.
E ci rincuora molto questa parola di Gesù: "Colui che viene a me, io non lo caccero' fuori".
Infatti Egli è venuto per salvarci e quindi ad offrirci perdono e misericordia senza riserve, ricollocandoci attraverso la sua Risurrezione nuovamente tra le braccia del Padre.
Crediamo dunque nel suo amore, mangiando il suo Pane, per avere la vita eterna.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci affidiamo sempre a Te Santissima Trinità, donaci una fede autentica e uno spirito d'amore per essere in grado di compiere con gioia la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Noi siamo dono del Padre fatto a Gesù ; apparteniamo a Lui per essere salvati dal suo sangue prezioso.
E ci rincuora molto questa parola di Gesù: "Colui che viene a me, io non lo caccero' fuori".
Infatti Egli è venuto per salvarci e quindi ad offrirci perdono e misericordia senza riserve, ricollocandoci attraverso la sua Risurrezione nuovamente tra le braccia del Padre.
Crediamo dunque nel suo amore, mangiando il suo Pane, per avere la vita eterna.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci affidiamo sempre a Te Santissima Trinità, donaci una fede autentica e uno spirito d'amore per essere in grado di compiere con gioia la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,44-51 In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno
abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri
padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal
cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Che bello poter andare alla "scuola" di Dio,
essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita! È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo. Gesù è donato
come vero pane di vita dal Padre e Lui stesso ci rivela nella sua pienezza il Padre che è amore, misericordia e datore di ogni dono. Gesù desidera che accogliamo sempre
questo dono prezioso ed essenziale. Siano rese grazie a Dio Padre, fonte della vita a Dio Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, unico Salvatore e a Dio Spirito Santo,
il Paraclito, che ci sostiene e ci guida nel cammino. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita!
È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo.
Gesù è donato come vero pane di vita dal Padre e Lui stesso ci rivela nella sua pienezza il Padre che è amore, misericordia e datore di ogni dono.
Gesù desidera che accogliamo sempre questo dono prezioso ed essenziale.
Siano rese grazie a Dio Padre, fonte della vita a Dio Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, unico Salvatore e a Dio Spirito Santo, il Paraclito, che ci sostiene e ci guida nel cammino.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita!
È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo.
Gesù è donato come vero pane di vita dal Padre e Lui stesso ci rivela nella sua pienezza il Padre che è amore, misericordia e datore di ogni dono.
Gesù desidera che accogliamo sempre questo dono prezioso ed essenziale.
Siano rese grazie a Dio Padre, fonte della vita a Dio Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, unico Salvatore e a Dio Spirito Santo, il Paraclito, che ci sostiene e ci guida nel cammino.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,52-59 In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse
loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è
il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella
sinagoga a Cafàrnao. Questa pagina del Vangelo è particolarmente risolutiva, perché Gesù ci invita con tutta la forza del suo amore a "mangiare la sua carne e a
bere il suo sangue". E ancora: "Colui che mangia me vivrà per me". È una chiamata all'intimita', ad una condivisione piena della vita sino
all'eternità. È, infine, in Cristo, un abbraccio meraviglioso con tutte e tre le Persone divine. Signore fa che mangiamo sempre il Pane di vita che tu con grande
benevolenza ci offri e sentire in noi la forza gioiosa e pacifica del tuo Santo Spirito che ci sostiene in questo pellegrinaggio terreno verso la casa del Padre. Buona
giornata con S. Giorgio, nostro patrono, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,52-59
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Questa pagina del Vangelo è particolarmente risolutiva, perché Gesù ci invita con tutta la forza del suo amore a "mangiare la sua carne e a bere il suo sangue". E ancora: "Colui che mangia me vivrà per me".
È una chiamata all'intimita', ad una condivisione piena della vita sino all'eternità.
È, infine, in Cristo, un abbraccio meraviglioso con tutte e tre le Persone divine.
Signore fa che mangiamo sempre il Pane di vita che tu con grande benevolenza ci offri e sentire in noi la forza gioiosa e pacifica del tuo Santo Spirito che ci sostiene in questo pellegrinaggio terreno verso la casa del Padre.
Buona giornata con S. Giorgio, nostro patrono, don Pasqualino.
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Questa pagina del Vangelo è particolarmente risolutiva, perché Gesù ci invita con tutta la forza del suo amore a "mangiare la sua carne e a bere il suo sangue". E ancora: "Colui che mangia me vivrà per me".
È una chiamata all'intimita', ad una condivisione piena della vita sino all'eternità.
È, infine, in Cristo, un abbraccio meraviglioso con tutte e tre le Persone divine.
Signore fa che mangiamo sempre il Pane di vita che tu con grande benevolenza ci offri e sentire in noi la forza gioiosa e pacifica del tuo Santo Spirito che ci sostiene in questo pellegrinaggio terreno verso la casa del Padre.
Buona giornata con S. Giorgio, nostro patrono, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69 In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù,
sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È
lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti
sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non
gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche
voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Per andar dietro
a Gesù c'è bisogno di saper rinunziare a sé stessi, alle proposte appetibili e facilmente raggiungibili del mondo e talvolta anche ai propri progetti. E ancor
prima, solo chi è "chiamato" può capire la parola di Gesù e seguirla. Vogliamo, allora, insieme a Pietro , rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede:
" Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Scegliamo, quindi, ancora una volta,
di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare. Signore, sostienici con la tua grazia e rendici
perseveranti nella tua sequela. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69
In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Per andar dietro a Gesù c'è bisogno di saper rinunziare a sé stessi, alle proposte appetibili e facilmente raggiungibili del mondo e talvolta anche ai propri progetti.
E ancor prima, solo chi è "chiamato" può capire la parola di Gesù e seguirla.
Vogliamo, allora, insieme a Pietro , rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".
Scegliamo, quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare.
Signore, sostienici con la tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Per andar dietro a Gesù c'è bisogno di saper rinunziare a sé stessi, alle proposte appetibili e facilmente raggiungibili del mondo e talvolta anche ai propri progetti.
E ancor prima, solo chi è "chiamato" può capire la parola di Gesù e seguirla.
Vogliamo, allora, insieme a Pietro , rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".
Scegliamo, quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare.
Signore, sostienici con la tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica IV di Pasqua. Dal Vangelo secondo Giovanni 10,11-18 In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le
pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde;
perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io
conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e
diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me
stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che fai
risplendere la gloria del Signore risorto quando nel suo nome è risanata l'infermità della condizione umana, raduna gli uomini dispersi nell'unità di una sola
famiglia, perché aderendo a Cristo buon pastore, gustino la gioia di essere tuoi figli."
Buona Domenica IV di Pasqua.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,11-18
In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che fai risplendere la gloria del Signore risorto quando nel suo nome è risanata l'infermità della condizione umana, raduna gli uomini dispersi nell'unità di una sola famiglia, perché aderendo a Cristo buon pastore, gustino la gioia di essere tuoi figli."
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,11-18
In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che fai risplendere la gloria del Signore risorto quando nel suo nome è risanata l'infermità della condizione umana, raduna gli uomini dispersi nell'unità di una sola famiglia, perché aderendo a Cristo buon pastore, gustino la gioia di essere tuoi figli."
Ultimo aggiornamento: apr 25, 2021 6:18:17pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10 In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da
un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le
sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua
voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non
capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima
di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il
ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Gesù usa in questa pagina del Vangelo una
doppia similitudine: egli è pastore, ma anche la porta del gregge. Ci rassicura due volte; ci dice con forza che ci custodisce con amore e con perizia, offrendoci una
via sicura di salvezza. Gesù è il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore , e che conosce una ad una per nome. Affidiamoci , dunque, con fiducia e amore a Lui ,
che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato. Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici
e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Gesù usa in questa pagina del Vangelo una doppia similitudine: egli è pastore, ma anche la porta del gregge.
Ci rassicura due volte; ci dice con forza che ci custodisce con amore e con perizia, offrendoci una via sicura di salvezza.
Gesù è il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore , e che conosce una ad una per nome.
Affidiamoci , dunque, con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato.
Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Gesù usa in questa pagina del Vangelo una doppia similitudine: egli è pastore, ma anche la porta del gregge.
Ci rassicura due volte; ci dice con forza che ci custodisce con amore e con perizia, offrendoci una via sicura di salvezza.
Gesù è il Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecore , e che conosce una ad una per nome.
Affidiamoci , dunque, con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato.
Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 10,22-30 Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di
Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose
loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie
pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla
mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Il rapporto che
c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile. Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata e la
consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre. Il Padre di Gesù poi è il Padre amorevole e misericordioso
verso tutti e a Lui si ricorre per ricomporre l'unità e la forza dell'amore fraterno. Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la
forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il rapporto che c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile.
Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata e la consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre.
Il Padre di Gesù poi è il Padre amorevole e misericordioso verso tutti e a Lui si ricorre per ricomporre l'unità e la forza dell'amore fraterno.
Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il rapporto che c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile.
Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata e la consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre.
Il Padre di Gesù poi è il Padre amorevole e misericordioso verso tutti e a Lui si ricorre per ricomporre l'unità e la forza dell'amore fraterno.
Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 12,44-50 In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha
mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo
condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho
detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo
dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». Gesù è luce e illumina chi lo accoglie;
la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità. Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché
possiamo avere la vita senza fine. Ascoltiamo e accogliamo tutto ciò che il Signore Gesù vorrà rivelarci, perché da questo dipende il nostro presente e il nostro
futuro. Signore Dio, Padre della vita, noi crediamo in te ; Figlio Unigenito, noi speriamo in te; Spirito Santo Paraclito, noi confidiamo in te. Siano i nostri passi al
sicuro alla luce del tuo volto. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,44-50
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Gesù è luce e illumina chi lo accoglie; la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità.
Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché possiamo avere la vita senza fine.
Ascoltiamo e accogliamo tutto ciò che il Signore Gesù vorrà rivelarci, perché da questo dipende il nostro presente e il nostro futuro.
Signore Dio, Padre della vita, noi crediamo in te ; Figlio Unigenito, noi speriamo in te; Spirito Santo Paraclito, noi confidiamo in te. Siano i nostri passi al sicuro alla luce del tuo volto.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Gesù è luce e illumina chi lo accoglie; la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità.
Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché possiamo avere la vita senza fine.
Ascoltiamo e accogliamo tutto ciò che il Signore Gesù vorrà rivelarci, perché da questo dipende il nostro presente e il nostro futuro.
Signore Dio, Padre della vita, noi crediamo in te ; Figlio Unigenito, noi speriamo in te; Spirito Santo Paraclito, noi confidiamo in te. Siano i nostri passi al sicuro alla luce del tuo volto.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Festa di Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia e d'Europa. Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore
del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». La pagina del vangelo, in questa festa di S. Caterina, ci insegna
che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio. Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il
"giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo. Caterina, si è donata totalmente a Dio, è stata una mistica, ma nello stesso tempo si è dedicata alle
vicende socio-religiose del suo tempo. Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli. Buona giornata, don
Pasqualino.
Festa di Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia e d'Europa.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
La pagina del vangelo, in questa festa di S. Caterina, ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio.
Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo.
Caterina, si è donata totalmente a Dio, è stata una mistica, ma nello stesso tempo si è dedicata alle vicende socio-religiose del suo tempo.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
La pagina del vangelo, in questa festa di S. Caterina, ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio.
Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo.
Caterina, si è donata totalmente a Dio, è stata una mistica, ma nello stesso tempo si è dedicata alle vicende socio-religiose del suo tempo.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 14,1-6 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella
casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi
prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo
conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Che promessa meravigliosa ci fa Gesù!
Prepararci un posto accanto a lui, là nella sua casa, perché ci vuole tutti con sé. È la regola dell'amore non volersi separare mai. È l'invito ad avere una
fede senza condizioni, a volersi mettere in gioco nelle scelte fondamentali, a prendere sempre più consapevolezza del mistero di salvezza da lui operato. Gesù ci ama di
un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile. Sono in ballo non solo tutte le realtà terrene, ma soprattutto
quelle celesti. Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della tua gloria. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,1-6
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Che promessa meravigliosa ci fa Gesù!
Prepararci un posto accanto a lui, là nella sua casa, perché ci vuole tutti con sé. È la regola dell'amore non volersi separare mai.
È l'invito ad avere una fede senza condizioni, a volersi mettere in gioco nelle scelte fondamentali, a prendere sempre più consapevolezza del mistero di salvezza da lui operato.
Gesù ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile.
Sono in ballo non solo tutte le realtà terrene, ma soprattutto quelle celesti.
Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della tua gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Che promessa meravigliosa ci fa Gesù!
Prepararci un posto accanto a lui, là nella sua casa, perché ci vuole tutti con sé. È la regola dell'amore non volersi separare mai.
È l'invito ad avere una fede senza condizioni, a volersi mettere in gioco nelle scelte fondamentali, a prendere sempre più consapevolezza del mistero di salvezza da lui operato.
Gesù ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile.
Sono in ballo non solo tutte le realtà terrene, ma soprattutto quelle celesti.
Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della tua gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58 In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli
vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le
sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è
disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Nella memoria di S. Giuseppe lavoratore, la liturgia
ci offre questa pagina del vangelo di Matteo, dove Gesù è detto il figlio del falegname. Gesù ha seguito obbediente e docile il suo padre putativo anche nel lavoro di
artigiano nella bottega di Nazareth, qui è cresciuto come uomo, ha amato sottoporsi a questa disciplina e ci ha insegnato cos'è l'umiltà e l'impegno del
lavoro quotidiano, e San Giuseppe ha insegnato certamente a Gesù le virtù della perseveranza e dell'onestà. Signore, per intercessione di S. Giuseppe, fa che
attraverso il nostro lavoro, possiamo crescere nella tua grazia e compiere sempre la tua volontà. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra,
prega per noi.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58
In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Nella memoria di S. Giuseppe lavoratore, la liturgia ci offre questa pagina del vangelo di Matteo, dove Gesù è detto il figlio del falegname.
Gesù ha seguito obbediente e docile il suo padre putativo anche nel lavoro di artigiano nella bottega di Nazareth, qui è cresciuto come uomo, ha amato sottoporsi a questa disciplina e ci ha insegnato cos'è l'umiltà e l'impegno del lavoro quotidiano, e San Giuseppe ha insegnato certamente a Gesù le virtù della perseveranza e dell'onestà.
Signore, per intercessione di S. Giuseppe, fa che attraverso il nostro lavoro, possiamo crescere nella tua grazia e compiere sempre la tua volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Nella memoria di S. Giuseppe lavoratore, la liturgia ci offre questa pagina del vangelo di Matteo, dove Gesù è detto il figlio del falegname.
Gesù ha seguito obbediente e docile il suo padre putativo anche nel lavoro di artigiano nella bottega di Nazareth, qui è cresciuto come uomo, ha amato sottoporsi a questa disciplina e ci ha insegnato cos'è l'umiltà e l'impegno del lavoro quotidiano, e San Giuseppe ha insegnato certamente a Gesù le virtù della perseveranza e dell'onestà.
Signore, per intercessione di S. Giuseppe, fa che attraverso il nostro lavoro, possiamo crescere nella tua grazia e compiere sempre la tua volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Buona Domenica V di Pasqua. Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni
tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho
annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la
vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e
secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo
è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che ci hai inseriti in Cristo come tralci nella
vera vite, donaci il tuo Spirito, perché, amandoci gli uni gli altri di sincero amore, diventiamo primizie di un'umanità nuova e portiamo frutti di santità e di
pace." Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Buona Domenica V di Pasqua.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ci hai inseriti in Cristo come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito, perché, amandoci gli uni gli altri di sincero amore, diventiamo primizie di un'umanità nuova e portiamo frutti di santità e di pace."
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ci hai inseriti in Cristo come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito, perché, amandoci gli uni gli altri di sincero amore, diventiamo primizie di un'umanità nuova e portiamo frutti di santità e di pace."
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Ultimo aggiornamento: mag 02, 2021 6:46:24pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 14,6-14 In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete
conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù:
“Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel
Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il
Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di
più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche
cosa nel mio nome, io la farò”. Celebriamo oggi la festa dei ss. Apostoli Filippo e Giacomo e il vangelo proprio ci riporta la bella risposta di Gesù alla domanda dello
stesso Filippo. Gesù compie le opere del Padre e si ritrova totalmente in Lui. E così chi si ritroverà in Gesù potrà compiere addirittura opere ancora più grandi. La
fede ci apre vie del tutto inattese, ma intensamente luminose. Signore, grazie perché ci hai fatto conoscete il Padre e la sua immensa misericordia, fa che manifestiamo
nella vita tutto ciò che la tua Parola ci rivela. Buona giornata, don Pasqualino. Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,6-14
In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.
Celebriamo oggi la festa dei ss. Apostoli Filippo e Giacomo e il vangelo proprio ci riporta la bella risposta di Gesù alla domanda dello stesso Filippo.
Gesù compie le opere del Padre e si ritrova totalmente in Lui.
E così chi si ritroverà in Gesù potrà compiere addirittura opere ancora più grandi.
La fede ci apre vie del tutto inattese, ma intensamente luminose.
Signore, grazie perché ci hai fatto conoscete il Padre e la sua immensa misericordia, fa che manifestiamo nella vita tutto ciò che la tua Parola ci rivela.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.
Celebriamo oggi la festa dei ss. Apostoli Filippo e Giacomo e il vangelo proprio ci riporta la bella risposta di Gesù alla domanda dello stesso Filippo.
Gesù compie le opere del Padre e si ritrova totalmente in Lui.
E così chi si ritroverà in Gesù potrà compiere addirittura opere ancora più grandi.
La fede ci apre vie del tutto inattese, ma intensamente luminose.
Signore, grazie perché ci hai fatto conoscete il Padre e la sua immensa misericordia, fa che manifestiamo nella vita tutto ciò che la tua Parola ci rivela.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria , Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 14,27-31a In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non
sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il
Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del
mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». "Non sia turbato il vostro
cuore": Gesù non ci lascia mai soli o in balia del nemico, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore. Egli ci offre
la sua pace, pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di
gloria. La Chiesa ce lo augura ogni giorno nel suo saluto liturgico: la pace del Signore sia con tutti voi! Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace,
rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,27-31a
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
"Non sia turbato il vostro cuore": Gesù
non ci lascia mai soli o in balia del nemico, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore.
Egli ci offre la sua pace, pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di gloria.
La Chiesa ce lo augura ogni giorno nel suo saluto liturgico: la pace del Signore sia con tutti voi!
Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace, rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
"Non sia turbato il vostro cuore": Gesù
non ci lascia mai soli o in balia del nemico, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore.
Egli ci offre la sua pace, pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di gloria.
La Chiesa ce lo augura ogni giorno nel suo saluto liturgico: la pace del Signore sia con tutti voi!
Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace, rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta
frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io
in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane
in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo
gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio:
che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Il frutto dell' intima unione di Gesù col Padre è quello di ottenere continuamente , per la sua gloria,
quei doni abbondanti che nutrono di vita eterna. Ecco allora che l'esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere
uniti a Dio. È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere. Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo
mai essere portatori di frutti abbondanti di pace e di amore! Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come
pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega
per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Il frutto dell' intima unione di Gesù col Padre è quello di ottenere continuamente , per la sua gloria, quei doni abbondanti che nutrono di vita eterna.
Ecco allora che l'esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti a Dio.
È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere.
Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai essere portatori di frutti
abbondanti di pace e di amore!
Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Il frutto dell' intima unione di Gesù col Padre è quello di ottenere continuamente , per la sua gloria, quei doni abbondanti che nutrono di vita eterna.
Ecco allora che l'esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti a Dio.
È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere.
Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai essere portatori di frutti
abbondanti di pace e di amore!
Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-11 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la
mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Che bello quanto ci dice Gesù: "Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena". Quindi vivere
del suo amore, per avere gioia, ma gioia piena, ovvero profonda e duratura. Ecco il frutto di chi ama davvero. E non c'è altra strada per essere felici ! Investiti
dall'amore trinitario siamo destinati a rimanerci dentro per sempre: il nostro futuro è la gloria. Signore, grazie per il tuo immenso amore, la tua misericordia ci
sostenga perché la tua gioia si diffonda in tutti coloro che incontreremo sul nostro cammino. Buona giornata, don Pasqualino Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega
per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Che bello quanto ci dice Gesù: "Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena".
Quindi vivere del suo amore, per avere gioia, ma gioia piena, ovvero profonda e duratura.
Ecco il frutto di chi ama davvero. E non c'è altra strada per essere felici !
Investiti dall'amore trinitario siamo destinati a rimanerci dentro per sempre: il nostro futuro è la gloria.
Signore, grazie per il tuo immenso amore, la tua misericordia ci sostenga perché la tua gioia si diffonda in tutti coloro che incontreremo sul nostro cammino.
Buona giornata, don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Che bello quanto ci dice Gesù: "Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena".
Quindi vivere del suo amore, per avere gioia, ma gioia piena, ovvero profonda e duratura.
Ecco il frutto di chi ama davvero. E non c'è altra strada per essere felici !
Investiti dall'amore trinitario siamo destinati a rimanerci dentro per sempre: il nostro futuro è la gloria.
Signore, grazie per il tuo immenso amore, la tua misericordia ci sostenga perché la tua gioia si diffonda in tutti coloro che incontreremo sul nostro cammino.
Buona giornata, don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,12-17 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il
servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma
io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo
conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Scelti da Gesù ad essere suoi amici! Che dono meraviglioso ci è offerto! Egli per primo ci ha amato e ci
ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio. "Non c'è un amore più grande di questo"! Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per
essere frutto prezioso di salvezza. Sì, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito. Questo amore dovrà essere la modalità di vita che ci lega
ai fratelli, esso è l'unico comandamento che Gesù ci ha imposto, unica condizione per essere suoi. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci tu ad amarti e
ad amare tutti i nostri fratelli. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Scelti da Gesù ad essere suoi amici!
Che dono meraviglioso ci è offerto!
Egli per primo ci ha amato e ci ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio.
"Non c'è un amore più grande di questo"!
Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per essere frutto prezioso di salvezza.
Sì, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito.
Questo amore dovrà essere la modalità di vita che ci lega ai fratelli, esso è l'unico comandamento che Gesù ci ha imposto, unica condizione per essere suoi.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci tu ad amarti e ad amare tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Scelti da Gesù ad essere suoi amici!
Che dono meraviglioso ci è offerto!
Egli per primo ci ha amato e ci ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio.
"Non c'è un amore più grande di questo"!
Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per essere frutto prezioso di salvezza.
Sì, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito.
Questo amore dovrà essere la modalità di vita che ci lega ai fratelli, esso è l'unico comandamento che Gesù ci ha imposto, unica condizione per essere suoi.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci tu ad amarti e ad amare tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,18-21 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il
mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto:
“Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma
faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Noi apparteniamo a Gesù, che non è del mondo, cioè non opera secondo la
logica egoistica del mondo, ovvero del male che si scontra ineluttabilmente con il bene. È successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci. Non abbattiamoci, quindi, e
nè scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del prossimo. La compagnia
del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre. Condividere con Dio è il fondamento della gioia! Signore, donaci il coraggio di
accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,18-21
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Noi apparteniamo a Gesù, che non è del mondo, cioè non opera secondo la logica egoistica del mondo, ovvero del male che
si scontra ineluttabilmente con il bene. È successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci.
Non abbattiamoci, quindi, e nè scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del prossimo. La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre.
Condividere con Dio è il fondamento della gioia!
Signore, donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Noi apparteniamo a Gesù, che non è del mondo, cioè non opera secondo la logica egoistica del mondo, ovvero del male che
si scontra ineluttabilmente con il bene. È successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci.
Non abbattiamoci, quindi, e nè scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del prossimo. La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre.
Condividere con Dio è il fondamento della gioia!
Signore, donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Buona Domenica VI di Pasqua. Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi.
Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho
detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il
servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma
io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo
conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che ci hai amati per primo e ci hai donato il tuo Figlio, perché
riceviamo la vita per mezzo di lui, fa' che nel tuo Spirito impariamo ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati, fino a dare la vita per i fratelli."
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Buona Domenica VI di Pasqua.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ci hai amati per primo e ci hai donato il tuo Figlio, perché riceviamo la vita per mezzo di lui, fa' che nel tuo Spirito impariamo ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati, fino a dare la vita per i fratelli."
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che ci hai amati per primo e ci hai donato il tuo Figlio, perché riceviamo la vita per mezzo di lui, fa' che nel tuo Spirito impariamo ad amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati, fino a dare la vita per i fratelli."
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Ultimo aggiornamento: mag 09, 2021 6:39:32pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26- 16,4a In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità
che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate
a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno
conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». Gesù non lascia mai soli i suoi
discepoli, ma li accompagna con l'azione dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle
"ore" più difficili e contrastate. Dio provvede anche alla nostra difesa! Infatti nulla potrà mai separarci dall'amore misericordioso di Colui che è
morto per noi. La prova più alta, il martirio, certo non è e non sarà una richiesta ordinaria, ma deve essere tenuto in conto come possibile ultimo gesto d'amore.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù
e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26- 16,4a
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Gesù non lascia mai soli i suoi discepoli, ma li accompagna con l'azione dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle "ore" più difficili e contrastate.
Dio provvede anche alla nostra difesa!
Infatti nulla potrà mai separarci dall'amore misericordioso di Colui che è morto per noi.
La prova più alta, il martirio, certo non è e non sarà una richiesta ordinaria, ma deve essere tenuto in conto come possibile ultimo gesto d'amore.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Gesù non lascia mai soli i suoi discepoli, ma li accompagna con l'azione dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle "ore" più difficili e contrastate.
Dio provvede anche alla nostra difesa!
Infatti nulla potrà mai separarci dall'amore misericordioso di Colui che è morto per noi.
La prova più alta, il martirio, certo non è e non sarà una richiesta ordinaria, ma deve essere tenuto in conto come possibile ultimo gesto d'amore.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,5-11 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi,
perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a
voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio.
Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo
mondo è già condannato”. Gesù, in questo discorso di addio, vuole consolare i discepoli e lo fa rivelando il mistero dello Spirito Santo. È necessario che Egli vada al
Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo. Gesù così è sempre con noi attraverso il Paraclito, cioè, il difensore, il consolatore. Lo Spirito
è il Maestro di verità che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno e nello stesso tempo ci aiuta a vincere le
seduzioni del mondo. Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della
prova. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,5-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato”.
Gesù, in questo discorso di addio, vuole consolare i discepoli e lo fa rivelando il mistero dello Spirito Santo.
È necessario che Egli vada al Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo.
Gesù così è sempre con noi attraverso
il Paraclito, cioè, il difensore, il consolatore.
Lo Spirito è il Maestro di verità che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno e nello stesso tempo ci aiuta a vincere le seduzioni del mondo.
Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato”.
Gesù, in questo discorso di addio, vuole consolare i discepoli e lo fa rivelando il mistero dello Spirito Santo.
È necessario che Egli vada al Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo.
Gesù così è sempre con noi attraverso
il Paraclito, cioè, il difensore, il consolatore.
Lo Spirito è il Maestro di verità che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno e nello stesso tempo ci aiuta a vincere le seduzioni del mondo.
Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il
peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose
future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel
che è mio e ve lo annuncerà». È lo Spirito Santo il grande dono che Gesù Risorto fa' a tutti gli uomini di buona volontà. Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino
nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio. Questo cammino è guidato dallo Spirito Santo che ci offre a sua volta ogni dono che procede dal Padre e dal Figlio.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo Dio. Signore, grazie perché attraverso
l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza. B.giornata. don Pasqualino Maria, Madre di
Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
È lo Spirito Santo il grande dono che Gesù Risorto fa' a tutti gli uomini di buona volontà.
Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio.
Questo cammino è guidato dallo Spirito Santo che ci offre a sua volta ogni dono che procede dal Padre e dal Figlio.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo Dio.
Signore, grazie perché attraverso l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza.
B.giornata. don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
È lo Spirito Santo il grande dono che Gesù Risorto fa' a tutti gli uomini di buona volontà.
Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio.
Questo cammino è guidato dallo Spirito Santo che ci offre a sua volta ogni dono che procede dal Padre e dal Figlio.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo Dio.
Signore, grazie perché attraverso l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza.
B.giornata. don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,16-20 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi
discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che
cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho
detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella
tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Gesù, così come ha fatto con i suoi discepoli, prepara anche noi a vivere, oltre alla Morte e Risurrezione
anche gli altri due momenti del suo evento pasquale: l'Ascensione e la Pentecoste. Egli deve salire al Padre per poter inviare lo Spirito Santo. Certo il doversi
lasciare comporta tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la chiesa al Signore Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita
di tutti i discepoli di ogni tempo e di tutti i luoghi. Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di
pace, di gioia e di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,16-20
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Gesù, così come ha fatto con i suoi discepoli, prepara anche noi a vivere, oltre alla Morte e Risurrezione anche gli altri due momenti del suo evento pasquale: l'Ascensione e la Pentecoste.
Egli deve salire al Padre per poter inviare lo Spirito Santo.
Certo il doversi lasciare comporta tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la chiesa al Signore Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i discepoli di ogni tempo e di tutti i luoghi.
Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Gesù, così come ha fatto con i suoi discepoli, prepara anche noi a vivere, oltre alla Morte e Risurrezione anche gli altri due momenti del suo evento pasquale: l'Ascensione e la Pentecoste.
Egli deve salire al Padre per poter inviare lo Spirito Santo.
Certo il doversi lasciare comporta tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la chiesa al Signore Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i discepoli di ogni tempo e di tutti i luoghi.
Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la
mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo
padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che
vi amiate gli uni gli altri”. Si celebra oggi la festa dell'Apostolo Mattia, aggiunto ai dodici al posto di Giuda. È il Signore che sceglie liberamente e per amore
i suoi amici, chiedendo loro di volersi bene e di portare frutti di gioia e di pace al mondo. È, ancora, il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo nome per
ottenere tutto ciò che è necessario per la nostra vita. Signore, Padre , Figlio e Spirito Santo, ti ringraziamo e ti lodiamo perché ci hai chiamati alla vita e alla
salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore. Buona giornata, don
Pasqualino Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.
Si celebra oggi la festa dell'Apostolo Mattia, aggiunto ai dodici al posto di Giuda.
È il Signore che sceglie liberamente e per amore i suoi amici, chiedendo loro di volersi bene e di portare frutti di gioia e di pace al mondo.
È, ancora, il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo nome per ottenere tutto ciò che è necessario per la nostra vita.
Signore, Padre , Figlio e Spirito Santo,
ti ringraziamo e ti lodiamo perché ci hai chiamati alla vita e alla salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore.
Buona giornata, don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.
Si celebra oggi la festa dell'Apostolo Mattia, aggiunto ai dodici al posto di Giuda.
È il Signore che sceglie liberamente e per amore i suoi amici, chiedendo loro di volersi bene e di portare frutti di gioia e di pace al mondo.
È, ancora, il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo nome per ottenere tutto ciò che è necessario per la nostra vita.
Signore, Padre , Figlio e Spirito Santo,
ti ringraziamo e ti lodiamo perché ci hai chiamati alla vita e alla salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore.
Buona giornata, don Pasqualino
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Questa sera ci sarà un momento di Adorazione Eucaristica animata dal gruppo Giovani di Azione Cattolica, aperto a tutta la comunità.
Vi aspettiamo 😁
Vi aspettiamo 😁
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,23b-28 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome,
egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma
viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per
voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di
nuovo il mondo e vado al Padre”. Veramente denso di contenuti questo brano del vangelo! Gesù ci rivela la modalità efficace della preghiera: invocare il Padre
attraverso il suo nome. È attraverso il Verbo di Dio che ogni cosa è stata creata ed è attraverso Gesù, il Figlio di Dio, il Verbo fatto uomo, che ogni cosa può essere
donata. Lo Spirito Santo, ispiratore e sostenitore delle nostre richieste, ci aiuti a formularle secondo i desideri divini. Signore, grazie per l'immenso amore che
ci offri, concedi ciò che è gradito al tuo cuore e saremo sempre nella pace e nella gioia. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega
per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,23b-28
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”.
Veramente denso di contenuti questo brano del vangelo!
Gesù ci rivela la modalità efficace della preghiera: invocare il Padre attraverso il suo nome.
È attraverso il Verbo di Dio che ogni cosa è stata creata ed è attraverso Gesù, il Figlio di Dio, il Verbo fatto uomo, che ogni cosa può essere donata.
Lo Spirito Santo, ispiratore e sostenitore delle nostre richieste, ci aiuti a formularle secondo i desideri divini.
Signore, grazie per l'immenso amore che ci offri, concedi ciò che è gradito al tuo cuore e saremo sempre nella pace e nella gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”.
Veramente denso di contenuti questo brano del vangelo!
Gesù ci rivela la modalità efficace della preghiera: invocare il Padre attraverso il suo nome.
È attraverso il Verbo di Dio che ogni cosa è stata creata ed è attraverso Gesù, il Figlio di Dio, il Verbo fatto uomo, che ogni cosa può essere donata.
Lo Spirito Santo, ispiratore e sostenitore delle nostre richieste, ci aiuti a formularle secondo i desideri divini.
Signore, grazie per l'immenso amore che ci offri, concedi ciò che è gradito al tuo cuore e saremo sempre nella pace e nella gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Buona Solennità dell'Ascensione del Signore. Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20 In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e
proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli
che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le
mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono
dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, noi ti ringraziamo
per il mistero del tuo Figlio Gesù, la cui lontananza dal piccolo gruppo dei discepoli rende più vicino e più intimo a tutti gli uomini. I nostri occhi non lo possono
più vedere, ma noi sappiamo che il suo ritorno è già incominciato." Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Buona Solennità dell'Ascensione del Signore.
Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, noi ti ringraziamo per il mistero del tuo Figlio Gesù, la cui lontananza dal piccolo gruppo dei discepoli rende più vicino e più intimo a tutti gli uomini. I nostri occhi non lo possono più vedere, ma noi sappiamo che il suo ritorno è già incominciato."
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, noi ti ringraziamo per il mistero del tuo Figlio Gesù, la cui lontananza dal piccolo gruppo dei discepoli rende più vicino e più intimo a tutti gli uomini. I nostri occhi non lo possono più vedere, ma noi sappiamo che il suo ritorno è già incominciato."
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Ultimo aggiornamento: mag 16, 2021 6:38:27pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,29-33 In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e
non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi
disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete
tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Non basta aver capito quello che il Maestro dice, per credere in lui, ma bisogna che il discepolo passi anche
lui dal crogiolo della prova e manifesti la sua fedeltà. L'umile sequela, che sperimenta anche la propria fragilità, affidandosi però alla forza di Dio, porta ,
tra lacrime e preghiere, a stare accanto al Maestro nella capacità anche di dare la vita per lui. Gesù è realmente con noi, è il Pastore che ci guida, il Paraclito che
ci difende, l'amico su cui poter confidare. Egli ha vinto il mondo e noi possiamo vincerlo con Lui. Signore, offrici coraggio e speranza perché non ci arrendiamo
mai di fronte al male, donaci sempre un cuore semplice ed umile , che si affidi, senza riserve, al tuo divino volere. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di
Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,29-33
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Non basta aver capito quello che il Maestro dice, per credere in lui, ma bisogna che il discepolo passi anche lui dal crogiolo della prova e manifesti la sua fedeltà.
L'umile sequela, che sperimenta anche la propria fragilità, affidandosi però alla forza di Dio, porta , tra lacrime e preghiere, a stare accanto al Maestro nella capacità anche di dare la vita per lui.
Gesù è realmente con noi, è il Pastore che ci guida, il Paraclito che ci difende, l'amico su cui poter confidare. Egli ha vinto il mondo e noi possiamo vincerlo con Lui.
Signore, offrici coraggio e speranza perché non ci arrendiamo mai di fronte al male, donaci sempre un cuore semplice ed umile , che si affidi, senza riserve, al tuo divino volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Non basta aver capito quello che il Maestro dice, per credere in lui, ma bisogna che il discepolo passi anche lui dal crogiolo della prova e manifesti la sua fedeltà.
L'umile sequela, che sperimenta anche la propria fragilità, affidandosi però alla forza di Dio, porta , tra lacrime e preghiere, a stare accanto al Maestro nella capacità anche di dare la vita per lui.
Gesù è realmente con noi, è il Pastore che ci guida, il Paraclito che ci difende, l'amico su cui poter confidare. Egli ha vinto il mondo e noi possiamo vincerlo con Lui.
Signore, offrici coraggio e speranza perché non ci arrendiamo mai di fronte al male, donaci sempre un cuore semplice ed umile , che si affidi, senza riserve, al tuo divino volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 17,1-11a In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi
te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero
Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con
quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed
essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le
hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai
dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo
a te». Questo brano è stupendo! È la meravigliosa preghiera, così detta "sacerdotale", che Gesù eleva al Padre. Cogliamo in essa, nella sua profondità, tutta
la sensibilità del suo cuore di Figlio. Prega, affinché tutti i suoi discepoli possano essere custoditi nell'amore e preservati dal male. Prega, ancora, perché si
possa realizzare il grande disegno nella storia, di un popolo, la Chiesa, che riconosca e adori il vero Dio trinitario e misericordioso. Signore, Padre , Figlio e
Spirito Santo, grazie per ogni dono che ci elargisci manifestando il tuo amore senza limiti. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega
per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,1-11a
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
Questo brano è stupendo! È la meravigliosa preghiera, così detta "sacerdotale", che Gesù eleva al Padre.
Cogliamo in essa, nella sua profondità, tutta la sensibilità del suo cuore di Figlio.
Prega, affinché tutti i suoi discepoli possano essere custoditi nell'amore e preservati dal male.
Prega, ancora, perché si possa realizzare il grande disegno nella storia, di un popolo, la Chiesa, che riconosca e adori il vero Dio trinitario e misericordioso.
Signore, Padre , Figlio e Spirito Santo, grazie per ogni dono che ci elargisci manifestando il tuo amore senza limiti.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
Questo brano è stupendo! È la meravigliosa preghiera, così detta "sacerdotale", che Gesù eleva al Padre.
Cogliamo in essa, nella sua profondità, tutta la sensibilità del suo cuore di Figlio.
Prega, affinché tutti i suoi discepoli possano essere custoditi nell'amore e preservati dal male.
Prega, ancora, perché si possa realizzare il grande disegno nella storia, di un popolo, la Chiesa, che riconosca e adori il vero Dio trinitario e misericordioso.
Signore, Padre , Figlio e Spirito Santo, grazie per ogni dono che ci elargisci manifestando il tuo amore senza limiti.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 17,11b-19 In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato,
perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto,
tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza
della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo,
ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel
mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”. Continua la preghiera
"sacerdotale" e Gesù chiede al Padre che i suoi discepoli siano una cosa sola come Loro. L'unità è un dato essenziale per la sequela di Cristo.
"Custodiscili nel tuo nome....li ho conservati" : ecco l'opera di salvezza che va salvaguardata in quanto essi sono ancora nel mondo pur non essendo del
mondo. Tutte richieste al Padre sigillate dall'offerta di sé stesso per noi. Il maligno metterà in atto ogni strategia per dissuaderli dall'unità e dal
seguire la verità. Signore, inviaci lo Spirito Santo, dono dell'unità del Padre e del Figlio, per essere custoditi e consacrati nella gioia e nella pace
dell'amore divino. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,11b-19
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.
Continua la preghiera "sacerdotale" e Gesù chiede al Padre che i suoi discepoli siano una cosa sola come Loro. L'unità è un dato essenziale per la sequela di Cristo.
"Custodiscili nel tuo nome....li ho conservati" : ecco l'opera di salvezza che va salvaguardata in quanto essi sono ancora nel mondo pur non essendo del mondo.
Tutte richieste al Padre sigillate dall'offerta di sé stesso per noi. Il maligno metterà in atto ogni strategia per dissuaderli dall'unità e dal seguire la verità.
Signore, inviaci lo Spirito Santo, dono dell'unità del Padre e del Figlio, per essere custoditi e consacrati nella gioia e nella pace dell'amore divino.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.
Continua la preghiera "sacerdotale" e Gesù chiede al Padre che i suoi discepoli siano una cosa sola come Loro. L'unità è un dato essenziale per la sequela di Cristo.
"Custodiscili nel tuo nome....li ho conservati" : ecco l'opera di salvezza che va salvaguardata in quanto essi sono ancora nel mondo pur non essendo del mondo.
Tutte richieste al Padre sigillate dall'offerta di sé stesso per noi. Il maligno metterà in atto ogni strategia per dissuaderli dall'unità e dal seguire la verità.
Signore, inviaci lo Spirito Santo, dono dell'unità del Padre e del Figlio, per essere custoditi e consacrati nella gioia e nella pace dell'amore divino.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 17,20-26 In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in
me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità
e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché
contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho
conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia
in essi e io in loro». È sempre la preghiera "sacerdotale" di Gesù, che esorta il Padre a donare sempre l'unità, sia per i primi che per tutti gli altri
discepoli che verranno man mano nel tempo. Una unità che ha come modello naturalmente la SS. Trinità e che diviene fonte di amore autentico. Ancora, Egli prega il Padre
perché tutti possano contemplare la sua gloria e quindi essere partecipi della vita eterna, che il Figlio obbediente, ha conquistato con la sua passione e morte.
Signore, noi ti preghiamo , manda il tuo Santo Spirito affinché ci raduni in unità, fa' che nell'esperienza del tuo amore misericordioso riusciamo a
raggiungere la visione beata del tuo volto. Buons giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,20-26
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
È sempre la preghiera "sacerdotale" di Gesù, che esorta il Padre a donare sempre l'unità, sia per i primi che per tutti gli altri discepoli che verranno man mano nel tempo.
Una unità che ha come modello naturalmente la SS. Trinità e che diviene fonte di amore autentico.
Ancora, Egli prega il Padre perché tutti possano contemplare la sua gloria e quindi essere partecipi della vita eterna, che il Figlio obbediente, ha conquistato con la sua passione e morte.
Signore, noi ti preghiamo , manda il tuo Santo Spirito affinché ci raduni in unità, fa' che nell'esperienza del tuo amore misericordioso riusciamo a raggiungere la visione beata del tuo volto.
Buons giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
È sempre la preghiera "sacerdotale" di Gesù, che esorta il Padre a donare sempre l'unità, sia per i primi che per tutti gli altri discepoli che verranno man mano nel tempo.
Una unità che ha come modello naturalmente la SS. Trinità e che diviene fonte di amore autentico.
Ancora, Egli prega il Padre perché tutti possano contemplare la sua gloria e quindi essere partecipi della vita eterna, che il Figlio obbediente, ha conquistato con la sua passione e morte.
Signore, noi ti preghiamo , manda il tuo Santo Spirito affinché ci raduni in unità, fa' che nell'esperienza del tuo amore misericordioso riusciamo a raggiungere la visione beata del tuo volto.
Buons giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-19) In quel tempo, essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli
rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi
ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi
vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli
rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le
tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse:
«Seguimi». In questo dialogo tra Gesù e Pietro troviamo i sentimenti più alti di amicizia e di condivisione. Gesù, quasi per esorcizzare il tradimento del discepolo,
per ben tre volte lo chiama a pronunciare un atto di amore e di fedeltà e lo investe del potere di guidare il "gregge" della sua chiesa. Alla fine gli
preannuncia anche la morte cruenta con la quale seguirà il Maestro e compirà la sua opera di Apostolo. Consolante sapere che il Signore si fida di peccatori che
comunque lo amano. Come Pietro anche noi siamo chiamati ad offrire le nostre azioni e la nostra vita in Cristo, con Cristo e per Cristo. Signore, dona anche a noi fede
e carità per essere testimoni credibili della tua misericordia. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-19)
In quel tempo, essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
In questo dialogo tra Gesù e Pietro troviamo i sentimenti più alti di amicizia e di condivisione.
Gesù, quasi per esorcizzare il tradimento del discepolo, per ben tre volte lo chiama a pronunciare un atto di amore e di fedeltà e lo investe del potere di guidare il "gregge" della sua chiesa.
Alla fine gli preannuncia anche la morte cruenta con la quale seguirà il Maestro e compirà la sua opera di Apostolo.
Consolante sapere che il Signore si fida di peccatori che comunque lo amano.
Come Pietro anche noi siamo chiamati ad offrire le nostre azioni e la nostra vita in Cristo, con Cristo e per Cristo.
Signore, dona anche a noi fede e carità per essere testimoni credibili della tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
In questo dialogo tra Gesù e Pietro troviamo i sentimenti più alti di amicizia e di condivisione.
Gesù, quasi per esorcizzare il tradimento del discepolo, per ben tre volte lo chiama a pronunciare un atto di amore e di fedeltà e lo investe del potere di guidare il "gregge" della sua chiesa.
Alla fine gli preannuncia anche la morte cruenta con la quale seguirà il Maestro e compirà la sua opera di Apostolo.
Consolante sapere che il Signore si fida di peccatori che comunque lo amano.
Come Pietro anche noi siamo chiamati ad offrire le nostre azioni e la nostra vita in Cristo, con Cristo e per Cristo.
Signore, dona anche a noi fede e carità per essere testimoni credibili della tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 21,20-25 In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo
petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se
voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli
aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha
scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso
non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Con l'accenno autobiografico alla sua vita l'apostolo Giovanni ci insegna che la nostra vita
appartiene a Dio, Egli solo può orientarci esattamente nel nostro cammino. Come Pietro vorremmo conoscere, sapere di più, ma ci è dato semplicemente di vivere e di
operare ogni giorno così come il Signore ci chiede: "ogni giorno ha la sua pena". L'ultima parte del Vangelo ci introduce nel tempo della Chiesa, in esso
ci sarà rivelato, attraverso l'azione dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha detto e che continua a pronunziare. Signore, donaci ogni giorno la tua Parola che
salva e aiutaci a seguirti nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,20-25
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Con l'accenno autobiografico alla sua vita l'apostolo Giovanni ci insegna che la nostra vita appartiene a Dio, Egli solo può orientarci esattamente nel nostro cammino.
Come Pietro vorremmo conoscere, sapere di più, ma ci è dato semplicemente di vivere e di operare ogni giorno così come il Signore ci chiede: "ogni giorno ha la sua pena".
L'ultima parte del Vangelo ci introduce nel tempo della Chiesa, in esso ci sarà rivelato, attraverso l'azione dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha detto e che continua a pronunziare.
Signore, donaci ogni giorno la tua Parola che salva e aiutaci a seguirti nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Con l'accenno autobiografico alla sua vita l'apostolo Giovanni ci insegna che la nostra vita appartiene a Dio, Egli solo può orientarci esattamente nel nostro cammino.
Come Pietro vorremmo conoscere, sapere di più, ma ci è dato semplicemente di vivere e di operare ogni giorno così come il Signore ci chiede: "ogni giorno ha la sua pena".
L'ultima parte del Vangelo ci introduce nel tempo della Chiesa, in esso ci sarà rivelato, attraverso l'azione dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha detto e che continua a pronunziare.
Signore, donaci ogni giorno la tua Parola che salva e aiutaci a seguirti nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Buona Solennità di Pentecoste Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26-27; 16,12-15 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò
dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte
cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non
parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto
quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che apri la tua mano e
sazi di bene ogni vivente, effondi il tuo Santo Spirito; fa' scaturire fiumi d'acqua viva nella Chiesa, raccolta con Maria in perseverante preghiera, perché
quanti ti cercano possano estinguere la sete di verità e di giustizia." Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei
poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo,
nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido. scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i
tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Buona Solennità di Pentecoste
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26-27; 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che apri la tua mano e sazi di bene ogni vivente, effondi il tuo Santo Spirito; fa' scaturire fiumi d'acqua viva nella Chiesa, raccolta con Maria in perseverante preghiera, perché quanti ti cercano possano estinguere la sete di verità e di giustizia."
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido.
scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26-27; 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che apri la tua mano e sazi di bene ogni vivente, effondi il tuo Santo Spirito; fa' scaturire fiumi d'acqua viva nella Chiesa, raccolta con Maria in perseverante preghiera, perché quanti ti cercano possano estinguere la sete di verità e di giustizia."
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido.
scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Ultimo aggiornamento: mag 23, 2021 6:36:34pm
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Maria Madre della Chiesa. Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-34 In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa
e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo:
«Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho
sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù
disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato –
era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe
all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una
lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Oggi celebriamo la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa. Il vangelo di S. Giovanni ci presenta la
solenne consegna da parte di Gesù di sua Madre al discepolo prediletto, ma in effetti è un dono per tutti gli uomini. Meraviglioso affidamento! Noi aderiamo con gioia a
questo compito stupendo e vogliamo sentirci pienamente figli di questa Madre così speciale. Signore, grazie per il dono di tua Madre, che ci hai fatto nell'ultimo
istante della tua agonia, vogliamo anche noi, come Giovanni, accoglierla nella nostra casa e custodirla con il massimo del nostro affetto filiale. Buona giornata, don
Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Maria Madre della Chiesa.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-34
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Oggi celebriamo la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa.
Il vangelo di S. Giovanni ci presenta la solenne consegna da parte di Gesù di sua Madre al discepolo prediletto, ma in effetti è un dono per tutti gli uomini. Meraviglioso affidamento! Noi aderiamo con gioia a questo compito stupendo e vogliamo sentirci pienamente figli di questa Madre così speciale.
Signore, grazie per il dono di tua Madre, che ci hai fatto nell'ultimo istante della tua agonia, vogliamo anche noi, come Giovanni, accoglierla nella nostra casa e custodirla con il massimo del nostro affetto filiale.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-34
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Oggi celebriamo la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa.
Il vangelo di S. Giovanni ci presenta la solenne consegna da parte di Gesù di sua Madre al discepolo prediletto, ma in effetti è un dono per tutti gli uomini. Meraviglioso affidamento! Noi aderiamo con gioia a questo compito stupendo e vogliamo sentirci pienamente figli di questa Madre così speciale.
Signore, grazie per il dono di tua Madre, che ci hai fatto nell'ultimo istante della tua agonia, vogliamo anche noi, come Giovanni, accoglierla nella nostra casa e custodirla con il massimo del nostro affetto filiale.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Marco 10,28-31 In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io
vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in
questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi
saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». La Parola di Gesù è vera, chi lo segue e rinunzia a sé stesso, riceve molto di più in tutto. È questo l'agire di Dio:
offrire in abbondanza i suoi doni verso coloro che lo amano e vogliono seguirlo. Nell'amore divino non c'è limite e la misericordia del Signore è senza
confini. Se saremo capaci di accogliere senza riserve i doni di Dio, allora saremo "primi" cioè segnati e destinati alla gloria. Signore, grazie per la tua
immensa generosità, continua a donarci pace e bene e rendici sempre più fedeli alla tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre
nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Marco 10,28-31
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
La Parola di Gesù è vera, chi lo segue e rinunzia a sé stesso, riceve molto di più in tutto.
È questo l'agire di Dio: offrire in abbondanza i suoi doni verso coloro che lo amano e vogliono seguirlo.
Nell'amore divino non c'è limite e la misericordia del Signore è senza confini.
Se saremo capaci di accogliere senza riserve i doni di Dio, allora saremo "primi" cioè segnati e destinati alla gloria.
Signore, grazie per la tua immensa generosità, continua a donarci pace e bene e rendici sempre più fedeli alla tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
La Parola di Gesù è vera, chi lo segue e rinunzia a sé stesso, riceve molto di più in tutto.
È questo l'agire di Dio: offrire in abbondanza i suoi doni verso coloro che lo amano e vogliono seguirlo.
Nell'amore divino non c'è limite e la misericordia del Signore è senza confini.
Se saremo capaci di accogliere senza riserve i doni di Dio, allora saremo "primi" cioè segnati e destinati alla gloria.
Signore, grazie per la tua immensa generosità, continua a donarci pace e bene e rendici sempre più fedeli alla tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Marco 10,32-45 In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che
lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio
dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo
flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà”. Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia
per noi quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra
e uno alla tua sinistra”. Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono
battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse loro: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete
battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. Gli altri dieci, avendo sentito,
cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni
dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra
voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Anche i
migliori possono essere presi dai lacci della tentazione del potere. Gesù ci offre con la sua vita e le sue parole un forte richiamo di umiltà e di servizio. Chi vuole
essere il primo deve seguirlo sulla via della croce e farsi "schiavo" di tutti. Dare la vita come Lui in riscatto di molti. Ogni giorno poniamo noi stessi, in
un servizio d'amore, a disposizione di Dio e dei fratelli che ne hanno bisogno. Signore, plasma il nostro cuore e la nostra mente con i doni della tua misericordia
e della solidarietà. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Marco 10,32-45
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà”. Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse loro: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Anche i migliori possono essere presi dai lacci della tentazione del potere. Gesù ci offre con la sua vita e le sue parole un forte richiamo di umiltà e di servizio.
Chi vuole essere il primo deve seguirlo sulla via della croce e farsi "schiavo" di tutti.
Dare la vita come Lui in riscatto di molti.
Ogni giorno poniamo noi stessi, in un servizio d'amore, a disposizione di Dio e dei fratelli che ne hanno bisogno.
Signore, plasma il nostro cuore e la nostra mente con i doni della tua misericordia e della solidarietà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà”. Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse loro: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Anche i migliori possono essere presi dai lacci della tentazione del potere. Gesù ci offre con la sua vita e le sue parole un forte richiamo di umiltà e di servizio.
Chi vuole essere il primo deve seguirlo sulla via della croce e farsi "schiavo" di tutti.
Dare la vita come Lui in riscatto di molti.
Ogni giorno poniamo noi stessi, in un servizio d'amore, a disposizione di Dio e dei fratelli che ne hanno bisogno.
Signore, plasma il nostro cuore e la nostra mente con i doni della tua misericordia e della solidarietà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Marco 10,46-52 In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco,
sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano
perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli:
«Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il
cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Che grande
fede ha Bartimeo! Nonostante il rimprovero e che molti cercassero di dissuaderlo, egli va lo stesso da Gesù, con tutti i suoi personali impedimenti. Gesù che si china a
considerare le nostre infermità lo chiama a sé e per la sua fede lo guarisce. Come il cieco di Gerico anche noi "gridiamo" al Signore ed imploriamo il suo
perdono, gettiamo via tutto ciò che è ingombrante ed accostiamoci a Lui con fiducia per essere sollevati. Signore, fermati accanto a noi e ascolta il grido che ti
rivolgiamo, abbiamo bisogno del tuo amore e della tua misericordia per essere guariti da ogni cecità interiore. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e
Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Marco 10,46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Che grande fede ha Bartimeo! Nonostante il rimprovero e che molti cercassero di dissuaderlo, egli va lo stesso da Gesù, con tutti i suoi personali impedimenti.
Gesù che si china a considerare le nostre infermità lo chiama a sé e per la sua fede lo guarisce.
Come il cieco di Gerico anche noi "gridiamo" al Signore ed imploriamo il suo perdono, gettiamo via tutto ciò che è ingombrante ed accostiamoci a Lui con fiducia per essere sollevati.
Signore, fermati accanto a noi e ascolta il grido che ti rivolgiamo, abbiamo bisogno del tuo amore e della tua misericordia per essere guariti da ogni cecità interiore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Che grande fede ha Bartimeo! Nonostante il rimprovero e che molti cercassero di dissuaderlo, egli va lo stesso da Gesù, con tutti i suoi personali impedimenti.
Gesù che si china a considerare le nostre infermità lo chiama a sé e per la sua fede lo guarisce.
Come il cieco di Gerico anche noi "gridiamo" al Signore ed imploriamo il suo perdono, gettiamo via tutto ciò che è ingombrante ed accostiamoci a Lui con fiducia per essere sollevati.
Signore, fermati accanto a noi e ascolta il grido che ti rivolgiamo, abbiamo bisogno del tuo amore e della tua misericordia per essere guariti da ogni cecità interiore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Marco 11,11-25 [Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo
ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva
delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi.
Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a
scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si
trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni? Voi invece
ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla
era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici.
Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno
dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello
che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il
Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe». Oggi leggiamo nel Vangelo alcuni atteggiamenti di Gesù. Non corrispondere ai suoi desideri significa
rimanere sterili senza frutto, come il fico o come la realtà del tempio dedita al commercio. È l'inefficienza dei mediocri ed il rumore affaristico del mondo.
Accogliamo il suo invito alla preghiera che deve essere sempre accompagnata dallo spirito del perdono, così da essere portatori autentici di frutti d'amore.
Signore, aiutaci ad essere fedeli al tuo amore misericordioso e otteremo così frutti abbondanti di gioia e di pace. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù
e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Marco 11,11-25
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
Oggi leggiamo nel Vangelo alcuni atteggiamenti di Gesù.
Non corrispondere ai suoi desideri significa rimanere sterili senza frutto, come il fico o come la realtà del tempio dedita al commercio.
È l'inefficienza dei mediocri ed il rumore affaristico del mondo.
Accogliamo il suo invito alla preghiera che deve essere sempre accompagnata dallo spirito del perdono, così da essere portatori autentici di frutti d'amore.
Signore, aiutaci ad essere fedeli al tuo amore misericordioso e otteremo così frutti abbondanti di gioia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
Oggi leggiamo nel Vangelo alcuni atteggiamenti di Gesù.
Non corrispondere ai suoi desideri significa rimanere sterili senza frutto, come il fico o come la realtà del tempio dedita al commercio.
È l'inefficienza dei mediocri ed il rumore affaristico del mondo.
Accogliamo il suo invito alla preghiera che deve essere sempre accompagnata dallo spirito del perdono, così da essere portatori autentici di frutti d'amore.
Signore, aiutaci ad essere fedeli al tuo amore misericordioso e otteremo così frutti abbondanti di gioia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Marco 11,27-33 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi
dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una
sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra
loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti
ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio
queste cose». Parlare senza giudicare, ecco una grande indicazione! Il pregiudizio non crea dialogo e quindi neanche ascolto. Il rifiuto di Gesù a rispondere alla
domanda tendenziosa dei capi dei giudei diviene un inno alla verità e una forte manifestazione di discernimento. Il nostro parlare ed il nostro relazionarci siano
sempre guidati da intenzioni di rispetto e comprensione. Signore, manda su di noi il tuo Santo Spirito perché ci guidi con la sua consolante sapienza. Buona giornata,
don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Marco 11,27-33
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Parlare senza giudicare, ecco una grande indicazione!
Il pregiudizio non crea dialogo e quindi neanche ascolto.
Il rifiuto di Gesù a rispondere alla domanda tendenziosa dei capi dei giudei diviene un inno alla verità e una forte manifestazione di discernimento.
Il nostro parlare ed il nostro relazionarci siano sempre guidati da intenzioni di rispetto e comprensione.
Signore, manda su di noi il tuo Santo Spirito perché ci guidi con la sua consolante sapienza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Parlare senza giudicare, ecco una grande indicazione!
Il pregiudizio non crea dialogo e quindi neanche ascolto.
Il rifiuto di Gesù a rispondere alla domanda tendenziosa dei capi dei giudei diviene un inno alla verità e una forte manifestazione di discernimento.
Il nostro parlare ed il nostro relazionarci siano sempre guidati da intenzioni di rispetto e comprensione.
Signore, manda su di noi il tuo Santo Spirito perché ci guidi con la sua consolante sapienza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Buona Solennità della SS. Trinità Dal Vangelo secondo Matteo 28- 16-20 In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate
discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io
sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Preghiera sul Vangelo: "O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo ci hai fatto figli nel tuo unico
Figlio, ascolta il grido dello Spirito che in noi ti chiama Padre, e fa' che obbedendo al comando del Salvatore, diventiamo annunziatori della salvezza offerta a
tutti i popoli." Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Buona Solennità della SS. Trinità
Dal Vangelo secondo Matteo 28- 16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo ci hai fatto figli nel tuo unico Figlio, ascolta il grido dello Spirito che in noi ti chiama Padre, e fa' che obbedendo al comando del Salvatore, diventiamo annunziatori della salvezza offerta a tutti i popoli."
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Matteo 28- 16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo ci hai fatto figli nel tuo unico Figlio, ascolta il grido dello Spirito che in noi ti chiama Padre, e fa' che obbedendo al comando del Salvatore, diventiamo annunziatori della salvezza offerta a tutti i popoli."
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Ultimo aggiornamento: mag 30, 2021 6:30:53pm
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Buona festa della Visitazione di Maria Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito
Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il
tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo
temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha
ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri
padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Contempliamo oggi Maria "pellegrina della
carità". Va' , dice il Vangelo "in fretta ", come un'urgenza dettata dall'amore, a servire la più anziana parente che doveva partorire.
Lei, speciale tabernacolo, "contagia" di Spirito Santo la cugina ed il piccolo Giovanni, che "danza" così nel grembo della madre. "Beata",
la saluta Elisabetta e Maria risponde con il suo "Magnificat". Signore, donaci di poter sempre godere della protezione, dolce e premurosa, della tua
Santissima Madre. Buona giornata, don Pasqualino. Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Buona festa della Visitazione di Maria
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Contempliamo oggi Maria "pellegrina della carità". Va' , dice il Vangelo "in fretta ", come un'urgenza dettata dall'amore, a servire la più anziana parente che doveva partorire. Lei, speciale tabernacolo, "contagia" di Spirito Santo la cugina ed il piccolo Giovanni, che "danza" così nel grembo della madre.
"Beata", la saluta Elisabetta e Maria risponde con il suo "Magnificat".
Signore, donaci di poter sempre godere della protezione, dolce e premurosa, della tua Santissima Madre.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Contempliamo oggi Maria "pellegrina della carità". Va' , dice il Vangelo "in fretta ", come un'urgenza dettata dall'amore, a servire la più anziana parente che doveva partorire. Lei, speciale tabernacolo, "contagia" di Spirito Santo la cugina ed il piccolo Giovanni, che "danza" così nel grembo della madre.
"Beata", la saluta Elisabetta e Maria risponde con il suo "Magnificat".
Signore, donaci di poter sempre godere della protezione, dolce e premurosa, della tua Santissima Madre.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, prega per noi.
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Dal Vangelo secondo Marco 12,13-17 In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro,
sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il
tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo».
Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare
rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. Ciò che è di Dio è diverso da ciò che appartiene agli uomini. Ciò che è di Dio da'
significato a ciò che appartiene agli uomini. Ciò che è di Dio comunque appartiene anche agli uomini. Non può avvenire l'esatto contrario! Quindi non bisogna
trascurare né i comandamenti, l'adorazione e il ringraziamento verso Dio, né i doveri di cittadini verso lo stato. Dobbiamo essere nello stesso tempo buoni
cristiani e buoni cittadini. Signore, aiutaci ad avere sempre la sapiente condotta dei santi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 12,13-17
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.
Ciò che è di Dio è diverso da ciò che appartiene agli uomini.
Ciò che è di Dio da' significato a ciò che appartiene agli uomini.
Ciò che è di Dio comunque appartiene anche agli uomini.
Non può avvenire l'esatto contrario!
Quindi non bisogna trascurare né i comandamenti, l'adorazione e il ringraziamento verso Dio, né i doveri di cittadini verso lo stato.
Dobbiamo essere nello stesso tempo buoni cristiani e buoni cittadini.
Signore, aiutaci ad avere sempre la sapiente condotta dei santi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.
Ciò che è di Dio è diverso da ciò che appartiene agli uomini.
Ciò che è di Dio da' significato a ciò che appartiene agli uomini.
Ciò che è di Dio comunque appartiene anche agli uomini.
Non può avvenire l'esatto contrario!
Quindi non bisogna trascurare né i comandamenti, l'adorazione e il ringraziamento verso Dio, né i doveri di cittadini verso lo stato.
Dobbiamo essere nello stesso tempo buoni cristiani e buoni cittadini.
Signore, aiutaci ad avere sempre la sapiente condotta dei santi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 12,18-27 In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè
ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello.
C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e
nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e
sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando
risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel
libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è Dio dei morti, ma dei
viventi! Voi siete in grave errore». Ancora una volta Gesù ci offre un autorevole insegnamento! Di fronte ad una "fantasiosa" domanda dei sadducei, che si
limitava a considerazioni prettamente terrene, Egli afferma con forza, che Dio, oltre che averci creato dandoci la vita terrena, ci offre una realtà eterna di gloria e
smonta così il tendenzioso ragionamento costruito come un castello di sabbia. Gesù stesso con la sua Risurrezione porrà il sigillo della vita sulla sorte degli uomini.
Signore, noi crediamo in te che hai vinto la morte e ci offri la splendida speranza dell'eternità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 12,18-27
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Ancora una volta Gesù ci offre un autorevole insegnamento!
Di fronte ad una "fantasiosa" domanda dei sadducei, che si limitava a considerazioni prettamente terrene, Egli afferma con forza, che Dio, oltre che averci creato dandoci la vita terrena, ci offre una realtà eterna di gloria e smonta così il tendenzioso ragionamento costruito come un castello di sabbia.
Gesù stesso con la sua Risurrezione porrà il sigillo della vita sulla sorte degli uomini.
Signore, noi crediamo in te che hai vinto la morte e ci offri la splendida speranza dell'eternità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Ancora una volta Gesù ci offre un autorevole insegnamento!
Di fronte ad una "fantasiosa" domanda dei sadducei, che si limitava a considerazioni prettamente terrene, Egli afferma con forza, che Dio, oltre che averci creato dandoci la vita terrena, ci offre una realtà eterna di gloria e smonta così il tendenzioso ragionamento costruito come un castello di sabbia.
Gesù stesso con la sua Risurrezione porrà il sigillo della vita sulla sorte degli uomini.
Signore, noi crediamo in te che hai vinto la morte e ci offri la splendida speranza dell'eternità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 12,28b-34 In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il
primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e
con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto
bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare
il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di
Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Gesù si rifà all'antico precetto del Deuteronomio: "Ascolta, Israele...". È il comando per
eccellenza quello di porre attenzione massima alla parola del Signore per metterla poi in pratica. L'amore verso Dio e quello verso il prossimo devono in pratica
essere una cosa sola. Per di più questo amore deve essere contrassegnato dall'impegno di tutta la persona. Siamo nel cuore del cristianesimo: è questa la regola
aurea da seguire. Amare come ama Dio, amare senza riserve. Signore, donaci capacità di ascolto della tua Parola e attenzione profonda verso ogni nostro fratello. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Gesù si rifà all'antico precetto del Deuteronomio: "Ascolta, Israele...".
È il comando per eccellenza quello di porre attenzione massima alla parola del Signore per metterla poi in pratica.
L'amore verso Dio e quello verso il prossimo devono in pratica essere una cosa sola. Per di più questo amore deve essere contrassegnato dall'impegno di tutta la persona. Siamo nel cuore del cristianesimo: è questa la regola aurea da seguire.
Amare come ama Dio, amare senza riserve.
Signore, donaci capacità di ascolto della tua Parola e attenzione profonda verso ogni nostro fratello.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Gesù si rifà all'antico precetto del Deuteronomio: "Ascolta, Israele...".
È il comando per eccellenza quello di porre attenzione massima alla parola del Signore per metterla poi in pratica.
L'amore verso Dio e quello verso il prossimo devono in pratica essere una cosa sola. Per di più questo amore deve essere contrassegnato dall'impegno di tutta la persona. Siamo nel cuore del cristianesimo: è questa la regola aurea da seguire.
Amare come ama Dio, amare senza riserve.
Signore, donaci capacità di ascolto della tua Parola e attenzione profonda verso ogni nostro fratello.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 12,35-37 In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide
stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama
Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri. Gesù apertamente vuol far capire a tutti la sua identità: è vero uomo,
discendente di Davide, ma è vero Dio e di conseguenza Signore di Davide. Ancora una volta la Scrittura non mente e nei riguardi di Cristo, cioè del Messia, i
riferimenti sono piuttosto chiari, anche quando , con il profeta Isaia in particolare, si accenna al servo di Javhe' sofferente. Ribadiamo allora anche noi la
professione di fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, il Risorto, Re universale e Redentore di tutta l'umanità. Signore, ti rendiamo grazie per il tuo mistero di
amore e di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 12,35-37
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Gesù apertamente vuol far capire a tutti la sua identità: è vero uomo, discendente di Davide, ma è vero Dio e di conseguenza Signore di Davide.
Ancora una volta la Scrittura non mente e nei riguardi di Cristo, cioè del Messia, i riferimenti sono piuttosto chiari, anche quando , con il profeta Isaia in particolare, si accenna al servo di Javhe' sofferente.
Ribadiamo allora anche noi la professione di fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, il Risorto, Re universale e Redentore di tutta l'umanità.
Signore, ti rendiamo grazie per il tuo mistero di amore e di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Gesù apertamente vuol far capire a tutti la sua identità: è vero uomo, discendente di Davide, ma è vero Dio e di conseguenza Signore di Davide.
Ancora una volta la Scrittura non mente e nei riguardi di Cristo, cioè del Messia, i riferimenti sono piuttosto chiari, anche quando , con il profeta Isaia in particolare, si accenna al servo di Javhe' sofferente.
Ribadiamo allora anche noi la professione di fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, il Risorto, Re universale e Redentore di tutta l'umanità.
Signore, ti rendiamo grazie per il tuo mistero di amore e di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44 In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe
vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi
vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta
una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha
gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva,
tutto quanto aveva per vivere». Gesù ci insegna ad essere veri ed essenziali, umili e generosi. Guardando agli scribi, categoria di persone anche abbastanza istruite,
ne fa un quadro particolarmente negativo per la loro sete di mettersi in mostra e per la loro insaziabile avidità. Davanti a Dio ciò che conta è essere veri e sinceri ,
senza fronzoli ed apparati, che rivestono di bugia la vita. I due spiccioli della vedova sono offerta gradita perché è tutto ciò che aveva ed esprimono fiducia
incondizionata nella provvidenza; il nostro invece spesso è il "coraggio del superfluo". Signore, fa' che possiamo essere sempre generosi e anteporre il
bene degli altri al nostro interesse personale. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Gesù ci insegna ad essere veri ed essenziali, umili e generosi.
Guardando agli scribi, categoria di persone anche abbastanza istruite, ne fa un quadro particolarmente negativo per la loro sete di mettersi in mostra e per la loro insaziabile avidità. Davanti a Dio ciò che conta è essere veri e sinceri , senza fronzoli ed apparati, che rivestono di bugia la vita.
I due spiccioli della vedova sono offerta gradita perché è tutto ciò che aveva ed esprimono fiducia incondizionata nella provvidenza; il nostro invece spesso è il "coraggio del superfluo".
Signore, fa' che possiamo essere sempre generosi e anteporre il bene degli altri al nostro interesse personale.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Gesù ci insegna ad essere veri ed essenziali, umili e generosi.
Guardando agli scribi, categoria di persone anche abbastanza istruite, ne fa un quadro particolarmente negativo per la loro sete di mettersi in mostra e per la loro insaziabile avidità. Davanti a Dio ciò che conta è essere veri e sinceri , senza fronzoli ed apparati, che rivestono di bugia la vita.
I due spiccioli della vedova sono offerta gradita perché è tutto ciò che aveva ed esprimono fiducia incondizionata nella provvidenza; il nostro invece spesso è il "coraggio del superfluo".
Signore, fa' che possiamo essere sempre generosi e anteporre il bene degli altri al nostro interesse personale.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità del CORPUS DOMINI Dal Vangelo secondo Marco 14, 12-16. 22-26 Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù:
«Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un
uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei
discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città,
trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo
è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In
verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte
degli Ulivi. Preghiera sul Vangelo: "Signore, Dio vivente, guarda il tuo popolo radunato intorno a questo altare, per offrirti il sacrificio della Nuova Alleanza;
purifica i nostri cuori, perché alla cena dell'Agnello possiamo pregustare la Pasqua eterna della Gerusalemme del cielo."
Buona Solennità del CORPUS DOMINI
Dal Vangelo secondo Marco 14, 12-16. 22-26
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore, Dio vivente, guarda il tuo popolo radunato intorno a questo altare, per offrirti il sacrificio della Nuova Alleanza; purifica i nostri cuori, perché alla cena dell'Agnello possiamo pregustare la Pasqua eterna della Gerusalemme del cielo."
Dal Vangelo secondo Marco 14, 12-16. 22-26
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore, Dio vivente, guarda il tuo popolo radunato intorno a questo altare, per offrirti il sacrificio della Nuova Alleanza; purifica i nostri cuori, perché alla cena dell'Agnello possiamo pregustare la Pasqua eterna della Gerusalemme del cielo."
Ultimo aggiornamento: giu 06, 2021 6:52:05pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12a In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e
insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è
il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate,
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi”. Il Maestro divino detta nuovamente i suoi comandamenti
scrivendoli stavolta non più su tavole di pietra bensì nel cuore dei suoi discepoli. Chi vuol seguire il Signore non può non aderire a queste "regole" capaci
di donare gioia e serenità nonostante le rinunce, alle volte anche pesanti, che esse comportano. Essere poveri, miti, misericordiosi, puri di cuore e operatori di pace
significa fare una scelta ben precisa : seguire le orme di Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, umiliatosi per la nostra salvezza , ma ora risorto e Signore della
storia. Signore, fa' che lo Spirito Santo ci aiuti a "decifrare" ogni beatitudine scritta nel cuore, per poterla mettere in pratica ogni giorno della
nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi”.
Il Maestro divino detta nuovamente i suoi comandamenti scrivendoli stavolta non più su tavole di pietra bensì nel cuore dei suoi discepoli.
Chi vuol seguire il Signore non può non aderire a queste "regole" capaci di donare gioia e serenità nonostante le rinunce, alle volte anche pesanti, che esse comportano.
Essere poveri, miti, misericordiosi, puri di cuore e operatori di pace significa fare una scelta ben precisa : seguire le orme di Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, umiliatosi per la nostra salvezza , ma ora risorto e Signore della storia.
Signore, fa' che lo Spirito Santo ci aiuti a "decifrare" ogni beatitudine scritta nel cuore, per poterla mettere in pratica ogni giorno della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi”.
Il Maestro divino detta nuovamente i suoi comandamenti scrivendoli stavolta non più su tavole di pietra bensì nel cuore dei suoi discepoli.
Chi vuol seguire il Signore non può non aderire a queste "regole" capaci di donare gioia e serenità nonostante le rinunce, alle volte anche pesanti, che esse comportano.
Essere poveri, miti, misericordiosi, puri di cuore e operatori di pace significa fare una scelta ben precisa : seguire le orme di Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, umiliatosi per la nostra salvezza , ma ora risorto e Signore della storia.
Signore, fa' che lo Spirito Santo ci aiuti a "decifrare" ogni beatitudine scritta nel cuore, per poterla mettere in pratica ogni giorno della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si
renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un
monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Essere sale e luce per il mondo: ecco la richiesta di Gesù
per noi suoi discepoli. Egli ci indica questi due elementi essenziali per ogni giorno, per dare alla vita il "sapore" dei valori fondamentali ed autentici ed
"illuminarla" di opere buone che traccino la via della salvezza. Comprendiamo allora l'accostamento che Gesù fa' di questi due elementi alla vita
spirituale: essere sale significa operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore. Signore, donaci la tua grazia e
potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Essere sale e luce per il mondo: ecco la richiesta di Gesù per noi suoi discepoli.
Egli ci indica questi due elementi essenziali per ogni giorno, per dare alla vita il "sapore" dei valori fondamentali ed autentici ed "illuminarla" di opere buone che traccino la via della salvezza.
Comprendiamo allora l'accostamento che Gesù fa' di questi due elementi alla vita spirituale: essere sale significa operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore.
Signore, donaci la tua grazia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Essere sale e luce per il mondo: ecco la richiesta di Gesù per noi suoi discepoli.
Egli ci indica questi due elementi essenziali per ogni giorno, per dare alla vita il "sapore" dei valori fondamentali ed autentici ed "illuminarla" di opere buone che traccino la via della salvezza.
Comprendiamo allora l'accostamento che Gesù fa' di questi due elementi alla vita spirituale: essere sale significa operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore.
Signore, donaci la tua grazia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad
abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza
che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei
cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli”. Può sembrare duro ed intransigente questo discorso di Gesù, esso invece è
frutto dell'obbedienza e del timor di Dio. Potremmo dire oggi, un insegnamento per superare qualsiasi tentazione alla corruzione. Impariamo ad osservare con
scrupolo le piccolissime regole di rispetto di Dio e delle cose e saremo in grado così di poter osservare quelle più grandi ed impegnative. Signore, illumina la nostra
mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni nostra azione e possiamo gioire per la misericordia ricevuta.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.
Può sembrare duro ed intransigente questo discorso di Gesù, esso invece è frutto dell'obbedienza e del timor di Dio. Potremmo dire oggi, un insegnamento per superare qualsiasi tentazione alla corruzione.
Impariamo ad osservare con scrupolo le piccolissime regole di rispetto di Dio e delle cose e saremo in grado così di poter osservare quelle più grandi ed impegnative.
Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni nostra azione e possiamo gioire per la misericordia ricevuta.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.
Può sembrare duro ed intransigente questo discorso di Gesù, esso invece è frutto dell'obbedienza e del timor di Dio. Potremmo dire oggi, un insegnamento per superare qualsiasi tentazione alla corruzione.
Impariamo ad osservare con scrupolo le piccolissime regole di rispetto di Dio e delle cose e saremo in grado così di poter osservare quelle più grandi ed impegnative.
Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni nostra azione e possiamo gioire per la misericordia ricevuta.
Buona giornata, don Pasqualino.
📣NOTIZIA STRAORDINARIA📣
"Che notizia se ti incontro"🤩
L'ACR è pronta a vivere la Festa degli Incontri insieme alla parrocchia di San Paolo alla Rotonda!🥰
Appuntamento per domenica 13 Giugno... vi aspettiamo!💙💛
#SeguiLaNotizia #FestaDegliIncontri #CheNotiziaSeTiIncontro
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si
adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”,
sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo
dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in
cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là
finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Gesù ci mette in guardia per superare il criterio di giustizia degli scribi e dei farisei. Non solo non bisogna
uccidere, ma neanche semplicemente disprezzare il fratello Da cristiani allora dobbiamo per amore del Signore fare ogni sforzo per portare perdono, pace e giustizia. La
dinamica dell'amore ti fa toccare confini che appartengono a Dio. Signore, donaci un cuore semplice e puro, il tuo Santo Spirito lo abiti riscaldandolo del tuo
amore Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù ci mette in guardia per superare il criterio di giustizia degli scribi e dei farisei.
Non solo non bisogna uccidere, ma neanche semplicemente disprezzare il fratello
Da cristiani allora dobbiamo per amore del Signore fare ogni sforzo per portare
perdono, pace e giustizia.
La dinamica dell'amore ti fa toccare confini che appartengono a Dio.
Signore, donaci un cuore semplice e puro, il tuo Santo Spirito lo abiti riscaldandolo del tuo amore
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù ci mette in guardia per superare il criterio di giustizia degli scribi e dei farisei.
Non solo non bisogna uccidere, ma neanche semplicemente disprezzare il fratello
Da cristiani allora dobbiamo per amore del Signore fare ogni sforzo per portare
perdono, pace e giustizia.
La dinamica dell'amore ti fa toccare confini che appartengono a Dio.
Signore, donaci un cuore semplice e puro, il tuo Santo Spirito lo abiti riscaldandolo del tuo amore
Buona giornata, don Pasqualino.
🗞️📣 NOTIZIA DELL'ULTIMA ORA 📣🗞️
Nel Mese degli Incontri i 12/14 sono diventati dei reporter scrivendo un vero e proprio articolo di giornale 🤩
Hanno scelto il titolo, le foto e di quale argomento parlare...ecco cosa hanno scritto 😁
Nel Mese degli Incontri i 12/14 sono diventati dei reporter scrivendo un vero e proprio articolo di giornale 🤩
Hanno scelto il titolo, le foto e di quale argomento parlare...ecco cosa hanno scritto 😁
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Buona Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 31-37 Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce
durante il sabato, era infatti un giorno solenne quel sabato, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e
spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno
dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il
vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice
ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto». Oggi celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù. Come per l'agnello della prima Pasqua, così anche
a Gesù non viene spezzato alcun osso sulla Croce, segno di innocenza e perfezione. Dal suo cuore trafitto dal colpo di lancia escono sangue ed acqua simboli dei
sacramenti; e come dal costato di Adamo addormentato nacque Eva, così dal costato di Cristo nasce la Chiesa. Signore, grazie per la tua infinita misericordia e per il
tesoro di grazia che il tuo cuore, colmo di amore, riversa abbondantemente su di noi così che possiamo assaporare la tenerezza dell'unione trinitaria. Buona
giornata, don Pasqualino.
Buona Solennità del Sacro Cuore di Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 31-37
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato, era infatti un giorno solenne quel sabato, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Oggi celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù.
Come per l'agnello della prima Pasqua, così anche a Gesù non viene spezzato alcun osso sulla Croce, segno di innocenza e perfezione.
Dal suo cuore trafitto dal colpo di lancia escono sangue ed acqua simboli dei sacramenti; e come dal costato di Adamo addormentato nacque Eva, così dal costato di Cristo nasce la Chiesa.
Signore, grazie per la tua infinita misericordia e per il tesoro di grazia che il tuo cuore, colmo di amore, riversa abbondantemente su di noi così che possiamo assaporare la tenerezza dell'unione trinitaria.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 31-37
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato, era infatti un giorno solenne quel sabato, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Oggi celebriamo la solennità del Sacro Cuore di Gesù.
Come per l'agnello della prima Pasqua, così anche a Gesù non viene spezzato alcun osso sulla Croce, segno di innocenza e perfezione.
Dal suo cuore trafitto dal colpo di lancia escono sangue ed acqua simboli dei sacramenti; e come dal costato di Adamo addormentato nacque Eva, così dal costato di Cristo nasce la Chiesa.
Signore, grazie per la tua infinita misericordia e per il tesoro di grazia che il tuo cuore, colmo di amore, riversa abbondantemente su di noi così che possiamo assaporare la tenerezza dell'unione trinitaria.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 2,41-51 I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la
consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne
accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato,
tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che
l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo?
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non
compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. Celebriamo
oggi la memoria del Cuore Immacolato di Maria. Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino al cuore del Signore Gesù, tanto è vero che spesso
nelle immagini li si accosta insieme. Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con il suo figlio divino. Essere
"custodi" presuppone una capacità ad accogliere, una attenzione profonda, un impegno senza riserve. Maria è Madre di Gesù, ma è meravigliosamente Madre
nostra. Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai offerto come nostra madre per guidarci, difenderci e consolarci. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,41-51
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Celebriamo oggi la memoria del Cuore Immacolato di Maria.
Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino al cuore del Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme.
Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con il suo figlio divino.
Essere "custodi" presuppone una capacità ad accogliere, una attenzione profonda, un impegno senza riserve.
Maria è Madre di Gesù, ma è meravigliosamente Madre nostra.
Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai offerto come nostra madre per guidarci, difenderci e consolarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Celebriamo oggi la memoria del Cuore Immacolato di Maria.
Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino al cuore del Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme.
Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con il suo figlio divino.
Essere "custodi" presuppone una capacità ad accogliere, una attenzione profonda, un impegno senza riserve.
Maria è Madre di Gesù, ma è meravigliosamente Madre nostra.
Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai offerto come nostra madre per guidarci, difenderci e consolarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XI del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34 In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme
sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la
spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo
paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i
semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono
fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato,
ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che a piene mani semini nel nostro cuore il germe della verità e della grazia, fa' che
lo accogliamo con umile fiducia e lo coltiviamo con pazienza evangelica, ben sapendo che c'è più amore e giustizia ogni volta che la tua Parola fruttifica nella
nostra vita."
Buona Domenica XI del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che a piene mani semini nel nostro cuore il germe della verità e della grazia, fa' che lo accogliamo con umile fiducia e lo coltiviamo con pazienza evangelica, ben sapendo che c'è più amore e giustizia ogni volta che la tua Parola fruttifica nella nostra vita."
Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che a piene mani semini nel nostro cuore il germe della verità e della grazia, fa' che lo accogliamo con umile fiducia e lo coltiviamo con pazienza evangelica, ben sapendo che c'è più amore e giustizia ogni volta che la tua Parola fruttifica nella nostra vita."
Ultimo aggiornamento: giu 13, 2021 6:41:10pm
💛💙CHE NOTIZIA SE TI INCONTRO💛💙
Insieme alla parrocchia di San Paolo, oggi i nostri accierrini hanno vissuto la Festa degli Incontri🎉
Hanno sperimentato come anche loro possono essere annunciatori del Vangelo, diventando inviati speciali della Buona Notizia tutti i giorni della loro vita!💒
Hanno riflettuto sulla bellezza dello stare insieme, dando alla festa un significato nuovo e sempre noto: incontrare l'altro rende sempre felici!🥰
#CheNotiziaSeTiIncontro
#FestaDegliIncontri
#SeguiLaNotizia
#Acr
Insieme alla parrocchia di San Paolo, oggi i nostri accierrini hanno vissuto la Festa degli Incontri🎉
Hanno sperimentato come anche loro possono essere annunciatori del Vangelo, diventando inviati speciali della Buona Notizia tutti i giorni della loro vita!💒
Hanno riflettuto sulla bellezza dello stare insieme, dando alla festa un significato nuovo e sempre noto: incontrare l'altro rende sempre felici!🥰
#CheNotiziaSeTiIncontro
#FestaDegliIncontri
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non
opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu
lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non
voltare le spalle». "Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono. I rapporti
interpersonali dovranno essere regolati sempre da criteri di tolleranza e di generoso servizio senza alcuna riserva. Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di
sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci. Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile docile, portato al macello e questa via della
Croce indica ancora a tutti noi. Signore, donaci tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
"Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono.
I rapporti interpersonali dovranno essere regolati sempre da criteri di tolleranza e di generoso servizio senza alcuna riserva.
Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci.
Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile docile, portato al macello e questa via della Croce indica ancora a tutti noi.
Signore, donaci tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
"Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono.
I rapporti interpersonali dovranno essere regolati sempre da criteri di tolleranza e di generoso servizio senza alcuna riserva.
Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci.
Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile docile, portato al macello e questa via della Croce indica ancora a tutti noi.
Signore, donaci tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5, 43-48 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi
dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e
sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il
saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Oggi Gesù rasenta l'impossibile per noi: Amare i nemici! Con l'aggiunta finale: "siate perfetti.. ". Sarà possibile? È possibile amare nemici e
persecutori, sì, ma se si è intimamente uniti a Cristo, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo è amore puro e
assoluto! Gesù, se vogliamo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità di ogni seguace di Cristo.
Signore, aumenta la nostra fede, la speranza e la carità e donaci di vivere con gioia e fedeltà la "perfezione" della presenza trinitaria in noi. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5, 43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Oggi Gesù rasenta l'impossibile per noi:
Amare i nemici! Con l'aggiunta finale: "siate perfetti.. ".
Sarà possibile? È possibile amare nemici e persecutori, sì, ma se si è intimamente uniti a Cristo, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo è amore puro e assoluto!
Gesù, se vogliamo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità di ogni seguace di Cristo.
Signore, aumenta la nostra fede, la speranza e la carità e donaci di vivere con gioia e fedeltà la "perfezione" della presenza trinitaria in noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Oggi Gesù rasenta l'impossibile per noi:
Amare i nemici! Con l'aggiunta finale: "siate perfetti.. ".
Sarà possibile? È possibile amare nemici e persecutori, sì, ma se si è intimamente uniti a Cristo, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo è amore puro e assoluto!
Gesù, se vogliamo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità di ogni seguace di Cristo.
Signore, aumenta la nostra fede, la speranza e la carità e donaci di vivere con gioia e fedeltà la "perfezione" della presenza trinitaria in noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere
ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai
l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E
quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io
vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre
tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che
digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu
digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Elemosina e digiuno sono atti efficaci se vissuti solo nel
"segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla e che scruta le intenzioni del cuore. Trovi in questa meravigliosa pagina evangelica la genuinità della
fede, che ti indica l'essenziale, il necessario e basta. Il resto è vanità e non giova a nulla. Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo
sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Elemosina e digiuno sono atti efficaci se vissuti solo nel "segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla e che scruta le intenzioni del cuore.
Trovi in questa meravigliosa pagina evangelica la genuinità della fede, che ti indica l'essenziale, il necessario e basta.
Il resto è vanità e non giova a nulla.
Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Elemosina e digiuno sono atti efficaci se vissuti solo nel "segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla e che scruta le intenzioni del cuore.
Trovi in questa meravigliosa pagina evangelica la genuinità della fede, che ti indica l'essenziale, il necessario e basta.
Il resto è vanità e non giova a nulla.
Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di
parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che
sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a
noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le
loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”. Pagina
fondamentale questa! Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito. Gesù
insegna la "preghiera" ai discepoli e la colloca tra due forti raccomandazioni. La prima è di non sprecare parole, di andare all'essenziale. La seconda è
il "dolce obbligo" del perdono verso i fratelli indissolubilmente legato a quello ricevuto dal Padre. Tale richiesta è accompagnata altresì ad ottenere una
protezione particolare da parte di Dio, che come Padre buono, con sollecitudine, ci difenda e ci liberi dal male. Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio e
tutti noi in questa lode unanime e continua. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”.
Pagina fondamentale questa!
Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito.
Gesù insegna la "preghiera" ai discepoli e la colloca tra due forti raccomandazioni. La prima è di non sprecare parole, di andare all'essenziale. La seconda è il "dolce obbligo" del perdono verso i fratelli indissolubilmente legato a quello ricevuto dal Padre.
Tale richiesta è accompagnata altresì ad ottenere una protezione particolare da parte di Dio, che come Padre buono, con sollecitudine, ci difenda e ci liberi dal male.
Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio e tutti noi in questa lode unanime e continua.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”.
Pagina fondamentale questa!
Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito.
Gesù insegna la "preghiera" ai discepoli e la colloca tra due forti raccomandazioni. La prima è di non sprecare parole, di andare all'essenziale. La seconda è il "dolce obbligo" del perdono verso i fratelli indissolubilmente legato a quello ricevuto dal Padre.
Tale richiesta è accompagnata altresì ad ottenere una protezione particolare da parte di Dio, che come Padre buono, con sollecitudine, ci difenda e ci liberi dal male.
Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio e tutti noi in questa lode unanime e continua.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,19-23 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri
scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo
tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è
cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!” Come sempre la Parola del Vangelo ci verifica nel
più profondo del cuore. Gesù ci invita a non aver alcun desiderio di possesso dei tesori della terra, che sono caduchi, e guardare invece tutto con occhio semplice e
puro. Dare priorità alle realtà celesti, da preferire a quelle terrestri, così da poter essere veramente liberi e collocare già il nostro cuore nell'oltre.
Signore, donaci di vedere tutto, persone e cose, con benevolenza e misericordia e accogliere ognuno con il sorriso luminoso di un animo accogliente. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,19-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!”
Come sempre la Parola del Vangelo ci verifica nel più profondo del cuore.
Gesù ci invita a non aver alcun desiderio di possesso dei tesori della terra, che sono caduchi, e guardare invece tutto con occhio semplice e puro.
Dare priorità alle realtà celesti, da preferire a quelle terrestri, così da poter essere veramente liberi e collocare già il nostro cuore nell'oltre.
Signore, donaci di vedere tutto, persone e cose, con benevolenza e misericordia e accogliere ognuno con il sorriso luminoso di un animo accogliente.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!”
Come sempre la Parola del Vangelo ci verifica nel più profondo del cuore.
Gesù ci invita a non aver alcun desiderio di possesso dei tesori della terra, che sono caduchi, e guardare invece tutto con occhio semplice e puro.
Dare priorità alle realtà celesti, da preferire a quelle terrestri, così da poter essere veramente liberi e collocare già il nostro cuore nell'oltre.
Signore, donaci di vedere tutto, persone e cose, con benevolenza e misericordia e accogliere ognuno con il sorriso luminoso di un animo accogliente.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,24-34 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si
affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o
berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano
e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare
anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che
neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto
di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca
i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date
in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”. Credo sia una delle più belle
pagine del Vangelo, che chiarisce bene cosa sia l'essenziale. Un discorso di Gesù che arriva diritto al cuore e ci "spiazza" inesorabilmente, a noi, che
siamo spesso figli e cultori dello spreco. Crediamo a questo stupendo manifesto della Provvidenza impegnandoci per una risposta grata e fiduciosa verso tanti doni
ricevuti, potremo così superare serenamente la dose di pena che accumuliamo ogni giorno. Signore, Padre Santo, veglia giorno e notte sui tuoi figli e concedici di
sperimentare il dolce e leggero giogo delle Beatitudini. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,24-34
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”.
Credo sia una delle più belle pagine del Vangelo, che chiarisce bene cosa sia l'essenziale. Un discorso di Gesù che arriva diritto al cuore e ci "spiazza" inesorabilmente, a noi, che siamo spesso figli e cultori dello spreco.
Crediamo a questo stupendo manifesto della Provvidenza impegnandoci per una risposta grata e fiduciosa verso tanti doni ricevuti, potremo così superare serenamente la dose di pena che accumuliamo ogni giorno.
Signore, Padre Santo, veglia giorno e notte sui tuoi figli e concedici di sperimentare il dolce e leggero giogo delle Beatitudini.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”.
Credo sia una delle più belle pagine del Vangelo, che chiarisce bene cosa sia l'essenziale. Un discorso di Gesù che arriva diritto al cuore e ci "spiazza" inesorabilmente, a noi, che siamo spesso figli e cultori dello spreco.
Crediamo a questo stupendo manifesto della Provvidenza impegnandoci per una risposta grata e fiduciosa verso tanti doni ricevuti, potremo così superare serenamente la dose di pena che accumuliamo ogni giorno.
Signore, Padre Santo, veglia giorno e notte sui tuoi figli e concedici di sperimentare il dolce e leggero giogo delle Beatitudini.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41 In quel tempo, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E,
congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella
barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si
destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E
furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». Preghiera sul Vangelo: "Rendi
salda, o Signore, la fede del popolo cristiano, perché non ci esaltiamo nel successo, non ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei
presente e ci accompagni nel cammino della storia."
Buona Domenica XII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41
In quel tempo, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Preghiera sul Vangelo:
"Rendi salda, o Signore, la fede del popolo cristiano, perché non ci esaltiamo nel successo, non ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei presente e ci accompagni nel cammino della storia."
Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41
In quel tempo, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Preghiera sul Vangelo:
"Rendi salda, o Signore, la fede del popolo cristiano, perché non ci esaltiamo nel successo, non ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei presente e ci accompagni nel cammino della storia."
Ultimo aggiornamento: giu 20, 2021 6:32:55pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 7, 1-5 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate
sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della
trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la
trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Gesù ci chiede di improntare senza alcun giudizio, ma con la
misericordia, la benevolenza e il perdono tutte le nostre relazioni. L'esempio della "pagliuzza" e della "trave" poi rendono maggiormente
comprensibile l'esortazione del Maestro divino. Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e carità,
riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito. Signore , donaci il tuo amore e
rendici sempre benevoli e misericordiosi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 7, 1-5
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Gesù ci chiede di improntare senza alcun giudizio, ma con la misericordia, la benevolenza e il perdono tutte le nostre relazioni.
L'esempio della "pagliuzza" e della "trave" poi rendono maggiormente comprensibile l'esortazione del Maestro divino.
Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito.
Signore , donaci il tuo amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Gesù ci chiede di improntare senza alcun giudizio, ma con la misericordia, la benevolenza e il perdono tutte le nostre relazioni.
L'esempio della "pagliuzza" e della "trave" poi rendono maggiormente comprensibile l'esortazione del Maestro divino.
Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito.
Signore , donaci il tuo amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché
non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la
Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto
stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!”. Magnifico l'insegnamento di Gesù! Oggi ci vengono offerte tre
esortazioni . La prima: "Non dare...", non sprecare le tue migliori energie in cose senza senso. La seconda è una "regola d'oro" per operare
sempre nella concordia e nella pace. La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente
si conquista il bene. Signore, donaci capacità di ascolto sapienza e coraggio per fare le scelte giuste che ci uniscono a te. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!”.
Magnifico l'insegnamento di Gesù!
Oggi ci vengono offerte tre esortazioni .
La prima: "Non dare...", non sprecare le tue migliori energie in cose senza senso.
La seconda è una "regola d'oro" per operare sempre nella concordia e nella pace.
La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente si conquista il bene.
Signore, donaci capacità di ascolto sapienza e coraggio per fare le scelte giuste che ci uniscono a te.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!”.
Magnifico l'insegnamento di Gesù!
Oggi ci vengono offerte tre esortazioni .
La prima: "Non dare...", non sprecare le tue migliori energie in cose senza senso.
La seconda è una "regola d'oro" per operare sempre nella concordia e nella pace.
La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente si conquista il bene.
Signore, donaci capacità di ascolto sapienza e coraggio per fare le scelte giuste che ci uniscono a te.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi
rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo
produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e
gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Gesù ci offre un criterio importante che ci permette di verificare la bontà della vita: la qualità dei
frutti. " Un albero buono non può produrre frutti cattivi". Allora per essere "alberi buoni" bisogna ci siano buone radici: la fede. Un buon
tronco:le virtù. Dei rami forti e rigogliosi:le opere buone. La preghiera poi è l'acqua che deve abbeverare tutto l'albero. Signore, donaci la forza dello
Spirito Santo perché infonda in noi la linfa vitale della tua grazia, necessaria per portare frutti di amore e di carità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Gesù ci offre un criterio importante che ci permette di verificare la bontà della vita: la qualità dei frutti. " Un albero buono non può produrre frutti cattivi".
Allora per essere "alberi buoni" bisogna ci siano buone radici: la fede.
Un buon tronco:le virtù.
Dei rami forti e rigogliosi:le opere buone.
La preghiera poi è l'acqua che deve abbeverare tutto l'albero.
Signore, donaci la forza dello Spirito Santo perché infonda in noi la linfa vitale della tua grazia, necessaria per portare frutti di amore e di carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Gesù ci offre un criterio importante che ci permette di verificare la bontà della vita: la qualità dei frutti. " Un albero buono non può produrre frutti cattivi".
Allora per essere "alberi buoni" bisogna ci siano buone radici: la fede.
Un buon tronco:le virtù.
Dei rami forti e rigogliosi:le opere buone.
La preghiera poi è l'acqua che deve abbeverare tutto l'albero.
Signore, donaci la forza dello Spirito Santo perché infonda in noi la linfa vitale della tua grazia, necessaria per portare frutti di amore e di carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona solennità della Nascita di San Giovanni Battista. Vangelo secondo Luca 1,57-66.80 Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il
bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela
che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome».
Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per
tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo
bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua
manifestazione a Israele. Oggi festeggiamo la nascita di San Giovanni Battista, unico tra i santi ad essere ricordato nella nascita che nella morte. "Si chiamerà
Giovanni": il nome è imposto da Dio, per indicare la missione del Battista, esso infatti significa " Dio fa grazia, offre misericordia". Signore, ti
ringraziamo per averci dato S. Giovanni Battista come esempio di umiltà e obbedienza e vero testimone della tua Parola, fa che possiamo, con la nostra vita,
manifestarti ai fratelli che ti stanno ricercando. Buona giornata, don Pasqualino.
Buona solennità della Nascita di San Giovanni Battista.
Vangelo secondo Luca 1,57-66.80
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Oggi festeggiamo la nascita di San Giovanni Battista, unico tra i santi ad essere ricordato nella nascita che nella morte.
"Si chiamerà Giovanni": il nome è imposto da Dio, per indicare la missione del Battista, esso infatti significa " Dio fa grazia, offre misericordia".
Signore, ti ringraziamo per averci dato S. Giovanni Battista come esempio di umiltà e obbedienza e vero testimone della tua Parola, fa che possiamo, con la nostra vita, manifestarti ai fratelli che ti stanno ricercando.
Buona giornata, don Pasqualino.
Vangelo secondo Luca 1,57-66.80
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Oggi festeggiamo la nascita di San Giovanni Battista, unico tra i santi ad essere ricordato nella nascita che nella morte.
"Si chiamerà Giovanni": il nome è imposto da Dio, per indicare la missione del Battista, esso infatti significa " Dio fa grazia, offre misericordia".
Signore, ti ringraziamo per averci dato S. Giovanni Battista come esempio di umiltà e obbedienza e vero testimone della tua Parola, fa che possiamo, con la nostra vita, manifestarti ai fratelli che ti stanno ricercando.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 8, 1-4 Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se
vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo
a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». Gesù porta a compimento la sua opera: dopo aver
pregato il Padre ed insegnato con la sua Parola, annunziando a tutti il suo Vangelo, ora guarisce dalla malattia che annienta l'uomo. Il lebbroso è il simbolo
dell'uomo legato e incatenato e dal male fisico, come anche da quello spirituale; Gesù libera quest'uomo contemporaneamente dai due mali. Signore, guariscici
ogni giorno dalla lebbra del nostro peccato e purificandoci con la tua grazia donaci di poterti lodare con la nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 8, 1-4
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
Gesù porta a compimento la sua opera: dopo aver pregato il Padre ed insegnato con la sua Parola, annunziando a tutti il suo Vangelo, ora guarisce dalla malattia che annienta l'uomo.
Il lebbroso è il simbolo dell'uomo legato e incatenato e dal male fisico, come anche da quello spirituale; Gesù libera quest'uomo contemporaneamente dai due mali.
Signore, guariscici ogni giorno dalla lebbra del nostro peccato e purificandoci con la tua grazia donaci di poterti lodare con la nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
Gesù porta a compimento la sua opera: dopo aver pregato il Padre ed insegnato con la sua Parola, annunziando a tutti il suo Vangelo, ora guarisce dalla malattia che annienta l'uomo.
Il lebbroso è il simbolo dell'uomo legato e incatenato e dal male fisico, come anche da quello spirituale; Gesù libera quest'uomo contemporaneamente dai due mali.
Signore, guariscici ogni giorno dalla lebbra del nostro peccato e purificandoci con la tua grazia donaci di poterti lodare con la nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-17 In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in
casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio
tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un
altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi
dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo,
Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al
centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto
con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la
parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle
malattie”. È con grande umiltà e tanta fede che il centurione si avvicina a Gesù per chiedere la guarigione del suo servo. Il Signore, infatti, lo loda pubblicamente
per questo e la Chiesa ha conservato una delle sue espressioni per accostarsi a ricevere la comunione. La giornata di Gesù continua con la guarigione della suocera di
Pietro, che magari era necessaria in cucina e con la guarigione di tutti coloro che erano portati davanti alla casa. Senza sosta Gesù si fa tutto a tutti. Signore,
aumenta la nostra fede , donaci umiltà e fiducia, perché possiamo ottenere dalla tua misericordia le grazie che ti chiediamo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-17
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.
È con grande umiltà e tanta fede che il centurione si avvicina a Gesù per chiedere la guarigione del suo servo.
Il Signore, infatti, lo loda pubblicamente per questo e la Chiesa ha conservato una delle sue espressioni per accostarsi a ricevere la comunione.
La giornata di Gesù continua con la guarigione della suocera di Pietro, che magari era necessaria in cucina e con la guarigione di tutti coloro che erano portati davanti alla casa. Senza sosta Gesù si fa tutto a tutti.
Signore, aumenta la nostra fede , donaci umiltà e fiducia, perché possiamo ottenere dalla tua misericordia le grazie che ti chiediamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.
È con grande umiltà e tanta fede che il centurione si avvicina a Gesù per chiedere la guarigione del suo servo.
Il Signore, infatti, lo loda pubblicamente per questo e la Chiesa ha conservato una delle sue espressioni per accostarsi a ricevere la comunione.
La giornata di Gesù continua con la guarigione della suocera di Pietro, che magari era necessaria in cucina e con la guarigione di tutti coloro che erano portati davanti alla casa. Senza sosta Gesù si fa tutto a tutti.
Signore, aumenta la nostra fede , donaci umiltà e fiducia, perché possiamo ottenere dalla tua misericordia le grazie che ti chiediamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XIII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 5, 21-43 In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno
molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con
insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora
una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi
piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò
salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da
lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha
toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò
davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla
casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga:
«Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della
sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo
deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della
bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono
presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che nel
mistero del tuo Figlio povero e crocifisso hai voluto arricchirci di ogni bene, fa' che non temiamo la povertà e la croce, le difficoltà e le sofferenze, per
portare ai nostri fratelli il lieto annunzio e la gioia della vita nuova, nella fedeltà alla tua Parola."
Buona Domenica XIII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 5, 21-43
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel mistero del tuo Figlio povero e crocifisso hai voluto arricchirci di ogni bene, fa' che non temiamo la povertà e la croce, le difficoltà e le sofferenze, per portare ai nostri fratelli il lieto annunzio e la gioia della vita nuova, nella fedeltà alla tua Parola."
Dal Vangelo secondo Marco 5, 21-43
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel mistero del tuo Figlio povero e crocifisso hai voluto arricchirci di ogni bene, fa' che non temiamo la povertà e la croce, le difficoltà e le sofferenze, per portare ai nostri fratelli il lieto annunzio e la gioia della vita nuova, nella fedeltà alla tua Parola."
Ultimo aggiornamento: giu 27, 2021 6:39:55pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 8,18-22 In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse:
«Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il
capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti
seppelliscano i loro morti». Gesù è molto esigente per coloro che vogliono seguirlo, devono farlo secondo le sue condizioni. Esse presuppongono una capacità radicale di
rinuncia alle realtà del mondo e una attenta adesione alla persona e alla vita del Maestro. Non può esserci qualcuno o qualcosa che possa "distrarli" o
anteporsi alle scelte chiare e precise della sequela. Signore, sostienici nelle nostre scelte, fa' che possiamo vivere la nostra vita sempre secondo la tua divina
volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 8,18-22
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Gesù è molto esigente per coloro che vogliono seguirlo, devono farlo secondo le sue condizioni.
Esse presuppongono una capacità radicale di rinuncia alle realtà del mondo e una attenta adesione alla persona e alla vita del Maestro.
Non può esserci qualcuno o qualcosa che possa "distrarli" o anteporsi alle scelte chiare e precise della sequela.
Signore, sostienici nelle nostre scelte, fa' che possiamo vivere la nostra vita sempre secondo la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Gesù è molto esigente per coloro che vogliono seguirlo, devono farlo secondo le sue condizioni.
Esse presuppongono una capacità radicale di rinuncia alle realtà del mondo e una attenta adesione alla persona e alla vita del Maestro.
Non può esserci qualcuno o qualcosa che possa "distrarli" o anteporsi alle scelte chiare e precise della sequela.
Signore, sostienici nelle nostre scelte, fa' che possiamo vivere la nostra vita sempre secondo la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità dei Santi Pietro e Paolo. Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse
loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona,
perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze
degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai
sulla terra sarà sciolto nei cieli». In questa grande festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di
Pietro e la conseguente consegna delle "chiavi" da parte di Gesù. È la testimonianza data a Cristo , fino alla morte, che connota particolarmente i due grandi
Apostoli. Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo. Paolo,
il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo. Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo
essere fedeli sino al termine della nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Buona Solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
In questa grande festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro e la conseguente consegna delle "chiavi" da parte di Gesù.
È la testimonianza data a Cristo , fino alla morte, che connota particolarmente i due grandi Apostoli.
Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo.
Paolo, il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo.
Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo essere fedeli sino al termine della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
In questa grande festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro e la conseguente consegna delle "chiavi" da parte di Gesù.
È la testimonianza data a Cristo , fino alla morte, che connota particolarmente i due grandi Apostoli.
Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo.
Paolo, il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo.
Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo essere fedeli sino al termine della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 8,28-34 In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro;
erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del
tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei
porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I
mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro,
lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio. L'amore di Gesù non ha limiti o tentennamenti, Egli agisce solo ed esclusivamente per il bene della persona, per
salvare l'uomo. Rendiamoci conto che solo il Signore Gesù può liberarci dal male e da tutti i condizionamenti che esso, con forti lacci, dispone sulla nostra
strada. Solo Gesù Cristo ci libera! Facciamoci quindi liberare ogni giorno dagli egoismi, dall'orgoglio, dalla superbia, dall'ira, dall'invidia, dalla
gelosia, dalle impurità e da tutto ciò che ammorba il nostro cuore. Signore, abbi pietà e salvaci con la tua infinita misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 8,28-34
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
L'amore di Gesù non ha limiti o tentennamenti, Egli agisce solo ed esclusivamente per il bene della persona, per salvare l'uomo.
Rendiamoci conto che solo il Signore Gesù può liberarci dal male e da tutti i condizionamenti che esso, con forti lacci, dispone sulla nostra strada.
Solo Gesù Cristo ci libera!
Facciamoci quindi liberare ogni giorno dagli egoismi, dall'orgoglio, dalla superbia, dall'ira, dall'invidia, dalla gelosia, dalle impurità e da tutto ciò che ammorba il nostro cuore.
Signore, abbi pietà e salvaci con la tua infinita misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
L'amore di Gesù non ha limiti o tentennamenti, Egli agisce solo ed esclusivamente per il bene della persona, per salvare l'uomo.
Rendiamoci conto che solo il Signore Gesù può liberarci dal male e da tutti i condizionamenti che esso, con forti lacci, dispone sulla nostra strada.
Solo Gesù Cristo ci libera!
Facciamoci quindi liberare ogni giorno dagli egoismi, dall'orgoglio, dalla superbia, dall'ira, dall'invidia, dalla gelosia, dalle impurità e da tutto ciò che ammorba il nostro cuore.
Signore, abbi pietà e salvaci con la tua infinita misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
«Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
(Mt 19, 21)
Oggi i Giovanissimi di Azione Cattolica si sono ritrovati per vivere insieme una giornata di ritiro in preparazione al sacramento della Confermazione🕊️💒
#Gvv
(Mt 19, 21)
Oggi i Giovanissimi di Azione Cattolica si sono ritrovati per vivere insieme una giornata di ritiro in preparazione al sacramento della Confermazione🕊️💒
#Gvv
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,1-8 In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su
un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma
Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire
“Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo
letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli
uomini. Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio. I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo,
nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano. Di fronte a questi segni e al Vangelo che ce li tramanda facciamo sempre il nostro atto di
fede nel Figlio di Dio, che Risorto e asceso al Cielo, oggi è presente fra noi e continua ancora ad offrirci benefici. Signore, donaci fede ed umile docilità alla tua
divina volontà e al tuo disegno di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,1-8
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio.
I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo, nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano.
Di fronte a questi segni e al Vangelo che ce li tramanda facciamo sempre il nostro atto di fede nel Figlio di Dio, che Risorto e asceso al Cielo, oggi è presente fra noi e continua ancora ad offrirci benefici.
Signore, donaci fede ed umile docilità alla tua divina volontà e al tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio.
I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo, nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano.
Di fronte a questi segni e al Vangelo che ce li tramanda facciamo sempre il nostro atto di fede nel Figlio di Dio, che Risorto e asceso al Cielo, oggi è presente fra noi e continua ancora ad offrirci benefici.
Signore, donaci fede ed umile docilità alla tua divina volontà e al tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,9-13 In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano
ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Quanto è
consolante questa pagina di Vangelo! Infatti la chiamata di S. Matteo ci offre la possibilità di contemplare tutta l'onnipotenza misericordiosa del Padre e di
Gesù. Solo Dio può trasformare così un uomo! Gesù ricerca i peccatori per convertirli e portarli a salvezza. Sentiamoci anche noi invitati alla mensa dell'amore e
del perdono con tanti fratelli affaticati dalle prove della vita e desiderosi di gioia e di pace. Signore, grazie per il tuo amore e perché non ci hai mai abbandonati
nelle difficoltà e non hai permesso al male di prevalere. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Quanto è consolante questa pagina di Vangelo!
Infatti la chiamata di S. Matteo ci offre la possibilità di contemplare tutta l'onnipotenza misericordiosa del Padre e di Gesù. Solo Dio può trasformare così un uomo!
Gesù ricerca i peccatori per convertirli e portarli a salvezza.
Sentiamoci anche noi invitati alla mensa dell'amore e del perdono con tanti fratelli affaticati dalle prove della vita e desiderosi di gioia e di pace.
Signore, grazie per il tuo amore e perché non ci hai mai abbandonati nelle difficoltà e non hai permesso al male di prevalere.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Quanto è consolante questa pagina di Vangelo!
Infatti la chiamata di S. Matteo ci offre la possibilità di contemplare tutta l'onnipotenza misericordiosa del Padre e di Gesù. Solo Dio può trasformare così un uomo!
Gesù ricerca i peccatori per convertirli e portarli a salvezza.
Sentiamoci anche noi invitati alla mensa dell'amore e del perdono con tanti fratelli affaticati dalle prove della vita e desiderosi di gioia e di pace.
Signore, grazie per il tuo amore e perché non ci hai mai abbandonati nelle difficoltà e non hai permesso al male di prevalere.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 20,24-29 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il
Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io
non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi
disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso:
«Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». L' apostolo Tommaso non vuole
credere alla Risurrezione di Gesù e si ostina a chiedere le prove concrete: prove che Gesù stesso, comparso ai discepoli una seconda volta, gli fornisce insieme ad un
garbato rimprovero. Tommaso allora esprime una formula di fede che possiamo fare sempre nostra di fronte a Gesù: "Mio Signore e mio Dio"! Signore, liberaci da
ogni incredulità, donaci sempre il coraggio e la forza di una fede senza riserve, capace di annunziare al mondo la meravigliosa realtà della tua risurrezione e della
tua presenza salvifica in mezzo a noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,24-29
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
L' apostolo Tommaso non vuole credere alla Risurrezione di Gesù e si ostina a chiedere le prove concrete: prove che Gesù stesso, comparso ai discepoli una seconda volta, gli fornisce insieme ad un garbato rimprovero.
Tommaso allora esprime una formula di fede che possiamo fare sempre nostra di fronte a Gesù: "Mio Signore e mio Dio"!
Signore, liberaci da ogni incredulità, donaci sempre il coraggio e la forza di una fede senza riserve, capace di annunziare al mondo la meravigliosa realtà della tua risurrezione e della tua presenza salvifica in mezzo a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
L' apostolo Tommaso non vuole credere alla Risurrezione di Gesù e si ostina a chiedere le prove concrete: prove che Gesù stesso, comparso ai discepoli una seconda volta, gli fornisce insieme ad un garbato rimprovero.
Tommaso allora esprime una formula di fede che possiamo fare sempre nostra di fronte a Gesù: "Mio Signore e mio Dio"!
Signore, liberaci da ogni incredulità, donaci sempre il coraggio e la forza di una fede senza riserve, capace di annunziare al mondo la meravigliosa realtà della tua risurrezione e della tua presenza salvifica in mezzo a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: lug 03, 2021 6:02:05pm
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Buona Domenica XIV del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6 In quel tempo, venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise
a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i
prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle,
non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa
sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi
d’intorno, insegnando. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, togli il velo dai nostri occhi e donaci la luce dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la tua gloria
nell'umiliazione del tuo Figlio e nella nostra infermità umana sperimentiamo la potenza della sua risurrezione."
Buona Domenica XIV del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6
In quel tempo, venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, togli il velo dai nostri occhi e donaci la luce dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la tua gloria nell'umiliazione del tuo Figlio e nella nostra infermità umana sperimentiamo la potenza della sua risurrezione."
Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6
In quel tempo, venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, togli il velo dai nostri occhi e donaci la luce dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la tua gloria nell'umiliazione del tuo Figlio e nella nostra infermità umana sperimentiamo la potenza della sua risurrezione."
Ultimo aggiornamento: lug 04, 2021 6:47:44pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,18-26 In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni,
imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si
avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide
e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in
agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e
la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Quanta compassione, quanta misericordia e quanto amore Gesù ha manifestato in questi episodi
raccontati dal vangelo! La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il
capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il
lembo del mantello. Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,18-26
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Quanta compassione, quanta misericordia e quanto amore Gesù ha manifestato in questi episodi raccontati dal vangelo!
La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il lembo del mantello.
Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Quanta compassione, quanta misericordia e quanto amore Gesù ha manifestato in questi episodi raccontati dal vangelo!
La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il lembo del mantello.
Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,32-38 In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle,
prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù
percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle,
ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli
operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Gesù è pieno di compassione , ci guarisce dalle nostre chiusure, dalle nostre
incertezze, dai nostri mutismi. Egli riesce a farci cantare la vita, la gloria di Dio. Ma dal cuore di Cristo viene anche una forte esortazione: "pregate il
padrone della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo. Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo
campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,32-38
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Gesù è pieno di compassione , ci guarisce dalle nostre chiusure, dalle nostre incertezze, dai nostri mutismi.
Egli riesce a farci cantare la vita, la gloria di Dio.
Ma dal cuore di Cristo viene anche una forte esortazione: "pregate il padrone della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo.
Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Gesù è pieno di compassione , ci guarisce dalle nostre chiusure, dalle nostre incertezze, dai nostri mutismi.
Egli riesce a farci cantare la vita, la gloria di Dio.
Ma dal cuore di Cristo viene anche una forte esortazione: "pregate il padrone della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo.
Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,1-7 In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni
malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello;
Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i
Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa
d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele. Da notare che
in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico. Il vangelo non fa sconti a nessuno e
appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede. La loro missione sarà quella di consolare e
confortare, liberare e guarire i cuori ed offrire misericordia e speranza. Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e
fedeli della tua Parola che salva. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,1-7
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele.
Da notare che in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico.
Il vangelo non fa sconti a nessuno e appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede.
La loro missione sarà quella di consolare e confortare, liberare e guarire i cuori ed offrire misericordia e speranza.
Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e fedeli della tua Parola che salva.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele.
Da notare che in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico.
Il vangelo non fa sconti a nessuno e appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede.
La loro missione sarà quella di consolare e confortare, liberare e guarire i cuori ed offrire misericordia e speranza.
Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e fedeli della tua Parola che salva.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-15 In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi,
risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre
cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate
chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se
non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la
polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». C'è una
"regola" molto chiara che in primo luogo deve contraddistinguere la missione degli inviati da parte di Gesù: la gratuità, "gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date"! In secondo luogo è una missione capace di rendere presente il Signore, Maestro e Medico celeste. In terzo luogo essa è tempo di misericordia,
di liberazione e consolazione, perché tutti coloro che lo desiderano possano accogliere con gioia i benefici della salvezza. Signore, donaci lo spirito di povertà per
potere accogliere e diffondere in abbondanza i tuoi doni di salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi
lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
C'è una "regola" molto chiara che in primo luogo deve contraddistinguere la missione degli inviati da parte di Gesù: la gratuità, "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"!
In secondo luogo è una missione capace di rendere presente il Signore, Maestro e Medico celeste.
In terzo luogo essa è tempo di misericordia, di liberazione e consolazione, perché tutti coloro che lo desiderano possano accogliere con gioia i benefici della salvezza.
Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere e diffondere in abbondanza i tuoi doni di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi
lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
C'è una "regola" molto chiara che in primo luogo deve contraddistinguere la missione degli inviati da parte di Gesù: la gratuità, "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"!
In secondo luogo è una missione capace di rendere presente il Signore, Maestro e Medico celeste.
In terzo luogo essa è tempo di misericordia, di liberazione e consolazione, perché tutti coloro che lo desiderano possano accogliere con gioia i benefici della salvezza.
Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere e diffondere in abbondanza i tuoi doni di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,16-23 In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e
semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori
e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in
quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il
figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà
salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il
Figlio dell’uomo». Continua il tema della missione e Gesù vuole praticamente dirci che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena di
insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che
parlerà per noi. Allora fiducia senza riserva, capace di vincere ogni possibile paura. Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e
tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,16-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Continua il tema della missione e Gesù vuole praticamente dirci che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena di insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi.
Allora fiducia senza riserva, capace di vincere ogni possibile paura.
Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Continua il tema della missione e Gesù vuole praticamente dirci che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena di insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi.
Allora fiducia senza riserva, capace di vincere ogni possibile paura.
Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10, 24-33 In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è
sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della
sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno
potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un
soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi
valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà
davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». "Non abbiate paura": è ripetuto per ben tre volte da Gesù, un richiamo ad
aver fiducia nella "custodia" del Signore. Sono, queste parole, un incoraggiamento a seguirlo sulla via della verità e dell'amore, confidando
nell'aiuto provvidenziale di Dio. Le parole di sapienza continuano. È sufficiente che il discepolo diventi come il maestro. Non c'è nulla di nascosto che non
venga svelato. Bisogna guardarsi da chi insidia la vita della nostra anima, anche se Dio veglia su di noi e conosce perfettamente quanti capelli abbiamo. Signore,
fa' che possiamo essere perseveranti nella fede e riconoscerti con amore in ogni azione della nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10, 24-33
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
"Non abbiate paura": è ripetuto per ben tre volte da Gesù, un richiamo ad aver fiducia nella "custodia" del Signore. Sono, queste parole, un incoraggiamento a seguirlo sulla via della verità e dell'amore, confidando nell'aiuto provvidenziale di Dio.
Le parole di sapienza continuano.
È sufficiente che il discepolo diventi come il maestro.
Non c'è nulla di nascosto che non venga svelato.
Bisogna guardarsi da chi insidia la vita della nostra anima, anche se Dio veglia su di noi e conosce perfettamente quanti capelli abbiamo.
Signore, fa' che possiamo essere perseveranti nella fede e riconoscerti con amore in ogni azione della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
"Non abbiate paura": è ripetuto per ben tre volte da Gesù, un richiamo ad aver fiducia nella "custodia" del Signore. Sono, queste parole, un incoraggiamento a seguirlo sulla via della verità e dell'amore, confidando nell'aiuto provvidenziale di Dio.
Le parole di sapienza continuano.
È sufficiente che il discepolo diventi come il maestro.
Non c'è nulla di nascosto che non venga svelato.
Bisogna guardarsi da chi insidia la vita della nostra anima, anche se Dio veglia su di noi e conosce perfettamente quanti capelli abbiamo.
Signore, fa' che possiamo essere perseveranti nella fede e riconoscerti con amore in ogni azione della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XV del tempo ordinario. Dal Vangelo secondo Marco 6, 7-13 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere
sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di
non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi
ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse,
scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Preghiera sul Vangelo: "Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio
Gesù, l'amato, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell'uomo; colmaci del tuo Santo Spirito, perché possiamo annunciarlo ai
fratelli con la fede e con le opere."
Buona Domenica XV del tempo ordinario.
Dal Vangelo secondo Marco 6, 7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Preghiera sul Vangelo:
"Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio Gesù, l'amato, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell'uomo; colmaci del tuo Santo Spirito, perché possiamo annunciarlo ai fratelli con la fede e con le opere."
Dal Vangelo secondo Marco 6, 7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Preghiera sul Vangelo:
"Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio Gesù, l'amato, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell'uomo; colmaci del tuo Santo Spirito, perché possiamo annunciarlo ai fratelli con la fede e con le opere."
Ultimo aggiornamento: lug 11, 2021 6:40:46pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,34 – 11,1 In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare
non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua
casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è
degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi
accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto,
avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non
perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Il
Signore oggi vuole semplicemente dirci che siamo chiamati a scelte decisive e liberanti, sono scelte di amore che comportano chiare prese di posizione, che non lasciano
margini a nessun compromesso. Sono scelte di libertà che aprono al dialogo e al servizio. Solo chi comprende che la vita è dono di Dio potrà spenderla per gli altri e
non tenerla gelosamente chiusa nella prigione del proprio egoismo. Signore, donaci sempre la grazia di amarti con tutto noi stessi e apri il nostro cuore alla
generosità e alla capacità di metterci a servizio di tutti per poter seguire con coraggio e fedeltà il tuo santo volere. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,34 – 11,1
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Il Signore oggi vuole semplicemente dirci che siamo chiamati a scelte decisive e liberanti, sono scelte di amore che comportano chiare prese di posizione, che non lasciano margini a nessun compromesso.
Sono scelte di libertà che aprono al dialogo e al servizio.
Solo chi comprende che la vita è dono di Dio potrà spenderla per gli altri e non tenerla gelosamente chiusa nella prigione del proprio egoismo.
Signore, donaci sempre la grazia di amarti con tutto noi stessi e apri il nostro cuore alla generosità e alla capacità di metterci a servizio di tutti per poter seguire con coraggio e fedeltà il tuo santo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Il Signore oggi vuole semplicemente dirci che siamo chiamati a scelte decisive e liberanti, sono scelte di amore che comportano chiare prese di posizione, che non lasciano margini a nessun compromesso.
Sono scelte di libertà che aprono al dialogo e al servizio.
Solo chi comprende che la vita è dono di Dio potrà spenderla per gli altri e non tenerla gelosamente chiusa nella prigione del proprio egoismo.
Signore, donaci sempre la grazia di amarti con tutto noi stessi e apri il nostro cuore alla generosità e alla capacità di metterci a servizio di tutti per poter seguire con coraggio e fedeltà il tuo santo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24 In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano
convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse,
vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu,
Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa
esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». Anche Gesù si "sfoga"! Lo fa di
fronte alle città in cui ha operato per la scarsa rispondenza alla sua predicazione e ai prodigi ivi compiuti. È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche
noi. Cerchiamo di non dare mai a Dio occasione di lamentela sulle risposte alla sua azione di grazia. L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione deve
essere accolto ogni giorno, come singoli, così come comunità cristiana. Lasciamoci rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine. Signore,
abbi pietà di noi e donaci pace e serenità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Anche Gesù si "sfoga"! Lo fa di fronte alle città in cui ha operato per la scarsa rispondenza alla sua predicazione e ai prodigi ivi compiuti.
È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
Cerchiamo di non dare mai a Dio occasione di lamentela sulle risposte alla sua azione di grazia.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione deve essere accolto ogni giorno, come singoli, così come comunità cristiana.
Lasciamoci rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine.
Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e serenità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Anche Gesù si "sfoga"! Lo fa di fronte alle città in cui ha operato per la scarsa rispondenza alla sua predicazione e ai prodigi ivi compiuti.
È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
Cerchiamo di non dare mai a Dio occasione di lamentela sulle risposte alla sua azione di grazia.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione deve essere accolto ogni giorno, come singoli, così come comunità cristiana.
Lasciamoci rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine.
Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e serenità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-27 In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai
dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non
il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo
mistero a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto. Dio si rivolge ai piccoli, cioè a coloro che sono umili di cuore, perché trova
immediatamente sincera accoglienza. È Gesù stesso che annunzia e quindi fa conoscere il mistero d'amore della Trinità. Solo se apriamo il cuore al Signore Gesù
possiamo entrare nell'infinito regno della misericordia di Dio e poter godere della pace e della gioia che da essa scaturiscono. Signore, grazie per la tua
misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-27
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo mistero a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto.
Dio si rivolge ai piccoli, cioè a coloro che sono umili di cuore, perché trova immediatamente sincera accoglienza.
È Gesù stesso che annunzia e quindi fa conoscere il mistero d'amore della Trinità. Solo se apriamo il cuore al Signore Gesù possiamo entrare nell'infinito regno della misericordia di Dio e poter godere della pace e della gioia che da essa scaturiscono.
Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo mistero a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto.
Dio si rivolge ai piccoli, cioè a coloro che sono umili di cuore, perché trova immediatamente sincera accoglienza.
È Gesù stesso che annunzia e quindi fa conoscere il mistero d'amore della Trinità. Solo se apriamo il cuore al Signore Gesù possiamo entrare nell'infinito regno della misericordia di Dio e poter godere della pace e della gioia che da essa scaturiscono.
Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,28-30 In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra
di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Accogliamo e
accettiamo l'invito di Gesù, il "ristoro" è certo ed efficace. La sua è una "imposizione " d'amore che si rivela liberante e salvifica.
Signore , donaci il tuo Santo Spirito che ci aiuti ad accettare il tuo dolce invito e possa introdurci alla tua presenza e a quella del Padre per poter danzare la vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,28-30
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Accogliamo e accettiamo l'invito di Gesù, il "ristoro" è certo ed efficace.
La sua è una "imposizione " d'amore che si rivela liberante e salvifica.
Signore , donaci il tuo Santo Spirito che ci aiuti ad accettare il tuo dolce invito e possa introdurci alla tua presenza e a quella del Padre per poter danzare la vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Accogliamo e accettiamo l'invito di Gesù, il "ristoro" è certo ed efficace.
La sua è una "imposizione " d'amore che si rivela liberante e salvifica.
Signore , donaci il tuo Santo Spirito che ci aiuti ad accettare il tuo dolce invito e possa introdurci alla tua presenza e a quella del Padre per poter danzare la vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,1-8 In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle
spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non
avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi
compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono
senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste
condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Gesù offre il senso vero della vita e chiama a vivere la legge in maniera tale che
ogni persona possa essere veramente libera. L' autore della vita è anche colui che la regola e lo fa sempre a nostro favore. Misericordia, giustizia e pace sono le
dimensioni che sorreggono la legge di Dio. Signore, grazie perché oltre al tuo amore, ci offri tutto quello che è necessario a vivere una vita buona e santa. Buona
giornata, don Pasqualino. [Memoria della B. V. Maria del monte Carmelo] Benedetta sei tu, Vergine Maria, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne della terra:
Egli ha magnificato il tuo nome, non verrà meno la tua lode sulla bocca degli uomini.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,1-8
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Gesù offre il senso vero della vita e chiama a vivere la legge in maniera tale che ogni persona possa essere veramente libera.
L' autore della vita è anche colui che la regola e lo fa sempre a nostro favore. Misericordia, giustizia e pace sono le dimensioni che sorreggono la legge di Dio.
Signore, grazie perché oltre al tuo amore, ci offri tutto quello che è necessario a vivere una vita buona e santa.
Buona giornata, don Pasqualino.
[Memoria della B. V. Maria del monte Carmelo] Benedetta sei tu, Vergine Maria, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne della terra: Egli ha magnificato il tuo nome, non verrà meno la tua lode sulla bocca degli uomini.
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Gesù offre il senso vero della vita e chiama a vivere la legge in maniera tale che ogni persona possa essere veramente libera.
L' autore della vita è anche colui che la regola e lo fa sempre a nostro favore. Misericordia, giustizia e pace sono le dimensioni che sorreggono la legge di Dio.
Signore, grazie perché oltre al tuo amore, ci offri tutto quello che è necessario a vivere una vita buona e santa.
Buona giornata, don Pasqualino.
[Memoria della B. V. Maria del monte Carmelo] Benedetta sei tu, Vergine Maria, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne della terra: Egli ha magnificato il tuo nome, non verrà meno la tua lode sulla bocca degli uomini.
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21 In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là.
Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo,
che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né
griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel
suo nome spereranno le nazioni». Le profezie si compiono perfettamente in Gesù e tutta la Scrittura parla di Lui. Egli è l'unico Salvatore! La sua salvezza si
compie con la misericordia e il perdono e si attua nell'amore, attraverso il dono della sua vita. Signore, fa che crediamo sempre con gioia al tuo amore dolce,
mite e fedele e non ci venga mai meno la speranza e la consolazione. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Le profezie si compiono perfettamente in Gesù e tutta la Scrittura parla di Lui.
Egli è l'unico Salvatore!
La sua salvezza si compie con la misericordia e il perdono e si attua nell'amore, attraverso il dono della sua vita.
Signore, fa che crediamo sempre con gioia al tuo amore dolce, mite e fedele e non ci venga mai meno la speranza e la consolazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Le profezie si compiono perfettamente in Gesù e tutta la Scrittura parla di Lui.
Egli è l'unico Salvatore!
La sua salvezza si compie con la misericordia e il perdono e si attua nell'amore, attraverso il dono della sua vita.
Signore, fa che crediamo sempre con gioia al tuo amore dolce, mite e fedele e non ci venga mai meno la speranza e la consolazione.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XVI del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34 In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che
avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli
che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e
capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore
che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Preghiera sul Vangelo: "Dona ancora, o Padre, alla tua Chiesa, convocata per la Pasqua settimanale,
di gustare nella Parola e nel Pane di vita la presenza del tuo Figlio, perché riconosciamo in lui il vero profeta e pastore, che ci guida alle sorgenti della gioia
eterna."
Buona Domenica XVI del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Preghiera sul Vangelo:
"Dona ancora, o Padre, alla tua Chiesa, convocata per la Pasqua settimanale, di gustare nella Parola e nel Pane di vita la presenza del tuo Figlio, perché riconosciamo in lui il vero profeta e pastore, che ci guida alle sorgenti della gioia eterna."
Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Preghiera sul Vangelo:
"Dona ancora, o Padre, alla tua Chiesa, convocata per la Pasqua settimanale, di gustare nella Parola e nel Pane di vita la presenza del tuo Figlio, perché riconosciamo in lui il vero profeta e pastore, che ci guida alle sorgenti della gioia eterna."
Ultimo aggiornamento: lug 18, 2021 6:34:01pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,38-42 In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una
generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre
notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro
questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la
regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco,
qui vi è uno più grande di Salomone!». Il segno che Gesù ha offerto e lasciato è quello del suo mistero pasquale di morte e Risurrezione. Guardiamo a lui che porta
salvezza con la sua Parola, più che il profeta Giona e con la forza del suo regno, più del sapiente re Salomone. Signore, grazie per il mistero della tua presenza fra
noi, fa' che con gioia possiamo sempre accoglierti e proseguire il cammino con te. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,38-42
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Il segno che Gesù ha offerto e lasciato è quello del suo mistero pasquale di morte e Risurrezione. Guardiamo a lui che porta salvezza con la sua Parola, più che il profeta Giona e con la forza del suo regno, più del sapiente re Salomone.
Signore, grazie per il mistero della tua presenza fra noi, fa' che con gioia possiamo sempre accoglierti e proseguire il cammino con te.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Il segno che Gesù ha offerto e lasciato è quello del suo mistero pasquale di morte e Risurrezione. Guardiamo a lui che porta salvezza con la sua Parola, più che il profeta Giona e con la forza del suo regno, più del sapiente re Salomone.
Signore, grazie per il mistero della tua presenza fra noi, fa' che con gioia possiamo sempre accoglierti e proseguire il cammino con te.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,46-50 In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i
miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli,
egli è per me fratello, sorella e madre». Più che il legame della carne è importante quello dello Spirito. Gli affetti e l'amore che ci legano a Gesù per seguirlo,
devono, allo stesso tempo, legarci ad ogni fratello o sorella per servirli. Signore, grazie per il tuo Santo Spirito d'amore che ci offre il dono stupendo
dell'amicizia e ci rende tuoi familiari e parenti di tutti gli uomini. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,46-50
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Più che il legame della carne è importante quello dello Spirito.
Gli affetti e l'amore che ci legano a Gesù per seguirlo, devono, allo stesso tempo, legarci ad ogni fratello o sorella per servirli.
Signore, grazie per il tuo Santo Spirito d'amore che ci offre il dono stupendo dell'amicizia e ci rende tuoi familiari e parenti di tutti gli uomini.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Più che il legame della carne è importante quello dello Spirito.
Gli affetti e l'amore che ci legano a Gesù per seguirlo, devono, allo stesso tempo, legarci ad ogni fratello o sorella per servirli.
Signore, grazie per il tuo Santo Spirito d'amore che ci offre il dono stupendo dell'amicizia e ci rende tuoi familiari e parenti di tutti gli uomini.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,1-9 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a
sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una
parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il
terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra
parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gesù è la Parola che il Padre ha inviato ed è il
Maestro che dobbiamo ascoltare. Ecco allora che bisogna preparare il cuore e renderlo umile e ricettivo, genereso e fecondo, come terreno buono che produce frutto
sufficiente o addirittura abbondante. Signore, grazie perché semini continuamente in noi la tua Parola di salvezza, fa' che ci rendiamo terreno favorevole e
propizio capaci di donare frutti sempre più abbondanti di amore e di pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,1-9
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gesù è la Parola che il Padre ha inviato ed è il Maestro che dobbiamo ascoltare.
Ecco allora che bisogna preparare il cuore e renderlo umile e ricettivo, genereso e fecondo, come terreno buono che produce frutto sufficiente o addirittura abbondante.
Signore, grazie perché semini continuamente in noi la tua Parola di salvezza, fa' che ci rendiamo terreno favorevole e propizio capaci di donare frutti sempre più abbondanti di amore e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gesù è la Parola che il Padre ha inviato ed è il Maestro che dobbiamo ascoltare.
Ecco allora che bisogna preparare il cuore e renderlo umile e ricettivo, genereso e fecondo, come terreno buono che produce frutto sufficiente o addirittura abbondante.
Signore, grazie perché semini continuamente in noi la tua Parola di salvezza, fa' che ci rendiamo terreno favorevole e propizio capaci di donare frutti sempre più abbondanti di amore e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18 Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra
era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il mio Signore dal
sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in
bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro:
«Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù:
«Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a
prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono
ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai
discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Il Vangelo ci riporta il primo annunzio della Risurrezione fatto alla Maddalena. È Gesù stesso che si mostra
a lei offrendole, per prima, la gioia di vederlo risorto. Che bello il susseguirsi dei nomi: "Maria", "Maestro", che indica l'affetto e la
vicinanza profonda verso la persona chiamata e il bisogno dell'annuncio di gioia fatto immediatamente ai suoi, che manifesta l'animo colmo di gioia di Maria
Maddalena. Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il mio Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Il Vangelo ci riporta il primo annunzio della Risurrezione fatto alla Maddalena. È Gesù stesso che si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di vederlo risorto.
Che bello il susseguirsi dei nomi: "Maria", "Maestro", che indica l'affetto e la vicinanza profonda verso la persona chiamata e il bisogno dell'annuncio di gioia fatto immediatamente ai suoi, che manifesta l'animo colmo di gioia di Maria Maddalena.
Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il mio Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Il Vangelo ci riporta il primo annunzio della Risurrezione fatto alla Maddalena. È Gesù stesso che si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di vederlo risorto.
Che bello il susseguirsi dei nomi: "Maria", "Maestro", che indica l'affetto e la vicinanza profonda verso la persona chiamata e il bisogno dell'annuncio di gioia fatto immediatamente ai suoi, che manifesta l'animo colmo di gioia di Maria Maddalena.
Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta
frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io
in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane
in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo
gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio:
che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Oggi festa di santa Brigida di Svezia. Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci. Il
tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non
è in grado di portare frutti di bene. Potato per tempo, comunque, il tralcio può riprendere il suo vigore. Ecco il valore prezioso della sofferenza. Signore, vera vite,
donaci di essere tralci che portano frutti di pace e di amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Oggi festa di santa Brigida di Svezia.
Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci.
Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene.
Potato per tempo, comunque, il tralcio può riprendere il suo vigore. Ecco il valore prezioso della sofferenza.
Signore, vera vite, donaci di essere tralci che portano frutti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Oggi festa di santa Brigida di Svezia.
Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci.
Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene.
Potato per tempo, comunque, il tralcio può riprendere il suo vigore. Ecco il valore prezioso della sofferenza.
Signore, vera vite, donaci di essere tralci che portano frutti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,24-30 In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon
seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto,
spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la
zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che,
raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai
mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”». Bene e male convivono nel mondo e persino nel
nostro cuore stanno insieme. Bisogna che vegliamo sempre con grande attenzione a che la zizzania del male non soffochi la purezza e la bontà del grano. Dio è unico ed è
il Dio dell'amore e della misericordia, della giustizia e della pace e allora tutto sarà ricondotto a lui, perché sia il bene a risplendere per sempre. Signore,
aiutaci ad aver pazienza e perseveranza, noi vogliamo fare la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,24-30
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
Bene e male convivono nel mondo e persino nel nostro cuore stanno insieme.
Bisogna che vegliamo sempre con grande attenzione a che la zizzania del male non soffochi la purezza e la bontà del grano.
Dio è unico ed è il Dio dell'amore e della misericordia, della giustizia e della pace e allora tutto sarà ricondotto a lui, perché sia il bene a risplendere per sempre.
Signore, aiutaci ad aver pazienza e perseveranza, noi vogliamo fare la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
Bene e male convivono nel mondo e persino nel nostro cuore stanno insieme.
Bisogna che vegliamo sempre con grande attenzione a che la zizzania del male non soffochi la purezza e la bontà del grano.
Dio è unico ed è il Dio dell'amore e della misericordia, della giustizia e della pace e allora tutto sarà ricondotto a lui, perché sia il bene a risplendere per sempre.
Signore, aiutaci ad aver pazienza e perseveranza, noi vogliamo fare la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XVII del Tempo Ordinario. Buona festa di S. Giacomo. Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-15 In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea,
cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era
vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché
costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non
sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha
cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano
circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando
furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque
pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel
mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che nella Pasqua
domenicale ci chiami a condividere la mensa della Parola e il Pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia
saziata ogni nostra fame del corpo e dello spirito."
Buona Domenica XVII del Tempo Ordinario.
Buona festa di S. Giacomo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere la mensa della Parola e il Pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni nostra fame del corpo e dello spirito."
Buona festa di S. Giacomo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere la mensa della Parola e il Pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni nostra fame del corpo e dello spirito."
Ultimo aggiornamento: lug 25, 2021 6:47:01pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,31-35 In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un
uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che
vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e
impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si
adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Nel ricordo dei genitori della
Vergine Maria, Gioacchino ed Anna, il Vangelo ci offre Gesù che ci parla del Regno di Dio che è tra noi e ce lo spiega attraverso delle brevi parabole che ci fanno
intuire il mistero. La vita di Dio si diffonde in noi e tra noi come lo sviluppo di un seme che può diventare albero e come il lievito che fermenta la farina.
L'azione di Dio, della sua grazia , ci pervade misteriosamente, dobbiamo assecondarla e farla operare attraverso la nostra disponibilità e l'appassionata
accoglienza. Signore, grazie per la tua provvidente misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,31-35
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Nel ricordo dei genitori della Vergine Maria, Gioacchino ed Anna, il Vangelo ci offre Gesù che ci parla del Regno di Dio che è tra noi e ce lo spiega attraverso delle brevi parabole che ci fanno intuire il mistero. La vita di Dio si diffonde in noi e tra noi come lo sviluppo di un seme che può diventare albero e come il lievito che fermenta la farina.
L'azione di Dio, della sua grazia , ci pervade misteriosamente, dobbiamo assecondarla e farla operare attraverso la nostra disponibilità e l'appassionata accoglienza.
Signore, grazie per la tua provvidente misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola: «Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami». Un’altra parabola disse loro: «Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti». Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Nel ricordo dei genitori della Vergine Maria, Gioacchino ed Anna, il Vangelo ci offre Gesù che ci parla del Regno di Dio che è tra noi e ce lo spiega attraverso delle brevi parabole che ci fanno intuire il mistero. La vita di Dio si diffonde in noi e tra noi come lo sviluppo di un seme che può diventare albero e come il lievito che fermenta la farina.
L'azione di Dio, della sua grazia , ci pervade misteriosamente, dobbiamo assecondarla e farla operare attraverso la nostra disponibilità e l'appassionata accoglienza.
Signore, grazie per la tua provvidente misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,36-43 In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della
zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono
i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e
la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti
quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del
Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Gesù ci insegna che il bene e il male crescono insieme, già dentro di noi e così fuori di noi. Come fare? Gesù ci invita a vivere
da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina. Chiediamo comunque sempre perdono e
rinnoviamo in noi la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità. Signore, donaci di essere uniti per sempre con Te e di poter
conseguire il premio promesso. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,36-43
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Gesù ci insegna che il bene e il male crescono insieme, già dentro di noi e così fuori di noi.
Come fare? Gesù ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina.
Chiediamo comunque sempre perdono e rinnoviamo in noi la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità.
Signore, donaci di essere uniti per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Gesù ci insegna che il bene e il male crescono insieme, già dentro di noi e così fuori di noi.
Come fare? Gesù ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina.
Chiediamo comunque sempre perdono e rinnoviamo in noi la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità.
Signore, donaci di essere uniti per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,44-46 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo
nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose;
trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra». Tutto ciò che appartiene a Dio e che fa riferimento a Lui è il tesoro che dobbiamo
possedere. Gesù ci invita a saper discernere tra le cose materiali soggette a scadere e le realtà soprannaturali, dense di eternità, che invece rinnovano la vita e
offrono gioia e pace. Signore, donaci sempre la tua grazia e il dono della sapienza nella capacità delle scelte. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,44-46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Tutto ciò che appartiene a Dio e che fa riferimento a Lui è il tesoro che dobbiamo possedere.
Gesù ci invita a saper discernere tra le cose materiali soggette a scadere e le realtà soprannaturali, dense di eternità, che invece rinnovano la vita e offrono gioia e pace.
Signore, donaci sempre la tua grazia e il dono della sapienza nella capacità delle scelte.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Tutto ciò che appartiene a Dio e che fa riferimento a Lui è il tesoro che dobbiamo possedere.
Gesù ci invita a saper discernere tra le cose materiali soggette a scadere e le realtà soprannaturali, dense di eternità, che invece rinnovano la vita e offrono gioia e pace.
Signore, donaci sempre la tua grazia e il dono della sapienza nella capacità delle scelte.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42 In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di
nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non
t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per
molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». "Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà
tolta". Così conclude Gesù il mini rimprovero nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare. Chiaramente si è
santificata anche lei, oggi ne celebriamo le lodi e ne esaltiamo il senso di ospitalità e la sua generosa amicizia. Marta, una donna, una santa, che alla fine ha
coniugato bene, come la sorella, fede ed opere, preghiera e carità, contemplazione ed azione. Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite
gradito, nel nostro cuore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
"Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta". Così conclude Gesù il mini rimprovero nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare.
Chiaramente si è santificata anche lei, oggi ne celebriamo le lodi e ne esaltiamo il senso di ospitalità e la sua generosa amicizia.
Marta, una donna, una santa, che alla fine ha coniugato bene, come la sorella, fede ed opere, preghiera e carità, contemplazione ed azione.
Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite gradito, nel nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
"Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta". Così conclude Gesù il mini rimprovero nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare.
Chiaramente si è santificata anche lei, oggi ne celebriamo le lodi e ne esaltiamo il senso di ospitalità e la sua generosa amicizia.
Marta, una donna, una santa, che alla fine ha coniugato bene, come la sorella, fede ed opere, preghiera e carità, contemplazione ed azione.
Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite gradito, nel nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58 In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli
vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le
sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è
disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. Gesù si offre a noi non con la forza della sua
onnipotenza, ma con un cuore che ama e rispetta i limiti della stessa debolezza umana. Non pretendiamo mai da Dio, ma rendiamo grazie per quello che Egli ogni giorno ci
dona. Così se abbiamo nel cuore il dono della benevolenza saremo in grado di accogliere ognuno come fosse il Figlio di Dio. Si, il figlio del falegname è il Figlio di
Dio! Signore, fa' che possiamo essere generosi ed attenti, per non lasciarci ingannare dalle apparenze, donaci sempre il coraggio di accogliere con fiducia tutto
ciò che viene da Te. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,54-58
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Gesù si offre a noi non con la forza della sua onnipotenza, ma con un cuore che ama e rispetta i limiti della stessa debolezza umana. Non pretendiamo mai da Dio, ma rendiamo grazie per quello che Egli ogni giorno ci dona. Così se abbiamo nel cuore il dono della benevolenza saremo in grado di accogliere ognuno come fosse il Figlio di Dio. Si, il figlio del falegname è il Figlio di Dio!
Signore, fa' che possiamo essere generosi ed attenti, per non lasciarci ingannare dalle apparenze, donaci sempre il coraggio di accogliere con fiducia tutto ciò che viene da Te.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Gesù si offre a noi non con la forza della sua onnipotenza, ma con un cuore che ama e rispetta i limiti della stessa debolezza umana. Non pretendiamo mai da Dio, ma rendiamo grazie per quello che Egli ogni giorno ci dona. Così se abbiamo nel cuore il dono della benevolenza saremo in grado di accogliere ognuno come fosse il Figlio di Dio. Si, il figlio del falegname è il Figlio di Dio!
Signore, fa' che possiamo essere generosi ed attenti, per non lasciarci ingannare dalle apparenze, donaci sempre il coraggio di accogliere con fiducia tutto ciò che viene da Te.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,1-12) In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il
Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a
causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della
folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con
giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma
a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla
fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. L'episodio della morte
di San Giovanni Battista è raccontato nel vangelo quasi come un ricordo catturato ad Erode. Giovanni paga con la vita la sua fedeltà alla verità ed il suo zelo per la
legge morale. Essere profeta oggi significa credere nella volontà di Dio, praticarla e quindi annunciarla. Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del
nostro egoismo smisurato. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 14,1-12)
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
L'episodio della morte di San Giovanni Battista è raccontato nel vangelo quasi come un ricordo catturato ad Erode.
Giovanni paga con la vita la sua fedeltà alla verità ed il suo zelo per la legge morale.
Essere profeta oggi significa credere nella volontà di Dio, praticarla e quindi annunciarla.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del nostro egoismo smisurato.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
L'episodio della morte di San Giovanni Battista è raccontato nel vangelo quasi come un ricordo catturato ad Erode.
Giovanni paga con la vita la sua fedeltà alla verità ed il suo zelo per la legge morale.
Essere profeta oggi significa credere nella volontà di Dio, praticarla e quindi annunciarla.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del nostro egoismo smisurato.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XVIII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Giovanni 6,24-35 In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli,
salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose
loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non
per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli
dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora
gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da
mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal
cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose
loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, Padre buono, che affidi al
lavoro dell'uomo le immense risorse del Creato, fa' che non manchi mai il pane sulla mensa di ciascuno dei tuoi figli, e risveglia in noi il desiderio della
tua Parola, perché possiamo saziare la fame di verità che hai posto nel nostro cuore."
Buona Domenica XVIII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre buono, che affidi al lavoro dell'uomo le immense risorse del Creato, fa' che non manchi mai il pane sulla mensa di ciascuno dei tuoi figli, e risveglia in noi il desiderio della tua Parola, perché possiamo saziare la fame di verità che hai posto nel nostro cuore."
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre buono, che affidi al lavoro dell'uomo le immense risorse del Creato, fa' che non manchi mai il pane sulla mensa di ciascuno dei tuoi figli, e risveglia in noi il desiderio della tua Parola, perché possiamo saziare la fame di verità che hai posto nel nostro cuore."
Ultimo aggiornamento: ago 01, 2021 6:58:30pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 14,13-21 In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in
disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro
malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi
da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed
egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione,
spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano
mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Davvero nel miracolo della moltiplicazione dei pani si esprime tutta la forza della
misericordia e dell'amore provvidente di Gesù. Nella nostra vita Egli interviene spesso, per farci recuperare beni essenziali e in particolare moltiplica per tutti
noi nella S. Messa il Pane di vita eterna. Signore, grazie per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti preghiamo, a nutrirci della tua grazia, perché troviamo
il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 14,13-21
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Davvero nel miracolo della moltiplicazione dei pani si esprime tutta la forza della misericordia e dell'amore provvidente di Gesù.
Nella nostra vita Egli interviene spesso, per farci recuperare beni essenziali e in particolare moltiplica per tutti noi nella S. Messa il Pane di vita eterna.
Signore, grazie per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti preghiamo, a nutrirci della tua grazia, perché troviamo il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Davvero nel miracolo della moltiplicazione dei pani si esprime tutta la forza della misericordia e dell'amore provvidente di Gesù.
Nella nostra vita Egli interviene spesso, per farci recuperare beni essenziali e in particolare moltiplica per tutti noi nella S. Messa il Pane di vita eterna.
Signore, grazie per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti preghiamo, a nutrirci della tua grazia, perché troviamo il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 14,22-36 [Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non
avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già
molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare
sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare
sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo
afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui,
dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la
regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Il Vangelo ci rivela Gesù
come Figlio di Dio. Egli è venuto, facendosi uomo, per salvarci. Oggi ci chiama come Pietro a camminare sulle acque, cioè a superare le difficoltà e le avversità
confidando nella sua presenza. È bello comunque condividere con i discepoli sbalorditi il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"! Signore, nelle
tempeste della vita tendici la tua mano e liberaci dal male; continua a rimanere con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello"
per essere guariti e perdonati. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 14,22-36
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Il Vangelo ci rivela Gesù come Figlio di Dio.
Egli è venuto, facendosi uomo, per salvarci. Oggi ci chiama come Pietro a camminare sulle acque, cioè a superare le difficoltà e le avversità confidando nella sua presenza.
È bello comunque condividere con i discepoli sbalorditi il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"!
Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano e liberaci dal male; continua a rimanere con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati.
Buona giornata, don Pasqualino.
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Il Vangelo ci rivela Gesù come Figlio di Dio.
Egli è venuto, facendosi uomo, per salvarci. Oggi ci chiama come Pietro a camminare sulle acque, cioè a superare le difficoltà e le avversità confidando nella sua presenza.
È bello comunque condividere con i discepoli sbalorditi il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"!
Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano e liberaci dal male; continua a rimanere con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 15,21-28 In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a
gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli
si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa
d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai
cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna,
grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di
offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia. Fede ed umiltà sono sorelle! Chiediamo per noi e per
gli altri con la fiducia di essere da Dio ascoltati, perché figli, ma con l'umiltà di chi sa sempre accogliere nella sua interezza la divina volontà. Signore,
donaci un cuore umile e coraggioso e rendici capaci di cogliere dalla tavola della tua grazia tutto ciò che con grande misericordia ci verrà offerto. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 15,21-28
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia.
Fede ed umiltà sono sorelle!
Chiediamo per noi e per gli altri con la fiducia di essere da Dio ascoltati, perché figli, ma con l'umiltà di chi sa sempre accogliere nella sua interezza la divina volontà.
Signore, donaci un cuore umile e coraggioso e rendici capaci di cogliere dalla tavola della tua grazia tutto ciò che con grande misericordia ci verrà offerto.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia.
Fede ed umiltà sono sorelle!
Chiediamo per noi e per gli altri con la fiducia di essere da Dio ascoltati, perché figli, ma con l'umiltà di chi sa sempre accogliere nella sua interezza la divina volontà.
Signore, donaci un cuore umile e coraggioso e rendici capaci di cogliere dalla tavola della tua grazia tutto ciò che con grande misericordia ci verrà offerto.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-23 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio
dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose
Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato,
ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te
darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora
ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto
da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo
dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi
secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Gli interventi di Pietro sono significativi per la nostra vita. Infatti, la risposta suggerita dallo Spirito e il mandato ottenuto
da Gesù si scontrano con l'atteggiamento tutto umano di chi fugge dalla volontà stessa di Dio. È la nostra storia: bene e male si intrecciano, e non possiamo che
fidarci della sola misericordia di Dio. Signore, aiutaci con la forza dello Spirito Santo a fare sempre la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-23
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Gli interventi di Pietro sono significativi per la nostra vita. Infatti, la risposta suggerita dallo Spirito e il mandato ottenuto da Gesù si scontrano con l'atteggiamento tutto umano di chi fugge dalla volontà stessa di Dio.
È la nostra storia: bene e male si intrecciano, e non possiamo che fidarci della sola misericordia di Dio.
Signore, aiutaci con la forza dello Spirito Santo a fare sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Gli interventi di Pietro sono significativi per la nostra vita. Infatti, la risposta suggerita dallo Spirito e il mandato ottenuto da Gesù si scontrano con l'atteggiamento tutto umano di chi fugge dalla volontà stessa di Dio.
È la nostra storia: bene e male si intrecciano, e non possiamo che fidarci della sola misericordia di Dio.
Signore, aiutaci con la forza dello Spirito Santo a fare sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità della Trasfigurazione del Signore. Dal Vangelo secondo Matteo 17, 1-9 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li
condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco
apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne,
una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva:
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande
timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò
loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti». Oggi , la festa della Trasfigurazione, ci incoraggia a credere
che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno.
Poter contemplare il volto di Dio, se pur nell'esperienza del cuore, significa aver raggiunto una piccola vetta del paradiso. Signore, grazie per la tua bontà;
come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, e rendici capaci di superare ogni tentazione e ogni prova. Buona giornata,
don Pasqualino.
Buona Solennità della Trasfigurazione del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo 17, 1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Oggi , la festa della Trasfigurazione, ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno.
Poter contemplare il volto di Dio, se pur nell'esperienza del cuore, significa aver raggiunto una piccola vetta del paradiso.
Signore, grazie per la tua bontà; come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, e rendici capaci di superare ogni tentazione e ogni prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 17, 1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Oggi , la festa della Trasfigurazione, ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno.
Poter contemplare il volto di Dio, se pur nell'esperienza del cuore, significa aver raggiunto una piccola vetta del paradiso.
Signore, grazie per la tua bontà; come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, e rendici capaci di superare ogni tentazione e ogni prova.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 17,14-20 In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e
soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e
perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu
guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra
poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà
impossibile». Alla luce del racconto evangelico forse anche noi noi ne usciremmo abbastanza frustrati. Siamo chiamati a chiedere con umiltà più fede, non sicuramente
per metterci a far miracoli, ma per spostare "la montagna" del nostro egoismo e far passare la strada necessaria dell'amore. Solo chi arriva ad amare
profondamente Dio potrà comprendere la parola di Gesù dello "spostare le montagne". Signore, donaci vera e paziente fede, per poter superare tutte le
difficoltà della vita e sentire la tua presenza risolutiva e consolante. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 17,14-20
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Alla luce del racconto evangelico forse anche noi noi ne usciremmo abbastanza frustrati.
Siamo chiamati a chiedere con umiltà più fede, non sicuramente per metterci a far miracoli, ma per spostare "la montagna" del nostro egoismo e far passare la strada necessaria dell'amore.
Solo chi arriva ad amare profondamente Dio potrà comprendere la parola di Gesù dello "spostare le montagne".
Signore, donaci vera e paziente fede, per poter superare tutte le difficoltà della vita e sentire la tua presenza risolutiva e consolante.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Alla luce del racconto evangelico forse anche noi noi ne usciremmo abbastanza frustrati.
Siamo chiamati a chiedere con umiltà più fede, non sicuramente per metterci a far miracoli, ma per spostare "la montagna" del nostro egoismo e far passare la strada necessaria dell'amore.
Solo chi arriva ad amare profondamente Dio potrà comprendere la parola di Gesù dello "spostare le montagne".
Signore, donaci vera e paziente fede, per poter superare tutte le difficoltà della vita e sentire la tua presenza risolutiva e consolante.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XIX del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Giovanni 6,41-51 In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il
pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal
cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta
scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo
colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la
manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Preghiera sul Vangelo: "Guida e illumina, o Padre, la tua Chiesa
pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del Cibo che non perisce e che dura per la vita eterna, perché nel suo cammino, perseverando nella fede in Cristo, giunga
a contemplare la luce del tuo santo volto."
Buona Domenica XIX del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,41-51
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Preghiera sul Vangelo:
"Guida e illumina, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del Cibo che non perisce e che dura per la vita eterna, perché nel suo cammino, perseverando nella fede in Cristo, giunga a contemplare la luce del tuo santo volto."
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,41-51
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Preghiera sul Vangelo:
"Guida e illumina, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del Cibo che non perisce e che dura per la vita eterna, perché nel suo cammino, perseverando nella fede in Cristo, giunga a contemplare la luce del tuo santo volto."
Ultimo aggiornamento: ago 08, 2021 6:31:22pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro
lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece,
insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco
lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio,
perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre
quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre
vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno
né l’ora”. Celebriamo oggi la festa di santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, martire ad Auschwitz e copatrona d'Europa. Il Vangelo ci richiama alla
vigilanza, con l'esempio delle vergini sagge e prudenti: bisogna che portiamo sempre con noi "l'olio" della Grazia, che illumina la via della
salvezza. Signore , donaci saggezza per non arrivare in ritardo al tempo stabilito della tua venuta. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Celebriamo oggi la festa di santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, martire ad Auschwitz e copatrona d'Europa.
Il Vangelo ci richiama alla vigilanza, con l'esempio delle vergini sagge e prudenti: bisogna che portiamo sempre con noi "l'olio" della Grazia, che illumina la via della salvezza.
Signore , donaci saggezza per non arrivare in ritardo al tempo stabilito della tua venuta.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Celebriamo oggi la festa di santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, martire ad Auschwitz e copatrona d'Europa.
Il Vangelo ci richiama alla vigilanza, con l'esempio delle vergini sagge e prudenti: bisogna che portiamo sempre con noi "l'olio" della Grazia, che illumina la via della salvezza.
Signore , donaci saggezza per non arrivare in ritardo al tempo stabilito della tua venuta.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 12,24-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore,
rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se
uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Oggi celebriamo la festa del diacono San Lorenzo
che morì secondo la tradizione, martirizzato su una graticola. Il vangelo ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter
diventare uno stelo produttivo. Il servizio autentico è dono di sé e per noi cristiani è sequela fedele di quello di Gesù. Signore, donaci coraggio e generosità per
offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,24-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Oggi celebriamo la festa del diacono San Lorenzo che morì secondo la tradizione, martirizzato su una graticola.
Il vangelo ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter diventare uno stelo produttivo.
Il servizio autentico è dono di sé e per noi cristiani è sequela fedele di quello di Gesù.
Signore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Oggi celebriamo la festa del diacono San Lorenzo che morì secondo la tradizione, martirizzato su una graticola.
Il vangelo ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter diventare uno stelo produttivo.
Il servizio autentico è dono di sé e per noi cristiani è sequela fedele di quello di Gesù.
Signore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 18,15-20 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui
solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o
tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi
dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se
due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio
nome, lì sono io in mezzo a loro». Questa pagina del Vangelo ci dona alcuni spunti molto interessanti. Cercare di fare tutto il possibile per rappacificarsi con il
fratello. Gli Apostoli ricevono la potestà di perdonare i peccati e quindi la Chiesa è depositaria della misericordia. "Dove sono due o tre..." , Gesù sarà
sempre presente in mezzo a coloro che pregano nel suo nome e intercedera' per loro. Signore, donaci sempre il coraggio umile per intervenire sulla fragilità dei
fratelli e fa' che la nostra preghiera possa, guidata dall'amore, ottenere ciò che è necessario alla salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 18,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Questa pagina del Vangelo ci dona alcuni spunti molto interessanti.
Cercare di fare tutto il possibile per rappacificarsi con il fratello.
Gli Apostoli ricevono la potestà di perdonare i peccati e quindi la Chiesa è depositaria della misericordia.
"Dove sono due o tre..." , Gesù sarà sempre presente in mezzo a coloro che pregano nel suo nome e intercedera' per loro.
Signore, donaci sempre il coraggio umile per intervenire sulla fragilità dei fratelli e fa' che la nostra preghiera possa, guidata dall'amore, ottenere ciò che è necessario alla salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Questa pagina del Vangelo ci dona alcuni spunti molto interessanti.
Cercare di fare tutto il possibile per rappacificarsi con il fratello.
Gli Apostoli ricevono la potestà di perdonare i peccati e quindi la Chiesa è depositaria della misericordia.
"Dove sono due o tre..." , Gesù sarà sempre presente in mezzo a coloro che pregano nel suo nome e intercedera' per loro.
Signore, donaci sempre il coraggio umile per intervenire sulla fragilità dei fratelli e fa' che la nostra preghiera possa, guidata dall'amore, ottenere ciò che è necessario alla salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 18,21- 19,1 In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte
dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a
un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui
non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato
a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il
suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non
avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone
fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno,
così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste
farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là
del Giordano. Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi. Dio è pietoso e
misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male. Chiediamo umilmente l'aiuto necessario
per essere sempre capaci di compassione, di comprensione e di perdono. Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti e costruttori pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 18,21- 19,1
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi.
Dio è pietoso e misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male.
Chiediamo umilmente l'aiuto necessario per essere sempre capaci di compassione, di comprensione e di perdono.
Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti e costruttori pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi.
Dio è pietoso e misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male.
Chiediamo umilmente l'aiuto necessario per essere sempre capaci di compassione, di comprensione e di perdono.
Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti e costruttori pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,3-12 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria
moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la
madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli
domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di
ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra,
commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti
capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati
resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Una pagina da capire, da collegare al progetto
di Dio, che offre alle sue creature la possibilità di partecipare alla sua condizione di amore. Maschio e femmina insieme per un indissolubile dono d'amore, capace
di generare nuova vita e di rinnovare il mondo. Così come amore indissolubile è anche quello di coloro che offrono se stessi, anima e corpo, per manifestare già qui in
terra il Regno dei cieli. Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Una pagina da capire, da collegare al progetto di Dio, che offre alle sue creature la possibilità di partecipare alla sua condizione di amore.
Maschio e femmina insieme per un indissolubile dono d'amore, capace di generare nuova vita e di rinnovare il mondo. Così come amore indissolubile è anche quello di coloro che offrono se stessi, anima e corpo, per manifestare già qui in terra il Regno dei cieli.
Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Una pagina da capire, da collegare al progetto di Dio, che offre alle sue creature la possibilità di partecipare alla sua condizione di amore.
Maschio e femmina insieme per un indissolubile dono d'amore, capace di generare nuova vita e di rinnovare il mondo. Così come amore indissolubile è anche quello di coloro che offrono se stessi, anima e corpo, per manifestare già qui in terra il Regno dei cieli.
Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,13-15 In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù
però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò
via di là. Fragilità e dolcezza, semplicità ed allegria, disponibilità e timidezza, curiosità e tenerezza sono proprie dei bambini e Gesù ne fa' un modello per
coloro che desiderano possedere il regno dei cieli. Imitiamo i bambini per poter essere "accarezzati" da Dio. Signore, donaci un cuore capace di farsi
"piccolo", per accogliere gioiosamente tutto ciò che tu ci offri. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,13-15
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Fragilità e dolcezza, semplicità ed allegria, disponibilità e timidezza, curiosità e tenerezza sono proprie dei bambini e Gesù ne fa' un modello per coloro che desiderano possedere il regno dei cieli. Imitiamo i bambini per poter essere "accarezzati" da Dio.
Signore, donaci un cuore capace di farsi "piccolo", per accogliere gioiosamente tutto ciò che tu ci offri.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Fragilità e dolcezza, semplicità ed allegria, disponibilità e timidezza, curiosità e tenerezza sono proprie dei bambini e Gesù ne fa' un modello per coloro che desiderano possedere il regno dei cieli. Imitiamo i bambini per poter essere "accarezzati" da Dio.
Signore, donaci un cuore capace di farsi "piccolo", per accogliere gioiosamente tutto ciò che tu ci offri.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità dell'Assunzione della Vergine Maria. Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56 In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in
una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta
fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga
da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che
il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che
la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha
creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha
guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di
generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha
rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a
casa sua. Preghiera sul Vangelo: "Donna Assunta in Cielo, noi continuiamo a guardare avanti e in alto, lungo la scia luminosa lasciata da te. Aiutaci a rendere
ragione, ogni giorno, della nostra speranza, sedotti dall'inguaribile e santa utopia che sarà anche l'assunzione di ognuno di noi, e già da ora."
Buona Solennità dell'Assunzione della Vergine Maria.
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Preghiera sul Vangelo:
"Donna Assunta in Cielo, noi continuiamo a guardare avanti e in alto, lungo la scia luminosa lasciata da te. Aiutaci a rendere ragione, ogni giorno, della nostra speranza, sedotti dall'inguaribile e santa utopia che sarà anche l'assunzione di ognuno di noi, e già da ora."
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Preghiera sul Vangelo:
"Donna Assunta in Cielo, noi continuiamo a guardare avanti e in alto, lungo la scia luminosa lasciata da te. Aiutaci a rendere ragione, ogni giorno, della nostra speranza, sedotti dall'inguaribile e santa utopia che sarà anche l'assunzione di ognuno di noi, e già da ora."
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,16-22 In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose:
«Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non
commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste
cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e
vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Ciò che colpisce immediatamente in questo episodio che il
Vangelo ci narra è la mancanza del nome del giovane ricco, detto semplicemente un tale. Gesù è di certo esigente nel chiedere, ma solo con un cuore generoso e
disponibile lo si può seguire. Le esigenze dell'amore non fanno sconti e richiedono un dono totale di sé. Signore, chiamaci per nome e fa' che, liberi da
qualsiasi cupidigia, niente possa ostacolarci a vivere con gioia nel tuo amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,16-22
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Ciò che colpisce immediatamente in questo episodio che il Vangelo ci narra è la mancanza del nome del giovane ricco, detto semplicemente un tale.
Gesù è di certo esigente nel chiedere, ma solo con un cuore generoso e disponibile lo si può seguire.
Le esigenze dell'amore non fanno sconti e richiedono un dono totale di sé.
Signore, chiamaci per nome e fa' che, liberi da qualsiasi cupidigia, niente possa ostacolarci a vivere con gioia nel tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Ciò che colpisce immediatamente in questo episodio che il Vangelo ci narra è la mancanza del nome del giovane ricco, detto semplicemente un tale.
Gesù è di certo esigente nel chiedere, ma solo con un cuore generoso e disponibile lo si può seguire.
Le esigenze dell'amore non fanno sconti e richiedono un dono totale di sé.
Signore, chiamaci per nome e fa' che, liberi da qualsiasi cupidigia, niente possa ostacolarci a vivere con gioia nel tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,23-30 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo
ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano:
«Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo
lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà
seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case,
o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e
molti degli ultimi saranno primi». Possiamo definirla, quella di oggi, una pagina di Vangelo con gli occhi rivolti al cielo e con i piedi per terra. Gesù ci offre un
grande insegnamento: la ricchezza, il denaro, possono essere di impedimento alla salvezza! Ma a Dio "tutto è possibile" ! Egli, certo, preferisce chi è capace
di grande generosità e sa rinunziare a favore di chi non ha nulla. Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa'
che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,23-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Possiamo definirla, quella di oggi, una pagina di Vangelo con gli occhi rivolti al cielo e con i piedi per terra.
Gesù ci offre un grande insegnamento: la ricchezza, il denaro, possono essere di impedimento alla salvezza!
Ma a Dio "tutto è possibile" !
Egli, certo, preferisce chi è capace di grande generosità e sa rinunziare a favore di chi non ha nulla.
Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Possiamo definirla, quella di oggi, una pagina di Vangelo con gli occhi rivolti al cielo e con i piedi per terra.
Gesù ci offre un grande insegnamento: la ricchezza, il denaro, possono essere di impedimento alla salvezza!
Ma a Dio "tutto è possibile" !
Egli, certo, preferisce chi è capace di grande generosità e sa rinunziare a favore di chi non ha nulla.
Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 20,1-16 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per
prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide
altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso
mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno
senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna
disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero
ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano
contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il
padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare
anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i
primi, ultimi». Gesù in pratica ci svela il criterio che regola l'agire del Padre celeste. L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo
impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi, anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione. La
misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare. Signore , anche per " un'ora"
chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore nell'immensa fonte di amore della SS.
Trinità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 20,1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Gesù in pratica ci svela il criterio che regola l'agire del Padre celeste.
L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi, anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione.
La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Gesù in pratica ci svela il criterio che regola l'agire del Padre celeste.
L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi, anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione.
La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 22,1-14 In quel tempo, Gesù riprese a parlare in parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re,
che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con
quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma
quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò:
mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano
degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che
trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale.
Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle
tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Siamo sempre invitati alla festa che Dio prepara per noi. Il Padre ha
allestito un banchetto di nozze per suo Figlio che si è "sposato" per sempre con l'umanità. Ci invita ad entrare nel luogo del suo regno senza
condizioni, anzi con una sola condizione: avere :"l'abito nuziale", cioè la volontà di essere in comunione con tutti. Signore, noi siamo consacrati con
il battesimo, fa' che la vita ricevuta, possiamo sempre mantenerla con fedeltà per l'eternità. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 22,1-14
In quel tempo, Gesù riprese a parlare in parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Siamo sempre invitati alla festa che Dio prepara per noi. Il Padre ha allestito un banchetto di nozze per suo Figlio che si è "sposato" per sempre con l'umanità.
Ci invita ad entrare nel luogo del suo regno senza condizioni, anzi con una sola condizione: avere :"l'abito nuziale", cioè la volontà di essere in comunione con tutti.
Signore, noi siamo consacrati con il battesimo, fa' che la vita ricevuta,
possiamo sempre mantenerla con fedeltà per l'eternità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù riprese a parlare in parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Siamo sempre invitati alla festa che Dio prepara per noi. Il Padre ha allestito un banchetto di nozze per suo Figlio che si è "sposato" per sempre con l'umanità.
Ci invita ad entrare nel luogo del suo regno senza condizioni, anzi con una sola condizione: avere :"l'abito nuziale", cioè la volontà di essere in comunione con tutti.
Signore, noi siamo consacrati con il battesimo, fa' che la vita ricevuta,
possiamo sempre mantenerla con fedeltà per l'eternità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40 In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore
della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te
stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Non esiste vero amore se non unito indissolubilmente tra realtà divina e fraternità umana. Non
si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola d'oro" che ogni
vero cristiano deve seguire. Signore, noi ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore a tutti i nostri fratelli. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Non esiste vero amore se non unito indissolubilmente tra realtà divina e fraternità umana.
Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola d'oro" che ogni vero cristiano deve seguire.
Signore, noi ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore a tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Non esiste vero amore se non unito indissolubilmente tra realtà divina e fraternità umana.
Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola d'oro" che ogni vero cristiano deve seguire.
Signore, noi ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore a tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12 In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da
portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente:
allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche
di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre”
nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi
è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». L'umiltà è tra le più belle virtù, ma si fa fatica a
praticarla; spesso si confonde con la timidezza o addirittura con la pigrizia. Essa, invece, è forza che si pone a disposizione, senza riserve, e che ama operare più
che apparire, servire più che comandare Un grande insegnamento quello di Gesù! Lo pratica solo chi davvero ama, perché il vero amore mette al primo posto sempre gli
altri. Farsi servo , allora, è lo stile cristiano di colui che "comanda". Signore, donaci la tua sapienza per conoscere bene noi stessi e ricercare nel vivere
quotidiano le realtà essenziali che tu non ci fai mai mancare. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
L'umiltà è tra le più belle virtù, ma si fa fatica a praticarla; spesso si confonde con la timidezza o addirittura con la pigrizia. Essa, invece, è forza che si pone a disposizione, senza riserve, e che ama operare più che apparire, servire più che comandare
Un grande insegnamento quello di Gesù! Lo pratica solo chi davvero ama, perché il vero amore mette al primo posto sempre gli altri.
Farsi servo , allora, è lo stile cristiano di colui che "comanda".
Signore, donaci la tua sapienza per conoscere bene noi stessi e ricercare nel vivere quotidiano le realtà essenziali che tu non ci fai mai mancare.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
L'umiltà è tra le più belle virtù, ma si fa fatica a praticarla; spesso si confonde con la timidezza o addirittura con la pigrizia. Essa, invece, è forza che si pone a disposizione, senza riserve, e che ama operare più che apparire, servire più che comandare
Un grande insegnamento quello di Gesù! Lo pratica solo chi davvero ama, perché il vero amore mette al primo posto sempre gli altri.
Farsi servo , allora, è lo stile cristiano di colui che "comanda".
Signore, donaci la tua sapienza per conoscere bene noi stessi e ricercare nel vivere quotidiano le realtà essenziali che tu non ci fai mai mancare.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXI del Tempo Ordinario. Festa di Maria Regina. Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69 In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato,
dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza?
E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono
vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E
diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non
andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi
abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Preghiera sul Vangelo: "O Dio nostra salvezza, che in Cristo tua parola eterna ci dai la rivelazione
piena del tuo amore, guida con la luce dello Spirito questa santa assemblea del tuo popolo, perché nessuna parola umana ci allontani da te, unica fonte di verità e di
vita. Ave, regina dei cieli, ave, signora degli angeli; porta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce. Godi, vergine gloriosa, bella fra tutte le donne; salve, o
tutta santa, prega per noi Cristo Signore
Buona Domenica XXI del Tempo Ordinario. Festa di Maria Regina.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio nostra salvezza, che in Cristo tua parola eterna ci dai la rivelazione piena del tuo amore, guida con la luce dello Spirito questa santa assemblea del tuo popolo, perché nessuna parola umana ci allontani da te, unica fonte di verità e di vita.
Ave, regina dei cieli,
ave, signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio nostra salvezza, che in Cristo tua parola eterna ci dai la rivelazione piena del tuo amore, guida con la luce dello Spirito questa santa assemblea del tuo popolo, perché nessuna parola umana ci allontani da te, unica fonte di verità e di vita.
Ave, regina dei cieli,
ave, signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore
Ultimo aggiornamento: ago 22, 2021 7:33:46pm
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,13-22) In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente;
di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare
un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non
conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora:
“Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare
che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che
lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». Gesù ci mette in guardia contro l'ipocrisia degli scribi e dei farisei
che falsano la religiosità. Egli ci richiama quindi ad una religione pura che mette in evidenza l'amore verso Dio e verso l'uomo, rispettandone
l'identità e il ruolo. Signore, donaci una comprensione profonda della tua santa volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,13-22)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Gesù ci mette in guardia contro l'ipocrisia degli scribi e dei farisei che falsano la religiosità.
Egli ci richiama quindi ad una religione pura che mette in evidenza l'amore verso Dio e verso l'uomo, rispettandone l'identità e il ruolo.
Signore, donaci una comprensione profonda della tua santa volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Gesù ci mette in guardia contro l'ipocrisia degli scribi e dei farisei che falsano la religiosità.
Egli ci richiama quindi ad una religione pura che mette in evidenza l'amore verso Dio e verso l'uomo, rispettandone l'identità e il ruolo.
Signore, donaci una comprensione profonda della tua santa volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,45-51 In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti:
Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto
Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima
che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli
rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi
dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo Bartolomeo o Natanaele. Il
Vangelo ci richiama a seguire il Signore con fiducia e disponibilità, nella speranza che le promesse, anche quelle di gloria, si compiranno tutte. Gesù non è mai
"scontato" e ogni giorno può rivelarsi in novità che possono sempre meravigliarci. Facciano nostro l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il
Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ". Signore , donaci fede viva per poterti seguire nel cammino della vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,45-51
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo Bartolomeo o Natanaele.
Il Vangelo ci richiama a seguire il Signore con fiducia e disponibilità, nella speranza che le promesse, anche quelle di gloria, si compiranno tutte.
Gesù non è mai "scontato" e ogni giorno può rivelarsi in novità che possono sempre meravigliarci.
Facciano nostro l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ".
Signore , donaci fede viva per poterti seguire nel cammino della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo Bartolomeo o Natanaele.
Il Vangelo ci richiama a seguire il Signore con fiducia e disponibilità, nella speranza che le promesse, anche quelle di gloria, si compiranno tutte.
Gesù non è mai "scontato" e ogni giorno può rivelarsi in novità che possono sempre meravigliarci.
Facciano nostro l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ".
Signore , donaci fede viva per poterti seguire nel cammino della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 23,27-32 In quel tempo, Gesù parlò dicendo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno
appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di
ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al
tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i
profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri”. Continua il "guai" di Gesù , verifichiamoci dunque bene davanti a Dio per non essere prede
dell'ipocrisia , uno dei peggiori mali spirituali. Il paragone che Gesù fa' è davvero raccapricciante. La disapprovazione poi del comportamento dei propri
padri significa di fatto dichiararsi figli degli assassini dei profeti e dei giusti. Signore, liberaci dall'ipocrisia e dall'orgoglio millantatore, fa'
che invece con umiltà e pacifico impegno viviamo la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 23,27-32
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri”.
Continua il "guai" di Gesù , verifichiamoci dunque bene davanti a Dio per non essere prede dell'ipocrisia , uno dei peggiori mali spirituali.
Il paragone che Gesù fa' è davvero raccapricciante.
La disapprovazione poi del comportamento dei propri padri significa di fatto dichiararsi figli degli assassini dei profeti e dei giusti.
Signore, liberaci dall'ipocrisia e dall'orgoglio millantatore, fa' che invece con umiltà e pacifico impegno viviamo la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri”.
Continua il "guai" di Gesù , verifichiamoci dunque bene davanti a Dio per non essere prede dell'ipocrisia , uno dei peggiori mali spirituali.
Il paragone che Gesù fa' è davvero raccapricciante.
La disapprovazione poi del comportamento dei propri padri significa di fatto dichiararsi figli degli assassini dei profeti e dei giusti.
Signore, liberaci dall'ipocrisia e dall'orgoglio millantatore, fa' che invece con umiltà e pacifico impegno viviamo la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 24,42-51 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di
capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi
pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per
dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se
quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel
servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e
stridore di denti”. Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro e preciso . Dobbiamo vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità e
nella vigilanza, con la consapevolezza di poter esser chiamati da Dio da un momento all'altro. "Estote parati": siate sempre pronti! Signore, fa'
che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti quando tu deciderai di chiamarci. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 24,42-51
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti”.
Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro e preciso .
Dobbiamo vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità e nella vigilanza, con la consapevolezza di poter esser chiamati da Dio da un momento all'altro.
"Estote parati": siate sempre pronti!
Signore, fa' che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti quando tu deciderai di chiamarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti”.
Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro e preciso .
Dobbiamo vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità e nella vigilanza, con la consapevolezza di poter esser chiamati da Dio da un momento all'altro.
"Estote parati": siate sempre pronti!
Signore, fa' che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti quando tu deciderai di chiamarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro
lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece,
insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco
lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio,
perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre
quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre
vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno
né l’ora”. Continua anche oggi nel ricordo di Santa Monica il tema del vegliare. Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e
sincerità se abbiamo o meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno. Signore, donaci previdenza e
prudenza e fa' che i piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Continua anche oggi nel ricordo di Santa Monica il tema del vegliare.
Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno.
Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Continua anche oggi nel ricordo di Santa Monica il tema del vegliare.
Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno.
Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo Mt 25,14-30 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi
servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva
ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva
ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i
conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele –
gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva
ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a
nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove
non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a
chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori
nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Il Signore in questa parabola dei "talenti", ci esorta a rispondere prontamente con giudizio e
lungimiranza per tutte le realtà che Dio ha messo a nostra disposizione: la vita, la fede, la provvidenza e tutto ciò che ci contraddistingue in maniera originale.
Ognuno di noi è un capolavoro di Dio e ha il diritto-dovere di svolgere e portare a compimento al meglio il progetto ricevuto. Signore, ti ringraziamo perché ci hai
voluto concedere numerosi doni, fa' che ne usiamo generosamente per un servizio a te e ai fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,14-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Il Signore in questa parabola dei "talenti", ci esorta a rispondere prontamente con giudizio e lungimiranza per tutte le realtà che Dio ha messo a nostra disposizione: la vita, la fede, la provvidenza e tutto ciò che ci contraddistingue in maniera originale.
Ognuno di noi è un capolavoro di Dio e ha il diritto-dovere di svolgere e portare a compimento al meglio il progetto ricevuto.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai voluto concedere numerosi doni, fa' che ne usiamo generosamente per un servizio a te e ai fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Mt 25,14-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Il Signore in questa parabola dei "talenti", ci esorta a rispondere prontamente con giudizio e lungimiranza per tutte le realtà che Dio ha messo a nostra disposizione: la vita, la fede, la provvidenza e tutto ciò che ci contraddistingue in maniera originale.
Ognuno di noi è un capolavoro di Dio e ha il diritto-dovere di svolgere e portare a compimento al meglio il progetto ricevuto.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai voluto concedere numerosi doni, fa' che ne usiamo generosamente per un servizio a te e ai fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 7,1-8.14-15.21-23 In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti
da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si
sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte
altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli
non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta
scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il
comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori
dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]:«Dal di dentro infatti,
cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia,
stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Preghiera sul Vangelo: "Guarda, o Padre, il popolo cristiano radunato nel
giorno memoriale della Pasqua, e fa' che la lode delle nostre labbra risuoni nella profondità del cuore: la tua Parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta
la nostra vita."
Buona Domenica XXII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 7,1-8.14-15.21-23
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]:«Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Preghiera sul Vangelo:
"Guarda, o Padre, il popolo cristiano radunato nel giorno memoriale della Pasqua, e fa' che la lode delle nostre labbra risuoni nella profondità del cuore: la tua Parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta la nostra vita."
Dal Vangelo secondo Marco 7,1-8.14-15.21-23
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]:«Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Preghiera sul Vangelo:
"Guarda, o Padre, il popolo cristiano radunato nel giorno memoriale della Pasqua, e fa' che la lode delle nostre labbra risuoni nella profondità del cuore: la tua Parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta la nostra vita."
Ultimo aggiornamento: ago 29, 2021 6:30:51pm
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Dal Vangelo secondo Luca 4,16-30 In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a
proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora
cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso.
Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il
paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro
fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo
condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Il Vangelo oggi ci
racconta della venuta di Gesù a Nazareth. Nella sinagoga si legge Isaia e Gesù stesso lo commenta spiegandone il senso messianico. Ma dopo la citazione di due famosi
episodi accaduti a profeti come Elia ed Eliseo, che avevano guarito degli stranieri piuttosto che i propri correligionari, nella sinagoga lo sdegno cresce a tal punto
da tentare di uccidere Gesù. Non necessariamente la fede si ha e cresce di fronte alle prove, ma solo se il cuore si apre umilmente all'azione di Dio. Dio non è
mai scontato e offre se stesso in maniera imprevedibile. Signore, non mancare di darci sempre la forza persuatrice del tuo Spirito. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 4,16-30
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Il Vangelo oggi ci racconta della venuta di Gesù a Nazareth. Nella sinagoga si legge Isaia e Gesù stesso lo commenta spiegandone il senso messianico.
Ma dopo la citazione di due famosi episodi accaduti a profeti come Elia ed Eliseo, che avevano guarito degli stranieri piuttosto che i propri correligionari, nella sinagoga lo sdegno cresce a tal punto da tentare di uccidere Gesù.
Non necessariamente la fede si ha e cresce di fronte alle prove, ma solo se il cuore si apre umilmente all'azione di Dio.
Dio non è mai scontato e offre se stesso in maniera imprevedibile.
Signore, non mancare di darci sempre la forza persuatrice del tuo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Il Vangelo oggi ci racconta della venuta di Gesù a Nazareth. Nella sinagoga si legge Isaia e Gesù stesso lo commenta spiegandone il senso messianico.
Ma dopo la citazione di due famosi episodi accaduti a profeti come Elia ed Eliseo, che avevano guarito degli stranieri piuttosto che i propri correligionari, nella sinagoga lo sdegno cresce a tal punto da tentare di uccidere Gesù.
Non necessariamente la fede si ha e cresce di fronte alle prove, ma solo se il cuore si apre umilmente all'azione di Dio.
Dio non è mai scontato e offre se stesso in maniera imprevedibile.
Signore, non mancare di darci sempre la forza persuatrice del tuo Spirito.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37 In quel tempo, Gesù scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo
insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da
noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in
mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e
potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di
salvezza che purifica e redime. Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i
suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male. Signore, manda il tuo Santo Spirito perché con la sua azione tenera ed efficace riscaldi senza bruciare e tagli
senza distruggere. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di salvezza che purifica e redime.
Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male.
Signore, manda il tuo Santo Spirito perché con la sua azione tenera ed efficace riscaldi senza bruciare e tagli senza distruggere.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù scese a Cafarnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di salvezza che purifica e redime.
Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male.
Signore, manda il tuo Santo Spirito perché con la sua azione tenera ed efficace riscaldi senza bruciare e tagli senza distruggere.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 4,38-44 In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo
pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano
infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio
di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo
cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio
anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Il Vangelo di oggi in pratica fa la cronaca della giornata di
Gesù: predicazione e guarigioni. Ma tutto parte da una lunga ed intensa preghiera! Tutt'ora Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra
"febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati. Signore, aiutaci ad
avere grande amore per tutti e di poter essere sempre portatori di consolazione e di pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 4,38-44
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Il Vangelo di oggi in pratica fa la cronaca della giornata di Gesù: predicazione e guarigioni. Ma tutto parte da una lunga ed intensa preghiera!
Tutt'ora Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati.
Signore, aiutaci ad avere grande amore per tutti e di poter essere sempre portatori di consolazione e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Il Vangelo di oggi in pratica fa la cronaca della giornata di Gesù: predicazione e guarigioni. Ma tutto parte da una lunga ed intensa preghiera!
Tutt'ora Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati.
Signore, aiutaci ad avere grande amore per tutti e di poter essere sempre portatori di consolazione e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11 In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide
due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e
insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro,
abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi
si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e
tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non
temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. L'esperienza forte della presenza di Dio porta con
sé sempre timore e meraviglia e cambia la vita. Anche se peccatori, il Signore, nella sua misericordia, riesce a trasformarci e a plasmarci come costruttori del regno
di Dio. Il suo amore e la potenza del suo Spirito potranno collocarci su arcobaleni impensati. Signore, ci affidiamo al tuo amore senza limiti, donaci i frutti sperati.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
L'esperienza forte della presenza di Dio porta con sé sempre timore e meraviglia e cambia la vita.
Anche se peccatori, il Signore, nella sua misericordia, riesce a trasformarci e a plasmarci come costruttori del regno di Dio. Il suo amore e la potenza del suo Spirito potranno collocarci su arcobaleni impensati.
Signore, ci affidiamo al tuo amore senza limiti, donaci i frutti sperati.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
L'esperienza forte della presenza di Dio porta con sé sempre timore e meraviglia e cambia la vita.
Anche se peccatori, il Signore, nella sua misericordia, riesce a trasformarci e a plasmarci come costruttori del regno di Dio. Il suo amore e la potenza del suo Spirito potranno collocarci su arcobaleni impensati.
Signore, ci affidiamo al tuo amore senza limiti, donaci i frutti sperati.
Buona giornata, don Pasqualino.
Congratulazioni a don @[100048336714201:2048:Pasqualino Catanese] per la nomina a Vicario generale. La comunità parrocchiale ti porta nella sua preghiera ❤️🙏🏻
Ultimo aggiornamento: set 02, 2021 1:53:28pm
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Dal Vangelo secondo Luca 5,33-39 In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i
discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno
giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo
su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino
nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo,
perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». Quando Gesù è con noi è sempre tempo di festa. Non affidiamo la nostra vita al mondo con le sue esigenze, è un tessuto diverso,
è un vino acido che spacca gli otri del nostro spirito. Le cose che servono appartengono a Dio e il rimedio alla nostra fragilità ce lo offre sempre Lui, non con toppe
rimediate qua e là, ma con la bella veste di grazia ricevuta nel battesimo. Signore, grazie perché provvedi sempre tu a riparare le nostre incapacità. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 5,33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Quando Gesù è con noi è sempre tempo di festa. Non affidiamo la nostra vita al mondo con le sue esigenze, è un tessuto diverso, è un vino acido che spacca gli otri del nostro spirito.
Le cose che servono appartengono a Dio e il rimedio alla nostra fragilità ce lo offre sempre Lui, non con toppe rimediate qua e là, ma con la bella veste di grazia ricevuta nel battesimo.
Signore, grazie perché provvedi sempre tu a riparare le nostre incapacità.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Quando Gesù è con noi è sempre tempo di festa. Non affidiamo la nostra vita al mondo con le sue esigenze, è un tessuto diverso, è un vino acido che spacca gli otri del nostro spirito.
Le cose che servono appartengono a Dio e il rimedio alla nostra fragilità ce lo offre sempre Lui, non con toppe rimediate qua e là, ma con la bella veste di grazia ricevuta nel battesimo.
Signore, grazie perché provvedi sempre tu a riparare le nostre incapacità.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 6,1-5 Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei
dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero
fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E
diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Le regole sono per l'uomo e non viceversa. Gesù ribadisce una verità fondamentale: al centro c'è
sempre l'uomo anche se con i suoi bisogni e le sue fragilità. La volontà di Dio non intacca mai la dignità dell'uomo, ma anzi la rispetta e addirittura ne
esalta la libertà. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo , Dio fonte dell'amore e della libertà, aiutaci sempre a seguire il tuo disegno di salvezza. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,1-5
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Le regole sono per l'uomo e non viceversa. Gesù ribadisce una verità fondamentale: al centro c'è sempre l'uomo anche se con i suoi bisogni e le sue fragilità.
La volontà di Dio non intacca mai la dignità dell'uomo, ma anzi la rispetta e addirittura ne esalta la libertà.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo , Dio fonte dell'amore e della libertà, aiutaci sempre a seguire il tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Le regole sono per l'uomo e non viceversa. Gesù ribadisce una verità fondamentale: al centro c'è sempre l'uomo anche se con i suoi bisogni e le sue fragilità.
La volontà di Dio non intacca mai la dignità dell'uomo, ma anzi la rispetta e addirittura ne esalta la libertà.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo , Dio fonte dell'amore e della libertà, aiutaci sempre a seguire il tuo disegno di salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXIII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37 In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidóne, venne verso il mare
di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto, e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le
dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si
aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo
proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!” Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che scegli i piccoli
e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo Regno, aiutaci a dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché tanta umanità malata,
incapace perfino di pregarti, canti con noi le tue meraviglie."
Buona Domenica XXIII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidóne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto, e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che scegli i piccoli e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo Regno, aiutaci a dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché tanta umanità malata, incapace perfino di pregarti, canti con noi le tue meraviglie."
Dal Vangelo secondo Marco 7,31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidóne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto, e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che scegli i piccoli e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo Regno, aiutaci a dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché tanta umanità malata, incapace perfino di pregarti, canti con noi le tue meraviglie."
Ultimo aggiornamento: set 05, 2021 6:28:14pm
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Dal Vangelo secondo Luca 6,6-11 Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei
lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano
paralizzata: “Àlzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, à lecito fare del bene o fare del
male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé
dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Quanto è lontano il modo di pensare di Gesù da quello dei farisei! E quanto è
lontano il modo di pensare di Dio da quello degli uomini! La nostra preghiera, ogni giorno, possa umilmente chiedere maggiore conoscenza e disponibilità alla divina
volontà per essere "ricoperti" di benevolenza e misericordia. Signore, donaci il coraggio di operare nel mondo per il bene di tutti coloro che incontriamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,6-11
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Àlzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, à lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Quanto è lontano il modo di pensare di Gesù da quello dei farisei! E quanto è lontano il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
La nostra preghiera, ogni giorno, possa umilmente chiedere maggiore conoscenza e disponibilità alla divina volontà per essere "ricoperti" di benevolenza e misericordia.
Signore, donaci il coraggio di operare nel mondo per il bene di tutti coloro che incontriamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Àlzati e mettiti qui in mezzo!”. Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: “Domando a voi: in giorno di sabato, à lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”. E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: “Tendi la tua mano!”. Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Quanto è lontano il modo di pensare di Gesù da quello dei farisei! E quanto è lontano il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
La nostra preghiera, ogni giorno, possa umilmente chiedere maggiore conoscenza e disponibilità alla divina volontà per essere "ricoperti" di benevolenza e misericordia.
Signore, donaci il coraggio di operare nel mondo per il bene di tutti coloro che incontriamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 6,12-19 In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli
e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo,
Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si
fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne,
che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di
toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Tutta la notte Gesù prega: non è un dettaglio da poco. Prega per poter prendere delle decisioni importanti;
la scelta degli apostoli determinerà tutta la sua opera anche per il futuro. Prega per poter operare in favore di una folla che è lì in attesa per ascoltarlo e per
essere guarita da ogni infermità. Senza preghiera non si fa storia! Signore, insegnaci a pregare e donaci amore e perseveranza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,12-19
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Tutta la notte Gesù prega: non è un dettaglio da poco. Prega per poter prendere delle decisioni importanti; la scelta degli apostoli determinerà tutta la sua opera anche per il futuro.
Prega per poter operare in favore di una folla che è lì in attesa per ascoltarlo e per essere guarita da ogni infermità.
Senza preghiera non si fa storia!
Signore, insegnaci a pregare e donaci amore e perseveranza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Tutta la notte Gesù prega: non è un dettaglio da poco. Prega per poter prendere delle decisioni importanti; la scelta degli apostoli determinerà tutta la sua opera anche per il futuro.
Prega per poter operare in favore di una folla che è lì in attesa per ascoltarlo e per essere guarita da ogni infermità.
Senza preghiera non si fa storia!
Signore, insegnaci a pregare e donaci amore e perseveranza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Festa della Natività della B.V. Maria. Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-16.18-23 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco,
Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab,
Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò
Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram
generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i
suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò
Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò
Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe,
figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu
lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del
profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Celebriamo la festa della nascita della
B. V. Maria. La nascita di Maria è chiaramente legata a quella del Signore Gesù. È certamente un preludio di gioia: oggi nasce la madre perché possa nascere quanto
prima il Figlio divino. Maria, vergine santa, Madre di Dio e Consolatrice, interceda per tutti e ottenga pace ed unità alla sua Chiesa. Signore, grazie per averci dato
per madre tua Madre. Buona giornata, don Pasqualino.
Festa della Natività della B.V. Maria.
Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-16.18-23
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.
Celebriamo la festa della nascita della B. V. Maria.
La nascita di Maria è chiaramente legata a quella del Signore Gesù.
È certamente un preludio di gioia: oggi nasce la madre perché possa nascere quanto prima il Figlio divino.
Maria, vergine santa, Madre di Dio e Consolatrice, interceda per tutti e ottenga pace ed unità alla sua Chiesa.
Signore, grazie per averci dato per madre tua Madre.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-16.18-23
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.
Celebriamo la festa della nascita della B. V. Maria.
La nascita di Maria è chiaramente legata a quella del Signore Gesù.
È certamente un preludio di gioia: oggi nasce la madre perché possa nascere quanto prima il Figlio divino.
Maria, vergine santa, Madre di Dio e Consolatrice, interceda per tutti e ottenga pace ed unità alla sua Chiesa.
Signore, grazie per averci dato per madre tua Madre.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 6,27-38 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi
odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello,
non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche
voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del
bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i
peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa
sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non
giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e
traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Amare così come ama Dio, questo chiede Gesù ad ogni
suo discepolo. È la via della perfezione che deve essere percorsa attuando le regole più esigenti dell'amore sino al dono totale di se stessi. Allora, come in
Gesù, anche in noi la grazia divina sarà abbondante e traboccante, cosi che la misericordia e la pace inondino tutti i canali della nostra vita. Signore, aiutaci ad
amare tutti e senza distinzione, perché sia misurato a noi con il metro della tua bontà divina. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Amare così come ama Dio, questo chiede Gesù ad ogni suo discepolo.
È la via della perfezione che deve essere percorsa attuando le regole più esigenti dell'amore sino al dono totale di se stessi.
Allora, come in Gesù, anche in noi la grazia divina sarà abbondante e traboccante, cosi che la misericordia e la pace inondino tutti i canali della nostra vita.
Signore, aiutaci ad amare tutti e senza distinzione, perché sia misurato a noi con il metro della tua bontà divina.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Amare così come ama Dio, questo chiede Gesù ad ogni suo discepolo.
È la via della perfezione che deve essere percorsa attuando le regole più esigenti dell'amore sino al dono totale di se stessi.
Allora, come in Gesù, anche in noi la grazia divina sarà abbondante e traboccante, cosi che la misericordia e la pace inondino tutti i canali della nostra vita.
Signore, aiutaci ad amare tutti e senza distinzione, perché sia misurato a noi con il metro della tua bontà divina.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 6,39-42 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un
fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e
non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non
vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». La
sapienza del Signore ci offre tre spunti: non fidarci di false guide. Impegnarci a seguire veri maestri per poterli imitare. Essere capaci di una giusta e vera analisi
di noi stessi evitando il giudizio sui fratelli. L' autentica correzione fraterna parte dalla consapevolezza che nel nostro occhio c'è sempre una trave,
mentre in quello del fratello una semplice pagliuzza. Signore, con la forza del tuo Spirito, donaci umiltà e sincerità per essere miti e puri di cuore Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,39-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
La sapienza del Signore ci offre tre spunti: non fidarci di false guide.
Impegnarci a seguire veri maestri per poterli imitare.
Essere capaci di una giusta e vera analisi di noi stessi evitando il giudizio sui fratelli.
L' autentica correzione fraterna parte dalla consapevolezza che nel nostro occhio c'è sempre una trave, mentre in quello del fratello una semplice pagliuzza.
Signore, con la forza del tuo Spirito, donaci umiltà e sincerità per essere miti e puri di cuore
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
La sapienza del Signore ci offre tre spunti: non fidarci di false guide.
Impegnarci a seguire veri maestri per poterli imitare.
Essere capaci di una giusta e vera analisi di noi stessi evitando il giudizio sui fratelli.
L' autentica correzione fraterna parte dalla consapevolezza che nel nostro occhio c'è sempre una trave, mentre in quello del fratello una semplice pagliuzza.
Signore, con la forza del tuo Spirito, donaci umiltà e sincerità per essere miti e puri di cuore
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 6,43-49 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo
che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon
tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi
invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un
uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla
perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e
subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande». Il bene produce bene così come il male produce male. La nostra preoccupazione deve essere quella di risanare
lo spirito, l'anima, il cuore perché possa essere pieno di ogni bene evitando che invece vi possa albergare il male. Desiderare e mettere in atto questo vuol dire
concretamente permettere a Dio di riversare nella nostra vita tutta la sua Grazia e di poterci custodire. Signore, grazie per ogni tuo dono, vogliamo vivere sicuri
nella tua pace e nel tuo amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,43-49
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Il bene produce bene così come il male produce male.
La nostra preoccupazione deve essere quella di risanare lo spirito, l'anima, il cuore perché possa essere pieno di ogni bene evitando che invece vi possa albergare il male.
Desiderare e mettere in atto questo vuol dire concretamente permettere a Dio di riversare nella nostra vita tutta la sua Grazia e di poterci custodire.
Signore, grazie per ogni tuo dono, vogliamo vivere sicuri nella tua pace e nel tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
Il bene produce bene così come il male produce male.
La nostra preoccupazione deve essere quella di risanare lo spirito, l'anima, il cuore perché possa essere pieno di ogni bene evitando che invece vi possa albergare il male.
Desiderare e mettere in atto questo vuol dire concretamente permettere a Dio di riversare nella nostra vita tutta la sua Grazia e di poterci custodire.
Signore, grazie per ogni tuo dono, vogliamo vivere sicuri nella tua pace e nel tuo amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXIV del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35 In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo,
e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei
profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E
cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo
tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli,
rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la
propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, conforto dei poveri e dei sofferenti, non abbandonarci nella nostra
miseria: il tuo Spirito Santo ci aiuti a credere con il cuore, e a confessare con le opere che Gesù é il Cristo, per vivere secondo lasua Parola e il suo esempio."
"Rallegrati Maria, o piena di grazia".
Buona Domenica XXIV del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, conforto dei poveri e dei sofferenti, non abbandonarci nella nostra miseria: il tuo Spirito Santo ci aiuti a credere con il cuore, e a confessare con le opere che Gesù é il Cristo, per vivere secondo lasua Parola e il suo esempio."
"Rallegrati Maria, o piena di grazia".
Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, conforto dei poveri e dei sofferenti, non abbandonarci nella nostra miseria: il tuo Spirito Santo ci aiuti a credere con il cuore, e a confessare con le opere che Gesù é il Cristo, per vivere secondo lasua Parola e il suo esempio."
"Rallegrati Maria, o piena di grazia".
Ultimo aggiornamento: set 12, 2021 6:35:21pm
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Dal Vangelo secondo Luca 7,1-10 In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo
di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo
di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama
il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici
a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una
parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro:
“Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che
neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Una fede forte ma senza pretese è quella del
centurione, lodata da Gesù, che così compie il miracolo guarendogli il servo. Ogni giorno anche noi ripetiamo l'espressione del centurione prima di accostarci alla
Comunione e Gesù viene addirittura dentro di noi per guarirci, purificarci, rafforzarci e salvarci . Signore, donaci sempre di credere e confidare in te. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 7,1-10
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
Una fede forte ma senza pretese è quella del centurione, lodata da Gesù, che così compie il miracolo guarendogli il servo.
Ogni giorno anche noi ripetiamo l'espressione del centurione prima di accostarci alla Comunione e Gesù viene addirittura dentro di noi per guarirci, purificarci, rafforzarci e salvarci .
Signore, donaci sempre di credere e confidare in te.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
Una fede forte ma senza pretese è quella del centurione, lodata da Gesù, che così compie il miracolo guarendogli il servo.
Ogni giorno anche noi ripetiamo l'espressione del centurione prima di accostarci alla Comunione e Gesù viene addirittura dentro di noi per guarirci, purificarci, rafforzarci e salvarci .
Signore, donaci sempre di credere e confidare in te.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buongiorno. Oggi gli amici di Reggio Calabria festeggiano la Madonna della Consolazione. Coloro, invece, che non stanno a Reggio, celebrano la festa
dell'Esaltazione della Santa Croce Offro a tutti la propria liturgia. Festa della Madonna della Consolazione Dal Vangelo secondo Giovanni. Se mi amate, osserverete
i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere
perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non
mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei
comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Vi ho detto queste cose
mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho
detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Gesù lo Spirito Santo sono i
due grandi consolatori, perché sono sempre con noi e agiscono da Paracliti, cioè da avvocati. Così anche Maria, che come Madre non solo ci difende, ma anche ci protegge
e ci consola. Signore, non sia mai turbato il nostro cuore, la pace e la gioia, per intercessione della Vergine Maria, regnino costantemente nella nostra vita. Buona
giornata, don Pasqualino.
Buongiorno. Oggi gli amici di Reggio Calabria festeggiano la Madonna della Consolazione. Coloro, invece, che non stanno a Reggio, celebrano la festa dell'Esaltazione della Santa Croce
Offro a tutti la propria liturgia.
Festa della Madonna della Consolazione
Dal Vangelo secondo Giovanni.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Gesù lo Spirito Santo sono i due grandi consolatori, perché sono sempre con noi e agiscono da Paracliti, cioè da avvocati.
Così anche Maria, che come Madre non solo ci difende, ma anche ci protegge e ci consola.
Signore, non sia mai turbato il nostro cuore, la pace e la gioia, per intercessione della Vergine Maria, regnino costantemente nella nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Offro a tutti la propria liturgia.
Festa della Madonna della Consolazione
Dal Vangelo secondo Giovanni.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Gesù lo Spirito Santo sono i due grandi consolatori, perché sono sempre con noi e agiscono da Paracliti, cioè da avvocati.
Così anche Maria, che come Madre non solo ci difende, ma anche ci protegge e ci consola.
Signore, non sia mai turbato il nostro cuore, la pace e la gioia, per intercessione della Vergine Maria, regnino costantemente nella nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Dal Vangelo secondo Giovanni 3,13-17 In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui
che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in
lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio,
infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Il Vangelo ci offre le parole profetiche di Gesù
circa il suo sacrificio sulla Croce. Dio per amore ci dona il suo Figlio Unigenito perché possa salvarci. La Croce diviene allora lo strumento necessario di redenzione
per l'umanità intera. Coraggio, operiamo e viviamo nella fede del Signore morto e risorto e condividiamo le nostre possibili sofferenze con quelle preziosissime di
Cristo e di Maria. Signore, nella tua misericordia, abbi pietà di noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Festa dell'Esaltazione della Santa Croce.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Il Vangelo ci offre le parole profetiche di Gesù circa il suo sacrificio sulla Croce. Dio per amore ci dona il suo Figlio Unigenito perché possa salvarci. La Croce diviene allora lo strumento necessario di redenzione per l'umanità intera.
Coraggio, operiamo e viviamo nella fede del Signore morto e risorto e condividiamo le nostre possibili sofferenze con quelle preziosissime di Cristo e di Maria.
Signore, nella tua misericordia, abbi pietà di noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Il Vangelo ci offre le parole profetiche di Gesù circa il suo sacrificio sulla Croce. Dio per amore ci dona il suo Figlio Unigenito perché possa salvarci. La Croce diviene allora lo strumento necessario di redenzione per l'umanità intera.
Coraggio, operiamo e viviamo nella fede del Signore morto e risorto e condividiamo le nostre possibili sofferenze con quelle preziosissime di Cristo e di Maria.
Signore, nella tua misericordia, abbi pietà di noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-27 In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù
allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da
quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Oggi è la memoria della B.V. Addolorata. Il vangelo ci presenta Maria che "sta" ai piedi della croce, compartecipe
con il figlio della salvezza dell'umanità. Lo accoglie fra le sue braccia, icona di dolore e di pietà, ma anche di vera fede e di speranza. Maria è Madre della
Consolazione perché prima è stata "l'Addolorata" . Solo chi ha provato un grande dolore è in grado di lenire i dolori degli altri. Lo Spirito Santo, che
ha riempito di sé Maria, l'ha resa forte nel dolore ed efficace nella sua consolazione. Signore, donaci la forza per essere anche noi consolatori e portatori di
speranza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-27
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Oggi è la memoria della B.V. Addolorata. Il vangelo ci presenta Maria che "sta" ai piedi della croce, compartecipe con il figlio della salvezza dell'umanità.
Lo accoglie fra le sue braccia, icona di dolore e di pietà, ma anche di vera fede e di speranza.
Maria è Madre della Consolazione perché prima è stata "l'Addolorata" .
Solo chi ha provato un grande dolore è in grado di lenire i dolori degli altri.
Lo Spirito Santo, che ha riempito di sé Maria, l'ha resa forte nel dolore ed efficace nella sua consolazione.
Signore, donaci la forza per essere anche noi consolatori e portatori di speranza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Oggi è la memoria della B.V. Addolorata. Il vangelo ci presenta Maria che "sta" ai piedi della croce, compartecipe con il figlio della salvezza dell'umanità.
Lo accoglie fra le sue braccia, icona di dolore e di pietà, ma anche di vera fede e di speranza.
Maria è Madre della Consolazione perché prima è stata "l'Addolorata" .
Solo chi ha provato un grande dolore è in grado di lenire i dolori degli altri.
Lo Spirito Santo, che ha riempito di sé Maria, l'ha resa forte nel dolore ed efficace nella sua consolazione.
Signore, donaci la forza per essere anche noi consolatori e portatori di speranza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 7,36-50 In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna,
una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a
bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se
costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli
rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il
debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E,
volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con
le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto
con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al
quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i
peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». Il Vangelo ci narra di una donna e del suo gesto d'amore che vince tutte le riserve
mentali! È Gesù che lascia fare alla donna peccatrice il suo atto di dolore particolare , singolare, originale ed essenziale. Atto di dolore espresso in un grande gesto
d'amore e per questo da Gesù gradito e accolto e coronato dal perdono, anche questo offerto senza riserve: "A chi ha amato molto, molto sarà perdonato" .
Signore, donaci un cuore aperto all'amore, capace di piangere e di accogliere umilmente la tua dolce misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 7,36-50
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Il Vangelo ci narra di una donna e del suo gesto d'amore che vince tutte le riserve mentali! È Gesù che lascia fare alla donna peccatrice il suo atto di dolore particolare , singolare, originale ed essenziale.
Atto di dolore espresso in un grande gesto d'amore e per questo da Gesù gradito e accolto e coronato dal perdono, anche questo offerto senza riserve: "A chi ha amato molto, molto sarà perdonato" .
Signore, donaci un cuore aperto all'amore, capace di piangere e di accogliere umilmente la tua dolce misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Il Vangelo ci narra di una donna e del suo gesto d'amore che vince tutte le riserve mentali! È Gesù che lascia fare alla donna peccatrice il suo atto di dolore particolare , singolare, originale ed essenziale.
Atto di dolore espresso in un grande gesto d'amore e per questo da Gesù gradito e accolto e coronato dal perdono, anche questo offerto senza riserve: "A chi ha amato molto, molto sarà perdonato" .
Signore, donaci un cuore aperto all'amore, capace di piangere e di accogliere umilmente la tua dolce misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 8,1-3 In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i
Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di
Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. Può sembrare una semplice curiosità di cronaca quella che il Vangelo oggi ci
riporta, ma tutto ha un significato ben preciso. Gesù, conduceva con sé una umanità fragile, ma decisa, povera e ricca insieme, generosa e pronta al sacrificio. Cristo
cerca oggi uomini e donne che sanno amare e capaci quindi di saper donare ogni cosa con spirito di servizio e totale impegno. Signore, donaci la generosità e la
disponibilità degli uomini e delle donne che ti hanno seguito nella tua missione salvifica. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 8,1-3
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Può sembrare una semplice curiosità di cronaca quella che il Vangelo oggi ci riporta, ma tutto ha un significato ben preciso.
Gesù, conduceva con sé una umanità fragile, ma decisa, povera e ricca insieme, generosa e pronta al sacrificio.
Cristo cerca oggi uomini e donne che sanno amare e capaci quindi di saper donare ogni cosa con spirito di servizio e totale impegno.
Signore, donaci la generosità e la disponibilità degli uomini e delle donne che ti hanno seguito nella tua missione salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Può sembrare una semplice curiosità di cronaca quella che il Vangelo oggi ci riporta, ma tutto ha un significato ben preciso.
Gesù, conduceva con sé una umanità fragile, ma decisa, povera e ricca insieme, generosa e pronta al sacrificio.
Cristo cerca oggi uomini e donne che sanno amare e capaci quindi di saper donare ogni cosa con spirito di servizio e totale impegno.
Signore, donaci la generosità e la disponibilità degli uomini e delle donne che ti hanno seguito nella tua missione salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 8, 4-15 In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore
uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra
e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde
sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul
significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando
non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il
diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola
con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato,
strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver
ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza». È Gesù stesso a spiegarci la parabola "del seminatore". È
estremamente chiaro ciò che dobbiamo fare e come poter accogliere al meglio la Parola in noi. Ma dal dire al fare, dice il proverbio, c'è di mezzo il mare, ovvero
il male , che ci impedisce spesso di essere terreno buono. Ogni giorno allora lasciamoci " dissodare" ed "arare" da Dio perché sul nostro terreno
non vi siano sassi, spine o altro che possano impedire la crescita della Parola di vita. Signore, grazie per l'azione del tuo Santo Spirito che purifica e rinnova
il nostro cuore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 8, 4-15
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza».
È Gesù stesso a spiegarci la parabola "del seminatore". È estremamente chiaro ciò che dobbiamo fare e come poter accogliere al meglio la Parola in noi.
Ma dal dire al fare, dice il proverbio, c'è di mezzo il mare, ovvero il male , che ci impedisce spesso di essere terreno buono.
Ogni giorno allora lasciamoci " dissodare" ed "arare" da Dio perché sul nostro terreno non vi siano sassi, spine o altro che possano impedire la crescita della Parola di vita.
Signore, grazie per l'azione del tuo Santo Spirito che purifica e rinnova il nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza».
È Gesù stesso a spiegarci la parabola "del seminatore". È estremamente chiaro ciò che dobbiamo fare e come poter accogliere al meglio la Parola in noi.
Ma dal dire al fare, dice il proverbio, c'è di mezzo il mare, ovvero il male , che ci impedisce spesso di essere terreno buono.
Ogni giorno allora lasciamoci " dissodare" ed "arare" da Dio perché sul nostro terreno non vi siano sassi, spine o altro che possano impedire la crescita della Parola di vita.
Signore, grazie per l'azione del tuo Santo Spirito che purifica e rinnova il nostro cuore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXV del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37 In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo
sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo
tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate
discutendo per la strada?”. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno
vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno
solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, Padre di tutti
gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo Regno; donaci la sapienza che viene dall'alto, perché accogliamo la Parola
del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande é colui che serve."
Buona Domenica XXV del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo Regno; donaci la sapienza che viene dall'alto, perché accogliamo la Parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande é colui che serve."
Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande.
Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo Regno; donaci la sapienza che viene dall'alto, perché accogliamo la Parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande é colui che serve."
Ultimo aggiornamento: set 19, 2021 7:08:05pm
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Dal Vangelo secondo Luca 8,16-18 In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un
candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate
attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Chi segue e ama Gesù è luce che brilla e
quindi non può nascondersi. È vero è quindi non dovrà mai mentire. È vigilante e quindi non si distrarra' tra le realtà del mondo o perderà del tempo affascinato
da cose caduche. Nella realtà di Dio o si è abbondanti o altrimenti si è scarsi, non esiste una via di mezzo. Signore, donaci una fede che possa brillare
nell'oscurità delle cose del mondo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 8,16-18
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Chi segue e ama Gesù è luce che brilla e quindi non può nascondersi.
È vero è quindi non dovrà mai mentire.
È vigilante e quindi non si distrarra' tra le realtà del mondo o perderà del tempo affascinato da cose caduche.
Nella realtà di Dio o si è abbondanti o altrimenti si è scarsi, non esiste una via di mezzo.
Signore, donaci una fede che possa brillare nell'oscurità delle cose del mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Chi segue e ama Gesù è luce che brilla e quindi non può nascondersi.
È vero è quindi non dovrà mai mentire.
È vigilante e quindi non si distrarra' tra le realtà del mondo o perderà del tempo affascinato da cose caduche.
Nella realtà di Dio o si è abbondanti o altrimenti si è scarsi, non esiste una via di mezzo.
Signore, donaci una fede che possa brillare nell'oscurità delle cose del mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,9-13 In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli
si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo
ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno
bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i
peccatori». Oggi celebriamo la festa dell'apostolo S. Matteo, chiamato da Gesù mentre era al banco delle imposte. Ci sentiamo incoraggiati da Gesù quando dice di
essere venuto non per i giusti, ma per i peccatori. La sua misericordia è senza riserve e tutti possono, se si riconoscono bisognosi, riceverla. Signore, ti rendiamo
grazie perché ci chiami alla salvezza, fa che possiamo, come san Matteo, alzarci subito dalla nostra pochezza e mediocrità ed accettare di metterci in gioco nella
diffusione del tuo regno. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,9-13
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Oggi celebriamo la festa dell'apostolo S. Matteo, chiamato da Gesù mentre era al banco delle imposte.
Ci sentiamo incoraggiati da Gesù quando dice di essere venuto non per i giusti, ma per i peccatori. La sua misericordia è senza riserve e tutti possono, se si riconoscono bisognosi, riceverla.
Signore, ti rendiamo grazie perché ci chiami alla salvezza, fa che possiamo, come san Matteo, alzarci subito dalla nostra pochezza e mediocrità ed accettare di metterci in gioco nella diffusione del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Oggi celebriamo la festa dell'apostolo S. Matteo, chiamato da Gesù mentre era al banco delle imposte.
Ci sentiamo incoraggiati da Gesù quando dice di essere venuto non per i giusti, ma per i peccatori. La sua misericordia è senza riserve e tutti possono, se si riconoscono bisognosi, riceverla.
Signore, ti rendiamo grazie perché ci chiami alla salvezza, fa che possiamo, come san Matteo, alzarci subito dalla nostra pochezza e mediocrità ed accettare di metterci in gioco nella diffusione del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 9,1-6 In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il
regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In
qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come
testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni. È la missione dei
dodici che anticipa quella della Chiesa: annunziare e guarire! Ma con povertà di mezzi e ripieni invece della provvidenza e della potenza divina A tutti noi Cristo dona
questa missione: essere suoi testimoni ed annunciatori; e ad alcuni offre anche la possibilità di operare guarigioni e liberazioni dal male. Signore, grazie perché
siamo tuoi, accogli il nostro desiderio di poterti annunciare con gioia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,1-6
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
È la missione dei dodici che anticipa quella della Chiesa: annunziare e guarire! Ma con povertà di mezzi e ripieni invece della provvidenza e della potenza divina
A tutti noi Cristo dona questa missione: essere suoi testimoni ed annunciatori; e ad alcuni offre anche la possibilità di operare guarigioni e liberazioni dal male.
Signore, grazie perché siamo tuoi, accogli il nostro desiderio di poterti annunciare con gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
È la missione dei dodici che anticipa quella della Chiesa: annunziare e guarire! Ma con povertà di mezzi e ripieni invece della provvidenza e della potenza divina
A tutti noi Cristo dona questa missione: essere suoi testimoni ed annunciatori; e ad alcuni offre anche la possibilità di operare guarigioni e liberazioni dal male.
Signore, grazie perché siamo tuoi, accogli il nostro desiderio di poterti annunciare con gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 9,7-9 In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano:
«Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io;
chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. La curiosità di Erode, contrariamente a quella di Zaccheo, è fine a se stessa ed è chiusa
a qualsiasi interesse vero verso Gesù. Avviciniamoci a Gesù, invece, con il cuore desideroso di comprendere ed imparare dalla sua Parola tutto quanto può darci pace e
salvezza. Signore, vogliamo incontrarti sempre perché tu ci ami e noi vogliamo amarti e ricevere da te il perdono e la salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,7-9
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
La curiosità di Erode, contrariamente a quella di Zaccheo, è fine a se stessa ed è chiusa a qualsiasi interesse vero verso Gesù.
Avviciniamoci a Gesù, invece, con il cuore desideroso di comprendere ed imparare dalla sua Parola tutto quanto può darci pace e salvezza.
Signore, vogliamo incontrarti sempre perché tu ci ami e noi vogliamo amarti e ricevere da te il perdono e la salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
La curiosità di Erode, contrariamente a quella di Zaccheo, è fine a se stessa ed è chiusa a qualsiasi interesse vero verso Gesù.
Avviciniamoci a Gesù, invece, con il cuore desideroso di comprendere ed imparare dalla sua Parola tutto quanto può darci pace e salvezza.
Signore, vogliamo incontrarti sempre perché tu ci ami e noi vogliamo amarti e ricevere da te il perdono e la salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 9,18-22 Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi
dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite
che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere
rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Anche a noi Gesù oggi fa la stessa domanda fatta ai
discepoli: chi sono per la gente? Ma ci chiede anche: chi sono per te? O meglio: tu credi con la mente, con il cuore e con la tua vita che io sono il Signore? Allora
proviamo, come Pietro, a dare le nostre personali risposte, saranno di sicuro un "credo" , che ci aiuterà a pregare magari più intensamente. Signore Gesù, noi
crediamo in te, tu sei il Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto, nostro redentore e ora vivo per sempre, giudice unico e misericordioso. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,18-22
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Anche a noi Gesù oggi fa la stessa domanda fatta ai discepoli: chi sono per la gente? Ma ci chiede anche: chi sono per te? O meglio: tu credi con la mente, con il cuore e con la tua vita che io sono il Signore?
Allora proviamo, come Pietro, a dare le nostre personali risposte, saranno di sicuro un "credo" , che ci aiuterà a pregare magari più intensamente.
Signore Gesù, noi crediamo in te, tu sei il Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto, nostro redentore e ora vivo per sempre, giudice unico e misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Anche a noi Gesù oggi fa la stessa domanda fatta ai discepoli: chi sono per la gente? Ma ci chiede anche: chi sono per te? O meglio: tu credi con la mente, con il cuore e con la tua vita che io sono il Signore?
Allora proviamo, come Pietro, a dare le nostre personali risposte, saranno di sicuro un "credo" , che ci aiuterà a pregare magari più intensamente.
Signore Gesù, noi crediamo in te, tu sei il Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto, nostro redentore e ora vivo per sempre, giudice unico e misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 9,43b-45 In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste
parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne
coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. Il momento della croce vorremmo non arrivasse mai, ma anche Gesù se ne fa carico e lo ritiene
necessario per salvare tutti. Il medico celeste ci soccorra come buon Samaritano nel momento della prova e con la sua misericordia ci apra alla speranza. Signore,
grazie per il tuo amore senza limiti. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,43b-45
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Il momento della croce vorremmo non arrivasse mai, ma anche Gesù se ne fa carico e lo ritiene necessario per salvare tutti.
Il medico celeste ci soccorra come buon Samaritano nel momento della prova e con la sua misericordia ci apra alla speranza.
Signore, grazie per il tuo amore senza limiti.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Il momento della croce vorremmo non arrivasse mai, ma anche Gesù se ne fa carico e lo ritiene necessario per salvare tutti.
Il medico celeste ci soccorra come buon Samaritano nel momento della prova e con la sua misericordia ci apra alla speranza.
Signore, grazie per il tuo amore senza limiti.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXVI del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 9,38-43.45.47-48 In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava
demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e
subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità
io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una
macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani
andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i
due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con
due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, tu non privasti mai il tuo popolo
della voce dei profeti; effondi il tuo Spirito sul nuovo Israele, perché ogni uomo sia ricco del tuo dono, e a tutti i popoli della terra siano annunziate le meraviglie
del tuo amore."
Buona Domenica XXVI del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 9,38-43.45.47-48
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu non privasti mai il tuo popolo della voce dei profeti; effondi il tuo Spirito sul nuovo Israele, perché ogni uomo sia ricco del tuo dono, e a tutti i popoli della terra siano annunziate le meraviglie del tuo amore."
Dal Vangelo secondo Marco 9,38-43.45.47-48
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu non privasti mai il tuo popolo della voce dei profeti; effondi il tuo Spirito sul nuovo Israele, perché ogni uomo sia ricco del tuo dono, e a tutti i popoli della terra siano annunziate le meraviglie del tuo amore."
Ultimo aggiornamento: set 26, 2021 7:03:18pm
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Dal Vangelo secondo Luca 9,46-50 In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro
cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.
Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo
abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Gesù conosce i pensieri dei
cuori e con la sua sapienza ci parla perché possiamo convertirci. Siamo chiamati a renderci disponibili e docili di fronte al servizio di carità verso tutti i fratelli
con la capacità di accogliere tutti con l'amore che proviene da Dio. "Nessuno escluso mai" (Mons. Italo Calabro'). Signore, donaci un cuore grande e
generoso, capace di accogliere con il metro della tua immensa misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,46-50
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Gesù conosce i pensieri dei cuori e con la sua sapienza ci parla perché possiamo convertirci.
Siamo chiamati a renderci disponibili e docili di fronte al servizio di carità verso tutti i fratelli con la capacità di accogliere tutti con l'amore che proviene da Dio. "Nessuno escluso mai" (Mons. Italo Calabro').
Signore, donaci un cuore grande e generoso, capace di accogliere con il metro della tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Gesù conosce i pensieri dei cuori e con la sua sapienza ci parla perché possiamo convertirci.
Siamo chiamati a renderci disponibili e docili di fronte al servizio di carità verso tutti i fratelli con la capacità di accogliere tutti con l'amore che proviene da Dio. "Nessuno escluso mai" (Mons. Italo Calabro').
Signore, donaci un cuore grande e generoso, capace di accogliere con il metro della tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 9,51-56 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso
Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero
riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un
fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Dio lascia ognuno di noi libero di accoglierlo o meno, di
credere o di non credere, di volerlo amare come pure di ignorarlo. Ma da questa scelta dipende tutta la nostra vita e il futuro. Nella vita non si ha semplicemente il
consenso, ma anche molto spesso l'avversita' e la critica. Si va avanti lo stesso pregando persino per coloro che ti ostacolano. Signore, donaci lo spirito di
carità e una buona dose di tolleranza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,51-56
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Dio lascia ognuno di noi libero di accoglierlo o meno, di credere o di non credere, di volerlo amare come pure di ignorarlo.
Ma da questa scelta dipende tutta la nostra vita e il futuro.
Nella vita non si ha semplicemente il consenso, ma anche molto spesso l'avversita' e la critica.
Si va avanti lo stesso pregando persino per coloro che ti ostacolano.
Signore, donaci lo spirito di carità e una buona dose di tolleranza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Dio lascia ognuno di noi libero di accoglierlo o meno, di credere o di non credere, di volerlo amare come pure di ignorarlo.
Ma da questa scelta dipende tutta la nostra vita e il futuro.
Nella vita non si ha semplicemente il consenso, ma anche molto spesso l'avversita' e la critica.
Si va avanti lo stesso pregando persino per coloro che ti ostacolano.
Signore, donaci lo spirito di carità e una buona dose di tolleranza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Con immensa felicità condividiamo la locandina della Vestizione di @[100013002853079:2048:Annamaria] che sarà giorno 13 ottobre 🥰
Tutta la comunità parrocchiale ti è vicina e ti porta nelle sue preghiere ❤️🙏🏻
Tutta la comunità parrocchiale ti è vicina e ti porta nelle sue preghiere ❤️🙏🏻
Ultimo aggiornamento: set 28, 2021 1:13:06pm
Con qualche giorno di ritardo, festeggiamo i dieci anni di don Pasqualino nella nostra parrocchia 🎉
Affidiamo il suo nuovo incarico di Vicario Generale alla Santa Vergine Odigitria, affinché lo accompagni e lo guidi nel suo cammino 🙏🏻❤️
Affidiamo il suo nuovo incarico di Vicario Generale alla Santa Vergine Odigitria, affinché lo accompagni e lo guidi nel suo cammino 🙏🏻❤️
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Festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Dal Vangelo secondo Giovanni 1,47-51 In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui:
«Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando
eri sotto l’albero di fichi».Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto
sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio
salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Questa pagina di Vangelo ci parla di Angeli che salgono e scendono dal Cielo. Alcuni citati dalla Scrittura con i loro
nomi, sembrano avere mansioni di un certo rilievo per cui sono definiti Arcangeli. Michele: capo delle schiere angeliche. Gabriele: messaggero di grandi eventi.
Raffaele: fedele custode che conduce a guarigione. Signore, grazie per l'aiuto speciale che ci offri attraverso i tuoi Angeli, fa' che con cuore docile li
facciamo agire nei nostri percorsi di vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,47-51
In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi».Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Questa pagina di Vangelo ci parla di Angeli che salgono e scendono dal Cielo.
Alcuni citati dalla Scrittura con i loro nomi, sembrano avere mansioni di un certo rilievo per cui sono definiti Arcangeli.
Michele: capo delle schiere angeliche.
Gabriele: messaggero di grandi eventi.
Raffaele: fedele custode che conduce a guarigione.
Signore, grazie per l'aiuto speciale che ci offri attraverso i tuoi Angeli, fa' che con cuore docile li facciamo agire nei nostri percorsi di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,47-51
In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi».Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Questa pagina di Vangelo ci parla di Angeli che salgono e scendono dal Cielo.
Alcuni citati dalla Scrittura con i loro nomi, sembrano avere mansioni di un certo rilievo per cui sono definiti Arcangeli.
Michele: capo delle schiere angeliche.
Gabriele: messaggero di grandi eventi.
Raffaele: fedele custode che conduce a guarigione.
Signore, grazie per l'aiuto speciale che ci offri attraverso i tuoi Angeli, fa' che con cuore docile li facciamo agire nei nostri percorsi di vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Il gruppo delle Mamme in preghiera dopo la pausa estiva riprende il suo cammino di adorazione eucaristica davanti al Santissimo Sacramento.
Bellissimo momento di condivisione comunitario che ogni mese le mamme in preghiera guidati dal Sacerdote Don Pasqualino Catanese (ad oggi Vicario generale della Diocesi Reggio-Bova) condivide insieme a tutta la comunità.
Questo mese guidati dalla Vergine Maria, ci siamo messi in cammino in questo percorso di adorazione all'incontro con suo figlio Gesù insieme al nostro Vice parroco Don Antonio Ielo.
Siamo alla presenza di Gesù Eucarestia per lodarlo e ringraziarlo. 🙏
Bellissimo momento di condivisione comunitario che ogni mese le mamme in preghiera guidati dal Sacerdote Don Pasqualino Catanese (ad oggi Vicario generale della Diocesi Reggio-Bova) condivide insieme a tutta la comunità.
Questo mese guidati dalla Vergine Maria, ci siamo messi in cammino in questo percorso di adorazione all'incontro con suo figlio Gesù insieme al nostro Vice parroco Don Antonio Ielo.
Siamo alla presenza di Gesù Eucarestia per lodarlo e ringraziarlo. 🙏
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Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12 In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per
recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai per la sua messe! Andate: ecco, vi
mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite:
“Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di
quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello
che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite
sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è
vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”. Il vangelo ci narra dell'invio dei settantadue discepoli a due a
due. Una missione improntata sulla preghiera al Padre perché chiami sempre operai per la sua "messe". Il tutto poi eseguito nella gratuità e nella povertà di
mezzi, essenziali per dare spessore alla Parola annunciata. Signore, donaci di poter essere testimoni autentici della tua Parola e indicare al mondo i sentieri della
speranza e dell'amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai per la sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”.
Il vangelo ci narra dell'invio dei settantadue discepoli a due a due.
Una missione improntata sulla preghiera al Padre perché chiami sempre operai per la sua "messe". Il tutto poi eseguito nella gratuità e nella povertà di mezzi, essenziali per dare spessore alla Parola annunciata.
Signore, donaci di poter essere testimoni autentici della tua Parola e indicare al mondo i sentieri della speranza e dell'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai per la sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!” Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”.
Il vangelo ci narra dell'invio dei settantadue discepoli a due a due.
Una missione improntata sulla preghiera al Padre perché chiami sempre operai per la sua "messe". Il tutto poi eseguito nella gratuità e nella povertà di mezzi, essenziali per dare spessore alla Parola annunciata.
Signore, donaci di poter essere testimoni autentici della tua Parola e indicare al mondo i sentieri della speranza e dell'amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 10,13-16 In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che
avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno
duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi
disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». La mancanza di ascolto è quasi sempre segno di indifferenza e di poco interesse. Così è stato per le città raggiunte
dalla predicazione di Gesù e tale potrebbe essere anche per noi, magari distratti dalle realtà di questo mondo. L'ascolto autentico procede dell'amore, perché
se si ama veramente allora si conosce perfettamente. Signore, donaci di poterti amare e conoscere sempre di più. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,13-16
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
La mancanza di ascolto è quasi sempre segno di indifferenza e di poco interesse. Così è stato per le città raggiunte dalla predicazione di Gesù e tale potrebbe essere anche per noi, magari distratti dalle realtà di questo mondo.
L'ascolto autentico procede dell'amore, perché se si ama veramente allora si conosce perfettamente.
Signore, donaci di poterti amare e conoscere sempre di più.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
La mancanza di ascolto è quasi sempre segno di indifferenza e di poco interesse. Così è stato per le città raggiunte dalla predicazione di Gesù e tale potrebbe essere anche per noi, magari distratti dalle realtà di questo mondo.
L'ascolto autentico procede dell'amore, perché se si ama veramente allora si conosce perfettamente.
Signore, donaci di poterti amare e conoscere sempre di più.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un
bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò
chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». La
misericordia di Dio ha voluto donarci un forte sostegno attraverso gli Angeli custodi. Essi ci suggeriscono sempre il bene da compiere e spesso ci salvaguardano da
pericoli contigenti. Mi colpisce particolarmente nel Vangelo il dettaglio espresso da Gesù , che cioè , gli angeli custodi dei piccoli vedono sempre il volto di Dio. È
di certo un segno grande di predilezione e di profonda attenzione alla loro vita. Signore, grazie per averci donato gli Angeli, preziosi compagni di viaggio sulle
strade della terra, fa' che possiamo ascoltarne le indicazioni e i consigli e seguirli docilmente quando ci prendono per mano. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
La misericordia di Dio ha voluto donarci un forte sostegno attraverso gli Angeli custodi. Essi ci suggeriscono sempre il bene da compiere e spesso ci salvaguardano da pericoli contigenti.
Mi colpisce particolarmente nel Vangelo il dettaglio espresso da Gesù , che cioè , gli angeli custodi dei piccoli vedono sempre il volto di Dio. È di certo un segno grande di predilezione e di profonda attenzione alla loro vita.
Signore, grazie per averci donato gli Angeli, preziosi compagni di viaggio sulle strade della terra, fa' che possiamo ascoltarne le indicazioni e i consigli e seguirli docilmente quando ci prendono per mano.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
La misericordia di Dio ha voluto donarci un forte sostegno attraverso gli Angeli custodi. Essi ci suggeriscono sempre il bene da compiere e spesso ci salvaguardano da pericoli contigenti.
Mi colpisce particolarmente nel Vangelo il dettaglio espresso da Gesù , che cioè , gli angeli custodi dei piccoli vedono sempre il volto di Dio. È di certo un segno grande di predilezione e di profonda attenzione alla loro vita.
Signore, grazie per averci donato gli Angeli, preziosi compagni di viaggio sulle strade della terra, fa' che possiamo ascoltarne le indicazioni e i consigli e seguirli docilmente quando ci prendono per mano.
Buona giornata, don Pasqualino.
"Seguite la spiritualità di santa Teresa del Bambino Gesù" ha detto mons. Édouard Sinayobye, vescovo di Cyangugu, agli amici del MOCI presso la parrocchia Santa Maria Odigitria
"che ha voluto imitare Gesù ed essere il cuore della Chiesa, per poter amare il mondo intero."
"Vi ringrazio per lo spirito di solidarietà con cui vivete il gemellaggio tra le nostre due Chiese" ha continuato il vescovo, rivolto a coloro che sono impegnati nelle adozioni a distanza "Non siamo noi che abbiamo deciso questo: è il Signore Gesù, che ci spinge e ci dona il Suo entusiasmo".
"Vi ringrazio per lo spirito di solidarietà con cui vivete il gemellaggio tra le nostre due Chiese" ha continuato il vescovo, rivolto a coloro che sono impegnati nelle adozioni a distanza "Non siamo noi che abbiamo deciso questo: è il Signore Gesù, che ci spinge e ci dona il Suo entusiasmo".
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Buona Domenica XXVII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 10,2-16 In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù
se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e
di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per
questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non
divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa
un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i
discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti
appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li
benediceva, imponendo le mani su di loro. Preghiera sul Vangelo: "Dio, che hai creato l'uomo e la donna, perché i due siano una vita sola, principio
dell'armonia che si realizza nell'amore; riporta i figli di Adamo alla santità delle prime origini, e dona loro un cuore fedele, perché nessun potere umano
osi dividere ciò che tu hai unito."
Buona Domenica XXVII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 10,2-16
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio, che hai creato l'uomo e la donna, perché i due siano una vita sola, principio dell'armonia che si realizza nell'amore; riporta i figli di Adamo alla santità delle prime origini, e dona loro un cuore fedele, perché nessun potere umano osi dividere ciò che tu hai unito."
Dal Vangelo secondo Marco 10,2-16
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio, che hai creato l'uomo e la donna, perché i due siano una vita sola, principio dell'armonia che si realizza nell'amore; riporta i figli di Adamo alla santità delle prime origini, e dona loro un cuore fedele, perché nessun potere umano osi dividere ciò che tu hai unito."
Ultimo aggiornamento: ott 03, 2021 6:15:10pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 11, 25-30 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai
dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non
il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò
ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il
mio peso leggero». Questa bellissima preghiera di Gesù, riportata da Matteo, ci svela l'animo del Signore e di tutti coloro che nel corso dei secoli così lo hanno
seguito. Miti, umili, poveri e generosi, santi come Francesco, hanno portato con gioia il giogo dolce e leggero di Cristo, offrendo a tutte le generazioni una
testimonianza sempre viva ed originale. Signore Gesù, donaci la conoscenza di Te , del Padre e dello Spirito Santo, fa' che impariamo il linguaggio essenziale
dell'amore e della vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11, 25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Questa bellissima preghiera di Gesù, riportata da Matteo, ci svela l'animo del Signore e di tutti coloro che nel corso dei secoli così lo hanno seguito.
Miti, umili, poveri e generosi, santi come Francesco, hanno portato con gioia il giogo dolce e leggero di Cristo, offrendo a tutte le generazioni una testimonianza sempre viva ed originale.
Signore Gesù, donaci la conoscenza di Te , del Padre e dello Spirito Santo, fa' che impariamo il linguaggio essenziale dell'amore e della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Questa bellissima preghiera di Gesù, riportata da Matteo, ci svela l'animo del Signore e di tutti coloro che nel corso dei secoli così lo hanno seguito.
Miti, umili, poveri e generosi, santi come Francesco, hanno portato con gioia il giogo dolce e leggero di Cristo, offrendo a tutte le generazioni una testimonianza sempre viva ed originale.
Signore Gesù, donaci la conoscenza di Te , del Padre e dello Spirito Santo, fa' che impariamo il linguaggio essenziale dell'amore e della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
ORARI MESSE:
Durante la settimana: 18:30
Sabato: 18:30
Domenica: 8:30 e 18:30
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Sabato: 18:30
Domenica: 8:30 e 18:30
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Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42 In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di
nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non
t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per
molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». A Marta sarebbe piaciuto ascoltare il Maestro, ma deve riuscire
a concludere perfettamente ogni cosa. Maria, la sorella, invece, sceglie di starsene seduta ai piedi del Signore per ascoltare la Parola senza curarsi di aiutare Marta
nelle faccende casalinghe. Gesù esprime una preferenza sull'operato di Maria , mettendo in evidenza l'essenzialità dell'ascolto della sua Parola che
guarisce i cuori e salva veramente. A noi la scelta di una vita densa di cose da fare, senza un tempo di autentico ascolto, o una vita densa di ascolto con un tempo di
cose fa fare. Signore, entra nei nostri cuori e parlaci del tuo amore misericordioso. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
A Marta sarebbe piaciuto ascoltare il Maestro, ma deve riuscire a concludere perfettamente ogni cosa.
Maria, la sorella, invece, sceglie di starsene seduta ai piedi del Signore per ascoltare la Parola senza curarsi di aiutare Marta nelle faccende casalinghe.
Gesù esprime una preferenza sull'operato di Maria , mettendo in evidenza l'essenzialità dell'ascolto della sua Parola che guarisce i cuori e salva veramente.
A noi la scelta di una vita densa di cose da fare, senza un tempo di autentico ascolto, o una vita densa di ascolto con un tempo di cose fa fare.
Signore, entra nei nostri cuori e parlaci del tuo amore misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
A Marta sarebbe piaciuto ascoltare il Maestro, ma deve riuscire a concludere perfettamente ogni cosa.
Maria, la sorella, invece, sceglie di starsene seduta ai piedi del Signore per ascoltare la Parola senza curarsi di aiutare Marta nelle faccende casalinghe.
Gesù esprime una preferenza sull'operato di Maria , mettendo in evidenza l'essenzialità dell'ascolto della sua Parola che guarisce i cuori e salva veramente.
A noi la scelta di una vita densa di cose da fare, senza un tempo di autentico ascolto, o una vita densa di ascolto con un tempo di cose fa fare.
Signore, entra nei nostri cuori e parlaci del tuo amore misericordioso.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 11,1-4 Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche
Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro
pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Il "Padrenostro"
è sempre la preghiera per eccellenza perché ce l'ha insegnata Gesù. È la preghiera completa, perché inizia con la lode di Dio Padre, e l'affidamento fiducioso
a Lui. Continua poi con la richiesta alla provvidenza divina del pane quotidiano e quindi si conclude con un atto penitenziale nel quale si antepone il perdono dato ai
fratelli a quello ricevuto da Dio. C'è ancora una breve richiesta finale: non essere lasciati a lungo in balia della tentazione. Signore, grazie. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Il "Padrenostro" è sempre la preghiera per eccellenza perché ce l'ha insegnata Gesù.
È la preghiera completa, perché inizia con la lode di Dio Padre, e l'affidamento fiducioso a Lui.
Continua poi con la richiesta alla provvidenza divina del pane quotidiano e quindi si conclude con un atto penitenziale nel quale si antepone il perdono dato ai fratelli a quello ricevuto da Dio.
C'è ancora una breve richiesta finale: non essere lasciati a lungo in balia della tentazione.
Signore, grazie.
Buona giornata, don Pasqualino.
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Il "Padrenostro" è sempre la preghiera per eccellenza perché ce l'ha insegnata Gesù.
È la preghiera completa, perché inizia con la lode di Dio Padre, e l'affidamento fiducioso a Lui.
Continua poi con la richiesta alla provvidenza divina del pane quotidiano e quindi si conclude con un atto penitenziale nel quale si antepone il perdono dato ai fratelli a quello ricevuto da Dio.
C'è ancora una breve richiesta finale: non essere lasciati a lungo in balia della tentazione.
Signore, grazie.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 11,5-13 In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché
è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei
bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a
dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca
trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno
scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo
chiedono!». L'insistenza dello Spirito: ecco il segreto della preghiera! Gesù ci insegna questo metodo efficace che scardina qualsiasi resistenza divina. Allora
bisogna affidare allo Spirito Santo, che è dono della misericordia e della provvidenza del Padre, ogni buona richiesta e credere intensamente che essa verrà esaudita.
Dio è buono e darà sempre cose buone. Signore Dio Padre, ascolta il gemito del tuo Santo Spirito e vieni in nostro soccorso per Cristo nostro fratello e Salvatore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,5-13
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
L'insistenza dello Spirito: ecco il segreto della preghiera! Gesù ci insegna questo metodo efficace che scardina qualsiasi resistenza divina.
Allora bisogna affidare allo Spirito Santo, che è dono della misericordia e della provvidenza del Padre, ogni buona richiesta e credere intensamente che essa verrà esaudita. Dio è buono e darà sempre cose buone.
Signore Dio Padre, ascolta il gemito del tuo Santo Spirito e vieni in nostro soccorso per Cristo nostro fratello e Salvatore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
L'insistenza dello Spirito: ecco il segreto della preghiera! Gesù ci insegna questo metodo efficace che scardina qualsiasi resistenza divina.
Allora bisogna affidare allo Spirito Santo, che è dono della misericordia e della provvidenza del Padre, ogni buona richiesta e credere intensamente che essa verrà esaudita. Dio è buono e darà sempre cose buone.
Signore Dio Padre, ascolta il gemito del tuo Santo Spirito e vieni in nostro soccorso per Cristo nostro fratello e Salvatore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 11,15-26 In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i
demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in
rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di
Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io
scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al
sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi
non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia
casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima
condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima». "Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde". Questo afferma Gesù, infatti
Egli è il Figlio di Dio e quindi il più forte in assoluto. Solo Lui può renderci liberi dall'influsso del maligno e custodirci nella pace e nell'amore di Dio.
Affidando la nostra vita al Signore Gesù siamo sicuri che raccoglieremo frutti abbondanti di gioia, di serenità e di salvezza. Signore, "sotto le tue ali troviamo
rifugio", avvolgici del manto della tua misericordia, difendici da ogni male e donaci la tua pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,15-26
In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
"Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde". Questo afferma Gesù, infatti Egli è il Figlio di Dio e quindi il più forte in assoluto. Solo Lui può renderci liberi dall'influsso del maligno e custodirci nella pace e nell'amore di Dio.
Affidando la nostra vita al Signore Gesù siamo sicuri che raccoglieremo frutti abbondanti di gioia, di serenità e di salvezza.
Signore, "sotto le tue ali troviamo rifugio", avvolgici del manto della tua misericordia, difendici da ogni male e donaci la tua pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
"Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde". Questo afferma Gesù, infatti Egli è il Figlio di Dio e quindi il più forte in assoluto. Solo Lui può renderci liberi dall'influsso del maligno e custodirci nella pace e nell'amore di Dio.
Affidando la nostra vita al Signore Gesù siamo sicuri che raccoglieremo frutti abbondanti di gioia, di serenità e di salvezza.
Signore, "sotto le tue ali troviamo rifugio", avvolgici del manto della tua misericordia, difendici da ogni male e donaci la tua pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 11,27-28 In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che
ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Oggi un brevissimo brano, ma molto significativo: Gesù loda e
dichiara beati coloro che ascoltano e osservano la sua Parola. La lode era in partenza per la madre che lo aveva allevato e chiaramente diviene dopo le parole di Gesù
una lode specifica per lei, la Vergine Santissima, che ha creduto prima, che ha continuato a credete durante la missione del suo Figlio e ha creduto anche dopo sino
alla Risurrezione. Maria ha creduto sempre! Signore, donaci di aderire pienamente alla tua Parola per essere fedeli e beati sulla via della fede. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Oggi un brevissimo brano, ma molto significativo: Gesù loda e dichiara beati coloro che ascoltano e osservano la sua Parola. La lode era in partenza per la madre che lo aveva allevato e chiaramente diviene dopo le parole di Gesù una lode specifica per lei, la Vergine Santissima, che ha creduto prima, che ha continuato a credete durante la missione del suo Figlio e ha creduto anche dopo sino alla Risurrezione. Maria ha creduto sempre!
Signore, donaci di aderire pienamente alla tua Parola per essere fedeli e beati sulla via della fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Oggi un brevissimo brano, ma molto significativo: Gesù loda e dichiara beati coloro che ascoltano e osservano la sua Parola. La lode era in partenza per la madre che lo aveva allevato e chiaramente diviene dopo le parole di Gesù una lode specifica per lei, la Vergine Santissima, che ha creduto prima, che ha continuato a credete durante la missione del suo Figlio e ha creduto anche dopo sino alla Risurrezione. Maria ha creduto sempre!
Signore, donaci di aderire pienamente alla tua Parola per essere fedeli e beati sulla via della fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXVIII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30 [In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi
in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è
buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua
madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una
cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne
andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze,
entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più
facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma
Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato
tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per
causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a
persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che scruti i sentimenti e i pensieri dell'uomo, non c'é creatura che
possa nascondersi davanti a te; penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo diventare liberi e poveri per il
tuo Regno."
Buona Domenica XXVIII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30
[In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che scruti i sentimenti e i pensieri dell'uomo, non c'é creatura che possa nascondersi davanti a te; penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo diventare liberi e poveri per il tuo Regno."
Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30
[In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che scruti i sentimenti e i pensieri dell'uomo, non c'é creatura che possa nascondersi davanti a te; penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo diventare liberi e poveri per il tuo Regno."
Ultimo aggiornamento: ott 10, 2021 6:30:17pm
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Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32 In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un
segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa
generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della
terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa
generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». La fede in Gesù più che dai segni,
ovvero i miracoli da lui compiuti, deve scaturire dal "segno", cioè il mistero pasquale della sua morte e Risurrezione. Crediamo, quindi, senza riserve, nel
Figlio di Dio che si è fatto uomo e che ha sofferto per noi salvandoci con la sua morte in croce. La sua Risurrezione è forza e speranza per il cammino della nostra
vita. Signore Gesù, ti riconosciamo come il Figlio unigenito del Padre misericordioso e provvidente, donaci la grazia di seguirti con docilità e sempre maggiore
consapevolezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
La fede in Gesù più che dai segni, ovvero i miracoli da lui compiuti, deve scaturire dal "segno", cioè il mistero pasquale della sua morte e Risurrezione.
Crediamo, quindi, senza riserve, nel Figlio di Dio che si è fatto uomo e che ha sofferto per noi salvandoci con la sua morte in croce.
La sua Risurrezione è forza e speranza per il cammino della nostra vita.
Signore Gesù, ti riconosciamo come il Figlio unigenito del Padre misericordioso e provvidente, donaci la grazia di seguirti con docilità e sempre maggiore consapevolezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
La fede in Gesù più che dai segni, ovvero i miracoli da lui compiuti, deve scaturire dal "segno", cioè il mistero pasquale della sua morte e Risurrezione.
Crediamo, quindi, senza riserve, nel Figlio di Dio che si è fatto uomo e che ha sofferto per noi salvandoci con la sua morte in croce.
La sua Risurrezione è forza e speranza per il cammino della nostra vita.
Signore Gesù, ti riconosciamo come il Figlio unigenito del Padre misericordioso e provvidente, donaci la grazia di seguirti con docilità e sempre maggiore consapevolezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 11,37-41 In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si
meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro
interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro,
ed ecco, per voi tutto sarà puro». Ciò che conta per la salvezza non sono i ritualismi o i gesti superficiali di religiosità, ma le opere buone, la concreta carità,
l'aiuto offerto a tutti. Ecco Gesù ci dona la sua regola d'oro: meno formalità e più amore donato. Come cristiani siamo chiamati oggi ad essere testimoni
della vita del Maestro con il nostro impegno e la nostra fedeltà alla sua divina volontà. Signore, plasma la nostra mente e il nostro cuore a tua immagine e
somiglianza, affinché possiamo essere capaci di donare sempre, senza riserve, il bene e la pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,37-41
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Ciò che conta per la salvezza non sono i ritualismi o i gesti superficiali di religiosità, ma le opere buone, la concreta carità, l'aiuto offerto a tutti.
Ecco Gesù ci dona la sua regola d'oro: meno formalità e più amore donato.
Come cristiani siamo chiamati oggi ad essere testimoni della vita del Maestro con il nostro impegno e la nostra fedeltà alla sua divina volontà.
Signore, plasma la nostra mente e il nostro cuore a tua immagine e somiglianza, affinché possiamo essere capaci di donare sempre, senza riserve, il bene e la pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Ciò che conta per la salvezza non sono i ritualismi o i gesti superficiali di religiosità, ma le opere buone, la concreta carità, l'aiuto offerto a tutti.
Ecco Gesù ci dona la sua regola d'oro: meno formalità e più amore donato.
Come cristiani siamo chiamati oggi ad essere testimoni della vita del Maestro con il nostro impegno e la nostra fedeltà alla sua divina volontà.
Signore, plasma la nostra mente e il nostro cuore a tua immagine e somiglianza, affinché possiamo essere capaci di donare sempre, senza riserve, il bene e la pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 11,42-46 In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da
parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i
saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e
gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei
pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Dovremmo proprio guardarci da quel grido di Gesù: "guai a voi". Infatti, pur essendo rivolto ai farisei e ai
dottori della legge, esso potrebbe riguardare anche la nostra vita e il nostro modo di essere. Vogliamo seguire Gesù nella giustizia e nell'amore, praticando
puntualmente la carità e portando pazientemente il peso della nostra croce. Signore, donaci umiltà e misericordia e fa' che con mansuetudine e dolcezza
testimoniamo fedelmente la verità della nostra fede. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,42-46
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Dovremmo proprio guardarci da quel grido di Gesù: "guai a voi".
Infatti, pur essendo rivolto ai farisei e ai dottori della legge, esso potrebbe riguardare anche la nostra vita e il nostro modo di essere.
Vogliamo seguire Gesù nella giustizia e nell'amore, praticando puntualmente la carità e portando pazientemente il peso della nostra croce.
Signore, donaci umiltà e misericordia e fa' che con mansuetudine e dolcezza testimoniamo fedelmente la verità della nostra fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Dovremmo proprio guardarci da quel grido di Gesù: "guai a voi".
Infatti, pur essendo rivolto ai farisei e ai dottori della legge, esso potrebbe riguardare anche la nostra vita e il nostro modo di essere.
Vogliamo seguire Gesù nella giustizia e nell'amore, praticando puntualmente la carità e portando pazientemente il peso della nostra croce.
Signore, donaci umiltà e misericordia e fa' che con mansuetudine e dolcezza testimoniamo fedelmente la verità della nostra fede.
Buona giornata, don Pasqualino.
Grande momento di felicità per tutti noi! 🎉
Nel giorno della Vestizione e Professione dei primi voti semplici, l'intera comunità parrocchiale si stringe con gioia attorno ad Annamaria e a tutta la sua famiglia 💕
Nel farti i nostri più cari auguri, ti accompagniamo nella preghiera e ti affidiamo a Santa Maria Odigitria affinché ti guidi e ti custodisca per tutto il tuo cammino 🙏🏻
Nel giorno della Vestizione e Professione dei primi voti semplici, l'intera comunità parrocchiale si stringe con gioia attorno ad Annamaria e a tutta la sua famiglia 💕
Nel farti i nostri più cari auguri, ti accompagniamo nella preghiera e ti affidiamo a Santa Maria Odigitria affinché ti guidi e ti custodisca per tutto il tuo cammino 🙏🏻
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Dal Vangelo secondo Luca 11,47-54 In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi
testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi
li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele
fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che
avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i
farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa
bocca. Che grande responsabilità, in senso negativo, quella di agire contro la volontà di Dio! Porta alla morte. Essere nemici di Dio è la cosa che non si augura mai ad
alcuno! Ringraziamo il Padre celeste che ci ha chiamati nel suo amore ad essere suoi figli in Gesù suo Figlio Unigenito, nello Spirito Santo che ci offre la conoscenza
di ogni misericordia. È questa la nostra vocazione e il nostro intento sarà quello di poter far "entrare" tanti altri all'interno di questo
"luogo" di salvezza. Signore, vogliamo corrispondere al tuo amore, donaci pace e bene per sempre. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 11,47-54
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Che grande responsabilità, in senso negativo, quella di agire contro la volontà di Dio! Porta alla morte.
Essere nemici di Dio è la cosa che non si augura mai ad alcuno!
Ringraziamo il Padre celeste che ci ha chiamati nel suo amore ad essere suoi figli in Gesù suo Figlio Unigenito, nello Spirito Santo che ci offre la conoscenza di ogni misericordia.
È questa la nostra vocazione e il nostro intento sarà quello di poter far "entrare" tanti altri all'interno di questo "luogo" di salvezza.
Signore, vogliamo corrispondere al tuo amore, donaci pace e bene per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Che grande responsabilità, in senso negativo, quella di agire contro la volontà di Dio! Porta alla morte.
Essere nemici di Dio è la cosa che non si augura mai ad alcuno!
Ringraziamo il Padre celeste che ci ha chiamati nel suo amore ad essere suoi figli in Gesù suo Figlio Unigenito, nello Spirito Santo che ci offre la conoscenza di ogni misericordia.
È questa la nostra vocazione e il nostro intento sarà quello di poter far "entrare" tanti altri all'interno di questo "luogo" di salvezza.
Signore, vogliamo corrispondere al tuo amore, donaci pace e bene per sempre.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 12,1-7 In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi
discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi
ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi,
amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che,
dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è
dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». Quanto è attento e delicato il Signore
nel darci queste indicazioni! Attenzione all'ipocrisia: davanti a Dio tutto sarà rivelato nella verità più assoluta. L'impegno forte deve essere quello di
salvaguardare la nostra anima dal tentativo del nemico infernale di volercela rubare. La fiducia in Dio, che conta anche tutti i capelli del nostro capo, ci dia la
capacità di vivere serenamente e con impegno. Signore, grazie per il tuo amore provvidente, custodiscici sotto il tuo manto di misericordia e di pace. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 12,1-7
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Quanto è attento e delicato il Signore nel darci queste indicazioni! Attenzione all'ipocrisia: davanti a Dio tutto sarà rivelato nella verità più assoluta.
L'impegno forte deve essere quello di salvaguardare la nostra anima dal tentativo del nemico infernale di volercela rubare.
La fiducia in Dio, che conta anche tutti i capelli del nostro capo, ci dia la capacità di vivere serenamente e con impegno.
Signore, grazie per il tuo amore provvidente, custodiscici sotto il tuo manto di misericordia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Quanto è attento e delicato il Signore nel darci queste indicazioni! Attenzione all'ipocrisia: davanti a Dio tutto sarà rivelato nella verità più assoluta.
L'impegno forte deve essere quello di salvaguardare la nostra anima dal tentativo del nemico infernale di volercela rubare.
La fiducia in Dio, che conta anche tutti i capelli del nostro capo, ci dia la capacità di vivere serenamente e con impegno.
Signore, grazie per il tuo amore provvidente, custodiscici sotto il tuo manto di misericordia e di pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 12,8-12 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo
riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio
dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità,
non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Testimoniare Gesù:
questo deve essere sempre il nostro impegno di cristiani. Una testimonianza che nasca dalla conoscenza di Lui e dall'amore verso Lui. Non amare è
"bestemmia" contro lo Spirito Santo! Lo Spirito Santo, infatti è la Persona che ci offre tutta la conoscenza del mistero trinitario e come Consolatore ci
guida e ci sostiene nel cammino intrapreso. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità Santissima, donaci di essere sempre coinvolti dalla tua immensa
misericordia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 12,8-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Testimoniare Gesù: questo deve essere sempre il nostro impegno di cristiani.
Una testimonianza che nasca dalla conoscenza di Lui e dall'amore verso Lui.
Non amare è "bestemmia" contro lo Spirito Santo!
Lo Spirito Santo, infatti è la Persona che ci offre tutta la conoscenza del mistero trinitario e come Consolatore ci guida e ci sostiene nel cammino intrapreso.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità Santissima, donaci di essere sempre coinvolti dalla tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Testimoniare Gesù: questo deve essere sempre il nostro impegno di cristiani.
Una testimonianza che nasca dalla conoscenza di Lui e dall'amore verso Lui.
Non amare è "bestemmia" contro lo Spirito Santo!
Lo Spirito Santo, infatti è la Persona che ci offre tutta la conoscenza del mistero trinitario e come Consolatore ci guida e ci sostiene nel cammino intrapreso.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità Santissima, donaci di essere sempre coinvolti dalla tua immensa misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Domani non verrà celebrata la messa delle 18:30 perché siamo chiamati a partecipare alla celebrazione in Cattedrale per l'inizio del Sinodo.
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Buona Domenica XXIX del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Marco 10,35-45 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli:
«Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere,
nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere
battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in
cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono
considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro
servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare labpropria
vita in riscatto per molti». Preghiera sul Vangelo: "Dio della pace e del perdono, concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perché possiamo condividere
fino in fondo il calice della tua volontà e partecipare pienamente alla morte redentrice del tuo Figlio."
Buona Domenica XXIX del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Marco 10,35-45
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare labpropria vita in riscatto per molti».
Preghiera sul Vangelo:
"Dio della pace e del perdono, concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perché possiamo condividere fino in fondo il calice della tua volontà e partecipare pienamente alla morte redentrice del tuo Figlio."
Dal Vangelo secondo Marco 10,35-45
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare labpropria vita in riscatto per molti».
Preghiera sul Vangelo:
"Dio della pace e del perdono, concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perché possiamo condividere fino in fondo il calice della tua volontà e partecipare pienamente alla morte redentrice del tuo Figlio."
Santa Messa delle Prime Comunioni del gruppo ACR
Ultimo aggiornamento: ott 17, 2021 10:24:59am
Santa Messa delle Prime Comunioni del gruppo ACR
Ultimo aggiornamento: ott 17, 2021 4:02:26pm
Oggi l'Azione Cattolica è in festa🎉
I ragazzi del gruppo 9/11, divisi in due turni, hanno ricevuto per la prima volta Gesù Eucarestia🥰 💒
Nel condividere la felicità di questo giorno con voi e le vostre famiglie, vi auguriamo di sentirlo sempre presenza viva nel vostro cammino di vita e di fede e di essere sempre pronti a "cucire" l'abito che Lui, da sempre, ha pensato per voi!💛💙
I ragazzi del gruppo 9/11, divisi in due turni, hanno ricevuto per la prima volta Gesù Eucarestia🥰 💒
Nel condividere la felicità di questo giorno con voi e le vostre famiglie, vi auguriamo di sentirlo sempre presenza viva nel vostro cammino di vita e di fede e di essere sempre pronti a "cucire" l'abito che Lui, da sempre, ha pensato per voi!💛💙
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Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9 In quel tempo, Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come
agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a
questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello
che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi
sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Oggi festa di S. Luca. Il vangelo mette in evidenza la chiamata
missionaria di tutti i discepoli di Cristo. "La messe è molta ", c'è bisogno quindi di molti operai. Preghiamo, dunque, così come ha chiesto Gesù, perché
il Padre ne mandi molti. Il cristiano è un araldo, annunziatore del mistero pasquale di Cristo, sentiamoci allora tutti inviati nel mondo dal Padre. Signore, manda
santi sacerdoti e consacrati alla tua Chiesa. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9
In quel tempo, Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Oggi festa di S. Luca. Il vangelo mette in evidenza la chiamata missionaria di tutti i discepoli di Cristo.
"La messe è molta ", c'è bisogno quindi di molti operai. Preghiamo, dunque, così come ha chiesto Gesù, perché il Padre ne mandi molti.
Il cristiano è un araldo, annunziatore del mistero pasquale di Cristo, sentiamoci allora tutti inviati nel mondo dal Padre.
Signore, manda santi sacerdoti e consacrati alla tua Chiesa.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Oggi festa di S. Luca. Il vangelo mette in evidenza la chiamata missionaria di tutti i discepoli di Cristo.
"La messe è molta ", c'è bisogno quindi di molti operai. Preghiamo, dunque, così come ha chiesto Gesù, perché il Padre ne mandi molti.
Il cristiano è un araldo, annunziatore del mistero pasquale di Cristo, sentiamoci allora tutti inviati nel mondo dal Padre.
Signore, manda santi sacerdoti e consacrati alla tua Chiesa.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 12,35-38 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli
che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà
ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima
dell’alba, li troverà così, beati loro!». Essere pronti: cioè disponibili sempre a lasciare ogni cosa, anche la vita se il Signore dovesse chiamare. A questo ci vuole
disporre Gesù. Ma non è certo un semplice atteggiamento, deve essere invece un impegno di vita, un operare il bene in maniera costante e fedele, come se ogni giorno
fosse il primo e nello stesso l'ultimo da vivere. Allora prudenza e perseveranza con una buona dose di umiltà dovranno essere le virtù cardini che potranno farci
vivere "svegli" l'attesa. Signore, fa che possiamo essere sempre "sentinelle" capaci di attendere l'aurora. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 12,35-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Essere pronti: cioè disponibili sempre a lasciare ogni cosa, anche la vita se il Signore dovesse chiamare. A questo ci vuole disporre Gesù. Ma non è certo un semplice atteggiamento, deve essere invece un impegno di vita, un operare il bene in maniera costante e fedele, come se ogni giorno fosse il primo e nello stesso l'ultimo da vivere.
Allora prudenza e perseveranza con una buona dose di umiltà dovranno essere le virtù cardini che potranno farci vivere "svegli" l'attesa.
Signore, fa che possiamo essere sempre "sentinelle" capaci di attendere l'aurora.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Essere pronti: cioè disponibili sempre a lasciare ogni cosa, anche la vita se il Signore dovesse chiamare. A questo ci vuole disporre Gesù. Ma non è certo un semplice atteggiamento, deve essere invece un impegno di vita, un operare il bene in maniera costante e fedele, come se ogni giorno fosse il primo e nello stesso l'ultimo da vivere.
Allora prudenza e perseveranza con una buona dose di umiltà dovranno essere le virtù cardini che potranno farci vivere "svegli" l'attesa.
Signore, fa che possiamo essere sempre "sentinelle" capaci di attendere l'aurora.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ieri il gruppo Delle mamme in preghiera si è riunito insieme dando lode al Signore per il cammino che in questi due anni ha preparato per loro affidando la "Preghiera Delle Mamme".
In occasione del mese Missionario, hanno pregato con Maria Madre nostra a favore Delle Missioni Generale della Chiesa, meditando il Rosario Missionario 🙏💙
A seguito, insieme al sacerdote Don Pasqualino Catanese, ad oggi Vicario generale della Diocesi Reggio-Bova, si sono unite alla Celebrazione della Santa Messa e la Consacrazione alla dolcissima Vergine Maria 🙏💙
In occasione del mese Missionario, hanno pregato con Maria Madre nostra a favore Delle Missioni Generale della Chiesa, meditando il Rosario Missionario 🙏💙
A seguito, insieme al sacerdote Don Pasqualino Catanese, ad oggi Vicario generale della Diocesi Reggio-Bova, si sono unite alla Celebrazione della Santa Messa e la Consacrazione alla dolcissima Vergine Maria 🙏💙
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Dal Vangelo secondo Luca 12,39-48 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non
si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa
parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per
dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi
averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il
padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il
servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto
cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Continua
l'istruzione sulla vigilanza da parte di Gesù. "Tenetevi pronti": oh se lo ricordassimo sempre! Vivremmo anche meglio e con maggiore impegno. Una
particolare attenzione bisogna che ce l'abbiano coloro che da Dio hanno ricevuto più doni, per essi è bello esprimersi con maggiore impegno e fedeltà, perché
"a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Signore, grazie per le cose meravigliose che ci hai
offerto, fa' che possiamo servircene con delicata attenzione e possiamo farne partecipi tutti coloro che si accostano a noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 12,39-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Continua l'istruzione sulla vigilanza da parte di Gesù.
"Tenetevi pronti": oh se lo ricordassimo sempre! Vivremmo anche meglio e con maggiore impegno.
Una particolare attenzione bisogna che ce l'abbiano coloro che da Dio hanno ricevuto più doni, per essi è bello esprimersi con maggiore impegno e fedeltà, perché "a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più".
Signore, grazie per le cose meravigliose che ci hai offerto, fa' che possiamo servircene con delicata attenzione e possiamo farne partecipi tutti coloro che si accostano a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Continua l'istruzione sulla vigilanza da parte di Gesù.
"Tenetevi pronti": oh se lo ricordassimo sempre! Vivremmo anche meglio e con maggiore impegno.
Una particolare attenzione bisogna che ce l'abbiano coloro che da Dio hanno ricevuto più doni, per essi è bello esprimersi con maggiore impegno e fedeltà, perché "a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più".
Signore, grazie per le cose meravigliose che ci hai offerto, fa' che possiamo servircene con delicata attenzione e possiamo farne partecipi tutti coloro che si accostano a noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 12,49-53 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un
battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.
D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Sembrerebbe un paradosso quanto Gesù dice in questo brano evangelico, che Egli,
cioè porti non la pace, ma la divisione. In effetti il Signore Gesù è segno di contraddizione per tutto il mondo, perché c'è chi lo accoglie, come pure chi lo
avversa e può capitare che le due cose avvengano addirittura nella stessa famiglia. Cerchiamo di stare sempre dalla parte di Gesù e la nostra scelta sia dettata solo e
semplicemente dall'amore. Signore, continua ad offrirci la tua Parola di misericordia e noi saremo salvi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Sembrerebbe un paradosso quanto Gesù dice in questo brano evangelico, che Egli, cioè porti non la pace, ma la divisione.
In effetti il Signore Gesù è segno di contraddizione per tutto il mondo, perché c'è chi lo accoglie, come pure chi lo avversa e può capitare che le due cose avvengano addirittura nella stessa famiglia.
Cerchiamo di stare sempre dalla parte di Gesù e la nostra scelta sia dettata solo e semplicemente dall'amore.
Signore, continua ad offrirci la tua Parola di misericordia e noi saremo salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Sembrerebbe un paradosso quanto Gesù dice in questo brano evangelico, che Egli, cioè porti non la pace, ma la divisione.
In effetti il Signore Gesù è segno di contraddizione per tutto il mondo, perché c'è chi lo accoglie, come pure chi lo avversa e può capitare che le due cose avvengano addirittura nella stessa famiglia.
Cerchiamo di stare sempre dalla parte di Gesù e la nostra scelta sia dettata solo e semplicemente dall'amore.
Signore, continua ad offrirci la tua Parola di misericordia e noi saremo salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 12,54-59 In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E
quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E
perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per
evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all’ultimo spicciolo». Gesù rimprovera la sua generazione di non aver capito il "tempo" del Messia e quindi di non averlo accolto e seguito.
È un avvertimento comunque dato a tutti: saper cogliere sempre gli inviti di Dio nella storia. Con l'aiuto dello Spirito Santo saper cogliere ciò che è giusto fare
da ciò che invece è meglio tralasciare. Signore, donaci discernimento e coraggio per operare giornalmente il tuo volere. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 12,54-59
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Gesù rimprovera la sua generazione di non aver capito il "tempo" del Messia e quindi di non averlo accolto e seguito.
È un avvertimento comunque dato a tutti: saper cogliere sempre gli inviti di Dio nella storia. Con l'aiuto dello Spirito Santo saper cogliere ciò che è giusto fare da ciò che invece è meglio tralasciare.
Signore, donaci discernimento e coraggio per operare giornalmente il tuo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Gesù rimprovera la sua generazione di non aver capito il "tempo" del Messia e quindi di non averlo accolto e seguito.
È un avvertimento comunque dato a tutti: saper cogliere sempre gli inviti di Dio nella storia. Con l'aiuto dello Spirito Santo saper cogliere ciò che è giusto fare da ciò che invece è meglio tralasciare.
Signore, donaci discernimento e coraggio per operare giornalmente il tuo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 13,1-9 In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a
quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io
vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più
colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva
piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su
quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato
attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no lo taglierai ". Attraverso delle notizie di cronaca Gesù prende spunto per mettere
in guardia chi è rivestito di false sicurezze. Piuttosto, con la parabola seguente, Egli ancora una volta ci educa alla vigilanza e ci sollecita ad operare fedelmente
alla volontà di Dio. Signore, fa' che ci impegniamo ad essere terreno fertile capace di far cogliere frutti abbondanti di pace e di amore. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 13,1-9
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no lo taglierai ".
Attraverso delle notizie di cronaca Gesù prende spunto per mettere in guardia chi è rivestito di false sicurezze.
Piuttosto, con la parabola seguente, Egli ancora una volta ci educa alla vigilanza e ci sollecita ad operare fedelmente alla volontà di Dio.
Signore, fa' che ci impegniamo ad essere terreno fertile capace di far cogliere frutti abbondanti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no lo taglierai ".
Attraverso delle notizie di cronaca Gesù prende spunto per mettere in guardia chi è rivestito di false sicurezze.
Piuttosto, con la parabola seguente, Egli ancora una volta ci educa alla vigilanza e ci sollecita ad operare fedelmente alla volontà di Dio.
Signore, fa' che ci impegniamo ad essere terreno fertile capace di far cogliere frutti abbondanti di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Da LUNEDÌ 25 OTTOBRE la messa sarà alle 18:00.
SABATO 30 OTTOBRE la messa alle ore 18:00.
DOMENICA 31 OTTOBRE e LUNEDÌ 1 NOVEMBRE le messe saranno ai seguenti orari: 8:30, 11:00, 18:00.
SABATO 30 OTTOBRE la messa alle ore 18:00.
DOMENICA 31 OTTOBRE e LUNEDÌ 1 NOVEMBRE le messe saranno ai seguenti orari: 8:30, 11:00, 18:00.
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Buona Domenica XXX del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 10, 46-52 In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il
figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi
pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa
vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo
seguiva lungo la strada. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, luce ai ciechi e gioia ai tribolati, che nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote giusto e
compassionevole, ascolta il grido della nostra preghiera: fa' che tutti gli uomini riconoscano in lui la tenerezza del tuo amore di Padre e si mettano in cammino
verso di te."
Buona Domenica XXX del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 10, 46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, luce ai ciechi e gioia ai tribolati, che nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote giusto e compassionevole, ascolta il grido della nostra preghiera: fa' che tutti gli uomini riconoscano in lui la tenerezza del tuo amore di Padre e si mettano in cammino verso di te."
Dal Vangelo secondo Marco 10, 46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, luce ai ciechi e gioia ai tribolati, che nel tuo Figlio unigenito ci hai dato il sacerdote giusto e compassionevole, ascolta il grido della nostra preghiera: fa' che tutti gli uomini riconoscano in lui la tenerezza del tuo amore di Padre e si mettano in cammino verso di te."
Santa Messa delle Prime Comunioni del gruppo Scout
Ultimo aggiornamento: ott 24, 2021 10:27:06am
Santa Messa delle Prime Comunioni del gruppo Scout
Ultimo aggiornamento: ott 24, 2021 5:06:24pm
Ultimo aggiornamento: ott 24, 2021 6:29:51pm
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Dal Vangelo secondo Luca 13,10-17 In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da
diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani
su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e
disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti,
non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha
tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si
vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Fiducia in Dio: ecco la strada da percorrere sempre. Cerchiamo di superare le
logiche umane che imbavagliano l'agire di Dio e lasciamoci convincere dalla tenerezza dello Spirito Santo. Lui ci può liberare, perché tutto può con il suo amore.
Signore, amen, crediamo in te, sia fatta sempre la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 13,10-17
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Fiducia in Dio: ecco la strada da percorrere sempre.
Cerchiamo di superare le logiche umane che imbavagliano l'agire di Dio e lasciamoci convincere dalla tenerezza dello Spirito Santo.
Lui ci può liberare, perché tutto può con il suo amore.
Signore, amen, crediamo in te, sia fatta sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.
Fiducia in Dio: ecco la strada da percorrere sempre.
Cerchiamo di superare le logiche umane che imbavagliano l'agire di Dio e lasciamoci convincere dalla tenerezza dello Spirito Santo.
Lui ci può liberare, perché tutto può con il suo amore.
Signore, amen, crediamo in te, sia fatta sempre la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Finalmente ci siamo... ricomincia l'ACR!!🎉🤩🎊
Appuntamento per Sabato 30 Ottobre alle ore 16 presso la piazza della nostra parrocchia. Vi aspettiamo numerosi e carichi di entusiasmo per vivere insieme questo nuovo anno associativo!💛💙
#SuMisuraPerTe
Appuntamento per Sabato 30 Ottobre alle ore 16 presso la piazza della nostra parrocchia. Vi aspettiamo numerosi e carichi di entusiasmo per vivere insieme questo nuovo anno associativo!💛💙
#SuMisuraPerTe
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Dal Vangelo secondo Luca 13,18-21 In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape,
che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso
paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Il Regno di Dio è la sua vita,
il suo operare, il suo respiro, la sua presenza, il dipanarsi del tempo, l'eternità. Così pure le realtà create e gli uomini, che hanno ricevuto il soffio vitale
dell'Altissimo. Questo Regno allora è luce, è lievito, è pace, è vita che scorre, è amore, è pegno d'eternità. È già in atto, cresce ogni giorno nel tempo per
realizzarsi definitivamente nell'oltre. Signore, donaci di entrare nel tuo Regno con la forza del tuo Santo Spirito di amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 13,18-21
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Il Regno di Dio è la sua vita, il suo operare, il suo respiro, la sua presenza, il dipanarsi del tempo, l'eternità.
Così pure le realtà create e gli uomini, che hanno ricevuto il soffio vitale dell'Altissimo.
Questo Regno allora è luce, è lievito, è pace, è vita che scorre, è amore, è pegno d'eternità.
È già in atto, cresce ogni giorno nel tempo per realizzarsi definitivamente nell'oltre.
Signore, donaci di entrare nel tuo Regno con la forza del tuo Santo Spirito di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Il Regno di Dio è la sua vita, il suo operare, il suo respiro, la sua presenza, il dipanarsi del tempo, l'eternità.
Così pure le realtà create e gli uomini, che hanno ricevuto il soffio vitale dell'Altissimo.
Questo Regno allora è luce, è lievito, è pace, è vita che scorre, è amore, è pegno d'eternità.
È già in atto, cresce ogni giorno nel tempo per realizzarsi definitivamente nell'oltre.
Signore, donaci di entrare nel tuo Regno con la forza del tuo Santo Spirito di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 13,22-30 In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore,
sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non
so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di
dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti
nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi
sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Signore, aiutaci ad operare un cammino di giustizia e di pace, che è senso unico e conduce alla
porta! Permettici di entrare per la porta stretta che introduce alla gioia! Donaci di nutrirci solo della tua Parola, del tuo purissimo Corpo e del cibo essenziale
frutto del nostro lavoro! Fa' , o Signore, che noi che siamo ultimi, per capacità e meriti, possiamo , per la tua misericordia giungere invece con i primi. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Signore, aiutaci ad operare un cammino di giustizia e di pace, che è senso unico e conduce alla porta!
Permettici di entrare per la porta stretta che introduce alla gioia!
Donaci di nutrirci solo della tua Parola, del tuo purissimo Corpo e del cibo essenziale frutto del nostro lavoro!
Fa' , o Signore, che noi che siamo ultimi, per capacità e meriti, possiamo , per la tua misericordia giungere invece con i primi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Signore, aiutaci ad operare un cammino di giustizia e di pace, che è senso unico e conduce alla porta!
Permettici di entrare per la porta stretta che introduce alla gioia!
Donaci di nutrirci solo della tua Parola, del tuo purissimo Corpo e del cibo essenziale frutto del nostro lavoro!
Fa' , o Signore, che noi che siamo ultimi, per capacità e meriti, possiamo , per la tua misericordia giungere invece con i primi.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 6,12-19 In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli
e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo,
Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si
fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne,
che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di
toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Oggi festeggiamo gli apostoli Simone "lo zelota" e Giuda, figlio di Giacomo, detto Taddeo. Essi
sono scelti, da Gesù, come tutti gli altri, dopo una intera notte di preghiera, quindi nella piena comunione con il Padre nello Spirito Santo. Gli Apostoli sono le
"colonne" della Chiesa, chiamati e mandati per annunziare il Vangelo al mondo intero e per santificare tutto il popolo di Dio. Signore, grazie per le tue
chiamate e per la salvezza che ci offri attraverso i tuoi ministri. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 6,12-19
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Oggi festeggiamo gli apostoli Simone "lo zelota" e Giuda, figlio di Giacomo, detto Taddeo.
Essi sono scelti, da Gesù, come tutti gli altri, dopo una intera notte di preghiera, quindi nella piena comunione con il Padre nello Spirito Santo.
Gli Apostoli sono le "colonne" della Chiesa, chiamati e mandati per annunziare il Vangelo al mondo intero e per santificare tutto il popolo di Dio.
Signore, grazie per le tue chiamate e per la salvezza che ci offri attraverso i tuoi ministri.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Oggi festeggiamo gli apostoli Simone "lo zelota" e Giuda, figlio di Giacomo, detto Taddeo.
Essi sono scelti, da Gesù, come tutti gli altri, dopo una intera notte di preghiera, quindi nella piena comunione con il Padre nello Spirito Santo.
Gli Apostoli sono le "colonne" della Chiesa, chiamati e mandati per annunziare il Vangelo al mondo intero e per santificare tutto il popolo di Dio.
Signore, grazie per le tue chiamate e per la salvezza che ci offri attraverso i tuoi ministri.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 14,1-6 Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un
uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo
guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere
nulla a queste parole. Quanto è misericordioso il Signore! Gesù guarisce un uomo di sabato, pur sapendo che si metterà contro i cultori della legge. Viene sempre prima
la persona con le sue esigenze fondamentali e poi tutto il resto. Se avessimo maggiore attenzione verso coloro che soffrono, la nostra fede ne uscirebbe di certo
rafforzata. Signore, Padre Santo, donaci coraggio e determinazione affinché possiamo, con l'aiuto dello Spirito Santo, essere veri seguaci di Gesù, il Buon
Samaritano, che ha dato totalmente se stesso per amore. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 14,1-6
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Quanto è misericordioso il Signore!
Gesù guarisce un uomo di sabato, pur sapendo che si metterà contro i cultori della legge.
Viene sempre prima la persona con le sue esigenze fondamentali e poi tutto il resto.
Se avessimo maggiore attenzione verso coloro che soffrono, la nostra fede ne uscirebbe di certo rafforzata.
Signore, Padre Santo, donaci coraggio e determinazione affinché possiamo, con l'aiuto dello Spirito Santo, essere veri seguaci di Gesù, il Buon Samaritano, che ha dato totalmente se stesso per amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Quanto è misericordioso il Signore!
Gesù guarisce un uomo di sabato, pur sapendo che si metterà contro i cultori della legge.
Viene sempre prima la persona con le sue esigenze fondamentali e poi tutto il resto.
Se avessimo maggiore attenzione verso coloro che soffrono, la nostra fede ne uscirebbe di certo rafforzata.
Signore, Padre Santo, donaci coraggio e determinazione affinché possiamo, con l'aiuto dello Spirito Santo, essere veri seguaci di Gesù, il Buon Samaritano, che ha dato totalmente se stesso per amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 14,1.7-11 Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una
parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno
di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a
metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché
chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». In questa pagina evangelica troviamo una semplice, ma efficace lezione di umiltà. Questa virtù non
molto amata e quindi non molto praticata, è, invece, necessaria nel rapporto con Dio e con gli altri uomini. Essere umile porta ad avere una visione giusta di sé
stessi, offrendo notevoli spazi di crescita a chi la pratica sia a livello materiale che spirituale. Per questo essa diviene essenziale nel cammino di santità .
Signore, donaci di poter essere umili, fa' che ricerchiamo con sollecitudine questa preziosa virtù e Tu, pietoso, elargiscila nella tua misericordia. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 14,1.7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
In questa pagina evangelica troviamo una semplice, ma efficace lezione di umiltà.
Questa virtù non molto amata e quindi non molto praticata, è, invece, necessaria nel rapporto con Dio e con gli altri uomini.
Essere umile porta ad avere una visione giusta di sé stessi, offrendo notevoli spazi di crescita a chi la pratica sia a livello materiale che spirituale.
Per questo essa diviene essenziale nel cammino di santità .
Signore, donaci di poter essere umili, fa' che ricerchiamo con sollecitudine questa preziosa virtù e Tu, pietoso, elargiscila nella tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
In questa pagina evangelica troviamo una semplice, ma efficace lezione di umiltà.
Questa virtù non molto amata e quindi non molto praticata, è, invece, necessaria nel rapporto con Dio e con gli altri uomini.
Essere umile porta ad avere una visione giusta di sé stessi, offrendo notevoli spazi di crescita a chi la pratica sia a livello materiale che spirituale.
Per questo essa diviene essenziale nel cammino di santità .
Signore, donaci di poter essere umili, fa' che ricerchiamo con sollecitudine questa preziosa virtù e Tu, pietoso, elargiscila nella tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
🎶"E non scordare mai che
tutto il bello che c'è
è come un abito su misura per te,
c'è una Parola che vuol chiamare anche te,
dai su vieni anche tu!
...con gioia tu l'ascolterai,
perché l'ACR è... SU MISURA PER TE!"🎶
... è ricominciata l'ACR!🤩💛💙
#SuMisuraPerTe
tutto il bello che c'è
è come un abito su misura per te,
c'è una Parola che vuol chiamare anche te,
dai su vieni anche tu!
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perché l'ACR è... SU MISURA PER TE!"🎶
... è ricominciata l'ACR!🤩💛💙
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Buona Domenica XXXI del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Marco 12 28b-34 In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti
i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la
tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di
questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta
l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù
gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, tu sei l'unico Signore e non
c'é altro Dio all'infuori di te; donaci la grazia dell'ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano alla sola Parola che salva, il Vangelo del
tuo Figlio, nostro sommo ed eterno sacerdote."
Buona Domenica XXXI del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Marco 12 28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu sei l'unico Signore e non c'é altro Dio all'infuori di te; donaci la grazia dell'ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano alla sola Parola che salva, il Vangelo del tuo Figlio, nostro sommo ed eterno sacerdote."
Dal Vangelo secondo Marco 12 28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu sei l'unico Signore e non c'é altro Dio all'infuori di te; donaci la grazia dell'ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano alla sola Parola che salva, il Vangelo del tuo Figlio, nostro sommo ed eterno sacerdote."
Ultimo aggiornamento: ott 31, 2021 5:30:35pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12a In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e
insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è
il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate,
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Signore, in questo giorno di gioia celeste, ti benediciamo per tutti coloro che hai riscattato per mezzo del tuo
sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciuti durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Noi ti
benediciamo per la beata speranza che è in noi di poter condividere le sorti di questa folla immensa di santi, di spiriti beati, e di tutti coloro che sono giunti fino
al trono della tua gloria, che ti cantano senza sosta e partecipano all’indicibile felicità che è in te, Santa Trinità. Concedici di vedere i cieli aperti come hai
promesso, e che la gloria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte le cose come passeggere. Buona
Solennità di tutti I Santi. Don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Signore, in questo giorno di gioia celeste, ti benediciamo per tutti coloro che hai riscattato per mezzo del tuo sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciuti durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Noi ti benediciamo per la beata speranza che è in noi di poter condividere le sorti di questa folla immensa di santi, di spiriti beati, e di tutti coloro che sono giunti fino al trono della tua gloria, che ti cantano senza sosta e partecipano all’indicibile felicità che è in te, Santa Trinità. Concedici di vedere i cieli aperti come hai promesso, e che la gloria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte le cose come passeggere.
Buona Solennità di tutti I Santi. Don Pasqualino.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Signore, in questo giorno di gioia celeste, ti benediciamo per tutti coloro che hai riscattato per mezzo del tuo sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciuti durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Noi ti benediciamo per la beata speranza che è in noi di poter condividere le sorti di questa folla immensa di santi, di spiriti beati, e di tutti coloro che sono giunti fino al trono della tua gloria, che ti cantano senza sosta e partecipano all’indicibile felicità che è in te, Santa Trinità. Concedici di vedere i cieli aperti come hai promesso, e che la gloria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte le cose come passeggere.
Buona Solennità di tutti I Santi. Don Pasqualino.
... è tempo di ripartenze, di ritorni e di nuovi inizi🥰
Anche il gruppo giovanissimi, carico di grande entusiasmo, riprende il proprio cammino in questo nuovo anno associativo!💛💙
#Gvv
Anche il gruppo giovanissimi, carico di grande entusiasmo, riprende il proprio cammino in questo nuovo anno associativo!💛💙
#Gvv
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Commemorazione dei fedeli defunti. Buona giornata. Don Pasqualino. Dal Vangelo secondo Giovanni 6,37-40 In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi
dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E
questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà
del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». O Cristo, che piangesti per la morte di
Lazzaro, e vivo lo rendesti a Marta ed a Maria, tu implorasti il perdono per i tuoi uccisori, e al ladrone pentito promettesti il tuo regno. Tu che in croce affidasti
a Giovanni la Madre, fa' che ella ci assista nell'ora della morte. Concedi, o buon Pastore, ai fratelli defunti di vedere il tuo volto nella gloria dei cieli.
A te sia gloria, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. L'eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la
luce perpetua, riposino in pace. Amen.
Commemorazione dei fedeli defunti.
Buona giornata. Don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,37-40
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
O Cristo, che piangesti
per la morte di Lazzaro,
e vivo lo rendesti
a Marta ed a Maria,
tu implorasti il perdono
per i tuoi uccisori,
e al ladrone pentito
promettesti il tuo regno.
Tu che in croce affidasti
a Giovanni la Madre,
fa' che ella ci assista
nell'ora della morte.
Concedi, o buon Pastore,
ai fratelli defunti
di vedere il tuo volto
nella gloria dei cieli.
A te sia gloria, o Cristo,
speranza delle genti,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
L'eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.
Buona giornata. Don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,37-40
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
O Cristo, che piangesti
per la morte di Lazzaro,
e vivo lo rendesti
a Marta ed a Maria,
tu implorasti il perdono
per i tuoi uccisori,
e al ladrone pentito
promettesti il tuo regno.
Tu che in croce affidasti
a Giovanni la Madre,
fa' che ella ci assista
nell'ora della morte.
Concedi, o buon Pastore,
ai fratelli defunti
di vedere il tuo volto
nella gloria dei cieli.
A te sia gloria, o Cristo,
speranza delle genti,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
L'eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen.
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Dal Vangelo secondo Luca 14,25-33 In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo
padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene
dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a
termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a
costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con
diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non
rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Nell' amore c'è sempre un'esigenza: quella di essere amati totalmente! Offrendoci il suo
amore Dio "esige" una risposta adeguata. È una decisione per la vita, non di un momento. Una scelta per sempre. È vivere un amore forte e grande che dà
significato e forza a qualsiasi altro amore. Signore, donaci il tuo Santo Spirito, per poterti amare con tutto noi stessi e amare così anche gli altri. Buona giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Nell' amore c'è sempre un'esigenza: quella di essere amati totalmente!
Offrendoci il suo amore Dio "esige" una risposta adeguata.
È una decisione per la vita, non di un momento. Una scelta per sempre. È vivere un amore forte e grande che dà significato e forza a qualsiasi altro amore.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito, per poterti amare con tutto noi stessi e amare così anche gli altri.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Nell' amore c'è sempre un'esigenza: quella di essere amati totalmente!
Offrendoci il suo amore Dio "esige" una risposta adeguata.
È una decisione per la vita, non di un momento. Una scelta per sempre. È vivere un amore forte e grande che dà significato e forza a qualsiasi altro amore.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito, per poterti amare con tutto noi stessi e amare così anche gli altri.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 15,1-10 In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo:
«Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel
deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e
dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si
converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e
spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta
che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Gesù ci rivela il cuore di Dio. Egli infatti è
venuto per salvare tutti coloro che erano nella schiavitù del peccato, offrendo loro la vita e la dignità di figli. Se da una parte si è consapevoli di essere
peccatori, e bisogna dolersene, dall'altra essere portati sulle spalle dal Buon Pastore è un'esperienza di conversione che ti prende tutta la vita. Essere al
centro dell'attenzione di un Dio che ti ricerca non può che conquistarti senza riserve al suo amore misericordioso. Signore, grazie perché mi ami immensamente,
fa' che possa amarti sopra ogni cosa. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 15,1-10
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Gesù ci rivela il cuore di Dio.
Egli infatti è venuto per salvare tutti coloro che erano nella schiavitù del peccato, offrendo loro la vita e la dignità di figli.
Se da una parte si è consapevoli di essere peccatori, e bisogna dolersene, dall'altra essere portati sulle spalle dal Buon Pastore è un'esperienza di conversione che ti prende tutta la vita.
Essere al centro dell'attenzione di un Dio che ti ricerca non può che conquistarti senza riserve al suo amore misericordioso.
Signore, grazie perché mi ami immensamente, fa' che possa amarti sopra ogni cosa.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Gesù ci rivela il cuore di Dio.
Egli infatti è venuto per salvare tutti coloro che erano nella schiavitù del peccato, offrendo loro la vita e la dignità di figli.
Se da una parte si è consapevoli di essere peccatori, e bisogna dolersene, dall'altra essere portati sulle spalle dal Buon Pastore è un'esperienza di conversione che ti prende tutta la vita.
Essere al centro dell'attenzione di un Dio che ti ricerca non può che conquistarti senza riserve al suo amore misericordioso.
Signore, grazie perché mi ami immensamente, fa' che possa amarti sopra ogni cosa.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 16,1-8 In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi
averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé:
“Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato
allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio
padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”.
Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con
scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». Gesù abbastanza provocatoriamente, in questa parabola, loda
l'agire scaltro di un amministratore disonesto, non certo per l'azione che compie, quanto invece per lo stratagemma creato. Invita, quindi, i suoi a mettere
sempre un pizzico di scaltrezza in più per conseguire le realtà dello spirito e del bene. Il regno di Dio deve essere conquistato e allora tutti i mezzi che lo Spirito
del Signore ci mette a disposizione vanno utilizzati con intelligenza e con fortezza. Signore, aiutaci a non essere troppo restii nella nostra testimonianza di fede, ma
di esercitarla con coraggio e con maggiore gioia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 16,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Gesù abbastanza provocatoriamente, in questa parabola, loda l'agire scaltro di un amministratore disonesto, non certo per l'azione che compie, quanto invece per lo stratagemma creato.
Invita, quindi, i suoi a mettere sempre un pizzico di scaltrezza in più per conseguire le realtà dello spirito e del bene.
Il regno di Dio deve essere conquistato e allora tutti i mezzi che lo Spirito del Signore ci mette a disposizione vanno utilizzati con intelligenza e con fortezza.
Signore, aiutaci a non essere troppo restii nella nostra testimonianza di fede, ma di
esercitarla con coraggio e con maggiore gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Gesù abbastanza provocatoriamente, in questa parabola, loda l'agire scaltro di un amministratore disonesto, non certo per l'azione che compie, quanto invece per lo stratagemma creato.
Invita, quindi, i suoi a mettere sempre un pizzico di scaltrezza in più per conseguire le realtà dello spirito e del bene.
Il regno di Dio deve essere conquistato e allora tutti i mezzi che lo Spirito del Signore ci mette a disposizione vanno utilizzati con intelligenza e con fortezza.
Signore, aiutaci a non essere troppo restii nella nostra testimonianza di fede, ma di
esercitarla con coraggio e con maggiore gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 16,9-15 In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi
accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose
importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la
vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e
la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono
giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole». Le ricchezze mondane ci rendono
schiavi. Servendo fedelmente Dio, invece , si è liberati dai lacci dei vizi e delle ingiustizie. Non si possono avere due padroni , chi scegliamo di amare? La verità
nei nostri cuori Dio la conosce e predilige chi non gli racconta bugie. Signore, donaci un cuore libero e generoso nel dedicarci alla tua lode e al servizio dei
fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 16,9-15
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
Le ricchezze mondane ci rendono schiavi. Servendo fedelmente Dio, invece , si è liberati dai lacci dei vizi e delle ingiustizie.
Non si possono avere due padroni , chi scegliamo di amare?
La verità nei nostri cuori Dio la conosce e predilige chi non gli racconta bugie.
Signore, donaci un cuore libero e generoso nel dedicarci alla tua lode e al servizio dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
Le ricchezze mondane ci rendono schiavi. Servendo fedelmente Dio, invece , si è liberati dai lacci dei vizi e delle ingiustizie.
Non si possono avere due padroni , chi scegliamo di amare?
La verità nei nostri cuori Dio la conosce e predilige chi non gli racconta bugie.
Signore, donaci un cuore libero e generoso nel dedicarci alla tua lode e al servizio dei fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXXII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44 In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli
scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle
vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti
ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi
dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi
ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché
mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull'esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro
Signore."
Buona Domenica XXXII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull'esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore."
Dal Vangelo secondo Marco 12,38-44
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull'esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore."
Ultimo aggiornamento: nov 07, 2021 5:47:50pm
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Dal Vangelo secondo Luca 17,1-6 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio
per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il
tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te
dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di
senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Gesù ci offre una modalità di vita, fatta di prudenza e sano
discernimento, tale da evitare qualsiasi scandalo. Fatta, ancora, di umiltà e capacità di perdono per essere sempre in comunione con tutti. Signore, donaci di credere
maggiormente e insegnaci a vivere con la serena consapevolezza che è la tua divina volontà a dirigere ogni cosa e nel seguirla potremo raggiungere la meta della nostra
salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 17,1-6
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
Gesù ci offre una modalità di vita, fatta di prudenza e sano discernimento, tale da evitare qualsiasi scandalo. Fatta, ancora, di umiltà e capacità di perdono per essere sempre in comunione con tutti.
Signore, donaci di credere maggiormente e insegnaci a vivere con la serena consapevolezza che è la tua divina volontà a dirigere ogni cosa e nel seguirla potremo raggiungere la meta della nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
Gesù ci offre una modalità di vita, fatta di prudenza e sano discernimento, tale da evitare qualsiasi scandalo. Fatta, ancora, di umiltà e capacità di perdono per essere sempre in comunione con tutti.
Signore, donaci di credere maggiormente e insegnaci a vivere con la serena consapevolezza che è la tua divina volontà a dirigere ogni cosa e nel seguirla potremo raggiungere la meta della nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-22 Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là
seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne
rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono
che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro
Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre
giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e
credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Celebriamo oggi la festa della Dedicazione della Basilica del Laterano. Il vangelo ci presenta Gesù che, con
grande "zelo" , purifica il Tempio, scacciando via da lì tutti coloro che curavano i loro affari piuttosto che la lode di Dio. Gesù ci esorta a rispettare
ogni luogo santo, dove Dio sceglie di rendersi presente, ma in particolare di essere sempre rispettosi di ogni persona, vero tempio di Dio e segno della sua presenza.
Signore, fa' del nostro cuore sempre il tempio privilegiato per la tua lode e la tua gloria. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 2,13-22
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Celebriamo oggi la festa della Dedicazione della Basilica del Laterano.
Il vangelo ci presenta Gesù che, con grande "zelo" , purifica il Tempio, scacciando via da lì tutti coloro che curavano i loro affari piuttosto che la lode di Dio.
Gesù ci esorta a rispettare ogni luogo santo, dove Dio sceglie di rendersi presente, ma in particolare di essere sempre rispettosi di ogni persona, vero tempio di Dio e segno della sua presenza.
Signore, fa' del nostro cuore sempre il tempio privilegiato per la tua lode e la tua gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Celebriamo oggi la festa della Dedicazione della Basilica del Laterano.
Il vangelo ci presenta Gesù che, con grande "zelo" , purifica il Tempio, scacciando via da lì tutti coloro che curavano i loro affari piuttosto che la lode di Dio.
Gesù ci esorta a rispettare ogni luogo santo, dove Dio sceglie di rendersi presente, ma in particolare di essere sempre rispettosi di ogni persona, vero tempio di Dio e segno della sua presenza.
Signore, fa' del nostro cuore sempre il tempio privilegiato per la tua lode e la tua gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 17,11-19 Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci
lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”.
E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per
ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a
rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”. Percepire la gioia della gratitudine significa
un'apertura di cuore umile e disponibile, capace di accogliere e nello stesso tempo di donare. Il ringraziamento ci apre la strada della carità. La coscienza di
essere bisognosi di misericordia, al contrario di chi si considera giusto, è apertura a Dio e alla sua salvezza. Signore, donaci di fronte ai tuoi doni di misericordia
la capacità di lodarti e di ringraziarti e di poterlo fare donando con gioia ciò che abbiamo ricevuto. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 17,11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”.
Percepire la gioia della gratitudine significa un'apertura di cuore umile e disponibile, capace di accogliere e nello stesso tempo di donare.
Il ringraziamento ci apre la strada della carità.
La coscienza di essere bisognosi di misericordia, al contrario di chi si considera giusto, è apertura a Dio e alla sua salvezza.
Signore, donaci di fronte ai tuoi doni di misericordia la capacità di lodarti e di ringraziarti e di poterlo fare donando con gioia ciò che abbiamo ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”.
Percepire la gioia della gratitudine significa un'apertura di cuore umile e disponibile, capace di accogliere e nello stesso tempo di donare.
Il ringraziamento ci apre la strada della carità.
La coscienza di essere bisognosi di misericordia, al contrario di chi si considera giusto, è apertura a Dio e alla sua salvezza.
Signore, donaci di fronte ai tuoi doni di misericordia la capacità di lodarti e di ringraziarti e di poterlo fare donando con gioia ciò che abbiamo ricevuto.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 17,20-25 In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da
attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in
cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli.
Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e
venga rifiutato da questa generazione». Gesù ci parla del "regno di Dio". Egli ci ha rivelato la vita di Dio e il suo mistero di salvezza, realizzato nel
mistero Pasquale della sua Morte e Risurrezione. Non preoccupiamoci eccessivamente, allora, di dover vedere segni dal cielo. Credere significa vivere alla luce
dell'avvenimento che ha cambiato la storia e attendere con impegno e forte speranza il suo compimento. Signore, fa' che il nostro cuore desideri ardentemente
trovarti, per poter camminare con te, sul sentiero del tuo Regno. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 17,20-25
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Gesù ci parla del "regno di Dio". Egli ci ha rivelato la vita di Dio e il suo mistero di salvezza, realizzato nel mistero Pasquale della sua Morte e Risurrezione.
Non preoccupiamoci eccessivamente, allora, di dover vedere segni dal cielo. Credere significa vivere alla luce dell'avvenimento che ha cambiato la storia e attendere con impegno e forte speranza il suo compimento.
Signore, fa' che il nostro cuore desideri ardentemente trovarti, per poter camminare con te, sul sentiero del tuo Regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Gesù ci parla del "regno di Dio". Egli ci ha rivelato la vita di Dio e il suo mistero di salvezza, realizzato nel mistero Pasquale della sua Morte e Risurrezione.
Non preoccupiamoci eccessivamente, allora, di dover vedere segni dal cielo. Credere significa vivere alla luce dell'avvenimento che ha cambiato la storia e attendere con impegno e forte speranza il suo compimento.
Signore, fa' che il nostro cuore desideri ardentemente trovarti, per poter camminare con te, sul sentiero del tuo Regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 17,26-37 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano,
bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di
Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire
tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda
a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la
perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare
nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno
insieme anche gli avvoltoi». Questa pagina del vangelo ci svela la "drammatica" ordinarieta' della vita e della morte. Il rischio è quello di non
accorgersi di nulla, il tutto può apparire e sembrare "scontato". Ma decisamente solo chi come Noè o Lot , che appartengono a Dio, partecipa sempre in maniera
consapevole al cammino da Lui tracciato e che conduce alle soglie dell'eternità. Signore, donaci forza per affrontare ogni prova con coraggio e speranza per
attendere i tuoi doni di pace e di gioia. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 17,26-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Questa pagina del vangelo ci svela la "drammatica" ordinarieta' della vita e della morte.
Il rischio è quello di non accorgersi di nulla, il tutto può apparire e sembrare "scontato".
Ma decisamente solo chi come Noè o Lot , che appartengono a Dio, partecipa sempre in maniera consapevole al cammino da Lui tracciato e che conduce alle soglie dell'eternità.
Signore, donaci forza per affrontare ogni prova con coraggio e speranza per attendere i tuoi doni di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
Questa pagina del vangelo ci svela la "drammatica" ordinarieta' della vita e della morte.
Il rischio è quello di non accorgersi di nulla, il tutto può apparire e sembrare "scontato".
Ma decisamente solo chi come Noè o Lot , che appartengono a Dio, partecipa sempre in maniera consapevole al cammino da Lui tracciato e che conduce alle soglie dell'eternità.
Signore, donaci forza per affrontare ogni prova con coraggio e speranza per attendere i tuoi doni di pace e di gioia.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 18,1-8 In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva
un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio
avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio,
le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia
ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando
verrà, troverà la fede sulla terra?». Gesù con questa parabola ci insegna a non cessare mai di pregare, al di là delle cose che possiamo ottenere, perché Dio è buono e
ascolta i suoi figli e potremo fare allora una lettura diversa della realtà e riconoscere che Egli interviene sempre con il suo amore. Perseveranza dunque, senza
stancarsi. Curiamo con grande impegno, nello stesso tempo, la nostra testimonianza di fede, perché sia sempre pura e viva. Signore, noi crediamo in te, Padre, Figlio e
Spirito Santo, Unico Dio, a cui appartiene la vita e la gloria ora e per sempre. Amen. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 18,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Gesù con questa parabola ci insegna a non cessare mai di pregare, al di là delle cose che possiamo ottenere, perché Dio è buono e ascolta i suoi figli e potremo fare allora una lettura diversa della realtà e riconoscere che Egli interviene sempre con il suo amore.
Perseveranza dunque, senza stancarsi.
Curiamo con grande impegno, nello stesso tempo, la nostra testimonianza di fede, perché sia sempre pura e viva.
Signore, noi crediamo in te, Padre, Figlio e Spirito Santo, Unico Dio, a cui appartiene la vita e la gloria ora e per sempre. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Gesù con questa parabola ci insegna a non cessare mai di pregare, al di là delle cose che possiamo ottenere, perché Dio è buono e ascolta i suoi figli e potremo fare allora una lettura diversa della realtà e riconoscere che Egli interviene sempre con il suo amore.
Perseveranza dunque, senza stancarsi.
Curiamo con grande impegno, nello stesso tempo, la nostra testimonianza di fede, perché sia sempre pura e viva.
Signore, noi crediamo in te, Padre, Figlio e Spirito Santo, Unico Dio, a cui appartiene la vita e la gloria ora e per sempre. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXXIII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Marco 13,24-32 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il
sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo
venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del
cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando
vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e
la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre”.
Preghiera sul Vangelo: "O Dio, accresci in noi la fede che quanti dormono nella polvere si risveglieranno; donaci il tuo Spirito, perché, operosi nella carità,
attendiamo ogni giorno la manifestazione gloriosa del tuo Figlio, che verrà per riunire tutti gli eletti nel suo Regno."
Buona Domenica XXXIII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, accresci in noi la fede che quanti dormono nella polvere si risveglieranno; donaci il tuo Spirito, perché, operosi nella carità, attendiamo ogni giorno la manifestazione gloriosa del tuo Figlio, che verrà per riunire tutti gli eletti nel suo Regno."
Dal Vangelo secondo Marco 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre”.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, accresci in noi la fede che quanti dormono nella polvere si risveglieranno; donaci il tuo Spirito, perché, operosi nella carità, attendiamo ogni giorno la manifestazione gloriosa del tuo Figlio, che verrà per riunire tutti gli eletti nel suo Regno."
Ultimo aggiornamento: nov 14, 2021 5:44:10pm
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Dal Vangelo secondo Luca 18,35-43 Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa
accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo
rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando
fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti
ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. Così come ha fatto con il cieco, Gesù passa
per le nostre strade, nella nostra storia e si "ferma" a chiederci cosa gridiamo a Dio e a offrirci pace e bene. La fede deve avere in sé fiducia e tenacia,
bisogna "osare" confidando nell'amore che Dio ha per noi. Ci salviamo solo se la fede ci fa riconoscere, umilmente, la presenza dell'Altissimo
accanto a noi. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, abbi pietà di noi, sostieni la nostra fede e accompagnaci con la tua luce sul sentiero che porta alla meta della
nostra salvezza. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 18,35-43
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Così come ha fatto con il cieco, Gesù passa per le nostre strade, nella nostra storia e si "ferma" a chiederci cosa gridiamo a Dio e a offrirci pace e bene.
La fede deve avere in sé fiducia e tenacia, bisogna "osare" confidando nell'amore che Dio ha per noi. Ci salviamo solo se la fede ci fa riconoscere, umilmente, la presenza dell'Altissimo accanto a noi.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, abbi pietà di noi, sostieni la nostra fede e accompagnaci con la tua luce sul sentiero che porta alla meta della nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Così come ha fatto con il cieco, Gesù passa per le nostre strade, nella nostra storia e si "ferma" a chiederci cosa gridiamo a Dio e a offrirci pace e bene.
La fede deve avere in sé fiducia e tenacia, bisogna "osare" confidando nell'amore che Dio ha per noi. Ci salviamo solo se la fede ci fa riconoscere, umilmente, la presenza dell'Altissimo accanto a noi.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, abbi pietà di noi, sostieni la nostra fede e accompagnaci con la tua luce sul sentiero che porta alla meta della nostra salvezza.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 19,1-10 In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e
ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un
sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese
in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io
do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza,
perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». La vera conversione ha il suo inizio
nell'incontro personale con Dio e si conclude in un cambiamento totale di vita. È quello che succede a Zaccheo, ma è quello che ci auguriamo sia successo o succeda
anche a noi. Non perdiamo l'attimo, il "kairos", il tempo di Dio, perché il Signore passa, viene a chiamarci e a farci scendere da tutti i piedistalli
che ci impediscono di muoverci. Signore, fa' che possiamo aprirti la porta della nostra vita, anzi, permettici di corretti incontro per ricevere da te, chiamati
per nome, il dolce invito di stare con noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
La vera conversione ha il suo inizio nell'incontro personale con Dio e si conclude in un cambiamento totale di vita. È quello che succede a Zaccheo, ma è quello che ci auguriamo sia successo o succeda anche a noi.
Non perdiamo l'attimo, il "kairos", il tempo di Dio, perché il Signore passa, viene a chiamarci e a farci scendere da tutti i piedistalli che ci impediscono di muoverci.
Signore, fa' che possiamo aprirti la porta della nostra vita, anzi, permettici di corretti incontro per ricevere da te, chiamati per nome, il dolce invito di stare con noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
La vera conversione ha il suo inizio nell'incontro personale con Dio e si conclude in un cambiamento totale di vita. È quello che succede a Zaccheo, ma è quello che ci auguriamo sia successo o succeda anche a noi.
Non perdiamo l'attimo, il "kairos", il tempo di Dio, perché il Signore passa, viene a chiamarci e a farci scendere da tutti i piedistalli che ci impediscono di muoverci.
Signore, fa' che possiamo aprirti la porta della nostra vita, anzi, permettici di corretti incontro per ricevere da te, chiamati per nome, il dolce invito di stare con noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Luca 19,11-28 In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da
un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi,
consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non
vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere
quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei
mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo
disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo
paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico,
servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il
mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli
risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che
io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Vegliare non significa
semplicemente non dormire, ma essere attenti a compiere il bene che volta per volta ci viene richiesto. Chi offre se stesso e le sue cose con generosità, si accorge di
certo che sta ricevendo molto di più di quanto potesse pensare. Dio ama chi con generosità dà tutto se stesso. Signore, ti vogliamo lodare e rendere grazie per tutto
ciò che ci offri in dono, fa' che nella fedeltà e nella generosità ci attiviamo per realizzare le "esigenze" del tuo regno. Buona giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 19,11-28
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Vegliare non significa semplicemente non dormire, ma essere attenti a compiere il bene che volta per volta ci viene richiesto.
Chi offre se stesso e le sue cose con generosità, si accorge di certo che sta ricevendo molto di più di quanto potesse pensare. Dio ama chi con generosità dà tutto se stesso.
Signore, ti vogliamo lodare e rendere grazie per tutto ciò che ci offri in dono, fa' che nella fedeltà e nella generosità ci attiviamo per realizzare le "esigenze" del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Vegliare non significa semplicemente non dormire, ma essere attenti a compiere il bene che volta per volta ci viene richiesto.
Chi offre se stesso e le sue cose con generosità, si accorge di certo che sta ricevendo molto di più di quanto potesse pensare. Dio ama chi con generosità dà tutto se stesso.
Signore, ti vogliamo lodare e rendere grazie per tutto ciò che ci offri in dono, fa' che nella fedeltà e nella generosità ci attiviamo per realizzare le "esigenze" del tuo regno.
Buona giornata, don Pasqualino.
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Luca 19,41-44 In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu,
in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti
assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il
tempo in cui sei stata visitata». Gesù si commuove di fronte alla sorte che toccherà a Gerusalemme. Un'altra grande tragedia, frutto del peccato dell'uomo,
che chiude gli occhi e il cuore al dono della presenza di Dio. È il pianto di Dio, per il peccato dell'uomo, per chi soffre, per chi è rifiutato e perseguitato. È
il dolore di Dio per ogni morte innocente. Signore, aiutaci a riconoscere la tua presenza fra noi; la tua misericordia ci perdoni e il tuo amore ci purifichi e ci
salvi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 19,41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Gesù si commuove di fronte alla sorte che toccherà a Gerusalemme. Un'altra grande tragedia, frutto del peccato dell'uomo, che chiude gli occhi e il cuore al dono della presenza di Dio.
È il pianto di Dio, per il peccato dell'uomo, per chi soffre, per chi è rifiutato e perseguitato.
È il dolore di Dio per ogni morte innocente.
Signore, aiutaci a riconoscere la tua presenza fra noi; la tua misericordia ci perdoni e il tuo amore ci purifichi e ci salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Gesù si commuove di fronte alla sorte che toccherà a Gerusalemme. Un'altra grande tragedia, frutto del peccato dell'uomo, che chiude gli occhi e il cuore al dono della presenza di Dio.
È il pianto di Dio, per il peccato dell'uomo, per chi soffre, per chi è rifiutato e perseguitato.
È il dolore di Dio per ogni morte innocente.
Signore, aiutaci a riconoscere la tua presenza fra noi; la tua misericordia ci perdoni e il tuo amore ci purifichi e ci salvi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Momento di adorazione del gruppo Delle mamme in preghiera condiviso con la comunità.
Lo Spirito Santo ci ha guidati in un cammino di adorazione illuminando i nostri cuori e mettendoci all'ascolto della parola di Gesù. Emozionante il breve pensiero omiletico di Don Antonio.
Maria grazie per essere anche oggi, attraverso ogni donna di buona volontà, Pellegrina sui sentieri di questa storia, portatrice di Pace, Speranza e Amore.🙏
Lo Spirito Santo ci ha guidati in un cammino di adorazione illuminando i nostri cuori e mettendoci all'ascolto della parola di Gesù. Emozionante il breve pensiero omiletico di Don Antonio.
Maria grazie per essere anche oggi, attraverso ogni donna di buona volontà, Pellegrina sui sentieri di questa storia, portatrice di Pace, Speranza e Amore.🙏
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Luca 19,45-48 In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa
di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i
capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. La pagina del Vangelo oggi ci offre un Gesù forte,
irruente,coraggioso, amante del vero e del giusto. Molti, per i loro pregiudizi e per i loro interessi non hanno accolto Gesù. Da parte nostra cerchiamo di non avere
alcun pregiudizio, ad ogni persona offriamo una chance, ad ognuno un diritto di ascolto. Signore,donaci di poter godere della tua presenza, nel tuo luogo santo e di
poterti trovare nel cuore di ogni fratello. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 19,45-48
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
La pagina del Vangelo oggi ci offre un Gesù forte, irruente,coraggioso, amante del vero e del giusto.
Molti, per i loro pregiudizi e per i loro interessi non hanno accolto Gesù.
Da parte nostra cerchiamo di non avere alcun pregiudizio, ad ogni persona offriamo una chance, ad ognuno un diritto di ascolto.
Signore,donaci di poter godere della tua presenza, nel tuo luogo santo e di poterti trovare nel cuore di ogni fratello.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
La pagina del Vangelo oggi ci offre un Gesù forte, irruente,coraggioso, amante del vero e del giusto.
Molti, per i loro pregiudizi e per i loro interessi non hanno accolto Gesù.
Da parte nostra cerchiamo di non avere alcun pregiudizio, ad ogni persona offriamo una chance, ad ognuno un diritto di ascolto.
Signore,donaci di poter godere della tua presenza, nel tuo luogo santo e di poterti trovare nel cuore di ogni fratello.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 20,27-40 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda:
«Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio
fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono
senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose
loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né
moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano,
lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi;
perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Gesù offre un criterio di
giudizio che spazia sino all'immortalità e pone in una oggettiva nuova dimensione la sorte di tutti noi. Dio Padre ci offre ogni perfezione per cui alla fine non
avremo bisogno di nulla, il suo amore colmerà qualsiasi nostro bisogno. Signore, fa che noi crediamo alla tua Risurrezione, per riempire di santa speranza tutti nostri
giorni. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 20,27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Gesù offre un criterio di giudizio che spazia sino all'immortalità e pone in una oggettiva nuova dimensione la sorte di tutti noi.
Dio Padre ci offre ogni perfezione per cui alla fine non avremo bisogno di nulla, il suo amore colmerà qualsiasi nostro bisogno.
Signore, fa che noi crediamo alla tua Risurrezione, per riempire di santa speranza tutti nostri giorni.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Gesù offre un criterio di giudizio che spazia sino all'immortalità e pone in una oggettiva nuova dimensione la sorte di tutti noi.
Dio Padre ci offre ogni perfezione per cui alla fine non avremo bisogno di nulla, il suo amore colmerà qualsiasi nostro bisogno.
Signore, fa che noi crediamo alla tua Risurrezione, per riempire di santa speranza tutti nostri giorni.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona solennità di Cristo Re. Dal Vangelo secondo Giovanni 18,33b-37 In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te,
oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose
Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio
regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel
mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che hai mandato il tuo Figlio per farci
partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire é regnare, e con la vita donata ai fratelli confessiamo la nostra
fedeltà al Cristo." Ave, regina dei cieli, ave, signora degli angeli; porta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce. Godi, vergine gloriosa, bella fra tutte
le donne; salve, o tutta santa, prega per noi Cristo Signore.
Buona solennità di Cristo Re.
Dal Vangelo secondo Giovanni 18,33b-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire é regnare, e con la vita donata ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo."
Ave, regina dei cieli,
ave, signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.
Dal Vangelo secondo Giovanni 18,33b-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale, illumina il nostro spirito, perché comprendiamo che servire é regnare, e con la vita donata ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo."
Ave, regina dei cieli,
ave, signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.
Ultimo aggiornamento: nov 21, 2021 5:46:44pm
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Dal Vangelo secondo Luca 21,1-4 In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera,
che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte
del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Come è diverso il modo di pensare di Dio da quello degli uomini! Non
conta infatti la quantità di denaro donato per determinare un atto di generosità, ma quanto esso possa essere essenziale e indispensabile, anche se scarso, per la
propria sopravvivenza. Il motivo che regola tutto alla fine è l'amore, che ti fa vedere, più che il tuo, il bisogno dell'altro. Signore, dona a tutti noi un
cuore generoso capace di donare senza riserve. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 21,1-4
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Come è diverso il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
Non conta infatti la quantità di denaro donato per determinare un atto di generosità, ma quanto esso possa essere essenziale e indispensabile, anche se scarso, per la propria sopravvivenza.
Il motivo che regola tutto alla fine è l'amore, che ti fa vedere, più che il tuo, il bisogno dell'altro.
Signore, dona a tutti noi un cuore generoso capace di donare senza riserve.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Come è diverso il modo di pensare di Dio da quello degli uomini!
Non conta infatti la quantità di denaro donato per determinare un atto di generosità, ma quanto esso possa essere essenziale e indispensabile, anche se scarso, per la propria sopravvivenza.
Il motivo che regola tutto alla fine è l'amore, che ti fa vedere, più che il tuo, il bisogno dell'altro.
Signore, dona a tutti noi un cuore generoso capace di donare senza riserve.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 21,5-11 In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei
quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il
segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.
Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi
diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti
terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Le realtà materiali, per quanto belle e solide, sono destinate alla distruzione. Tutto finirà quando lo vorrà Dio e non perché
qualcuno o qualcosa lo potrà determinare a prescindere dalla sua divina volontà. Affrontiamo la vita da "adulti" nella fede, che sanno vedere e cogliere la
presenza amorevole e misericordiosa di Dio nelle pieghe della storia. Conviviamo con fatti "terrificanti" , ma certi, nella speranza, di essere sempre
protetti e liberati da Dio. Signore, togli in noi ogni paura e donaci il tuo abbraccio rassicurante e consolante, perché possiamo vivere con rinnovato impegno al tuo
servizio. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 21,5-11
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Le realtà materiali, per quanto belle e solide, sono destinate alla distruzione.
Tutto finirà quando lo vorrà Dio e non perché qualcuno o qualcosa lo potrà determinare a prescindere dalla sua divina volontà.
Affrontiamo la vita da "adulti" nella fede, che sanno vedere e cogliere la presenza amorevole e misericordiosa di Dio nelle pieghe della storia.
Conviviamo con fatti "terrificanti" , ma certi, nella speranza, di essere sempre protetti e liberati da Dio.
Signore, togli in noi ogni paura e donaci il tuo abbraccio rassicurante e consolante, perché possiamo vivere con rinnovato impegno al tuo servizio.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Le realtà materiali, per quanto belle e solide, sono destinate alla distruzione.
Tutto finirà quando lo vorrà Dio e non perché qualcuno o qualcosa lo potrà determinare a prescindere dalla sua divina volontà.
Affrontiamo la vita da "adulti" nella fede, che sanno vedere e cogliere la presenza amorevole e misericordiosa di Dio nelle pieghe della storia.
Conviviamo con fatti "terrificanti" , ma certi, nella speranza, di essere sempre protetti e liberati da Dio.
Signore, togli in noi ogni paura e donaci il tuo abbraccio rassicurante e consolante, perché possiamo vivere con rinnovato impegno al tuo servizio.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 21,12-19 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle
prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare
prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori,
dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Gesù ci offre due parole chiave: "testimonianza" e "perseveranza". La prima comporta un
fidarsi assoluto di Dio, lasciandogli le redini di ogni pensiero e di ogni azione e la seconda invece è la capacità di resistere alle seduzioni e alle tentazioni
confidando fedelmente nell'aiuto divino. Offriamo, allora, sempre la nostra "bella" testimonianza con le parole che lo Spirito Santo suggerirà al momento
opportuno. Signore, confidiamo in te, offri a tutti noi, che vogliamo amarti sempre di più, di non temere alcun male e poter così perseverare sino alla fine. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 21,12-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Gesù ci offre due parole chiave: "testimonianza" e "perseveranza".
La prima comporta un fidarsi assoluto di Dio, lasciandogli le redini di ogni pensiero e di ogni azione e la seconda invece è la capacità di resistere alle seduzioni e alle tentazioni confidando fedelmente nell'aiuto divino.
Offriamo, allora, sempre la nostra "bella" testimonianza con le parole che lo Spirito Santo suggerirà al momento opportuno.
Signore, confidiamo in te, offri a tutti noi, che vogliamo amarti sempre di più, di non temere alcun male e poter così perseverare sino alla fine.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Gesù ci offre due parole chiave: "testimonianza" e "perseveranza".
La prima comporta un fidarsi assoluto di Dio, lasciandogli le redini di ogni pensiero e di ogni azione e la seconda invece è la capacità di resistere alle seduzioni e alle tentazioni confidando fedelmente nell'aiuto divino.
Offriamo, allora, sempre la nostra "bella" testimonianza con le parole che lo Spirito Santo suggerirà al momento opportuno.
Signore, confidiamo in te, offri a tutti noi, che vogliamo amarti sempre di più, di non temere alcun male e poter così perseverare sino alla fine.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 21,20-28 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua
devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in
campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono
incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte
le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra
angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le
potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste
cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Gesù predice la distruzione di Gerusalemme. Questo brano potrebbe essere interpretato come
una evocazione della fine del mondo, a me piace accoglierlo come un messaggio di speranza per tutti quei tempi, così l'attuale pandemia, di crisi e di prova che
l'umanità affronta; quando accadranno queste cose "risollevatevi e alzate il capo". Signore, fa' che con perseveranza e impegno d'amore
trascorriamo i nostri giorni e dona pace e salute a noi e a tutto il mondo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 21,20-28
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Gesù predice la distruzione di Gerusalemme.
Questo brano potrebbe essere interpretato come una evocazione della fine del mondo, a me piace accoglierlo come un messaggio di speranza per tutti quei tempi, così l'attuale pandemia, di crisi e di prova che l'umanità affronta; quando accadranno queste cose "risollevatevi e alzate il capo".
Signore, fa' che con perseveranza e impegno d'amore trascorriamo i nostri giorni e dona pace e salute a noi e a tutto il mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Gesù predice la distruzione di Gerusalemme.
Questo brano potrebbe essere interpretato come una evocazione della fine del mondo, a me piace accoglierlo come un messaggio di speranza per tutti quei tempi, così l'attuale pandemia, di crisi e di prova che l'umanità affronta; quando accadranno queste cose "risollevatevi e alzate il capo".
Signore, fa' che con perseveranza e impegno d'amore trascorriamo i nostri giorni e dona pace e salute a noi e a tutto il mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 21,29-33 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano,
capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi
dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». La Parola di Gesù è sicura e fedele, ed
è luce per il nostro cammino. Su di essa possiamo costruire la "casa", sulla roccia che è stabile per sempre. La scelta della via di Dio e del suo regno ci
caratterizza come ricercatori di pace e di giustizia. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità beata, donaci fedeltà e speranza per affrontare ogni giorno le
difficoltà del cammino e non dimenticare la meta finale. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
La Parola di Gesù è sicura e fedele, ed è luce per il nostro cammino.
Su di essa possiamo costruire la "casa", sulla roccia che è stabile per sempre.
La scelta della via di Dio e del suo regno ci caratterizza come ricercatori di pace e di giustizia.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità beata, donaci fedeltà e speranza per affrontare ogni giorno le difficoltà del cammino e non dimenticare la meta finale.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
La Parola di Gesù è sicura e fedele, ed è luce per il nostro cammino.
Su di essa possiamo costruire la "casa", sulla roccia che è stabile per sempre.
La scelta della via di Dio e del suo regno ci caratterizza come ricercatori di pace e di giustizia.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità beata, donaci fedeltà e speranza per affrontare ogni giorno le difficoltà del cammino e non dimenticare la meta finale.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 21,34-36 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni,
ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla
faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio
dell’uomo». Gesù ci avverte: non conformatevi alle realtà del mondo, tanto da addormentarvi nel suo male. Restiamo dunque vigilanti, come sentinelle, per superare con
la preghiera tutte le difficoltà che potranno abbattersi su di noi. Non temiamo, Dio ci offrirà il suo aiuto. Signore, donaci pietà e costanza nella preghiera, timore
di Dio e gioia profonda per un'autentica testimonianza. A te o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ogni onore e gloria. Amen. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 21,34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Gesù ci avverte: non conformatevi alle realtà del mondo, tanto da addormentarvi nel suo male.
Restiamo dunque vigilanti, come sentinelle, per superare con la preghiera tutte le difficoltà che potranno abbattersi su di noi. Non temiamo, Dio ci offrirà il suo aiuto.
Signore, donaci pietà e costanza nella preghiera, timore di Dio e gioia profonda per un'autentica testimonianza.
A te o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ogni onore e gloria. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Gesù ci avverte: non conformatevi alle realtà del mondo, tanto da addormentarvi nel suo male.
Restiamo dunque vigilanti, come sentinelle, per superare con la preghiera tutte le difficoltà che potranno abbattersi su di noi. Non temiamo, Dio ci offrirà il suo aiuto.
Signore, donaci pietà e costanza nella preghiera, timore di Dio e gioia profonda per un'autentica testimonianza.
A te o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ogni onore e gloria. Amen.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica I di Avvento. Dal Vangelo secondo Luca 21,25-28.34-36 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle,
e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla
terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad
accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in
dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che
abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti
al Figlio dell’uomo”. Preghiera sul Vangelo: "Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali e apri
i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore."
Buona Domenica I di Avvento.
Dal Vangelo secondo Luca 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
Preghiera sul Vangelo:
"Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore."
Dal Vangelo secondo Luca 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
Preghiera sul Vangelo:
"Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell'umanità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore."
Ultimo aggiornamento: nov 28, 2021 5:45:16pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-11 In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in
casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio
tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un
altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi
dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo,
Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Quanto è meraviglioso questo atto di fede del centurione! La preghiera umile è sempre accolta da Dio. È l'atteggiamento
giusto che dobbiamo sempre avere nei riguardi di Dio: amore e timore, confidenza e rispetto, richiesta fiduciosa ed umile attesa. Signore, vogliamo sempre elevarti una
preghiera umile, aiutaci a non pretendere mai né da te e né dagli altri, ma di accogliere con animo grato tutto ciò che possiamo ottenere. Buona giornata, don
Pasqualino. Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Ave, regina dei cieli, ave, signora degli angeli; porta e radice di salvezza, rechi nel mondo la luce. Godi, vergine
gloriosa, bella fra tutte le donne; salve, o tutta santa, prega per noi Cristo Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo 8,5-11
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Quanto è meraviglioso questo atto di fede del centurione! La preghiera umile è sempre accolta da Dio.
È l'atteggiamento giusto che dobbiamo sempre avere nei riguardi di Dio: amore e timore, confidenza e rispetto, richiesta fiduciosa ed umile attesa.
Signore, vogliamo sempre elevarti una preghiera umile, aiutaci a non pretendere mai né da te e né dagli altri, ma di accogliere con animo grato tutto ciò che possiamo ottenere.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Ave, regina dei cieli,
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Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Quanto è meraviglioso questo atto di fede del centurione! La preghiera umile è sempre accolta da Dio.
È l'atteggiamento giusto che dobbiamo sempre avere nei riguardi di Dio: amore e timore, confidenza e rispetto, richiesta fiduciosa ed umile attesa.
Signore, vogliamo sempre elevarti una preghiera umile, aiutaci a non pretendere mai né da te e né dagli altri, ma di accogliere con animo grato tutto ciò che possiamo ottenere.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ave, regina dei cieli,
ave, signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne;
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.
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Dal Vangelo secondo Matteo 4,18-22 In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che
gettavano la rete in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e
li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Oggi è la festa di S. Andrea Apostolo. La nota caratteristica che il vangelo ci offre , a
mio avviso, oltre al fatto che lasciano ogni cosa, è il "subito" che Andrea insieme ai suoi compagni mettono in atto di fronte all'invito del Maestro.
Signore, donaci orecchi attenti e cuore generoso di fronte alle tue amorevoli ed esigenti richieste, fa che possiamo accogliere anche noi "subito"
l'offerta della tua divina volontà. B.giornata. don Pasqualino Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell'angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre
sempre vergine, pietà di noi peccatori.
Dal Vangelo secondo Matteo 4,18-22
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Oggi è la festa di S. Andrea Apostolo.
La nota caratteristica che il vangelo ci offre , a mio avviso, oltre al fatto che lasciano ogni cosa, è il "subito" che Andrea insieme ai suoi compagni mettono in atto di fronte all'invito del Maestro.
Signore, donaci orecchi attenti e cuore generoso di fronte alle tue amorevoli ed esigenti richieste, fa che possiamo accogliere anche noi "subito" l'offerta della tua divina volontà.
B.giornata. don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che anela a risorgere.
Tu che accogliendo il saluto dell'angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Oggi è la festa di S. Andrea Apostolo.
La nota caratteristica che il vangelo ci offre , a mio avviso, oltre al fatto che lasciano ogni cosa, è il "subito" che Andrea insieme ai suoi compagni mettono in atto di fronte all'invito del Maestro.
Signore, donaci orecchi attenti e cuore generoso di fronte alle tue amorevoli ed esigenti richieste, fa che possiamo accogliere anche noi "subito" l'offerta della tua divina volontà.
B.giornata. don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che anela a risorgere.
Tu che accogliendo il saluto dell'angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.
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Dal Vangelo secondo Matteo 15,29-37 In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando
con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che
parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento
compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i
discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e
pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla
folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Gesù ci insegna che aver compassione significa condividere, compartecipare alla
risoluzione dei problemi degli altri. Compassione è vera ed autentica consolazione. Signore, grazie per il pane quotidiano che ci permetti di avere ogni giorno, non
lasciare che alcuno muoia di fame; concedici di poter essere provvidenza per tanti poveri, e soprattutto, non farci mancare mai il tuo pane di vita eterna. Buona
giornata, don Pasqualino. Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che
siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.
Dal Vangelo secondo Matteo 15,29-37
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Gesù ci insegna che aver compassione significa condividere, compartecipare alla risoluzione dei problemi degli altri. Compassione è vera ed autentica consolazione.
Signore, grazie per il pane quotidiano che ci permetti di avere ogni giorno, non lasciare che alcuno muoia di fame; concedici di poter essere provvidenza per tanti poveri, e soprattutto, non farci mancare mai il tuo pane di vita eterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o vergine gloriosa e benedetta.
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Gesù ci insegna che aver compassione significa condividere, compartecipare alla risoluzione dei problemi degli altri. Compassione è vera ed autentica consolazione.
Signore, grazie per il pane quotidiano che ci permetti di avere ogni giorno, non lasciare che alcuno muoia di fame; concedici di poter essere provvidenza per tanti poveri, e soprattutto, non farci mancare mai il tuo pane di vita eterna.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o vergine gloriosa e benedetta.
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,21.24-27 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che
fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa
sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque
ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi,
soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Gesù chiede ai suoi di operare concretamente il bene, ancorandosi
saldamente a Lui, che è la roccia. Costruendo sulla roccia nessuna avversità potrà intaccare irrimediabilmente il nostro cuore. Signore, dacci riparo sulla tua roccia,
le nostre misere palafitte non reggono agli attacchi delle onde del male. In Te, amore certo e fedele, il nostro cuore riposa come "un bimbo in braccio a sua madre
". Buona giornata, don Pasqualino Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Salve o Regina Madre di misericordia, vita, dolcezza, speranza nostra, salve. A te ricorriamo
esuli figli di Eva: a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci
dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria! Amen.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,21.24-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Gesù chiede ai suoi di operare concretamente il bene, ancorandosi saldamente a Lui, che è la roccia.
Costruendo sulla roccia nessuna avversità potrà intaccare irrimediabilmente il nostro cuore.
Signore, dacci riparo sulla tua roccia, le nostre misere palafitte non reggono agli attacchi delle onde del male. In Te, amore certo e fedele, il nostro cuore riposa come "un bimbo in braccio a sua madre ".
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Salve o Regina
Madre di misericordia,
vita, dolcezza,
speranza nostra, salve.
A te ricorriamo esuli figli di Eva:
a te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e mostraci dopo questo esilio Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria!
Amen.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Gesù chiede ai suoi di operare concretamente il bene, ancorandosi saldamente a Lui, che è la roccia.
Costruendo sulla roccia nessuna avversità potrà intaccare irrimediabilmente il nostro cuore.
Signore, dacci riparo sulla tua roccia, le nostre misere palafitte non reggono agli attacchi delle onde del male. In Te, amore certo e fedele, il nostro cuore riposa come "un bimbo in braccio a sua madre ".
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Salve o Regina
Madre di misericordia,
vita, dolcezza,
speranza nostra, salve.
A te ricorriamo esuli figli di Eva:
a te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi
e mostraci dopo questo esilio Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria!
Amen.
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,27-31 In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa,
i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per
voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la
notizia in tutta quella regione. "Avvenga per voi secondo la vostra fede": questo può dire anche a noi oggi Gesù. Quanti impedimenti molte volte ci chiudono
gli occhi del cuore per vedere le realtà di Dio! Facciamoci guarire dal medico celeste e vedendoci bene potremo gridare di gioia per le bellezze che Dio ci offre.
Signore, fa che entrando nella tua casa noi possiamo chiederti di essere guariti, dacci questa opportunità e concedi ad ognuno la grazia di cui abbiamo bisogno. Buona
giornata, don Pasqualino Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Ti saluto Figlia di Dio Padre, Ti saluto Madre del Figlio di Dio, Ti saluto Sposa dello Spirito Santo, Ti
saluto Tempio di tutta la Trinità.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,27-31
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
"Avvenga per voi secondo la vostra fede": questo può dire anche a noi oggi Gesù.
Quanti impedimenti molte volte ci chiudono gli occhi del cuore per vedere le realtà di Dio!
Facciamoci guarire dal medico celeste e vedendoci bene potremo gridare di gioia per le bellezze che Dio ci offre.
Signore, fa che entrando nella tua casa noi possiamo chiederti di essere guariti, dacci questa opportunità e concedi ad ognuno la grazia di cui abbiamo bisogno.
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
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Ti saluto Figlia di Dio Padre,
Ti saluto Madre del Figlio di Dio,
Ti saluto Sposa dello Spirito Santo,
Ti saluto Tempio di tutta la Trinità.
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
"Avvenga per voi secondo la vostra fede": questo può dire anche a noi oggi Gesù.
Quanti impedimenti molte volte ci chiudono gli occhi del cuore per vedere le realtà di Dio!
Facciamoci guarire dal medico celeste e vedendoci bene potremo gridare di gioia per le bellezze che Dio ci offre.
Signore, fa che entrando nella tua casa noi possiamo chiederti di essere guariti, dacci questa opportunità e concedi ad ognuno la grazia di cui abbiamo bisogno.
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
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Ti saluto Sposa dello Spirito Santo,
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ORARI MESSE:
Feriale: 18:00
Sabato: 18:00
Domenica: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
Feriale: 18:00
Sabato: 18:00
Domenica: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,35-38-10,1.6-8 In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del
Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse
ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi
dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore
perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi,
scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Gesù è il Figlio misericordioso e compassionevole del Padre. Egli è venuto per
"guarire" tutte le nostre malattie e liberarci dal male antico che ci teneva lontano da Dio. Ma Gesù ha voluto associare in questa sua missione altri uomini,
i suoi discepoli e tutti coloro che hanno accolto il suo invito: ha pregato e ha chiesto di pregare il "Signore della messe" perché gli "operai" del
Vangelo fossero molti. Signore, donaci sempre il tuo amore compassionevole e coinvolgente perché possiamo partecipare con gioia alla tua missione salvifica. Buona
giornata, don Pasqualino Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Ave, Stella del mare, madre gloriosa di Dio, vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,35-38-10,1.6-8
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Gesù è il Figlio misericordioso e compassionevole del Padre.
Egli è venuto per "guarire" tutte le nostre malattie e liberarci dal male antico che ci teneva lontano da Dio.
Ma Gesù ha voluto associare in questa sua missione altri uomini, i suoi discepoli e tutti coloro che hanno accolto il suo invito: ha pregato e ha chiesto di pregare il "Signore della messe" perché gli "operai" del Vangelo fossero molti.
Signore, donaci sempre il tuo amore compassionevole e coinvolgente perché possiamo partecipare con gioia alla tua missione salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Ave, Stella del mare,
madre gloriosa di Dio,
vergine sempre, Maria,
porta felice del cielo.
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Gesù è il Figlio misericordioso e compassionevole del Padre.
Egli è venuto per "guarire" tutte le nostre malattie e liberarci dal male antico che ci teneva lontano da Dio.
Ma Gesù ha voluto associare in questa sua missione altri uomini, i suoi discepoli e tutti coloro che hanno accolto il suo invito: ha pregato e ha chiesto di pregare il "Signore della messe" perché gli "operai" del Vangelo fossero molti.
Signore, donaci sempre il tuo amore compassionevole e coinvolgente perché possiamo partecipare con gioia alla tua missione salvifica.
Buona giornata, don Pasqualino
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
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madre gloriosa di Dio,
vergine sempre, Maria,
porta felice del cielo.
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Buona Domenica II di Avvento Dal Vangelo secondo Luca 3,1-6 Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea,
Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa,
la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono
dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni
burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Preghiera sul Vangelo: "O Dio grande nell'amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo Regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le
alture della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro salvatore, Gesù Cristo." Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 Benedetta sei tu,
Vergine Maria, dal Signore, Dio Altissimo, fra tutte le donne della terra.
Buona Domenica II di Avvento
Dal Vangelo secondo Luca 3,1-6
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Preghiera sul Vangelo: "O Dio grande nell'amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo Regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro salvatore, Gesù Cristo."
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Benedetta sei tu, Vergine Maria,
dal Signore, Dio Altissimo,
fra tutte le donne della terra.
Dal Vangelo secondo Luca 3,1-6
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Preghiera sul Vangelo: "O Dio grande nell'amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo Regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia, e preparaci a celebrare con fede ardente la venuta del nostro salvatore, Gesù Cristo."
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Benedetta sei tu, Vergine Maria,
dal Signore, Dio Altissimo,
fra tutte le donne della terra.
"Ora fatti ispirare,
scegli il tessuto, inizia a cucire,
non perdere un minuto!"🧵🧶✂️
Oggi i bambini e ragazzi dell'ACR hanno vissuto la Festa del CIAO💛💙
#SuMisuraPerTe
#AzioneCattolicaRagazzi
#FestaDelCiao
scegli il tessuto, inizia a cucire,
non perdere un minuto!"🧵🧶✂️
Oggi i bambini e ragazzi dell'ACR hanno vissuto la Festa del CIAO💛💙
#SuMisuraPerTe
#AzioneCattolicaRagazzi
#FestaDelCiao
Ultimo aggiornamento: dic 05, 2021 5:40:36pm
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Dal Vangelo secondo Luca 5,17-26 Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della
Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di
farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il
lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere,
dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così
nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il
potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro,
prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo
visto cose prodigiose». Una fede quella del paralitico che gli ha fatto superare tutte le barriere, che gli ha permesso di poter essere guarito fisicamente e nello
stesso tempo essere perdonato per i peccati commessi. Signore, con la forza del tuo Spirito guarisci le nostre paralisi, dacci una comunità di fede che possa
accompagnarci innanzi a te e consegnarci alle tue mani colme di misericordia e pronte a perdonarci. Buona giornata, don Pasqualino. Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹
Tutta santa, senza ombra di peccato, sei divenuta la Madre del Signore.
Dal Vangelo secondo Luca 5,17-26
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Una fede quella del paralitico che gli ha fatto superare tutte le barriere, che gli ha permesso di poter essere guarito fisicamente e nello stesso tempo essere perdonato per i peccati commessi.
Signore, con la forza del tuo Spirito guarisci le nostre paralisi, dacci una comunità di fede che possa accompagnarci innanzi a te e consegnarci alle tue mani colme di misericordia e pronte a perdonarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Tutta santa, senza ombra di peccato, sei divenuta la Madre del Signore.
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».
Una fede quella del paralitico che gli ha fatto superare tutte le barriere, che gli ha permesso di poter essere guarito fisicamente e nello stesso tempo essere perdonato per i peccati commessi.
Signore, con la forza del tuo Spirito guarisci le nostre paralisi, dacci una comunità di fede che possa accompagnarci innanzi a te e consegnarci alle tue mani colme di misericordia e pronte a perdonarci.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
Tutta santa, senza ombra di peccato, sei divenuta la Madre del Signore.
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Dal Vangelo secondo Matteo 18,12-14 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà
le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che
non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno solo di questi piccoli si perda”. L'immagine del pastore che corre alla
ricerca della pecora smarrita ci dice della tenerezza e dell'amore del Padre che non vuol perdere nessuna delle sue creature. Signore, vorremmo essere tra le
pecore al sicuro docili alla tua voce, ma ci capita sovente di smarrirci, la tua paziente ricerca ci consenta di ritornare, portati sulle tue spalle, sempre felici, tra
le novantanove in attesa sui tuoi pascoli. Buona giornata, don Pasqualino. Novena dell'Immacolata 🔔🙏🌹 O Maria Immacolata, prega per noi , per essere liberati
dal male presente e ottenere misericordia e pace .
Dal Vangelo secondo Matteo 18,12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno solo di questi piccoli si perda”.
L'immagine del pastore che corre alla ricerca della pecora smarrita ci dice
della tenerezza e dell'amore del Padre che non vuol perdere nessuna delle sue creature.
Signore, vorremmo essere tra le pecore al sicuro docili alla tua voce, ma ci capita sovente di smarrirci, la tua paziente ricerca ci consenta di ritornare, portati sulle tue spalle, sempre felici, tra le novantanove in attesa sui tuoi pascoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
🔔🙏🌹
O Maria Immacolata, prega per noi , per essere liberati dal male presente e ottenere misericordia e pace .
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno solo di questi piccoli si perda”.
L'immagine del pastore che corre alla ricerca della pecora smarrita ci dice
della tenerezza e dell'amore del Padre che non vuol perdere nessuna delle sue creature.
Signore, vorremmo essere tra le pecore al sicuro docili alla tua voce, ma ci capita sovente di smarrirci, la tua paziente ricerca ci consenta di ritornare, portati sulle tue spalle, sempre felici, tra le novantanove in attesa sui tuoi pascoli.
Buona giornata, don Pasqualino.
Novena dell'Immacolata
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O Maria Immacolata, prega per noi , per essere liberati dal male presente e ottenere misericordia e pace .
Una buona festività dell'Immacolata da parte dell'Oratorio. Auguriamo a tutti un buon cammino di fede, di pace e di Amore, per andare incontro al Santo
Natale.
Una buona festività dell'Immacolata da parte dell'Oratorio. Auguriamo a tutti un buon cammino di fede, di pace e di Amore, per andare incontro al Santo Natale.
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Buona Solennità dell' Immacolata Concezione della Vergine Maria. Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio
dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse
all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua
ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e
questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua
parola». E l’angelo si allontanò da lei. Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore, pronunciandolo
anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie perché nel
cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che il popolo
nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l’avvento del suo regno, a gloria del Padre,
per la potenza dello Spirito Santo. Amen!
Buona Solennità dell' Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore, pronunciandolo anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie perché nel cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che il popolo nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l’avvento del suo regno, a gloria del Padre, per la potenza dello Spirito Santo. Amen!
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore, pronunciandolo anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie perché nel cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che il popolo nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l’avvento del suo regno, a gloria del Padre, per la potenza dello Spirito Santo. Amen!
Ultimo aggiornamento: dic 08, 2021 7:27:18am
Ultimo aggiornamento: dic 08, 2021 5:38:38pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,11-15 In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il
Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se
ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi,
ascolti!». Le parole di Gesù sono sicuramente un elogio di Giovanni Battista, ma anche un invito a farsi "piccoli", cioè a rendersi totalmente umili e
disponibili nel seguire il Signore. Questa disponibilità potrà permettere allo Spirito Santo di intervenire con tutta la forza dell'amore di Dio per plasmare un
nuovo essere. Signore, guarda misericordioso le nostre fragilità e i nostri limiti, donaci sempre di essere attenti ai segni dei tempi e ai nuovi "profeti"
mandati da te per indicarci la via del tuo volere. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,11-15
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
Le parole di Gesù sono sicuramente un elogio di Giovanni Battista, ma anche un invito a farsi "piccoli", cioè a rendersi totalmente umili e disponibili nel seguire il Signore.
Questa disponibilità potrà permettere allo Spirito Santo di intervenire con tutta la forza dell'amore di Dio per plasmare un nuovo essere.
Signore, guarda misericordioso le nostre fragilità e i nostri limiti, donaci sempre di essere attenti ai segni dei tempi e ai nuovi "profeti" mandati da te per indicarci la via del tuo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».
Le parole di Gesù sono sicuramente un elogio di Giovanni Battista, ma anche un invito a farsi "piccoli", cioè a rendersi totalmente umili e disponibili nel seguire il Signore.
Questa disponibilità potrà permettere allo Spirito Santo di intervenire con tutta la forza dell'amore di Dio per plasmare un nuovo essere.
Signore, guarda misericordioso le nostre fragilità e i nostri limiti, donaci sempre di essere attenti ai segni dei tempi e ai nuovi "profeti" mandati da te per indicarci la via del tuo volere.
Buona giornata, don Pasqualino.
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Matteo 11,16-19 In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e,
rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che
non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e
di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Attenzione a non perdere l'occasione che ci viene offerta, sappiamo
cogliere nella vigilanza i segni che Dio ci offre! Il bene ci viene donato e il nostro compito è quello di spargerlo per il mondo. Con fedele disponibilità accogliamo
la Luce e accompagniamola lì dove essa ci guida. Signore, Maestro buono e paziente, insegnaci a saper ascoltare la tua parola ed a operare secondo la tua volontà
nell'amore e nella pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,16-19
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Attenzione a non perdere l'occasione che ci viene offerta, sappiamo cogliere nella vigilanza i segni che Dio ci offre!
Il bene ci viene donato e il nostro compito è quello di spargerlo per il mondo. Con fedele disponibilità accogliamo la Luce e accompagniamola lì dove essa ci guida.
Signore, Maestro buono e paziente, insegnaci a saper ascoltare la tua parola ed a operare secondo la tua volontà nell'amore e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Attenzione a non perdere l'occasione che ci viene offerta, sappiamo cogliere nella vigilanza i segni che Dio ci offre!
Il bene ci viene donato e il nostro compito è quello di spargerlo per il mondo. Con fedele disponibilità accogliamo la Luce e accompagniamola lì dove essa ci guida.
Signore, Maestro buono e paziente, insegnaci a saper ascoltare la tua parola ed a operare secondo la tua volontà nell'amore e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
"Ecco, come l'argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani" (Ger 18, 6)
"Io sono quel vaso che il Vasaio plasma sul tornio della vita. Quando oppongo resistenza e mi guasto, subito il Signore mi demolisce, mi rigetta nella massa fangosa, mi ripiglia e comincia di nuovo la sua opera, mi ricrea, mi rende nuovo. Ma l'argilla che è stata buttata nella massa fangosa non è più quella di prima; porta con sé un tratto di storia: le mie gioie, i miei sospiri, i miei amori infranti, i miei fallimenti. Quando ritorna nelle mani del Vasaio è più ricca." (Dagli scritti di Ermes Ronchi)
Adorazione Eucaristica per i giovani ❣️
"Io sono quel vaso che il Vasaio plasma sul tornio della vita. Quando oppongo resistenza e mi guasto, subito il Signore mi demolisce, mi rigetta nella massa fangosa, mi ripiglia e comincia di nuovo la sua opera, mi ricrea, mi rende nuovo. Ma l'argilla che è stata buttata nella massa fangosa non è più quella di prima; porta con sé un tratto di storia: le mie gioie, i miei sospiri, i miei amori infranti, i miei fallimenti. Quando ritorna nelle mani del Vasaio è più ricca." (Dagli scritti di Ermes Ronchi)
Adorazione Eucaristica per i giovani ❣️
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Matteo 17,10-13 Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli
rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così
anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. Il ritorno del profeta Elia era
uno dei presagi messianici e Gesù lo conferma, ma identificando nella missione del grande profeta difensore dell'unicità di Javhe', la figura di Giovanni
Battista. Ma né il precursore e né il Messia sono stati riconosciuti. Signore, rinnova i prodigi della tua salvezza, fa che noi, tua Chiesa, annunziamo al mondo le
meraviglie della tua misericordia e del tuo amore e possiamo accogliere soprattutto te, ogni giorno presente fra noi. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 17,10-13
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Il ritorno del profeta Elia era uno dei presagi messianici e Gesù lo conferma, ma identificando nella missione del grande profeta difensore dell'unicità di Javhe', la figura di Giovanni Battista.
Ma né il precursore e né il Messia sono stati riconosciuti.
Signore, rinnova i prodigi della tua salvezza, fa che noi, tua Chiesa, annunziamo al mondo le meraviglie della tua misericordia e del tuo amore e possiamo accogliere soprattutto te, ogni giorno presente fra noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Il ritorno del profeta Elia era uno dei presagi messianici e Gesù lo conferma, ma identificando nella missione del grande profeta difensore dell'unicità di Javhe', la figura di Giovanni Battista.
Ma né il precursore e né il Messia sono stati riconosciuti.
Signore, rinnova i prodigi della tua salvezza, fa che noi, tua Chiesa, annunziamo al mondo le meraviglie della tua misericordia e del tuo amore e possiamo accogliere soprattutto te, ogni giorno presente fra noi.
Buona giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: dic 11, 2021 7:52:05pm
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Buona Domenica III di Avvento - "Gaudete" Dal Vangelo secondo Luca 3,10-18 In quel tempo, le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva
loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro,
che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo
fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a
Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a
cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il
frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre immensamente buono, fonte della vita e della gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti, e
portiamo a tutti gli uomini il lieto annunzio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio."
Buona Domenica III di Avvento - "Gaudete"
Dal Vangelo secondo Luca 3,10-18
In quel tempo, le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre immensamente buono, fonte della vita e della gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti, e portiamo a tutti gli uomini il lieto annunzio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio."
Dal Vangelo secondo Luca 3,10-18
In quel tempo, le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Padre immensamente buono, fonte della vita e della gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché corriamo sulla via dei tuoi comandamenti, e portiamo a tutti gli uomini il lieto annunzio del Salvatore, Gesù Cristo tuo Figlio."
Ultimo aggiornamento: dic 12, 2021 5:56:18pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 21,23-27 In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e
dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi
dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”,
ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo
a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Sembrerebbe, quella di oggi, una pagina di
Vangelo senza una risposta; chiaramente non è così. Gesù ci offre sempre delle risposte e anche qui si cela un insegnamento. La fede è dono di Dio e accoglienza da
parte del cuore dell'uomo, per cui è bello seguire con umile consapevolezza il Signore che si è rivelato. Evitiamo, allora, di fermarci alle semplici pratiche di
pietà e ai doveri formali di una religiosità superficiale, per credere, invece, senza alcuna riserva, con l'impegno della vita. Signore Dio, Padre, Figlio e
Spirito Santo, aiutaci a vivere nella tua divina volontà e nella gioia della tua presenza, che conforta compatisce e perdona. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 21,23-27
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Sembrerebbe, quella di oggi, una pagina di Vangelo senza una risposta; chiaramente non è così.
Gesù ci offre sempre delle risposte e anche qui si cela un insegnamento.
La fede è dono di Dio e accoglienza da parte del cuore dell'uomo, per cui è bello seguire con umile consapevolezza il Signore che si è rivelato.
Evitiamo, allora, di fermarci alle semplici pratiche di pietà e ai doveri formali di una religiosità superficiale, per credere, invece, senza alcuna riserva, con l'impegno della vita.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci a vivere nella tua divina volontà e nella gioia della tua presenza, che conforta compatisce e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Sembrerebbe, quella di oggi, una pagina di Vangelo senza una risposta; chiaramente non è così.
Gesù ci offre sempre delle risposte e anche qui si cela un insegnamento.
La fede è dono di Dio e accoglienza da parte del cuore dell'uomo, per cui è bello seguire con umile consapevolezza il Signore che si è rivelato.
Evitiamo, allora, di fermarci alle semplici pratiche di pietà e ai doveri formali di una religiosità superficiale, per credere, invece, senza alcuna riserva, con l'impegno della vita.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci a vivere nella tua divina volontà e nella gioia della tua presenza, che conforta compatisce e perdona.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 21,28-32 In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al
primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed
egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i
pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le
prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Sono le azioni buone che in
obbedienza vera alla volontà di Dio ci permettono di essere a Lui graditi. Fatti non parole! È Gesù l'unico figlio che ha detto si al Padre ed è andato nella
"vigna" per offrire in obbedienza se stesso a nostro favore. Dio, comunque, è misericordioso con coloro che si pentono e cambiano decisamente vita. "La
santità non consiste nel non essere mai caduto, ma nel proposito di non più cadere" - Card. Schuster. Signore, tu sei amore, sia benigno il tuo sguardo su di noi,
perdonaci e salvaci e donaci di camminare nella pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 21,28-32
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Sono le azioni buone che in obbedienza vera alla volontà di Dio ci permettono di essere a Lui graditi. Fatti non parole!
È Gesù l'unico figlio che ha detto si al Padre ed è andato nella "vigna" per offrire in obbedienza se stesso a nostro favore.
Dio, comunque, è misericordioso con coloro che si pentono e cambiano decisamente vita.
"La santità non consiste nel non essere mai caduto, ma nel proposito di non più cadere" - Card. Schuster.
Signore, tu sei amore, sia benigno il tuo sguardo su di noi, perdonaci e salvaci e donaci di camminare nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Sono le azioni buone che in obbedienza vera alla volontà di Dio ci permettono di essere a Lui graditi. Fatti non parole!
È Gesù l'unico figlio che ha detto si al Padre ed è andato nella "vigna" per offrire in obbedienza se stesso a nostro favore.
Dio, comunque, è misericordioso con coloro che si pentono e cambiano decisamente vita.
"La santità non consiste nel non essere mai caduto, ma nel proposito di non più cadere" - Card. Schuster.
Signore, tu sei amore, sia benigno il tuo sguardo su di noi, perdonaci e salvaci e donaci di camminare nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 7,19-23 In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare
un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un
altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta:
«Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». La domanda di Giovanni Battista offre a Gesù una
risposta inequivocabile. Infatti, secondo gli oracoli profetici il Messia, il Cristo, avrebbe fatto camminare gli zoppi, dato la vista ai ciechi e tutta una serie di
altre cose prodigiose. Rinnoviamo, anche oggi, la nostra fede in Gesù, riconoscendo in Lui il Signore che guarisce ogni nostro male. Signore Gesù, noi crediamo in te,
ti adoriamo come il Figlio unigenito del Padre e confidiamo attraverso l'amore che ci offri con il dono dello Spirito Santo di ottenere misericordia e pace. Buona
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 7,19-23
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
La domanda di Giovanni Battista offre a Gesù una risposta inequivocabile.
Infatti, secondo gli oracoli profetici il Messia, il Cristo, avrebbe fatto camminare gli zoppi, dato la vista ai ciechi e tutta una serie di altre cose prodigiose.
Rinnoviamo, anche oggi, la nostra fede in Gesù, riconoscendo in Lui il Signore che guarisce ogni nostro male.
Signore Gesù, noi crediamo in te, ti adoriamo come il Figlio unigenito del Padre e confidiamo attraverso l'amore che ci offri con il dono dello Spirito Santo di ottenere misericordia e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
La domanda di Giovanni Battista offre a Gesù una risposta inequivocabile.
Infatti, secondo gli oracoli profetici il Messia, il Cristo, avrebbe fatto camminare gli zoppi, dato la vista ai ciechi e tutta una serie di altre cose prodigiose.
Rinnoviamo, anche oggi, la nostra fede in Gesù, riconoscendo in Lui il Signore che guarisce ogni nostro male.
Signore Gesù, noi crediamo in te, ti adoriamo come il Figlio unigenito del Padre e confidiamo attraverso l'amore che ci offri con il dono dello Spirito Santo di ottenere misericordia e pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca Lc 7,24-30 Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel
deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel
lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco,
dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. Io vi dico, fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo
nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto.
Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro”. Un grande elogio di Giovanni Battista da parte di
Gesù, ma anche di chi si fa "piccolo". E cioè di chi applica nella propria vita il metro delle Beatitudini e si affida senza riserve alla misericordia e alla
giustizia di Dio. Signore, donaci uno spirito di bambini, capace di accogliere sempre con grata meraviglia la speranza che semini con abbondanza nei nostri cuori. Buona
giornata, don Pasqualino. 1 GIORNO.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 7,24-30
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.
Io vi dico, fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro”.
Un grande elogio di Giovanni Battista da parte di Gesù, ma anche di chi si fa "piccolo". E cioè di chi applica nella propria vita il metro delle Beatitudini e si affida senza riserve alla misericordia e alla giustizia di Dio.
Signore, donaci uno spirito di bambini, capace di accogliere sempre con grata meraviglia la speranza che semini con abbondanza nei nostri cuori.
Buona giornata, don Pasqualino.
1 GIORNO.
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.
Io vi dico, fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro”.
Un grande elogio di Giovanni Battista da parte di Gesù, ma anche di chi si fa "piccolo". E cioè di chi applica nella propria vita il metro delle Beatitudini e si affida senza riserve alla misericordia e alla giustizia di Dio.
Signore, donaci uno spirito di bambini, capace di accogliere sempre con grata meraviglia la speranza che semini con abbondanza nei nostri cuori.
Buona giornata, don Pasqualino.
1 GIORNO.
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Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-17 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i
suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon
generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone
generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz
generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo
la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò
Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla
quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici,
dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Questa pagina è la "carta d'identità" di Gesù! Matteo, da buon ebreo, elenca tutti i nomi degli
antenati del Messia, per dirci che Gesù è il figlio di Davide profetizzato. Gesù è vero Dio, ma anche vero uomo e ha come antenati molti uomini e donne dalla vita
complicata. Delle donne poi non molto illibate, che comunque, sono state decisive nella storia della salvezza fino ad arrivare alla Vergine Maria. Dio non ha escluso
nessuno e non esclude alcuno dalla salvezza! Signore Gesù, ti adoriamo vero Dio e vero uomo, aiutaci nel nostro impegno terreno per poter, con la tua misericordia,
vivere nel tuo regno celeste. Buona giornata, don Pasqualino. 2 GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-17
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda
generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Questa pagina è la "carta d'identità" di Gesù! Matteo, da buon ebreo, elenca tutti i nomi degli antenati del Messia, per dirci che Gesù è il figlio di Davide profetizzato.
Gesù è vero Dio, ma anche vero uomo e ha come antenati molti uomini e donne dalla vita complicata. Delle donne poi non molto illibate, che comunque, sono state decisive nella storia della salvezza fino ad arrivare alla Vergine Maria.
Dio non ha escluso nessuno e non esclude alcuno dalla salvezza!
Signore Gesù, ti adoriamo vero Dio e vero uomo, aiutaci nel nostro impegno terreno per poter, con la tua misericordia, vivere nel tuo regno celeste.
Buona giornata, don Pasqualino.
2 GIORNO
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda
generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Questa pagina è la "carta d'identità" di Gesù! Matteo, da buon ebreo, elenca tutti i nomi degli antenati del Messia, per dirci che Gesù è il figlio di Davide profetizzato.
Gesù è vero Dio, ma anche vero uomo e ha come antenati molti uomini e donne dalla vita complicata. Delle donne poi non molto illibate, che comunque, sono state decisive nella storia della salvezza fino ad arrivare alla Vergine Maria.
Dio non ha escluso nessuno e non esclude alcuno dalla salvezza!
Signore Gesù, ti adoriamo vero Dio e vero uomo, aiutaci nel nostro impegno terreno per poter, con la tua misericordia, vivere nel tuo regno celeste.
Buona giornata, don Pasqualino.
2 GIORNO
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Dal Vangelo secondo Matteo 1,18-24 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò
incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però
stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua
sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai
suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un
figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa. La grande fede di Giuseppe ha permesso a Dio di portare a compimento la sua opera di salvezza. Dio conta su ognuno di noi perché le sue opere
possano essere portate a buon fine. Certo noi non saremo mai decisivi, ma il nostro contributo potrà rendere più facilmente realizzabili il bene e la salvezza offerti
da Lui. Signore, fa' che, come il giusto san Giuseppe, anche noi possiamo prontamente rispondere sì ad ogni tua chiamata. Buona giornata, don Pasqualino. 3 GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo 1,18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
La grande fede di Giuseppe ha permesso a Dio di portare a compimento la sua opera di salvezza.
Dio conta su ognuno di noi perché le sue opere possano essere portate a buon fine. Certo noi non saremo mai decisivi, ma il nostro contributo potrà rendere più facilmente realizzabili il bene e la salvezza offerti da Lui.
Signore, fa' che, come il giusto san Giuseppe, anche noi possiamo prontamente rispondere sì ad ogni tua chiamata.
Buona giornata, don Pasqualino.
3 GIORNO
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
La grande fede di Giuseppe ha permesso a Dio di portare a compimento la sua opera di salvezza.
Dio conta su ognuno di noi perché le sue opere possano essere portate a buon fine. Certo noi non saremo mai decisivi, ma il nostro contributo potrà rendere più facilmente realizzabili il bene e la salvezza offerti da Lui.
Signore, fa' che, come il giusto san Giuseppe, anche noi possiamo prontamente rispondere sì ad ogni tua chiamata.
Buona giornata, don Pasqualino.
3 GIORNO
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Buona Domenica IV di Avvento Dal Vangelo secondo Luca 1,39-45 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata
nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo
saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che hai scelto l'umile figlia di Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa l'adesione al tuo volere, perché
imitando l'obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode."
Buona Domenica IV di Avvento
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la
madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che hai scelto l'umile figlia di Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa l'adesione al tuo volere, perché imitando l'obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode."
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la
madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che hai scelto l'umile figlia di Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa l'adesione al tuo volere, perché imitando l'obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode."
Ultimo aggiornamento: dic 19, 2021 5:59:02pm
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Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38 Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un
uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole
ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco,
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose
l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di
Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile
a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Il piano di salvezza voluto da Dio si
attua perché una giovane fanciulla dice "sì" . Dobbiamo quindi a Maria, al suo cuore generoso e umile, il fatto che il Figlio eterno del Padre si sia potuto
incarnare e farsi uomo. Signore, siano sempre rese grazie a te per il tuo amore immenso e misericordioso e a Maria per il suo "sì" decisivo e generoso,
fa' che anche noi possiamo dire il nostro piccolo "eccomi" per compiere ogni giorno la tua divina volontà. Buona giornata, don Pasqualino. 5 GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Il piano di salvezza voluto da Dio si attua perché una giovane fanciulla dice "sì" .
Dobbiamo quindi a Maria, al suo cuore generoso e umile, il fatto che il Figlio eterno del Padre si sia potuto incarnare e farsi uomo.
Signore, siano sempre rese grazie a te per il tuo amore immenso e misericordioso e a Maria per il suo "sì" decisivo e generoso, fa' che anche noi possiamo dire il nostro piccolo "eccomi" per compiere ogni giorno la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
5 GIORNO
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Il piano di salvezza voluto da Dio si attua perché una giovane fanciulla dice "sì" .
Dobbiamo quindi a Maria, al suo cuore generoso e umile, il fatto che il Figlio eterno del Padre si sia potuto incarnare e farsi uomo.
Signore, siano sempre rese grazie a te per il tuo amore immenso e misericordioso e a Maria per il suo "sì" decisivo e generoso, fa' che anche noi possiamo dire il nostro piccolo "eccomi" per compiere ogni giorno la tua divina volontà.
Buona giornata, don Pasqualino.
5 GIORNO
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Dal Vangelo secondo Luca 1,39-45 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò
Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei
orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Dopo aver detto il suo sì a
Dio, Maria offre il suo sì anche all'umanità, andando ad aiutare la cugina Elisabetta. Un gesto di squisita carità e colmo di amore ed umiltà. La venuta di Maria
che porta con sé Gesù, diviene per Elisabetta, che porta in sé Giovanni, un evento di esultanza nello Spirito di cui si farà memoria per sempre. Signore, ogni giorno,
attraverso la Chiesa, vieni a visitarci, così danzeremo nello Spirito, sazi di pace e di amore. Buona giornata, don Pasqualino. 6 GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Dopo aver detto il suo sì a Dio, Maria offre il suo sì anche all'umanità, andando ad aiutare la cugina Elisabetta.
Un gesto di squisita carità e colmo di amore ed umiltà.
La venuta di Maria che porta con sé Gesù, diviene per Elisabetta, che porta in sé Giovanni, un evento di esultanza nello Spirito di cui si farà memoria per sempre.
Signore, ogni giorno, attraverso la Chiesa, vieni a visitarci, così danzeremo nello Spirito, sazi di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
6 GIORNO
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Dopo aver detto il suo sì a Dio, Maria offre il suo sì anche all'umanità, andando ad aiutare la cugina Elisabetta.
Un gesto di squisita carità e colmo di amore ed umiltà.
La venuta di Maria che porta con sé Gesù, diviene per Elisabetta, che porta in sé Giovanni, un evento di esultanza nello Spirito di cui si farà memoria per sempre.
Signore, ogni giorno, attraverso la Chiesa, vieni a visitarci, così danzeremo nello Spirito, sazi di pace e di amore.
Buona giornata, don Pasqualino.
6 GIORNO
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Dal Vangelo secondo Luca 1,46-55 In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato
l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in
generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i
potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua
misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Questo meraviglioso cantico sgorgato dal cuore di Maria è senz'altro
voce di tutti coloro, piccoli, poveri ed umili, che riconoscono l'intervento di Dio nella loro vita. La Chiesa, come Maria, canta a Dio, con i suoi ministri, lo
stesso cantico di lode e riconoscente lo ripete ogni giorno nella preghiera serale. Signore , ti rendiamo grazie per le meraviglie compiute in Maria, riconosciamo di
aver ricevuto anche noi tanti e tanti benefici e che la tua bontà ed il tuo amore ci hanno sempre accompagnato nel cammino della vita. Buona giornata, don Pasqualino. 7
GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca 1,46-55
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Questo meraviglioso cantico sgorgato dal cuore di Maria è senz'altro voce di tutti coloro, piccoli, poveri ed umili, che riconoscono l'intervento di Dio nella loro vita. La Chiesa, come Maria, canta a Dio, con i suoi ministri, lo stesso cantico di lode e riconoscente lo ripete ogni giorno nella preghiera serale.
Signore , ti rendiamo grazie per le meraviglie compiute in Maria, riconosciamo di aver ricevuto anche noi tanti e tanti benefici e che la tua bontà ed il tuo amore ci hanno sempre accompagnato nel cammino della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
7 GIORNO
In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Questo meraviglioso cantico sgorgato dal cuore di Maria è senz'altro voce di tutti coloro, piccoli, poveri ed umili, che riconoscono l'intervento di Dio nella loro vita. La Chiesa, come Maria, canta a Dio, con i suoi ministri, lo stesso cantico di lode e riconoscente lo ripete ogni giorno nella preghiera serale.
Signore , ti rendiamo grazie per le meraviglie compiute in Maria, riconosciamo di aver ricevuto anche noi tanti e tanti benefici e che la tua bontà ed il tuo amore ci hanno sempre accompagnato nel cammino della vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
7 GIORNO
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Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66 In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore
aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di
suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora
domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante
gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si
discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era
con lui. In questo brano in cui è narrata la nascita di Giovanni Battista si evidenza l'imposizione del nome, già indicato dall'Angelo e confermato dai pii
genitori, nome che significa: " Dio offre misericordia". È sottolineata così la vocazione e la missione del Battista. Signore, donaci di poter credere sempre
alla tua Parola e di poterla custodire in noi, fa che dopo averla adeguatamente meditata possiamo annunciarla con gioia al mondo. Buona giornata, don Pasqualino. 8
GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
In questo brano in cui è narrata la nascita di Giovanni Battista si evidenza l'imposizione del nome, già indicato dall'Angelo e confermato dai pii genitori, nome che significa: " Dio offre misericordia".
È sottolineata così la vocazione e la missione del Battista.
Signore, donaci di poter credere sempre alla tua Parola e di poterla custodire in noi, fa che dopo averla adeguatamente meditata possiamo annunciarla con gioia al mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
8 GIORNO
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
In questo brano in cui è narrata la nascita di Giovanni Battista si evidenza l'imposizione del nome, già indicato dall'Angelo e confermato dai pii genitori, nome che significa: " Dio offre misericordia".
È sottolineata così la vocazione e la missione del Battista.
Signore, donaci di poter credere sempre alla tua Parola e di poterla custodire in noi, fa che dopo averla adeguatamente meditata possiamo annunciarla con gioia al mondo.
Buona giornata, don Pasqualino.
8 GIORNO
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Dal Vangelo secondo Luca 1,67-79 In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché
ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un
tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del
giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i
nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della
salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che
stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Anche Zaccaria viene colmato di Spirito Santo e riacquistata la parola
eleva questo canto di lode, il "Benedictus", che la Chiesa ha fatto proprio alle lodi del mattino. " Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall'alto ". La vigilia del santo Natale è tempo di profonda riflessione e di fervente attesa , Gesù è alla porta e bussa.
Signore, concedici di poter ancora gustare il memoriale del tuo Natale nella pace, per elevare anche noi il cantico di ringraziamento e di lode per la tua tenerezza e
la tua misericordia. Buona giornata, don Pasqualino. 9 GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca 1,67-79
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Anche Zaccaria viene colmato di Spirito Santo e riacquistata la parola eleva
questo canto di lode, il "Benedictus", che
la Chiesa ha fatto proprio alle lodi del mattino. " Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto ".
La vigilia del santo Natale è tempo di profonda riflessione e di fervente attesa , Gesù è alla porta e bussa.
Signore, concedici di poter ancora gustare il memoriale del tuo Natale nella pace, per elevare anche noi il cantico di ringraziamento e di lode per la tua tenerezza e la tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
9 GIORNO
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Anche Zaccaria viene colmato di Spirito Santo e riacquistata la parola eleva
questo canto di lode, il "Benedictus", che
la Chiesa ha fatto proprio alle lodi del mattino. " Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto ".
La vigilia del santo Natale è tempo di profonda riflessione e di fervente attesa , Gesù è alla porta e bussa.
Signore, concedici di poter ancora gustare il memoriale del tuo Natale nella pace, per elevare anche noi il cantico di ringraziamento e di lode per la tua tenerezza e la tua misericordia.
Buona giornata, don Pasqualino.
9 GIORNO
ORARI SANTE MESSE:
VENERDÌ 24 DICEMBRE: 8:30, 19:30 (Messa della notte)
SABATO 25 DICEMBRE: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
DOMENICA 26 DICEMBRE: 8:30, 11:30, 18:00
VENERDÌ 24 DICEMBRE: 8:30, 19:30 (Messa della notte)
SABATO 25 DICEMBRE: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
DOMENICA 26 DICEMBRE: 8:30, 11:30, 18:00
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Santo Natale di Gesù. AUGURI DI PACE E DI SERENITÀ. Dal Vangelo secondo Luca 2, 1-14 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di
tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche
Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide.
Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo
figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che,
pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di
luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di
Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve
con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Preghiera sul Vangelo: "Il Regno di Dio inizia con te, Gesù Bambino, a Betlemme, nella povera capanna dove tu, Verbo incarnato, piangi e sorridi in braccio a
Maria. Stupendo miracolo della vita che germoglia nell'inverno e fa primavera anche nella più povera dimora... Anche nei nostri cuori."
Santo Natale di Gesù.
AUGURI DI PACE E DI SERENITÀ.
Dal Vangelo secondo Luca 2, 1-14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Preghiera sul Vangelo:
"Il Regno di Dio inizia con te, Gesù Bambino, a Betlemme, nella povera capanna dove tu, Verbo incarnato, piangi e sorridi in braccio a Maria. Stupendo miracolo della vita che germoglia nell'inverno e fa primavera anche nella più povera dimora... Anche nei nostri cuori."
AUGURI DI PACE E DI SERENITÀ.
Dal Vangelo secondo Luca 2, 1-14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Preghiera sul Vangelo:
"Il Regno di Dio inizia con te, Gesù Bambino, a Betlemme, nella povera capanna dove tu, Verbo incarnato, piangi e sorridi in braccio a Maria. Stupendo miracolo della vita che germoglia nell'inverno e fa primavera anche nella più povera dimora... Anche nei nostri cuori."
I bambini e le catechiste dell'Oratorio augurano a tutti un Buon Natale 🎄😊
I bambini e le catechiste dell'Oratorio augurano a tutti un Buon Natale 🎄😊
Ultimo aggiornamento: dic 25, 2021 5:39:56pm
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Buona Domenica della Santa Famiglia di Nazareth Dal Vangelo secondo Luca 2,41-52 I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando
egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a
Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e
i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e
li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse:
«Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi
delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte
queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, tu hai voluto che il tuo Figlio
divenisse membro dell'umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il mistero della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo
amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo nome."
Buona Domenica della Santa Famiglia di Nazareth
Dal Vangelo secondo Luca 2,41-52
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte
queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu hai voluto che il tuo Figlio divenisse membro dell'umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il mistero della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo nome."
Dal Vangelo secondo Luca 2,41-52
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte
queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, tu hai voluto che il tuo Figlio divenisse membro dell'umana famiglia; ravviva in noi la venerazione per il mistero della vita, perché i genitori si sentano partecipi della fecondità del tuo amore, e i figli crescano in sapienza, età e grazia, rendendo lode al tuo santo nome."
Ultimo aggiornamento: dic 26, 2021 5:46:54pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 20,2-8 Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e
disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse
intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma
avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Oggi è la festa dell'apostolo Giovanni.
È il discepolo che ci offre la testimonianza più completa sul mistero della Passione, Morte e di Gesù. È il discepolo di Maria, che accoglie e custodirà come madre. Le
ultime due parole della pagina del vangelo odierno ci dicono tutto di lui: "vide e credette". Signore, dona anche a noi la fede viva e sincera del tuo
apostolo amato, perché con slancio missionario possiamo testimoniarti sulle strade della nostra vita. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,2-8
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Oggi è la festa dell'apostolo Giovanni.
È il discepolo che ci offre la testimonianza più completa sul mistero della Passione, Morte e di Gesù.
È il discepolo di Maria, che accoglie e custodirà come madre.
Le ultime due parole della pagina del vangelo odierno ci dicono tutto di lui: "vide e credette".
Signore, dona anche a noi la fede viva e sincera del tuo apostolo amato, perché con slancio missionario possiamo testimoniarti sulle strade della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Oggi è la festa dell'apostolo Giovanni.
È il discepolo che ci offre la testimonianza più completa sul mistero della Passione, Morte e di Gesù.
È il discepolo di Maria, che accoglie e custodirà come madre.
Le ultime due parole della pagina del vangelo odierno ci dicono tutto di lui: "vide e credette".
Signore, dona anche a noi la fede viva e sincera del tuo apostolo amato, perché con slancio missionario possiamo testimoniarti sulle strade della nostra vita.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 2,13-18 I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino
e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e
sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho
chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il
suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del
profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Ancora
una volta il Natale fa riferimento al sangue versato e stavolta di bimbi innocenti: quanto crudele è la malvagia sete di potere degli uomini! Gesù ed Erode: due figure
a confronto che ogni giorno segnano i passi degli uomini di buona volontà o dei portatori di morte. Signore, fa' che mai l'umanità possa essere spettatrice di
morti innocenti, non si sparga il loro sangue non per terra e non per mare. Con la preghiera e con l'impegno civico facci essere sentinelle di pace e solidarietà.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 2,13-18
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».
Ancora una volta il Natale fa riferimento al sangue versato e stavolta di bimbi innocenti: quanto crudele è la malvagia sete di potere degli uomini!
Gesù ed Erode: due figure a confronto che ogni giorno segnano i passi degli uomini di buona volontà o dei portatori di morte.
Signore, fa' che mai l'umanità possa essere spettatrice di morti innocenti, non si sparga il loro sangue non per terra e non per mare. Con la preghiera e con l'impegno civico facci essere sentinelle di pace e solidarietà.
Buona giornata, don Pasqualino.
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».
Ancora una volta il Natale fa riferimento al sangue versato e stavolta di bimbi innocenti: quanto crudele è la malvagia sete di potere degli uomini!
Gesù ed Erode: due figure a confronto che ogni giorno segnano i passi degli uomini di buona volontà o dei portatori di morte.
Signore, fa' che mai l'umanità possa essere spettatrice di morti innocenti, non si sparga il loro sangue non per terra e non per mare. Con la preghiera e con l'impegno civico facci essere sentinelle di pace e solidarietà.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 2,22-35 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù
a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una
coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la
consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del
Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo
accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la
tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle
cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di
contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Gesù è il primogenito di Maria che viene presentato al
Tempio per essere riscattato, ma è anche l'Unigenito del Padre, che come agnello sacrificale, verrà immolato per la salvezza di tutti. Signore, fa che ti
riconosciamo, allo stesso modo del santo vegliardo Simeone, come il nostro Salvatore e possiamo abbracciare la tua croce che traccia il solco per la semina della
gloria. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-35
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Gesù è il primogenito di Maria che viene presentato al Tempio per essere riscattato, ma è anche l'Unigenito del Padre, che come agnello sacrificale, verrà immolato per la salvezza di tutti.
Signore, fa che ti riconosciamo, allo stesso modo del santo vegliardo Simeone, come il nostro Salvatore e possiamo abbracciare la tua croce che traccia il solco per la semina della gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
Gesù è il primogenito di Maria che viene presentato al Tempio per essere riscattato, ma è anche l'Unigenito del Padre, che come agnello sacrificale, verrà immolato per la salvezza di tutti.
Signore, fa che ti riconosciamo, allo stesso modo del santo vegliardo Simeone, come il nostro Salvatore e possiamo abbracciare la tua croce che traccia il solco per la semina della gloria.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 2,36-40 Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della
tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si
allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a
quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Due anziani vissuti nel tempio di Gerusalemme si fanno testimoni della
presenza di Gesù fra noi, prima Simeone e poi Anna riconoscono, mossi dallo Spirito, in quel piccolo bambino il Cristo, il Messia. È una lezione di ascolto e di
fedeltà, che nasce dall'essere familiare di Dio, dalla scelta di servirlo senza riserve. Signore, dona anche a noi la capacità di poterti riconoscere presente in
mezzo alle nostre strade, fa' che ti accogliamo sempre con amore quando ci appari povero, straniero o bisognoso di cure. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,36-40
Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Due anziani vissuti nel tempio di Gerusalemme si fanno testimoni della presenza di Gesù fra noi, prima Simeone e poi Anna riconoscono, mossi dallo Spirito, in quel piccolo bambino il Cristo, il Messia.
È una lezione di ascolto e di fedeltà, che nasce dall'essere familiare di Dio, dalla scelta di servirlo senza riserve.
Signore, dona anche a noi la capacità di poterti riconoscere presente in mezzo alle nostre strade, fa' che ti accogliamo sempre con amore quando ci appari povero, straniero o bisognoso di cure.
Buona giornata, don Pasqualino.
Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Due anziani vissuti nel tempio di Gerusalemme si fanno testimoni della presenza di Gesù fra noi, prima Simeone e poi Anna riconoscono, mossi dallo Spirito, in quel piccolo bambino il Cristo, il Messia.
È una lezione di ascolto e di fedeltà, che nasce dall'essere familiare di Dio, dalla scelta di servirlo senza riserve.
Signore, dona anche a noi la capacità di poterti riconoscere presente in mezzo alle nostre strade, fa' che ti accogliamo sempre con amore quando ci appari povero, straniero o bisognoso di cure.
Buona giornata, don Pasqualino.
ORARI SANTE MESSE:
VENERDÌ 31 DICEMBRE: 18:00 (Messa del Te Deum)
SABATO 1 GENNAIO: 9:00, 18:00
DOMENICA 2 GENNAIO: 8:30, 11:30, 18:00
VENERDÌ 31 DICEMBRE: 18:00 (Messa del Te Deum)
SABATO 1 GENNAIO: 9:00, 18:00
DOMENICA 2 GENNAIO: 8:30, 11:30, 18:00
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per
mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non
l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di
lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto
per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare
figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece
carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti
abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il
Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. La Parola si è fatta carne: Dio si è fatto uomo. In Gesù Dio si è fatto conoscere
definitivamente. Contempliamo, ancora, in questo ultimo giorno dell'anno solare, il mistero meraviglioso del Natale, per elevare a Dio il grazie doveroso e
riconoscente per tutto quello che ci ha offerto. Signore, grazie per la vita, grazie per la fede, grazie per tutte le opere buone che siamo riusciti a compiere. Ti
affidiamo tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo per la pandemia, liberaci al più presto per la tua misericordia. A te onore e gloria, o Dio, Padre, Figlio
e Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen. Buona giornata e tanti AUGURI di BUON ANNO. Don Pasqualino. TE DEUM Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo Signore. O eterno
Padre, * tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * la santa Chiesa
proclama la tua gloria, adora il tuo unico figlio, * e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, * eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre
* per la salvezza dell'uomo. Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * Verrai a
giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, * che hai redento col tuo sangue prezioso Accoglici nella tua gloria * nell'assemblea dei
santi. Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, * di
custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: * in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, * pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, * non
saremo confusi in eterno.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
La Parola si è fatta carne: Dio si è fatto uomo. In Gesù Dio si è fatto conoscere definitivamente.
Contempliamo, ancora, in questo ultimo giorno dell'anno solare, il mistero meraviglioso del Natale, per elevare a Dio il grazie doveroso e riconoscente per tutto quello che ci ha offerto.
Signore, grazie per la vita, grazie per la fede, grazie per tutte le opere buone che siamo riusciti a compiere.
Ti affidiamo tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo per la pandemia, liberaci al più presto per la tua misericordia.
A te onore e gloria, o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata e tanti AUGURI di BUON ANNO. Don Pasqualino.
TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
La Parola si è fatta carne: Dio si è fatto uomo. In Gesù Dio si è fatto conoscere definitivamente.
Contempliamo, ancora, in questo ultimo giorno dell'anno solare, il mistero meraviglioso del Natale, per elevare a Dio il grazie doveroso e riconoscente per tutto quello che ci ha offerto.
Signore, grazie per la vita, grazie per la fede, grazie per tutte le opere buone che siamo riusciti a compiere.
Ti affidiamo tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo per la pandemia, liberaci al più presto per la tua misericordia.
A te onore e gloria, o Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata e tanti AUGURI di BUON ANNO. Don Pasqualino.
TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
Ultimo aggiornamento: dic 31, 2021 5:57:22pm
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Buona Solennità di Maria Madre di Dio. AUGURI PER UN ANNO DA VIVERE IN PIENEZZA DI GRAZIA. don Pasqualino. Dal Vangelo secondo Luca 2,16-21 In quel tempo, [i pastori]
andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne
tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la
circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Preghiera sul Vangelo: "Un Bambino: ecco la nostra
Salvezza. Vorremmo anche noi, o Padre, contemplarlo esultando alla luce del suo volto. Tu, che doni di crescere in sapienza e grazia a chi rinasce nel tuo Figlio,
rendici sempre intenti, come Maria, a compiere con amore ogni tuo volere."
Buona Solennità di Maria Madre di Dio.
AUGURI PER UN ANNO DA VIVERE IN PIENEZZA DI GRAZIA.
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,16-21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Preghiera sul Vangelo:
"Un Bambino: ecco la nostra Salvezza. Vorremmo anche noi, o Padre, contemplarlo esultando alla luce del suo volto. Tu, che doni di crescere in sapienza e grazia a chi rinasce nel tuo Figlio, rendici sempre intenti, come Maria, a compiere con amore ogni tuo volere."
AUGURI PER UN ANNO DA VIVERE IN PIENEZZA DI GRAZIA.
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,16-21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Preghiera sul Vangelo:
"Un Bambino: ecco la nostra Salvezza. Vorremmo anche noi, o Padre, contemplarlo esultando alla luce del suo volto. Tu, che doni di crescere in sapienza e grazia a chi rinasce nel tuo Figlio, rendici sempre intenti, come Maria, a compiere con amore ogni tuo volere."
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Buona Domenica II di Natale. Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso
Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende
nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché
tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel
mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità. Giovanni gli da testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio,
nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che per radunare tutti i
popoli nel tuo regno hai mandato il tuo Figlio nella nostra carne, donaci uno spirito vigilante, perché, camminando sulle tue vie di pace, possiamo andare incontro al
Signore quando verrà nella gloria."
Buona Domenica II di Natale.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli da testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che per radunare tutti i popoli nel tuo regno hai mandato il tuo Figlio nella nostra carne, donaci uno spirito vigilante, perché, camminando sulle tue vie di pace, possiamo andare incontro al Signore quando verrà nella gloria."
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli da testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che per radunare tutti i popoli nel tuo regno hai mandato il tuo Figlio nella nostra carne, donaci uno spirito vigilante, perché, camminando sulle tue vie di pace, possiamo andare incontro al Signore quando verrà nella gloria."
Ultimo aggiornamento: gen 02, 2022 5:44:55pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,29-34 In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!
Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua,
perché egli fosse manifestato a Israele”. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo
conoscevo, ma proprio colui chi mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello
Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”. Giovanni è il profeta per eccellenza, in quanto indica direttamente Gesù come il Messia.
Ognuno di noi, battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo è costituito anche profeta per annunziare Gesù Cristo presente nel mondo. Signore Gesù,
nostro unico Salvatore, noi crediamo in te e nel tuo nome santissimo, confidiamo in te per ottenere grazie, abbi pietà di noi e nella tua misericordia offrici soccorso.
Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,29-34
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui chi mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
Giovanni è il profeta per eccellenza, in quanto indica direttamente Gesù come il Messia.
Ognuno di noi, battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo è costituito anche profeta per annunziare Gesù Cristo presente nel mondo.
Signore Gesù, nostro unico Salvatore, noi crediamo in te e nel tuo nome santissimo, confidiamo in te per ottenere grazie, abbi pietà di noi e nella tua misericordia offrici soccorso.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui chi mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
Giovanni è il profeta per eccellenza, in quanto indica direttamente Gesù come il Messia.
Ognuno di noi, battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo è costituito anche profeta per annunziare Gesù Cristo presente nel mondo.
Signore Gesù, nostro unico Salvatore, noi crediamo in te e nel tuo nome santissimo, confidiamo in te per ottenere grazie, abbi pietà di noi e nella tua misericordia offrici soccorso.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42 In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di
Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli
risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno
rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui,
Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. È bella e densa di significato questa pagina del Vangelo! Da un incontro
scaturisce sempre l'annuncio: il Battista incontra Gesù e lo annuncia ai suoi discepoli , che così lo seguono. Andrea, uno dei due delle quattro del pomeriggio,
dopo aver incontrato Gesù, lo annuncia a suo fratello Simone e quest'ultimo una volta incontrato Gesù, con un nome nuovo, Pietro, diviene un annunciatore speciale
del suo Maestro. Signore, fa' che dopo averti conosciuto, anche noi possiamo diventare fervidi missionari, annunciando te, con la parola e con l'esempio, a
tutti coloro che incontriamo. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,35-42
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
È bella e densa di significato questa pagina del Vangelo!
Da un incontro scaturisce sempre l'annuncio: il Battista incontra Gesù e lo annuncia ai suoi discepoli , che così lo seguono. Andrea, uno dei due delle quattro del pomeriggio, dopo aver incontrato Gesù, lo annuncia a suo fratello Simone e quest'ultimo una volta incontrato Gesù, con un nome nuovo, Pietro, diviene un annunciatore speciale del suo Maestro.
Signore, fa' che dopo averti conosciuto, anche noi possiamo diventare fervidi missionari, annunciando te, con la parola e con l'esempio, a tutti coloro che incontriamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
È bella e densa di significato questa pagina del Vangelo!
Da un incontro scaturisce sempre l'annuncio: il Battista incontra Gesù e lo annuncia ai suoi discepoli , che così lo seguono. Andrea, uno dei due delle quattro del pomeriggio, dopo aver incontrato Gesù, lo annuncia a suo fratello Simone e quest'ultimo una volta incontrato Gesù, con un nome nuovo, Pietro, diviene un annunciatore speciale del suo Maestro.
Signore, fa' che dopo averti conosciuto, anche noi possiamo diventare fervidi missionari, annunciando te, con la parola e con l'esempio, a tutti coloro che incontriamo.
Buona giornata, don Pasqualino.
Foto del diario
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,43-51 In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Filippo era di Betsàida, la città di
Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di
Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro,
disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho
visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che
ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli
angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Dio chiama conoscendo la nostra vita, ogni cosa di noi, come per Natanaele. Pone la sua fiducia in noi,
nonostante le nostre fragilità e le nostre frequenti incoerenze. Nel libro dei Salmi si legge: "Signore, tu mi scruti e mi conosci...", e San Paolo afferma:
" tutto posso in Colui che mi da forza". Grazie, Signore, per la tua chiamata alla fede, fa che possiamo vivere sempre fedelmente in comunione con tutti i
nostri fratelli nella giustizia e nella pace. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,43-51
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Dio chiama conoscendo la nostra vita, ogni cosa di noi, come per Natanaele. Pone la sua fiducia in noi, nonostante le nostre fragilità e le nostre frequenti incoerenze. Nel libro dei Salmi si legge: "Signore, tu mi scruti e mi conosci...", e San Paolo afferma: " tutto posso in Colui che mi da forza".
Grazie, Signore, per la tua chiamata alla fede, fa che possiamo vivere sempre fedelmente in comunione con tutti i nostri fratelli nella giustizia e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Dio chiama conoscendo la nostra vita, ogni cosa di noi, come per Natanaele. Pone la sua fiducia in noi, nonostante le nostre fragilità e le nostre frequenti incoerenze. Nel libro dei Salmi si legge: "Signore, tu mi scruti e mi conosci...", e San Paolo afferma: " tutto posso in Colui che mi da forza".
Grazie, Signore, per la tua chiamata alla fede, fa che possiamo vivere sempre fedelmente in comunione con tutti i nostri fratelli nella giustizia e nella pace.
Buona giornata, don Pasqualino.
ORARI SANTE MESSE:
GIOVEDÌ 6 GENNAIO: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
DOMENICA 9 GENNAIO: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
GIOVEDÌ 6 GENNAIO: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
DOMENICA 9 GENNAIO: 8:30, 10:00 (per il gruppo Scout), 11:30, 18:00
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Buona Solennità dell' EPIFANIA del Signore. Dal Vangelo secondo Matteo 2,1-12 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da
oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re
Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il
Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città
principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con
esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo
sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il
luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo
adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al
loro paese. Preghiera sul Vangelo: "Gesù, tu vieni a noi quale sole di giustizia. Rivestici delle armi della luce per combattere la buona battaglia della fede e
seguirti sulla via della pace. Fa' che tutti i popoli volgano i passi sulle tue orme luminose, o Figlio del Dio Altissimo venuto a camminare accanto a noi."
Buona Solennità dell' EPIFANIA del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Preghiera sul Vangelo:
"Gesù, tu vieni a noi quale sole di giustizia. Rivestici delle armi della luce per combattere la buona battaglia della fede e seguirti sulla via della pace. Fa' che tutti i popoli volgano i passi sulle tue orme luminose, o Figlio del Dio Altissimo venuto a camminare accanto a noi."
Dal Vangelo secondo Matteo 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Preghiera sul Vangelo:
"Gesù, tu vieni a noi quale sole di giustizia. Rivestici delle armi della luce per combattere la buona battaglia della fede e seguirti sulla via della pace. Fa' che tutti i popoli volgano i passi sulle tue orme luminose, o Figlio del Dio Altissimo venuto a camminare accanto a noi."
Ultimo aggiornamento: gen 06, 2022 5:28:37pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 4,12-17.23-25 In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a
Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra
di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e
ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea,
insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria
e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo
dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Gesù ci richiama oggi alla conversione: La conversione è essenziale per ottenere la
guarigione, sia essa del cuore come pure di tutto il corpo. Conversione quindi è cambiamento totale, capace di un ascolto profondo e di una sequela di Gesù senza alcuna
condizione. Signore, donaci il tuo Santo Spirito, fa che possa cambiare il nostro cuore per una profonda autentica conversione. La tua misericordia copra benevola ogni
nostra azione. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 4,12-17.23-25
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Gesù ci richiama oggi alla conversione:
La conversione è essenziale per ottenere la guarigione, sia essa del cuore come pure di tutto il corpo.
Conversione quindi è cambiamento totale, capace di un ascolto profondo e di una sequela di Gesù senza alcuna condizione.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito, fa che possa cambiare il nostro cuore per una profonda autentica conversione.
La tua misericordia copra benevola ogni nostra azione.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Gesù ci richiama oggi alla conversione:
La conversione è essenziale per ottenere la guarigione, sia essa del cuore come pure di tutto il corpo.
Conversione quindi è cambiamento totale, capace di un ascolto profondo e di una sequela di Gesù senza alcuna condizione.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito, fa che possa cambiare il nostro cuore per una profonda autentica conversione.
La tua misericordia copra benevola ogni nostra azione.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,34-44 In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno
pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi;
congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli
dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e
dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i
due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù manifesta la realtà divina della compassione, della misericordia e della provvidenza. Egli stesso si fa
pane , cioè sostanza della nostra esistenza, moltiplicandosi fino alla fine dei tempi per raggiungere ogni uomo. Signore, grazie per il pane materiale quotidiano e per
il tuo "quotidiano pane di vita" che ci sostengono nel nostro cammino , fa che possiamo sempre nutrirci spezzandolo con gioia, insieme a tutti i nostri
fratelli. Buona giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,34-44
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù manifesta la realtà divina della compassione, della misericordia e della provvidenza.
Egli stesso si fa pane , cioè sostanza della nostra esistenza, moltiplicandosi fino alla fine dei tempi per raggiungere ogni uomo.
Signore, grazie per il pane materiale quotidiano e per il tuo "quotidiano pane di vita" che ci sostengono nel nostro cammino , fa che possiamo sempre nutrirci spezzandolo con gioia, insieme a tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù manifesta la realtà divina della compassione, della misericordia e della provvidenza.
Egli stesso si fa pane , cioè sostanza della nostra esistenza, moltiplicandosi fino alla fine dei tempi per raggiungere ogni uomo.
Signore, grazie per il pane materiale quotidiano e per il tuo "quotidiano pane di vita" che ci sostengono nel nostro cammino , fa che possiamo sempre nutrirci spezzandolo con gioia, insieme a tutti i nostri fratelli.
Buona giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica festa del Battesimo di Gesù. Dal Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22 In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si
domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono
degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il
battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il
Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Preghiera sul Vangelo: "Noi ti ringraziamo, Padre, perché il tuo Figlio amato é venuto in mezzo a noi.
Facendosi battezzare da Giovanni il Battista, ha voluto unirsi ai peccatori per aiutarli a liberarsi dal loro peccato. Si é messo a loro servizio senza arretrare di
fronte alla morte."
Buona Domenica festa del Battesimo di Gesù.
Dal Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Preghiera sul Vangelo:
"Noi ti ringraziamo, Padre, perché il tuo
Figlio amato é venuto in mezzo a noi. Facendosi battezzare da Giovanni il Battista, ha voluto unirsi ai peccatori per aiutarli a liberarsi dal loro peccato. Si é messo a loro servizio senza arretrare di fronte alla morte."
Dal Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Preghiera sul Vangelo:
"Noi ti ringraziamo, Padre, perché il tuo
Figlio amato é venuto in mezzo a noi. Facendosi battezzare da Giovanni il Battista, ha voluto unirsi ai peccatori per aiutarli a liberarsi dal loro peccato. Si é messo a loro servizio senza arretrare di fronte alla morte."
Ultimo aggiornamento: gen 09, 2022 5:47:47pm
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Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di
Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano
infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide
Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella
barca con i garzoni e andarono dietro a lui. "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo". Ecco l'inizio della
predicazione di Gesù, un grido accorato, che ancora oggi riecheggia nei nostri animi, così da offrire un significato alla nostra vita. Signore Gesù, parla al nostro
cuore, perché sedotti dalla tua Parola, possiamo seguirti docilmente, con la forza dello Spirito Santo, sulla via che il Padre ha tracciato per noi. Serena giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
Ecco l'inizio della predicazione di Gesù, un grido accorato, che ancora oggi riecheggia nei nostri animi, così da offrire un significato alla nostra vita.
Signore Gesù, parla al nostro cuore, perché sedotti dalla tua Parola, possiamo seguirti docilmente, con la forza dello Spirito Santo, sulla via che il Padre ha tracciato per noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
Ecco l'inizio della predicazione di Gesù, un grido accorato, che ancora oggi riecheggia nei nostri animi, così da offrire un significato alla nostra vita.
Signore Gesù, parla al nostro cuore, perché sedotti dalla tua Parola, possiamo seguirti docilmente, con la forza dello Spirito Santo, sulla via che il Padre ha tracciato per noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 1,21b-28 In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti
insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare,
dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E lo spirito
impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con
autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”. La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. Gesù con la sua parola
insegna e guarisce, converte ed opera prodigi. Ha l'autorità di comandare al male e di scacciarlo e liberare così tutti coloro che ne sono schiavi. Il Vangelo non
è un semplice racconto su Gesù, ma la sua Parola perenne data a noi. Signore, abbi pietà di noi e liberaci dalle catene del male e del peccato, donaci, o
misericordioso, la tua grazia e noi vivremo, in te noi speriamo! Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,21b-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”. La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Gesù con la sua parola insegna e guarisce, converte ed opera prodigi.
Ha l'autorità di comandare al male e di scacciarlo e liberare così tutti coloro che ne sono schiavi.
Il Vangelo non è un semplice racconto su Gesù, ma la sua Parola perenne data a noi.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci dalle catene del male e del peccato, donaci, o misericordioso, la tua grazia e noi vivremo,
in te noi speriamo!
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”. La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Gesù con la sua parola insegna e guarisce, converte ed opera prodigi.
Ha l'autorità di comandare al male e di scacciarlo e liberare così tutti coloro che ne sono schiavi.
Il Vangelo non è un semplice racconto su Gesù, ma la sua Parola perenne data a noi.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci dalle catene del male e del peccato, donaci, o misericordioso, la tua grazia e noi vivremo,
in te noi speriamo!
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39 In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera
di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti
da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si
ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse
loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro
sinagoghe e scacciando i demoni. Che ritmi ha Gesù! Oggi li definiremmo da stress. Questa pagina di vangelo ci parla della delicatezza misericordiosa di Gesù, che
guarisce la suocera di Pietro e poi una folla di poveri disperati affetti da varie malattie o posseduti. Ci parla, ancora, del suo amore smisurato verso il Padre, che
lo porta ad appartarsi per lungo tempo in una preghiera intensa e appassionata. Signore, Maestro divino, donaci la forza del tuo Spirito e fa' che la preghiera non
manchi mai sulle nostre labbra e sia sigillo alla carità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,29-39
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Che ritmi ha Gesù! Oggi li definiremmo da stress.
Questa pagina di vangelo ci parla della delicatezza misericordiosa di Gesù, che guarisce la suocera di Pietro e poi una folla di poveri disperati affetti da varie malattie o posseduti.
Ci parla, ancora, del suo amore smisurato verso il Padre, che lo porta ad appartarsi per lungo tempo in una preghiera intensa e appassionata.
Signore, Maestro divino, donaci la forza del tuo Spirito e fa' che la preghiera non manchi mai sulle nostre labbra e sia sigillo alla carità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Che ritmi ha Gesù! Oggi li definiremmo da stress.
Questa pagina di vangelo ci parla della delicatezza misericordiosa di Gesù, che guarisce la suocera di Pietro e poi una folla di poveri disperati affetti da varie malattie o posseduti.
Ci parla, ancora, del suo amore smisurato verso il Padre, che lo porta ad appartarsi per lungo tempo in una preghiera intensa e appassionata.
Signore, Maestro divino, donaci la forza del tuo Spirito e fa' che la preghiera non manchi mai sulle nostre labbra e sia sigillo alla carità.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45 In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe
compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente,
lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha
prescritto, come testimonianza per loro”. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in
una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Un episodio questo, nel quale si incontrano misericordia, perdono, guarigione e
giustizia rituale: Gesù compie il miracolo e comanda al lebbroso di attenersi alle prescrizioni richieste. Ma è tanta la gioia per essere stato guarito, che l'uomo
grida a tutti ciò che è successo e costringe il Signore a far Lui la "quarantena". Gesù tocca anche le nostre piaghe per guarire ogni male e ricostruire il
tessuto dei nostri rapporti con Dio e con i fratelli. Signore, buono e misericordioso, guarisci le piaghe del mio peccato, con il tuo dito potente rinnova la vita
dell'anima e la salute del corpo. Amen. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 1,40-45
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Un episodio questo, nel quale si incontrano misericordia, perdono, guarigione e giustizia rituale: Gesù compie il miracolo e comanda al lebbroso di attenersi alle prescrizioni richieste. Ma è tanta la gioia per essere stato guarito, che l'uomo grida a tutti ciò che è successo e costringe il Signore a far Lui la "quarantena".
Gesù tocca anche le nostre piaghe per guarire ogni male e ricostruire il tessuto dei nostri rapporti con Dio e con i fratelli.
Signore, buono e misericordioso, guarisci le piaghe del mio peccato, con il tuo dito potente rinnova la vita dell'anima e la salute del corpo. Amen.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Un episodio questo, nel quale si incontrano misericordia, perdono, guarigione e giustizia rituale: Gesù compie il miracolo e comanda al lebbroso di attenersi alle prescrizioni richieste. Ma è tanta la gioia per essere stato guarito, che l'uomo grida a tutti ciò che è successo e costringe il Signore a far Lui la "quarantena".
Gesù tocca anche le nostre piaghe per guarire ogni male e ricostruire il tessuto dei nostri rapporti con Dio e con i fratelli.
Signore, buono e misericordioso, guarisci le piaghe del mio peccato, con il tuo dito potente rinnova la vita dell'anima e la salute del corpo. Amen.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 2,1-12 Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto
neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portaglielo
innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù,
vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così?
Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose
nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico: “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate
che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si
alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Non sempre è semplice poter arrivare a Gesù, talvolta vari impedimenti intralciano il cammino, in questo caso la folla. È la fede quella che abbatte ogni steccato! Il
paralitico beneficia della sua fede, ma anche di quella dei suoi amici, che gli permettono con una mossa straordinaria ed audace di poter arrivare davanti a Gesù per
essere guarito. Signore, grazie per tutto quello che ci offri e in particolare per il perdono dei peccati, che ci consente di poter camminare nuovamente spediti sulla
strada del tuo amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,1-12
Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico: “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Non sempre è semplice poter arrivare a Gesù, talvolta vari impedimenti intralciano il cammino, in questo caso la folla.
È la fede quella che abbatte ogni steccato!
Il paralitico beneficia della sua fede, ma anche di quella dei suoi amici, che gli permettono con una mossa straordinaria ed audace di poter arrivare davanti a Gesù per essere guarito.
Signore, grazie per tutto quello che ci offri e in particolare per il perdono dei peccati, che ci consente di poter camminare nuovamente spediti sulla strada del tuo amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?”. E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico: “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
Non sempre è semplice poter arrivare a Gesù, talvolta vari impedimenti intralciano il cammino, in questo caso la folla.
È la fede quella che abbatte ogni steccato!
Il paralitico beneficia della sua fede, ma anche di quella dei suoi amici, che gli permettono con una mossa straordinaria ed audace di poter arrivare davanti a Gesù per essere guarito.
Signore, grazie per tutto quello che ci offri e in particolare per il perdono dei peccati, che ci consente di poter camminare nuovamente spediti sulla strada del tuo amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 2,13-17 In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di
Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano
a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani,
dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e dei peccatori?”. Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico,
ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. I malati hanno bisogno del medico e Gesù è il medico celeste che può guarire tutte le nostre
infermità. Ciò che può sembrare impossibile agli uomini per Dio è fattibile: è sicuramente il caso di Levi o Matteo, che da esattore delle tasse, mestiere assai odiato
dagli ebrei, diviene apostolo di Gesù e autore di un vangelo. Signore, come buon Samaritano, corri a fasciare le nostre ferite e trasforma la nostra vita in sequela
gioiosa del tuo amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,13-17
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e dei peccatori?”. Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
I malati hanno bisogno del medico e Gesù è il medico celeste che può guarire tutte le nostre infermità.
Ciò che può sembrare impossibile agli uomini per Dio è fattibile: è sicuramente il caso di Levi o Matteo, che da esattore delle tasse, mestiere assai odiato dagli ebrei, diviene apostolo di Gesù e autore di un vangelo.
Signore, come buon Samaritano, corri a fasciare le nostre ferite e trasforma la nostra vita in sequela gioiosa del tuo amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e dei peccatori?”. Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
I malati hanno bisogno del medico e Gesù è il medico celeste che può guarire tutte le nostre infermità.
Ciò che può sembrare impossibile agli uomini per Dio è fattibile: è sicuramente il caso di Levi o Matteo, che da esattore delle tasse, mestiere assai odiato dagli ebrei, diviene apostolo di Gesù e autore di un vangelo.
Signore, come buon Samaritano, corri a fasciare le nostre ferite e trasforma la nostra vita in sequela gioiosa del tuo amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica II del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Giovanni 2,1-11 In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu
invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me?
Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei
Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora
prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il
quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio
e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da
Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Preghiera sul Vangelo: "O Dio, grande nell'amore, che nel sangue di Cristo versato
sulla croce hai stipulato con il tuo popolo l'alleanza nuova ed eterna, fa' che nel convito domenicale la Chiesa sia segno del tuo amore fedele, e tutta
l'umanità possa bere il vino nuovo nel tuo regno."
Buona Domenica II del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Giovanni 2,1-11
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, grande nell'amore, che nel sangue di Cristo versato sulla croce hai stipulato con il tuo popolo l'alleanza nuova ed eterna, fa' che nel convito domenicale la Chiesa sia segno del tuo amore fedele, e tutta l'umanità possa bere il vino nuovo nel tuo regno."
Dal Vangelo secondo Giovanni 2,1-11
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, grande nell'amore, che nel sangue di Cristo versato sulla croce hai stipulato con il tuo popolo l'alleanza nuova ed eterna, fa' che nel convito domenicale la Chiesa sia segno del tuo amore fedele, e tutta l'umanità possa bere il vino nuovo nel tuo regno."
Ultimo aggiornamento: gen 16, 2022 6:03:56pm
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Dal Vangelo secondo Marco 2,18-22 In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di
Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è
con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce
una pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa
vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!”. Quando Gesù è presente in mezzo a noi non si
può "digiunare" . Il Figlio di Dio, il Maestro e Signore, ci insegna come accedere alle realtà celesti, liberati da vincoli gravosi e inefficaci. Ci dirà Lui
di che cosa digiunare e quando. Il senso della vita, la sua morale, la giustizia e la solidarietà, se vissuti in Lui e con Lui, saranno vestito nuovo ed otre nuovo.
Signore, fa che possiamo sempre con gioia seguirti fedelmente, senza cedere di fronte alla prova. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,18-22
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce una pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!”.
Quando Gesù è presente in mezzo a noi non si può "digiunare" .
Il Figlio di Dio, il Maestro e Signore, ci insegna come accedere alle realtà celesti, liberati da vincoli gravosi e inefficaci.
Ci dirà Lui di che cosa digiunare e quando. Il senso della vita, la sua morale, la giustizia e la solidarietà, se vissuti in Lui e con Lui, saranno vestito nuovo ed otre nuovo.
Signore, fa che possiamo sempre con gioia seguirti fedelmente, senza cedere di fronte alla prova.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce una pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!”.
Quando Gesù è presente in mezzo a noi non si può "digiunare" .
Il Figlio di Dio, il Maestro e Signore, ci insegna come accedere alle realtà celesti, liberati da vincoli gravosi e inefficaci.
Ci dirà Lui di che cosa digiunare e quando. Il senso della vita, la sua morale, la giustizia e la solidarietà, se vissuti in Lui e con Lui, saranno vestito nuovo ed otre nuovo.
Signore, fa che possiamo sempre con gioia seguirti fedelmente, senza cedere di fronte alla prova.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28 In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I
farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si
trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare
se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è
signore anche del sabato». Gesù è la "legge ", e nella libertà del Figlio di Dio viviamo la nostra autentica libertà. Gesù è il Signore, che con la sua morte
e Risurrezione ci ha conquistato per portarci a salvezza. Come cristiani sappiamo che la carità ha la precedenza su tutto. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo,
donaci la vera sapienza, che ci aiuti a discernere bene ciò che è necessario compiere per essere a te graditi. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Gesù è la "legge ", e nella libertà del Figlio di Dio viviamo la nostra autentica libertà.
Gesù è il Signore, che con la sua morte e Risurrezione ci ha conquistato per portarci a salvezza. Come cristiani sappiamo che la carità ha la precedenza su tutto.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci la vera sapienza, che ci aiuti a discernere bene ciò che è necessario compiere per essere a te graditi.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Gesù è la "legge ", e nella libertà del Figlio di Dio viviamo la nostra autentica libertà.
Gesù è il Signore, che con la sua morte e Risurrezione ci ha conquistato per portarci a salvezza. Come cristiani sappiamo che la carità ha la precedenza su tutto.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci la vera sapienza, che ci aiuti a discernere bene ciò che è necessario compiere per essere a te graditi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,1-6 In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in
giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: “è lecito in giorno di sabato fare
del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori,
disse all’uomo: “Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo
morire. Oggi Gesù rivela un sentimento certamente a lui non consono: la tristezza. Ma essa deriva dall'amore, è figlia dell'amore. Infatti il rifiuto di molti
di comprendere un gesto di amore e il conseguente atteggiamento di disprezzo e di odio verso di lui generano la tristezza di Gesù. Signore, donaci un discernimento vero
e misericordioso, capace di comprendere e amare; fa che con coraggio possiamo servire l'umile, il piccolo ed il povero, piuttosto che stare in regola con norme che
non offrono dignità a ogni persona. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,1-6
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: “è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: “Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Oggi Gesù rivela un sentimento certamente a lui non consono: la tristezza. Ma essa deriva dall'amore, è figlia dell'amore. Infatti il rifiuto di molti di comprendere un gesto di amore e il conseguente atteggiamento di disprezzo e di odio verso di lui generano la tristezza di Gesù.
Signore, donaci un discernimento vero e misericordioso, capace di comprendere e amare; fa che con coraggio possiamo servire l'umile, il piccolo ed il povero, piuttosto che stare in regola con norme che non offrono dignità a ogni persona.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Alzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: “è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: “Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Oggi Gesù rivela un sentimento certamente a lui non consono: la tristezza. Ma essa deriva dall'amore, è figlia dell'amore. Infatti il rifiuto di molti di comprendere un gesto di amore e il conseguente atteggiamento di disprezzo e di odio verso di lui generano la tristezza di Gesù.
Signore, donaci un discernimento vero e misericordioso, capace di comprendere e amare; fa che con coraggio possiamo servire l'umile, il piccolo ed il povero, piuttosto che stare in regola con norme che non offrono dignità a ogni persona.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,7-12 In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme,
dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di
tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui
per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare
chi egli fosse. La folla riesce sempre a raggiungere Gesù, tanto che Egli deve prendere una decisione preventiva per la sua sicurezza e per quella dei discepoli.
Singolare attenzione per uno che sa come e quando dovrà morire! Da parte nostra non abbiam paura di accostarci al Signore, non temiamo inopportunità, come la folla
decidiamo sempre di seguirlo. Oggi è Gesù che desidera entrare in noi e farci essere una cosa sola con Lui, per guarirci e confortarci. Signore, togli in noi ogni paura
e vigliaccheria, donaci invece il coraggio di amare senza riserve. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,7-12
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
La folla riesce sempre a raggiungere Gesù, tanto che Egli deve prendere una decisione preventiva per la sua sicurezza e per quella dei discepoli. Singolare attenzione per uno che sa come e quando dovrà morire!
Da parte nostra non abbiam paura di accostarci al Signore, non temiamo inopportunità, come la folla decidiamo sempre di seguirlo.
Oggi è Gesù che desidera entrare in noi e farci essere una cosa sola con Lui, per guarirci e confortarci.
Signore, togli in noi ogni paura e vigliaccheria, donaci invece il coraggio di amare senza riserve.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
La folla riesce sempre a raggiungere Gesù, tanto che Egli deve prendere una decisione preventiva per la sua sicurezza e per quella dei discepoli. Singolare attenzione per uno che sa come e quando dovrà morire!
Da parte nostra non abbiam paura di accostarci al Signore, non temiamo inopportunità, come la folla decidiamo sempre di seguirlo.
Oggi è Gesù che desidera entrare in noi e farci essere una cosa sola con Lui, per guarirci e confortarci.
Signore, togli in noi ogni paura e vigliaccheria, donaci invece il coraggio di amare senza riserve.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,13-19 In quel tempo, Gesù salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò
apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro,
poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo,
Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. Prima di prendere decisioni fondamentali Gesù si rivolge con la
preghiera al Padre. Il Signore sceglie i "dodici" chiamandoli tutti per nome e a qualcuno aggiunge un "soprannome", segno di conoscenza profonda e
di affettuosa vicinanza. Dio offre liberamente a tutti un servizio di carità anche a costo di ricevere un rifiuto o un tradimento. Signore, vogliamo anche noi poterti
seguire, scrivi il nostro nome nel tuo cuore, affinché rimanendo con te, impariamo a vivere, glorificando Dio e a essere solidali con ogni uomo. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,13-19
In quel tempo, Gesù salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Prima di prendere decisioni fondamentali Gesù si rivolge con la preghiera al Padre.
Il Signore sceglie i "dodici" chiamandoli tutti per nome e a qualcuno aggiunge un "soprannome", segno di conoscenza profonda e di affettuosa vicinanza.
Dio offre liberamente a tutti un servizio di carità anche a costo di ricevere un rifiuto o un tradimento.
Signore, vogliamo anche noi poterti seguire, scrivi il nostro nome nel tuo cuore, affinché rimanendo con te, impariamo a vivere, glorificando Dio e a essere solidali con ogni uomo.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Prima di prendere decisioni fondamentali Gesù si rivolge con la preghiera al Padre.
Il Signore sceglie i "dodici" chiamandoli tutti per nome e a qualcuno aggiunge un "soprannome", segno di conoscenza profonda e di affettuosa vicinanza.
Dio offre liberamente a tutti un servizio di carità anche a costo di ricevere un rifiuto o un tradimento.
Signore, vogliamo anche noi poterti seguire, scrivi il nostro nome nel tuo cuore, affinché rimanendo con te, impariamo a vivere, glorificando Dio e a essere solidali con ogni uomo.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 3,20-21 In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito
questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”. È un po' "strano" questo brevissimo passo del vangelo! In pratica lo stile di
vita di Gesù è talmente diverso dal modo di vivere comune così da far scattare nei "parenti prossimi" l'idea che possa essere "fuori di sé".
Come Gesù molti uomini e donne di Dio sono stati presi per "pazzi": l'amore vero non ha confini di logica! Signore, insegnaci a poter vivere la
"follia" del tuo amore e nella tua infinita misericordia concedici sempre perdono e pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 3,20-21
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
È un po' "strano" questo brevissimo passo del vangelo! In pratica lo stile di vita di Gesù è talmente diverso dal modo di vivere comune così da far scattare nei "parenti prossimi" l'idea che possa essere "fuori di sé".
Come Gesù molti uomini e donne di Dio sono stati presi per "pazzi": l'amore vero non ha confini di logica!
Signore, insegnaci a poter vivere la "follia" del tuo amore e nella tua infinita misericordia concedici sempre perdono e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
È un po' "strano" questo brevissimo passo del vangelo! In pratica lo stile di vita di Gesù è talmente diverso dal modo di vivere comune così da far scattare nei "parenti prossimi" l'idea che possa essere "fuori di sé".
Come Gesù molti uomini e donne di Dio sono stati presi per "pazzi": l'amore vero non ha confini di logica!
Signore, insegnaci a poter vivere la "follia" del tuo amore e nella tua infinita misericordia concedici sempre perdono e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica III del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 1,1-4; 4,14-21 Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti
in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare
ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della
solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione.
Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e
proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora
cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Preghiera sul Vangelo: "O Dio Padre, che in questo giorno a te consacrato
convochi la Chiesa santa alla tua presenza perché il tuo Figlio annunci ancora il suo Vangelo, fa' che teniamo i nostri occhi fissi su di lui, in modo che si
compia in noi la sua Parola di salvezza."
Buona Domenica III del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 1,1-4; 4,14-21
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio Padre, che in questo giorno a te consacrato convochi la Chiesa santa alla tua presenza perché il tuo Figlio annunci ancora il suo Vangelo, fa' che teniamo i nostri occhi fissi su di lui, in modo che si compia in noi la sua Parola di salvezza."
Dal Vangelo secondo Luca 1,1-4; 4,14-21
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio Padre, che in questo giorno a te consacrato convochi la Chiesa santa alla tua presenza perché il tuo Figlio annunci ancora il suo Vangelo, fa' che teniamo i nostri occhi fissi su di lui, in modo che si compia in noi la sua Parola di salvezza."
Ultimo aggiornamento: gen 23, 2022 6:05:39pm
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Dal Vangelo di Marco 3,22-30 In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo
dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi;
se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è
finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico:
tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in
eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». La misericordia di Dio viene sempre fuori dal cuore di Cristo: tutto sarà
perdonato ai figli degli uomini , sì, ma non certo la "bestemmia contro lo Spirito Santo". Essa è la superba volontà di negare a tutti i costi la verità
rivelata e di autoescludersi così da ogni possibilità di salvezza. Che Dio ci liberi da tale peccato! Signore, fa che docilmente accogliamo il tuo amore misericordioso,
togli da noi ogni male e concedici pace e salvezza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo di Marco 3,22-30
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
La misericordia di Dio viene sempre fuori dal cuore di Cristo: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini , sì, ma non certo la "bestemmia contro lo Spirito Santo".
Essa è la superba volontà di negare a tutti i costi la verità rivelata e di autoescludersi così da ogni possibilità di salvezza.
Che Dio ci liberi da tale peccato!
Signore, fa che docilmente accogliamo il tuo amore misericordioso, togli da noi ogni male e concedici pace e salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
La misericordia di Dio viene sempre fuori dal cuore di Cristo: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini , sì, ma non certo la "bestemmia contro lo Spirito Santo".
Essa è la superba volontà di negare a tutti i costi la verità rivelata e di autoescludersi così da ogni possibilità di salvezza.
Che Dio ci liberi da tale peccato!
Signore, fa che docilmente accogliamo il tuo amore misericordioso, togli da noi ogni male e concedici pace e salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona festa della Conversione di San Paolo. Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18 In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e
proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli
che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le
mani ai malati e questi guariranno». Celebriamo oggi la festa della conversione di S. Paolo, il grande Apostolo chiamato ad annunziare il Vangelo sino ai confini del
mondo.Raccogliamo da questa vocazione speciale l'invito a convertirci, cioè a saper cambiare la nostra vita secondo i desideri di Dio vincendo tutte le nostre
"sclerosi". Signore, dona anche a noi lo zelo e il coraggio dell'apostolo Paolo, perché possiamo essere testimoni nella nostra città e nel mondo dei
prodigi che tu compi per gli uomini. Serena giornata, don Pasqualino.
Buona festa della Conversione di San Paolo.
Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Celebriamo oggi la festa della conversione di S. Paolo, il grande Apostolo chiamato ad annunziare il Vangelo sino ai confini del mondo.Raccogliamo da questa vocazione speciale l'invito a convertirci, cioè a saper cambiare la nostra vita secondo i desideri di Dio vincendo tutte le nostre "sclerosi".
Signore, dona anche a noi lo zelo e il coraggio dell'apostolo Paolo, perché possiamo essere testimoni nella nostra città e nel mondo dei prodigi che tu compi per gli uomini.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 16,15-18
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Celebriamo oggi la festa della conversione di S. Paolo, il grande Apostolo chiamato ad annunziare il Vangelo sino ai confini del mondo.Raccogliamo da questa vocazione speciale l'invito a convertirci, cioè a saper cambiare la nostra vita secondo i desideri di Dio vincendo tutte le nostre "sclerosi".
Signore, dona anche a noi lo zelo e il coraggio dell'apostolo Paolo, perché possiamo essere testimoni nella nostra città e nel mondo dei prodigi che tu compi per gli uomini.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9 In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come
agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a
questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello
che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi
sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Celebriamo oggi la memoria di due discepoli di S. Paolo, Timoteo e
Tito. Il Vangelo ci riporta l'accorato appello di Gesù:"Pregate dunque il Signore della messe...". Il campo è sempre troppo vasto e Dio vuole
collaboratori disponibili per annunciare la sua Parola in tutto il mondo. Signore, donaci di poter essere buoni operai a tuo servizio e portare ad ogni persona che
incontriamo il tuo messaggio di amore e di pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Celebriamo oggi la memoria di due discepoli di S. Paolo, Timoteo e Tito.
Il Vangelo ci riporta l'accorato appello di Gesù:"Pregate dunque il Signore della messe...". Il campo è sempre troppo vasto e Dio vuole collaboratori disponibili per annunciare la sua Parola in tutto il mondo.
Signore, donaci di poter essere buoni operai a tuo servizio e portare ad ogni persona che incontriamo il tuo messaggio di amore e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Celebriamo oggi la memoria di due discepoli di S. Paolo, Timoteo e Tito.
Il Vangelo ci riporta l'accorato appello di Gesù:"Pregate dunque il Signore della messe...". Il campo è sempre troppo vasto e Dio vuole collaboratori disponibili per annunciare la sua Parola in tutto il mondo.
Signore, donaci di poter essere buoni operai a tuo servizio e portare ad ogni persona che incontriamo il tuo messaggio di amore e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 4,21-25 In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per
essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha
orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di
più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Gesù esorta tutti ad essere luce che illumina la realtà circostante, ovvero,
manifestare sempre sentimenti di amore e di pace. A essere autentici: capaci di custodire, di praticare e di dire la verità. Ad essere misericordiosi: tanto da non
giudicare mai gli altri e meritare di essere così a nostra volta giudicati con abbondante misericordia. Signore, Custode di ogni bene, con la tua grazia, fa che
accogliamo nel nostro cuore i suggerimenti del tuo Spirito di amore; non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male . Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 4,21-25
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Gesù esorta tutti ad essere luce che illumina la realtà circostante, ovvero, manifestare sempre sentimenti di amore e di pace. A essere autentici: capaci di custodire, di praticare e di dire la verità.
Ad essere misericordiosi: tanto da non giudicare mai gli altri e meritare di essere così a nostra volta giudicati con abbondante misericordia.
Signore, Custode di ogni bene, con la tua grazia, fa che accogliamo nel nostro cuore i suggerimenti del tuo Spirito di amore; non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male .
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Gesù esorta tutti ad essere luce che illumina la realtà circostante, ovvero, manifestare sempre sentimenti di amore e di pace. A essere autentici: capaci di custodire, di praticare e di dire la verità.
Ad essere misericordiosi: tanto da non giudicare mai gli altri e meritare di essere così a nostra volta giudicati con abbondante misericordia.
Signore, Custode di ogni bene, con la tua grazia, fa che accogliamo nel nostro cuore i suggerimenti del tuo Spirito di amore; non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male .
Serena giornata, don Pasqualino.
Il gruppo delle mamme in preghiera ha iniziato questo nuovo anno all'insegna della Preghiera e del cammino di fede incontrandosi in Chiesa davanti a Gesù Eucarestia, chiedendo che questo
nuovo anno sia un anno di Grazia,un anno ricco della presenza del Signore, del Dio con noi, la Vergine Maria sia per tutte noi nella nostra Vita mediatrice fra noi e suo figlio Gesù 🙏
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Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34 In quel tempo, Gesù diceva : «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno,
il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il
frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo
descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato,
cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello
stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Cos'è il
"regno di Dio"? Una realtà che ci è data in germe e che poi pian piano cresce, come una pianta. È Dio colui che dona il germe, cioè la sua vita; è Dio che
nello stesso tempo la fa crescere in abbondanza, ma spetta a noi permettere tutto questo nella paziente umiltà di chi sa attendere il frutto. È ancora il soffio dello
Spirito, che tu non sai da dove viene e dove va, tocco di Dio che plasma la tua vita e ne traccia ogni giorno la via. Signore, continua ad offrirci il respiro del tuo
regno, e l'aria e l'acqua che ci permetterà di crescere nella tua vita. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva : «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Cos'è il "regno di Dio"? Una realtà che ci è data in germe e che poi pian piano cresce, come una pianta.
È Dio colui che dona il germe, cioè la sua vita; è Dio che nello stesso tempo la fa crescere in abbondanza, ma spetta a noi permettere tutto questo nella paziente umiltà di chi sa attendere il frutto.
È ancora il soffio dello Spirito, che tu non sai da dove viene e dove va, tocco di Dio che plasma la tua vita e ne traccia ogni giorno la via.
Signore, continua ad offrirci il respiro del tuo regno, e l'aria e l'acqua che ci permetterà di crescere nella tua vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù diceva : «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Cos'è il "regno di Dio"? Una realtà che ci è data in germe e che poi pian piano cresce, come una pianta.
È Dio colui che dona il germe, cioè la sua vita; è Dio che nello stesso tempo la fa crescere in abbondanza, ma spetta a noi permettere tutto questo nella paziente umiltà di chi sa attendere il frutto.
È ancora il soffio dello Spirito, che tu non sai da dove viene e dove va, tocco di Dio che plasma la tua vita e ne traccia ogni giorno la via.
Signore, continua ad offrirci il respiro del tuo regno, e l'aria e l'acqua che ci permetterà di crescere nella tua vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
Questa sera alle ore 20 ci sarà un momento di Adorazione Eucaristica animata dal gruppo Giovani di Azione Cattolica della parrocchia.
Vi aspettiamo per condividere insieme questo momento 🙏🏻💒
Vi aspettiamo per condividere insieme questo momento 🙏🏻💒
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Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41 In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero
con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era
piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e
disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e
si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». I discepoli, impauriti e tremanti, alcuni erano anche esperti pescatori,
svegliano il Signore per chiedere aiuto e Gesù , subito, comanda ai venti e alle onde di calmarsi e manifesta ancora una volta chi è realmente. Quante tempeste si
abbattono sulla nostra vita e tutte possiamo superarle se Gesù è con noi , anche quando ci sembra non esserci, "addormentato a poppa". Signore, resta sempre
con noi e liberaci da ogni male; conducici, con il vento favorevole dello Spirito Santo, al porto di rinnovate scelte e di nuovi e buoni impegni di vita. Serena
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
I discepoli, impauriti e tremanti, alcuni erano anche esperti pescatori, svegliano il Signore per chiedere aiuto e Gesù , subito, comanda ai venti e alle onde di calmarsi e manifesta ancora una volta chi è realmente.
Quante tempeste si abbattono sulla nostra vita e tutte possiamo superarle se Gesù è con noi , anche quando ci sembra non esserci, "addormentato a poppa".
Signore, resta sempre con noi e liberaci da ogni male; conducici, con il vento favorevole dello Spirito Santo, al porto di rinnovate scelte e di nuovi e buoni impegni di vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
I discepoli, impauriti e tremanti, alcuni erano anche esperti pescatori, svegliano il Signore per chiedere aiuto e Gesù , subito, comanda ai venti e alle onde di calmarsi e manifesta ancora una volta chi è realmente.
Quante tempeste si abbattono sulla nostra vita e tutte possiamo superarle se Gesù è con noi , anche quando ci sembra non esserci, "addormentato a poppa".
Signore, resta sempre con noi e liberaci da ogni male; conducici, con il vento favorevole dello Spirito Santo, al porto di rinnovate scelte e di nuovi e buoni impegni di vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica IV del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 4,21-30 In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi
avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di
Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui,
nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al
tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una
vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste
cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la
loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Preghiera sul Vangelo: "Signore Dio nostro, che hai ispirato i profeti perché
annunciassero senza timore la tua parola di giustizia, fa' che i credenti in te abbiano il coraggio dell'annuncio missionario senza temere l'inimicizia
del mondo."
Buona Domenica IV del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 4,21-30
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore Dio nostro, che hai ispirato i profeti perché annunciassero senza timore la tua parola di giustizia, fa' che i credenti in te abbiano il coraggio dell'annuncio missionario senza temere l'inimicizia del mondo."
Dal Vangelo secondo Luca 4,21-30
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore Dio nostro, che hai ispirato i profeti perché annunciassero senza timore la tua parola di giustizia, fa' che i credenti in te abbiano il coraggio dell'annuncio missionario senza temere l'inimicizia del mondo."
Ultimo aggiornamento: gen 30, 2022 5:32:33pm
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Dal Vangelo secondo Marco 5,1-20 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri
gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più
volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe
e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del
Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il
mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa
mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono
nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella
città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato
posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a
pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma
gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare
per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati. Solo Gesù, il Figlio di Dio, può renderci liberi, la sua presenza divina caccia ogni
spirito impuro e malvagio che condiziona la nostra vita e può tenerci legati ai ceppi del male. L'incontro con Gesù è sempre una rinnovata esperienza di gioia e di
pace. Solo con lui possiamo vincere il male antico che è in noi e far risplendere così totalmente la luce del Battesimo. Signore, grazie per il tuo amore misericordioso
che ci libera e custodisce. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 5,1-20
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Solo Gesù, il Figlio di Dio, può renderci liberi, la sua presenza divina caccia ogni spirito impuro e malvagio che condiziona la nostra vita e può tenerci legati ai ceppi del male. L'incontro con Gesù è sempre una rinnovata esperienza di gioia e di pace.
Solo con lui possiamo vincere il male antico che è in noi e far risplendere così totalmente la luce del Battesimo.
Signore, grazie per il tuo amore misericordioso che ci libera e custodisce.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Solo Gesù, il Figlio di Dio, può renderci liberi, la sua presenza divina caccia ogni spirito impuro e malvagio che condiziona la nostra vita e può tenerci legati ai ceppi del male. L'incontro con Gesù è sempre una rinnovata esperienza di gioia e di pace.
Solo con lui possiamo vincere il male antico che è in noi e far risplendere così totalmente la luce del Battesimo.
Signore, grazie per il tuo amore misericordioso che ci libera e custodisce.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 5,21-43 Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei
capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le
mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva
molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da
dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo
corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I
suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha
salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi
ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a
Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse
loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e
quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito
la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse
di darle da mangiare. Due episodi che hanno come comune denominatore la fede. Quello dell'emorroissa, che con tremore tocca il mantello, sicura di essere guarita;
in lei possiamo vedere una schiera di innumerevoli donne semplici , che nelle loro sofferenze si rivolgono con fiducia a Dio, ma con una preghiera costante.
L'altro di Giairo, invece, che con coraggio pubblicamente chiede aiuto a Gesù per la figlioletta morente e lo segue con intemerata tenacia. Gesù prende in
considerazione tutte le stanchezze e i dolori amari di prove troppo forti. Signore, guarisci il nostro dolore più buio e aprirci sempre alla speranza della pace e della
gioia che la tua misericordia ci offre. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 5,21-43
Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Due episodi che hanno come comune denominatore la fede.
Quello dell'emorroissa, che con tremore tocca il mantello, sicura di essere guarita; in lei possiamo vedere una schiera di innumerevoli donne semplici , che nelle loro sofferenze si rivolgono con fiducia a Dio, ma con una preghiera costante.
L'altro di Giairo, invece, che con coraggio pubblicamente chiede aiuto a Gesù per la figlioletta morente e lo segue con intemerata tenacia. Gesù prende in considerazione tutte le stanchezze e i dolori amari di prove troppo forti.
Signore, guarisci il nostro dolore più buio e aprirci sempre alla speranza della pace e della gioia che la tua misericordia ci offre.
Serena giornata, don Pasqualino.
Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Due episodi che hanno come comune denominatore la fede.
Quello dell'emorroissa, che con tremore tocca il mantello, sicura di essere guarita; in lei possiamo vedere una schiera di innumerevoli donne semplici , che nelle loro sofferenze si rivolgono con fiducia a Dio, ma con una preghiera costante.
L'altro di Giairo, invece, che con coraggio pubblicamente chiede aiuto a Gesù per la figlioletta morente e lo segue con intemerata tenacia. Gesù prende in considerazione tutte le stanchezze e i dolori amari di prove troppo forti.
Signore, guarisci il nostro dolore più buio e aprirci sempre alla speranza della pace e della gioia che la tua misericordia ci offre.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona festa della Presentazione al Tempio di Gesù. Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge
di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per
offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e
pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver
veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo
riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i
miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre
di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in
Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa,
Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora
aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a
lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in
Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Gesù è il vero "consacrato" e
contrariamente a tutti gli altri bambini primogeniti, nonostante il "riscatto" operaro da Maria e Giuseppe, sarà offerto dal Padre come Agnello sacrificale
sulla Croce per la salvezza di tutti. Contempliamo la gioia dei santi vegliardi Simeone ed Anna, riconoscendo la Luce che illumina ormai la nostra vita di riscattati e
di salvati. Signore, grazie per la giovinezza e per la vecchiaia, grazie per tutto l'arco della vita, fa' che appartenga sempre a te. Serena giornata, don
Pasqualino.
Buona festa della Presentazione al Tempio di Gesù.
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Gesù è il vero "consacrato" e contrariamente a tutti gli altri bambini primogeniti, nonostante il "riscatto" operaro da Maria e Giuseppe, sarà offerto dal Padre come Agnello sacrificale sulla Croce per la salvezza di tutti.
Contempliamo la gioia dei santi vegliardi Simeone ed Anna, riconoscendo la Luce che illumina ormai la nostra vita di riscattati e di salvati.
Signore, grazie per la giovinezza e per la vecchiaia, grazie per tutto l'arco della vita, fa' che appartenga sempre a te.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Gesù è il vero "consacrato" e contrariamente a tutti gli altri bambini primogeniti, nonostante il "riscatto" operaro da Maria e Giuseppe, sarà offerto dal Padre come Agnello sacrificale sulla Croce per la salvezza di tutti.
Contempliamo la gioia dei santi vegliardi Simeone ed Anna, riconoscendo la Luce che illumina ormai la nostra vita di riscattati e di salvati.
Signore, grazie per la giovinezza e per la vecchiaia, grazie per tutto l'arco della vita, fa' che appartenga sempre a te.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non
prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro:
«Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la
polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti
infermi e li guarivano. Essere "presi" e "mandati" da Gesù: questa è la vocazione e la missione dei "dodici". Gli apostoli sono inviati a
due a due, il numero minimo per essere testimoni e con l'essenziale per vivere, così da allontanare qualsiasi tentazione di possesso. Accogliamo con fede anche noi
la Parola, perché ci illumini e ci guarisca e portiamola a chi ci è vicino perché possa essere salvato. Signore, donaci di spendere la nostra vita nella pace, nella
giustizia e nell'amore che non ha confini. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Essere "presi" e "mandati" da Gesù: questa è la vocazione e la missione dei "dodici".
Gli apostoli sono inviati a due a due, il numero minimo per essere testimoni e con l'essenziale per vivere, così da allontanare qualsiasi tentazione di possesso.
Accogliamo con fede anche noi la Parola, perché ci illumini e ci guarisca e portiamola a chi ci è vicino perché possa essere salvato.
Signore, donaci di spendere la nostra vita nella pace, nella giustizia e nell'amore che non ha confini.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Essere "presi" e "mandati" da Gesù: questa è la vocazione e la missione dei "dodici".
Gli apostoli sono inviati a due a due, il numero minimo per essere testimoni e con l'essenziale per vivere, così da allontanare qualsiasi tentazione di possesso.
Accogliamo con fede anche noi la Parola, perché ci illumini e ci guarisca e portiamola a chi ci è vicino perché possa essere salvato.
Signore, donaci di spendere la nostra vita nella pace, nella giustizia e nell'amore che non ha confini.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 6,14-29 In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto
dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al
sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in
prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo
fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui;
nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i
più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai
commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche
la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re,
fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei
commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione
e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il
cadavere e lo posero in un sepolcro. Giovanni Battista muore per aver proclamato la verità. Noi oggi vogliamo riconoscere che Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo è Lui e
solo Lui la pienezza della verità. Come cristiani dunque riceviamo attraverso l'azione dello Spirito Santo la conoscenza della verità e dobbiamo sempre conservarla
e rispettarla con un atteggiamento di umiltà e fedeltà. Signore, aiutaci ad essere capaci di tolleranza, a saper discernere ciò che è bene e ciò che è male, senza mai
giudicare qualcuno. Serena giornata, don Pasqualino
Dal Vangelo secondo Marco 6,14-29
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Giovanni Battista muore per aver proclamato la verità. Noi oggi vogliamo riconoscere che Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo è Lui e solo Lui la pienezza della verità. Come cristiani dunque riceviamo attraverso l'azione dello Spirito Santo la conoscenza della verità e dobbiamo sempre conservarla e rispettarla con un atteggiamento di umiltà e fedeltà.
Signore, aiutaci ad essere capaci di tolleranza, a saper discernere ciò che è bene e ciò che è male, senza mai giudicare qualcuno.
Serena giornata, don Pasqualino
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Giovanni Battista muore per aver proclamato la verità. Noi oggi vogliamo riconoscere che Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo è Lui e solo Lui la pienezza della verità. Come cristiani dunque riceviamo attraverso l'azione dello Spirito Santo la conoscenza della verità e dobbiamo sempre conservarla e rispettarla con un atteggiamento di umiltà e fedeltà.
Signore, aiutaci ad essere capaci di tolleranza, a saper discernere ciò che è bene e ciò che è male, senza mai giudicare qualcuno.
Serena giornata, don Pasqualino
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Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34 In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano
insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non
avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città
accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si
mise a insegnare loro molte cose. Gesù è lì che cerca di ascoltare il resoconto degli Apostoli, tra la confusione della folla accorsa da Lui. C'è bisogno di
silenzio e anche di poter mangiare qualcosa e Gesù immediatamente ordina di spostarsi. Ma ecco ancora tanta gente che li precede lì dove avevano deciso di recarsi; Gesù
si commuove per questo "gregge" senza pastore e continua così ad insegnare. La fede e la tenacia riescono ad attirare il cuore e la misericordia di Dio!
Signore, Maestro e Buon Pastore, donaci di poter essere sempre accanto a te ed avere la gioia di poterti seguire ed ascoltare. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Gesù è lì che cerca di ascoltare il resoconto degli Apostoli, tra la confusione della folla accorsa da Lui. C'è bisogno di silenzio e anche di poter mangiare qualcosa e Gesù immediatamente ordina di spostarsi. Ma ecco ancora tanta gente che li precede lì dove avevano deciso di recarsi; Gesù si commuove per questo "gregge" senza pastore e continua così ad insegnare.
La fede e la tenacia riescono ad attirare il cuore e la misericordia di Dio!
Signore, Maestro e Buon Pastore, donaci di poter essere sempre accanto a te ed avere la gioia di poterti seguire ed ascoltare.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Gesù è lì che cerca di ascoltare il resoconto degli Apostoli, tra la confusione della folla accorsa da Lui. C'è bisogno di silenzio e anche di poter mangiare qualcosa e Gesù immediatamente ordina di spostarsi. Ma ecco ancora tanta gente che li precede lì dove avevano deciso di recarsi; Gesù si commuove per questo "gregge" senza pastore e continua così ad insegnare.
La fede e la tenacia riescono ad attirare il cuore e la misericordia di Dio!
Signore, Maestro e Buon Pastore, donaci di poter essere sempre accanto a te ed avere la gioia di poterti seguire ed ascoltare.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica V del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11 In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù,
stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò
di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per
la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità
enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le
barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo
stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di
Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Preghiera sul Vangelo:
"Gesù, tu sei qui, lungo questo lago, e guardi le nostre barche vuote ormeggiate alla sponda. Prendi in mano tu stesso i remi della nostra barca e portaci al
largo. Fa' che ti seguiamo liberi, pronti a fare l'impossibile con la potenza della tua parola".
Buona Domenica V del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Preghiera sul Vangelo:
"Gesù, tu sei qui, lungo questo lago, e guardi le nostre barche vuote ormeggiate alla sponda. Prendi in mano tu stesso i remi della nostra barca e portaci al largo. Fa' che ti seguiamo liberi, pronti a fare l'impossibile con la potenza della tua parola".
Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Preghiera sul Vangelo:
"Gesù, tu sei qui, lungo questo lago, e guardi le nostre barche vuote ormeggiate alla sponda. Prendi in mano tu stesso i remi della nostra barca e portaci al largo. Fa' che ti seguiamo liberi, pronti a fare l'impossibile con la potenza della tua parola".
"Signore, illuminati dalla tua luce,
rendici testimoni e tessitori di pace.
Il tuo esempio ci guidi nelle piccole e grandi difficoltà della vita,
affinché possiamo sempre scegliere la via del bene,
vivere in comunione con i nostri fratelli e sorelle,
ricucire ogni strappo
E rendere questo mondo sempre più bello".
Messa della Pace 💕🧵🪡
#Acr #RicuciamoLaPace #MessaDellaPace #SuMisuraPerTe
rendici testimoni e tessitori di pace.
Il tuo esempio ci guidi nelle piccole e grandi difficoltà della vita,
affinché possiamo sempre scegliere la via del bene,
vivere in comunione con i nostri fratelli e sorelle,
ricucire ogni strappo
E rendere questo mondo sempre più bello".
Messa della Pace 💕🧵🪡
#Acr #RicuciamoLaPace #MessaDellaPace #SuMisuraPerTe
Ultimo aggiornamento: feb 06, 2022 6:18:14pm
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Dal Vangelo secondo Marco 6,53-56 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca,
la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove
giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano
venivano salvati. Una folla segue Gesù, bisognosa di ascoltarlo e di essere guarita. Il via vai di barelle e di malati nei luoghi in cui egli giunge è senza sosta. Chi
tocca almeno il lembo del suo mantello viene guarito. A noi è dato il privilegio non solo di toccare, ma addirittura di mangiare di Gesù; allora, con fede, chiediamo
umilmente la nostra e l'altrui guarigione. Signore, sostieni la nostra fede, fa che possiamo venire a te superando tutti gli ostacoli delle nostre pigrizie e
gustare così gioiosamente il pane di vita che guarisce ogni nostra fragilità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,53-56
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Una folla segue Gesù, bisognosa di ascoltarlo e di essere guarita. Il via vai di barelle e di malati nei luoghi in cui egli giunge è senza sosta. Chi tocca almeno il lembo del suo mantello viene guarito.
A noi è dato il privilegio non solo di toccare, ma addirittura di mangiare di Gesù; allora, con fede, chiediamo umilmente la nostra e l'altrui guarigione.
Signore, sostieni la nostra fede, fa che possiamo venire a te superando tutti gli ostacoli delle nostre pigrizie e gustare così gioiosamente il pane di vita che guarisce ogni nostra fragilità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Una folla segue Gesù, bisognosa di ascoltarlo e di essere guarita. Il via vai di barelle e di malati nei luoghi in cui egli giunge è senza sosta. Chi tocca almeno il lembo del suo mantello viene guarito.
A noi è dato il privilegio non solo di toccare, ma addirittura di mangiare di Gesù; allora, con fede, chiediamo umilmente la nostra e l'altrui guarigione.
Signore, sostieni la nostra fede, fa che possiamo venire a te superando tutti gli ostacoli delle nostre pigrizie e gustare così gioiosamente il pane di vita che guarisce ogni nostra fragilità.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 7,1-13 In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi
discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi
alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di
bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli
antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma
il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione
degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua
madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè
offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose
simili ne fate molte».. Un insegnamento chiaro, preciso, da parte di Gesù: Dio si onora rispettando ogni persona e sovvenendo ad ogni sua necessità. Respingiamo ogni
modalità farisaica che non consenta di vivere in pienezza e in libertà il comandamento dell'amore, superando ogni barriera e ogni pregiudizio. Signore, donaci il
tuo amore e rendici prossimo con chi soffre, perché possiamo imitare te che sei il "Buon Samaritano". Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 7,1-13
In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte»..
Un insegnamento chiaro, preciso, da parte di Gesù: Dio si onora rispettando ogni persona e sovvenendo ad ogni sua necessità.
Respingiamo ogni modalità farisaica che non consenta di vivere in pienezza e in libertà il comandamento dell'amore, superando ogni barriera e ogni pregiudizio.
Signore, donaci il tuo amore e rendici prossimo con chi soffre, perché possiamo imitare te che sei il "Buon Samaritano".
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte»..
Un insegnamento chiaro, preciso, da parte di Gesù: Dio si onora rispettando ogni persona e sovvenendo ad ogni sua necessità.
Respingiamo ogni modalità farisaica che non consenta di vivere in pienezza e in libertà il comandamento dell'amore, superando ogni barriera e ogni pregiudizio.
Signore, donaci il tuo amore e rendici prossimo con chi soffre, perché possiamo imitare te che sei il "Buon Samaritano".
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 7,14-23 In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo
che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo
interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo
impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende
impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno,
dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Gesù chiama la folla e lo fa per
dare un insegnamento decisivo. Il Maestro ci dice che è ciò che esce dall'uomo, dal suo cuore, che può essere frutto del male e quindi cattivo e non i cibi che si
mangiano, i quali sono stati creati da Dio. Ogni peccato ha la sua radice nell'orgoglio, che si combatte sempre con l'umiltà. Signore, Tu sai ciò che è bene e
ciò che è male, fa' che il tuo Spirito ci illumini con la grazia del suo Consiglio, così da poter compiere ogni giorno il bene. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 7,14-23
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Gesù chiama la folla e lo fa per dare un insegnamento decisivo.
Il Maestro ci dice che è ciò che esce dall'uomo, dal suo cuore, che può essere frutto del male e quindi cattivo e non i cibi che si mangiano, i quali sono stati creati da Dio. Ogni peccato ha la sua radice nell'orgoglio, che si combatte sempre con l'umiltà.
Signore, Tu sai ciò che è bene e ciò che è male, fa' che il tuo Spirito ci illumini con la grazia del suo Consiglio, così da poter compiere ogni giorno il bene.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Gesù chiama la folla e lo fa per dare un insegnamento decisivo.
Il Maestro ci dice che è ciò che esce dall'uomo, dal suo cuore, che può essere frutto del male e quindi cattivo e non i cibi che si mangiano, i quali sono stati creati da Dio. Ogni peccato ha la sua radice nell'orgoglio, che si combatte sempre con l'umiltà.
Signore, Tu sai ciò che è bene e ciò che è male, fa' che il tuo Spirito ci illumini con la grazia del suo Consiglio, così da poter compiere ogni giorno il bene.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 7,24-30 In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine
siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane
dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua
parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. Che risposta originale quella
della madre di origine Siro-fenicia! C'è tutta la forza, il vigore e la tenacia dell'amore e c'è soprattutto la volontà di arrivare a Gesù a tutti i
costi e riesce a trovarlo persino nella casa dove nessuno doveva sapere egli fosse. La fede è ricerca, dettata dalla certezza che Dio sta di sicuro nella stanza accanto
alla tua e attende che tu gli apra la porta. Signore, a te piacciono molto le risposte che evidenziano una fede forte che non lascia la presa. Ti chiediamo: aumenta la
nostra fede e donaci sempre il Pane dei figli. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 7,24-30
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Che risposta originale quella della madre di origine Siro-fenicia!
C'è tutta la forza, il vigore e la tenacia dell'amore e c'è soprattutto la volontà di arrivare a Gesù a tutti i costi e riesce a trovarlo persino nella casa dove nessuno doveva sapere egli fosse.
La fede è ricerca, dettata dalla certezza che Dio sta di sicuro nella stanza accanto alla tua e attende che tu gli apra la porta.
Signore, a te piacciono molto le risposte che evidenziano una fede forte che non lascia la presa. Ti chiediamo: aumenta la nostra fede e donaci sempre il Pane dei figli.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Che risposta originale quella della madre di origine Siro-fenicia!
C'è tutta la forza, il vigore e la tenacia dell'amore e c'è soprattutto la volontà di arrivare a Gesù a tutti i costi e riesce a trovarlo persino nella casa dove nessuno doveva sapere egli fosse.
La fede è ricerca, dettata dalla certezza che Dio sta di sicuro nella stanza accanto alla tua e attende che tu gli apra la porta.
Signore, a te piacciono molto le risposte che evidenziano una fede forte che non lascia la presa. Ti chiediamo: aumenta la nostra fede e donaci sempre il Pane dei figli.
Serena giornata, don Pasqualino.
Tantissimi auguri a don @[1646766245:2048:Antonio] per la nomina ad assistente diocesano del Movimento Studenti di Azione Cattolica 🎉
Tutta la comunità, in particolare l'Azione Cattolica parrocchiale, ti accompagna nella preghiera e con affetto in questo tuo nuovo servizio 💛💙
Tutta la comunità, in particolare l'Azione Cattolica parrocchiale, ti accompagna nella preghiera e con affetto in questo tuo nuovo servizio 💛💙
Ultimo aggiornamento: feb 10, 2022 11:51:32am
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Dal Vangelo secondo Marco 7, 31-37 In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della
Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli
toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo
della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha
fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Gesù è la Parola del Padre ed è la Sapienza creatrice. Si rinnova in questo episodio il gesto della
creazione dell'uomo. Gesù qui: ricrea, rinnova, guarisce, salva con la forza dello Spirito, insomma, rimette nuovamente in vita. Nel battesimo abbiamo ricevuto la
vita divina e con " l'effata' " siamo stati resi capaci di ascoltare e lodare Dio. Signore grazie per la tua creazione e per la tua redenzione,
fa' che possiamo amarti in eterno. Serena giornata, don Pasqualino. O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela
a risorgere. Tu che, accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori.
Dal Vangelo secondo Marco 7, 31-37
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Gesù è la Parola del Padre ed è la Sapienza creatrice. Si rinnova in questo episodio il gesto della creazione dell'uomo. Gesù qui: ricrea, rinnova, guarisce, salva con la forza dello Spirito, insomma, rimette nuovamente in vita.
Nel battesimo abbiamo ricevuto la vita divina e con " l'effata' " siamo stati resi capaci di ascoltare e lodare Dio.
Signore grazie per la tua creazione e per la tua redenzione, fa' che possiamo amarti in eterno.
Serena giornata, don Pasqualino.
O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che anela a risorgere.
Tu che, accogliendo il saluto dell’angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Gesù è la Parola del Padre ed è la Sapienza creatrice. Si rinnova in questo episodio il gesto della creazione dell'uomo. Gesù qui: ricrea, rinnova, guarisce, salva con la forza dello Spirito, insomma, rimette nuovamente in vita.
Nel battesimo abbiamo ricevuto la vita divina e con " l'effata' " siamo stati resi capaci di ascoltare e lodare Dio.
Signore grazie per la tua creazione e per la tua redenzione, fa' che possiamo amarti in eterno.
Serena giornata, don Pasqualino.
O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo
che anela a risorgere.
Tu che, accogliendo il saluto dell’angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.
Ultimo aggiornamento: feb 11, 2022 6:04:09pm
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Dal Vangelo secondo Marco 8,1-10 In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione
per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono
venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò
alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.
Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte.
Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Tutto parte dall'amore compassionevole di
Gesù che si accorge anche del bisogno materiale della folla. La condivisione dei "sette" pani moltiplicati sazia il bisogno e crea abbondanza, ne restano
"sette" sporte. Dio moltiplica non divide, e se abbiamo fede, sazia ogni nostro bisogno. Signore, donaci il Pane di vita, che non manchi mai sull'altare
delle nostre comunità e fa che possiamo condividere sempre con gioia, a tavola, il nostro pane quotidiano. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,1-10
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Tutto parte dall'amore compassionevole di Gesù che si accorge anche del bisogno materiale della folla.
La condivisione dei "sette" pani moltiplicati sazia il bisogno e crea abbondanza, ne restano "sette" sporte.
Dio moltiplica non divide, e se abbiamo fede, sazia ogni nostro bisogno.
Signore, donaci il Pane di vita, che non manchi mai sull'altare delle nostre comunità e fa che possiamo condividere sempre con gioia, a tavola, il nostro pane quotidiano.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Tutto parte dall'amore compassionevole di Gesù che si accorge anche del bisogno materiale della folla.
La condivisione dei "sette" pani moltiplicati sazia il bisogno e crea abbondanza, ne restano "sette" sporte.
Dio moltiplica non divide, e se abbiamo fede, sazia ogni nostro bisogno.
Signore, donaci il Pane di vita, che non manchi mai sull'altare delle nostre comunità e fa che possiamo condividere sempre con gioia, a tavola, il nostro pane quotidiano.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica VI del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 6, 17. 20-26 In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran
folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi
discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché
riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio
dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete
nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti». Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Signore del mondo, che prometti il tuo regno ai poveri e agli oppressi e resisti ai potenti e ai superbi, spezza il giogo della violenza e
dell'egoismo e concedi alla tua Chiesa di vivere secondo lo spirito delle beatiudini proclamate da Gesù Cristo, tuo Figlio."
Buona Domenica VI del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 6, 17. 20-26
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Signore del mondo, che prometti il tuo regno ai poveri e agli oppressi e resisti ai potenti e ai superbi, spezza il giogo della violenza e dell'egoismo e concedi alla tua Chiesa di vivere secondo lo spirito delle beatiudini proclamate da Gesù Cristo, tuo Figlio."
Dal Vangelo secondo Luca 6, 17. 20-26
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, Signore del mondo, che prometti il tuo regno ai poveri e agli oppressi e resisti ai potenti e ai superbi, spezza il giogo della violenza e dell'egoismo e concedi alla tua Chiesa di vivere secondo lo spirito delle beatiudini proclamate da Gesù Cristo, tuo Figlio."
Ultimo aggiornamento: feb 13, 2022 5:49:57pm
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Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9 In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come
agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a
questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello
che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi
sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”». Oggi è la festa dei Ss. Cirillo e Metodio, patroni d'Europa. Il
Signore detta delle regole ben precise alla luce delle Beatitudini: poveri e miti, pacifici e misericordiosi, puri di cuore e disposti anche ad essere rifiutati, solo
così si potrà preparare la strada a Gesù. Ma i missionari saranno sempre pochi e bisogna pregare il Padrone della "messe" perché "mandi operai nella sua
messe". Signore, suscita ancora nella tua Chiesa ottimi operai per la tua "messe" e concedici di potere essere terreno buono ove tu possa seminare in
abbondanza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Oggi è la festa dei Ss. Cirillo e Metodio, patroni d'Europa.
Il Signore detta delle regole ben precise alla luce delle Beatitudini: poveri e miti, pacifici e misericordiosi, puri di cuore e disposti anche ad essere rifiutati, solo così si potrà preparare la strada a Gesù.
Ma i missionari saranno sempre pochi e bisogna pregare il Padrone della "messe" perché "mandi operai nella sua messe".
Signore, suscita ancora nella tua Chiesa ottimi operai per la tua "messe" e concedici di potere essere terreno buono ove tu possa seminare in abbondanza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Oggi è la festa dei Ss. Cirillo e Metodio, patroni d'Europa.
Il Signore detta delle regole ben precise alla luce delle Beatitudini: poveri e miti, pacifici e misericordiosi, puri di cuore e disposti anche ad essere rifiutati, solo così si potrà preparare la strada a Gesù.
Ma i missionari saranno sempre pochi e bisogna pregare il Padrone della "messe" perché "mandi operai nella sua messe".
Signore, suscita ancora nella tua Chiesa ottimi operai per la tua "messe" e concedici di potere essere terreno buono ove tu possa seminare in abbondanza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 8,14-21 In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li
ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di
questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non
udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho
spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?». Guardatevi dal
lievito dell'ipocrisia e da quello del potere: è questo il richiamo che Gesù fa ai discepoli di ogni tempo. Il "lievito" dei farisei è il pericolo di una
fede troppo legata alle prescrizioni. Il "lievito" di Erode è il lasciarsi coinvolgere in pieno dalla moda, dal potere e dalla ricchezza. Dovremmo, invece,
essere capaci di una fede che faccia memoria di tutti gli interventi di Dio nella nostra storia. Signore, apri i nostri occhi ed il nostro cuore al ringraziamento, alla
lode e al riconoscimento della tua provvidenza nel cammino quotidiano della nostra vita. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,14-21
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».
Guardatevi dal lievito dell'ipocrisia e da quello del potere: è questo il richiamo che Gesù fa ai discepoli di ogni tempo.
Il "lievito" dei farisei è il pericolo di una fede troppo legata alle prescrizioni.
Il "lievito" di Erode è il lasciarsi coinvolgere in pieno dalla moda, dal potere e dalla ricchezza. Dovremmo, invece, essere capaci di una fede che faccia memoria di tutti gli interventi di Dio nella nostra storia.
Signore, apri i nostri occhi ed il nostro cuore al ringraziamento, alla lode e al riconoscimento della tua provvidenza nel cammino quotidiano della nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».
Guardatevi dal lievito dell'ipocrisia e da quello del potere: è questo il richiamo che Gesù fa ai discepoli di ogni tempo.
Il "lievito" dei farisei è il pericolo di una fede troppo legata alle prescrizioni.
Il "lievito" di Erode è il lasciarsi coinvolgere in pieno dalla moda, dal potere e dalla ricchezza. Dovremmo, invece, essere capaci di una fede che faccia memoria di tutti gli interventi di Dio nella nostra storia.
Signore, apri i nostri occhi ed il nostro cuore al ringraziamento, alla lode e al riconoscimento della tua provvidenza nel cammino quotidiano della nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 8,22-26 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco
per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi,
diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da
lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». Per vedere completamente, oltre alla vista degli occhi ,
opera della creazione di Dio, significata dalla saliva di Gesù, c'è bisogno anche dell'opera redentrice del Salvatore, attraverso l'azione dello Spirito
Santo che perfeziona la capacità di vedere le cose con lo sguardo stesso di Dio. La guarigione completa è quella che tocca corpo ed anima: ora il cieco ci vede con gli
occhi, ma anche con il cuore. Signore, donaci di vedere non solo le cose meravigliose che hai creato, ma anche e soprattutto il tuo regno presente fra noi, che ci pone
già oltre tra le realtà eterne. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,22-26
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Per vedere completamente, oltre alla vista degli occhi , opera della creazione di Dio, significata dalla saliva di Gesù, c'è bisogno anche dell'opera redentrice del Salvatore, attraverso l'azione dello Spirito Santo che perfeziona la capacità di vedere le cose con lo sguardo stesso di Dio. La guarigione completa è quella che tocca corpo ed anima: ora il cieco ci vede con gli occhi, ma anche con il cuore.
Signore, donaci di vedere non solo le cose meravigliose che hai creato, ma anche e soprattutto il tuo regno presente fra noi, che ci pone già oltre tra le realtà eterne.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Per vedere completamente, oltre alla vista degli occhi , opera della creazione di Dio, significata dalla saliva di Gesù, c'è bisogno anche dell'opera redentrice del Salvatore, attraverso l'azione dello Spirito Santo che perfeziona la capacità di vedere le cose con lo sguardo stesso di Dio. La guarigione completa è quella che tocca corpo ed anima: ora il cieco ci vede con gli occhi, ma anche con il cuore.
Signore, donaci di vedere non solo le cose meravigliose che hai creato, ma anche e soprattutto il tuo regno presente fra noi, che ci pone già oltre tra le realtà eterne.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 8,27-33 In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi
discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro:
«Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il
Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva
questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’
dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Gesù domanda: "chi dite che io sia"? Pietro allora ci rappresenta tutti. Infatti
egli da una parte, mosso dallo Spirito, risponde indicando in Gesù il Figlio di Dio, il Messia, dall'altra, mosso dal proprio interesse, non riesce a capire il
progetto d'amore di Gesù. Signore, guidaci con il tuo Santo Spirito per riconoscerti e adorarti sempre come il nostro unico Salvatore e poterti seguire sulla via
meravigliosa e coraggiosa dell'amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,27-33
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Gesù domanda: "chi dite che io sia"? Pietro allora ci rappresenta tutti.
Infatti egli da una parte, mosso dallo Spirito, risponde indicando in Gesù il Figlio di Dio, il Messia, dall'altra, mosso dal proprio interesse, non riesce a capire il progetto d'amore di Gesù.
Signore, guidaci con il tuo Santo Spirito per riconoscerti e adorarti sempre come il nostro unico Salvatore e poterti seguire sulla via meravigliosa e coraggiosa dell'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Gesù domanda: "chi dite che io sia"? Pietro allora ci rappresenta tutti.
Infatti egli da una parte, mosso dallo Spirito, risponde indicando in Gesù il Figlio di Dio, il Messia, dall'altra, mosso dal proprio interesse, non riesce a capire il progetto d'amore di Gesù.
Signore, guidaci con il tuo Santo Spirito per riconoscerti e adorarti sempre come il nostro unico Salvatore e poterti seguire sulla via meravigliosa e coraggiosa dell'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 8,34 – 9,1 In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se
stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà
di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con
gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
Per poter essere discepoli del Signore bisogna prima rinnegare se stessi, cioè rinunciare ad essere guida di sé stessi per accettare quella del Maestro. Accogliere la
Croce che può essere abbracciata solo se si è coinvolti in una passione d'amore con il Signore Gesù. Signore, tu sei l'unico che può dare significato alla
nostra vita, aiutaci ad abbandonarci alla tua divina volontà, senza timori o paure e fa che la speranza regni ogni giorno nel nostro cuore. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 8,34 – 9,1
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
Per poter essere discepoli del Signore bisogna prima rinnegare se stessi, cioè rinunciare ad essere guida di sé stessi per accettare quella del Maestro.
Accogliere la Croce che può essere abbracciata solo se si è coinvolti in una passione d'amore con il Signore Gesù.
Signore, tu sei l'unico che può dare significato alla nostra vita, aiutaci ad abbandonarci alla tua divina volontà, senza timori o paure e fa che la speranza regni ogni giorno nel nostro cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
Per poter essere discepoli del Signore bisogna prima rinnegare se stessi, cioè rinunciare ad essere guida di sé stessi per accettare quella del Maestro.
Accogliere la Croce che può essere abbracciata solo se si è coinvolti in una passione d'amore con il Signore Gesù.
Signore, tu sei l'unico che può dare significato alla nostra vita, aiutaci ad abbandonarci alla tua divina volontà, senza timori o paure e fa che la speranza regni ogni giorno nel nostro cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 9,2-13 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato
davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e
conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non
sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato:
ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad
alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere
dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta
scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta
scritto di lui». La Trasfigurazione è un abbraccio di luce di Gesù con il Padre, prima di vivere la sua passione e morte. Questo mistero di luce, portatore di conforto
e di speranza, il Signore spesso lo riverbera su di noi, quando si accorge che il nostro cammino stenta a dipanarsi o la sofferenza sta per prendere il sopravvento. È
un dire a chi Lo ama che ci ama e a chi Lo invoca che è presente. Signore, grazie per le innumerevoli consolazioni che la tua misericordia ci elargisce. Serena
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 9,2-13
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
La Trasfigurazione è un abbraccio di luce di Gesù con il Padre, prima di vivere la sua passione e morte. Questo mistero di luce, portatore di conforto e di speranza, il Signore spesso lo riverbera su di noi, quando si accorge che il nostro cammino stenta a dipanarsi o la sofferenza sta per prendere il sopravvento.
È un dire a chi Lo ama che ci ama e a chi Lo invoca che è presente.
Signore, grazie per le innumerevoli consolazioni che la tua misericordia ci elargisce.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».
La Trasfigurazione è un abbraccio di luce di Gesù con il Padre, prima di vivere la sua passione e morte. Questo mistero di luce, portatore di conforto e di speranza, il Signore spesso lo riverbera su di noi, quando si accorge che il nostro cammino stenta a dipanarsi o la sofferenza sta per prendere il sopravvento.
È un dire a chi Lo ama che ci ama e a chi Lo invoca che è presente.
Signore, grazie per le innumerevoli consolazioni che la tua misericordia ci elargisce.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica VII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 6, 27-38 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri
nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche
l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi,
anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che
merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai
peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli
dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati;
non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo,
perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». Preghiera sul Vangelo: "Padre misericordioso e clementissimo, che fai sorgere il sole sui
buoni e sui malvagi, donaci un cuore nuovo, perché diventiamo capaci di perdonare chi ci fa del male. Il nostro amore non conosca nemici, e viviamo da figli e fratelli
in Cristo Signore."
Buona Domenica VII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 6, 27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Preghiera sul Vangelo:
"Padre misericordioso e clementissimo, che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi, donaci un cuore nuovo, perché diventiamo capaci di perdonare chi ci fa del male. Il nostro amore non conosca nemici, e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore."
Dal Vangelo secondo Luca 6, 27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Preghiera sul Vangelo:
"Padre misericordioso e clementissimo, che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi, donaci un cuore nuovo, perché diventiamo capaci di perdonare chi ci fa del male. Il nostro amore non conosca nemici, e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore."
Ultimo aggiornamento: feb 20, 2022 5:49:52pm
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Dal Vangelo secondo Marco 9,14-29 In quel tempo, Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni scesero dal monte e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e
alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: “Di che cosa discutete
con loro?”. E dalla folla uno gli rispose: “Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma,
digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. Egli allora disse loro: “O generazione incredula! Fino a quando
sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me”. E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli,
caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesų interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade questo?”. Ed egli rispose: “Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche
nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”. Il padre del
fanciullo rispose subito ad alta voce: “Credo; aiuta la mia incredulità!”. Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: “Spirito muto
e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più”. Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: “è
morto”. Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: “Perché noi non siamo riusciti
a scacciarlo?”. Ed egli disse loro: “Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”. Il Signore Gesù ci dona la ricetta per
vincere qualsiasi male: la preghiera! Preghiamo dunque spesso e volentieri per essere uniti a Gesù e ricevere da Lui lo Spirito liberatore e santificatore. Signore,
custodiscici nel tuo amore e nella tua grazia e per la tua misericordia, liberaci, nel nostro cammino, dai mali che ci circondano. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 9,14-29
In quel tempo, Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni scesero dal monte e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: “Di che cosa discutete con loro?”. E dalla folla uno gli rispose: “Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. Egli allora disse loro: “O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me”. E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesų interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade questo?”. Ed egli rispose: “Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”. Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: “Credo; aiuta la mia incredulità!”. Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: “Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più”. Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: “è morto”. Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: “Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?”. Ed egli disse loro: “Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”.
Il Signore Gesù ci dona la ricetta per vincere qualsiasi male: la preghiera!
Preghiamo dunque spesso e volentieri per essere uniti a Gesù e ricevere da Lui lo Spirito liberatore e santificatore.
Signore, custodiscici nel tuo amore e nella tua grazia e per la tua misericordia, liberaci, nel nostro cammino, dai mali che ci circondano.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni scesero dal monte e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: “Di che cosa discutete con loro?”. E dalla folla uno gli rispose: “Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. Egli allora disse loro: “O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me”. E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesų interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade questo?”. Ed egli rispose: “Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”. Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: “Credo; aiuta la mia incredulità!”. Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: “Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più”. Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: “è morto”. Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: “Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?”. Ed egli disse loro: “Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”.
Il Signore Gesù ci dona la ricetta per vincere qualsiasi male: la preghiera!
Preghiamo dunque spesso e volentieri per essere uniti a Gesù e ricevere da Lui lo Spirito liberatore e santificatore.
Signore, custodiscici nel tuo amore e nella tua grazia e per la tua misericordia, liberaci, nel nostro cammino, dai mali che ci circondano.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio
dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose
Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato,
ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te
darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Oggi è la
festa della "Cattedra di S. Pietro" : Il Signore assicura la sua continua presenza alla Chiesa attraverso la "roccia" che è Pietro e gli dona le
"chiavi" per aprire o chiudere le porte del regno. Questa pagina del vangelo, oltre che offrirci l'atto di fede di Pietro, ci sprona sicuramente a
manifestare anche noi l'identità di Gesù e ad impegnarci a diffondere ovunque la sua parola di amore e di salvezza. Signore, custodisci nel tuo amore il nostro
papa Francesco e ricolmalo di tutte le grazie necessarie per il suo prezioso servizio apostolico. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Oggi è la festa della "Cattedra di S. Pietro" :
Il Signore assicura la sua continua presenza alla Chiesa attraverso la "roccia" che è Pietro e gli dona le "chiavi" per aprire o chiudere le porte del regno.
Questa pagina del vangelo, oltre che offrirci l'atto di fede di Pietro, ci sprona sicuramente a manifestare anche noi l'identità di Gesù e ad impegnarci a diffondere ovunque la sua parola di amore e di salvezza.
Signore, custodisci nel tuo amore il nostro papa Francesco e ricolmalo di tutte le grazie necessarie per il suo prezioso servizio apostolico.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Oggi è la festa della "Cattedra di S. Pietro" :
Il Signore assicura la sua continua presenza alla Chiesa attraverso la "roccia" che è Pietro e gli dona le "chiavi" per aprire o chiudere le porte del regno.
Questa pagina del vangelo, oltre che offrirci l'atto di fede di Pietro, ci sprona sicuramente a manifestare anche noi l'identità di Gesù e ad impegnarci a diffondere ovunque la sua parola di amore e di salvezza.
Signore, custodisci nel tuo amore il nostro papa Francesco e ricolmalo di tutte le grazie necessarie per il suo prezioso servizio apostolico.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 9,38-40 In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché
non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di
noi è per noi». La magnifica affermazione di Gesù: "chi non è contro di noi è per noi", deve sempre guidare il nostro modo di agire e tutta la nostra vita,
soprattutto in relazione agli altri. La parola che forse la definisce meglio è tolleranza. Signore offrici uno spirito di tolleranza, capace di ascolto, di accoglienza,
di benevolenza, di condivisione e di compassione. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 9,38-40
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
La magnifica affermazione di Gesù: "chi non è contro di noi è per noi", deve sempre guidare il nostro modo di agire e tutta la nostra vita, soprattutto in relazione agli altri. La parola che forse la definisce meglio è tolleranza.
Signore offrici uno spirito di tolleranza, capace di ascolto, di accoglienza, di benevolenza, di condivisione e di compassione.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
La magnifica affermazione di Gesù: "chi non è contro di noi è per noi", deve sempre guidare il nostro modo di agire e tutta la nostra vita, soprattutto in relazione agli altri. La parola che forse la definisce meglio è tolleranza.
Signore offrici uno spirito di tolleranza, capace di ascolto, di accoglienza, di benevolenza, di condivisione e di compassione.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 9,41-50 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in
verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo
una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due
mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché
con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo,
anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il
sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri». Gesù ci offre delle massime
sapienziali che non richiedono mutilazioni corporee, ma di vizi connessi al corpo. Il Maestro ci invita ad operare il bene senza lasciarci condizionare dal male, capaci
di rinuncie alle volte anche pesanti, come se dovessimo tagliare qualche membro del nostro corpo . Signore, tu ci hai detto: abbiate sale in voi stessi, fa' che
possiamo essere sempre guidati dal sale della Sapienza per rimanere in pace con Dio e con gli uomini. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 9,41-50
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Gesù ci offre delle massime sapienziali che non richiedono mutilazioni corporee, ma di vizi connessi al corpo.
Il Maestro ci invita ad operare il bene senza lasciarci condizionare dal male,
capaci di rinuncie alle volte anche pesanti, come se dovessimo tagliare qualche membro del nostro corpo .
Signore, tu ci hai detto: abbiate sale in voi stessi, fa' che possiamo essere sempre
guidati dal sale della Sapienza per rimanere in pace con Dio e con gli uomini.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Gesù ci offre delle massime sapienziali che non richiedono mutilazioni corporee, ma di vizi connessi al corpo.
Il Maestro ci invita ad operare il bene senza lasciarci condizionare dal male,
capaci di rinuncie alle volte anche pesanti, come se dovessimo tagliare qualche membro del nostro corpo .
Signore, tu ci hai detto: abbiate sale in voi stessi, fa' che possiamo essere sempre
guidati dal sale della Sapienza per rimanere in pace con Dio e con gli uomini.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 10,1-12 In quel tempo, Gesù, partito da Cafarnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a
lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare
la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro:
«Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua
madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A
casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se
lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». L'indissolubilita' del matrimonio cristiano si comprende solo alla luce della chiamata che
Dio fa alla coppia e alla consacrazione che avviene nel suo amore. L' Amore di Dio non ha e non è a tempo: è per sempre! Chi si sposa offre se stesso
all'altra persona proprio con l'amore a loro donato da Dio. Signore, concedi amore, grazia, fedeltà e provvidenza a tutti i coniugi che si consacrano davanti
a te. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 10,1-12
In quel tempo, Gesù, partito da Cafarnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
L'indissolubilita' del matrimonio cristiano si comprende solo alla luce della chiamata che Dio fa alla coppia e alla consacrazione che avviene nel suo amore.
L' Amore di Dio non ha e non è a tempo: è per sempre!
Chi si sposa offre se stesso all'altra persona proprio con l'amore a loro donato da Dio.
Signore, concedi amore, grazia, fedeltà e provvidenza a tutti i coniugi che si consacrano davanti a te.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, partito da Cafarnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
L'indissolubilita' del matrimonio cristiano si comprende solo alla luce della chiamata che Dio fa alla coppia e alla consacrazione che avviene nel suo amore.
L' Amore di Dio non ha e non è a tempo: è per sempre!
Chi si sposa offre se stesso all'altra persona proprio con l'amore a loro donato da Dio.
Signore, concedi amore, grazia, fedeltà e provvidenza a tutti i coniugi che si consacrano davanti a te.
Serena giornata, don Pasqualino.
Parrocchia Santa Maria Odigitria
Adorazione eucaristica 23 febbraio 2022
Mamme in preghiera
Il Signore ci ha convocati a sé, ha parlato ad ognuno di noi, ha fatto aprire il nostro cuore e attraverso la contemplazione e l'ascolto della sua Parola, ci ha fatto gustare l'Amore, la Benevolenza, la Pace, la Vita.
Ci ha invitati a pregare, meditare e cantare, insieme a Maria, sua Madre dolcissima, abbracciando e consolando ogni creatura che con cuore sincero si è avvicinata a Lui.
Nella recita del Santo Rosario abbiamo offerto una decina pregando per la Pace nel mondo.
Solo Dio può cambiare i nostri cuori, solo il Soffio del suo Spirito può portare la Pace, uniti continuiamo a pregare 🙏🏻
Adorazione eucaristica 23 febbraio 2022
Mamme in preghiera
Il Signore ci ha convocati a sé, ha parlato ad ognuno di noi, ha fatto aprire il nostro cuore e attraverso la contemplazione e l'ascolto della sua Parola, ci ha fatto gustare l'Amore, la Benevolenza, la Pace, la Vita.
Ci ha invitati a pregare, meditare e cantare, insieme a Maria, sua Madre dolcissima, abbracciando e consolando ogni creatura che con cuore sincero si è avvicinata a Lui.
Nella recita del Santo Rosario abbiamo offerto una decina pregando per la Pace nel mondo.
Solo Dio può cambiare i nostri cuori, solo il Soffio del suo Spirito può portare la Pace, uniti continuiamo a pregare 🙏🏻
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Dal Vangelo secondo Marco 10,13-16 In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo,
s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non
accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. Gesù ci offre
l'esempio dei bambini per essere in grado di accogliere il "regno di Dio". Così come i bambini sono nello stesso tempo, docili, curiosi, disponibili,
intraprendenti e incoscienti, tale devono essere coloro che vogliono accogliere il "regno di Dio", cioè tutto quello che è di Dio e che Lui vuole donare a
tutti noi. Signore, venga il tuo regno in noi e nel mondo e sia fatta sempre la tua santa e salvifica volontà . Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 10,13-16
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Gesù ci offre l'esempio dei bambini per essere in grado di accogliere il "regno di Dio". Così come i bambini sono nello stesso tempo, docili, curiosi, disponibili, intraprendenti e incoscienti, tale devono essere coloro che vogliono accogliere il "regno di Dio", cioè tutto quello che è di Dio e che Lui vuole donare a tutti noi.
Signore, venga il tuo regno in noi e nel mondo e sia fatta sempre la tua santa e salvifica volontà .
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Gesù ci offre l'esempio dei bambini per essere in grado di accogliere il "regno di Dio". Così come i bambini sono nello stesso tempo, docili, curiosi, disponibili, intraprendenti e incoscienti, tale devono essere coloro che vogliono accogliere il "regno di Dio", cioè tutto quello che è di Dio e che Lui vuole donare a tutti noi.
Signore, venga il tuo regno in noi e nel mondo e sia fatta sempre la tua santa e salvifica volontà .
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica VIII del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Luca 6,39-45 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro
cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza
che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel
tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza
dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si
riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo
cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda». Preghiera sul Vangelo: "La Parola che risuona nella
tua Chiesa, o Padre, come fonte di saggezza e norma di vita, ci aiuti a comprendere i nostri fratelli e risanare i nostri cuori divisi, perché dalla nostra bocca non
escano parole malvagie, ma parole di carità e di sapienza."
Buona Domenica VIII del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Luca 6,39-45
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».
Preghiera sul Vangelo:
"La Parola che risuona nella tua Chiesa, o Padre, come fonte di saggezza e norma di vita, ci aiuti a comprendere i nostri fratelli e risanare i nostri cuori divisi, perché dalla nostra bocca non escano parole malvagie, ma parole di carità e di sapienza."
Dal Vangelo secondo Luca 6,39-45
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».
Preghiera sul Vangelo:
"La Parola che risuona nella tua Chiesa, o Padre, come fonte di saggezza e norma di vita, ci aiuti a comprendere i nostri fratelli e risanare i nostri cuori divisi, perché dalla nostra bocca non escano parole malvagie, ma parole di carità e di sapienza."
Ultimo aggiornamento: feb 27, 2022 6:01:52pm
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Dal Vangelo secondo Marco 10,17-27 In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò:
«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i
comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse:
«Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi
quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva
infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I
discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per
la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia,
disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Il fascino della ricchezza è qualcosa che attira irrimediabilmente il cuore
dell'uomo. Solo un amore più grande può vincerlo! Gesù tenta di conquistare con il suo amore il giovane ricco, ma egli se ne va triste ed anonimo. Da ciò che
rispondiamo dipende tutta la nostra vita presente ed il nostro futuro. Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza, affinché possiamo sempre valutare ciò che è bene e
ciò che non vale per la nostra vita. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 10,17-27
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Il fascino della ricchezza è qualcosa che attira irrimediabilmente il cuore dell'uomo. Solo un amore più grande può vincerlo!
Gesù tenta di conquistare con il suo amore il giovane ricco, ma egli se ne va triste ed anonimo.
Da ciò che rispondiamo dipende tutta la nostra vita presente ed il nostro futuro.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza, affinché possiamo sempre valutare ciò che è bene e ciò che non vale per la nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Il fascino della ricchezza è qualcosa che attira irrimediabilmente il cuore dell'uomo. Solo un amore più grande può vincerlo!
Gesù tenta di conquistare con il suo amore il giovane ricco, ma egli se ne va triste ed anonimo.
Da ciò che rispondiamo dipende tutta la nostra vita presente ed il nostro futuro.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza, affinché possiamo sempre valutare ciò che è bene e ciò che non vale per la nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 10,28-31 In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io
vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in
questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi
saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». Seguire Gesù è una vocazione ed anche un impegno, ma la ricompensa è estremamente conveniente. Certo non bisogna seguirlo
per un tornaconto egoistico, altrimenti si resterà ultimi, ma per immettersi nella scia dell'amore e del dono di sé. Meno si pretende e tanto più si riceve!
Signore, fa' che possiamo sempre offrire la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 10,28-31
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Seguire Gesù è una vocazione ed anche un impegno, ma la ricompensa è estremamente conveniente.
Certo non bisogna seguirlo per un tornaconto egoistico, altrimenti si resterà ultimi, ma per immettersi nella scia dell'amore e del dono di sé.
Meno si pretende e tanto più si riceve!
Signore, fa' che possiamo sempre offrire la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Seguire Gesù è una vocazione ed anche un impegno, ma la ricompensa è estremamente conveniente.
Certo non bisogna seguirlo per un tornaconto egoistico, altrimenti si resterà ultimi, ma per immettersi nella scia dell'amore e del dono di sé.
Meno si pretende e tanto più si riceve!
Signore, fa' che possiamo sempre offrire la nostra vita a servizio tuo e dei fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore Santo Mercoledì delle Ceneri. Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18 In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il
Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere
lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,
perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe
e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu
preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non
diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro
ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il
Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Oggi, mercoledì delle ceneri, la Chiesa ci offre un giorno strettamente penitenziale con il digiuno e
l'astinenza. Ma tutto deve essere vissuto secondo le parole di Gesù che leggiamo nel vangelo. Egli ci richiama attraverso la preghiera, il digiuno e
l'elemosina ad un rapporto umile e sincero con Dio. Lui deve vedere e giudicare, Lui accogliere il buon profumo del pentimento, Lui concedere misericordioso il
perdono e la PACE. Accogliendo le sante ceneri sul nostro capo chiediamo al Signore misericordia per vivere con maggiore impegno l'itinerario quaresimale in
preparazione alla santa Pasqua. Serena giornata, don Pasqualino. Accogli, Padre santo, le nostre preghiere, e fa' che siamo fedeli agli impegni che oggi assumiamo,
per essere trovati degni di partecipare, al termine di questo tempo di grazia, all'incontro con Cristo nostro Signore. Amen.
Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore
Santo Mercoledì delle Ceneri.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
Oggi, mercoledì delle ceneri, la Chiesa ci offre un giorno strettamente penitenziale con il digiuno e l'astinenza.
Ma tutto deve essere vissuto secondo le parole di Gesù che leggiamo nel vangelo. Egli ci richiama attraverso la preghiera, il digiuno e l'elemosina ad un rapporto umile e sincero con Dio.
Lui deve vedere e giudicare, Lui accogliere il buon profumo del pentimento, Lui concedere misericordioso il perdono e la PACE. Accogliendo le sante ceneri sul nostro capo chiediamo al Signore misericordia per vivere con maggiore impegno l'itinerario quaresimale in preparazione alla santa Pasqua.
Serena giornata, don Pasqualino.
Accogli, Padre santo, le nostre preghiere, e fa' che siamo fedeli agli impegni che oggi assumiamo, per essere trovati degni di partecipare, al termine di questo tempo di grazia, all'incontro con Cristo nostro Signore. Amen.
Santo Mercoledì delle Ceneri.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
Oggi, mercoledì delle ceneri, la Chiesa ci offre un giorno strettamente penitenziale con il digiuno e l'astinenza.
Ma tutto deve essere vissuto secondo le parole di Gesù che leggiamo nel vangelo. Egli ci richiama attraverso la preghiera, il digiuno e l'elemosina ad un rapporto umile e sincero con Dio.
Lui deve vedere e giudicare, Lui accogliere il buon profumo del pentimento, Lui concedere misericordioso il perdono e la PACE. Accogliendo le sante ceneri sul nostro capo chiediamo al Signore misericordia per vivere con maggiore impegno l'itinerario quaresimale in preparazione alla santa Pasqua.
Serena giornata, don Pasqualino.
Accogli, Padre santo, le nostre preghiere, e fa' che siamo fedeli agli impegni che oggi assumiamo, per essere trovati degni di partecipare, al termine di questo tempo di grazia, all'incontro con Cristo nostro Signore. Amen.
Oggi, Mercoledì delle Ceneri:
- ore 17:00 – Liturgia della Parola con imposizione delle ceneri, riservata ai bambini e ragazzi delle associazioni.
- ore 19:00 – Santa Messa per la comunità con imposizione delle ceneri.
- ore 17:00 – Liturgia della Parola con imposizione delle ceneri, riservata ai bambini e ragazzi delle associazioni.
- ore 19:00 – Santa Messa per la comunità con imposizione delle ceneri.
Ultimo aggiornamento: mar 02, 2022 6:58:53pm
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Ho invocato il Signore ed egli ha ascoltato la mia voce: da coloro che mi opprimono mi libera. Affida al Signore la tua sorte ed egli sarà il tuo sostegno. (Cf. Sal 54,
17-19.23) Dal Vangelo secondo Luca 9,22-2 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai
capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda
la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio
ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». La proposta di vita di Gesù è nello stesso tempo semplice e radicale: semplice perché si tratta
di seguirlo; radicale perché bisogna accogliere la Croce. Ci parla di croci e di rinunce, che possono essere abbracciate se si è coinvolti in una passione d'amore
con il Signore. Sembra assurdo al mondo, ma tutto questo è il segreto della felicità e la via che conduce alla vita. Signore, grazie perché ci offri felicità, donaci la
perseveranza per poterti seguire sia nella gioia che nel dolore. Serena giornata, don Pasqualino.
Ho invocato il Signore ed egli ha ascoltato la mia voce: da coloro che mi opprimono mi libera. Affida al Signore la tua sorte ed egli sarà il tuo sostegno. (Cf. Sal 54, 17-19.23)
Dal Vangelo secondo Luca 9,22-2
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
La proposta di vita di Gesù è nello stesso tempo semplice e radicale: semplice perché si tratta di seguirlo; radicale perché bisogna accogliere la Croce.
Ci parla di croci e di rinunce, che possono essere abbracciate se si è coinvolti in una passione d'amore con il Signore.
Sembra assurdo al mondo, ma tutto questo è il segreto della felicità e la via che conduce alla vita.
Signore, grazie perché ci offri felicità, donaci la perseveranza per poterti seguire sia nella gioia che nel dolore.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,22-2
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
La proposta di vita di Gesù è nello stesso tempo semplice e radicale: semplice perché si tratta di seguirlo; radicale perché bisogna accogliere la Croce.
Ci parla di croci e di rinunce, che possono essere abbracciate se si è coinvolti in una passione d'amore con il Signore.
Sembra assurdo al mondo, ma tutto questo è il segreto della felicità e la via che conduce alla vita.
Signore, grazie perché ci offri felicità, donaci la perseveranza per poterti seguire sia nella gioia che nel dolore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Dal
Vangelo secondo Matteo 9,14-15 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i
tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo
sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Gesù è lo "sposo", per cui stare con lui significa: nutrirsi della sua parola, nutrirsi con il suo corpo e il suo
sangue, battezzati nella sua morte e risurrezione. Tutto questo è banchetto celeste, non è possibile digiunare! Mai digiunare di Dio e del suo amore! Invece, molto
volentieri, cerchiamo di digiunare da ogni egoismo, dai vizi, dagli odi, dalle discordie, dal peccato, e di quanto può allontanarci dalla festa con lo sposo celeste.
Signore, aiutaci a vivere il nostro digiuno come impegno a rinunciare a noi stessi e poterci sempre rallegrare della tua presenza d'amore. Serena giornata, don
Pasqualino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Gesù è lo "sposo", per cui stare con lui significa: nutrirsi della sua parola, nutrirsi con il suo corpo e il suo sangue, battezzati nella sua morte e risurrezione. Tutto questo è banchetto celeste, non è possibile digiunare! Mai digiunare di Dio e del suo amore!
Invece, molto volentieri, cerchiamo di digiunare da ogni egoismo, dai vizi, dagli odi, dalle discordie, dal peccato, e di quanto può allontanarci dalla festa con lo sposo celeste.
Signore, aiutaci a vivere il nostro digiuno come impegno a rinunciare a noi stessi e poterci sempre rallegrare della tua presenza d'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Gesù è lo "sposo", per cui stare con lui significa: nutrirsi della sua parola, nutrirsi con il suo corpo e il suo sangue, battezzati nella sua morte e risurrezione. Tutto questo è banchetto celeste, non è possibile digiunare! Mai digiunare di Dio e del suo amore!
Invece, molto volentieri, cerchiamo di digiunare da ogni egoismo, dai vizi, dagli odi, dalle discordie, dal peccato, e di quanto può allontanarci dalla festa con lo sposo celeste.
Signore, aiutaci a vivere il nostro digiuno come impegno a rinunciare a noi stessi e poterci sempre rallegrare della tua presenza d'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me nella tua grande tenerezza. (Sal 68, 17) Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32 In quel tempo, Gesù vide un
pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto
nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli:
«Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a
chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano». In questo episodio della vocazione dell'apostolo Matteo meraviglia l'immediatezza della chiamata e la
prontezza della risposta. Matteo, con il banchetto che prepara, non solo esprime la gioia di poter seguire Gesù, ma anche ne sottolinea il messaggio di misericordia che
il Maestro annuncia con autorità e passione. Signore, chiamaci per poter essere guariti e salvati, donaci sempre la grazia del tuo Santo Spirito, che ci permetta di
vivere nella gioia e nella pace per ritrovarci insieme nella grande festa del cielo. Serena giornata, don Pasqualino.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me nella tua grande tenerezza. (Sal 68, 17)
Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
In questo episodio della vocazione dell'apostolo Matteo meraviglia l'immediatezza della chiamata e la prontezza della risposta.
Matteo, con il banchetto che prepara, non solo esprime la gioia di poter seguire Gesù, ma anche ne sottolinea il messaggio di misericordia che il Maestro annuncia con autorità e passione.
Signore, chiamaci per poter essere guariti e salvati, donaci sempre la grazia del tuo Santo Spirito, che ci permetta di vivere nella gioia e nella pace per ritrovarci insieme nella grande festa del cielo.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
In questo episodio della vocazione dell'apostolo Matteo meraviglia l'immediatezza della chiamata e la prontezza della risposta.
Matteo, con il banchetto che prepara, non solo esprime la gioia di poter seguire Gesù, ma anche ne sottolinea il messaggio di misericordia che il Maestro annuncia con autorità e passione.
Signore, chiamaci per poter essere guariti e salvati, donaci sempre la grazia del tuo Santo Spirito, che ci permetta di vivere nella gioia e nella pace per ritrovarci insieme nella grande festa del cielo.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica I di QUARESIMA Dal Vangelo secondo Luca 4,1-13 In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel
deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei
Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un
istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai
in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Lo condusse a Gerusalemme, lo
pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché
essi ti custodiscano; e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla
prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. Preghiera sul Vangelo: "Signore
misericordioso, che sempre ascolti la preghiera del tuo popolo nel deserto del mondo, tendi verso di noi la tua mano, perché, nutriti con il pane della tua Parola e
fortificati dal tuo Spirito, vinciamo con il digiuno e la preghiera le continue seduzioni del maligno."
Buona Domenica I di QUARESIMA
Dal Vangelo secondo Luca 4,1-13
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore misericordioso, che sempre ascolti la preghiera del tuo popolo nel deserto del mondo, tendi verso di noi la tua mano, perché, nutriti con il pane della tua Parola e fortificati dal tuo Spirito, vinciamo con il digiuno e la preghiera le continue seduzioni del maligno."
Dal Vangelo secondo Luca 4,1-13
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore misericordioso, che sempre ascolti la preghiera del tuo popolo nel deserto del mondo, tendi verso di noi la tua mano, perché, nutriti con il pane della tua Parola e fortificati dal tuo Spirito, vinciamo con il digiuno e la preghiera le continue seduzioni del maligno."
Ultimo aggiornamento: mar 06, 2022 5:47:55pm
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Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Dal Vangelo
secondo Matteo 25,31-46 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono
della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore
alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno
preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete
accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo
visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo
vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a
uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi
avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o
assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a
uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Gesù unisce indissolubilmente
la fede alla carità. Non si può dire di essere credenti in Dio e di amarlo se non si serve il fratello che è nel bisogno. Le opere di misericordia sono le azioni più
gradite al Signore e queste devono identificare i seguaci di Cristo. Fede e carità vanno di pari passo e preparano la strada che porta alla gloria. Auguriamoci di poter
essere scelti da Gesù tra coloro che lo hanno veramente amato e servito. Signore, fa che possiamo sempre riconoscerti e soccorrerti nei nostri fratelli più deboli.
Serena giornata, don Pasqualino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ecco ora il momento favorevole,
ecco ora il giorno della salvezza!
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 25,31-46
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o
straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Gesù unisce indissolubilmente la fede alla carità. Non si può dire di essere credenti in Dio e di amarlo se non si serve il fratello che è nel bisogno.
Le opere di misericordia sono le azioni più gradite al Signore e queste devono identificare i seguaci di Cristo.
Fede e carità vanno di pari passo e preparano la strada che porta alla gloria.
Auguriamoci di poter essere scelti da Gesù tra coloro che lo hanno veramente amato e servito.
Signore, fa che possiamo sempre riconoscerti e soccorrerti nei nostri fratelli più deboli.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ecco ora il momento favorevole,
ecco ora il giorno della salvezza!
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 25,31-46
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o
straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Gesù unisce indissolubilmente la fede alla carità. Non si può dire di essere credenti in Dio e di amarlo se non si serve il fratello che è nel bisogno.
Le opere di misericordia sono le azioni più gradite al Signore e queste devono identificare i seguaci di Cristo.
Fede e carità vanno di pari passo e preparano la strada che porta alla gloria.
Auguriamoci di poter essere scelti da Gesù tra coloro che lo hanno veramente amato e servito.
Signore, fa che possiamo sempre riconoscerti e soccorrerti nei nostri fratelli più deboli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Dal
Vangelo secondo Matteo 6,7-15 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di
parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che
sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a
noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le
loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». "Non
sprecate parole...voi dunque pregate così" : Come è stupendo questo invito e questo insegnamento di Gesù! È la preghiera più autentica, quella che esprime tutto:
adorazione, ringraziamento e le necessarie richieste, legate però indissolubilmente all'accoglienza e al perdono verso i fratelli. Se ci affidiamo oggi allo
Spirito Santo potremmo sempre pregare in modo adeguato. Signore, non ci abbandonare nella tentazione, ma liberaci, nella tua meravigliosa bontà, da ogni male. Amen.
Serena giornata, don Pasqualino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
"Non sprecate parole...voi dunque pregate così" : Come è stupendo questo invito e questo insegnamento di Gesù!
È la preghiera più autentica, quella che esprime tutto: adorazione, ringraziamento e le necessarie richieste, legate però indissolubilmente all'accoglienza e al perdono verso i fratelli.
Se ci affidiamo oggi allo Spirito Santo potremmo sempre pregare in modo adeguato.
Signore, non ci abbandonare nella tentazione, ma liberaci, nella tua meravigliosa bontà, da ogni male. Amen.
Serena giornata, don Pasqualino.
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
"Non sprecate parole...voi dunque pregate così" : Come è stupendo questo invito e questo insegnamento di Gesù!
È la preghiera più autentica, quella che esprime tutto: adorazione, ringraziamento e le necessarie richieste, legate però indissolubilmente all'accoglienza e al perdono verso i fratelli.
Se ci affidiamo oggi allo Spirito Santo potremmo sempre pregare in modo adeguato.
Signore, non ci abbandonare nella tentazione, ma liberaci, nella tua meravigliosa bontà, da ogni male. Amen.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché sono misericordioso e pietoso. Lode a te, o Cristo, re di eterna
gloria! Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32 In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa
cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà
per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi
confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno
contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Gesù si lamenta per
non essere ascoltato e creduto e porta ad esempio invece i cittadini di Ninive e la regina d'Etiopia, che diversamente dai suoi contemporanei, hanno prestato
attenzione e rispetto al profeta Giona e al re Salomone. Gesù è il Figlio di Dio, fattosi uomo e venuto a salvarci. Quanto crediamo oggi che Gesù è il Maestro e il
Signore? Fidiamoci di Lui ed affidiamoci a Lui! Signore Gesù, noi crediamo in te, tu sei l'unico Salvatore e colui che ci guida come pastore sui sentieri del
tempo. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Gesù si lamenta per non essere ascoltato e creduto e porta ad esempio invece i cittadini di Ninive e la regina d'Etiopia, che diversamente dai suoi contemporanei, hanno prestato attenzione e rispetto al profeta Giona e al re Salomone.
Gesù è il Figlio di Dio, fattosi uomo e venuto a salvarci. Quanto crediamo oggi che Gesù è il Maestro e il Signore? Fidiamoci di Lui ed affidiamoci a Lui!
Signore Gesù, noi crediamo in te, tu sei l'unico Salvatore e colui che ci guida come pastore sui sentieri del tempo.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Luca 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Gesù si lamenta per non essere ascoltato e creduto e porta ad esempio invece i cittadini di Ninive e la regina d'Etiopia, che diversamente dai suoi contemporanei, hanno prestato attenzione e rispetto al profeta Giona e al re Salomone.
Gesù è il Figlio di Dio, fattosi uomo e venuto a salvarci. Quanto crediamo oggi che Gesù è il Maestro e il Signore? Fidiamoci di Lui ed affidiamoci a Lui!
Signore Gesù, noi crediamo in te, tu sei l'unico Salvatore e colui che ci guida come pastore sui sentieri del tempo.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Crea in me, o Dio, un cuore puro; rendimi la gioia della tua salvezza. (Sal 50 (51),12a.14a) Lode a te, o Cristo, re di eterna
gloria! Dal Vangelo secondo Matteo 7,7-12 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà
una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele
chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». Chiedere, cercare e bussare: tre verbi da
coniugare sempre con la preghiera. Essa allora ottiene ciò che cerca , perché Dio è misericordioso e fedele, le aspettative non saranno deluse, Egli ci dà "molto
di più di quanto possiamo domandare o pensare". E Gesù, ancora, ci offre una "regola d'oro" : tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi,
anche voi fatelo a loro. Signore, il tuo Santo Spirito raccolga le nostre più sante richieste e il Padre celeste le benedica. Signore, ascolta e perdona. Serena
giornata, don Pasqualino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Crea in me, o Dio, un cuore puro;
rendimi la gioia della tua salvezza. (Sal 50 (51),12a.14a)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 7,7-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Chiedere, cercare e bussare: tre verbi da coniugare sempre con la preghiera.
Essa allora ottiene ciò che cerca , perché Dio è misericordioso e fedele, le aspettative non saranno deluse, Egli ci
dà "molto di più di quanto possiamo domandare o pensare". E Gesù, ancora, ci offre una "regola d'oro" : tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Signore, il tuo Santo Spirito raccolga le nostre più sante richieste e il Padre celeste le benedica. Signore, ascolta e perdona.
Serena giornata, don Pasqualino.
Crea in me, o Dio, un cuore puro;
rendimi la gioia della tua salvezza. (Sal 50 (51),12a.14a)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 7,7-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Chiedere, cercare e bussare: tre verbi da coniugare sempre con la preghiera.
Essa allora ottiene ciò che cerca , perché Dio è misericordioso e fedele, le aspettative non saranno deluse, Egli ci
dà "molto di più di quanto possiamo domandare o pensare". E Gesù, ancora, ci offre una "regola d'oro" : tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Signore, il tuo Santo Spirito raccolga le nostre più sante richieste e il Padre celeste le benedica. Signore, ascolta e perdona.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore, e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Lode a te, o
Cristo, re di eterna gloria! Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e
dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi
dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli
dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,
lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo
avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti
dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Il Signore ci educa ad una sensibilità alta del cuore, che impedisce qualsiasi azione o
pensiero che possa offendere il nostro prossimo. Allora non può esserci spazio per rancori ed odi, come per contese e litigi. Con una bella dose di umiltà si può
riguadagnare un rapporto lacerato o che sembrava perduto. Lo Spirito Santo illumini e guidi coloro che decidono di essere portatori d'amore e di pace. Signore,
donaci di purificare il nostro cuore per avere uno spirito nuovo colmo della tua misericordia. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Il Signore ci educa ad una sensibilità alta del cuore, che impedisce qualsiasi azione o pensiero che possa offendere il nostro prossimo. Allora non può esserci spazio per rancori ed odi, come per contese e litigi. Con una bella dose di umiltà si può riguadagnare un rapporto lacerato o che sembrava perduto. Lo Spirito Santo illumini e guidi coloro che decidono di essere portatori d'amore e di pace.
Signore, donaci di purificare il nostro cuore per avere uno spirito nuovo colmo della tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Il Signore ci educa ad una sensibilità alta del cuore, che impedisce qualsiasi azione o pensiero che possa offendere il nostro prossimo. Allora non può esserci spazio per rancori ed odi, come per contese e litigi. Con una bella dose di umiltà si può riguadagnare un rapporto lacerato o che sembrava perduto. Lo Spirito Santo illumini e guidi coloro che decidono di essere portatori d'amore e di pace.
Signore, donaci di purificare il nostro cuore per avere uno spirito nuovo colmo della tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Dal Vangelo
secondo Matteo 5,43-48 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i
vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa
piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto
ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. "Voi,
dunque siate perfetti..." : Gesù chiede ai suoi discepoli e a tutti coloro che vorranno seguirlo un vero e proprio atto distintivo, amare anche i nemici; questo
atto è proprio di Dio. Sembrerebbe arduo , ma se seguiamo il Signore Gesù, ciascuno con la sua croce, allora ogni egoismo sarà crocifisso ed il cuore, così purificato,
sarà casa di accoglienza per tutti. Nel vocabolario del Signore il verbo più usato è il verbo "amare". O Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità
d'Amore , donaci un cuore nuovo e purificato, capace di amare senza riserve. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ecco ora il momento favorevole,
ecco ora il giorno della salvezza!
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
"Voi, dunque siate perfetti..." : Gesù chiede ai suoi discepoli e a tutti coloro che vorranno seguirlo un vero e proprio atto distintivo, amare anche i nemici; questo atto è proprio di Dio.
Sembrerebbe arduo , ma se seguiamo il Signore Gesù, ciascuno con la sua croce, allora ogni egoismo sarà crocifisso ed il cuore, così purificato, sarà casa di accoglienza per tutti.
Nel vocabolario del Signore il verbo più usato è il verbo "amare".
O Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità d'Amore , donaci un cuore nuovo e purificato, capace di amare senza riserve.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ecco ora il momento favorevole,
ecco ora il giorno della salvezza!
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
"Voi, dunque siate perfetti..." : Gesù chiede ai suoi discepoli e a tutti coloro che vorranno seguirlo un vero e proprio atto distintivo, amare anche i nemici; questo atto è proprio di Dio.
Sembrerebbe arduo , ma se seguiamo il Signore Gesù, ciascuno con la sua croce, allora ogni egoismo sarà crocifisso ed il cuore, così purificato, sarà casa di accoglienza per tutti.
Nel vocabolario del Signore il verbo più usato è il verbo "amare".
O Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Trinità d'Amore , donaci un cuore nuovo e purificato, capace di amare senza riserve.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica II di Quaresima Dal Vangelo secondo Luca 9,28b-36 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava,
il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e
parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i
due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per
Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla
nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a
nessuno ciò che avevano visto. Preghiera sul Vangelo: "O Padre grande e fedele, che hai fatto risplendere la tua gloria sul volto del tuo Figlio in preghiera,
donaci un cuore docile alla sua Parola perché possiamo seguirlo come discepoli sulla via della croce ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso."
Buona Domenica II di Quaresima
Dal Vangelo secondo Luca 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre grande e fedele, che hai fatto risplendere la tua gloria sul volto del tuo Figlio in preghiera, donaci un cuore docile alla sua Parola perché possiamo seguirlo come discepoli sulla via della croce ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso."
Dal Vangelo secondo Luca 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre grande e fedele, che hai fatto risplendere la tua gloria sul volto del tuo Figlio in preghiera, donaci un cuore docile alla sua Parola perché possiamo seguirlo come discepoli sulla via della croce ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso."
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. Lode e onore a te, Signore Gesù! Dal Vangelo secondo Luca
6,36-38 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate
e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la
misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Il Signore Gesù ci dice di seguire l'agire misericordioso del Padre celeste, per offrire comprensione
e perdono e poterne ricevere altrettanto. Si parte con una "misura buona, pigiata" , dono di grazia che il Signore concede a chi si rende umile, mite e
benevolo. Sia la misericordia il solo metro di giudizio e principio della carità; essa abbondi in tutte le nostre azioni, così da sovrabbondare per noi presso il trono
di Dio. Signore Dio, che sei amore e immensa misericordia, dona ai tuoi figli fragili e bisognosi gioia e pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Luca 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Il Signore Gesù ci dice di seguire l'agire misericordioso del Padre celeste, per offrire comprensione e perdono e poterne ricevere altrettanto.
Si parte con una "misura buona, pigiata" , dono di grazia che il Signore concede a chi si rende umile, mite e benevolo.
Sia la misericordia il solo metro di giudizio e principio della carità; essa abbondi in tutte le nostre azioni, così da sovrabbondare per noi presso il trono di Dio.
Signore Dio, che sei amore e immensa misericordia, dona ai tuoi figli fragili e bisognosi gioia e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Luca 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Il Signore Gesù ci dice di seguire l'agire misericordioso del Padre celeste, per offrire comprensione e perdono e poterne ricevere altrettanto.
Si parte con una "misura buona, pigiata" , dono di grazia che il Signore concede a chi si rende umile, mite e benevolo.
Sia la misericordia il solo metro di giudizio e principio della carità; essa abbondi in tutte le nostre azioni, così da sovrabbondare per noi presso il trono di Dio.
Signore Dio, che sei amore e immensa misericordia, dona ai tuoi figli fragili e bisognosi gioia e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore, e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Lode e onore a te, Signore
Gesù Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12 In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i
farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili
da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente:
allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche
di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre”
nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi
è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Che bella lezione da parte di Gesù. È un ripasso di umiltà! È
facile oggi il rischio di mostrarsi dei maestri, delle guide, offrire soluzioni a basso prezzo, forse da noi mai sperimentate. Ricordiamo che siamo discepoli e tali è
giusto che rimaniamo. Gesù ci mette in guardia: " chi si esaltera', sarà umiliato e chi si umiliera', sarà esaltato"! Signore, liberaci da orgoglio
e presunzione e attraverso l'azione dello Spirito Santo , nella strada dell'umiltà, fa' che diventiamo efficaci servitori. Serena giornata, don
Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode e onore a te, Signore Gesù
Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Che bella lezione da parte di Gesù. È un ripasso di umiltà!
È facile oggi il rischio di mostrarsi dei maestri, delle guide, offrire soluzioni a basso prezzo, forse da noi mai sperimentate. Ricordiamo che siamo discepoli e tali è giusto che rimaniamo.
Gesù ci mette in guardia: " chi si esaltera', sarà umiliato e chi si umiliera', sarà esaltato"!
Signore, liberaci da orgoglio e presunzione e attraverso l'azione dello Spirito Santo , nella strada dell'umiltà, fa' che diventiamo efficaci servitori.
Serena giornata, don Pasqualino.
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore,
e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode e onore a te, Signore Gesù
Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Che bella lezione da parte di Gesù. È un ripasso di umiltà!
È facile oggi il rischio di mostrarsi dei maestri, delle guide, offrire soluzioni a basso prezzo, forse da noi mai sperimentate. Ricordiamo che siamo discepoli e tali è giusto che rimaniamo.
Gesù ci mette in guardia: " chi si esaltera', sarà umiliato e chi si umiliera', sarà esaltato"!
Signore, liberaci da orgoglio e presunzione e attraverso l'azione dello Spirito Santo , nella strada dell'umiltà, fa' che diventiamo efficaci servitori.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me, avrà la luce della vita. Lode e onore a te, Signore Gesù. Dal Vangelo secondo
Matteo 20,17-28 In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e
il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e
crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse:
«Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello
che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla
mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù
li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra
voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare
la propria vita in riscatto per molti». "Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo".
Ecco lo stile di vita a cui ci chiama Gesù e che deve caratterizzare ogni suo discepolo, per un servizio umile e generoso, che non pretenda onori e primati. Signore, fa
che come te, abbiamo il coraggio di offrire generosamente la nostra vita in un servizio di amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Dal Vangelo secondo Matteo 20,17-28
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
"Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo".
Ecco lo stile di vita a cui ci chiama Gesù e che deve caratterizzare ogni suo discepolo, per un servizio umile e generoso, che non pretenda onori e primati.
Signore, fa che come te, abbiamo il coraggio di offrire generosamente la nostra vita in un servizio di amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Dal Vangelo secondo Matteo 20,17-28
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
"Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo".
Ecco lo stile di vita a cui ci chiama Gesù e che deve caratterizzare ogni suo discepolo, per un servizio umile e generoso, che non pretenda onori e primati.
Signore, fa che come te, abbiamo il coraggio di offrire generosamente la nostra vita in un servizio di amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù. Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza. Lode e onore a te,
Signore Gesù. Dal Vangelo secondo Luca 16,19-31 In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni
giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco;
ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando
negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a
intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu
hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un
grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare
Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno
Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e
i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”». Come è vera questa parabola! Forse la nostra maggiore preoccupazione è quella di non fare il
male, ma ci dimentichiamo invece di fare il bene. Il ricco epulone, cioè mangione, egoista, è senza nome, non ha una identità e non trova salvezza. Il povero, che
invece, si chiama Lazzaro riceve la ricompensa per il suo patire. Saremo giudicati sulla carità, cerchiamo allora di non essere mai tanto ricchi da non essere un
po' poveri e mai tanto poveri da non essere un tantino ricchi. Signore, chiamaci per nome e apri i nostri occhi e il nostro cuore alle necessità di chi spesso non
è considerato. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Dal Vangelo secondo Luca 16,19-31
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Come è vera questa parabola!
Forse la nostra maggiore preoccupazione è quella di non fare il male, ma ci dimentichiamo invece di fare il bene.
Il ricco epulone, cioè mangione, egoista,
è senza nome, non ha una identità e non trova salvezza. Il povero, che invece, si chiama Lazzaro riceve la ricompensa per il suo patire. Saremo giudicati sulla carità, cerchiamo allora di non essere mai tanto ricchi da non essere un po' poveri e mai tanto poveri da non essere un tantino ricchi.
Signore, chiamaci per nome e apri i nostri occhi e il nostro cuore alle necessità di chi spesso non è considerato.
Serena giornata, don Pasqualino.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Dal Vangelo secondo Luca 16,19-31
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Come è vera questa parabola!
Forse la nostra maggiore preoccupazione è quella di non fare il male, ma ci dimentichiamo invece di fare il bene.
Il ricco epulone, cioè mangione, egoista,
è senza nome, non ha una identità e non trova salvezza. Il povero, che invece, si chiama Lazzaro riceve la ricompensa per il suo patire. Saremo giudicati sulla carità, cerchiamo allora di non essere mai tanto ricchi da non essere un po' poveri e mai tanto poveri da non essere un tantino ricchi.
Signore, chiamaci per nome e apri i nostri occhi e il nostro cuore alle necessità di chi spesso non è considerato.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna. Lode e onore a te, Signore Gesù! Dal
Vangelo secondo Matteo 21,33-43.45-46 In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che
possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne
andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo
bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro
il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua
eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”. Gli risposero: “Quei
malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto
nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò
io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che
parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Gesù in questa parabola ci racconta come Dio sia intervenuto
nel corso dei secoli per guidare il suo popolo, per liberarlo e salvarlo. Ma le risposte sono state quasi sempre negative, sino alla fine e qui Gesù predice la sua
passione e morte che daranno inizio alla nuova definitiva chiamata . Il Padre, misericordioso e provvidente, vuole coltivare la vita che ci ha donato. Signore, aiutaci
ad essere umili e fedeli operai della tua vigna e donaci la grazia di poterti sempre lodare e ringraziare. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Matteo 21,33-43.45-46
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”. Gli risposero: “Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Gesù in questa parabola ci racconta come Dio sia intervenuto nel corso dei secoli per guidare il suo popolo, per liberarlo e salvarlo. Ma le risposte sono state quasi sempre negative, sino alla fine e qui Gesù predice la sua passione e morte che daranno inizio alla nuova definitiva chiamata .
Il Padre, misericordioso e provvidente, vuole coltivare la vita che ci ha donato.
Signore, aiutaci ad essere umili e fedeli operai della tua vigna e donaci la grazia di poterti sempre lodare e ringraziare.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Matteo 21,33-43.45-46
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”. Gli risposero: “Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Gesù in questa parabola ci racconta come Dio sia intervenuto nel corso dei secoli per guidare il suo popolo, per liberarlo e salvarlo. Ma le risposte sono state quasi sempre negative, sino alla fine e qui Gesù predice la sua passione e morte che daranno inizio alla nuova definitiva chiamata .
Il Padre, misericordioso e provvidente, vuole coltivare la vita che ci ha donato.
Signore, aiutaci ad essere umili e fedeli operai della tua vigna e donaci la grazia di poterti sempre lodare e ringraziare.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità di S. Giuseppe Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24a Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu
generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe
suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in
sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene
dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe
fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. La vocazione di San Giuseppe come "custode" di Gesù e di Maria è vissuta in maniera del tutto originale.
Egli, uomo giusto e saggio, sa accogliere le indicazioni di Dio già nel sonno. La sua fede lo lega al patriarca Abramo e in più, umile falegname di Nazareth, ma figlio
di Davide, dona la discendenza regale al Signore Gesù e colloca il Messia sul solco della nostra storia. Giuseppe è inoltre l'uomo del silenzio, capace di
ascoltare il cuore in sintonia con la parola del Signore. Signore, per l'intercessione del tuo giusto Giuseppe, donaci spirito di obbedienza e umile docilità al
tuo santo volere. Serena giornata, don Pasqualino. “Glorioso Patriarca San Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in
questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. Mio
amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te. Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è
grande quanto il tuo potere. Amen”.
Buona Solennità di S. Giuseppe
Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24a
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
La vocazione di San Giuseppe come "custode" di Gesù e di Maria è vissuta in maniera del tutto originale.
Egli, uomo giusto e saggio, sa accogliere le indicazioni di Dio già nel sonno.
La sua fede lo lega al patriarca Abramo e in più, umile falegname di Nazareth, ma figlio di Davide, dona la discendenza regale al Signore Gesù e colloca il Messia sul solco della nostra storia.
Giuseppe è inoltre l'uomo del silenzio, capace di ascoltare il cuore in sintonia con la parola del Signore.
Signore, per l'intercessione del tuo giusto Giuseppe, donaci spirito di obbedienza e umile docilità al tuo santo volere.
Serena giornata, don Pasqualino.
“Glorioso Patriarca San Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te. Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen”.
Dal Vangelo secondo Matteo 1,16.18-21.24a
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
La vocazione di San Giuseppe come "custode" di Gesù e di Maria è vissuta in maniera del tutto originale.
Egli, uomo giusto e saggio, sa accogliere le indicazioni di Dio già nel sonno.
La sua fede lo lega al patriarca Abramo e in più, umile falegname di Nazareth, ma figlio di Davide, dona la discendenza regale al Signore Gesù e colloca il Messia sul solco della nostra storia.
Giuseppe è inoltre l'uomo del silenzio, capace di ascoltare il cuore in sintonia con la parola del Signore.
Signore, per l'intercessione del tuo giusto Giuseppe, donaci spirito di obbedienza e umile docilità al tuo santo volere.
Serena giornata, don Pasqualino.
“Glorioso Patriarca San Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te. Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen”.
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Buona Domenica III di Quaresima. Dal Vangelo secondo Luca 13,1-9 In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato
aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per
aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le
uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche
questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni
che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora
quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Preghiera sul Vangelo: "O Dio
dei nostri padri, che mai abbandoni i tuoi figli e ascolti il grido degli oppressi, concedi ai tuoi fedeli di riconoscere nelle vicende della storia il tuo invito alla
conversione, per aderire sempre più saldamente a Cristo, roccia della nostra salvezza."
Buona Domenica III di Quaresima.
Dal Vangelo secondo Luca 13,1-9
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio dei nostri padri, che mai abbandoni i tuoi figli e ascolti il grido degli oppressi, concedi ai tuoi fedeli di riconoscere nelle vicende della storia il tuo invito alla conversione, per aderire sempre più saldamente a Cristo, roccia della nostra salvezza."
Dal Vangelo secondo Luca 13,1-9
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio dei nostri padri, che mai abbandoni i tuoi figli e ascolti il grido degli oppressi, concedi ai tuoi fedeli di riconoscere nelle vicende della storia il tuo invito alla conversione, per aderire sempre più saldamente a Cristo, roccia della nostra salvezza."
Ultimo aggiornamento: mar 20, 2022 5:07:26pm
Ultimo aggiornamento: mar 20, 2022 6:04:09pm
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Gloria e lode a te, o Cristo. Io spero, Signore; attendo la sua parola. Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Gloria e lode a te, o Cristo.
Dal Vangelo secondo Luca 4,24-30 In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il
paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro
fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo
condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. Gesù conosce il
cuore dei suoi compaesani e legge in loro, oltre alla curiosità, l'imbarazzo e l'incredulità e quindi decide di non operare alcunché. Gli esempi ad hoc da Lui
riportati, dicono invece di generosità: la vedova di Sidone, ed umiltà: il lebbroso Naaman; tutti e due stranieri. Stiamo attenti anche noi a non
"etichettare" le persone, ma con sincero ascolto, accogliamo ciascuno per quello che è. Signore, donaci sempre il soffio del tuo Spirito, per poterti
ricoscere presente ed operante in mezzo a noi. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria e lode a te, o Cristo.
Io spero, Signore; attendo la sua parola.
Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.
Gloria e lode a te, o Cristo.
Dal Vangelo secondo Luca 4,24-30
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Gesù conosce il cuore dei suoi compaesani e legge in loro, oltre alla curiosità, l'imbarazzo e l'incredulità e quindi decide di non operare alcunché.
Gli esempi ad hoc da Lui riportati, dicono invece di generosità: la vedova di Sidone, ed umiltà: il lebbroso Naaman; tutti e due stranieri. Stiamo attenti anche noi a non "etichettare" le persone, ma con sincero ascolto, accogliamo ciascuno per quello che è.
Signore, donaci sempre il soffio del tuo Spirito, per poterti ricoscere presente ed operante in mezzo a noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
Io spero, Signore; attendo la sua parola.
Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.
Gloria e lode a te, o Cristo.
Dal Vangelo secondo Luca 4,24-30
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Gesù conosce il cuore dei suoi compaesani e legge in loro, oltre alla curiosità, l'imbarazzo e l'incredulità e quindi decide di non operare alcunché.
Gli esempi ad hoc da Lui riportati, dicono invece di generosità: la vedova di Sidone, ed umiltà: il lebbroso Naaman; tutti e due stranieri. Stiamo attenti anche noi a non "etichettare" le persone, ma con sincero ascolto, accogliamo ciascuno per quello che è.
Signore, donaci sempre il soffio del tuo Spirito, per poterti ricoscere presente ed operante in mezzo a noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Gloria e lode a te, o Cristo! Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché sono misericordioso e pietoso. Gloria e lode a te, o Cristo! Dal Vangelo
secondo Matteo 18,21-35 In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?
Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle
regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in
grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra,
lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena
uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo
compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse
pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece
chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così
come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà
con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Quanto è buono Dio nel perdonare! "Settanta volte sette", cioè sempre! Ecco il modello: è
proprio il Signore! La parabola che Gesù racconta non lascia alcun dubbio. Ricordiamo il "Padre nostro" : rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo
ai nostri debitori. Allora, deve essere, quella della misericordia, una delle caratteristiche che distingue il cristiano; Gesù ne fa una discriminante. Signore,
concedici un cuore umile e generoso, colmo di pietà e misericordia. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Matteo 18,21-35
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Quanto è buono Dio nel perdonare! "Settanta volte sette", cioè sempre!
Ecco il modello: è proprio il Signore!
La parabola che Gesù racconta non lascia alcun dubbio. Ricordiamo il "Padre nostro" : rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Allora, deve essere, quella della misericordia, una delle caratteristiche che distingue il cristiano; Gesù ne fa una discriminante.
Signore, concedici un cuore umile e generoso, colmo di pietà e misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Matteo 18,21-35
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Quanto è buono Dio nel perdonare! "Settanta volte sette", cioè sempre!
Ecco il modello: è proprio il Signore!
La parabola che Gesù racconta non lascia alcun dubbio. Ricordiamo il "Padre nostro" : rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Allora, deve essere, quella della misericordia, una delle caratteristiche che distingue il cristiano; Gesù ne fa una discriminante.
Signore, concedici un cuore umile e generoso, colmo di pietà e misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Gloria e lode a te, o Cristo! Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. Gloria e lode a te, o Cristo! Dal Vangelo secondo Matteo
5,17-19 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno
compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li
osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Gesù porta a compimento, ovvero, da' significato autentico alla Scrittura. Osservare quindi
ed insegnare la "legge e i profeti" come pure il Vangelo, deve essere il compito di ogni discepolo del Signore e fonte di luce e di gioia. Accostiamoci sempre
alla Sacra Scrittura con l'umiltà di coloro che vogliono apprendere dal magistero dello Spirito Santo. Signore, donaci uno spirito puro e contrito, fa che amiamo
immergerci nella tua Parola per essere purificati e redenti. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Gesù porta a compimento, ovvero, da' significato autentico alla Scrittura.
Osservare quindi ed insegnare la "legge e i profeti" come pure il Vangelo, deve essere il compito di ogni discepolo del Signore e fonte di luce e di gioia. Accostiamoci sempre alla Sacra Scrittura con l'umiltà di coloro che vogliono apprendere dal magistero dello Spirito Santo.
Signore, donaci uno spirito puro e contrito, fa che amiamo immergerci nella tua Parola per essere purificati e redenti.
Serena giornata, don Pasqualino.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Gesù porta a compimento, ovvero, da' significato autentico alla Scrittura.
Osservare quindi ed insegnare la "legge e i profeti" come pure il Vangelo, deve essere il compito di ogni discepolo del Signore e fonte di luce e di gioia. Accostiamoci sempre alla Sacra Scrittura con l'umiltà di coloro che vogliono apprendere dal magistero dello Spirito Santo.
Signore, donaci uno spirito puro e contrito, fa che amiamo immergerci nella tua Parola per essere purificati e redenti.
Serena giornata, don Pasqualino.
Venerdì 25 marzo la Santa Messa sarà alle ore 18. A seguire, alle 18:45, al posto della Via Crucis, si pregherà l'Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di Russia e Ucraina.
L'intera comunità è invitata a partecipare.
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Gloria e lode a te, o Cristo! Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché sono misericordioso e pietoso. Gloria e lode a te, o Cristo! Dal Vangelo
secondo Luca (11,14-23) In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore.
Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli,
conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà
stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi
li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte,
bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e
ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». È giunto a noi il "regno di Dio", perché Gesù, il medico
celeste, toglie pazientemente il male dai nostri cuori. Egli scaccia i demoni con il "dito di Dio": bellissima immagine dello Spirito Santo. Scaccia il
demonio muto, cioè l'incapacità di parlare e agire per operare il bene e di poter lodare Dio e sperimentare la sua misericordia. Essere con Lui allora, ci sostiene
nel camminare insieme, altrimenti ci si disperde e ci si perde. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, a Te la lode e la gloria, perché ci ha svelato e donato il
tuo amore grande e misericordioso e concedici serenità e pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Luca (11,14-23)
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
È giunto a noi il "regno di Dio", perché Gesù, il medico celeste, toglie pazientemente il male dai nostri cuori.
Egli scaccia i demoni con il "dito di Dio": bellissima immagine dello Spirito Santo. Scaccia il demonio muto, cioè l'incapacità di parlare e agire per operare
il bene e di poter lodare Dio e sperimentare la sua misericordia. Essere con Lui allora, ci sostiene nel camminare insieme, altrimenti ci si disperde e ci si perde.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, a Te la lode e la gloria, perché ci ha svelato e donato il tuo amore grande e misericordioso e concedici serenità e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché sono misericordioso e pietoso.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Luca (11,14-23)
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
È giunto a noi il "regno di Dio", perché Gesù, il medico celeste, toglie pazientemente il male dai nostri cuori.
Egli scaccia i demoni con il "dito di Dio": bellissima immagine dello Spirito Santo. Scaccia il demonio muto, cioè l'incapacità di parlare e agire per operare
il bene e di poter lodare Dio e sperimentare la sua misericordia. Essere con Lui allora, ci sostiene nel camminare insieme, altrimenti ci si disperde e ci si perde.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, a Te la lode e la gloria, perché ci ha svelato e donato il tuo amore grande e misericordioso e concedici serenità e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità dell'Annunciazione del Signore. Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,
chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati,
piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere,
Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo;
il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come
avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò
colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto
mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si
allontanò da lei. In questo "oggi" in cui non deve esserci spazio per il timore e le incertezze, la Storia di Dio si unisce alla storia dell'uomo.
"Oggi" la tenera capacità di incarnare la Luce vince le tenebre del mondo. Grazie Maria per aver detto di sì a Dio. Grazie Maria, la tua generosa
disponibilità è divenuta culla di tutte le nostre più belle speranze. Fa' o Maria, che il nostro sì sapori abbondantemente del tuo. Signore, grazie per il tuo
immenso dono d'amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Buona Solennità dell'Annunciazione del Signore.
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
In questo "oggi" in cui non deve esserci spazio per il timore e le incertezze, la Storia di Dio si unisce alla storia dell'uomo.
"Oggi" la tenera capacità di incarnare la Luce vince le tenebre del mondo.
Grazie Maria per aver detto di sì a Dio.
Grazie Maria, la tua generosa disponibilità è divenuta culla di tutte le nostre più belle speranze.
Fa' o Maria, che il nostro sì sapori abbondantemente del tuo.
Signore, grazie per il tuo immenso dono d'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
In questo "oggi" in cui non deve esserci spazio per il timore e le incertezze, la Storia di Dio si unisce alla storia dell'uomo.
"Oggi" la tenera capacità di incarnare la Luce vince le tenebre del mondo.
Grazie Maria per aver detto di sì a Dio.
Grazie Maria, la tua generosa disponibilità è divenuta culla di tutte le nostre più belle speranze.
Fa' o Maria, che il nostro sì sapori abbondantemente del tuo.
Signore, grazie per il tuo immenso dono d'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Gloria e lode a te, o Cristo! Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. Gloria e lode a te, o Cristo! Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14 In
quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a
pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri,
ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a
distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro,
tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Magnifica questa parabola! Vi troviamo l'essenza della
preghiera, affidarsi umilmente e con fiducia alla misericordia divina : "o Dio, abbi pietà di me peccatore". Questa preghiera unisce mente, cuore e corpo in
un riconoscimento di quello che noi siamo e nello stesso tempo si rivolge a Dio per ottenere perdono. Ripetiamola più volte questa "preghiera del cuore" come
un rosario che segna il nostro respiro di fede. Signore, cambia con l'azione del tuo Santo Spirito il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Serena giornata,
don Pasqualino.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Magnifica questa parabola! Vi troviamo l'essenza della preghiera, affidarsi umilmente e con fiducia alla misericordia divina : "o Dio, abbi pietà di me peccatore".
Questa preghiera unisce mente, cuore e corpo in un riconoscimento di quello che noi siamo e nello stesso tempo si rivolge a Dio per ottenere perdono.
Ripetiamola più volte questa "preghiera del cuore" come un rosario che segna il nostro respiro di fede.
Signore, cambia con l'azione del tuo Santo Spirito il nostro cuore di pietra in un cuore di carne.
Serena giornata, don Pasqualino.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Dal Vangelo secondo Luca 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Magnifica questa parabola! Vi troviamo l'essenza della preghiera, affidarsi umilmente e con fiducia alla misericordia divina : "o Dio, abbi pietà di me peccatore".
Questa preghiera unisce mente, cuore e corpo in un riconoscimento di quello che noi siamo e nello stesso tempo si rivolge a Dio per ottenere perdono.
Ripetiamola più volte questa "preghiera del cuore" come un rosario che segna il nostro respiro di fede.
Signore, cambia con l'azione del tuo Santo Spirito il nostro cuore di pietra in un cuore di carne.
Serena giornata, don Pasqualino.
Da domani DOMENICA 27 MARZO cambiano gli orari delle Sante Messe.
Durante la settimana: ore 18:30
Sabato: ore 18:30
Domenica: ore 8:30, 11:30, 18:30.
I nuovi orari entreranno in vigore già da domenica 27 marzo.
Durante la settimana: ore 18:30
Sabato: ore 18:30
Domenica: ore 8:30, 11:30, 18:30.
I nuovi orari entreranno in vigore già da domenica 27 marzo.
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Buona Domenica IV di Quaresima Dal Vangelo secondo Luca 15,1-3.11-32 In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e
gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due
disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte
le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande
carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i
porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno
pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse
incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma
il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso,
ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il
figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo.
Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo
padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un
capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il
vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era
morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». Parola del Signore. Preghiera sul Vangelo: "O Padre buono e grande nel perdono, che offri a tutti
noi figli che torniamo a te con animo pentito l'abbraccio del tuo amore e della riconciliazione, donaci la grazia di una vera conversione, per celebrare con gioia
la Pasqua dell'Agnello."
Buona Domenica IV di Quaresima
Dal Vangelo secondo Luca 15,1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre buono e grande nel perdono, che offri a tutti noi figli che torniamo a te con animo pentito l'abbraccio del tuo amore e della riconciliazione, donaci la grazia di una vera conversione, per celebrare con gioia la Pasqua dell'Agnello."
Dal Vangelo secondo Luca 15,1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre buono e grande nel perdono, che offri a tutti noi figli che torniamo a te con animo pentito l'abbraccio del tuo amore e della riconciliazione, donaci la grazia di una vera conversione, per celebrare con gioia la Pasqua dell'Agnello."
Ultimo aggiornamento: mar 27, 2022 6:13:05pm
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Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio! Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi. Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio! Dal
Vangelo secondo Giovanni 4,43-54 In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella
propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi
infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a
Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli
disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo
figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo
figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre
riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando
tornò dalla Giudea in Galilea. La fede è la molla che permette sempre a Gesù di intervenire. Nel primo miracolo a Cana avevano beneficiato due giovani sposi, in questo
invece un padre preoccupato: Cana ha il sapore di famiglia. La fede è credere che Dio è presente nella nostra vita; è consapevolezza che Egli parla e quindi agisce; è
fiducia in Lui, che può ricreare, salvare e perdonare. Signore, provvedi a noi con il tuo amore, la tua misericordia e la tua grazia a donarci pace e salvezza. Ti
preghiamo, liberaci dal male. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi.
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 4,43-54
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
La fede è la molla che permette sempre a Gesù di intervenire. Nel primo miracolo a Cana avevano beneficiato due giovani sposi, in questo invece un padre preoccupato: Cana ha il sapore di famiglia.
La fede è credere che Dio è presente nella nostra vita; è consapevolezza che Egli parla e quindi agisce; è fiducia in Lui, che può ricreare, salvare e perdonare.
Signore, provvedi a noi con il tuo amore, la tua misericordia e la tua grazia a donarci pace e salvezza. Ti preghiamo, liberaci dal male.
Serena giornata, don Pasqualino.
Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e il Signore sarà con voi.
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 4,43-54
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
La fede è la molla che permette sempre a Gesù di intervenire. Nel primo miracolo a Cana avevano beneficiato due giovani sposi, in questo invece un padre preoccupato: Cana ha il sapore di famiglia.
La fede è credere che Dio è presente nella nostra vita; è consapevolezza che Egli parla e quindi agisce; è fiducia in Lui, che può ricreare, salvare e perdonare.
Signore, provvedi a noi con il tuo amore, la tua misericordia e la tua grazia a donarci pace e salvezza. Ti preghiamo, liberaci dal male.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Crea in me, o Dio un cuore puro; rendimi la gioia della tua salvezza. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Dal Vangelo secondo
Giovanni 5,1-3a.5-16 Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico
Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato.
Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina
quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante
quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non
ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è
l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei
che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Gesù è colui che può liberare in qualsiasi istante qualcuno
dal male fisico e spirituale. Gesù è il Figlio di Dio, il Verbo creatore, il Signore che detta i tempi per il nostro riscatto e ci conduce con sé nella gloria. Non
diamo mai per scontato nulla di ciò che possiamo ricevere dal Signore. Gesù ci offre sempre un'opportunità per uscire dalle nostre situazioni intricate. Signore,
donaci sempre il tuo Santo Spirito e guarisci in noi il male antico del peccato. Serena giornata. don Pasqualino.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Crea in me, o Dio un cuore puro;
rendimi la gioia della tua salvezza.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,1-3a.5-16
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti
si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Gesù è colui che può liberare in qualsiasi istante qualcuno dal male fisico e spirituale. Gesù è il Figlio di Dio, il Verbo creatore, il Signore che detta i tempi per il nostro riscatto e ci conduce con sé nella gloria. Non diamo mai per scontato nulla di ciò che possiamo ricevere dal Signore.
Gesù ci offre sempre un'opportunità per uscire dalle nostre situazioni intricate.
Signore, donaci sempre il tuo Santo Spirito e guarisci in noi il male antico del peccato.
Serena giornata. don Pasqualino.
Crea in me, o Dio un cuore puro;
rendimi la gioia della tua salvezza.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,1-3a.5-16
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti
si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Gesù è colui che può liberare in qualsiasi istante qualcuno dal male fisico e spirituale. Gesù è il Figlio di Dio, il Verbo creatore, il Signore che detta i tempi per il nostro riscatto e ci conduce con sé nella gloria. Non diamo mai per scontato nulla di ciò che possiamo ricevere dal Signore.
Gesù ci offre sempre un'opportunità per uscire dalle nostre situazioni intricate.
Signore, donaci sempre il tuo Santo Spirito e guarisci in noi il male antico del peccato.
Serena giornata. don Pasqualino.
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Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore, chiunque crede in me non morirà in eterno. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,17-30 In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di
ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi
dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il
Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la
vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come
onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha
mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i
morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di
avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei
sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non
posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Il Figlio
opera così come opera il Padre: è questa la testimonianza di Gesù. Dio è datore di vita e chi crede in Lui riceve la vita e la riceve per sempre. È il mistero grande
dell'amore che Gesù ci ha fatto conoscere e che con l'evento pasquale della sua morte e risurrezione ha attuato concretamente per la nostra salvezza. Gloria
al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Trinità Beata, Unico Dio che ci ama e ci offre misericordia, Luce e Vita per l'eternità. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore, chiunque crede in me non morirà in eterno.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,17-30
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come
onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Il Figlio opera così come opera il Padre: è questa la testimonianza di Gesù.
Dio è datore di vita e chi crede in Lui riceve la vita e la riceve per sempre.
È il mistero grande dell'amore che Gesù ci ha fatto conoscere e che con l'evento pasquale della sua morte e risurrezione ha attuato concretamente per la nostra salvezza.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Trinità Beata, Unico Dio che ci ama e ci offre misericordia, Luce e Vita per l'eternità.
Serena giornata, don Pasqualino.
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore, chiunque crede in me non morirà in eterno.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,17-30
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come
onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Il Figlio opera così come opera il Padre: è questa la testimonianza di Gesù.
Dio è datore di vita e chi crede in Lui riceve la vita e la riceve per sempre.
È il mistero grande dell'amore che Gesù ci ha fatto conoscere e che con l'evento pasquale della sua morte e risurrezione ha attuato concretamente per la nostra salvezza.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Trinità Beata, Unico Dio che ci ama e ci offre misericordia, Luce e Vita per l'eternità.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna. Gloria a te, o Cristo, Verbo di
Dio! Dal Vangelo secondo Giovanni 5,31-47 In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un
altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla
verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete
voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io
sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce
né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in
esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco:
non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete
credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già
chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi
scritti, come potrete credere alle mie parole?». Pur avendo ricevuto già testimonianza da Giovanni Battista, Gesù ha quella più autentica del Padre, attraverso le
Scritture, nei miracoli compiuti e nella stessa voce dal cielo che lo proclama suo Figlio. Ma Gesù ha bisogno di convincere anche noi? Lo Spirito Santo proclama ed
insegna al nostro spirito che Gesù è il Messia, il Figlio unigenito del Padre e quindi l'unico Salvatore. Signore, donaci di poterti seguire con fede pura e
sincera e di amarti senza riserve e stanchezze; Tu sei tutto per noi e senza di te non possiamo far nulla. Serena giornata. don Pasqualino
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,31-47
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Pur avendo ricevuto già testimonianza da Giovanni Battista, Gesù ha quella più autentica del Padre, attraverso le Scritture, nei miracoli compiuti e nella stessa voce dal cielo che lo proclama suo Figlio.
Ma Gesù ha bisogno di convincere anche noi? Lo Spirito Santo proclama ed insegna al nostro spirito che Gesù è il Messia, il Figlio unigenito del Padre e quindi l'unico Salvatore.
Signore, donaci di poterti seguire con fede pura e sincera e di amarti senza riserve e stanchezze; Tu sei tutto per noi e senza di te non possiamo far nulla.
Serena giornata. don Pasqualino
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,31-47
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Pur avendo ricevuto già testimonianza da Giovanni Battista, Gesù ha quella più autentica del Padre, attraverso le Scritture, nei miracoli compiuti e nella stessa voce dal cielo che lo proclama suo Figlio.
Ma Gesù ha bisogno di convincere anche noi? Lo Spirito Santo proclama ed insegna al nostro spirito che Gesù è il Messia, il Figlio unigenito del Padre e quindi l'unico Salvatore.
Signore, donaci di poterti seguire con fede pura e sincera e di amarti senza riserve e stanchezze; Tu sei tutto per noi e senza di te non possiamo far nulla.
Serena giornata. don Pasqualino
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Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Dal Vangelo
secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30 In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si
avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse
riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel
tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo
conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua
ora. Il "destino" del Signore Gesù si compie solo e tutto attraverso la volontà del Padre, che scandisce anche il tempo, l' "ora", nel quale
dovrà realizzarsi. Per questo egli è venuto nel mondo, per offrire se stesso come gradito olocausto a Dio. Il suo è un amore senza limiti, che si manifesta non più in
un '"ora", ma in tutto il tempo e nell'oltre. ll nostro ascolto della Parola di Dio sia attento e docile per assecondare lo Spirito Santo. Signore,
aiutaci ad accogliere con cuore docile e sincero la tua volontà e la tua verità che ci salvano. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Il "destino" del Signore Gesù si compie solo e tutto attraverso la volontà del Padre, che scandisce anche il tempo, l' "ora", nel quale dovrà realizzarsi.
Per questo egli è venuto nel mondo, per offrire se stesso come gradito olocausto a Dio. Il suo è un amore senza limiti, che si manifesta non più in un '"ora", ma in tutto il tempo e nell'oltre. ll nostro ascolto della Parola di Dio sia attento e docile per assecondare lo Spirito Santo.
Signore, aiutaci ad accogliere con cuore docile e sincero la tua volontà e la tua verità che ci salvano.
Serena giornata, don Pasqualino.
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Il "destino" del Signore Gesù si compie solo e tutto attraverso la volontà del Padre, che scandisce anche il tempo, l' "ora", nel quale dovrà realizzarsi.
Per questo egli è venuto nel mondo, per offrire se stesso come gradito olocausto a Dio. Il suo è un amore senza limiti, che si manifesta non più in un '"ora", ma in tutto il tempo e nell'oltre. ll nostro ascolto della Parola di Dio sia attento e docile per assecondare lo Spirito Santo.
Signore, aiutaci ad accogliere con cuore docile e sincero la tua volontà e la tua verità che ci salvano.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio! Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza. Gloria a te, o
Cristo, Verbo di Dio! Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-53 In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!».
Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il
villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le
guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato
così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce
la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo
ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa
sua. La presunzione è madre di false certezze e di ingiustizia, lo vediamo in questo brano del Vangelo, dove Gesù è giudicato sulla base delle scritture profetiche, le
quali certo dicono la verità, ma non sono bene applicate per mancanza di vera conoscenza. L'evidenza dei fatti fa dire ad alcuni: "Mai un uomo ha parlato così
", ma senza la fede la verità resta lontana. Signore, con l'azione del tuo Santo Spirito, apri la nostra mente e il nostro cuore a credere senza riserve alla
tua Parola. Serena giornata, don Pasqualino.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-53
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
La presunzione è madre di false certezze e di ingiustizia, lo vediamo in questo brano del Vangelo, dove Gesù è giudicato sulla base delle scritture profetiche, le quali certo dicono la verità, ma non sono bene applicate per mancanza di vera conoscenza.
L'evidenza dei fatti fa dire ad alcuni: "Mai un uomo ha parlato così ", ma senza la fede la verità resta lontana.
Signore, con l'azione del tuo Santo Spirito, apri la nostra mente e il nostro cuore a credere senza riserve alla tua Parola.
Serena giornata, don Pasqualino.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-53
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
La presunzione è madre di false certezze e di ingiustizia, lo vediamo in questo brano del Vangelo, dove Gesù è giudicato sulla base delle scritture profetiche, le quali certo dicono la verità, ma non sono bene applicate per mancanza di vera conoscenza.
L'evidenza dei fatti fa dire ad alcuni: "Mai un uomo ha parlato così ", ma senza la fede la verità resta lontana.
Signore, con l'azione del tuo Santo Spirito, apri la nostra mente e il nostro cuore a credere senza riserve alla tua Parola.
Serena giornata, don Pasqualino.
Parrocchia Santa Maria Odigitria
Adorazione Eucaristica 30 Marzo 2022
Mamme in preghiera.
Ancora una volta le mamme in preghiera insieme al caro sacerdote Don Antonio si sono riunite davanti a Gesù Eucarestia, per adorarlo, lodarlo e contemplarlo.
È meraviglioso essere circondati dal suo sguardo! Lui ci aspetta con Pazienza e Amore.
Il Dono che Gesù offre all'umanità nel Sacrificio della Croce è perpetuato nel dono del sacrificio Eucarestia.
Signore, non potevi scegliere niente di più significativo che il Pane per rivelarci le intenzioni del tuo cuore.
Il Pane è semplicità, il Pane è quotidianità, il Pane è tutto.
O Maria porta del Cielo e piena di grazia, ti chiediamo la grazia di iniziare ogni giorno alzando gli occhi al cielo, verso Dio, per dirgli il nostro "grazie", come i piccoli lo dicono ai grandi.🙏
Adorazione Eucaristica 30 Marzo 2022
Mamme in preghiera.
Ancora una volta le mamme in preghiera insieme al caro sacerdote Don Antonio si sono riunite davanti a Gesù Eucarestia, per adorarlo, lodarlo e contemplarlo.
È meraviglioso essere circondati dal suo sguardo! Lui ci aspetta con Pazienza e Amore.
Il Dono che Gesù offre all'umanità nel Sacrificio della Croce è perpetuato nel dono del sacrificio Eucarestia.
Signore, non potevi scegliere niente di più significativo che il Pane per rivelarci le intenzioni del tuo cuore.
Il Pane è semplicità, il Pane è quotidianità, il Pane è tutto.
O Maria porta del Cielo e piena di grazia, ti chiediamo la grazia di iniziare ogni giorno alzando gli occhi al cielo, verso Dio, per dirgli il nostro "grazie", come i piccoli lo dicono ai grandi.🙏
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Buona Domenica V di Quaresima Dal Vangelo secondo Giovanni 8,1-11 In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e
tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in
mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne
dici?”. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano
nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito
ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno
ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. Preghiera sul Vangelo: "Dio di
misericordia, che rinnovi in Cristo tutte le cose: davanti a te sta la nostra miseria. Tu che hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare ma per salvare il
mondo, perdona ogni nostra colpa, perché rifiorisca nel cuore il canto della gratitudine e della gioia."
Buona Domenica V di Quaresima
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio di misericordia, che rinnovi in Cristo tutte le cose: davanti a te sta la nostra miseria. Tu che hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa, perché rifiorisca nel cuore il canto della gratitudine e della gioia."
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
Preghiera sul Vangelo:
"Dio di misericordia, che rinnovi in Cristo tutte le cose: davanti a te sta la nostra miseria. Tu che hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa, perché rifiorisca nel cuore il canto della gratitudine e della gioia."
Ultimo aggiornamento: apr 03, 2022 6:29:49pm
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Io sono la luce del mondo, dice il Signore, chi segue me avrà la luce della vita. Lode e onore a te, Signore Gesù! Dal Vangelo secondo
Giovanni 8,12-20 In quel tempo, Gesù parlò ai farisei e disse:«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli
dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia
testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico
nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza
di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?».
Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre
insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora. Gesù è colui che come Figlio di Dio ha in sé la luce e la diffonde su coloro che
credono in lui. Gesù è luce che rischiara le tenebre del mondo ed offre così la possibilità di seguire la via che conduce alla salvezza. Solo conoscendo lui è possibile
conoscere il Padre ed entrare nel suo mistero di amore e misericordia. Signore, donaci di comprendere e vivere il mistero di luce che ti caratterizza e anche attraverso
la nostra piccola fiammella il tuo regno di pace possa diffondersi per tutto il mondo. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore,
chi segue me avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,12-20
In quel tempo, Gesù parlò ai farisei e disse:«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
Gesù è colui che come Figlio di Dio ha in sé la luce e la diffonde su coloro che credono in lui. Gesù è luce che rischiara le tenebre del mondo ed offre così la possibilità di seguire la via che conduce alla salvezza. Solo conoscendo lui è possibile conoscere il Padre ed entrare nel suo mistero di amore e misericordia.
Signore, donaci di comprendere e vivere il mistero di luce che ti caratterizza e anche attraverso la nostra piccola fiammella il tuo regno di pace possa diffondersi per tutto il mondo.
Serena giornata, don Pasqualino.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore,
chi segue me avrà la luce della vita.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,12-20
In quel tempo, Gesù parlò ai farisei e disse:«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
Gesù è colui che come Figlio di Dio ha in sé la luce e la diffonde su coloro che credono in lui. Gesù è luce che rischiara le tenebre del mondo ed offre così la possibilità di seguire la via che conduce alla salvezza. Solo conoscendo lui è possibile conoscere il Padre ed entrare nel suo mistero di amore e misericordia.
Signore, donaci di comprendere e vivere il mistero di luce che ti caratterizza e anche attraverso la nostra piccola fiammella il tuo regno di pace possa diffondersi per tutto il mondo.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo: chiunque trova lui, ha la vita eterna. Lode e onore a te, Signore Gesù! Dal Vangelo
secondo Giovanni 8,21-30 In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire».
Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù;
voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero,
e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora
conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché
faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Il discorso di Gesù è tutto segnato dal suo rapporto con il Padre e da ciò
che tra non molto si compirà: il suo mistero pasquale. "Io sono" è il nome di Dio rivelato a Mose'. "Guardare " la Croce, allora, con gli occhi
di chi accoglie la Parola autentica e adora il Figlio di Dio lì crocifisso: questa è la salvezza! Signore, donaci occhi limpidi e cuore puro per poter comprendere e
vivere l'immensa ricchezza della tua salvezza operata sulla Croce. A te la lode e la gloria con il Padre e lo Spirito Santo. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,21-30
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Il discorso di Gesù è tutto segnato dal suo rapporto con il Padre e da ciò che tra non molto si compirà: il suo mistero pasquale.
"Io sono" è il nome di Dio rivelato a Mose'.
"Guardare " la Croce, allora, con gli occhi di chi accoglie la Parola autentica e adora il Figlio di Dio lì crocifisso: questa è la salvezza!
Signore, donaci occhi limpidi e cuore puro per poter comprendere e vivere l'immensa ricchezza della tua salvezza operata sulla Croce. A te la lode e la gloria con il Padre e lo Spirito Santo.
Serena giornata, don Pasqualino.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,21-30
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Il discorso di Gesù è tutto segnato dal suo rapporto con il Padre e da ciò che tra non molto si compirà: il suo mistero pasquale.
"Io sono" è il nome di Dio rivelato a Mose'.
"Guardare " la Croce, allora, con gli occhi di chi accoglie la Parola autentica e adora il Figlio di Dio lì crocifisso: questa è la salvezza!
Signore, donaci occhi limpidi e cuore puro per poter comprendere e vivere l'immensa ricchezza della tua salvezza operata sulla Croce. A te la lode e la gloria con il Padre e lo Spirito Santo.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza. Lode e onore a te,
Signore Gesù! Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42 In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei
discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire:
“Diventerete liberi”?». Gesů rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre
nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di
uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre
vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un
uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da
prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso,
ma lui mi ha mandato». Continua il confronto tra Gesù e i giudei ed Egli ci offre ancora un motivo per seguirlo: essere veramente liberi. Con la sua morte in Croce ci
ha riscattati dal male e dal peccato, di cui eravamo schiavi, e ci ha reso figli di Dio nella pace e nella giustizia. Ogni qual volta cadiamo in questa schiavitù,
possiamo essere subito liberati dalla sua misericordia e dalla sua grazia. Signore, fa che ricerchiamo tutti i doni del tuo amore per essere veramente liberi e sentirci
pienamente tuoi figli. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesů rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Continua il confronto tra Gesù e i giudei ed Egli ci offre ancora un motivo per seguirlo: essere veramente liberi.
Con la sua morte in Croce ci ha riscattati dal male e dal peccato, di cui eravamo schiavi, e ci ha reso figli di Dio nella pace e nella giustizia. Ogni qual volta cadiamo in questa schiavitù, possiamo essere subito liberati dalla sua misericordia e dalla sua grazia.
Signore, fa che ricerchiamo tutti i doni del tuo amore per essere veramente liberi e sentirci pienamente tuoi figli.
Serena giornata, don Pasqualino.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesů rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Continua il confronto tra Gesù e i giudei ed Egli ci offre ancora un motivo per seguirlo: essere veramente liberi.
Con la sua morte in Croce ci ha riscattati dal male e dal peccato, di cui eravamo schiavi, e ci ha reso figli di Dio nella pace e nella giustizia. Ogni qual volta cadiamo in questa schiavitù, possiamo essere subito liberati dalla sua misericordia e dalla sua grazia.
Signore, fa che ricerchiamo tutti i doni del tuo amore per essere veramente liberi e sentirci pienamente tuoi figli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore. Lode e onore a te, Signore Gesù! Dal Vangelo secondo Giovanni
8,51-59 In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei:
«Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più
grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe
nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un
mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei
gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora
raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Gesù ha vissuto operando sempre unito al Padre, Lui e il Padre sono una cosa
sola e questa è la sua forza: essere unito a Colui che lo ha mandato! Ogni giorno noi possiamo affrontare le difficoltà della vita con la forza di Dio, nella misura che
anche noi restiamo uniti a Gesù e quindi al Padre. Nell'amore e nella misericordia di Dio possiamo trovare "l'uscita di sicurezza" per tutti i
problemi in cui siamo coinvolti. Signore, Tu che sei la vita senza fine e ci chiami a conquistare l'eternità, donaci di poter sempre vivere e sperare camminando
accanto a Te nell'oggi della fede. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,51-59
In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Gesù ha vissuto operando sempre unito al Padre, Lui e il Padre sono una cosa sola e questa è la sua forza: essere unito a Colui che lo ha mandato! Ogni giorno noi possiamo affrontare le difficoltà della vita con la forza di Dio, nella misura che anche noi restiamo uniti a Gesù e quindi al Padre.
Nell'amore e nella misericordia di Dio possiamo trovare "l'uscita di sicurezza" per tutti i problemi in cui siamo coinvolti.
Signore, Tu che sei la vita senza fine e ci chiami a conquistare l'eternità, donaci di poter sempre vivere e sperare camminando accanto a Te nell'oggi della fede.
Serena giornata, don Pasqualino.
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 8,51-59
In quel tempo, disse Gesù ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Gesù ha vissuto operando sempre unito al Padre, Lui e il Padre sono una cosa sola e questa è la sua forza: essere unito a Colui che lo ha mandato! Ogni giorno noi possiamo affrontare le difficoltà della vita con la forza di Dio, nella misura che anche noi restiamo uniti a Gesù e quindi al Padre.
Nell'amore e nella misericordia di Dio possiamo trovare "l'uscita di sicurezza" per tutti i problemi in cui siamo coinvolti.
Signore, Tu che sei la vita senza fine e ci chiami a conquistare l'eternità, donaci di poter sempre vivere e sperare camminando accanto a Te nell'oggi della fede.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. Lode e onore a te, Signore Gesù! Dal Vangelo secondo
Giovanni 10,31-42 In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per
quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro
Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura
non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le
opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre».
Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e
qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti
credettero in lui. Le opere che Gesù compie, esse sono la testimonianza viva della sua appartenenza divina! Gesù proclama la verità su Dio e su se stesso, egli è il
Messia, il Cristo, venuto nel mondo per la salvezza di tutti. Anche noi, oggi, dobbiamo semplicemente scrutare all'interno del nostro cuore la dimora della SS.
Trinità e rileggere gli straordinari interventi di Dio nella nostra storia. Signore, grazie per il tuo amore che ci salva e per la pace che dimora nei nostri cuori,
frutto della tua misericordia. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,31-42
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Le opere che Gesù compie, esse sono la testimonianza viva della sua appartenenza divina! Gesù proclama la verità su Dio e su se stesso, egli è il Messia, il Cristo, venuto nel mondo per la salvezza di tutti.
Anche noi, oggi, dobbiamo semplicemente scrutare all'interno del nostro cuore la dimora della SS. Trinità e rileggere gli straordinari interventi di Dio nella nostra storia.
Signore, grazie per il tuo amore che ci salva e per la pace che dimora nei nostri cuori, frutto della tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,31-42
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Le opere che Gesù compie, esse sono la testimonianza viva della sua appartenenza divina! Gesù proclama la verità su Dio e su se stesso, egli è il Messia, il Cristo, venuto nel mondo per la salvezza di tutti.
Anche noi, oggi, dobbiamo semplicemente scrutare all'interno del nostro cuore la dimora della SS. Trinità e rileggere gli straordinari interventi di Dio nella nostra storia.
Signore, grazie per il tuo amore che ci salva e per la pace che dimora nei nostri cuori, frutto della tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
Domenica delle Palme le Sante Messe saranno ai seguenti orari:
Alle ore 8:30.
Solo alle ore 11:00 ci sarà la benedizione delle palme sul sagrato della chiesa, a seguire ci sarà la Santa Messa.
Alle ore 18:30.
Le palme verranno benedette ad ogni Messa all'inizio della celebrazione, compresa quella prefestiva del sabato alle 18:30.
Alle ore 8:30.
Solo alle ore 11:00 ci sarà la benedizione delle palme sul sagrato della chiesa, a seguire ci sarà la Santa Messa.
Alle ore 18:30.
Le palme verranno benedette ad ogni Messa all'inizio della celebrazione, compresa quella prefestiva del sabato alle 18:30.
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Lode e onore a te, Signore Gesù! Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore, e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Lode e onore a te, Signore
Gesù! Dal Vangelo secondo Giovanni 11,45-56 In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione
di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono
il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il
nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente
per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno,
profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque
decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove
rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando
nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». È proprio doloroso constatare che qualcuno venga condannato per il bene che ha compiuto; così è
successo a Gesù. Nel suo caso addirittura si è pensato di fare cosa gradita a Dio. Comunque Gesù dispone della sua vita e consente che lo si possa uccidere perché si
realizzi la salvezza e la redenzione del mondo. Talvolta anche noi, distratti dalle nostre vicende, possiamo non accorgerci di quello che Dio opera con il suo amore.
Signore, concedici di poterti sempre lodare e ringraziare per tutti i benefici che compi a nostro favore. Serena giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore, e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 11,45-56
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
È proprio doloroso constatare che qualcuno venga condannato per il bene che ha compiuto; così è successo a Gesù.
Nel suo caso addirittura si è pensato di fare cosa gradita a Dio.
Comunque Gesù dispone della sua vita e consente che lo si possa uccidere perché si realizzi la salvezza e la redenzione del mondo. Talvolta anche noi, distratti dalle nostre vicende, possiamo non accorgerci di quello che Dio opera con il suo amore.
Signore, concedici di poterti sempre lodare e ringraziare per tutti i benefici che compi a nostro favore.
Serena giornata, don Pasqualino.
Liberatevi da tutte le iniquità commesse, dice il Signore, e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 11,45-56
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
È proprio doloroso constatare che qualcuno venga condannato per il bene che ha compiuto; così è successo a Gesù.
Nel suo caso addirittura si è pensato di fare cosa gradita a Dio.
Comunque Gesù dispone della sua vita e consente che lo si possa uccidere perché si realizzi la salvezza e la redenzione del mondo. Talvolta anche noi, distratti dalle nostre vicende, possiamo non accorgerci di quello che Dio opera con il suo amore.
Signore, concedici di poterti sempre lodare e ringraziare per tutti i benefici che compi a nostro favore.
Serena giornata, don Pasqualino.
"Poi cala il silenzio. Il silenzio del sabato santo. Il silenzio dell'attesa. Attesa che non sarà delusa"
Oggi i bambini e ragazzi di tutte le associazioni parrocchiali hanno vissuto insieme la Via Crucis 🥰
#SulleAliDellAmore
Oggi i bambini e ragazzi di tutte le associazioni parrocchiali hanno vissuto insieme la Via Crucis 🥰
#SulleAliDellAmore
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Santa Domenica delle Palme (Ingresso di Gesù in Gerusalemme). Dal Vangelo secondo Luca 19,28-40 In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro
legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il
Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli
sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i
prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la
folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Preghiera sul Vangelo:
"Signore, con la tua vita donata agli altri fino al dramma della passione, tu metti in crisi i nostri sogni e i nostri progetti. Eppure sei il senso della nostra
vita. Vogliamo metterci alla tua scuola. Fa' delle povere storie della nostra vita e del nostro dolore, la tua storia con noi."
Santa Domenica delle Palme (Ingresso di Gesù in Gerusalemme).
Dal Vangelo secondo Luca 19,28-40
In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
Preghiera sul Vangelo:
"Signore, con la tua vita donata agli altri fino al dramma della passione, tu metti in crisi i nostri sogni e i nostri progetti. Eppure sei il senso della nostra vita. Vogliamo metterci alla tua scuola. Fa' delle povere storie della nostra vita e del nostro dolore, la tua storia con noi."
Dal Vangelo secondo Luca 19,28-40
In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
Preghiera sul Vangelo:
"Signore, con la tua vita donata agli altri fino al dramma della passione, tu metti in crisi i nostri sogni e i nostri progetti. Eppure sei il senso della nostra vita. Vogliamo metterci alla tua scuola. Fa' delle povere storie della nostra vita e del nostro dolore, la tua storia con noi."
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LUNEDÌ SANTO Lode e onore a te, Signore Gesù! Salve, nostro Re: tu solo hai compassione di noi peccatori. Lode e onore a te, Signore Gesù! Dal Vangelo secondo Giovanni
12,1-11 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva
e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi
capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto
questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa,
prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre
con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che
egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
A casa degli amici Gesù accetta di essere onorato. È la presenza di Dio che viene riconosciuta, soprattutto nel gesto di Maria, che colma di amore profetico, unge i
piedi del Maestro con un nardo prezioso, anticipazione della sua morte e risurrezione. Signore Gesù, figlio di Dio, venuto nel mondo per essere l'uomo più
familiare della nostra casa, vieni stasera e ogni sera a consumare presso di noi la cena degli amici. Fa' di ciascuno di noi la tua Betania profumata di nardo.
Santa giornata, don Pasqualino.
LUNEDÌ SANTO
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re:
tu solo hai compassione di noi peccatori.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
A casa degli amici Gesù accetta di essere onorato. È la presenza di Dio che viene riconosciuta, soprattutto nel gesto di Maria, che colma di amore profetico, unge i piedi del Maestro con un nardo prezioso, anticipazione della sua morte e risurrezione.
Signore Gesù, figlio di Dio, venuto nel mondo per essere l'uomo più familiare della nostra casa, vieni stasera e ogni sera a consumare presso di noi la cena degli amici. Fa' di ciascuno di noi la tua Betania profumata di nardo.
Santa giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re:
tu solo hai compassione di noi peccatori.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
A casa degli amici Gesù accetta di essere onorato. È la presenza di Dio che viene riconosciuta, soprattutto nel gesto di Maria, che colma di amore profetico, unge i piedi del Maestro con un nardo prezioso, anticipazione della sua morte e risurrezione.
Signore Gesù, figlio di Dio, venuto nel mondo per essere l'uomo più familiare della nostra casa, vieni stasera e ogni sera a consumare presso di noi la cena degli amici. Fa' di ciascuno di noi la tua Betania profumata di nardo.
Santa giornata, don Pasqualino.
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MARTEDI SANTO Lode e onore a te, Signore Gesù! Salve, nostro Re, obbediente al Padre: sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello. Lode e onore a
te, Signore Gesù! Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38 In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In
verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù
amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli
disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone
Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse
detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare
qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato
glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi
cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù:
«Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù:
«Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». Il vangelo oggi presenta Gesù
"profondamente turbato " . C'è Giuda, che fa entrare Satana nel suo cuore ed esce per tradire il Maestro. C'è Pietro, che per paura lo
rinneghera'. Ma c'è anche Giovanni che chinandosi sul petto di Gesù ne riceve una confidenza. Signore, donaci, come Pietro, la possibilità di poter piangere
per i nostri peccati e di poter provare il tuo perdono attraverso lo sguardo misericordioso del tuo Santo Spirito. Santa giornata, don Pasqualino.
MARTEDI SANTO
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Il vangelo oggi presenta Gesù "profondamente turbato " .
C'è Giuda, che fa entrare Satana nel suo cuore ed esce per tradire il Maestro.
C'è Pietro, che per paura lo rinneghera'.
Ma c'è anche Giovanni che chinandosi sul petto di Gesù ne riceve una confidenza.
Signore, donaci, come Pietro, la possibilità di poter piangere per i nostri peccati e di poter provare il tuo perdono attraverso lo sguardo misericordioso del tuo Santo Spirito.
Santa giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Il vangelo oggi presenta Gesù "profondamente turbato " .
C'è Giuda, che fa entrare Satana nel suo cuore ed esce per tradire il Maestro.
C'è Pietro, che per paura lo rinneghera'.
Ma c'è anche Giovanni che chinandosi sul petto di Gesù ne riceve una confidenza.
Signore, donaci, come Pietro, la possibilità di poter piangere per i nostri peccati e di poter provare il tuo perdono attraverso lo sguardo misericordioso del tuo Santo Spirito.
Santa giornata, don Pasqualino.
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MERCOLEDÌ SANTO Lode e onore a te, Signore Gesù! Salve, nostro Re, obbediente al Padre: sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello. Lode e onore a
te, Signore Gesù! Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25 In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi
perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli
Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da
un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono
la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati,
cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio
dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il
traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». È ormai giunta "l'ora" e Gesù in maniera diretta svela a Giuda il suo
"terribile incarico". Trenta monete d'argento, quanto è banale e meschino l'uomo che vende persino il suo Dio. Con ardore ed impegno cerchiamo
sempre di evitare di lasciare Colui che ci ha ridato vita e camminiamo con impegno sulla via della fedeltà a Lui. Signore, aiutaci ad essere validi cirenei, capaci di
portare con coraggio la croce, e resistere alle tentazioni della ricchezza e del potere. Santa giornata, don Pasqualino.
MERCOLEDÌ SANTO
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
È ormai giunta "l'ora" e Gesù in maniera diretta svela a Giuda il suo "terribile incarico". Trenta monete d'argento, quanto è banale e meschino l'uomo che vende persino il suo Dio. Con ardore ed impegno cerchiamo sempre di evitare di lasciare Colui che ci ha ridato vita e camminiamo con impegno sulla via della fedeltà a Lui.
Signore, aiutaci ad essere validi cirenei, capaci di portare con coraggio la croce, e resistere alle tentazioni della ricchezza e del potere.
Santa giornata, don Pasqualino.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dal Vangelo secondo Matteo 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
È ormai giunta "l'ora" e Gesù in maniera diretta svela a Giuda il suo "terribile incarico". Trenta monete d'argento, quanto è banale e meschino l'uomo che vende persino il suo Dio. Con ardore ed impegno cerchiamo sempre di evitare di lasciare Colui che ci ha ridato vita e camminiamo con impegno sulla via della fedeltà a Lui.
Signore, aiutaci ad essere validi cirenei, capaci di portare con coraggio la croce, e resistere alle tentazioni della ricchezza e del potere.
Santa giornata, don Pasqualino.
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GIOVEDÌ SANTO Festa del Sacerdozio e dell'Eucaristia. Santa giornata, don Pasqualino. Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15 Prima della festa di Pasqua, Gesù,
sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il
diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e
a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi
dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù:
«Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai
parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi
se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i
piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi
facciate come io ho fatto a voi». Signore Gesù, che sei venuto a radunarci attorno all'unica mensa del Padre, trasforma quanto in noi resiste alla tua grazia e,
restaurata nel nostro intimo la pace, potremo divenire con te ostia vivente, pane santo della filiale obbedienza. Spezza contro la tua croce la nostra superbia,
allontana da noi ogni discordia mentre insieme partecipiamo al tuo corpo e al tuo sangue. Immersi nella pienezza del tuo amore, aiutaci a fare nostra l'onda di
carità che, inesauribile, sgorga dal tuo cuore. Amen (Da una preghiera della liturgia mozarabica).
GIOVEDÌ SANTO
Festa del Sacerdozio e dell'Eucaristia.
Santa giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Signore Gesù, che sei venuto a radunarci attorno all'unica mensa del Padre, trasforma quanto in noi resiste alla tua grazia e, restaurata nel nostro intimo la pace, potremo divenire con te ostia vivente, pane santo della filiale obbedienza. Spezza contro la tua croce la nostra superbia, allontana da noi ogni discordia mentre insieme partecipiamo al tuo corpo e al tuo sangue. Immersi nella pienezza del tuo amore, aiutaci a fare nostra l'onda di carità che, inesauribile, sgorga dal tuo cuore. Amen
(Da una preghiera della liturgia mozarabica).
Festa del Sacerdozio e dell'Eucaristia.
Santa giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Signore Gesù, che sei venuto a radunarci attorno all'unica mensa del Padre, trasforma quanto in noi resiste alla tua grazia e, restaurata nel nostro intimo la pace, potremo divenire con te ostia vivente, pane santo della filiale obbedienza. Spezza contro la tua croce la nostra superbia, allontana da noi ogni discordia mentre insieme partecipiamo al tuo corpo e al tuo sangue. Immersi nella pienezza del tuo amore, aiutaci a fare nostra l'onda di carità che, inesauribile, sgorga dal tuo cuore. Amen
(Da una preghiera della liturgia mozarabica).
«Dal sacrificio di Gesù in croce fiorisce la SPERANZA della vera VITA»
Si conclude così il cammino di Quaresima dei ragazzi dell'Oratorio parrocchiale che in queste settimane, attraverso un laboratorio creativo, sono stati guidati a comprendere come la croce, da simbolo della sofferenza e del sacrificio di Cristo, possa diventare albero fiorito dal quale nasce la vera Vita.
A noi l'impegno di continuare ad alimentare, come gocce d'acqua, la crescita di quest'albero attraverso le nostre buone azioni.
Si conclude così il cammino di Quaresima dei ragazzi dell'Oratorio parrocchiale che in queste settimane, attraverso un laboratorio creativo, sono stati guidati a comprendere come la croce, da simbolo della sofferenza e del sacrificio di Cristo, possa diventare albero fiorito dal quale nasce la vera Vita.
A noi l'impegno di continuare ad alimentare, come gocce d'acqua, la crescita di quest'albero attraverso le nostre buone azioni.
Ultimo aggiornamento: apr 14, 2022 7:01:46pm
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VENERDI SANTO Facciamo memoria della morte del Signore. Santa giornata, don Pasqualino. Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1- 19,42 In quel
tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva
quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei
sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli
risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano»,
perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì
il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il
Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli
infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il
popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo
sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare
Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano
acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli
e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non
ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo,
una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma
se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero:
«Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato
l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio.
Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate
contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la
vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte
doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno
parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno
non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di
quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare
testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse
loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in
libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece
flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano:
«Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa
alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie
gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una
Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a
Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti
in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più
grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro
Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua,
verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?».
Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si
avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose
anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù
fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei
Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le
sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò
dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica
hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù
allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da
quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso
pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E,
chinato il capo, consegnò lo spirito. (Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa) Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla
croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i
soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le
gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa
che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della
Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto». Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore
dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in
precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli,
insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo,
nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. Stendendo le tue
mani sulla Croce, o Cristo, hai riempito il mondo della tenerezza del Padre. Per questo noi intoniamo a te un canto di vittoria. Ti sei lasciato appendere alla Croce
per effondere su tutti la luce del perdono, e dal tuo petto squarciato fluiscono verso di noi le onde della vita. O Cristo, amore crocifisso fino alla fine del mondo
nelle membra del tuo corpo, fa' che sappiamo oggi comunicare alla tua passione e alla tua morte per gustare la tua gloria di risorto. Amen.
VENERDI SANTO
Facciamo memoria della morte del Signore.
Santa giornata, don Pasqualino.
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1- 19,42
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
(Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa)
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Stendendo le tue mani sulla Croce, o Cristo, hai riempito il mondo della tenerezza del Padre. Per questo noi intoniamo a te un canto di vittoria.
Ti sei lasciato appendere alla Croce per effondere su tutti la luce del perdono, e dal tuo petto squarciato fluiscono verso di noi le onde della vita.
O Cristo, amore crocifisso fino alla fine del mondo nelle membra del tuo corpo, fa' che sappiamo oggi comunicare alla tua passione e alla tua morte per gustare la tua gloria di risorto. Amen.
Facciamo memoria della morte del Signore.
Santa giornata, don Pasqualino.
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1- 19,42
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante. Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
(Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa)
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
Stendendo le tue mani sulla Croce, o Cristo, hai riempito il mondo della tenerezza del Padre. Per questo noi intoniamo a te un canto di vittoria.
Ti sei lasciato appendere alla Croce per effondere su tutti la luce del perdono, e dal tuo petto squarciato fluiscono verso di noi le onde della vita.
O Cristo, amore crocifisso fino alla fine del mondo nelle membra del tuo corpo, fa' che sappiamo oggi comunicare alla tua passione e alla tua morte per gustare la tua gloria di risorto. Amen.
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SABATO SANTO Il Sabato Santo, nel “Triduo Pasquale”, è il giorno dove predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro. Poi
verrà la gioia della Domenica di Pasqua con la sua Resurrezione, ma nel sabato incombe il silenzio del riposo della morte. Santa giornata, don Pasqualino. Da un’antica
«Omelia sul Sabato santo» La discesa agli inferi del Signore Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio
perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella
carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che
siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro
portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio
Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo
ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a
coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi!
Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige,
fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura. Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il
Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la
debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano
ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale.
Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue
spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la
lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno
ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te. Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla
terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che
sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non
sei Dio. Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti.
In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli. Adoriamo e benediciamo il nostro Redentore che patì, morì per noi e fu sepolto, per risorgere
a vita immortale. Pieni di riconoscenza e di amore rivolgiamo al Cristo la nostra preghiera: Abbi pietà di noi, Signore. Cristo Salvatore, che hai voluto vicino alla
tua croce e al tuo sepolcro la tua Madre addolorata, - fa' che in mezzo alle sofferenze e alle lotte della vita comunichiamo alla tua passione. Cristo Signore, che
come il chicco di frumento fosti sepolto nella terra per una sovrabbondante messe di vita eterna, - fa' che, morti definitivamente al peccato, viviamo con te per
il Padre. Maestro divino, che nei giorni della sepoltura ti sei nascosto agli occhi di tutti gli uomini, - insegnaci ad amare la vita nascosta con te nel mistero del
Padre. Nuovo Adamo, che sei disceso nel regno dei morti per liberare le anime dei giusti prigionieri fin dall'origine del mondo, - fa' che tutti coloro che
sono prigionieri del male ascoltino la tua voce e risorgano insieme con te. Cristo, Figlio di Dio, che mediante il battesimo ci hai uniti misticamente a te nella morte
e nella sepoltura, - fa' che, configurati alla tua risurrezione, viviamo una vita nuova. ORAZIONE O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il
mistero del Figlio tuo Unigenito disceso nelle viscere della terra, fa' che sepolti con lui nel battesimo, risorgiamo con lui nella gloria della risurrezione. Egli
è Dio, e vive e regna per tutti i secoli dei secoli.
SABATO SANTO
Il Sabato Santo, nel “Triduo Pasquale”, è il giorno dove predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro.
Poi verrà la gioia della Domenica di Pasqua con la sua Resurrezione, ma nel sabato incombe il silenzio del riposo della morte.
Santa giornata, don Pasqualino.
Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»
La discesa agli inferi del Signore
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati.
Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli.
Adoriamo e benediciamo il nostro Redentore che patì, morì per noi e fu sepolto, per risorgere a vita immortale. Pieni di riconoscenza e di amore rivolgiamo al Cristo la nostra preghiera:
Abbi pietà di noi, Signore.
Cristo Salvatore, che hai voluto vicino alla tua croce e al tuo sepolcro la tua Madre addolorata,
- fa' che in mezzo alle sofferenze e alle lotte della vita comunichiamo alla tua passione.
Cristo Signore, che come il chicco di frumento fosti sepolto nella terra per una sovrabbondante messe di vita eterna,
- fa' che, morti definitivamente al peccato, viviamo con te per il Padre.
Maestro divino, che nei giorni della sepoltura ti sei nascosto agli occhi di tutti gli uomini,
- insegnaci ad amare la vita nascosta con te nel mistero del Padre.
Nuovo Adamo, che sei disceso nel regno dei morti per liberare le anime dei giusti prigionieri fin dall'origine del mondo,
- fa' che tutti coloro che sono prigionieri del male ascoltino la tua voce e risorgano insieme con te.
Cristo, Figlio di Dio, che mediante il battesimo ci hai uniti misticamente a te nella morte e nella sepoltura,
- fa' che, configurati alla tua risurrezione, viviamo una vita nuova.
ORAZIONE
O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il mistero del Figlio tuo Unigenito disceso nelle viscere della terra, fa' che sepolti con lui nel battesimo, risorgiamo con lui nella gloria della risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna per tutti i secoli dei secoli.
Il Sabato Santo, nel “Triduo Pasquale”, è il giorno dove predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro.
Poi verrà la gioia della Domenica di Pasqua con la sua Resurrezione, ma nel sabato incombe il silenzio del riposo della morte.
Santa giornata, don Pasqualino.
Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»
La discesa agli inferi del Signore
Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi, mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati.
Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli.
Adoriamo e benediciamo il nostro Redentore che patì, morì per noi e fu sepolto, per risorgere a vita immortale. Pieni di riconoscenza e di amore rivolgiamo al Cristo la nostra preghiera:
Abbi pietà di noi, Signore.
Cristo Salvatore, che hai voluto vicino alla tua croce e al tuo sepolcro la tua Madre addolorata,
- fa' che in mezzo alle sofferenze e alle lotte della vita comunichiamo alla tua passione.
Cristo Signore, che come il chicco di frumento fosti sepolto nella terra per una sovrabbondante messe di vita eterna,
- fa' che, morti definitivamente al peccato, viviamo con te per il Padre.
Maestro divino, che nei giorni della sepoltura ti sei nascosto agli occhi di tutti gli uomini,
- insegnaci ad amare la vita nascosta con te nel mistero del Padre.
Nuovo Adamo, che sei disceso nel regno dei morti per liberare le anime dei giusti prigionieri fin dall'origine del mondo,
- fa' che tutti coloro che sono prigionieri del male ascoltino la tua voce e risorgano insieme con te.
Cristo, Figlio di Dio, che mediante il battesimo ci hai uniti misticamente a te nella morte e nella sepoltura,
- fa' che, configurati alla tua risurrezione, viviamo una vita nuova.
ORAZIONE
O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il mistero del Figlio tuo Unigenito disceso nelle viscere della terra, fa' che sepolti con lui nel battesimo, risorgiamo con lui nella gloria della risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna per tutti i secoli dei secoli.
Ultimo aggiornamento: apr 16, 2022 11:00:39pm
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PASQUA di Risurrezione AUGURI a tutti voi e alle vostre famiglie. Santa giornata, don Pasqualino. Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9 Il primo giorno della settimana,
Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e
dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme
all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò,
vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato
sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Preghiera sul Vangelo: "Gesù, l'amore ti ha portato a offrire te
stesso accettando la morte che ti veniva inflitta: tu, il Vivente, sei amore che chiama amore, che vince le nostre paure, che splende sulle tenebre della nostra
incredulità e che, per la fede, ci spalanca le porte del Cielo."
PASQUA di Risurrezione
AUGURI a tutti voi e alle vostre famiglie.
Santa giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Preghiera sul Vangelo:
"Gesù, l'amore ti ha portato a offrire te stesso accettando la morte che ti veniva inflitta: tu, il Vivente, sei amore che chiama amore, che vince le nostre paure, che splende sulle tenebre della nostra incredulità e che, per la fede, ci spalanca le porte del Cielo."
AUGURI a tutti voi e alle vostre famiglie.
Santa giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Preghiera sul Vangelo:
"Gesù, l'amore ti ha portato a offrire te stesso accettando la morte che ti veniva inflitta: tu, il Vivente, sei amore che chiama amore, che vince le nostre paure, che splende sulle tenebre della nostra incredulità e che, per la fede, ci spalanca le porte del Cielo."
Ultimo aggiornamento: apr 17, 2022 6:45:20pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 28,8-15 In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed
ecco Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad
annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei
sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
“Dichiarate così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo
persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgata fra i Giudei
fino ad oggi. Continua la gioia di Pasqua. L'incontro con le donne del Cristo Risorto è sicuramente un segno di predilezione per esse che lo adorano
abbracciandogli i piedi, pronte a portare la "bella notizia" agli apostoli . Notizia completamente distorta, invece, dai capi dei sacerdoti e dagli anziani
del popolo che pensano bene di coprire la verità con un bavaglio di denaro. Signore, il nostro incontro con te, possa essere sempre contemplazione del mistero pasquale
e fonte di gioia e di pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 28,8-15
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
Continua la gioia di Pasqua. L'incontro con le donne del Cristo Risorto è sicuramente un segno di predilezione per esse che lo adorano abbracciandogli i piedi, pronte a portare la "bella notizia" agli apostoli .
Notizia completamente distorta, invece, dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo che pensano bene di coprire la verità con un bavaglio di denaro.
Signore, il nostro incontro con te, possa essere sempre contemplazione del mistero pasquale e fonte di gioia e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati dicendo: “Dichiarate così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
Continua la gioia di Pasqua. L'incontro con le donne del Cristo Risorto è sicuramente un segno di predilezione per esse che lo adorano abbracciandogli i piedi, pronte a portare la "bella notizia" agli apostoli .
Notizia completamente distorta, invece, dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo che pensano bene di coprire la verità con un bavaglio di denaro.
Signore, il nostro incontro con te, possa essere sempre contemplazione del mistero pasquale e fonte di gioia e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 20,11-18 In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due
angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?».
Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le
disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto
e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere,
perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad
annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. È una delle pagine più dense di "pathos" questa dell'apparizione del Risorto a
Maria Maddalena. Il riconoscimento avviene attraverso lo svelarsi dei nomi : "Maria", "Rabbuni' " . È un dialogo d'amore intenso che
coniuga insieme gioia grandissima e profonda pace. Alla fine ecco il mandato: "va dai miei fratelli e annuncia"! Signore, concedici di avere per te lo stesso
slancio di amore della Maddalena e, alla luce del nostro battesimo, la fermezza di poterti annunziare con gioia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,11-18
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
È una delle pagine più dense di "pathos" questa dell'apparizione del Risorto a Maria Maddalena. Il riconoscimento avviene attraverso lo svelarsi dei nomi : "Maria", "Rabbuni' " . È un dialogo d'amore intenso che coniuga insieme gioia grandissima e profonda pace. Alla fine ecco il mandato: "va dai miei fratelli e annuncia"!
Signore, concedici di avere per te lo stesso slancio di amore della Maddalena e, alla luce del nostro battesimo, la fermezza di poterti annunziare con gioia.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
È una delle pagine più dense di "pathos" questa dell'apparizione del Risorto a Maria Maddalena. Il riconoscimento avviene attraverso lo svelarsi dei nomi : "Maria", "Rabbuni' " . È un dialogo d'amore intenso che coniuga insieme gioia grandissima e profonda pace. Alla fine ecco il mandato: "va dai miei fratelli e annuncia"!
Signore, concedici di avere per te lo stesso slancio di amore della Maddalena e, alla luce del nostro battesimo, la fermezza di poterti annunziare con gioia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 24,13-35 Ed ecco, in quello stesso giorno, due erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da
Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i
loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto
triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?».
Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le
nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò,
sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo
trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno
trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che
il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a
lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il
giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si
aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava
con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano
con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto
nello spezzare il pane. Che bello e significativo questo episodio dei due discepoli di Emmaus! Quante delusioni abbiamo raccolto anche noi e ci è sembrato di essere
stati talvolta abbandonati a noi stessi! Ma il Signore non ci lascia mai da soli! Egli ci accompagna sempre con la sua presenza e la sua Parola, e lo possiamo
riconoscere, con gli occhi del nostro cuore, nella preghiera e nei sacramenti e anche nel volto di chi ci ama. Signore, rimani sempre con noi la "sera",
perché solo tu puoi difenderci dai mali che ci attanagliano spezzando il "pane" per noi e donandoci in abbondanza la tua misericordia e la tua consolazione.
Serena giornata. don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 24,13-35
Ed ecco, in quello stesso giorno, due erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Che bello e significativo questo episodio dei due discepoli di Emmaus!
Quante delusioni abbiamo raccolto anche noi e ci è sembrato di essere stati talvolta abbandonati a noi stessi!
Ma il Signore non ci lascia mai da soli!
Egli ci accompagna sempre con la sua presenza e la sua Parola, e lo possiamo riconoscere, con gli occhi del nostro cuore, nella preghiera e nei sacramenti e anche nel volto di chi ci ama.
Signore, rimani sempre con noi la "sera", perché solo tu puoi difenderci dai mali che ci attanagliano spezzando il "pane" per noi e donandoci in abbondanza la tua misericordia e la tua consolazione.
Serena giornata. don Pasqualino.
Ed ecco, in quello stesso giorno, due erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Che bello e significativo questo episodio dei due discepoli di Emmaus!
Quante delusioni abbiamo raccolto anche noi e ci è sembrato di essere stati talvolta abbandonati a noi stessi!
Ma il Signore non ci lascia mai da soli!
Egli ci accompagna sempre con la sua presenza e la sua Parola, e lo possiamo riconoscere, con gli occhi del nostro cuore, nella preghiera e nei sacramenti e anche nel volto di chi ci ama.
Signore, rimani sempre con noi la "sera", perché solo tu puoi difenderci dai mali che ci attanagliano spezzando il "pane" per noi e donandoci in abbondanza la tua misericordia e la tua consolazione.
Serena giornata. don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48 In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano
riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura,
credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio
io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano
ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e
nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo
nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Le apparizioni del Risorto
sono una esperienza di grande gioia e di pace per tutti i discepoli. La pagina odierna del vangelo è una vera e propria catechesi mistagogica, cioè siamo condotti pian
piano a scoprire il Signore Gesù nell'ascolto della sua Parola che ci illumina e nella partecipazione al banchetto nel quale possiamo toccare lo stesso Corpo
glorioso che toccarono gli apostoli. Signore, la presenza del tuo Santo Spiriro ci sostenga nella fede e ci doni la capacità di vivere nel bene e nella pace. Serena
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Le apparizioni del Risorto sono una esperienza di grande gioia e di pace per tutti i discepoli.
La pagina odierna del vangelo è una vera e propria catechesi mistagogica, cioè siamo condotti pian piano a scoprire il Signore Gesù nell'ascolto della sua Parola che ci illumina e nella partecipazione al banchetto nel quale possiamo toccare lo stesso Corpo glorioso che toccarono gli apostoli.
Signore, la presenza del tuo Santo Spiriro ci sostenga nella fede e ci doni la capacità di vivere nel bene e nella pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Le apparizioni del Risorto sono una esperienza di grande gioia e di pace per tutti i discepoli.
La pagina odierna del vangelo è una vera e propria catechesi mistagogica, cioè siamo condotti pian piano a scoprire il Signore Gesù nell'ascolto della sua Parola che ci illumina e nella partecipazione al banchetto nel quale possiamo toccare lo stesso Corpo glorioso che toccarono gli apostoli.
Signore, la presenza del tuo Santo Spiriro ci sostenga nella fede e ci doni la capacità di vivere nel bene e nella pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-14 In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon
Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero:
«Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non
si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte
destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È
il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece
vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di
brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete
piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli:
«Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava
ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. In questa terza apparizione del Signore Risorto c'è tutta la forza e la bellezza che scaturiscono dall'incontro
con Lui. Gli apostoli sono tornati al lavoro consueto e Gesù si presenta all'alba, all'inizio del nuovo giorno, e offre ai suoi di sperimentare la forza del
suo amore provvidente attraverso una pesca miracolosa, segno di un'altra che li condurrà per tutti i confini della terra come pescatori di uomini. Signore Dio,
Padre, Figlio e Spirito Santo, misericordioso e benevolo, donaci di vivere nella pienezza della pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-14
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
In questa terza apparizione del Signore Risorto c'è tutta la forza e la bellezza che scaturiscono dall'incontro con Lui. Gli apostoli sono tornati al lavoro consueto e Gesù si presenta all'alba, all'inizio del nuovo giorno, e offre ai suoi di sperimentare la forza del suo amore provvidente attraverso una pesca miracolosa, segno di un'altra che li condurrà per tutti i confini della terra come pescatori di uomini.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, misericordioso e benevolo, donaci di vivere nella pienezza della pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
In questa terza apparizione del Signore Risorto c'è tutta la forza e la bellezza che scaturiscono dall'incontro con Lui. Gli apostoli sono tornati al lavoro consueto e Gesù si presenta all'alba, all'inizio del nuovo giorno, e offre ai suoi di sperimentare la forza del suo amore provvidente attraverso una pesca miracolosa, segno di un'altra che li condurrà per tutti i confini della terra come pescatori di uomini.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, misericordioso e benevolo, donaci di vivere nella pienezza della pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Marco 16,9-15 Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni.
Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo
questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure
a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che
lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Potremo definire questa sintesi del vangelo di Marco la
"fatica nel credere". Infatti Gesù appare agli undici rimproverandoli per la loro incredulità di fronte alle testimonianze della Maddalena come di quella dei
due di Emmaus. Quanto amore e quanta misericordia da parte di Cristo! Tanto che alla fine, comunque, li invia a proclamare il Vangelo in tutto il mondo. Signore ,
aumenta la nostra fede e donaci la forza dirompente del tuo Spirito Santo per essere testimoni gioiosi della tua presenza salvifica tra noi. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 16,9-15
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Potremo definire questa sintesi del vangelo di Marco la "fatica nel credere".
Infatti Gesù appare agli undici rimproverandoli per la loro incredulità di fronte alle testimonianze della Maddalena come di quella dei due di Emmaus.
Quanto amore e quanta misericordia da parte di Cristo! Tanto che alla fine, comunque, li invia a proclamare il Vangelo in tutto il mondo.
Signore , aumenta la nostra fede e donaci la forza dirompente del tuo Spirito Santo per essere testimoni gioiosi della tua presenza salvifica tra noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Potremo definire questa sintesi del vangelo di Marco la "fatica nel credere".
Infatti Gesù appare agli undici rimproverandoli per la loro incredulità di fronte alle testimonianze della Maddalena come di quella dei due di Emmaus.
Quanto amore e quanta misericordia da parte di Cristo! Tanto che alla fine, comunque, li invia a proclamare il Vangelo in tutto il mondo.
Signore , aumenta la nostra fede e donaci la forza dirompente del tuo Spirito Santo per essere testimoni gioiosi della tua presenza salvifica tra noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona II Domenica di Pasqua. Della Divina Misericordia. Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le
porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il
fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e
disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno
dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle
sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di
nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda
le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché
mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati
scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Preghiera sul Vangelo: "O Padre di misericordia, che in questo giorno santo raduni il tuo popolo per celebrare il memoriale del Signore morto e risorto, effondi il
tuo Spirito sulla Chiesa perché, spezzati i vincoli del male, rechi a tutti gli uomini l'annuncio della salvezza e della pace."
Buona II Domenica di Pasqua. Della Divina Misericordia.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre di misericordia, che in questo giorno santo raduni il tuo popolo per celebrare il memoriale del Signore morto e risorto, effondi il tuo Spirito sulla Chiesa perché, spezzati i vincoli del male, rechi a tutti gli uomini l'annuncio della salvezza e della pace."
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre di misericordia, che in questo giorno santo raduni il tuo popolo per celebrare il memoriale del Signore morto e risorto, effondi il tuo Spirito sulla Chiesa perché, spezzati i vincoli del male, rechi a tutti gli uomini l'annuncio della salvezza e della pace."
Ultimo aggiornamento: apr 24, 2022 6:27:12pm
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Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20 In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà
e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni,
parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il
Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva
insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. Oggi celebriamo la festa di S. Marco. "Andate e proclamate il Vangelo": è questo
l' invito di Gesù ai discepoli. È un invito a partire per raggiungere tutti gli angoli della terra così che tutti possano accogliere la sua Parola che salva.
L' "avventura" missionaria è segnata dal "dito" di Dio, lo Spirito Santo, che guiderà ogni discepolo, donandogli forza, sapienza e capacità di
poter superare ogni avversità. Signore, concedi anche a noi lo spirito missionario , affinché il nostro annuncio e la nostra testimonianza siano portatori di gioia e di
pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Oggi celebriamo la festa di S. Marco.
"Andate e proclamate il Vangelo": è questo l' invito di Gesù ai discepoli.
È un invito a partire per raggiungere tutti gli angoli della terra così che tutti possano
accogliere la sua Parola che salva.
L' "avventura" missionaria è segnata dal "dito" di Dio, lo Spirito Santo, che guiderà ogni discepolo, donandogli forza, sapienza e capacità di poter superare ogni avversità.
Signore, concedi anche a noi lo spirito missionario , affinché il nostro annuncio e la nostra testimonianza siano portatori di gioia e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Oggi celebriamo la festa di S. Marco.
"Andate e proclamate il Vangelo": è questo l' invito di Gesù ai discepoli.
È un invito a partire per raggiungere tutti gli angoli della terra così che tutti possano
accogliere la sua Parola che salva.
L' "avventura" missionaria è segnata dal "dito" di Dio, lo Spirito Santo, che guiderà ogni discepolo, donandogli forza, sapienza e capacità di poter superare ogni avversità.
Signore, concedi anche a noi lo spirito missionario , affinché il nostro annuncio e la nostra testimonianza siano portatori di gioia e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,7-15 In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: “Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne
senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei
maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non
accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo,
se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché
chiunque crede in lui abbia la vita eterna. In questo colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo il Maestro divino offre un pensiero chiaro, ma alto, che richiede un
atteggiamento di fede. Gesù è colui che svela tutto il mistero d'amore di Dio; lo ha fatto con la sua Parola e con le sue opere. Ma il momento più grande ed
importante è per Gesù tutto il suo Mistero Pasquale di Passione, Morte e Risurrezione in cui il "Figlio dell'uomo" offre la sua vita e poi la riprende
per la salvezza di tutti. Signore, grazie per il meraviglioso dono di te stesso nell'Eucaristia, che ci offre misericordia , salvezza e pace. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,7-15
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: “Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
In questo colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo il Maestro divino offre un pensiero chiaro, ma alto, che richiede un atteggiamento di fede. Gesù è colui che svela tutto il mistero d'amore di Dio; lo ha fatto con la sua Parola e con le sue opere.
Ma il momento più grande ed importante è per Gesù tutto il suo Mistero Pasquale di Passione, Morte e Risurrezione in cui il "Figlio dell'uomo" offre la sua vita e poi la riprende per la salvezza di tutti.
Signore, grazie per il meraviglioso dono di te stesso nell'Eucaristia, che ci offre misericordia , salvezza e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: “Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
In questo colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo il Maestro divino offre un pensiero chiaro, ma alto, che richiede un atteggiamento di fede. Gesù è colui che svela tutto il mistero d'amore di Dio; lo ha fatto con la sua Parola e con le sue opere.
Ma il momento più grande ed importante è per Gesù tutto il suo Mistero Pasquale di Passione, Morte e Risurrezione in cui il "Figlio dell'uomo" offre la sua vita e poi la riprende per la salvezza di tutti.
Signore, grazie per il meraviglioso dono di te stesso nell'Eucaristia, che ci offre misericordia , salvezza e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,16-21 In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non
vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi
crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è
venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla
luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Una
meravigliosa pagina del vangelo anche dal punto di vista letterario! La luce è venuta nel mondo, la luce è Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre, il quale lo ha
mandato perché "ha tanto amato il mondo" così da sacrificare il suo Figlio per salvare gli uomini. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, illuminaci con
la tua grazia, affinché sfuggendo alle tenebre del male e del peccato possiamo operare nella tua luce, ogni giorno, il bene per la tua gloria e per la nostra salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,16-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Una meravigliosa pagina del vangelo anche dal punto di vista letterario!
La luce è venuta nel mondo, la luce è Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre, il quale lo ha mandato perché "ha tanto amato il mondo" così da sacrificare il suo Figlio per salvare gli uomini.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, illuminaci con la tua grazia, affinché sfuggendo alle tenebre del male e del peccato possiamo operare nella tua luce, ogni giorno, il bene per la tua gloria e per la nostra salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Una meravigliosa pagina del vangelo anche dal punto di vista letterario!
La luce è venuta nel mondo, la luce è Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre, il quale lo ha mandato perché "ha tanto amato il mondo" così da sacrificare il suo Figlio per salvare gli uomini.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, illuminaci con la tua grazia, affinché sfuggendo alle tenebre del male e del peccato possiamo operare nella tua luce, ogni giorno, il bene per la tua gloria e per la nostra salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 3,31-36 Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal
cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è
veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede
nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. Gesù ci offre la sua testimonianza, Egli ha visto ed
udito, conosce il Padre e sa ciò che vuole il Padre e lo compie. Avendo ricevuto nelle sue mani ogni cosa, il Figlio offre a chi crede lo Spirito Santo e lo offre
largamente, senza misura. Inoltre, concede la vita eterna a chi gli obbedisce. Ecco dunque i doni pasquali: doni di vita e di conoscenza, di pace e di giustizia, di
fortezza e di amore. Signore, con la forza del tuo Spirito, fa che viviamo di ogni parola che esce dalla tua bocca. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,31-36
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Gesù ci offre la sua testimonianza, Egli ha visto ed udito, conosce il Padre e sa ciò che vuole il Padre e lo compie.
Avendo ricevuto nelle sue mani ogni cosa, il Figlio offre a chi crede lo Spirito Santo e lo offre largamente, senza misura. Inoltre, concede la vita eterna a chi gli obbedisce.
Ecco dunque i doni pasquali: doni di vita e di conoscenza, di pace e di giustizia, di fortezza e di amore.
Signore, con la forza del tuo Spirito, fa che viviamo di ogni parola che esce dalla tua bocca.
Serena giornata, don Pasqualino.
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Gesù ci offre la sua testimonianza, Egli ha visto ed udito, conosce il Padre e sa ciò che vuole il Padre e lo compie.
Avendo ricevuto nelle sue mani ogni cosa, il Figlio offre a chi crede lo Spirito Santo e lo offre largamente, senza misura. Inoltre, concede la vita eterna a chi gli obbedisce.
Ecco dunque i doni pasquali: doni di vita e di conoscenza, di pace e di giustizia, di fortezza e di amore.
Signore, con la forza del tuo Spirito, fa che viviamo di ogni parola che esce dalla tua bocca.
Serena giornata, don Pasqualino.
Anche questo mese le "Mamme in preghiera" si sono riunite intorno a Gesù Eucarestia, in compagnia della Santissima Vergine Maria.
Emozionanti e significativi due momenti di raccoglimento, lo sguardo di Gesù e don Antonio e una nostra cara mamma che nell'offrire i fiori si è soffermata sull'altare per offrire una sua preghiera.
Il Signore ci chiama ogni giorno a seguirlo con coraggio e fedeltà, e ci invita ad annunciarlo con Gioia come il Risorto nella nostra Vita e nella nostra Quotidianità. Lo fa donandoci Maria, la Madre della Spiritualità e della Parola.
Nella ricorrenza dei festeggiamenti religiosi della Madonna Odigitria, insieme a tutta la comunità, ci siamo lasciati guidare da Lei per condurci a suo Figlio Gesù. Via, Verità e Vita. O Vergine Odigitria che ti sei benignamente assunta la nostra protettrice guidaci sulla strada di Dio segnata dai tuoi passi materni e insegnaci la Via dell'Amore, della Gioia, della pazienza per portare ovunque la Pace.🙏❤
Emozionanti e significativi due momenti di raccoglimento, lo sguardo di Gesù e don Antonio e una nostra cara mamma che nell'offrire i fiori si è soffermata sull'altare per offrire una sua preghiera.
Il Signore ci chiama ogni giorno a seguirlo con coraggio e fedeltà, e ci invita ad annunciarlo con Gioia come il Risorto nella nostra Vita e nella nostra Quotidianità. Lo fa donandoci Maria, la Madre della Spiritualità e della Parola.
Nella ricorrenza dei festeggiamenti religiosi della Madonna Odigitria, insieme a tutta la comunità, ci siamo lasciati guidare da Lei per condurci a suo Figlio Gesù. Via, Verità e Vita. O Vergine Odigitria che ti sei benignamente assunta la nostra protettrice guidaci sulla strada di Dio segnata dai tuoi passi materni e insegnaci la Via dell'Amore, della Gioia, della pazienza per portare ovunque la Pace.🙏❤
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Festa di Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia e d'Europa. Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore
del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà
rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Facciamo memoria oggi di Santa Caterina da Siena, grande donna e
grande santa, patrona d'Italia e d'Europa. La pagina del vangelo ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio. Questo dono è dato a coloro che
si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo. Signore, donaci il tuo
Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli. Serena giornata, don Pasqualino.
Festa di Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia e d'Europa.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Facciamo memoria oggi di Santa Caterina da Siena, grande donna e grande santa, patrona d'Italia e d'Europa.
La pagina del vangelo ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio.
Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Facciamo memoria oggi di Santa Caterina da Siena, grande donna e grande santa, patrona d'Italia e d'Europa.
La pagina del vangelo ci insegna che la vera sapienza viene dall'alto, da Dio.
Questo dono è dato a coloro che si fanno umili e piccoli e mettono da parte ogni presunzione, accettando il "giogo" dolce e soave della volontà salvifica di Cristo.
Signore, donaci il tuo Spirito di sapienza e di consiglio, per operare il bene a favore di tutti i fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,16-21 Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di
Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia,
videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca,
e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Quante volte, come i discepoli, ci troviamo su acque agitate e facciamo fatica a portare avanti la nostra
"barca". "Vollero prenderlo sulla barca", ecco la necessità! Quando Gesù è con noi non dobbiamo aver paura di nulla; facciamolo salire a bordo della
nostra "barca" perché essa possa toccare la "riva" , nonostante il mare agitato. Signore, per la tua misericordia, aiutaci con la tua presenza ad
affrontare le tempeste della vita e conduci i tuoi figli al porto sicuro del tuo amore e della tua pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,16-21
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Quante volte, come i discepoli, ci troviamo su acque agitate e facciamo fatica a portare avanti la nostra "barca".
"Vollero prenderlo sulla barca", ecco la necessità! Quando Gesù è con noi non dobbiamo aver paura di nulla; facciamolo salire a bordo della nostra "barca" perché essa possa toccare la "riva" , nonostante il mare agitato.
Signore, per la tua misericordia, aiutaci con la tua presenza ad affrontare le tempeste della vita e conduci i tuoi figli al porto sicuro del tuo amore e della tua pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Quante volte, come i discepoli, ci troviamo su acque agitate e facciamo fatica a portare avanti la nostra "barca".
"Vollero prenderlo sulla barca", ecco la necessità! Quando Gesù è con noi non dobbiamo aver paura di nulla; facciamolo salire a bordo della nostra "barca" perché essa possa toccare la "riva" , nonostante il mare agitato.
Signore, per la tua misericordia, aiutaci con la tua presenza ad affrontare le tempeste della vita e conduci i tuoi figli al porto sicuro del tuo amore e della tua pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica III di Pasqua. Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-19 In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si
trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a
pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla
riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate
la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù
amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli
altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra,
videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse
a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli
osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che
Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?».
Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni,
mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi
vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli
rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le
tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse:
«Seguimi». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che hai risuscitato il tuo Cristo e lo hai costituito capo e salvatore, accresci in noi la luce della fede, perché nei
segni sacramentali della Chiesa riconosciamo la presenza del Signore risorto che continua a manifestarsi ai suoi discepoli."
Buona Domenica III di Pasqua.
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-19
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che hai risuscitato il tuo Cristo e lo hai costituito capo e salvatore, accresci in noi la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo la presenza del Signore risorto che continua a manifestarsi ai suoi discepoli."
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,1-19
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che hai risuscitato il tuo Cristo e lo hai costituito capo e salvatore, accresci in noi la luce della fede, perché nei segni sacramentali della Chiesa riconosciamo la presenza del Signore risorto che continua a manifestarsi ai suoi discepoli."
Ultimo aggiornamento: mag 01, 2022 6:04:16pm
Da domani LUNEDÌ 2 MAGGIO cambiano gli orari delle Sante Messe, che saranno i seguenti:
Durante la settimana: ore 19:00
Sabato: ore 19:00
Domenica: ore 8:30, 11:00, 19:00
Durante la settimana: ore 19:00
Sabato: ore 19:00
Domenica: ore 8:30, 11:00, 19:00
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,22-29 Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi
discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il
Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla
ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non
perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la
vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le
opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». La ricerca di Gesù da parte della folla diviene una processione
di barche. "Datevi da fare..." : non pensate semplicemente alle cose della terra che passano, dice il Signore, ma a ciò che può offrire la vita per
l'eternità, tutto ciò che porta con sé il Regno di Dio, il suo amore, la pace e la giustizia. Aderiamo con gioia al suo invito a gustare il banchetto eucaristico,
partecipandovi possibilmente spesso e con profonda gratitudine. Signore, abbi pietà e misericordia di tutti noi e accoglici, senza riserve, all'ombra del tuo cuore
pieno d'amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,22-29
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
La ricerca di Gesù da parte della folla diviene una processione di barche.
"Datevi da fare..." : non pensate semplicemente alle cose della terra che passano, dice il Signore, ma a ciò che può offrire la vita per l'eternità, tutto ciò che porta con sé il Regno di Dio, il suo amore, la pace e la giustizia.
Aderiamo con gioia al suo invito a gustare il banchetto eucaristico, partecipandovi possibilmente spesso e con profonda gratitudine.
Signore, abbi pietà e misericordia di tutti noi e accoglici, senza riserve, all'ombra del tuo cuore pieno d'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
La ricerca di Gesù da parte della folla diviene una processione di barche.
"Datevi da fare..." : non pensate semplicemente alle cose della terra che passano, dice il Signore, ma a ciò che può offrire la vita per l'eternità, tutto ciò che porta con sé il Regno di Dio, il suo amore, la pace e la giustizia.
Aderiamo con gioia al suo invito a gustare il banchetto eucaristico, partecipandovi possibilmente spesso e con profonda gratitudine.
Signore, abbi pietà e misericordia di tutti noi e accoglici, senza riserve, all'ombra del tuo cuore pieno d'amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 14,6-14 In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete
conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù:
“Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel
Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il
Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di
più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche
cosa nel mio nome, io la farò”. Celebriamo oggi la festa dei ss. Apostoli Filippo e Giacomo e il vangelo proprio ci riporta la bella risposta di Gesù alla domanda dello
stesso Filippo. Gesù compie le opere del Padre e si ritrova totalmente in Lui. E così chi si ritroverà in Gesù potrà compiere addirittura opere ancora più grandi. La
fede ci apre vie del tutto inattese, ma intensamente luminose. Signore, grazie perché ci hai fatto conoscere il Padre e la sua immensa misericordia, fa che manifestiamo
nella vita tutto ciò che la tua Parola ci rivela. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,6-14
In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.
Celebriamo oggi la festa dei ss. Apostoli Filippo e Giacomo e il vangelo proprio ci riporta la bella risposta di Gesù alla domanda dello stesso Filippo.
Gesù compie le opere del Padre e si ritrova totalmente in Lui. E così chi si ritroverà in Gesù potrà compiere addirittura opere ancora più grandi. La fede ci apre vie del tutto inattese, ma intensamente luminose.
Signore, grazie perché ci hai fatto conoscere il Padre e la sua immensa misericordia, fa che manifestiamo nella vita tutto ciò che la tua Parola ci rivela.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.
Celebriamo oggi la festa dei ss. Apostoli Filippo e Giacomo e il vangelo proprio ci riporta la bella risposta di Gesù alla domanda dello stesso Filippo.
Gesù compie le opere del Padre e si ritrova totalmente in Lui. E così chi si ritroverà in Gesù potrà compiere addirittura opere ancora più grandi. La fede ci apre vie del tutto inattese, ma intensamente luminose.
Signore, grazie perché ci hai fatto conoscere il Padre e la sua immensa misericordia, fa che manifestiamo nella vita tutto ciò che la tua Parola ci rivela.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,35-40 In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete,
mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono
disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di
quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita
eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Ci rincuora molto questa parola di Gesù: "Colui che viene a me, io non lo caccero' fuori". Infatti Egli
è venuto per salvarci e quindi ad offrirci perdono e misericordia senza riserve, ricollocandoci attraverso la sua Risurrezione nuovamente tra le braccia del Padre.
Crediamo dunque nel suo amore, mangiando il suo Pane, per avere la vita eterna. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci affidiamo sempre a Te Santissima Trinità,
donaci una fede autentica e uno spirito d'amore per essere in grado di compiere con gioia la tua divina volontà ed ottenere la salvezza. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,35-40
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Ci rincuora molto questa parola di Gesù: "Colui che viene a me, io non lo caccero' fuori". Infatti Egli è venuto per salvarci e quindi ad offrirci perdono e misericordia senza riserve, ricollocandoci attraverso la sua Risurrezione nuovamente tra le braccia del Padre. Crediamo dunque nel suo amore, mangiando il suo Pane, per avere la vita eterna.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci affidiamo sempre a Te Santissima Trinità, donaci una fede autentica e uno spirito d'amore per essere in grado di compiere con gioia la tua divina volontà ed ottenere la salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Ci rincuora molto questa parola di Gesù: "Colui che viene a me, io non lo caccero' fuori". Infatti Egli è venuto per salvarci e quindi ad offrirci perdono e misericordia senza riserve, ricollocandoci attraverso la sua Risurrezione nuovamente tra le braccia del Padre. Crediamo dunque nel suo amore, mangiando il suo Pane, per avere la vita eterna.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci affidiamo sempre a Te Santissima Trinità, donaci una fede autentica e uno spirito d'amore per essere in grado di compiere con gioia la tua divina volontà ed ottenere la salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ecco cosa si apprende all'oratorio 😁
Ecco cosa si apprende all'oratorio 😁
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,44-51 In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno
abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri
padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal
cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». La conoscenza del mistero di Dio è dono, rivelazione
del Padre. Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita!
È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo. Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti siamo grati per la rivelazione ricevuta, fa' che mangiando del
Pane celeste possiamo essere guidati nel cammino verso la metà della patria celeste. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
La conoscenza del mistero di Dio è dono, rivelazione del Padre. Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita!
È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti siamo grati per la rivelazione ricevuta, fa' che mangiando del Pane celeste possiamo essere guidati nel cammino verso la metà della patria celeste.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
La conoscenza del mistero di Dio è dono, rivelazione del Padre. Che bello poter andare alla "scuola" di Dio, essere da Lui istruiti e accedere tra coloro che appartengono a Cristo e possono condividerne la vita!
È il miracolo continuo che compie lo Spirito Santo.
Signore Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti siamo grati per la rivelazione ricevuta, fa' che mangiando del Pane celeste possiamo essere guidati nel cammino verso la metà della patria celeste.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,52-59 In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse
loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è
il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella
sinagoga a Cafàrnao. Gesù ci invita con tutta la forza del suo amore a "mangiare la sua carne e a bere il suo sangue": "Colui che mangia me vivrà per
me". È un abbraccio meraviglioso con tutte e tre le Persone divine. È una chiamata all'intimita', ad una condivisione piena della vita sino
all'eternità. Signore fa' che mangiamo sempre il Pane di vita che tu con grande benevolenza ci offri e sentire in noi la forza gioiosa e pacifica del tuo
Santo Spirito che ci sostiene in questo pellegrinaggio terreno verso la casa del Padre. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,52-59
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Gesù ci invita con tutta la forza del suo amore a "mangiare la sua carne e a bere il suo sangue": "Colui che mangia me vivrà per me". È un abbraccio meraviglioso con tutte e tre le Persone divine. È una chiamata all'intimita', ad una condivisione piena della vita sino all'eternità.
Signore fa' che mangiamo sempre il Pane di vita che tu con grande benevolenza ci offri e sentire in noi la forza gioiosa e pacifica del tuo Santo Spirito che ci sostiene in questo pellegrinaggio terreno verso la casa del Padre.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Gesù ci invita con tutta la forza del suo amore a "mangiare la sua carne e a bere il suo sangue": "Colui che mangia me vivrà per me". È un abbraccio meraviglioso con tutte e tre le Persone divine. È una chiamata all'intimita', ad una condivisione piena della vita sino all'eternità.
Signore fa' che mangiamo sempre il Pane di vita che tu con grande benevolenza ci offri e sentire in noi la forza gioiosa e pacifica del tuo Santo Spirito che ci sostiene in questo pellegrinaggio terreno verso la casa del Padre.
Serena giornata, don Pasqualino.
La voce dei ragazzi dell'oratorio
La voce dei ragazzi dell'oratorio
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Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69 In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù,
sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È
lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti
sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non
gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche
voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. Siamo chiamati
come Pietro a rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei
il Santo di Dio". Scegliamo, quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove
andare. Signore, sostienici con la tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69
In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Siamo chiamati come Pietro a rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Scegliamo, quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare.
Signore, sostienici con la tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Siamo chiamati come Pietro a rinnovare ogni giorno il nostro atto di fede: " Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Scegliamo, quindi, ancora una volta, di rimanere con il Signore Gesù, perché il suo amore ci ha conquistato e noi non sapremmo altrimenti dove andare.
Signore, sostienici con la tua grazia e rendici perseveranti nella tua sequela.
Serena giornata, don Pasqualino.
L'oratorio fa gli auguri a tutte le mamme 🎉🥰
L'oratorio fa gli auguri a tutte le mamme 🎉🥰
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Buona Domenica IV di Pasqua. Dal Vangelo secondo Giovanni 10,27-30 In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può
strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere
regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa' che nelle vicende del tempo non ci separiamo mai dal
nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita." Preghiera per le Vocazioni. Signore, Dio del tempo e della storia, Dio della vita e della bellezza, Dio del
sogno e della realtà, ascoltaci, ti preghiamo: insegnaci a tessere e intrecciare trame e ricami d’amore, profondi e veri con te e per te, con gli altri e per gli altri;
immergici nell’operosità delle tue mani, nella creatività dei tuoi pensieri, nell’arte amorosa del tuo cuore perché ogni vita annunci bellezza e ogni bellezza parli di
te. Regalaci il coraggio dell’inquietudine, l’intrepido passo dei sognatori, la felice concretezza dei piccoli perché riconoscendo nella storia la tua chiamata viviamo
con letizia la nostra vocazione. Amen.
Buona Domenica IV di Pasqua.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa' che nelle vicende del tempo non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita."
Preghiera per le Vocazioni.
Signore,
Dio del tempo e della storia,
Dio della vita e della bellezza,
Dio del sogno e della realtà,
ascoltaci, ti preghiamo:
insegnaci a tessere e intrecciare
trame e ricami d’amore,
profondi e veri
con te e per te,
con gli altri e per gli altri;
immergici nell’operosità delle tue mani,
nella creatività dei tuoi pensieri,
nell’arte amorosa del tuo cuore
perché ogni vita annunci bellezza
e ogni bellezza parli di te.
Regalaci il coraggio dell’inquietudine,
l’intrepido passo dei sognatori,
la felice concretezza dei piccoli
perché riconoscendo nella storia
la tua chiamata
viviamo con letizia
la nostra vocazione.
Amen.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa' che nelle vicende del tempo non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita."
Preghiera per le Vocazioni.
Signore,
Dio del tempo e della storia,
Dio della vita e della bellezza,
Dio del sogno e della realtà,
ascoltaci, ti preghiamo:
insegnaci a tessere e intrecciare
trame e ricami d’amore,
profondi e veri
con te e per te,
con gli altri e per gli altri;
immergici nell’operosità delle tue mani,
nella creatività dei tuoi pensieri,
nell’arte amorosa del tuo cuore
perché ogni vita annunci bellezza
e ogni bellezza parli di te.
Regalaci il coraggio dell’inquietudine,
l’intrepido passo dei sognatori,
la felice concretezza dei piccoli
perché riconoscendo nella storia
la tua chiamata
viviamo con letizia
la nostra vocazione.
Amen.
Ultimo aggiornamento: mag 08, 2022 7:14:32pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10 In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da
un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le
sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua
voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non
capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima
di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il
ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Gesù usa in questa pagina del Vangelo una
doppia similitudine: egli è pastore, ma anche la porta del gregge. Ci rassicura due volte; ci dice con forza che ci custodisce con amore e con perizia, offrendoci una
via sicura di salvezza. Affidiamoci, dunque, con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi
è amato, guidato e consolato. Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il
nostro cammino. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Gesù usa in questa pagina del Vangelo una doppia similitudine: egli è pastore, ma anche la porta del gregge.
Ci rassicura due volte; ci dice con forza che ci custodisce con amore e con perizia, offrendoci una via sicura di salvezza.
Affidiamoci, dunque, con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato.
Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Gesù usa in questa pagina del Vangelo una doppia similitudine: egli è pastore, ma anche la porta del gregge.
Ci rassicura due volte; ci dice con forza che ci custodisce con amore e con perizia, offrendoci una via sicura di salvezza.
Affidiamoci, dunque, con fiducia e amore a Lui , che vuole radunare tutte le sue pecore in un solo ovile, per gustare la pace e la gioia di chi è amato, guidato e consolato.
Signore, Buon Pastore, nutrici e difendici e chiamaci per nome per essere sempre dietro i tuoi passi, che illuminano e rendono sicuro il nostro cammino.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ieri sera il Gruppo Mamme in preghiera della Parrocchia Santa Maria Odigitria, insieme ai gruppi parrocchiali di Santa Caterina, di Santa Maria Assunta di Armo e di Santa Maria del Divino
Soccorso, si è riunito per la prima volta in comunione fraterna, condividendo momenti di preghiera e di animazione.
La Celebrazione è stata preseduta dal nostro Vicario generale don Pasqualino Catanese, insieme a Lui hanno celebrato il parroco don Gaetano Galatti, il diacono Mimmo e un gruppo dei ministri dell'altare della parrocchia.
Il movimento delle Mamme in preghiera ha vissuto insieme a loro momenti intensi di Spiritualità fraterna.
Ringraziamo il Buon Dio di questo grande dono ricevuto 🙏
La Celebrazione è stata preseduta dal nostro Vicario generale don Pasqualino Catanese, insieme a Lui hanno celebrato il parroco don Gaetano Galatti, il diacono Mimmo e un gruppo dei ministri dell'altare della parrocchia.
Il movimento delle Mamme in preghiera ha vissuto insieme a loro momenti intensi di Spiritualità fraterna.
Ringraziamo il Buon Dio di questo grande dono ricevuto 🙏
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Dal Vangelo secondo Giovanni 10,22-30 Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di
Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose
loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie
pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla
mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Il rapporto che
c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile. Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata e la
consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre. Signore, grazie di averci scelti dall'eternità,
donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il rapporto che c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile.
Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata e la consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre.
Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il rapporto che c'è tra Gesù e le sue "pecore" è intimo e indissolubile.
Gesù richiede che le sue "pecore" abbiano una fiducia incondizionata e la consapevolezza che il "sigillo" di Dio è nel loro cuore e per questo appartengono a Lui per sempre.
Signore, grazie di averci scelti dall'eternità, donaci sempre la forza di rimanere fedelmente nel tuo "recinto" di grazia.
Serena giornata, don Pasqualino.
Il Gruppo Caritas della parrocchia Santa Maria Odigitria, dopo due anni di pandemia , ha ripreso una bella tradizione: " Festeggiare le mamme della Comunità".
Nel salone parrocchiale insieme al nostro parroco don Pasqualino Catanese (Vicario generale della diocesi Reggio-Bova), abbiamo condiviso un momento gioioso con tutte le mamme.
Dopo esserci intrattenuti con giochi e risate, la Signora Gallo, in rappresentanza di tutte le mamme della parrocchia, insieme a Don Pasqualino ha suggellato la festa con il taglio della torta, donando a tutti noi il simbolo del Sorriso😍
Nel salone parrocchiale insieme al nostro parroco don Pasqualino Catanese (Vicario generale della diocesi Reggio-Bova), abbiamo condiviso un momento gioioso con tutte le mamme.
Dopo esserci intrattenuti con giochi e risate, la Signora Gallo, in rappresentanza di tutte le mamme della parrocchia, insieme a Don Pasqualino ha suggellato la festa con il taglio della torta, donando a tutti noi il simbolo del Sorriso😍
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Dal Vangelo secondo Giovanni 12,44-50 In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha
mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo
condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho
detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo
dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». Gesù è luce e illumina chi lo accoglie;
la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità. Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché
possiamo avere la vita senza fine. Signore Dio, Padre della vita, noi crediamo in te ; Figlio Unigenito, noi speriamo in te; Spirito Santo Paraclito, noi confidiamo in
te, siano i nostri passi al sicuro alla luce del tuo volto. Amen. Serena giornata. don Pasqualino
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,44-50
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Gesù è luce e illumina chi lo accoglie; la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità.
Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché possiamo avere la vita senza fine.
Signore Dio, Padre della vita, noi crediamo in te ; Figlio Unigenito, noi speriamo in te; Spirito Santo Paraclito, noi confidiamo in te, siano i nostri passi al sicuro alla luce del tuo volto. Amen.
Serena giornata. don Pasqualino
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Gesù è luce e illumina chi lo accoglie; la sua Parola ci libera dalle tenebre del nostro male e delle nostre incapacità.
Egli ci riconduce a Colui, il Padre, che ci ha creati e ci ha amati per primo, perché possiamo avere la vita senza fine.
Signore Dio, Padre della vita, noi crediamo in te ; Figlio Unigenito, noi speriamo in te; Spirito Santo Paraclito, noi confidiamo in te, siano i nostri passi al sicuro alla luce del tuo volto. Amen.
Serena giornata. don Pasqualino
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Dal Vangelo secondo Giovanni 13,16-20 Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo
padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho
scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà
avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.
Gesù invita i suoi discepoli a considerare bene, nell'obbedienza della fede e dell'amore, tutto ciò che Egli ha annunciato e ha fatto. Il Signore ci richiama
ad un discernimento che deve partire da quello che noi siamo: operare un umile ascolto ed una obbediente accoglienza del dono di Dio. Accogliamo sempre Gesù, come
poveri servi, sapendo chi lo ha mandato. Signore, fa che possiamo essere docili nel nostro servizio, capaci di compiere sempre la volontà di Colui che è datore di
giustizia e pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,16-20
Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.
Gesù invita i suoi discepoli a considerare bene, nell'obbedienza della fede e dell'amore, tutto ciò che Egli ha annunciato e ha fatto. Il Signore ci richiama ad un discernimento che deve partire da quello che noi siamo: operare un umile ascolto ed una obbediente accoglienza del dono di Dio. Accogliamo sempre Gesù, come poveri servi, sapendo chi lo ha mandato.
Signore, fa che possiamo essere docili nel nostro servizio, capaci di compiere sempre la volontà di Colui che è datore di giustizia e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.
Gesù invita i suoi discepoli a considerare bene, nell'obbedienza della fede e dell'amore, tutto ciò che Egli ha annunciato e ha fatto. Il Signore ci richiama ad un discernimento che deve partire da quello che noi siamo: operare un umile ascolto ed una obbediente accoglienza del dono di Dio. Accogliamo sempre Gesù, come poveri servi, sapendo chi lo ha mandato.
Signore, fa che possiamo essere docili nel nostro servizio, capaci di compiere sempre la volontà di Colui che è datore di giustizia e pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 14,1-6 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella
casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi
prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo
conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Il Vangelo ci invita ad avere una fede senza
condizioni. Gesù ci ha conquistato un "posto" accanto a Lui, la' nella casa del Padre, perché vorrebbe tutti con sé. È la logica dell'amore: non
volersi separare mai! Egli ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile. La chiave che ci apre a
questo mistero stupendo di salvezza è sempre il Signore Gesù: Egli è Via, Verità e Vita! Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un
giorno essere partecipi della gloria della tua casa. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,1-6
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Il Vangelo ci invita ad avere una fede senza condizioni. Gesù ci ha conquistato un "posto" accanto a Lui, la' nella casa del Padre, perché vorrebbe tutti con sé. È la logica dell'amore: non volersi separare mai!
Egli ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile.
La chiave che ci apre a questo mistero stupendo di salvezza è sempre il Signore Gesù: Egli è Via, Verità e Vita!
Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della gloria della tua casa.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Il Vangelo ci invita ad avere una fede senza condizioni. Gesù ci ha conquistato un "posto" accanto a Lui, la' nella casa del Padre, perché vorrebbe tutti con sé. È la logica dell'amore: non volersi separare mai!
Egli ci ama di un amore senza limiti, che esige da noi una risposta riconoscente anche se parte da un amore fragile.
La chiave che ci apre a questo mistero stupendo di salvezza è sempre il Signore Gesù: Egli è Via, Verità e Vita!
Signore, grazie per il tuo immenso e preziosissimo dono, fa che possiamo un giorno essere partecipi della gloria della tua casa.
Serena giornata, don Pasqualino.
L' oratorio prega Maria per la pace nel mondo intero 🙏🏻
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la
mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo
padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che
vi amiate gli uni gli altri”. Il Signore colmandoci del suo amore e della sua amicizia ci introduce nel suo mistero di salvezza. È il Signore che comandandoci di amarci
gli uni gli altri, ci offre sempre l'amore necessario per poterlo fare e la capacità di portar frutto. E infine è il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo
nome per ottenere tutto ciò che è necessario alla nostra vita. Signore, ti ringraziamo e ti rendiamo lode perché ci hai chiamati alla vita e alla salvezza, dona al
mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.
Il Signore colmandoci del suo amore e della sua amicizia ci introduce nel suo mistero di salvezza. È il Signore che comandandoci di amarci gli uni gli altri, ci offre sempre l'amore necessario per poterlo fare e la capacità di portar frutto. E infine è il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo nome per ottenere tutto ciò che è necessario alla nostra vita.
Signore, ti ringraziamo e ti rendiamo lode perché ci hai chiamati alla vita e alla salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.
Il Signore colmandoci del suo amore e della sua amicizia ci introduce nel suo mistero di salvezza. È il Signore che comandandoci di amarci gli uni gli altri, ci offre sempre l'amore necessario per poterlo fare e la capacità di portar frutto. E infine è il Signore che ci incoraggia a chiedere nel suo nome per ottenere tutto ciò che è necessario alla nostra vita.
Signore, ti ringraziamo e ti rendiamo lode perché ci hai chiamati alla vita e alla salvezza, dona al mondo, per la tua infinita misericordia, pastori capaci di guidare il tuo gregge e portarlo all'ovile del tuo cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica V di Pasqua Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35 Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e
Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con
voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che nel tuo Figlio glorificato rinnovi gli uomini e le cose, fa' che
accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami, e così manifestare al mondo la forza rinnovatrice del
tuo Spirito."
Buona Domenica V di Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35
Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel tuo Figlio glorificato rinnovi gli uomini e le cose, fa' che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami, e così manifestare al mondo la forza rinnovatrice del tuo Spirito."
Dal Vangelo secondo Giovanni 13,31-33a.34-35
Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che nel tuo Figlio glorificato rinnovi gli uomini e le cose, fa' che accogliamo come statuto della nostra vita il comandamento della carità, per amare te e i fratelli come tu ci ami, e così manifestare al mondo la forza rinnovatrice del tuo Spirito."
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Dal Vangelo secondo Giovanni 14,21-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me
sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al
mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non
osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il
Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. L' amore verso Gesù apre le
porte della dimora del nostro cuore in cui la SS. Trinità vuole abitare. Che mistero meraviglioso l'amore di Dio! Si accontenta di così poco, il mio misero amore
umano, per offrirmi invece, tutta l'immensità del suo! Spirito Santo, Maestro e Paraclito, insegnaci ad amare e ricordaci il sentimento della riconoscenza e della
lode. Signore, concedici di poterti amare e di osservare la tua Parola, per essere tua stabile dimora. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,21-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.
L' amore verso Gesù apre le porte della dimora del nostro cuore in cui la SS. Trinità vuole abitare. Che mistero meraviglioso l'amore di Dio! Si accontenta di così poco, il mio misero amore umano, per offrirmi invece, tutta l'immensità del suo!
Spirito Santo, Maestro e Paraclito, insegnaci ad amare e ricordaci il sentimento della riconoscenza e della lode.
Signore, concedici di poterti amare e di osservare la tua Parola, per essere tua stabile dimora.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.
L' amore verso Gesù apre le porte della dimora del nostro cuore in cui la SS. Trinità vuole abitare. Che mistero meraviglioso l'amore di Dio! Si accontenta di così poco, il mio misero amore umano, per offrirmi invece, tutta l'immensità del suo!
Spirito Santo, Maestro e Paraclito, insegnaci ad amare e ricordaci il sentimento della riconoscenza e della lode.
Signore, concedici di poterti amare e di osservare la tua Parola, per essere tua stabile dimora.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 14,27-31a In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non
sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il
Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del
mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». Il Signore non ci lascia mai
soli o in balia del nemico, principe di questo mondo, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore. Egli ci offre la sua
pace; pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di gloria.
Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace, rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante. Serena giornata, don Pasqualino
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,27-31a
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Il Signore non ci lascia mai soli o in balia del nemico, principe di questo mondo, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore.
Egli ci offre la sua pace; pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di gloria.
Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace, rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante.
Serena giornata, don Pasqualino
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Il Signore non ci lascia mai soli o in balia del nemico, principe di questo mondo, ma insieme al Padre e allo Spirito Santo veglia su di noi e ci custodisce nel suo amore.
Egli ci offre la sua pace; pace che rasserena, pace che consola, pace che dà forza, pace che riempie il cuore di gioia, pace che offre speranza per il futuro ed è già pegno di gloria.
Signore, vogliamo appartenere a te che doni gioia e pace, rallegraci sempre con la tua presenza rassicurante.
Serena giornata, don Pasqualino
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta
frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io
in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane
in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo
gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio:
che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». L' esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti a
Dio. È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere. Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai
essere portatori di frutti abbondanti di pace e di amore! Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come
pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
L' esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti a Dio. È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere. Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai essere portatori di frutti
abbondanti di pace e di amore!
Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
L' esempio che Gesù ci offre della vite e dei tralci ci fa capire molto bene cosa significhi essere uniti a Dio. È questa la realtà essenziale che noi siamo chiamati a vivere. Se non rimaniamo uniti alla vite che è Dio, noi tralci non serviremo a nulla e non potremo mai essere portatori di frutti
abbondanti di pace e di amore!
Signore Gesù, facci essere una cosa sola con te, come tu lo sei con il Padre, perché possiamo pensare come pensi tu, operare come operi tu, amare come ami tu e cogliere innumerevoli frutti di vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-11 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la
mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Che bello quanto ci dice Gesù: "Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena". Egli vuole
donarci sempre se stesso e il suo amore perché è la via, la verità e la vita; non c'è altra strada per essere felici ! Rimaniamo dunque in Lui e gustiamo le
offerte del suo amore. Investiti dall'amore trinitario siamo destinati a rimanerci dentro per sempre: il nostro futuro è la gloria. Signore, grazie per il tuo
immenso amore, la tua misericordia ci sostenga perché la tua gioia si diffonda in tutti coloro che incontreremo sul nostro cammino. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Che bello quanto ci dice Gesù: "Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena". Egli vuole donarci sempre se stesso e il suo amore perché è la via, la verità e la vita; non c'è altra strada per essere felici ! Rimaniamo dunque in Lui e gustiamo le offerte del suo amore.
Investiti dall'amore trinitario siamo destinati a rimanerci dentro per sempre: il nostro futuro è la gloria.
Signore, grazie per il tuo immenso amore, la tua misericordia ci sostenga perché la tua gioia si diffonda in tutti coloro che incontreremo sul nostro cammino.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Che bello quanto ci dice Gesù: "Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena". Egli vuole donarci sempre se stesso e il suo amore perché è la via, la verità e la vita; non c'è altra strada per essere felici ! Rimaniamo dunque in Lui e gustiamo le offerte del suo amore.
Investiti dall'amore trinitario siamo destinati a rimanerci dentro per sempre: il nostro futuro è la gloria.
Signore, grazie per il tuo immenso amore, la tua misericordia ci sostenga perché la tua gioia si diffonda in tutti coloro che incontreremo sul nostro cammino.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,12-17 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il
servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma
io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo
conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Scelti da Gesù per essere suoi amici! Che dono meraviglioso ci è offerto! Egli per primo ci ha amato e ci
ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio. "Non c'è un amore più grande di questo"! Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per
essere frutto prezioso di salvezza. Infatti, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito. Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci tu ad
amarti e ad amare tutti i nostri fratelli. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,12-17
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Scelti da Gesù per essere suoi amici!
Che dono meraviglioso ci è offerto!
Egli per primo ci ha amato e ci ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio.
"Non c'è un amore più grande di questo"!
Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per essere frutto prezioso di salvezza.
Infatti, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci tu ad amarti e ad amare tutti i nostri fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Scelti da Gesù per essere suoi amici!
Che dono meraviglioso ci è offerto!
Egli per primo ci ha amato e ci ha fatto conoscere il mistero di infinita misericordia di Dio.
"Non c'è un amore più grande di questo"!
Siamo stati scelti da Lui come le primizie, per essere frutto prezioso di salvezza.
Infatti, ci è stato fatto conoscere il segreto stupendo di un Amore infinito.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, aiutaci tu ad amarti e ad amare tutti i nostri fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,18-21 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il
mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto:
“Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma
faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Il male si scontra ineluttabilmente con il bene. Non abbattiamoci,
quindi, e n'è scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del
prossimo. È successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci. La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre. Condividere
con Dio è il fondamento della gioia! Signore, donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,18-21
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Il male si scontra ineluttabilmente con il bene. Non abbattiamoci, quindi, e n'è scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del prossimo. È successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci.
La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre. Condividere con Dio è il fondamento della gioia!
Signore, donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Il male si scontra ineluttabilmente con il bene. Non abbattiamoci, quindi, e n'è scoraggiamoci, di fronte alle difficoltà che il mondo ci pone, esse sono rivelazione di un cammino fedele intrapreso a servizio di Dio e del prossimo. È successo a Gesù, succede anche ai suoi seguaci.
La compagnia del Signore non verrà mai meno, anzi ci darà sempre la forza di poter andare oltre. Condividere con Dio è il fondamento della gioia!
Signore, donaci il coraggio di accogliere la nostra croce e seguirti senza riserve sulla via della salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica VI di Pasqua Dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo
amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha
mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi
ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia
timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto
ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora in coloro che ascoltano
la tua Parola e la mettono in pratica, manda il tuo santo Spirito, perché ravvivi in noi la memoria di tutto quello che Cristo ha fatto e insegnato. E ci renda capaci
di testimoniarlo."
Buona Domenica VI di Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora in coloro che ascoltano la tua Parola e la mettono in pratica, manda il tuo santo Spirito, perché ravvivi in noi la memoria di tutto quello che Cristo ha fatto e insegnato. E ci renda capaci di testimoniarlo."
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora in coloro che ascoltano la tua Parola e la mettono in pratica, manda il tuo santo Spirito, perché ravvivi in noi la memoria di tutto quello che Cristo ha fatto e insegnato. E ci renda capaci di testimoniarlo."
Ultimo aggiornamento: mag 22, 2022 7:02:07pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26- 16,4a In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità
che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate
a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno
conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». Gesù non lascia mai soli i suoi
discepoli, ma li accompagna con l'azione dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle
"ore" più difficili e contrastate. Dio provvede anche alla nostra difesa! Infatti nulla potrà mai separarci dall'amore misericordioso di Colui che è
morto per noi. Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26- 16,4a
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Gesù non lascia mai soli i suoi discepoli, ma li accompagna con l'azione dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle "ore" più difficili e contrastate. Dio provvede anche alla nostra difesa! Infatti nulla potrà mai separarci dall'amore misericordioso di Colui che è morto per noi.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Gesù non lascia mai soli i suoi discepoli, ma li accompagna con l'azione dello Spirito Santo, il Paraclito, cioè l'avvocato, che darà memoria e forza per essere testimoni nelle "ore" più difficili e contrastate. Dio provvede anche alla nostra difesa! Infatti nulla potrà mai separarci dall'amore misericordioso di Colui che è morto per noi.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito e riempi i nostri cuori delle virtù più belle gradite alla tua divina volontà.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,5-11 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi,
perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a
voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio.
Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo
mondo è già condannato”. È necessario che Gesù vada al Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo. Il Paraclito, cioè, il Difensore, il
Consolatore, il Maestro di verità che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno e nello stesso tempo ci aiuta a
vincere le seduzioni del mondo. Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei
momenti della prova. Serena giornata. don Pasqualino
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,5-11
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato”.
È necessario che Gesù vada al Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo. Il Paraclito, cioè, il Difensore, il Consolatore, il Maestro di verità che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno e nello stesso tempo ci aiuta a vincere le seduzioni del mondo.
Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della prova.
Serena giornata. don Pasqualino
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato”.
È necessario che Gesù vada al Padre, perché possa venire in tutta la sua pienezza lo Spirito Santo. Il Paraclito, cioè, il Difensore, il Consolatore, il Maestro di verità che ci guida a Dio e ci aiuta a vivere nella sua dimensione che è quella dell'amore eterno e nello stesso tempo ci aiuta a vincere le seduzioni del mondo.
Signore, grazie per il dono stupendo dello Spirito Santo, fa che possiamo esultare di gioia come Maria e perseverare con coraggio nei momenti della prova.
Serena giornata. don Pasqualino
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il
peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose
future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel
che è mio e ve lo annuncerà». Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio. Ognuno di noi, se in comunione con Cristo, può
ricevere l'aiuto dello Spirito Santo ed essere da Lui orientato e guidato. Nello Spirito possiamo glorificare Dio perché Egli ci suggerisce il bello e il giusto.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo di Dio. Signore, grazie perché attraverso
l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio. Ognuno di noi, se in comunione con Cristo, può ricevere l'aiuto dello Spirito Santo ed essere da Lui orientato e guidato.
Nello Spirito possiamo glorificare Dio perché Egli ci suggerisce il bello e il giusto.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo di Dio.
Signore, grazie perché attraverso l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Il Signore Gesù ci chiama ad un cammino nel quale impariamo a conoscere sempre di più Dio. Ognuno di noi, se in comunione con Cristo, può ricevere l'aiuto dello Spirito Santo ed essere da Lui orientato e guidato.
Nello Spirito possiamo glorificare Dio perché Egli ci suggerisce il bello e il giusto.
Il discepolo che si lascia guidare dallo Spirito riceve una luce particolare per saper leggere la storia con lo sguardo di Dio.
Signore, grazie perché attraverso l'azione dello Spirito Santo ci offri la verità tutta intera e ricolmi il nostro cuore inquieto di pace e di speranza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,16-20 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi
discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che
cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho
detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella
tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Gesù sale al Padre per poter inviare lo Spirito Santo. Certo il doversi lasciare comporta tristezza, ma dopo la
venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la Chiesa a Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i discepoli di ogni tempo e di tutti I
luoghi. Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e di salvezza. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,16-20
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Gesù sale al Padre per poter inviare lo Spirito Santo. Certo il doversi lasciare comporta tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la Chiesa a Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i discepoli di ogni tempo e di tutti I luoghi.
Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e di salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Gesù sale al Padre per poter inviare lo Spirito Santo. Certo il doversi lasciare comporta tristezza, ma dopo la venuta dello Spirito, che unirà indissolubilmente la Chiesa a Gesù, allora la gioia subentrerà decisamente nella vita di tutti i discepoli di ogni tempo e di tutti I luoghi.
Signore, donaci di comprendere tutto il tuo mistero d'amore per poter cogliere ogni giorno i frutti di pace, di gioia e di salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,20-23a In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e vi gemerete, ma il mondo si
rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha
dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo
e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla”. Dopo aver provato il dolore per la passione e la
morte del Maestro, i discepoli, anche se all'inizio titubanti, sperimentano la gioia grande di vederlo Risorto. Con Gesù presente fra noi le sofferenze e le prove,
nonostante l'apparente senso di vuoto e solitudine attorno, saranno sempre accompagnate dalla realtà consolante e pacificante di Dio che non ci abbandona mai.
Signore, ci affidiamo alla tua divina misericordia, offrici in abbondanza la consolazione e la delizia del tuo amore paterno e materno. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,20-23a
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e vi gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla”.
Dopo aver provato il dolore per la passione e la morte del Maestro, i discepoli, anche se all'inizio titubanti, sperimentano la gioia grande di vederlo Risorto.
Con Gesù presente fra noi le sofferenze e le prove, nonostante l'apparente senso di vuoto e solitudine attorno, saranno sempre accompagnate dalla realtà consolante e pacificante di Dio che non ci abbandona mai.
Signore, ci affidiamo alla tua divina misericordia, offrici in abbondanza la consolazione e la delizia del tuo amore paterno e materno.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e vi gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla”.
Dopo aver provato il dolore per la passione e la morte del Maestro, i discepoli, anche se all'inizio titubanti, sperimentano la gioia grande di vederlo Risorto.
Con Gesù presente fra noi le sofferenze e le prove, nonostante l'apparente senso di vuoto e solitudine attorno, saranno sempre accompagnate dalla realtà consolante e pacificante di Dio che non ci abbandona mai.
Signore, ci affidiamo alla tua divina misericordia, offrici in abbondanza la consolazione e la delizia del tuo amore paterno e materno.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,23b-28 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome,
egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma
viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per
voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di
nuovo il mondo e vado al Padre”. Gesù ci rivela la modalità efficace della preghiera: invocare il Padre attraverso il suo nome. È attraverso il Verbo di Dio che ogni
cosa è stata creata ed è attraverso Gesù, il Figlio di Dio, il Verbo fatto uomo, che ogni cosa può essere donata. Lo Spirito Santo, ispiratore e sostenitore delle
nostre richieste, ci aiuti a formularle secondo i desideri divini. Signore, grazie per l'immenso amore che ci offri, concedi ciò che è gradito al tuo cuore e
saremo sempre nella pace e nella gioia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,23b-28
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”.
Gesù ci rivela la modalità efficace della preghiera: invocare il Padre attraverso il suo nome. È attraverso il Verbo di Dio che ogni cosa è stata creata ed è attraverso Gesù, il Figlio di Dio, il Verbo fatto uomo, che ogni cosa può essere donata.
Lo Spirito Santo, ispiratore e sostenitore delle nostre richieste, ci aiuti a formularle secondo i desideri divini.
Signore, grazie per l'immenso amore che ci offri, concedi ciò che è gradito al tuo cuore e saremo sempre nella pace e nella gioia.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”.
Gesù ci rivela la modalità efficace della preghiera: invocare il Padre attraverso il suo nome. È attraverso il Verbo di Dio che ogni cosa è stata creata ed è attraverso Gesù, il Figlio di Dio, il Verbo fatto uomo, che ogni cosa può essere donata.
Lo Spirito Santo, ispiratore e sostenitore delle nostre richieste, ci aiuti a formularle secondo i desideri divini.
Signore, grazie per l'immenso amore che ci offri, concedi ciò che è gradito al tuo cuore e saremo sempre nella pace e nella gioia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona festa dell'Ascensione del Signore Gesù Dal Vangelo secondo Luca 24,46-53 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e
risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo
voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li
condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a
lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Preghiera sul Vangelo: "Signore Gesù, con la tua salita al Cielo tu
anticipi, nel mistero, il destino dell'uomo nuovo, in un mondo in cui trova compimento il progetto di Dio. Ti preghiamo: nella tua vita nuova non renderti lontano
e inaccessibile. Resta con noi con il tuo volto umano".
Buona festa dell'Ascensione del Signore Gesù
Dal Vangelo secondo Luca 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore Gesù, con la tua salita al Cielo tu anticipi, nel mistero, il destino dell'uomo nuovo, in un mondo in cui trova compimento il progetto di Dio. Ti preghiamo: nella tua vita nuova non renderti lontano e inaccessibile. Resta con noi con il tuo volto umano".
Dal Vangelo secondo Luca 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore Gesù, con la tua salita al Cielo tu anticipi, nel mistero, il destino dell'uomo nuovo, in un mondo in cui trova compimento il progetto di Dio. Ti preghiamo: nella tua vita nuova non renderti lontano e inaccessibile. Resta con noi con il tuo volto umano".
Ultimo aggiornamento: mag 29, 2022 6:54:55pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 16,29-33 In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e
non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi
disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete
tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». L'umile sequela, che sperimenta anche la propria fragilità, affidandosi però alla forza di Dio, porta,
tra lacrime e preghiere, a stare accanto al Maestro e a poter offrire, forse, anche la vita per lui. Gesù ci mette in guardia, le nostre promesse spesso sono come
quelle del "marinaio", siamo propensi a cedere alle tentazioni, ma nello stesso tempo, per la sua misericordia, ci dice: "io ho vinto il mondo" e
avrete pace con me. Signore, donaci sempre un cuore semplice ed umile, che ascolti e si affidi al tuo divino volere. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,29-33
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
L'umile sequela, che sperimenta anche la propria fragilità, affidandosi però alla forza di Dio, porta, tra lacrime e preghiere, a stare accanto al Maestro e a poter offrire, forse, anche la vita per lui.
Gesù ci mette in guardia, le nostre promesse spesso sono come quelle del "marinaio", siamo propensi a cedere alle tentazioni, ma nello stesso tempo, per la sua misericordia, ci dice: "io ho vinto il mondo" e avrete pace con me.
Signore, donaci sempre un cuore semplice ed umile, che ascolti e si affidi al tuo divino volere.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
L'umile sequela, che sperimenta anche la propria fragilità, affidandosi però alla forza di Dio, porta, tra lacrime e preghiere, a stare accanto al Maestro e a poter offrire, forse, anche la vita per lui.
Gesù ci mette in guardia, le nostre promesse spesso sono come quelle del "marinaio", siamo propensi a cedere alle tentazioni, ma nello stesso tempo, per la sua misericordia, ci dice: "io ho vinto il mondo" e avrete pace con me.
Signore, donaci sempre un cuore semplice ed umile, che ascolti e si affidi al tuo divino volere.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona festa della Visitazione Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata
nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo
ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo
saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo
temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha
ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri
padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Contempliamo oggi Maria "pellegrina della
carità". Va' , dice il Vangelo "in fretta ", come un'urgenza dettata dall'amore, a servire la più anziana parente che doveva partorire.
Lei, speciale tabernacolo, "contagia" di Spirito Santo la cugina ed il piccolo Giovanni, che "danza" così nel grembo della madre. "Beata",
la saluta Elisabetta e Maria risponde con il suo "Magnificat". Signore, donaci di poter sempre godere della protezione, dolce e premurosa, della tua
Santissima Madre. Serena giornata, don Pasqualino. (Riflessione del 2021)
Buona festa della Visitazione
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Contempliamo oggi Maria "pellegrina della carità". Va' , dice il Vangelo "in fretta ", come un'urgenza dettata dall'amore, a servire la più anziana parente che doveva partorire. Lei, speciale tabernacolo, "contagia" di Spirito Santo la cugina ed il piccolo Giovanni, che "danza" così nel grembo della madre.
"Beata", la saluta Elisabetta e Maria risponde con il suo "Magnificat".
Signore, donaci di poter sempre godere della protezione, dolce e premurosa, della tua Santissima Madre.
Serena giornata, don Pasqualino.
(Riflessione del 2021)
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Contempliamo oggi Maria "pellegrina della carità". Va' , dice il Vangelo "in fretta ", come un'urgenza dettata dall'amore, a servire la più anziana parente che doveva partorire. Lei, speciale tabernacolo, "contagia" di Spirito Santo la cugina ed il piccolo Giovanni, che "danza" così nel grembo della madre.
"Beata", la saluta Elisabetta e Maria risponde con il suo "Magnificat".
Signore, donaci di poter sempre godere della protezione, dolce e premurosa, della tua Santissima Madre.
Serena giornata, don Pasqualino.
(Riflessione del 2021)
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Dal Vangelo secondo Giovanni 17,11b-19 In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato,
perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto,
tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza
della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo,
ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel
mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”. Gesù chiede al Padre che i suoi discepoli
siano una cosa sola come Loro. "Custodiscili nel tuo nome....li ho conservati" : ecco l'opera di salvezza che va salvaguardata in quanto essi sono ancora
nel mondo pur non essendo del mondo. Il maligno metterà in atto ogni strategia per dissuaderli dall'unità e dal seguire la verità. Signore, inviaci lo Spirito
Santo, dono dell'unità del Padre e del Figlio, per essere custoditi e consacrati nella gioia e nella pace dell'amore divino. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,11b-19
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.
Gesù chiede al Padre che i suoi discepoli siano una cosa sola come Loro.
"Custodiscili nel tuo nome....li ho conservati" : ecco l'opera di salvezza che va salvaguardata in quanto essi sono ancora nel mondo pur non essendo del mondo. Il maligno metterà in atto ogni strategia per dissuaderli dall'unità e dal seguire la verità.
Signore, inviaci lo Spirito Santo, dono dell'unità del Padre e del Figlio, per essere custoditi e consacrati nella gioia e nella pace dell'amore divino.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.
Gesù chiede al Padre che i suoi discepoli siano una cosa sola come Loro.
"Custodiscili nel tuo nome....li ho conservati" : ecco l'opera di salvezza che va salvaguardata in quanto essi sono ancora nel mondo pur non essendo del mondo. Il maligno metterà in atto ogni strategia per dissuaderli dall'unità e dal seguire la verità.
Signore, inviaci lo Spirito Santo, dono dell'unità del Padre e del Figlio, per essere custoditi e consacrati nella gioia e nella pace dell'amore divino.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 17,20-26 In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in
me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità
e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché
contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho
conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia
in essi e io in loro». Gesù chiede al Padre il dono dell'unità, sia per i primi , che per tutti gli altri discepoli che verranno man mano nel tempo. Una unità che
ha come modello naturalmente la SS. Trinità e che diviene fonte di amore autentico. Egli prega il Padre perché tutti possano contemplare la sua gloria e quindi essere
partecipi della vita eterna, che il Figlio obbediente, ha conquistato con la sua passione e morte. Signore, noi ti preghiamo, manda il tuo Santo Spirito affinché ci
raduni in unità, fa' che nell'esperienza del tuo amore misericordioso riusciamo a raggiungere la visione beata del tuo volto. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 17,20-26
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Gesù chiede al Padre il dono dell'unità, sia per i primi , che per tutti gli altri discepoli che verranno man mano nel tempo.
Una unità che ha come modello naturalmente la SS. Trinità e che diviene fonte di amore autentico. Egli prega il Padre perché tutti possano contemplare la sua gloria e quindi essere partecipi della vita eterna, che il Figlio obbediente, ha conquistato con la sua passione e morte.
Signore, noi ti preghiamo, manda il tuo Santo Spirito affinché ci raduni in unità, fa' che nell'esperienza del tuo amore misericordioso riusciamo a raggiungere la visione beata del tuo volto.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Gesù chiede al Padre il dono dell'unità, sia per i primi , che per tutti gli altri discepoli che verranno man mano nel tempo.
Una unità che ha come modello naturalmente la SS. Trinità e che diviene fonte di amore autentico. Egli prega il Padre perché tutti possano contemplare la sua gloria e quindi essere partecipi della vita eterna, che il Figlio obbediente, ha conquistato con la sua passione e morte.
Signore, noi ti preghiamo, manda il tuo Santo Spirito affinché ci raduni in unità, fa' che nell'esperienza del tuo amore misericordioso riusciamo a raggiungere la visione beata del tuo volto.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 21,15-19 In quel tempo, essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose:
«Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli
rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?».
Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù:
«Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e
un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Gesù,
quasi per esorcizzare il tradimento di Pietro, per ben tre volte lo chiama a pronunciare un atto di amore e di fedeltà e lo investe del potere di guidare il
"gregge" della sua chiesa. Il discepolo lo fa con la spontaneità che sempre lo ha contraddistinto e con l'amore, che nonostante il tradimento, ha nutrito
profondamente per Gesù. Alla fine il Signore gli preannuncia anche la morte cruenta con la quale lo seguirà e compirà la sua opera di Apostolo. Signore, dona anche a
noi fede e carità per essere testimoni credibili della tua misericordia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,15-19
In quel tempo, essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Gesù, quasi per esorcizzare il tradimento di Pietro, per ben tre volte lo chiama a pronunciare un atto di amore e di fedeltà e lo investe del potere di guidare il "gregge" della sua chiesa. Il discepolo lo fa con la spontaneità che sempre lo ha contraddistinto e con l'amore, che nonostante il tradimento, ha nutrito profondamente per Gesù.
Alla fine il Signore gli preannuncia anche la morte cruenta con la quale lo seguirà e compirà la sua opera di Apostolo.
Signore, dona anche a noi fede e carità per essere testimoni credibili della tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Gesù, quasi per esorcizzare il tradimento di Pietro, per ben tre volte lo chiama a pronunciare un atto di amore e di fedeltà e lo investe del potere di guidare il "gregge" della sua chiesa. Il discepolo lo fa con la spontaneità che sempre lo ha contraddistinto e con l'amore, che nonostante il tradimento, ha nutrito profondamente per Gesù.
Alla fine il Signore gli preannuncia anche la morte cruenta con la quale lo seguirà e compirà la sua opera di Apostolo.
Signore, dona anche a noi fede e carità per essere testimoni credibili della tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 21,20-25 In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo
petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se
voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli
aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha
scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso
non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Come Pietro vorremmo conoscere, sapere di più, ma ci è dato semplicemente di vivere e di operare ogni
giorno così come il Signore ci chiede. L'ultima parte del Vangelo di Giovanni ci introduce nel tempo della Chiesa, in esso ci sarà rivelato, attraverso
l'azione dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha detto e che continua a pronunziare. Signore, donaci ogni giorno la tua Parola che salva e aiutaci a seguirti
nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,20-25
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Come Pietro vorremmo conoscere, sapere di più, ma ci è dato semplicemente di vivere e di operare ogni giorno così come il Signore ci chiede.
L'ultima parte del Vangelo di Giovanni ci introduce nel tempo della Chiesa, in esso ci sarà rivelato, attraverso l'azione dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha detto e che continua a pronunziare.
Signore, donaci ogni giorno la tua Parola che salva e aiutaci a seguirti nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Come Pietro vorremmo conoscere, sapere di più, ma ci è dato semplicemente di vivere e di operare ogni giorno così come il Signore ci chiede.
L'ultima parte del Vangelo di Giovanni ci introduce nel tempo della Chiesa, in esso ci sarà rivelato, attraverso l'azione dello Spirito Santo, tutto ciò che Gesù ha detto e che continua a pronunziare.
Signore, donaci ogni giorno la tua Parola che salva e aiutaci a seguirti nel progetto d'amore che hai per ognuno di noi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità di Pentecoste Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei
cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi
nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte
santa, dona gioia eterna. Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23b-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io
pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a
lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto
queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò
che io vi ho detto». Preghiera sul Vangelo: "Signore, la forza del tuo Spirito purifichi la nostra fede dalle visioni deformate e parziali che la impoveriscono e
ci aiuti a essere fedeli alla nostra vocazione, vincendo lo smarrimento che ci prende di fronte alle spinte disgregatrici che riescono a turbare la nostra fede."
Buona Solennità di Pentecoste
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Preghiera sul Vangelo:
"Signore, la forza del tuo Spirito purifichi la nostra fede dalle visioni deformate e parziali che la impoveriscono e ci aiuti a essere fedeli alla nostra vocazione, vincendo lo smarrimento che ci prende di fronte alle spinte disgregatrici che riescono a turbare la nostra fede."
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Preghiera sul Vangelo:
"Signore, la forza del tuo Spirito purifichi la nostra fede dalle visioni deformate e parziali che la impoveriscono e ci aiuti a essere fedeli alla nostra vocazione, vincendo lo smarrimento che ci prende di fronte alle spinte disgregatrici che riescono a turbare la nostra fede."
Ultimo aggiornamento: giu 05, 2022 7:07:07pm
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Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-34 In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù
allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da
quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso
pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E,
chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno
solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro
che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il
fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Oggi si celebra la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa. Il vangelo d Giovanni ci offre una pagina meravigliosa di consegne
da parte di Gesù dall'alto della Croce. Ma è chiaro che queste consegne non riguardano il singolo discepolo sono esse un dono a tutti gli uomini che vorranno
accogliere Maria come Madre. E quindi noi, come Chiesa, aderiamo con gioia a questo meraviglioso compito e vogliamo sentirci, a tutti gli effetti, figli di questa Madre
così speciale. Signore, grazie per il dono di tua Madre, fa che l'accogliamo con gioia e ci lasciamo da lei custodire con amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-34
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Oggi si celebra la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa. Il vangelo d Giovanni ci offre una pagina meravigliosa di consegne da parte di Gesù dall'alto della Croce. Ma è chiaro che queste consegne non riguardano il singolo discepolo sono esse un dono a tutti gli uomini che vorranno accogliere Maria come Madre.
E quindi noi, come Chiesa, aderiamo con gioia a questo meraviglioso compito e vogliamo sentirci, a tutti gli effetti, figli di questa Madre così speciale.
Signore, grazie per il dono di tua Madre, fa che l'accogliamo con gioia e ci lasciamo da lei custodire con amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Oggi si celebra la memoria di Maria SS. Madre della Chiesa. Il vangelo d Giovanni ci offre una pagina meravigliosa di consegne da parte di Gesù dall'alto della Croce. Ma è chiaro che queste consegne non riguardano il singolo discepolo sono esse un dono a tutti gli uomini che vorranno accogliere Maria come Madre.
E quindi noi, come Chiesa, aderiamo con gioia a questo meraviglioso compito e vogliamo sentirci, a tutti gli effetti, figli di questa Madre così speciale.
Signore, grazie per il dono di tua Madre, fa che l'accogliamo con gioia e ci lasciamo da lei custodire con amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si
renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un
monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Il sale è un alimento essenziale in cucina per dare sapore
ai cibi o per conservarli a lungo. La luce è la prima realtà creata da Dio, essa ti dà la possibilità di vedere, di osservare, di contemplare e , inoltre, di non
inciampare e così camminare sicuro. Essere sale significa, quindi, operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore.
Signore, donaci la tua grazia e la tua misericordia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Il sale è un alimento essenziale in cucina per dare sapore ai cibi o per conservarli a lungo. La luce è la prima realtà creata da Dio, essa ti dà la possibilità di vedere, di osservare, di contemplare e , inoltre, di non inciampare e così camminare sicuro.
Essere sale significa, quindi, operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore.
Signore, donaci la tua grazia e la tua misericordia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Il sale è un alimento essenziale in cucina per dare sapore ai cibi o per conservarli a lungo. La luce è la prima realtà creata da Dio, essa ti dà la possibilità di vedere, di osservare, di contemplare e , inoltre, di non inciampare e così camminare sicuro.
Essere sale significa, quindi, operare sapientemente secondo Dio; essere luce è impegnarsi totalmente in un servizio di amore.
Signore, donaci la tua grazia e la tua misericordia e potremo essere sale e luce così come tu ci vuoi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad
abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza
che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei
cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». La Legge di Dio è, di certo, la modalità che Egli ha pensato per regolare
la nostra vita, la linea guida che la conduce al traguardo. Trascurarla, se pur nei minimi particolari, significa ritenere l'opera di Dio irrilevante e non
perfetta e sicuramente non decisiva per la salvezza. Gesù ci mette in guardia di fronte a questo modo di intendere la Legge e dichiara beato chi, invece, si fa attento,
per rispetto di Dio, ad osservarla senza alcuna riserva. Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi
perfettamente in ogni nostra azione. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
La Legge di Dio è, di certo, la modalità che Egli ha pensato per regolare la nostra vita, la linea guida che la conduce al traguardo. Trascurarla, se pur nei minimi particolari, significa ritenere l'opera di Dio irrilevante e non perfetta e sicuramente non decisiva per la salvezza. Gesù ci mette in guardia di fronte a questo modo di intendere la Legge e dichiara beato chi, invece, si fa attento, per rispetto di Dio, ad osservarla senza alcuna riserva.
Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni nostra azione.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
La Legge di Dio è, di certo, la modalità che Egli ha pensato per regolare la nostra vita, la linea guida che la conduce al traguardo. Trascurarla, se pur nei minimi particolari, significa ritenere l'opera di Dio irrilevante e non perfetta e sicuramente non decisiva per la salvezza. Gesù ci mette in guardia di fronte a questo modo di intendere la Legge e dichiara beato chi, invece, si fa attento, per rispetto di Dio, ad osservarla senza alcuna riserva.
Signore, illumina la nostra mente e il nostro cuore, affinché la tua volontà di bene e di amore si realizzi perfettamente in ogni nostra azione.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si
adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”,
sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo
dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in
cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là
finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Gesù ci mette in guardia per superare il criterio di giustizia degli scribi e dei farisei. Non solo non bisogna
uccidere, ma neanche semplicemente disprezzare il fratello.Da cristiani allora, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, facciamo ogni sforzo per portare perdono, pace
e giustizia. La dinamica dell'amore ti fa toccare confini che appartengono solo a Dio! Signore, concedi a tutti noi di esercitare la carità con la stessa
misericordia che ci viene concessa da te. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù ci mette in guardia per superare il criterio di giustizia degli scribi e dei farisei.
Non solo non bisogna uccidere, ma neanche semplicemente disprezzare il fratello.Da cristiani allora, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, facciamo ogni sforzo per portare perdono, pace e giustizia. La dinamica dell'amore ti fa toccare confini che appartengono solo a Dio!
Signore, concedi a tutti noi di esercitare la carità con la stessa misericordia che ci viene concessa da te.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù ci mette in guardia per superare il criterio di giustizia degli scribi e dei farisei.
Non solo non bisogna uccidere, ma neanche semplicemente disprezzare il fratello.Da cristiani allora, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, facciamo ogni sforzo per portare perdono, pace e giustizia. La dinamica dell'amore ti fa toccare confini che appartengono solo a Dio!
Signore, concedi a tutti noi di esercitare la carità con la stessa misericordia che ci viene concessa da te.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda
una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene
infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala
via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie,
le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una
ripudiata, commette adulterio». Gesù richiama ad una morale autentica, non confezionata a propria immagine e somiglianza, capace di sacrificare anche ciò che sembra
necessario pur di rimanere "puri" nel cuore. È un modo diverso di vedere le cose, che non parte dalla realtà sensitiva, materiale, inficiata dal peccato, ma
dallo spirito redento dalla grazia e corroborato dallo Spirito Santo. Signore, purifica nella tua grande misericordia tutto il nostro essere e aiutaci ad amare
realmente! Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».
Gesù richiama ad una morale autentica, non confezionata a propria immagine e somiglianza, capace di sacrificare anche ciò che sembra necessario pur di rimanere "puri" nel cuore. È un modo diverso di vedere le cose, che non parte dalla realtà sensitiva, materiale, inficiata dal peccato, ma dallo spirito redento dalla grazia e corroborato dallo Spirito Santo.
Signore, purifica nella tua grande misericordia tutto il nostro essere e
aiutaci ad amare realmente!
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».
Gesù richiama ad una morale autentica, non confezionata a propria immagine e somiglianza, capace di sacrificare anche ciò che sembra necessario pur di rimanere "puri" nel cuore. È un modo diverso di vedere le cose, che non parte dalla realtà sensitiva, materiale, inficiata dal peccato, ma dallo spirito redento dalla grazia e corroborato dallo Spirito Santo.
Signore, purifica nella tua grande misericordia tutto il nostro essere e
aiutaci ad amare realmente!
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-13 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli
infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro
nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio
entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace
scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi”. S. Barnaba, che oggi ricordiamo, è definito apostolo per il suo impegno missionario e per la
scelta fatta su di lui direttamente dallo Spirito Santo, che insieme a Paolo, li ha consacrati per una missione evangelizzatrice. Gesù invia i discepoli con la
raccomandazione di andare senza troppi orpelli, liberi da ciò che può impedire un' azione efficace verso coloro che verranno invece liberati e sanificati. Signore,
liberaci dal nostro egoismo e dalle nostre false pretese così da poter offrire gioia e pace a tutti. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi”.
S. Barnaba, che oggi ricordiamo, è definito apostolo per il suo impegno missionario e per la scelta fatta su di lui direttamente dallo Spirito Santo, che insieme a Paolo, li ha consacrati per una missione evangelizzatrice. Gesù invia i discepoli con la raccomandazione di andare senza troppi orpelli, liberi da ciò che può impedire un' azione efficace verso coloro che verranno invece liberati e sanificati.
Signore, liberaci dal nostro egoismo e dalle nostre false pretese così da poter offrire gioia e pace a tutti.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi”.
S. Barnaba, che oggi ricordiamo, è definito apostolo per il suo impegno missionario e per la scelta fatta su di lui direttamente dallo Spirito Santo, che insieme a Paolo, li ha consacrati per una missione evangelizzatrice. Gesù invia i discepoli con la raccomandazione di andare senza troppi orpelli, liberi da ciò che può impedire un' azione efficace verso coloro che verranno invece liberati e sanificati.
Signore, liberaci dal nostro egoismo e dalle nostre false pretese così da poter offrire gioia e pace a tutti.
Serena giornata, don Pasqualino.
Domani, DOMENICA 12 GIUGNO, la Messa delle ore 19.00 NON ci sarà. La comunità è invitata a partecipare al duomo per i festeggiamenti del primo anno d'inserimento del nostro vescovo
Fortunato Morrone.
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Buona Solennità della SS. TRINITÀ Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15 In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento
non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che
avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per
questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. Preghiera sul Vangelo: "Padre santo e misericordioso, che nel tuo Figlio ci hai redenti e nello
Spirito ci hai santificati, donaci di crescere nella pazienza e nella speranza che non delude, perche' abiti in noi la tua sapienza, con la quale hai creato e
ordinato il mondo."
Buona Solennità della SS. TRINITÀ
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi
glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.
Preghiera sul Vangelo:
"Padre santo e misericordioso, che nel tuo Figlio ci hai redenti e nello Spirito ci hai santificati, donaci di crescere nella pazienza e nella speranza che
non delude, perche' abiti in noi la tua sapienza, con la quale hai creato e ordinato il mondo."
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi
glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.
Preghiera sul Vangelo:
"Padre santo e misericordioso, che nel tuo Figlio ci hai redenti e nello Spirito ci hai santificati, donaci di crescere nella pazienza e nella speranza che
non delude, perche' abiti in noi la tua sapienza, con la quale hai creato e ordinato il mondo."
Ultimo aggiornamento: giu 12, 2022 10:29:45am
Tantissimi auguri a don @[1646766245:2048:Antonio] per la nomina ad amministratore della parrocchia di San Giovanni ad Archi e quella di assistente diocesano del settore Giovani di Azione
Cattolica, e a don @[100048336714201:2048:Pasqualino] per la nomina a cappellano di Sua Santità 🎉
Nel ringraziare il Signore di avervi scelti come pastori della nostra comunità, affidiamo il vostro ministero alla Santa Vergine Odigitria, perché possa essere luce e guida nel vostro cammino ❤️🙏🏻
Nel ringraziare il Signore di avervi scelti come pastori della nostra comunità, affidiamo il vostro ministero alla Santa Vergine Odigitria, perché possa essere luce e guida nel vostro cammino ❤️🙏🏻
Ultimo aggiornamento: giu 12, 2022 9:57:08pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di
non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu
lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non
voltare le spalle». "Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono. Addirittura Gesù ci
spinge verso l'offerta di sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci. Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile, docile, portato
al macello e questa via della Croce indica ancora a tutti noi. Signore, donaci, come S.Antonio, tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli. Serena giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,38-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
"Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono.
Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci.
Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile, docile, portato al macello e questa via della Croce indica ancora a tutti noi.
Signore, donaci, come S.Antonio, tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
"Ma io vi dico": Gesù detta una nuova legge che supera quella antica e che si fonda sulla misericordia e sul perdono.
Addirittura Gesù ci spinge verso l'offerta di sé stessi anche quando la logica si può suggerire difese più efficaci.
Egli è stato l'Agnello senza macchia, umile, docile, portato al macello e questa via della Croce indica ancora a tutti noi.
Signore, donaci, come S.Antonio, tanta fede e tanto coraggio per essere tuoi discepoli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi
dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e
sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il
saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Amare i nemici: come sarà possibile? È Gesù che lo rende possibile: " ma io vi dico". Infatti se si è intimamente uniti a Lui, se si è accolta la sua Croce e
lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo allora è amore puro e assoluto! Cristo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è
una vera e propria carta d'identità del regno di Dio! Signore, aumenta in noi la fede, la speranza e la carità e donaci di vivere con gioia e fedeltà la
"perfezione" della presenza trinitaria. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Amare i nemici: come sarà possibile?
È Gesù che lo rende possibile: " ma io vi dico". Infatti se si è intimamente uniti a Lui, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo allora è amore puro e assoluto!
Cristo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità del regno di Dio!
Signore, aumenta in noi la fede, la speranza e la carità e donaci di vivere con gioia e fedeltà la "perfezione" della presenza trinitaria.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Amare i nemici: come sarà possibile?
È Gesù che lo rende possibile: " ma io vi dico". Infatti se si è intimamente uniti a Lui, se si è accolta la sua Croce e lo si è seguito fedelmente sulla via del Calvario; questo allora è amore puro e assoluto!
Cristo, ha voluto che i suoi discepoli si distinguessero proprio per questo, è una vera e propria carta d'identità del regno di Dio!
Signore, aumenta in noi la fede, la speranza e la carità e donaci di vivere con gioia e fedeltà la "perfezione" della presenza trinitaria.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere
ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come
fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai
l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E
quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io
vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre
tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che
digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu
digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Elemosina e digiuno sono atti efficaci se vissuti solo nel
"segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla e che scruta le intenzioni del cuore. Questa meravigliosa pagina evangelica ci indica la genuinità
della fede, l'essenziale, il necessario e basta, il resto è vanità e non giova a nulla. Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo
misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Elemosina e digiuno sono atti efficaci se vissuti solo nel "segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla e che scruta le intenzioni del cuore. Questa meravigliosa pagina evangelica ci indica la genuinità della fede, l'essenziale, il necessario e basta, il resto è vanità e non giova a nulla.
Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Elemosina e digiuno sono atti efficaci se vissuti solo nel "segreto" dello sguardo di Dio, a cui non sfugge nulla e che scruta le intenzioni del cuore. Questa meravigliosa pagina evangelica ci indica la genuinità della fede, l'essenziale, il necessario e basta, il resto è vanità e non giova a nulla.
Signore, fa' che con umiltà e generosità, nel silenzio del tuo sguardo misericordioso, possiamo agire sempre per il bene nostro e dei fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di
parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che
sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a
noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le
loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Pagina
fondamentale questa! Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito. Gesù
insegna la "preghiera" ai discepoli e la colloca tra due forti raccomandazioni. La prima è di non sprecare parole, di andare all'essenziale. La seconda è
il "dolce obbligo" del perdono verso i fratelli indissolubilmente legato a quello ricevuto dal Padre. Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio, lo
Spirito Santo e tutti noi in questa lode unanime e continua. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Pagina fondamentale questa!
Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito. Gesù insegna la "preghiera" ai discepoli e la colloca tra due forti raccomandazioni. La prima è di non sprecare parole, di andare all'essenziale. La seconda è il "dolce obbligo" del perdono verso i fratelli indissolubilmente legato a quello ricevuto dal Padre.
Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio, lo Spirito Santo e tutti noi in questa lode unanime e continua.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Pagina fondamentale questa!
Meditiamola brevemente per avere sempre nel cuore la "freschezza" di questa lode perfetta dettata dallo stesso Figlio Unigenito. Gesù insegna la "preghiera" ai discepoli e la colloca tra due forti raccomandazioni. La prima è di non sprecare parole, di andare all'essenziale. La seconda è il "dolce obbligo" del perdono verso i fratelli indissolubilmente legato a quello ricevuto dal Padre.
Signore, Padre santo e buono, ascolta il tuo Figlio, lo Spirito Santo e tutti noi in questa lode unanime e continua.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,19-23 «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per
voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada
del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque
la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!». Come sempre la Parola del Vangelo ci verifica nel più profondo del cuore. Gesù ci invita a non aver
alcun desiderio di possesso dei tesori della terra, che sono caduchi, e guardare invece tutto con occhio semplice e puro. Dare priorità alle realtà celesti, da
preferire a quelle terrestri, così da poter essere veramente liberi e collocare già il nostro cuore nell'oltre. Signore, donaci di vedere tutto, persone e cose,
con benevolenza e misericordia e accogliere ognuno con il sorriso luminoso di un animo accogliente. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,19-23
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».
Come sempre la Parola del Vangelo ci verifica nel più profondo del cuore.
Gesù ci invita a non aver alcun desiderio di possesso dei tesori della terra, che sono caduchi, e guardare invece tutto con occhio semplice e puro.
Dare priorità alle realtà celesti, da preferire a quelle terrestri, così da poter essere veramente liberi e collocare già il nostro cuore nell'oltre.
Signore, donaci di vedere tutto, persone e cose, con benevolenza e misericordia e accogliere ognuno con il sorriso luminoso di un animo accogliente.
Serena giornata, don Pasqualino.
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».
Come sempre la Parola del Vangelo ci verifica nel più profondo del cuore.
Gesù ci invita a non aver alcun desiderio di possesso dei tesori della terra, che sono caduchi, e guardare invece tutto con occhio semplice e puro.
Dare priorità alle realtà celesti, da preferire a quelle terrestri, così da poter essere veramente liberi e collocare già il nostro cuore nell'oltre.
Signore, donaci di vedere tutto, persone e cose, con benevolenza e misericordia e accogliere ognuno con il sorriso luminoso di un animo accogliente.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 6,24-34 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si
affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o
berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano
e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare
anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che
neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto
di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca
i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date
in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Un discorso, questo, di Gesù che
arriva diritto al cuore e ci "spiazza" inesorabilmente, a noi, che siamo spesso figli e cultori dello spreco. Crediamo a questo stupendo manifesto della
Provvidenza impegnandoci per una risposta grata e fiduciosa verso tanti doni ricevuti e potremo così superare pacificamente la dose di pena accumulata ogni giorno.
Signore, Padre Santo, veglia giorno e notte sui tuoi figli e concedici di sperimentare il dolce e leggero giogo delle Beatitudini. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 6,24-34
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Un discorso, questo, di Gesù che arriva diritto al cuore e ci "spiazza" inesorabilmente, a noi, che siamo spesso figli e cultori dello spreco.
Crediamo a questo stupendo manifesto della Provvidenza impegnandoci per una risposta grata e fiduciosa verso tanti doni ricevuti e potremo così superare pacificamente la dose di pena accumulata ogni giorno.
Signore, Padre Santo, veglia giorno e notte sui tuoi figli e concedici di sperimentare il dolce e leggero giogo delle Beatitudini.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Un discorso, questo, di Gesù che arriva diritto al cuore e ci "spiazza" inesorabilmente, a noi, che siamo spesso figli e cultori dello spreco.
Crediamo a questo stupendo manifesto della Provvidenza impegnandoci per una risposta grata e fiduciosa verso tanti doni ricevuti e potremo così superare pacificamente la dose di pena accumulata ogni giorno.
Signore, Padre Santo, veglia giorno e notte sui tuoi figli e concedici di sperimentare il dolce e leggero giogo delle Beatitudini.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità del Corpus Domini. Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17 In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno
di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorno per
alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due
pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: “Fateli sedere a
gruppi di cinquanta circa”. Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la
benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Preghiera sul Vangelo: "Signore del cielo e della terra, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio,
fa' che nella partecipazione all'unico pane e all'unico calice impariamo a condividere con i fratelli i beni della terra e quelli del cielo."
Buona Solennità del Corpus Domini.
Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorno per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: “Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa”. Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione,
li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore del cielo e della terra, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, fa' che nella partecipazione all'unico pane e all'unico calice impariamo a condividere con i fratelli i beni della terra e quelli del cielo."
Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorno per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: “Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa”. Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione,
li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Preghiera sul Vangelo:
"Signore del cielo e della terra, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, fa' che nella partecipazione all'unico pane e all'unico calice impariamo a condividere con i fratelli i beni della terra e quelli del cielo."
La Messa pomeridiana di OGGI è anticipata alle 18 per permettere, a chi lo volesse, di partecipare alla processione del Corpus Domini.
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,1-5 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate
sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della
trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la
trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». "Non giudicate per non essere giudicati", ecco in
estrema sintesi il senso della pagina del Vangelo odierno. Il Signore è piuttosto esplicito di fronte ai rapporti umani: essi devono essere sempre improntati alla
misericordia, all'accoglienza, alla benevolenza e al perdono. Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e
carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito. Signore , donaci il tuo
amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,1-5
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
"Non giudicate per non essere giudicati", ecco in estrema sintesi il senso della pagina del Vangelo odierno.
Il Signore è piuttosto esplicito di fronte ai rapporti umani: essi devono essere sempre improntati alla misericordia, all'accoglienza, alla benevolenza e al perdono. Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito.
Signore , donaci il tuo amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
"Non giudicate per non essere giudicati", ecco in estrema sintesi il senso della pagina del Vangelo odierno.
Il Signore è piuttosto esplicito di fronte ai rapporti umani: essi devono essere sempre improntati alla misericordia, all'accoglienza, alla benevolenza e al perdono. Certo la correzione fraterna alle volte è più che necessaria, ma deve essere fatta con umiltà e carità, riconoscendo sempre di avere nei nostri occhi travi e cose simili, capaci di essere rimossi solo dal "collirio" dello Spirito.
Signore , donaci il tuo amore e rendici sempre benevoli e misericordiosi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché
non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la
Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto
stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Il Signore Gesù ci esorta a scelte sapienti: tre sono quelle proposte
oggi nel brano evangelico. La prima è un po' strana e non certo usuale: gettare cose preziose agli animali. Cosa significa? Non avere comprensione della realtà e
non dare importanza ai valori che invece devono regolare la vita. La seconda è una "regola d'oro" facilmente intuibile. La terza, attraverso il paragone
della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente si ottengono pace e salvezza. Signore, donaci sapienza, capacità di
ascolto e coraggio per sapere fare le scelte giuste che ci uniscono a te. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,6.12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Il Signore Gesù ci esorta a scelte sapienti:
tre sono quelle proposte oggi nel brano evangelico. La prima è un po' strana e non certo usuale: gettare cose preziose agli animali. Cosa significa? Non avere comprensione della realtà e non dare importanza ai valori che invece devono regolare la vita. La seconda è una "regola d'oro" facilmente intuibile. La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente si ottengono pace e salvezza.
Signore, donaci sapienza, capacità di ascolto e coraggio per sapere fare le scelte giuste che ci uniscono a te.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Il Signore Gesù ci esorta a scelte sapienti:
tre sono quelle proposte oggi nel brano evangelico. La prima è un po' strana e non certo usuale: gettare cose preziose agli animali. Cosa significa? Non avere comprensione della realtà e non dare importanza ai valori che invece devono regolare la vita. La seconda è una "regola d'oro" facilmente intuibile. La terza, attraverso il paragone della porta stretta, ci fa capire che senza impegno, fatica e anche sofferenza ben difficilmente si ottengono pace e salvezza.
Signore, donaci sapienza, capacità di ascolto e coraggio per sapere fare le scelte giuste che ci uniscono a te.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi
rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo
produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e
gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Gesù ci offre un criterio importante che ci permette di verificare la bontà della vita: la qualità dei
frutti. "Un albero buono non può produrre frutti cattivi". Allora per essere "alberi buoni" bisogna ci siano buone radici: la fede. Un buon
tronco:le virtù. Dei rami forti e rigogliosi:le opere buone. La preghiera poi è l'acqua che deve abbeverare tutto l'albero. Signore, donaci la forza dello
Spirito Santo perché infonda in noi la linfa vitale della tua grazia, necessaria per portare frutti di amore e di carità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Gesù ci offre un criterio importante che ci permette di verificare la bontà della vita: la qualità dei frutti. "Un albero buono non può produrre frutti cattivi".
Allora per essere "alberi buoni" bisogna ci siano buone radici: la fede.
Un buon tronco:le virtù.
Dei rami forti e rigogliosi:le opere buone.
La preghiera poi è l'acqua che deve abbeverare tutto l'albero.
Signore, donaci la forza dello Spirito Santo perché infonda in noi la linfa vitale della tua grazia, necessaria per portare frutti di amore e di carità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Gesù ci offre un criterio importante che ci permette di verificare la bontà della vita: la qualità dei frutti. "Un albero buono non può produrre frutti cattivi".
Allora per essere "alberi buoni" bisogna ci siano buone radici: la fede.
Un buon tronco:le virtù.
Dei rami forti e rigogliosi:le opere buone.
La preghiera poi è l'acqua che deve abbeverare tutto l'albero.
Signore, donaci la forza dello Spirito Santo perché infonda in noi la linfa vitale della tua grazia, necessaria per portare frutti di amore e di carità.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità della nascita di S. Giovanni Battista. Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66.80 Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un
figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per
circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della
tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il
suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da
timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà
mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua
manifestazione a Israele. Oggi, anticipato perché domani si celebra il Sacro Cuore di Gesù, festeggiamo la nascita di San Giovanni Battista, unico tra i santi ad essere
ricordato nella nascita che nella morte. "Si chiamerà Giovanni": il nome è imposto da Dio, per indicare la missione del Battista, esso infatti significa
" Dio fa grazia, offre misericordia" Risuoni nella Chiesa, unanime e festoso, l’inno delle tue lodi, o Giovanni Battista. Negli arcani silenzi del tempio
d’Israele un angelo di Dio svela al padre il tuo nome. Tu profeta fanciullo riconosci nel grembo della Vergine Madre l’atteso dalle genti. Tu sorgi dal deserto con il
fuoco di Elia a convocare gli umili nel regno del Signore. Sia lode e onore a Cristo, Parola del Dio vivo, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen.
Buona Solennità della nascita di S. Giovanni Battista.
Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66.80
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Oggi, anticipato perché domani si celebra il Sacro Cuore di Gesù, festeggiamo la nascita di San Giovanni Battista, unico tra i santi ad essere ricordato nella nascita che nella morte.
"Si chiamerà Giovanni": il nome è imposto da Dio, per indicare la missione del Battista, esso infatti significa " Dio fa grazia, offre misericordia"
Risuoni nella Chiesa,
unanime e festoso,
l’inno delle tue lodi,
o Giovanni Battista.
Negli arcani silenzi
del tempio d’Israele
un angelo di Dio
svela al padre il tuo nome.
Tu profeta fanciullo
riconosci nel grembo
della Vergine Madre
l’atteso dalle genti.
Tu sorgi dal deserto
con il fuoco di Elia
a convocare gli umili
nel regno del Signore.
Sia lode e onore a Cristo,
Parola del Dio vivo,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli.
Amen.
Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66.80
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Oggi, anticipato perché domani si celebra il Sacro Cuore di Gesù, festeggiamo la nascita di San Giovanni Battista, unico tra i santi ad essere ricordato nella nascita che nella morte.
"Si chiamerà Giovanni": il nome è imposto da Dio, per indicare la missione del Battista, esso infatti significa " Dio fa grazia, offre misericordia"
Risuoni nella Chiesa,
unanime e festoso,
l’inno delle tue lodi,
o Giovanni Battista.
Negli arcani silenzi
del tempio d’Israele
un angelo di Dio
svela al padre il tuo nome.
Tu profeta fanciullo
riconosci nel grembo
della Vergine Madre
l’atteso dalle genti.
Tu sorgi dal deserto
con il fuoco di Elia
a convocare gli umili
nel regno del Signore.
Sia lode e onore a Cristo,
Parola del Dio vivo,
al Padre e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli.
Amen.
Oggi abbiamo salutato Ferdinand, che è stato diacono da noi quest'anno e fra qualche giorno partirà per il Madagascar per essere ordinato sacerdote.
Tutti noi ti siamo vicini e ti assicuriamo la nostra preghiera in questo passo importante. Affidiamo il tuo percorso alla Vergine Odigitria, certi che illuminerà il tuo cammino.
Ci vediamo a settembre! 🥰🎉
Tutti noi ti siamo vicini e ti assicuriamo la nostra preghiera in questo passo importante. Affidiamo il tuo percorso alla Vergine Odigitria, certi che illuminerà il tuo cammino.
Ci vediamo a settembre! 🥰🎉
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Buona Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Dal Vangelo secondo Luca 15,3-7 In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento
pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica
sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così
vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». Oggi celebriamo la Solennità
del Sacro Cuore di Gesù. Una bellissima similitudine ci viene offerta dal Vangelo e ci descrive i "sentimenti" di Dio: il pastore che va in cerca della pecora
smarrita e, una volta trovata, se la pone sulle spalle e la riporta all'ovile per poi festeggiare. Anche in cielo si fa festa per un peccatore che si converte!
Signore , offrici sempre misericordia e cambia i nostri cuori induriti. Serena giornata, don Pasqualino.
Buona Solennità del Sacro Cuore di Gesù.
Dal Vangelo secondo Luca 15,3-7
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Oggi celebriamo la Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Una bellissima similitudine ci viene offerta dal Vangelo e ci descrive i "sentimenti" di Dio: il pastore che va in cerca della pecora smarrita e, una volta trovata, se la pone sulle spalle e la riporta all'ovile per poi festeggiare. Anche in cielo si fa festa per un peccatore che si converte!
Signore , offrici sempre misericordia e cambia i nostri cuori induriti.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 15,3-7
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Oggi celebriamo la Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Una bellissima similitudine ci viene offerta dal Vangelo e ci descrive i "sentimenti" di Dio: il pastore che va in cerca della pecora smarrita e, una volta trovata, se la pone sulle spalle e la riporta all'ovile per poi festeggiare. Anche in cielo si fa festa per un peccatore che si converte!
Signore , offrici sempre misericordia e cambia i nostri cuori induriti.
Serena giornata, don Pasqualino.
Questo SABATO, 25 giugno, NON verrà celebrata la Messa vespertina delle ore 19:00, perché ci saranno le ordinazioni sacerdotali in Cattedrale.
DOMENICA 26 giugno NON ci sarà la Messa delle 11:00. Le Messe della domenica saranno, quindi, alle 8:30 e alle 19:00.
DOMENICA 26 giugno NON ci sarà la Messa delle 11:00. Le Messe della domenica saranno, quindi, alle 8:30 e alle 19:00.
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Dal Vangelo secondo Luca 2,41-51 I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la
consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne
accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato,
tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che
l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo?
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non
compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. In continuità
con la solennità di ieri oggi celebriamo la memoria del Cuore Immacolato di Maria. Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino a quello del
Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme. Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con
il suo Figlio divino. Maria è poi meravigliosamente madre e quindi ha un cuore pieno di misericordia, di comprensione e di compassione, capace di "custodire"
ogni nostra vita. Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai donato per essere nostra madre e che ci difende e ci consola. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 2,41-51
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
In continuità con la solennità di ieri oggi celebriamo la memoria del Cuore Immacolato di Maria.
Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino a quello del Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme.
Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con il suo Figlio divino. Maria è poi meravigliosamente madre e quindi ha un cuore pieno di misericordia, di comprensione e di compassione, capace di "custodire" ogni nostra vita.
Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai donato per essere nostra madre e che ci difende e ci consola.
Serena giornata, don Pasqualino.
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
In continuità con la solennità di ieri oggi celebriamo la memoria del Cuore Immacolato di Maria.
Quello della Vergine Madre non poteva che essere il cuore più vicino a quello del Signore Gesù, tanto è vero che spesso nelle immagini li si accosta insieme.
Di Maria il Vangelo ci dice che "custodiva" nel suo cuore ogni realtà vissuta con il suo Figlio divino. Maria è poi meravigliosamente madre e quindi ha un cuore pieno di misericordia, di comprensione e di compassione, capace di "custodire" ogni nostra vita.
Signore, grazie per la tua Madre Immacolata, che ci hai donato per essere nostra madre e che ci difende e ci consola.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XIII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 9,51-62 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma
decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli
l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore,
vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la
strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo
non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i
morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa
mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che ci chiami
a celebrare i tuoi santi misteri e che in Gesu' maestro indichi la via della croce come sentiero di vita, fa' che, mossi dal suo Spirito, lo seguiamo con
liberta' e fermezza, senza nulla anteporre all'amore per lui, nel generoso servizio dei fratelli."
Buona Domenica XIII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 9,51-62
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ci chiami a celebrare i tuoi santi misteri e che in Gesu' maestro indichi la via della croce come sentiero di vita, fa' che, mossi dal suo Spirito, lo seguiamo con liberta' e fermezza, senza nulla anteporre all'amore per lui, nel generoso servizio dei fratelli."
Dal Vangelo secondo Luca 9,51-62
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che ci chiami a celebrare i tuoi santi misteri e che in Gesu' maestro indichi la via della croce come sentiero di vita, fa' che, mossi dal suo Spirito, lo seguiamo con liberta' e fermezza, senza nulla anteporre all'amore per lui, nel generoso servizio dei fratelli."
"[...] Mi prese per mano, camminò con me, mi nutrì della Parola, mi diede l’amicizia, mi insegnò a lottare, mi fece conoscere il Cristo, mi inserì vivente in una realtà vivente […]. E che
sarebbe stato di me se non l’avessi trovata? Al solo pensarci mi prende la paura […]."
(Carlo Carretto)
Ieri tutta l'Azione Cattolica parrocchiale si è ritrovata insieme per vivere un pomeriggio unitario a conclusione di questo anno associativo💛💙
Tra giochi, attività, preghiera e un momento di convivialità si è vissuto un pomeriggio di festa e di gioia condivisa, che ha permesso a tutti di scoprire nuovamente quanto è bello camminare insieme all'interno della Chiesa, dai più piccoli ai più grandi!🤩
W l'Azione Cattolica🥰
#Ac #AzioneCattolicaRagazzi #AzioneCattolica #FissiSuDiLui #SuMisuraPerTe #Happiness
(Carlo Carretto)
Ieri tutta l'Azione Cattolica parrocchiale si è ritrovata insieme per vivere un pomeriggio unitario a conclusione di questo anno associativo💛💙
Tra giochi, attività, preghiera e un momento di convivialità si è vissuto un pomeriggio di festa e di gioia condivisa, che ha permesso a tutti di scoprire nuovamente quanto è bello camminare insieme all'interno della Chiesa, dai più piccoli ai più grandi!🤩
W l'Azione Cattolica🥰
#Ac #AzioneCattolicaRagazzi #AzioneCattolica #FissiSuDiLui #SuMisuraPerTe #Happiness
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Dal Vangelo secondo Matteo 8,18-22 In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse:
«Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il
capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti
seppelliscano i loro morti». Le esigenze di Gesù sono esigenze d'amore! Esse presuppongono una capacità radicale di rinuncia alle realtà del mondo per un'
attenta adesione alla persona e alla vita del Maestro. Non può esserci qualcuno o qualcosa che possa "distrarli" o anteporsi alle scelte chiare e precise
della sequela d'amore. Signore, sostienici nelle nostre scelte, fa' che possiamo vivere la nostra vita sempre secondo la tua divina volontà. Serena giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 8,18-22
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Le esigenze di Gesù sono esigenze d'amore! Esse presuppongono una capacità radicale di rinuncia alle realtà del mondo per un' attenta adesione alla persona e alla vita del Maestro.
Non può esserci qualcuno o qualcosa che possa "distrarli" o anteporsi alle scelte chiare e precise della sequela d'amore.
Signore, sostienici nelle nostre scelte, fa' che possiamo vivere la nostra vita sempre secondo la tua divina volontà.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».
Le esigenze di Gesù sono esigenze d'amore! Esse presuppongono una capacità radicale di rinuncia alle realtà del mondo per un' attenta adesione alla persona e alla vita del Maestro.
Non può esserci qualcuno o qualcosa che possa "distrarli" o anteporsi alle scelte chiare e precise della sequela d'amore.
Signore, sostienici nelle nostre scelte, fa' che possiamo vivere la nostra vita sempre secondo la tua divina volontà.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Mentre ci prepariamo a salutare don Pasqualino con la Celebrazione Eucaristica di giorno 2 luglio alle ore 19:00, accogliamo con gioia @[100000026713483:2048:Don
Giacomo D'anna], il nostro nuovo parroco! 🎉 La Santa Messa sarà il 4 luglio alle ore 19:00. Affidiamo alla Beata Vergine Maria Odigitria il tuo ministero e, in
particolare, questo nostro nuovo tratto di cammino insieme, affinché ci guidi sempre più a vivere la pienezza del Vangelo e a diventarne testimoni autentici. Ti
aspettiamo 🙏🏻🥳
Mentre ci prepariamo a salutare don Pasqualino con la Celebrazione Eucaristica di giorno 2 luglio alle ore 19:00, accogliamo con gioia Don Giacomo D'anna, il nostro nuovo parroco! 🎉
La Santa Messa sarà il 4 luglio alle ore 19:00.
Affidiamo alla Beata Vergine Maria Odigitria il tuo ministero e, in particolare, questo nostro nuovo tratto di cammino insieme, affinché ci guidi sempre più a vivere la pienezza del Vangelo e a diventarne testimoni autentici.
Ti aspettiamo 🙏🏻🥳
La Santa Messa sarà il 4 luglio alle ore 19:00.
Affidiamo alla Beata Vergine Maria Odigitria il tuo ministero e, in particolare, questo nostro nuovo tratto di cammino insieme, affinché ci guidi sempre più a vivere la pienezza del Vangelo e a diventarne testimoni autentici.
Ti aspettiamo 🙏🏻🥳
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Dal Vangelo secondo Matteo 8,23-27 In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che
la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché
avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i
venti e il mare gli obbediscono?». In questa pagina evangelica sembra che il Signore, profondamente addormentato , non si interessi alla sorte dei discepoli che, sulla
stessa barca, lottano con gli elementi naturali in tempesta. E subito la domanda: dove è Dio? Si! Lui era , è , e sarà con noi sulla stessa barca, che quindi non può
affondare. "Perché avete paura, gente di poca fede"? : è questo forse il rimprovero che anche oggi Gesù fa' a noi che dubitiamo del suo divino aiuto.
Signore, donaci coraggio e fede e, credere così, che tu puoi liberarci e ristabilire pace e sicurezza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 8,23-27
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
In questa pagina evangelica sembra che il Signore, profondamente addormentato , non si interessi alla sorte dei discepoli che, sulla stessa barca, lottano con gli elementi naturali in tempesta. E subito la domanda: dove è Dio? Si! Lui era , è , e sarà con noi sulla stessa barca, che quindi non può affondare. "Perché avete paura, gente di poca fede"? : è questo forse il rimprovero che anche oggi Gesù fa' a noi che dubitiamo del suo divino aiuto.
Signore, donaci coraggio e fede e, credere così, che tu puoi liberarci e ristabilire pace e sicurezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
In questa pagina evangelica sembra che il Signore, profondamente addormentato , non si interessi alla sorte dei discepoli che, sulla stessa barca, lottano con gli elementi naturali in tempesta. E subito la domanda: dove è Dio? Si! Lui era , è , e sarà con noi sulla stessa barca, che quindi non può affondare. "Perché avete paura, gente di poca fede"? : è questo forse il rimprovero che anche oggi Gesù fa' a noi che dubitiamo del suo divino aiuto.
Signore, donaci coraggio e fede e, credere così, che tu puoi liberarci e ristabilire pace e sicurezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Solennità dei Santi Pietro e Paolo Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse
loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona,
perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze
degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai
sulla terra sarà sciolto nei cieli». Nella festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro, il
pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo. Ma ricordiamo anche Paolo,
il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo. Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo
essere fedeli sino al termine della nostra vita. Serena giornata, don Pasqualino.
Buona Solennità dei Santi Pietro e Paolo
Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Nella festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo. Ma ricordiamo anche Paolo, il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo.
Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo essere fedeli sino al termine della nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Nella festa dei Santi Pietro e Paolo, il Vangelo ci offre il momento solenne della confessione di fede da parte di Pietro, il pescatore, che con la sua irruente spontaneità, dopo la breve parentesi del tradimento, riceverà il compito di guidare la Chiesa di Cristo. Ma ricordiamo anche Paolo, il fariseo fondamentalista, che convertito, annunziera' il vangelo ai pagani in tutto il mondo.
Signore, grazie per il dono della fede, fa' che possiamo essere fedeli sino al termine della nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
Tantissimi auguri a don Antonio che oggi festeggia i tre anni di ordinazione sacerdotale 🎉❤️
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,1-8 In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su
un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma
Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire
“Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo
letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli
uomini. Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio. I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo,
nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano. Sempre Egli opera per noi e continua ancora ad offrirci benefici. Signore, Padre, Figlio e
Spirito Santo, donaci fede ed umile docilità verso il tuo disegno di salvezza e usaci misericordia per le nostre fragilli consapevolezze. Serena giornata, don
Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,1-8
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio. I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo, nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano. Sempre Egli opera per noi
e continua ancora ad offrirci benefici.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci fede ed umile docilità verso il tuo disegno di salvezza e usaci misericordia per le nostre fragilli consapevolezze.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Gesù oltre che essere vero uomo è anche vero Dio. I miracoli sono rivelazione di quella che è l'identità di Gesù: il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo, nato dalla Vergine Maria, costituito Salvatore per tutto il genere umano. Sempre Egli opera per noi
e continua ancora ad offrirci benefici.
Signore, Padre, Figlio e Spirito Santo, donaci fede ed umile docilità verso il tuo disegno di salvezza e usaci misericordia per le nostre fragilli consapevolezze.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,9-13 In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano
ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Quanto è
consolante questa pagina di Vangelo! Infatti la chiamata di S. Matteo ci offre la possibilità di contemplare tutta l'onnipotenza misericordiosa di Dio. Gesù
ricerca i peccatori per convertirli e portarli a salvezza. Sentiamoci anche noi invitati alla mensa dell'amore e del perdono con tanti fratelli affaticati dalle
prove della vita e desiderosi di gioia e di pace . Signore, grazie per il tuo amore e perché non ci hai mai abbandonati nelle difficoltà e non hai permesso al male di
prevalere. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Quanto è consolante questa pagina di Vangelo! Infatti la chiamata di S. Matteo ci offre la possibilità di contemplare tutta l'onnipotenza misericordiosa di Dio.
Gesù ricerca i peccatori per convertirli e portarli a salvezza.
Sentiamoci anche noi invitati alla mensa dell'amore e del perdono con tanti fratelli affaticati dalle prove della vita e desiderosi di gioia e di pace .
Signore, grazie per il tuo amore e perché non ci hai mai abbandonati nelle difficoltà e non hai permesso al male di prevalere.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Quanto è consolante questa pagina di Vangelo! Infatti la chiamata di S. Matteo ci offre la possibilità di contemplare tutta l'onnipotenza misericordiosa di Dio.
Gesù ricerca i peccatori per convertirli e portarli a salvezza.
Sentiamoci anche noi invitati alla mensa dell'amore e del perdono con tanti fratelli affaticati dalle prove della vita e desiderosi di gioia e di pace .
Signore, grazie per il tuo amore e perché non ci hai mai abbandonati nelle difficoltà e non hai permesso al male di prevalere.
Serena giornata, don Pasqualino.
⚠️ AVVISO ⚠️
A causa di problematiche legate alla presenza del Vescovo, i festeggiamenti del 2 luglio e del 4 luglio sono rinviati.
L'insediamento di don Giacomo sarà presumibilmente a settembre.
A causa di problematiche legate alla presenza del Vescovo, i festeggiamenti del 2 luglio e del 4 luglio sono rinviati.
L'insediamento di don Giacomo sarà presumibilmente a settembre.
Ultimo aggiornamento: lug 01, 2022 5:22:42pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-17 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i
tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo
sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo
diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri
nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano». Gesù è lo "sposo" presente che guida le "danze" di un'umanità visitata da Dio. Il digiuno
presuppone una ricerca, un modo per prepararsi a ricevere un beneficio, ma Gesù indica in se stesso il compimento di tutte le attese e le aspettative di una umanità che
viene redenta e resa partecipe pienamente e definitivamente della vita divina. Non ci sarà un rattoppo nel vestito, ma sarà del tutto nuovo, così come l'otre che
conterrà la gioia e la pace donate alla "sposa". Signore, vogliamo digiunare da ogni male e cattiveria e tu nutrici con la tua Parola e il tuo
"pane" di vita eterna. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-17
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Gesù è lo "sposo" presente che guida le "danze" di un'umanità visitata da Dio.
Il digiuno presuppone una ricerca, un modo per prepararsi a ricevere un beneficio, ma Gesù indica in se stesso il compimento di tutte le attese e le aspettative di una umanità che viene redenta e resa partecipe pienamente e definitivamente della vita divina.
Non ci sarà un rattoppo nel vestito, ma sarà del tutto nuovo, così come l'otre che conterrà la gioia e la pace donate alla "sposa".
Signore, vogliamo digiunare da ogni male e cattiveria e tu nutrici con la tua Parola e il tuo "pane" di vita eterna.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Gesù è lo "sposo" presente che guida le "danze" di un'umanità visitata da Dio.
Il digiuno presuppone una ricerca, un modo per prepararsi a ricevere un beneficio, ma Gesù indica in se stesso il compimento di tutte le attese e le aspettative di una umanità che viene redenta e resa partecipe pienamente e definitivamente della vita divina.
Non ci sarà un rattoppo nel vestito, ma sarà del tutto nuovo, così come l'otre che conterrà la gioia e la pace donate alla "sposa".
Signore, vogliamo digiunare da ogni male e cattiveria e tu nutrici con la tua Parola e il tuo "pane" di vita eterna.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XIV del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12 .17-20 In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé
in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai
nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In
qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate
in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una
città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in
una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di
voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di
gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il
potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a
voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». Preghiera sul Vangelo: "Dio di consolazione e di pace, che nella vocazione battesimale
chiami alla comunione con te tutti i viventi, fa' che la Chiesa annunci la venuta del tuo regno confidando solo nella forza del Vangelo, perche' si renda
presente in ogni ambiente la tua parola di amore e di pace."
Buona Domenica XIV del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12 .17-20
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Preghiera sul Vangelo:
"Dio di consolazione e di pace, che nella vocazione battesimale chiami alla comunione con te tutti i viventi, fa' che la Chiesa annunci la venuta del tuo regno confidando solo nella forza del Vangelo, perche' si renda presente in ogni ambiente la tua parola di amore e di pace."
Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12 .17-20
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Preghiera sul Vangelo:
"Dio di consolazione e di pace, che nella vocazione battesimale chiami alla comunione con te tutti i viventi, fa' che la Chiesa annunci la venuta del tuo regno confidando solo nella forza del Vangelo, perche' si renda presente in ogni ambiente la tua parola di amore e di pace."
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,18-26 In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni,
imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si
avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide
e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in
agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e
la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione. Compassione, misericordia e amore: questo Gesù manifesta sempre! La fede è la scintilla che
"incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è
morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il lembo del mantello. Signore, aumenta la nostra
fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti". Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,18-26
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Compassione, misericordia e amore: questo Gesù manifesta sempre!
La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il lembo del mantello.
Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Compassione, misericordia e amore: questo Gesù manifesta sempre!
La fede è la scintilla che "incendia" il cuore di Cristo e certi particolari ci dicono di una qualità di fede davvero coinvolgente. Il capo che si rivolge a Gesù dopo che sua figlia è morta e crede che Egli la possa risuscitare; la donna emorroissa che pone tutta la sua speranza nel poter toccare il lembo del mantello.
Signore, aumenta la nostra fede, fa' che umili e trepidanti ci accostiamo a te con la consapevolezza di essere sempre "guariti".
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,32-38 In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle,
prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù
percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle,
ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli
operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». Gesù è pieno di compassione , Egli ci guarisce dalle nostre chiusure, dalle nostre
incertezze, dai nostri mutismi; riesce a farci cantare la vita, la gloria di Dio. Ma dal cuore di Cristo viene anche una forte esortazione: "pregate il padrone
della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo. Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo campo, non
farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 9,32-38
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Gesù è pieno di compassione , Egli ci guarisce dalle nostre chiusure, dalle nostre incertezze, dai nostri mutismi; riesce a farci cantare la vita, la gloria di Dio. Ma dal cuore di Cristo viene anche una forte esortazione: "pregate il padrone della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo.
Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Gesù è pieno di compassione , Egli ci guarisce dalle nostre chiusure, dalle nostre incertezze, dai nostri mutismi; riesce a farci cantare la vita, la gloria di Dio. Ma dal cuore di Cristo viene anche una forte esortazione: "pregate il padrone della messe...", perché sempre ci possano essere gli operai del Vangelo.
Signore, vogliamo pregare incessantemente perché ci siano degni operai nel tuo campo, non farci mancare mai chi possa annunziare con la sua vita il tuo regno di pace e di amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,1-7 In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni
malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello;
Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i
Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa
d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino». La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele. Da notare che
in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico. Il vangelo non fa sconti a nessuno e
appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede. La loro missione sarà quella di consolare e
confortare, liberare e guarire i cuori ed offrire misericordia e speranza. Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e
fedeli della tua Parola che salva. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,1-7
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele. Da notare che in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico. Il vangelo non fa sconti a nessuno e appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede. La loro missione sarà quella di consolare e confortare, liberare e guarire i cuori ed offrire misericordia e speranza.
Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e fedeli della tua Parola che salva.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
La scelta degli apostoli è di Gesù, sono dodici come le tribù di Israele. Da notare che in questa versione di Matteo, l'evangelista si aggiunge la "qualifica" di pubblicano, ovvero, peccatore pubblico. Il vangelo non fa sconti a nessuno e appare chiaro che sarà la grazia di Dio a trasformare questi uomini da pavidi e grezzi in vere e proprie rocce di fede. La loro missione sarà quella di consolare e confortare, liberare e guarire i cuori ed offrire misericordia e speranza.
Signore, donaci sempre il tuo potente aiuto per essere nel mondo testimoni coraggiosi e fedeli della tua Parola che salva.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-15 In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi,
risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre
cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate
chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se
non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la
polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». Gesù è estremamente
chiaro nell'offrire le regole di comportamento ai suoi inviati: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"! Come operai della vigna riceveranno
la loro ricompensa direttamente da Dio, il resto potranno accoglierlo, ma nella misura di colmare le necessità. Il potere, il denaro e qualsiasi interesse personale
sono banditi dalla vita di chi vuole seguire il Signore nell'annuncio del Vangelo. Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere in abbondanza i tuoi
doni di salvezza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Gesù è estremamente chiaro nell'offrire le regole di comportamento ai suoi inviati: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"! Come operai della vigna riceveranno la loro ricompensa direttamente da Dio, il resto potranno accoglierlo, ma nella misura di colmare le necessità. Il potere, il denaro e qualsiasi interesse personale sono banditi dalla vita di chi vuole seguire il Signore nell'annuncio del Vangelo.
Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere in abbondanza i tuoi doni di salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Gesù è estremamente chiaro nell'offrire le regole di comportamento ai suoi inviati: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date"! Come operai della vigna riceveranno la loro ricompensa direttamente da Dio, il resto potranno accoglierlo, ma nella misura di colmare le necessità. Il potere, il denaro e qualsiasi interesse personale sono banditi dalla vita di chi vuole seguire il Signore nell'annuncio del Vangelo.
Signore, donaci lo spirito di povertà per potere accogliere in abbondanza i tuoi doni di salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,16-23 In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e
semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori
e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in
quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il
figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà
salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il
Figlio dell’uomo». Gesù ci dice oggi che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena di insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non
bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi. Allora poniamo in Lui una fiducia senza
riserve, capace di vincere ogni possibile paura. Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella
tentazione. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,16-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Gesù ci dice oggi che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena di insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi. Allora poniamo in Lui una fiducia senza riserve, capace di vincere ogni possibile paura.
Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».
Gesù ci dice oggi che la vita vissuta con Lui e per Lui non è per niente facile, anzi è piena di insidie, sia sul piano familiare che sociale, ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente in quanto prenderà la nostra difesa lo Spirito Santo, il Paraclito , che parlerà per noi. Allora poniamo in Lui una fiducia senza riserve, capace di vincere ogni possibile paura.
Signore, ci affidiamo alla tua provvidente misericordia, donaci coraggio e tenacia e non abbandonarci a lungo nella tentazione.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 10,24-33 In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è
sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della
sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle
tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno
potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un
soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi
valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà
davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». "Non abbiate paura": è ripetuto per ben tre volte da Gesù, un richiamo ad
aver fiducia nella "custodia" del Signore. Sono, queste parole, un incoraggiamento a seguirlo sulla via della verità e dell'amore, confidando
nell'aiuto provvidenziale di Dio. Bisognerà guardarsi da chi insidia la vita della nostra anima, anche se Dio veglia su di noi e conosce perfettamente quanti
"capelli" abbiamo. Signore, fa' che possiamo essere perseveranti nella fede e riconoscerti con amore in ogni azione della nostra vita. Serena giornata,
don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 10,24-33
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
"Non abbiate paura": è ripetuto per ben tre volte da Gesù, un richiamo ad aver fiducia nella "custodia" del Signore. Sono, queste parole, un incoraggiamento a seguirlo sulla via della verità e dell'amore, confidando nell'aiuto provvidenziale di Dio.
Bisognerà guardarsi da chi insidia la vita della nostra anima, anche se Dio veglia su di noi e conosce perfettamente quanti "capelli" abbiamo.
Signore, fa' che possiamo essere perseveranti nella fede e riconoscerti con amore in ogni azione della nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
"Non abbiate paura": è ripetuto per ben tre volte da Gesù, un richiamo ad aver fiducia nella "custodia" del Signore. Sono, queste parole, un incoraggiamento a seguirlo sulla via della verità e dell'amore, confidando nell'aiuto provvidenziale di Dio.
Bisognerà guardarsi da chi insidia la vita della nostra anima, anche se Dio veglia su di noi e conosce perfettamente quanti "capelli" abbiamo.
Signore, fa' che possiamo essere perseveranti nella fede e riconoscerti con amore in ogni azione della nostra vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XV del Tempo Ordinario. Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37 In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro,
che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto
il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e
vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei
briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e,
quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe
compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il
giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi
tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’
così». Preghiera sul Vangelo: "Padre misericordioso, che nel comandamento dell'amore hai portato a compimento la legge e i profeti, donaci un cuore capace di
misericordia affinché, a immagine del tuo Figlio, ci prendiamo cura dei fratelli che sono nel bisogno e nella sofferenza."
Buona Domenica XV del Tempo Ordinario.
Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Preghiera sul Vangelo:
"Padre misericordioso, che nel comandamento dell'amore hai portato a compimento la legge e i profeti, donaci un cuore capace di misericordia affinché, a immagine del tuo Figlio, ci prendiamo cura dei fratelli che sono nel bisogno e nella sofferenza."
Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Preghiera sul Vangelo:
"Padre misericordioso, che nel comandamento dell'amore hai portato a compimento la legge e i profeti, donaci un cuore capace di misericordia affinché, a immagine del tuo Figlio, ci prendiamo cura dei fratelli che sono nel bisogno e nella sofferenza."
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,27-29 In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù
disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete
anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome,
riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Celebriamo oggi la festa di S. Benedetto. Gesù promette a chi lo ha seguito e ha rinunziato a farsi una
propria vita, un futuro splendido di gloria. Ma tutti, in qualche modo, si è chiamati alla rinuncia, soprattutto del male e di ogni peccato, per "regolare"
attraverso la scelta del bene il proprio modo di vivere, adeguandolo continuamente al volere della misericordia divina. Signore, grazie perché ci hai dato maestri di
vita, come S. Benedetto, che ci indicano i giusti sentieri da seguire per conquistare le vette della gioia e della pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,27-29
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Celebriamo oggi la festa di S. Benedetto.
Gesù promette a chi lo ha seguito e ha rinunziato a farsi una propria vita, un futuro splendido di gloria.
Ma tutti, in qualche modo, si è chiamati alla rinuncia, soprattutto del male e di ogni peccato, per "regolare" attraverso la scelta del bene il proprio modo di vivere, adeguandolo continuamente al volere della misericordia divina.
Signore, grazie perché ci hai dato maestri di vita, come S. Benedetto, che ci indicano i giusti sentieri da seguire per conquistare le vette della gioia e della pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Celebriamo oggi la festa di S. Benedetto.
Gesù promette a chi lo ha seguito e ha rinunziato a farsi una propria vita, un futuro splendido di gloria.
Ma tutti, in qualche modo, si è chiamati alla rinuncia, soprattutto del male e di ogni peccato, per "regolare" attraverso la scelta del bene il proprio modo di vivere, adeguandolo continuamente al volere della misericordia divina.
Signore, grazie perché ci hai dato maestri di vita, come S. Benedetto, che ci indicano i giusti sentieri da seguire per conquistare le vette della gioia e della pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24 In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano
convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse,
vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu,
Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa
esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». Gesù lancia il suo grido di dolore di fronte
alle città nelle quali aveva predicato e compiuto prodigi perché esse non si erano convertite. È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione possa essere accolto ogni giorno da tutti noi, singoli e comunità cristiane. Lasciamoci quindi rinnovare
dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine. Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e salvezza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Gesù lancia il suo grido di dolore di fronte alle città nelle quali aveva predicato e compiuto prodigi perché esse non si erano convertite. È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione possa essere accolto ogni giorno da tutti noi, singoli e comunità cristiane. Lasciamoci quindi rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine.
Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Gesù lancia il suo grido di dolore di fronte alle città nelle quali aveva predicato e compiuto prodigi perché esse non si erano convertite. È un monito di cui dobbiamo fare molta attenzione anche noi.
L'invito, infatti, alla conversione e alla purificazione possa essere accolto ogni giorno da tutti noi, singoli e comunità cristiane. Lasciamoci quindi rinnovare dalla misericordia divina con spirito di umiltà e mansuetudine.
Signore, abbi pietà di noi e donaci pace e salvezza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-27 In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai
dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non
il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo
mistero d'amore a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto. Dio si rivolge ai piccoli, che sono umili di cuore, perché trova
immediatamente in loro sincera accoglienza. Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con
la tua presenza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-27
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno
conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo mistero d'amore a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto.
Dio si rivolge ai piccoli, che sono umili di cuore, perché trova immediatamente in loro sincera accoglienza.
Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno
conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Gesù ringrazia e loda il Padre perché ha voluto far conoscere il suo mistero d'amore a coloro che con semplicità si rendono disponibili all'ascolto.
Dio si rivolge ai piccoli, che sono umili di cuore, perché trova immediatamente in loro sincera accoglienza.
Signore, grazie per la tua misericordiosa benevolenza, fa' che possiamo ogni giorno vivere il desiderato colloquio con la tua presenza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 11,28-30 In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra
di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Che bel richiamo
da parte di Gesù oggi, in questo ulteriore brevissimo brano del Vangelo! Lo fa a noi, affaticati ed oppressi da una vita spesso difficile e complessa. "Venite a
me": siamo chiamati ad andare da Lui e da nessun altro, solo Lui può offrirci gioia e pace, solo Lui conduce, come Buon Pastore, il suo gregge su pascoli sicuri.
La condizione per seguirlo è il giogo dell'umiltà e della mitezza. Signore, donaci il tuo Santo Spirito che ci aiuti ad accettare il tuo dolce invito e possa
introdurci alla presenza del Padre per poter "danzare" la vita. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 11,28-30
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Che bel richiamo da parte di Gesù oggi, in questo ulteriore brevissimo brano del Vangelo! Lo fa a noi, affaticati ed oppressi da una vita spesso difficile e complessa.
"Venite a me": siamo chiamati ad andare da Lui e da nessun altro, solo Lui può offrirci gioia e pace, solo Lui conduce, come Buon Pastore, il suo gregge su pascoli sicuri. La condizione per seguirlo è il giogo dell'umiltà e della mitezza.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito che ci aiuti ad accettare il tuo dolce invito e possa introdurci alla presenza del Padre per poter "danzare" la vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Che bel richiamo da parte di Gesù oggi, in questo ulteriore brevissimo brano del Vangelo! Lo fa a noi, affaticati ed oppressi da una vita spesso difficile e complessa.
"Venite a me": siamo chiamati ad andare da Lui e da nessun altro, solo Lui può offrirci gioia e pace, solo Lui conduce, come Buon Pastore, il suo gregge su pascoli sicuri. La condizione per seguirlo è il giogo dell'umiltà e della mitezza.
Signore, donaci il tuo Santo Spirito che ci aiuti ad accettare il tuo dolce invito e possa introdurci alla presenza del Padre per poter "danzare" la vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
Questa domenica, durante la Celebrazione Eucaristica delle ore 19:00, saluteremo don Antonio, che è stato nominato amministratore della parrocchia di San Giovanni Battista ad Archi.
Seguirà un momento di convivialità nel cortile parrocchiale 😊
Seguirà un momento di convivialità nel cortile parrocchiale 😊
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,1-8 In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle
spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non
avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi
compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono
senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste
condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». L'episodio odierno dei discepoli che violano il digiuno del sabato, perché hanno
fame, ci dice del nuovo insegnamento di Gesù. È l'uomo che conta non le regole, anche se queste vanno comunque osservate. "Misericordia io voglio e non
sacrifici": Gesù cita la Scrittura per dire a tutti noi che dobbiamo sempre giudicare con il metro di Dio e non con quello dell'uomo. Signore, insegnaci tu la
benevolenza e la magnanimità per essere capaci di non giudicare iniquamente i nostri fratelli e poter vivere una vita buona e santa. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,1-8
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
L'episodio odierno dei discepoli che violano il digiuno del sabato, perché hanno fame, ci dice del nuovo insegnamento di Gesù. È l'uomo che conta non le regole, anche se queste vanno comunque osservate. "Misericordia io voglio e non sacrifici": Gesù cita la Scrittura per dire a tutti noi che dobbiamo sempre giudicare con il metro di Dio e non con quello dell'uomo.
Signore, insegnaci tu la benevolenza e la magnanimità per essere capaci di non giudicare iniquamente i nostri fratelli e poter vivere una vita buona e santa.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
L'episodio odierno dei discepoli che violano il digiuno del sabato, perché hanno fame, ci dice del nuovo insegnamento di Gesù. È l'uomo che conta non le regole, anche se queste vanno comunque osservate. "Misericordia io voglio e non sacrifici": Gesù cita la Scrittura per dire a tutti noi che dobbiamo sempre giudicare con il metro di Dio e non con quello dell'uomo.
Signore, insegnaci tu la benevolenza e la magnanimità per essere capaci di non giudicare iniquamente i nostri fratelli e poter vivere una vita buona e santa.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21 In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là.
Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo,
che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né
griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel
suo nome spereranno le nazioni». Il "destino" di Gesù si compirà a causa dell'invidia e delle decisioni dei farisei, ma è una morte che il Figlio di Dio
aveva preventivato per la nostra salvezza. Le Scritture si avverano, tutto porta al Calvario, ma tutto porta alla Risurrezione! Il Signore Gesù è venuto sulla terra per
rivelarci il mistero d'amore di Dio e lo ha fatto con la sua predicazione e con i segni prodigiosi di guarigione e purificazione. Signore, fa che crediamo sempre
con gioia al tuo amore dolce, mite e fedele e non ci venga mai meno la speranza e la consolazione. Serena giornata, don Pasqualino. [Memoria della B. V. Maria del monte
Carmelo] Benedetta sei tu, Vergine Maria, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne della terra: Egli ha magnificato il tuo nome, non verrà meno la tua lode sulla
bocca degli uomini.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Il "destino" di Gesù si compirà a causa dell'invidia e delle decisioni dei farisei, ma è una morte che il Figlio di Dio aveva preventivato per la nostra salvezza.
Le Scritture si avverano, tutto porta al Calvario, ma tutto porta alla Risurrezione!
Il Signore Gesù è venuto sulla terra per rivelarci il mistero d'amore di Dio e lo ha fatto con la sua predicazione e con i segni prodigiosi di guarigione e purificazione.
Signore, fa che crediamo sempre con gioia al tuo amore dolce, mite e fedele e non ci venga mai meno la speranza e la consolazione.
Serena giornata, don Pasqualino.
[Memoria della B. V. Maria del monte Carmelo] Benedetta sei tu, Vergine Maria, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne della terra: Egli ha magnificato il tuo nome, non verrà meno la tua lode sulla bocca degli uomini.
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».
Il "destino" di Gesù si compirà a causa dell'invidia e delle decisioni dei farisei, ma è una morte che il Figlio di Dio aveva preventivato per la nostra salvezza.
Le Scritture si avverano, tutto porta al Calvario, ma tutto porta alla Risurrezione!
Il Signore Gesù è venuto sulla terra per rivelarci il mistero d'amore di Dio e lo ha fatto con la sua predicazione e con i segni prodigiosi di guarigione e purificazione.
Signore, fa che crediamo sempre con gioia al tuo amore dolce, mite e fedele e non ci venga mai meno la speranza e la consolazione.
Serena giornata, don Pasqualino.
[Memoria della B. V. Maria del monte Carmelo] Benedetta sei tu, Vergine Maria, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne della terra: Egli ha magnificato il tuo nome, non verrà meno la tua lode sulla bocca degli uomini.
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Buona Domenica XVI del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42 In quel tempo, mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo
ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si
fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta,
Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, nella casa di Betania tuo Figlio Gesù ha conosciuto il premuroso servizio di Marta e l'adorante silenzio di Maria: fa' che nulla anteponiamo
all'ascolto della sua Parola, per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei nostri fratelli."
Buona Domenica XVI del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, nella casa di Betania tuo Figlio Gesù ha conosciuto il premuroso servizio di Marta e l'adorante silenzio di Maria: fa' che nulla anteponiamo all'ascolto della sua Parola, per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei nostri fratelli."
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, nella casa di Betania tuo Figlio Gesù ha conosciuto il premuroso servizio di Marta e l'adorante silenzio di Maria: fa' che nulla anteponiamo all'ascolto della sua Parola, per accoglierlo e servirlo come ospite nella persona dei nostri fratelli."
Oggi Ferdinand verrà ordinato sacerdote in Madagascar! 🎉
Nello stringerci nella preghiera a lui e agli altri diaconi che riceveranno il sacramento dell'Ordine Sacro, questo è il link per seguire la celebrazione 👇🏻
Nello stringerci nella preghiera a lui e agli altri diaconi che riceveranno il sacramento dell'Ordine Sacro, questo è il link per seguire la celebrazione 👇🏻
Ultimo aggiornamento: lug 17, 2022 9:27:48am
Ultimo aggiornamento: lug 17, 2022 7:04:33pm
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,38-42 In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una
generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre
notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro
questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la
regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco,
qui vi è uno più grande di Salomone!». Gesù all'ennesima provocazione dei farisei, annunzia il mistero della sua morte e Risurrezione. Ricordando la vicenda del
profeta Giona, che rimase nel ventre del grande animale marino tre giorni e tre notti, Gesù profetizza la sua morte e sepoltura di tre giorni, nel grembo della terra,
fino alla Risurrezione : Egli è più grande di Giona come pure di Salomone, famoso per la sua sapienza, che fece venire dal sud del mondo la regina più bella e ricca di
quel tempo. Signore, noi crediamo in te, salvaci e abbi misericordia di noi, o Maestro e Redentore! Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,38-42
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Gesù all'ennesima provocazione dei farisei, annunzia il mistero della sua morte e Risurrezione. Ricordando la vicenda del profeta Giona, che rimase nel ventre del grande animale marino tre giorni e tre notti, Gesù profetizza la sua morte e sepoltura di tre giorni, nel grembo della terra, fino alla Risurrezione : Egli è più grande di Giona come pure di Salomone, famoso per la sua sapienza, che fece venire dal sud del mondo la regina più bella e ricca di quel tempo.
Signore, noi crediamo in te, salvaci e abbi misericordia di noi, o Maestro e Redentore!
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Gesù all'ennesima provocazione dei farisei, annunzia il mistero della sua morte e Risurrezione. Ricordando la vicenda del profeta Giona, che rimase nel ventre del grande animale marino tre giorni e tre notti, Gesù profetizza la sua morte e sepoltura di tre giorni, nel grembo della terra, fino alla Risurrezione : Egli è più grande di Giona come pure di Salomone, famoso per la sua sapienza, che fece venire dal sud del mondo la regina più bella e ricca di quel tempo.
Signore, noi crediamo in te, salvaci e abbi misericordia di noi, o Maestro e Redentore!
Serena giornata, don Pasqualino.
Ieri sera, durante la celebrazione eucaristica, abbiamo salutato don Antonio, che dalla settimana prossima sarà nella parrocchia di San Giovanni Battista ad Archi.
Grati al Signore per il dono di questo pezzo di strada percorso insieme, caro don Antonio, grazie da parte di ciascuno di noi.
Grazie dell'attenzione, della cura, della disponibilità dimostrate in questi due anni; grazie di essere stato capace di camminare accanto ad ognuno, dal più piccolo al più grande.
Sono tantissimi i grazie che potremmo e vorremmo dirti, ma sicuramente il grazie più grande è quello di averci mostrato, attraverso la tua semplicità, la bellezza e la gioia di una vita vissuta seguendo Cristo.
Affidiamo il tuo ministero, e in particolare il tuo nuovo incarico, al Signore e alla Vergine Odigitria, affinché possano guidarti e custodirti in tutti i passi che farai.
Ti vogliamo bene, don Antonio! 🥰❤️
Grati al Signore per il dono di questo pezzo di strada percorso insieme, caro don Antonio, grazie da parte di ciascuno di noi.
Grazie dell'attenzione, della cura, della disponibilità dimostrate in questi due anni; grazie di essere stato capace di camminare accanto ad ognuno, dal più piccolo al più grande.
Sono tantissimi i grazie che potremmo e vorremmo dirti, ma sicuramente il grazie più grande è quello di averci mostrato, attraverso la tua semplicità, la bellezza e la gioia di una vita vissuta seguendo Cristo.
Affidiamo il tuo ministero, e in particolare il tuo nuovo incarico, al Signore e alla Vergine Odigitria, affinché possano guidarti e custodirti in tutti i passi che farai.
Ti vogliamo bene, don Antonio! 🥰❤️
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Dal Vangelo secondo Matteo 12,46-50 In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i
miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli,
egli è per me fratello, sorella e madre». Può sembrare Gesù un po' sgarbato con i suoi nel racconto che il Vangelo di oggi ci offre. Sappiamo bene, invece, che sua
madre Maria è il modello di tutti coloro che lo seguono; quindi l'affermazione di Gesù intende mettere in risalto una vicinanza con Lui che non dipende dalla
parentela, ma dalla volontà di seguirlo nella via da Lui tracciata, che è fedeltà al progetto del Padre. Sforziamoci, allora, di essere veri discepoli di Cristo e
saremo per Lui come madre, fratello o sorella. Signore, che amore meraviglioso ci offri! Fa' che possiamo sempre rispondere a questo tuo immenso amore con tutta
l'ampiezza del nostro piccolo cuore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 12,46-50
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Può sembrare Gesù un po' sgarbato con i suoi nel racconto che il Vangelo di oggi ci offre. Sappiamo bene, invece, che sua madre Maria è il modello di tutti coloro che lo seguono; quindi l'affermazione di Gesù intende mettere in risalto una vicinanza con Lui che non dipende dalla parentela, ma dalla volontà di seguirlo nella via da Lui tracciata, che è fedeltà al progetto del Padre. Sforziamoci, allora, di essere veri discepoli di Cristo e saremo per Lui come madre, fratello o sorella.
Signore, che amore meraviglioso ci offri!
Fa' che possiamo sempre rispondere a questo tuo immenso amore con tutta l'ampiezza del nostro piccolo cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Può sembrare Gesù un po' sgarbato con i suoi nel racconto che il Vangelo di oggi ci offre. Sappiamo bene, invece, che sua madre Maria è il modello di tutti coloro che lo seguono; quindi l'affermazione di Gesù intende mettere in risalto una vicinanza con Lui che non dipende dalla parentela, ma dalla volontà di seguirlo nella via da Lui tracciata, che è fedeltà al progetto del Padre. Sforziamoci, allora, di essere veri discepoli di Cristo e saremo per Lui come madre, fratello o sorella.
Signore, che amore meraviglioso ci offri!
Fa' che possiamo sempre rispondere a questo tuo immenso amore con tutta l'ampiezza del nostro piccolo cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,1-9 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a
sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una
parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il
terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra
parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». Gesù è la Parola che il Padre ha inviato ed è il
Maestro che ci insegna a vivere. Allora prepariamo il cuore per renderlo umile e ricettivo, genereso e fecondo, come terreno buono capace di produrre frutto sufficiente
o addirittura abbondante. Signore, grazie perché semini continuamente in noi la tua Parola di salvezza, fa' che ci rendiamo terreno favorevole e propizio capaci di
donare frutti sempre più abbondanti di amore e di pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,1-9
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gesù è la Parola che il Padre ha inviato ed è il Maestro che ci insegna a vivere.
Allora prepariamo il cuore per renderlo umile e ricettivo, genereso e fecondo, come terreno buono capace di produrre frutto sufficiente o addirittura abbondante.
Signore, grazie perché semini continuamente in noi la tua Parola di salvezza, fa' che ci rendiamo terreno favorevole e propizio capaci di donare frutti sempre più abbondanti di amore e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gesù è la Parola che il Padre ha inviato ed è il Maestro che ci insegna a vivere.
Allora prepariamo il cuore per renderlo umile e ricettivo, genereso e fecondo, come terreno buono capace di produrre frutto sufficiente o addirittura abbondante.
Signore, grazie perché semini continuamente in noi la tua Parola di salvezza, fa' che ci rendiamo terreno favorevole e propizio capaci di donare frutti sempre più abbondanti di amore e di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,10-17 In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a
voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto
anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di
Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di
orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi
guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!». Gesù parla al cuore e accogliere la sua parola è l'impegno di tutti noi.
Possiamo davvero ritenerci beati perché vediamo e udiamo, infatti lo Spirito Santo ci fa comprendere tutto ciò che proviene da Dio. Come sempre disponiamoci allora con
umiltà e docilità ad accogliere la Parola seminata in noi. Signore, donaci di comprendere, donaci di accogliere, donaci di vivere la tua santa volontà e donaci sempre
la gioia della tua compagnia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,10-17
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».
Gesù parla al cuore e accogliere la sua parola è l'impegno di tutti noi. Possiamo davvero ritenerci beati perché vediamo e udiamo, infatti lo Spirito Santo ci fa comprendere tutto ciò che proviene da Dio.
Come sempre disponiamoci allora con umiltà e docilità ad accogliere la Parola seminata in noi.
Signore, donaci di comprendere, donaci di accogliere, donaci di vivere la tua santa volontà e donaci sempre la gioia della tua compagnia.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».
Gesù parla al cuore e accogliere la sua parola è l'impegno di tutti noi. Possiamo davvero ritenerci beati perché vediamo e udiamo, infatti lo Spirito Santo ci fa comprendere tutto ciò che proviene da Dio.
Come sempre disponiamoci allora con umiltà e docilità ad accogliere la Parola seminata in noi.
Signore, donaci di comprendere, donaci di accogliere, donaci di vivere la tua santa volontà e donaci sempre la gioia della tua compagnia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18 Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra
era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il mio Signore dal
sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in
bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro:
«Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù:
«Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a
prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono
ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai
discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Oggi è la festa di Santa Maria Maddalena. Gesù stesso si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di
averlo visto vivo, risorto. Il pronunciamento dei nomi: "Maria", "Maestro", rivela l'affetto e la vicinanza profonda verso la persona chiamata.
E Maria va di fretta dai suoi, prima annunziatrice della gioia della Risurrezione. Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di
gioia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il mio Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Oggi è la festa di Santa Maria Maddalena. Gesù stesso si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di averlo visto vivo, risorto. Il pronunciamento dei nomi: "Maria", "Maestro", rivela l'affetto e la vicinanza profonda verso la persona chiamata. E Maria va di fretta dai suoi, prima annunziatrice della gioia della Risurrezione.
Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia.
Serena giornata, don Pasqualino.
Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il mio Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Oggi è la festa di Santa Maria Maddalena. Gesù stesso si mostra a lei offrendole, per prima, la gioia di averlo visto vivo, risorto. Il pronunciamento dei nomi: "Maria", "Maestro", rivela l'affetto e la vicinanza profonda verso la persona chiamata. E Maria va di fretta dai suoi, prima annunziatrice della gioia della Risurrezione.
Signore, chiamaci per nome così da rivelarci la tua presenza che ricolma di pace e di gioia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta
frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io
in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane
in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo
gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio:
che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Oggi celebriamo la festa di una grande donna che ha inciso nella storia del continente europeo: Brigida di
Svezia. Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci. Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona
che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene. Dato importante da non ignorare: il tralcio per
portare ancora più frutto alle volte viene potato. La sofferenza, cioè, può portare con sé la possibilità di convertirsi ed essere perfettamente integrati nella vite.
Signore, vera vite, donaci di essere tralci uniti a te, che portino frutti di pace e di amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Oggi celebriamo la festa di una grande donna che ha inciso nella storia del continente europeo: Brigida di Svezia.
Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci. Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene. Dato importante da non ignorare: il tralcio per portare ancora più frutto alle volte viene potato. La sofferenza, cioè, può portare con sé la possibilità di convertirsi ed essere perfettamente integrati nella vite.
Signore, vera vite, donaci di essere tralci uniti a te, che portino frutti di pace e di amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.
Oggi celebriamo la festa di una grande donna che ha inciso nella storia del continente europeo: Brigida di Svezia.
Il vangelo proprio ci offre la metafora della vite e dei tralci. Il tralcio non può vivere e portar frutto senza essere attaccato alla vite, così ogni persona che non è in comunione con il Signore non può possedere la vita eterna e non è in grado di portare frutti di bene. Dato importante da non ignorare: il tralcio per portare ancora più frutto alle volte viene potato. La sofferenza, cioè, può portare con sé la possibilità di convertirsi ed essere perfettamente integrati nella vite.
Signore, vera vite, donaci di essere tralci uniti a te, che portino frutti di pace e di amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XVII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 11,1-13 Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse:
«Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga
il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci
alla tentazione». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio
e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per
darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io
vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre
tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi,
sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Preghiera sul Vangelo: "Signore
e creatore del mondo, Cristo tuo Figlio ci ha insegnato a chiamarti Padre: invia su di noi lo Spirito Santo, tuo dono, perché ogni nostra preghiera sia esaudita.
Fa' che invocandoti con fiducia, come egli ci ha insegnato, cresciamo nell'esperienza del tuo amore."
Buona Domenica XVII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 11,1-13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Preghiera sul Vangelo:
"Signore e creatore del mondo, Cristo tuo Figlio ci ha insegnato a chiamarti Padre: invia su di noi lo Spirito Santo, tuo dono, perché ogni nostra preghiera sia esaudita. Fa' che invocandoti con fiducia, come egli ci ha insegnato, cresciamo nell'esperienza del tuo amore."
Dal Vangelo secondo Luca 11,1-13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Preghiera sul Vangelo:
"Signore e creatore del mondo, Cristo tuo Figlio ci ha insegnato a chiamarti Padre: invia su di noi lo Spirito Santo, tuo dono, perché ogni nostra preghiera sia esaudita. Fa' che invocandoti con fiducia, come egli ci ha insegnato, cresciamo nell'esperienza del tuo amore."
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Dal Vangelo secondo Matteo 20,20-28 In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le
disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete
quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra
e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli.
Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare
grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per
servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Celebriamo oggi la festa dell'apostolo Giacomo, il fratello di Giovanni e uno dei primi a seguire Gesù. È
lui che, per primo fra gli apostoli, dona la vita per il suo Maestro. Il vangelo che la Chiesa ci propone è il famoso episodio nel quale la madre raccomanda i suoi
figli a Gesù. Profeticamente il Signore nella sua risposta associa alla sua morte redentrice la morte di questo apostolo amato. La lezione che Gesù ci offre è quella
dell'umiltà e della gioia del servizio portato avanti sino alla fine. Signore, donaci la forza di seguirti senza compromessi. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 20,20-28
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Celebriamo oggi la festa dell'apostolo Giacomo, il fratello di Giovanni e uno dei primi a seguire Gesù. È lui che, per primo fra gli apostoli, dona la vita per il suo Maestro. Il vangelo che la Chiesa ci propone è il famoso episodio nel quale la madre raccomanda i suoi figli a Gesù.
Profeticamente il Signore nella sua risposta associa alla sua morte redentrice la morte di questo apostolo amato.
La lezione che Gesù ci offre è quella dell'umiltà e della gioia del servizio portato avanti sino alla fine.
Signore, donaci la forza di seguirti senza compromessi.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Celebriamo oggi la festa dell'apostolo Giacomo, il fratello di Giovanni e uno dei primi a seguire Gesù. È lui che, per primo fra gli apostoli, dona la vita per il suo Maestro. Il vangelo che la Chiesa ci propone è il famoso episodio nel quale la madre raccomanda i suoi figli a Gesù.
Profeticamente il Signore nella sua risposta associa alla sua morte redentrice la morte di questo apostolo amato.
La lezione che Gesù ci offre è quella dell'umiltà e della gioia del servizio portato avanti sino alla fine.
Signore, donaci la forza di seguirti senza compromessi.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,36-43 In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della
zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono
i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e
la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti
quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del
Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». Oggi celebriamo la memoria dei genitori della Vergine Maria: Gioacchino ed Anna. Gesù ci insegna che il bene e il male crescono
insieme, dentro di noi e fuori di noi. Come fare? Egli ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati
per sempre dalla misericordia divina. Rinnoviamo in noi, allora, la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità. Signore, donaci di
essere uniti per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,36-43
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Oggi celebriamo la memoria dei genitori della Vergine Maria: Gioacchino ed Anna.
Gesù ci insegna che il bene e il male crescono insieme, dentro di noi e fuori di noi. Come fare? Egli ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina. Rinnoviamo in noi, allora, la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità.
Signore, donaci di essere uniti per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Oggi celebriamo la memoria dei genitori della Vergine Maria: Gioacchino ed Anna.
Gesù ci insegna che il bene e il male crescono insieme, dentro di noi e fuori di noi. Come fare? Egli ci invita a vivere da figli della luce e del Regno per esserne ritenuti degni, alla fine, quando saremo giudicati per sempre dalla misericordia divina. Rinnoviamo in noi, allora, la fonte della vita attraverso i Sacramenti, la preghiera e le opere di carità.
Signore, donaci di essere uniti per sempre con Te e di poter conseguire il premio promesso.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,44-46 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo
nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose;
trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra». Tutto ciò che appartiene a Dio e che fa riferimento a Lui è il tesoro che dovremmo
cercare di possedere. Gesù ci invita a saper discernere tra le cose materiali soggette a scadere e le realtà soprannaturali, dense di eternità, che invece riattizzano
la vita e offrono gioia e pace. Signore, nel momento della scelta, donaci sempre la tua grazia e il dono della sapienza. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,44-46
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Tutto ciò che appartiene a Dio e che fa riferimento a Lui è il tesoro che dovremmo cercare di possedere.
Gesù ci invita a saper discernere tra le cose materiali soggette a scadere e le realtà soprannaturali, dense di eternità, che invece riattizzano la vita e offrono gioia e pace.
Signore, nel momento della scelta, donaci sempre la tua grazia e il dono della sapienza.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Tutto ciò che appartiene a Dio e che fa riferimento a Lui è il tesoro che dovremmo cercare di possedere.
Gesù ci invita a saper discernere tra le cose materiali soggette a scadere e le realtà soprannaturali, dense di eternità, che invece riattizzano la vita e offrono gioia e pace.
Signore, nel momento della scelta, donaci sempre la tua grazia e il dono della sapienza.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,47-53 In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni
genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine
del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte
queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal
suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Il paragone dei pesci ci dice che bene e male convivono nella stessa
"rete" della realtà. È importante e determinante essere "pesci buoni " sino alla fine, quando il giudizio divino sarà definitivo. Facciamo poi
attenzione al suggerimento che Gesù alla fine di questo brano pone in evidenza. Chi entra nel contesto del regno ha a sua disposizione, per l'azione dello Spirito
Santo, tutta una serie di cose, antiche e nuove, che ne arricchiscono la vita e contribuiscono a poterla realizzare in pieno. Signore, grazie per il tuo amore che ci
rende felici. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 13,47-53
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Il paragone dei pesci ci dice che bene e male convivono nella stessa "rete" della realtà. È importante e determinante essere "pesci buoni " sino alla fine, quando il giudizio divino sarà definitivo. Facciamo poi attenzione al suggerimento che Gesù alla fine di questo brano pone in evidenza. Chi entra nel contesto del regno ha a sua disposizione, per l'azione dello Spirito Santo, tutta una serie di cose, antiche e nuove, che ne arricchiscono la vita e contribuiscono a poterla realizzare in pieno.
Signore, grazie per il tuo amore che ci rende felici.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Il paragone dei pesci ci dice che bene e male convivono nella stessa "rete" della realtà. È importante e determinante essere "pesci buoni " sino alla fine, quando il giudizio divino sarà definitivo. Facciamo poi attenzione al suggerimento che Gesù alla fine di questo brano pone in evidenza. Chi entra nel contesto del regno ha a sua disposizione, per l'azione dello Spirito Santo, tutta una serie di cose, antiche e nuove, che ne arricchiscono la vita e contribuiscono a poterla realizzare in pieno.
Signore, grazie per il tuo amore che ci rende felici.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42 In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di
nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non
t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per
molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». "Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà
tolta". Così conclude Gesù nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare. Marta, Maria e Lazzaro : una famiglia,
una casa aperta all'amicizia e all'accoglienza. Betania è riferimento certo per Gesù, anche oggi nella nostra casa se con amore e generosità invitiamo le tre
Persone divine. Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite gradito, nel nostro cuore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
"Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta". Così conclude Gesù nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare.
Marta, Maria e Lazzaro : una famiglia, una casa aperta all'amicizia e all'accoglienza. Betania è riferimento certo per Gesù, anche oggi nella nostra casa se con amore e generosità invitiamo le tre Persone divine.
Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite gradito, nel nostro cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
"Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta". Così conclude Gesù nei riguardi di Marta, l'altra sorella, che era tutta affannata nel preparare da mangiare.
Marta, Maria e Lazzaro : una famiglia, una casa aperta all'amicizia e all'accoglienza. Betania è riferimento certo per Gesù, anche oggi nella nostra casa se con amore e generosità invitiamo le tre Persone divine.
Signore, grazie per la tua amicizia, vieni sempre a stare, come ospite gradito, nel nostro cuore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 14,1-12 In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È
risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di
Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla
perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento
di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo
del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla
fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù. L'episodio della morte
di San Giovanni Battista è raccontato nel vangelo quasi come un ricordo catturato ad Erode, il quale , per curiosità vuol vedere Gesù. Ma Gesù lo sfugge, solo al
momento della sua passione permetterà anche questo ulteriore sacrilegio per la salvezza degli uomini facendosi deridere da un re fantoccio e presuntuoso. Giovanni paga
con la vita la sua fedeltà alla verità ed il suo zelo per la legge morale. Essere profeta oggi significa credere nella volontà di Dio, praticarla e quindi annunciarla.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del nostro egoismo smisurato. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 14,1-12
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
L'episodio della morte di San Giovanni Battista è raccontato nel vangelo quasi come un ricordo catturato ad Erode, il quale , per curiosità vuol vedere Gesù.
Ma Gesù lo sfugge, solo al momento della sua passione permetterà anche questo ulteriore sacrilegio per la salvezza degli uomini facendosi deridere da un re fantoccio e presuntuoso. Giovanni paga con la vita la sua fedeltà alla verità ed il suo zelo per la legge morale.
Essere profeta oggi significa credere nella volontà di Dio, praticarla e quindi annunciarla.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del nostro egoismo smisurato.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!». Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta. Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre. I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
L'episodio della morte di San Giovanni Battista è raccontato nel vangelo quasi come un ricordo catturato ad Erode, il quale , per curiosità vuol vedere Gesù.
Ma Gesù lo sfugge, solo al momento della sua passione permetterà anche questo ulteriore sacrilegio per la salvezza degli uomini facendosi deridere da un re fantoccio e presuntuoso. Giovanni paga con la vita la sua fedeltà alla verità ed il suo zelo per la legge morale.
Essere profeta oggi significa credere nella volontà di Dio, praticarla e quindi annunciarla.
Signore, abbi pietà di noi e liberaci da noi stessi e del nostro egoismo smisurato.
Serena giornata, don Pasqualino.
Domani, domenica 31 luglio, dopo la Santa Messa delle ore 19.00 ci sarà la benedizione e l'illuminazione dell'orologio.
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Buona Domenica XVIII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 12,13-21 In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me
l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia
perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un
raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri
più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e
divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per
sé e non si arricchisce presso Dio». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, fonte della carità, principio e fine di tutte le cose, che in Cristo tuo Figlio ci chiami a
condividere la gioia del regno, donaci di lavorare con impegno in questo mondo, affinché, liberi da ogni cupidigia e da ogni egoismo, ricerchiamo il vero bene della
sapienza."
Buona Domenica XVIII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 12,13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, fonte della carità, principio e fine di tutte le cose, che in Cristo tuo Figlio ci chiami a condividere la gioia del regno, donaci di lavorare con impegno in questo mondo, affinché, liberi da ogni cupidigia e da ogni egoismo, ricerchiamo il vero bene della sapienza."
Dal Vangelo secondo Luca 12,13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, fonte della carità, principio e fine di tutte le cose, che in Cristo tuo Figlio ci chiami a condividere la gioia del regno, donaci di lavorare con impegno in questo mondo, affinché, liberi da ogni cupidigia e da ogni egoismo, ricerchiamo il vero bene della sapienza."
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Dal Vangelo secondo Matteo 14,13-21 In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in
disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro
malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi
da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed
egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione,
spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano
mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Davvero nel miracolo della moltiplicazione dei pani si esprime tutta la forza della
misericordia e dell'amore provvidente di Gesù. Nella nostra vita Egli interviene spesso, per farci recuperare beni essenziali e in particolare moltiplica per tutti
noi nella S. Messa il Pane di vita eterna. Signore, grazie per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti preghiamo, a nutrirci della tua grazia, perché troviamo
il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 14,13-21
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Davvero nel miracolo della moltiplicazione dei pani si esprime tutta la forza della misericordia e dell'amore provvidente di Gesù.
Nella nostra vita Egli interviene spesso, per farci recuperare beni essenziali e in particolare moltiplica per tutti noi nella S. Messa il Pane di vita eterna.
Signore, grazie per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti preghiamo, a nutrirci della tua grazia, perché troviamo il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Davvero nel miracolo della moltiplicazione dei pani si esprime tutta la forza della misericordia e dell'amore provvidente di Gesù.
Nella nostra vita Egli interviene spesso, per farci recuperare beni essenziali e in particolare moltiplica per tutti noi nella S. Messa il Pane di vita eterna.
Signore, grazie per il dono della vita e del tuo amore. Continua, ti preghiamo, a nutrirci della tua grazia, perché troviamo il coraggio necessario per seguire il tuo cammino di verità.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 14,22-36 [Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non
avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già
molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare
sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare
sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo
afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui,
dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la
regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. Ecco la giornata tipo di
Gesù! Annunziare la Parola e guarire tutti i malati, e poi, ritirarsi lungamente in silenzio per la preghiera. C'è anche un "intermezzo" notturno durante
il quale Egli raggiunge i discepoli camminando sulle acque, e il desiderio di Pietro di poter fare altrettanto, che fallisce per paura e poca fiducia. Condividiamo, con
i discepoli sbalorditi, il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"! Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano; resta sempre con noi
perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 14,22-36
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Ecco la giornata tipo di Gesù! Annunziare la Parola e guarire tutti i malati, e poi, ritirarsi lungamente in silenzio per la preghiera. C'è anche un "intermezzo" notturno durante il quale Egli raggiunge i discepoli camminando sulle acque, e il desiderio di Pietro di poter fare altrettanto, che fallisce per paura e poca fiducia. Condividiamo, con i discepoli sbalorditi, il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"!
Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano; resta sempre con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati.
Serena giornata, don Pasqualino.
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Ecco la giornata tipo di Gesù! Annunziare la Parola e guarire tutti i malati, e poi, ritirarsi lungamente in silenzio per la preghiera. C'è anche un "intermezzo" notturno durante il quale Egli raggiunge i discepoli camminando sulle acque, e il desiderio di Pietro di poter fare altrettanto, che fallisce per paura e poca fiducia. Condividiamo, con i discepoli sbalorditi, il loro atto di fede: "Davvero tu sei Figlio di Dio"!
Signore, nelle tempeste della vita tendici la tua mano; resta sempre con noi perché possiamo avere l'opportunità di "toccare il tuo mantello" per essere guariti e perdonati.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 15,21-28 In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a
gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli
si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa
d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai
cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna,
grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita. È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di
offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia. Il Signore di fronte alla fede insistente rimane
sempre ammirato e apre il suo cuore al desiderio che viene con estrema umiltà espresso, decidendo benevolmente di esaudirlo. Signore, abbi pietà di noi e salvaci nella
tua misericordia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 15,21-28
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia.
Il Signore di fronte alla fede insistente rimane sempre ammirato e apre il suo cuore al desiderio che viene con estrema umiltà espresso, decidendo benevolmente di esaudirlo.
Signore, abbi pietà di noi e salvaci nella tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
È davvero una "fede grande" che permette alla donna cananea di offrire quella singolare risposta all'obiezione di Gesù e ottenere di conseguenza la guarigione della figlia.
Il Signore di fronte alla fede insistente rimane sempre ammirato e apre il suo cuore al desiderio che viene con estrema umiltà espresso, decidendo benevolmente di esaudirlo.
Signore, abbi pietà di noi e salvaci nella tua misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-23 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio
dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose
Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato,
ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te
darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora
ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto
da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo
dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi
secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Gli interventi di Pietro sono significativi per la nostra vita. Infatti, la risposta suggerita dallo Spirito e il mandato ottenuto
da Gesù si scontrano con l'atteggiamento tutto umano di chi fugge dalla volontà stessa di Dio. È la nostra storia: bene e male si intrecciano, e non possiamo che
fidarci della sola misericordia di Dio. Signore, aiutaci con la forza dello Spirito Santo a fare sempre la tua divina volontà. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-23
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Gli interventi di Pietro sono significativi per la nostra vita. Infatti, la risposta suggerita dallo Spirito e il mandato ottenuto da Gesù si scontrano con l'atteggiamento tutto umano di chi fugge dalla volontà stessa di Dio.
È la nostra storia: bene e male si intrecciano, e non possiamo che fidarci della sola misericordia di Dio.
Signore, aiutaci con la forza dello Spirito Santo a fare sempre la tua divina volontà.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Gli interventi di Pietro sono significativi per la nostra vita. Infatti, la risposta suggerita dallo Spirito e il mandato ottenuto da Gesù si scontrano con l'atteggiamento tutto umano di chi fugge dalla volontà stessa di Dio.
È la nostra storia: bene e male si intrecciano, e non possiamo che fidarci della sola misericordia di Dio.
Signore, aiutaci con la forza dello Spirito Santo a fare sempre la tua divina volontà.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 16,24-28 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi
segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se
guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella
gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima
di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno». Chi vuole seguire Gesù? Tutti sono invitati a prendersi la propria croce e a seguire Gesù, per farsi
condurre da Lui come Buon Pastore. È questa la via della vita, l'unica via della vita. Altra alternativa è fare di testa propria o seguire le regole del mondo, ma
senza Gesù non esiste alcuna salvezza. Signore, grazie del dono della fede, fa che ascoltando sempre la tua voce siamo in grado di seguirti con la nostra croce, di
certo meno pesante della tua. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 16,24-28
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Chi vuole seguire Gesù?
Tutti sono invitati a prendersi la propria croce e a seguire Gesù, per farsi condurre da Lui come Buon Pastore. È questa la via della vita, l'unica via della vita.
Altra alternativa è fare di testa propria o seguire le regole del mondo, ma senza Gesù non esiste alcuna salvezza.
Signore, grazie del dono della fede, fa che ascoltando sempre la tua voce siamo in grado di seguirti con la nostra croce, di certo meno pesante della tua.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Chi vuole seguire Gesù?
Tutti sono invitati a prendersi la propria croce e a seguire Gesù, per farsi condurre da Lui come Buon Pastore. È questa la via della vita, l'unica via della vita.
Altra alternativa è fare di testa propria o seguire le regole del mondo, ma senza Gesù non esiste alcuna salvezza.
Signore, grazie del dono della fede, fa che ascoltando sempre la tua voce siamo in grado di seguirti con la nostra croce, di certo meno pesante della tua.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona festa della Trasfigurazione del Signore Dal Vangelo secondo Luca 9,28b-36 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella
gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua
gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per
te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero
paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni
non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Oggi , la festa della Trasfigurazione, ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti
momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno. Signore, grazie per la tua bontà; come Pietro vogliamo dirti
che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, e rendici capaci di superare ogni tentazione e ogni prova. Serena giornata, don Pasqualino.
Buona festa della Trasfigurazione del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Oggi , la festa della Trasfigurazione, ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno.
Signore, grazie per la tua bontà; come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, e rendici capaci di superare ogni tentazione e ogni prova.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 9,28b-36
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Oggi , la festa della Trasfigurazione, ci incoraggia a credere che il Signore Gesù è ancora con noi e tra noi e in tanti momenti della nostra vita manifesta questa sua presenza con segni prodigiosi di consolazione e di sostegno.
Signore, grazie per la tua bontà; come Pietro vogliamo dirti che ci piace stare con te, offrici la perseveranza e la fedeltà, e rendici capaci di superare ogni tentazione e ogni prova.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XIX del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 12,32-48 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre
vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non
arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate
simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo
ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della
notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare
la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o
anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a
tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo
dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo
arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la
volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di
percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». Preghiera sul Vangelo: "O Dio,
fedele alle tue promesse, che ti sei rivelato al nostro padre Abramo, donaci di vivere come pellegrini in questo mondo, e non si spenga la nostra lampada, affinché,
vigilanti nell'attesa, possiamo accogliere il tuo Figlio nell'ora della sua venuta."
Buona Domenica XIX del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 12,32-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, fedele alle tue promesse, che ti sei rivelato al nostro padre Abramo, donaci di vivere come pellegrini in questo mondo, e non si spenga la nostra lampada, affinché, vigilanti nell'attesa, possiamo accogliere il tuo Figlio nell'ora della sua venuta."
Dal Vangelo secondo Luca 12,32-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, fedele alle tue promesse, che ti sei rivelato al nostro padre Abramo, donaci di vivere come pellegrini in questo mondo, e non si spenga la nostra lampada, affinché, vigilanti nell'attesa, possiamo accogliere il tuo Figlio nell'ora della sua venuta."
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Dal Vangelo secondo Matteo 17,22-27 In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato
nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”. Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la
tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: “Il vostro maestro non paga la tassa?”. Rispose: “Sì”. Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo:
“Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?”. Rispose: “Dagli estranei”. E Gesù replicò:
“Quindi i figli sono liberi. Ma per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta
d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te”. Oggi celebriamo la memoria di un grande Santo, s. Domenico, che ha diffuso il Vangelo in un'epoca forse più
complicata della nostra. Il Cristiano vive nel mondo, ma non appartiene al mondo: è il senso dell'episodio odierno del vangelo, il tributo pagato al Tempio. Un
buon cristiano è sempre un buon cittadino! Signore, dona la tua provvidenza ai più poveri e insegnaci a condividere con gioia e nella pace il nostro pane quotidiano.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 17,22-27
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”. Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: “Il vostro maestro non paga la tassa?”. Rispose: “Sì”. Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: “Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?”. Rispose: “Dagli estranei”. E Gesù replicò: “Quindi i figli sono liberi. Ma per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te”.
Oggi celebriamo la memoria di un grande Santo, s. Domenico, che ha diffuso il Vangelo in un'epoca forse più complicata della nostra.
Il Cristiano vive nel mondo, ma non appartiene al mondo: è il senso dell'episodio odierno del vangelo, il tributo pagato al Tempio. Un buon cristiano è sempre un buon cittadino!
Signore, dona la tua provvidenza ai più poveri e insegnaci a condividere con gioia e nella pace il nostro pane quotidiano.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”. Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: “Il vostro maestro non paga la tassa?”. Rispose: “Sì”. Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: “Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?”. Rispose: “Dagli estranei”. E Gesù replicò: “Quindi i figli sono liberi. Ma per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te”.
Oggi celebriamo la memoria di un grande Santo, s. Domenico, che ha diffuso il Vangelo in un'epoca forse più complicata della nostra.
Il Cristiano vive nel mondo, ma non appartiene al mondo: è il senso dell'episodio odierno del vangelo, il tributo pagato al Tempio. Un buon cristiano è sempre un buon cittadino!
Signore, dona la tua provvidenza ai più poveri e insegnaci a condividere con gioia e nella pace il nostro pane quotidiano.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro
lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece,
insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco
lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio,
perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre
quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre
vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno
né l’ora». Celebriamo oggi la festa di santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, martire ad Auschwitz e copatrona d'Europa. Il Vangelo ci richiama alla
vigilanza, con l'esempio delle vergini sagge e prudenti: bisogna che portiamo sempre con noi "l'olio" della Grazia, che illumina la via della
salvezza. Signore, donaci saggezza per essere attenti quando tu arrivi e bussi e poterti aprire subito la nostra porta. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Celebriamo oggi la festa di santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, martire ad Auschwitz e copatrona d'Europa.
Il Vangelo ci richiama alla vigilanza, con l'esempio delle vergini sagge e prudenti: bisogna che portiamo sempre con noi "l'olio" della Grazia, che illumina la via della salvezza.
Signore, donaci saggezza per essere attenti quando tu arrivi e bussi e poterti aprire subito la nostra porta.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Celebriamo oggi la festa di santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, martire ad Auschwitz e copatrona d'Europa.
Il Vangelo ci richiama alla vigilanza, con l'esempio delle vergini sagge e prudenti: bisogna che portiamo sempre con noi "l'olio" della Grazia, che illumina la via della salvezza.
Signore, donaci saggezza per essere attenti quando tu arrivi e bussi e poterti aprire subito la nostra porta.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 12,24-26 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore,
rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se
uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». Si celebra oggi la festa del diacono San Lorenzo.
Il vangelo ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter diventare uno stelo produttivo. Gesù ci dice che se noi non
viviamo la vita donandola, restiamo sterili, incapaci di produrre frutti di bene. Solo offrendo se stessi con amore si crea un circuito di solidarietà e di vera
partecipazione all'amore stesso di Dio. Signore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone. Serena
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,24-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Si celebra oggi la festa del diacono San Lorenzo. Il vangelo ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter diventare uno stelo produttivo. Gesù ci dice che se noi non viviamo la vita donandola, restiamo sterili, incapaci di produrre frutti di bene.
Solo offrendo se stessi con amore si crea un circuito di solidarietà e di vera partecipazione all'amore stesso di Dio.
Signore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Si celebra oggi la festa del diacono San Lorenzo. Il vangelo ci offre l'immagine del chicco di grano che piantato nella terra deve marcire per poter diventare uno stelo produttivo. Gesù ci dice che se noi non viviamo la vita donandola, restiamo sterili, incapaci di produrre frutti di bene.
Solo offrendo se stessi con amore si crea un circuito di solidarietà e di vera partecipazione all'amore stesso di Dio.
Signore, donaci coraggio e generosità per offrire ogni giorno con amore il nostro piccolo contributo di opere buone.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 18,21- 19,1 In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte
dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a
un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui
non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato
a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il
suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non
avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone
fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno,
così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste
farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là
del Giordano. Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi. Dio è pietoso e
misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male. Chiediamo umilmente l'aiuto necessario
per essere sempre capaci di compassione, di comprensione e di perdono. Il perdono per noi cristiani è "a prescindere". Signore, infondi nei nostri cuori il
tuo spirito di amore per essere miti e costruttori di pace. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 18,21- 19,1
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi. Dio è pietoso e misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male. Chiediamo umilmente l'aiuto necessario per essere sempre capaci di compassione, di comprensione e di perdono. Il perdono per noi cristiani è "a prescindere".
Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti e costruttori di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Gesù con questa parabola ci insegna che noi dobbiamo agire nello stesso modo come agisce il Padre celeste nei nostri riguardi. Dio è pietoso e misericordioso con noi e quindi anche noi dobbiamo esserlo nei riguardi di coloro che magari ci hanno procurato del male. Chiediamo umilmente l'aiuto necessario per essere sempre capaci di compassione, di comprensione e di perdono. Il perdono per noi cristiani è "a prescindere".
Signore, infondi nei nostri cuori il tuo spirito di amore per essere miti e costruttori di pace.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,3-12 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria
moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la
madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli
domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di
ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra,
commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti
capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati
resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Una pagina da capire, da collegare al progetto
di Dio, che offre alle sue creature la possibilità di partecipare alla sua condizione di amore. Maschio e femmina insieme per un indissolubile dono d'amore, capace
di generare nuova vita e di rinnovare il mondo. Così come amore indissolubile è anche quello di coloro che offrono se stessi, anima e corpo, per manifestare già qui in
terra il Regno dei cieli. Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Una pagina da capire, da collegare al progetto di Dio, che offre alle sue creature la possibilità di partecipare alla sua condizione di amore.
Maschio e femmina insieme per un indissolubile dono d'amore, capace di generare nuova vita e di rinnovare il mondo. Così come amore indissolubile è anche quello di coloro che offrono se stessi, anima e corpo, per manifestare già qui in terra il Regno dei cieli.
Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Una pagina da capire, da collegare al progetto di Dio, che offre alle sue creature la possibilità di partecipare alla sua condizione di amore.
Maschio e femmina insieme per un indissolubile dono d'amore, capace di generare nuova vita e di rinnovare il mondo. Così come amore indissolubile è anche quello di coloro che offrono se stessi, anima e corpo, per manifestare già qui in terra il Regno dei cieli.
Signore, dona a tutti di essere fedeli alla vocazione che hanno ricevuto.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,13-15 In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù
però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò
via di là. Fragilità e dolcezza, semplicità ed allegria, disponibilità e timidezza, curiosità e tenerezza sono proprie dei bambini e Gesù ne fa un modello per coloro
che desiderano possedere il regno dei cieli. Imitiamo i bambini per poter essere "accarezzati" da Dio. Signore, donaci un cuore capace di farsi
"piccolo", per accogliere gioiosamente tutto ciò che tu ci offri. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,13-15
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Fragilità e dolcezza, semplicità ed allegria, disponibilità e timidezza, curiosità e tenerezza sono proprie dei bambini e Gesù ne fa un modello per coloro che desiderano possedere il regno dei cieli. Imitiamo i bambini per poter essere "accarezzati" da Dio.
Signore, donaci un cuore capace di farsi "piccolo", per accogliere gioiosamente tutto ciò che tu ci offri.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Fragilità e dolcezza, semplicità ed allegria, disponibilità e timidezza, curiosità e tenerezza sono proprie dei bambini e Gesù ne fa un modello per coloro che desiderano possedere il regno dei cieli. Imitiamo i bambini per poter essere "accarezzati" da Dio.
Signore, donaci un cuore capace di farsi "piccolo", per accogliere gioiosamente tutto ciò che tu ci offri.
Serena giornata, don Pasqualino.
La Santa Messa di domani pomeriggio delle ore 19:00 sarà prefestiva di quella del 15. Giorno 15 agosto ci sarà solo la Messa alle 8:30.
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Buona Domenica XX del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 12,49-53 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto
vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla
terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre
contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che
nella croce del tuo Figlio, segno di contraddizione, riveli i segreti dei cuori, donaci occhi puri, perché non ripetiamo il tragico rifiuto della verità e della grazia,
ma, tenendo lo sguardo fisso su Gesù, corriamo con perseveranza incontro a lui, nostra salvezza."
Buona Domenica XX del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che nella croce del tuo Figlio, segno di contraddizione, riveli i segreti dei cuori, donaci occhi puri, perché non ripetiamo il tragico rifiuto della verità e della grazia, ma, tenendo lo sguardo fisso su Gesù, corriamo con perseveranza incontro a lui, nostra salvezza."
Dal Vangelo secondo Luca 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che nella croce del tuo Figlio, segno di contraddizione, riveli i segreti dei cuori, donaci occhi puri, perché non ripetiamo il tragico rifiuto della verità e della grazia, ma, tenendo lo sguardo fisso su Gesù, corriamo con perseveranza incontro a lui, nostra salvezza."
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Buona Solennità di Maria SS. Assunta in Cielo Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56 In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di
Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di
Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco,
appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le
ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del
mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato
l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in
generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i
potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua
misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Preghiera sul
Vangelo: "Il dono della tua presenza, Signore, ci renda sempre disponibili, come la Vergine Maria, alle "grandi cose" che vuoi ancora operare in mezzo a
noi, per ricolmare di beni gli uomini più bisognosi e dare così un volto nuovo alla nostra vita e alla nostra storia."
Buona Solennità di Maria SS. Assunta in Cielo
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e
benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Preghiera sul Vangelo:
"Il dono della tua presenza, Signore, ci renda sempre disponibili, come la Vergine Maria, alle "grandi cose" che vuoi ancora operare in mezzo a noi, per ricolmare di beni gli uomini più bisognosi e dare così un volto nuovo alla nostra vita e alla nostra storia."
Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e
benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Preghiera sul Vangelo:
"Il dono della tua presenza, Signore, ci renda sempre disponibili, come la Vergine Maria, alle "grandi cose" che vuoi ancora operare in mezzo a noi, per ricolmare di beni gli uomini più bisognosi e dare così un volto nuovo alla nostra vita e alla nostra storia."
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Dal Vangelo secondo Matteo 19,23-30 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo
ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano:
«Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo
lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà
seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case,
o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e
molti degli ultimi saranno primi». Gesù ci offre un grande insegnamento: la ricchezza, il denaro, sono spesso di impedimento alla salvezza! Ma a Dio "tutto è
possibile" ! Egli, certo, preferisce chi è capace di grande generosità e sa rinunziare a favore di chi non ha nulla. Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad
accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 19,23-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Gesù ci offre un grande insegnamento: la ricchezza, il denaro, sono spesso di impedimento alla salvezza!
Ma a Dio "tutto è possibile" !
Egli, certo, preferisce chi è capace di grande generosità e sa rinunziare a favore di chi non ha nulla.
Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Gesù ci offre un grande insegnamento: la ricchezza, il denaro, sono spesso di impedimento alla salvezza!
Ma a Dio "tutto è possibile" !
Egli, certo, preferisce chi è capace di grande generosità e sa rinunziare a favore di chi non ha nulla.
Signore, aiutaci a non essere egoisti e ad accumulare per noi, ma con la tua provvidenza, fa' che possiamo condividere ogni bene nella solidarietà della carità.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 20,1-16 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per
prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide
altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso
mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno
senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna
disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero
ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano
contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il
padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare
anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i
primi, ultimi». Oggi il vangelo ci offre una parabola che ci fa pensare molto e può sorprenderci nelle sue conclusioni. Gesù in pratica ci svela il criterio che regola
l'agire del Padre celeste. L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi,
anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione. L'Amore di Dio non potrà mai essere giudicato dal metro umano o dalla
nostra giustizia dai rigorosi margini. La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore
nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 20,1-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Oggi il vangelo ci offre una parabola che ci fa pensare molto e può sorprenderci nelle sue conclusioni. Gesù in pratica ci svela il criterio che regola l'agire del Padre celeste.
L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi, anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione. L'Amore di Dio non potrà mai essere giudicato dal metro umano o dalla nostra giustizia dai rigorosi margini.
La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Oggi il vangelo ci offre una parabola che ci fa pensare molto e può sorprenderci nelle sue conclusioni. Gesù in pratica ci svela il criterio che regola l'agire del Padre celeste.
L'Amore non guarda ai meriti, n'è alle capacità o al tempo impiegato per fare delle cose, invece, si dona senza riserve a chi, anche solo per un attimo, apre la propria vita con sincera disponibilità alla sua azione. L'Amore di Dio non potrà mai essere giudicato dal metro umano o dalla nostra giustizia dai rigorosi margini.
La misericordia di Dio non ha confini e Gesù ne è il segno più bello e tangibile che noi possiamo accogliere ed abbracciare.
Signore , anche per " un'ora" chiamaci a lavorare nella tua "vigna" , non lasciarci fuori, ma donaci di entrare per la porta del tuo cuore nell'immensa fonte di amore della SS. Trinità.
Serena giornata, don Pasqualino.
Domenica 21 agosto, durante la celebrazione delle ore 19:00, festeggeremo don Pasqualino nel giorno dell'anniversario dell'ordinazione sacerdotale.
Dopo la messa, seguirà un rinfresco nel cortile parrocchiale 😊
Dopo la messa, seguirà un rinfresco nel cortile parrocchiale 😊
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Dal Vangelo secondo Matteo 22,1-14 In quel tempo, Gesù riprese a parlare in parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re,
che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con
quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma
quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò:
mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano
degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che
trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale.
Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle
tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Siamo sempre invitati alla festa che Dio prepara per noi. Il Padre ha
allestito un banchetto di nozze per suo Figlio che si è "sposato" per sempre con l'umanità. Ci invita ad entrare nel luogo del suo regno senza
condizioni, anzi con una sola condizione: avere :"l'abito nuziale", cioè la volontà di essere in comunione con tutti. Signore, noi siamo consacrati con
il battesimo, fa' che la vita ricevuta, possiamo sempre mantenerla con fedeltà per l'eternità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 22,1-14
In quel tempo, Gesù riprese a parlare in parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Siamo sempre invitati alla festa che Dio prepara per noi. Il Padre ha allestito un banchetto di nozze per suo Figlio che si è "sposato" per sempre con l'umanità.
Ci invita ad entrare nel luogo del suo regno senza condizioni, anzi con una sola condizione: avere :"l'abito nuziale", cioè la volontà di essere in comunione con tutti.
Signore, noi siamo consacrati con il battesimo, fa' che la vita ricevuta,
possiamo sempre mantenerla con fedeltà per l'eternità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù riprese a parlare in parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Siamo sempre invitati alla festa che Dio prepara per noi. Il Padre ha allestito un banchetto di nozze per suo Figlio che si è "sposato" per sempre con l'umanità.
Ci invita ad entrare nel luogo del suo regno senza condizioni, anzi con una sola condizione: avere :"l'abito nuziale", cioè la volontà di essere in comunione con tutti.
Signore, noi siamo consacrati con il battesimo, fa' che la vita ricevuta,
possiamo sempre mantenerla con fedeltà per l'eternità.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40 In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore
della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te
stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». Gesù è il Verbo del Padre, tanto che solo Lui può modificare il primo ed unico comandamento
in due che si uniscono indissolubilmente insieme. Amare il Signore Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente è necessariamente congiunto ad amare il prossimo come
se stessi. Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola
d'oro" che ogni vero cristiano si impegna a seguire. Signore, noi ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore donato a
tutti i nostri fratelli. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Gesù è il Verbo del Padre, tanto che solo Lui può modificare il primo ed unico comandamento in due che si uniscono indissolubilmente insieme.
Amare il Signore Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente è necessariamente congiunto ad amare il prossimo come se stessi.
Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola d'oro" che ogni vero cristiano si impegna a seguire.
Signore, noi ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore donato a tutti i nostri fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Gesù è il Verbo del Padre, tanto che solo Lui può modificare il primo ed unico comandamento in due che si uniscono indissolubilmente insieme.
Amare il Signore Dio con tutto il cuore, l'anima e la mente è necessariamente congiunto ad amare il prossimo come se stessi.
Non si può davvero amare Dio se non si amano i fratelli, così come non si possono amare realmente i fratelli se non si ama Dio. È la "regola d'oro" che ogni vero cristiano si impegna a seguire.
Signore, noi ti adoriamo e ti chiediamo di poterti seguire fedelmente attraverso l'amore donato a tutti i nostri fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12 In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da
portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente:
allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche
di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre”
nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi
è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». L'umiltà è tra le più belle virtù, ma si fa fatica a
praticarla; spesso si confonde con la timidezza o addirittura con la pigrizia. Essa, invece, è forza che si pone a disposizione, senza riserve, e che ama operare più
che apparire, servire più che comandare Un grande insegnamento quello di Gesù! Lo pratica solo chi davvero ama, perché il vero amore mette al primo posto sempre gli
altri. Farsi servo , allora, è lo stile cristiano di colui che "comanda". Signore, donaci la tua sapienza per conoscere bene noi stessi e ricercare nel vivere
quotidiano le realtà essenziali che tu non ci fai mai mancare. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
L'umiltà è tra le più belle virtù, ma si fa fatica a praticarla; spesso si confonde con la timidezza o addirittura con la pigrizia. Essa, invece, è forza che si pone a disposizione, senza riserve, e che ama operare più che apparire, servire più che comandare Un grande insegnamento quello di Gesù! Lo pratica solo chi davvero ama, perché il vero amore mette al primo posto sempre gli altri. Farsi servo , allora, è lo stile cristiano di colui che "comanda".
Signore, donaci la tua sapienza per conoscere bene noi stessi e ricercare nel vivere quotidiano le realtà essenziali che tu non ci fai mai mancare.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
L'umiltà è tra le più belle virtù, ma si fa fatica a praticarla; spesso si confonde con la timidezza o addirittura con la pigrizia. Essa, invece, è forza che si pone a disposizione, senza riserve, e che ama operare più che apparire, servire più che comandare Un grande insegnamento quello di Gesù! Lo pratica solo chi davvero ama, perché il vero amore mette al primo posto sempre gli altri. Farsi servo , allora, è lo stile cristiano di colui che "comanda".
Signore, donaci la tua sapienza per conoscere bene noi stessi e ricercare nel vivere quotidiano le realtà essenziali che tu non ci fai mai mancare.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Buona Domenica XXI del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 13,22-30 In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso
Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico,
cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo:
“Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre
piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando
vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e
siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». Preghiera sul Vangelo: "O Padre, che inviti
tutti gli uomini al banchetto pasquale della vita nuova, concedi a noi con la forza del tuo Spirito di crescere nel tuo amore passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio, gustiamo il frutto della libertà vera."
Buona Domenica XXI del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che inviti tutti gli uomini al banchetto pasquale della vita nuova, concedi a noi con la forza del tuo Spirito di crescere nel tuo amore passando per la porta stretta della croce, perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio, gustiamo il frutto della libertà vera."
Dal Vangelo secondo Luca 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Preghiera sul Vangelo:
"O Padre, che inviti tutti gli uomini al banchetto pasquale della vita nuova, concedi a noi con la forza del tuo Spirito di crescere nel tuo amore passando per la porta stretta della croce, perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio, gustiamo il frutto della libertà vera."
Ultimo aggiornamento: ago 21, 2022 6:56:00pm
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Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un
uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole
ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco,
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose
l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di
Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile
a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Oggi la Chiesa celebra la memoria di
Maria Regina. Il vangelo ci narra del si' generoso e consapevole di Maria, che permette a Dio di entrare totalmente nell'umanità per salvarla. Questa prima
partecipazione di Maria all'azione salvifica di Dio prelude, sempre per volere di Dio, ad una partecipazione ancora più grande e gloriosa da parte della Vergine
Santissima. Come Cristo è il Re, così Maria è la Regina, che con la sua mediazione regale, dispensa con il Figlio i frutti della redenzione. Signore, ti lodiamo per
averci dato una Madre dispensatrice di misericordia e di grazie. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Oggi la Chiesa celebra la memoria di Maria Regina.
Il vangelo ci narra del si' generoso e consapevole di Maria, che permette a Dio di entrare totalmente nell'umanità per salvarla. Questa prima partecipazione di Maria all'azione salvifica di Dio prelude, sempre per volere di Dio, ad una partecipazione ancora più grande e gloriosa da parte della Vergine Santissima.
Come Cristo è il Re, così Maria è la Regina, che con la sua mediazione regale, dispensa con il Figlio i frutti della redenzione.
Signore, ti lodiamo per averci dato una Madre dispensatrice di misericordia e di grazie.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Oggi la Chiesa celebra la memoria di Maria Regina.
Il vangelo ci narra del si' generoso e consapevole di Maria, che permette a Dio di entrare totalmente nell'umanità per salvarla. Questa prima partecipazione di Maria all'azione salvifica di Dio prelude, sempre per volere di Dio, ad una partecipazione ancora più grande e gloriosa da parte della Vergine Santissima.
Come Cristo è il Re, così Maria è la Regina, che con la sua mediazione regale, dispensa con il Figlio i frutti della redenzione.
Signore, ti lodiamo per averci dato una Madre dispensatrice di misericordia e di grazie.
Serena giornata, don Pasqualino.
"Si diventa preti per diventare servi inutili proprio come diceva Gesù. Servi inutili a tempo pieno! Servi senza un utile. Servi gratuiti. L’amore salva solo se è gratuito. È questo lo
scopo di ogni vero amore: amare senza contraccambio. Amare a fondo perduto. Amare e basta." (Luigi Maria Epicoco)
Nel farti gli auguri per l'anniversario della tua ordinazione sacerdotale, con il cuore colmo di gratitudine e un pizzico di umana commozione, don Pasqualino ti ringraziamo di vero cuore per questi anni trascorsi insieme.
Grazie perché in questi anni ci hai mostrato la bellezza e l'umiltà di essere "servi inutili"; perché ogni tuo più piccolo gesto ci ha fatto sentire in modo un po' più intenso il profumo di Cristo. Grazie della continua gentilezza e disponibilità che hai dimostrato in questo tempo e grazie perché attraverso il tuo semplice essere sacerdote, sei stato e sarai sempre padre, guida e compagno di viaggio.
Buon cammino, don Pasqualino, il Signore e la Beata Vergine Maria Odigitria ti custodiscano e ti proteggano nei i passi che compirai.
Ti vogliamo bene ❤️🥰
Nel farti gli auguri per l'anniversario della tua ordinazione sacerdotale, con il cuore colmo di gratitudine e un pizzico di umana commozione, don Pasqualino ti ringraziamo di vero cuore per questi anni trascorsi insieme.
Grazie perché in questi anni ci hai mostrato la bellezza e l'umiltà di essere "servi inutili"; perché ogni tuo più piccolo gesto ci ha fatto sentire in modo un po' più intenso il profumo di Cristo. Grazie della continua gentilezza e disponibilità che hai dimostrato in questo tempo e grazie perché attraverso il tuo semplice essere sacerdote, sei stato e sarai sempre padre, guida e compagno di viaggio.
Buon cammino, don Pasqualino, il Signore e la Beata Vergine Maria Odigitria ti custodiscano e ti proteggano nei i passi che compirai.
Ti vogliamo bene ❤️🥰
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Dal Vangelo secondo Matteo 23,23-26 In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul
cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno
sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!». Oggi cogliamo un rimprovero da
parte di Gesù verso i farisei o chi si rende fariseo, cioè cultore delle cose esteriori, trascurando le realtà importanti del dialogo con Dio e con gli uomini. Gesù ne
elenca tre: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste tre virtù dovrebbero reggere la vita di coloro che vogliono seguire la legge del Signore. Le regole
dettate da Dio fanno crescere e prosperare, quelle fatte dagli uomini , spesso, si rivelano inefficaci e distorte. Signore, aiutaci a seguire fedelmente la tua legge
per essere cultori di giustizia, ma anche discepoli di misericordia. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 23,23-26
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Oggi cogliamo un rimprovero da parte di Gesù verso i farisei o chi si rende fariseo, cioè cultore delle cose esteriori, trascurando le realtà importanti del dialogo con Dio e con gli uomini.
Gesù ne elenca tre: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Queste tre virtù dovrebbero reggere la vita di coloro che vogliono seguire la legge del Signore. Le regole dettate da Dio fanno crescere e prosperare, quelle fatte dagli uomini , spesso, si rivelano inefficaci e distorte.
Signore, aiutaci a seguire fedelmente la tua legge per essere cultori di giustizia, ma anche discepoli di misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Oggi cogliamo un rimprovero da parte di Gesù verso i farisei o chi si rende fariseo, cioè cultore delle cose esteriori, trascurando le realtà importanti del dialogo con Dio e con gli uomini.
Gesù ne elenca tre: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Queste tre virtù dovrebbero reggere la vita di coloro che vogliono seguire la legge del Signore. Le regole dettate da Dio fanno crescere e prosperare, quelle fatte dagli uomini , spesso, si rivelano inefficaci e distorte.
Signore, aiutaci a seguire fedelmente la tua legge per essere cultori di giustizia, ma anche discepoli di misericordia.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 1,45-51 In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti:
Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto
Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima
che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli
rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi
dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo Bartolomeo o Natanaele. Il
Vangelo ci richiama a seguire il Signore con fiducia e disponibilità, nella speranza che le promesse, anche quelle di gloria, si compiranno tutte. Gesù non è mai
"scontato" e ogni giorno può rivelarsi in novità che possono sempre meravigliarci. Facciano nostro l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il
Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ". Signore , donaci fede viva per poterti seguire nel cammino della vita. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,45-51
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo Bartolomeo o Natanaele.
Il Vangelo ci richiama a seguire il Signore con fiducia e disponibilità, nella speranza che le promesse, anche quelle di gloria, si compiranno tutte.
Gesù non è mai "scontato" e ogni giorno può rivelarsi in novità che possono sempre meravigliarci. Facciano nostro l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ".
Signore , donaci fede viva per poterti seguire nel cammino della vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret”. Natanaèle gli disse: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”. Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!”. Poi gli disse: “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”.
Celebriamo oggi la festa dell'Apostolo Bartolomeo o Natanaele.
Il Vangelo ci richiama a seguire il Signore con fiducia e disponibilità, nella speranza che le promesse, anche quelle di gloria, si compiranno tutte.
Gesù non è mai "scontato" e ogni giorno può rivelarsi in novità che possono sempre meravigliarci. Facciano nostro l'atto di fede di Bartolomeo : "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re di Israele ".
Signore , donaci fede viva per poterti seguire nel cammino della vita.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 24,42-51 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire
questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti
perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro
il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo
malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo
arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore
di denti». Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro e preciso. Di fronte a questo avvertimento noi siamo spesso distratti o poco preoccupati. Il Signore ci ricorda
la misura dei nostri giorni e dei nostri anni. Essa è soggetta alla caducità e alla imprevedibilità, nessuno di noi può averne certezza. E allora cerchiamo di vivere,
così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità, nella vigilanza di ogni nostra azione da compiersi secondo il volere di Dio. Signore, fa'
che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti per quando tu deciderai di chiamarci.
Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 24,42-51
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro e preciso. Di fronte a questo avvertimento noi siamo spesso distratti o poco preoccupati. Il Signore ci ricorda la misura dei nostri giorni e dei nostri anni. Essa è soggetta alla caducità e alla imprevedibilità, nessuno di noi può averne certezza. E allora cerchiamo di vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità, nella vigilanza di ogni nostra azione da compiersi secondo il volere di Dio.
Signore, fa' che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti per quando tu deciderai di chiamarci.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Vegliate: è questo il monito di Gesù, chiaro e preciso. Di fronte a questo avvertimento noi siamo spesso distratti o poco preoccupati. Il Signore ci ricorda la misura dei nostri giorni e dei nostri anni. Essa è soggetta alla caducità e alla imprevedibilità, nessuno di noi può averne certezza. E allora cerchiamo di vivere, così come Gesù ci chiede, con sapienza, con prudenza, con magnanimità, nella vigilanza di ogni nostra azione da compiersi secondo il volere di Dio.
Signore, fa' che da buoni servi fedeli e vigilanti, non dimentichiamo di essere provvisori qui sulla terra e di poterci tenere sempre pronti per quando tu deciderai di chiamarci.
Serena giornata, don Pasqualino.
Sabato 3 settembre 2022 durante la celebrazione eucaristica delle ore 19:00, presieduta dall'arcivescovo, accoglieremo il nostro nuovo parroco, don Giacomo 🎉😊
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Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13 «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano
stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli
vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini
si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero:
“No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le
vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore,
aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Gesù in questa parabola delle vergini
sagge e di quelle disattente mette in evidenza l'importanza di essere chiamati a partecipare con le buone opere, volute e compiute, al mistero di salvezza con le
modalità e i tempi che detta il Signore. Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o meno già messo
abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno. Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i piccoli vasi della
nostra storia siano ripieni di autentico amore. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 25,1-13
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Gesù in questa parabola delle vergini sagge e di quelle disattente mette in evidenza l'importanza di essere chiamati a partecipare con le buone opere, volute e compiute, al mistero di salvezza con le modalità e i tempi che detta il Signore.
Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno.
Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Gesù in questa parabola delle vergini sagge e di quelle disattente mette in evidenza l'importanza di essere chiamati a partecipare con le buone opere, volute e compiute, al mistero di salvezza con le modalità e i tempi che detta il Signore.
Leggiamo questa pagina facendo un forte esame di coscienza per dirci con coraggio e sincerità se abbiamo o meno già messo abbastanza olio, opere buone, da parte, sufficienti per entrare preparati al banchetto eterno.
Signore, donaci previdenza e prudenza e fa' che i piccoli vasi della nostra storia siano ripieni di autentico amore.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Matteo 25,14-30 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi
servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva
ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva
ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i
conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele –
gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva
ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a
nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove
non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a
chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori
nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». Il Signore in questa parabola dei "talenti", ci esorta a rispondere prontamente con giudizio e
lungimiranza per tutte le realtà che Dio ha messo a nostra disposizione: la vita, la fede, la provvidenza e tutto ciò che ci contraddistingue in maniera originale.
Ognuno di noi è un capolavoro di Dio e ha il diritto-dovere di svolgere e portare a compimento al meglio il progetto ricevuto. Signore, ti ringraziamo perché ci hai
voluto concedere numerosi doni, fa' che ne usiamo generosamente per un servizio a te e ai fratelli. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Matteo 25,14-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Il Signore in questa parabola dei "talenti", ci esorta a rispondere prontamente con giudizio e lungimiranza per tutte le realtà che Dio ha messo a nostra disposizione: la vita, la fede, la provvidenza e tutto ciò che ci contraddistingue in maniera originale.
Ognuno di noi è un capolavoro di Dio e ha il diritto-dovere di svolgere e portare a compimento al meglio il progetto ricevuto.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai voluto concedere numerosi doni, fa' che ne usiamo generosamente per un servizio a te e ai fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Il Signore in questa parabola dei "talenti", ci esorta a rispondere prontamente con giudizio e lungimiranza per tutte le realtà che Dio ha messo a nostra disposizione: la vita, la fede, la provvidenza e tutto ciò che ci contraddistingue in maniera originale.
Ognuno di noi è un capolavoro di Dio e ha il diritto-dovere di svolgere e portare a compimento al meglio il progetto ricevuto.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai voluto concedere numerosi doni, fa' che ne usiamo generosamente per un servizio a te e ai fratelli.
Serena giornata, don Pasqualino.
Ultimo aggiornamento: ago 27, 2022 1:39:05pm
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Buona Domenica XXII del Tempo Ordinario Dal Vangelo secondo Luca 14,1.7-14 Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi
stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto,
perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo
posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai
onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un
pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il
contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua
ricompensa alla risurrezione dei giusti». Preghiera sul Vangelo: "O Dio, che chiami i poveri e i peccatori alla festosa assemblea della nuova alleanza, concedi a
noi di onorare la presenza del Signore negli umili e nei sofferenti, per essere accolti alla mensa del tuo regno, e fa' sì che tutti ci riconosciamo
fratelli."
Buona Domenica XXII del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca 14,1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che chiami i poveri e i peccatori alla festosa assemblea della nuova alleanza, concedi a noi di onorare la presenza del Signore negli umili e nei sofferenti, per essere accolti alla mensa del tuo regno, e fa' sì che tutti ci riconosciamo fratelli."
Dal Vangelo secondo Luca 14,1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Preghiera sul Vangelo:
"O Dio, che chiami i poveri e i peccatori alla festosa assemblea della nuova alleanza, concedi a noi di onorare la presenza del Signore negli umili e nei sofferenti, per essere accolti alla mensa del tuo regno, e fa' sì che tutti ci riconosciamo fratelli."
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Dal Vangelo secondo Marco 6,17-29 In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello
Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva
farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo
ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali
dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi
quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che
cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso,
su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re
mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla
fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Si celebra oggi la
memoria del martirio di S. Giovanni Battista e il Vangelo ci narra l'episodio della sua morte. Nel caso di San Giovanni la Chiesa celebra la solennità il giorno
della sua nascita piuttosto che della morte, come avviene per tutti gli altri santi, perché egli fu santificato nel grembo materno dalla presenza di Gesù nel seno della
Vergine Maria. Quanto l'odio ed il male possono incidere sulla vita degli uomini ! Giovanni svela il male, è profeta del Dio vivente e paga con la vita la sua
fedeltà alla Parola di Dio. Signore, aiutaci attraverso la preghiera e la partecipazione ai sacramenti a difenderci dal male e a poter operare sempre il bene. Serena
giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Marco 6,17-29
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Si celebra oggi la memoria del martirio di S. Giovanni Battista e il Vangelo ci narra l'episodio della sua morte.
Nel caso di San Giovanni la Chiesa celebra la solennità il giorno della sua nascita piuttosto che della morte, come avviene per tutti gli altri santi, perché egli fu santificato nel grembo materno dalla presenza di Gesù nel seno della Vergine Maria.
Quanto l'odio ed il male possono incidere sulla vita degli uomini ! Giovanni svela il male, è profeta del Dio vivente e paga con la vita la sua fedeltà alla Parola di Dio.
Signore, aiutaci attraverso la preghiera e la partecipazione ai sacramenti a difenderci dal male e a poter operare sempre il bene.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Si celebra oggi la memoria del martirio di S. Giovanni Battista e il Vangelo ci narra l'episodio della sua morte.
Nel caso di San Giovanni la Chiesa celebra la solennità il giorno della sua nascita piuttosto che della morte, come avviene per tutti gli altri santi, perché egli fu santificato nel grembo materno dalla presenza di Gesù nel seno della Vergine Maria.
Quanto l'odio ed il male possono incidere sulla vita degli uomini ! Giovanni svela il male, è profeta del Dio vivente e paga con la vita la sua fedeltà alla Parola di Dio.
Signore, aiutaci attraverso la preghiera e la partecipazione ai sacramenti a difenderci dal male e a poter operare sempre il bene.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37 In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo
insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da
noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in
mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e
potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di
salvezza che purifica e redime. Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i
suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male. Signore, manda il tuo Santo Spirito perché con la sua azione tenera ed efficace riscaldi senza bruciare e tagli
senza distruggere. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di salvezza che purifica e redime.
Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male.
Signore, manda il tuo Santo Spirito perché con la sua azione tenera ed efficace riscaldi senza bruciare e tagli senza distruggere.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
La Parola di Gesù è Parola di Dio, è azione di salvezza che purifica e redime.
Anche noi lasciamoci raggiungere da questa Parola perché possa stabilirsi nel nostro cuore e così , misericordiosa e giusta, espanda i suoi benefici su ogni cosa e scacci ogni realtà di male.
Signore, manda il tuo Santo Spirito perché con la sua azione tenera ed efficace riscaldi senza bruciare e tagli senza distruggere.
Serena giornata, don Pasqualino.
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Dal Vangelo secondo Luca 4,38-44 In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo
pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano
infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio
di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo
cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio
anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea. Il Vangelo di oggi in pratica fa' la cronaca della
giornata di Gesù: predicazione e guarigioni. Ma tutto parte da una lunga ed intensa preghiera! Tutt'ora Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso.
Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati.
Signore, grazie per la tua misericordia e la tua delicata passione riversata sulle nostre ferite e fragilità. Serena giornata, don Pasqualino.
Dal Vangelo secondo Luca 4,38-44
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
Il Vangelo di oggi in pratica fa' la cronaca della giornata di Gesù: predicazione e guarigioni. Ma tutto parte da una lunga ed intensa preghiera!
Tutt'ora Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati.
Signore, grazie per la tua misericordia e la tua delicata passione riversata sulle nostre ferite e fragilità.
Serena giornata, don Pasqualino.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.
Il Vangelo di oggi in pratica fa' la cronaca della giornata di Gesù: predicazione e guarigioni. Ma tutto parte da una lunga ed intensa preghiera!
Tutt'ora Egli non si stanca mai di venire in nostro soccorso. Guarisce la nostra "febbre" ovvero tutto ciò che ci impedisce di fare il nostro servizio, come pure ci libera dal male più oscuro con il perdono dei peccati.
Signore, grazie per la tua misericordia e la tua delicata passione riversata sulle nostre ferite e fragilità.
Serena giornata, don Pasqualino.
Carissimi tutti, concludo il mio servizio nella Parrocchia dell'Itria grato al Signore per la significativa esperienza vissuta in questi anni. Grazie a tutti per l'affetto e la stima
che mi avete offerto.
Chiudo quindi anche le chat che mi hanno collegato a voi da parroco per dare lo spazio doverosamente al nuovo parroco, il carissimo d. Giacomo.
Se qualcuno che desidera ricevere il commento del vangelo quotidiano e non trova nel suo gruppo la possibilità me lo faccia sapere che senz'altro lo inserisco in liste diverse.
Ancora grazie....sono comunque sempre attento a voi...e un forte abbraccio fraterno.
d. Pasqualino
Chiudo quindi anche le chat che mi hanno collegato a voi da parroco per dare lo spazio doverosamente al nuovo parroco, il carissimo d. Giacomo.
Se qualcuno che desidera ricevere il commento del vangelo quotidiano e non trova nel suo gruppo la possibilità me lo faccia sapere che senz'altro lo inserisco in liste diverse.
Ancora grazie....sono comunque sempre attento a voi...e un forte abbraccio fraterno.
d. Pasqualino
«Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».🌟
Una grande discendenza.. con Abramo nella storia✨
Campo estivo ACR interparrocchiale Itria - Bocale 💛💙
#acr #azionecattolica #azionecattolicaragazzi #campoestivo #sumisuraperte #itria #bocale
Una grande discendenza.. con Abramo nella storia✨
Campo estivo ACR interparrocchiale Itria - Bocale 💛💙
#acr #azionecattolica #azionecattolicaragazzi #campoestivo #sumisuraperte #itria #bocale
Questa sera, alle ore 20:00, ci sarà una veglia di preghiera per il nuovo parroco, don Giacomo D'Anna.
L'intera comunità è invitata a partecipare.
L'intera comunità è invitata a partecipare.
"Il grembiule (...) è l'unico paramento sacerdotale registrato dal Vangelo. Il quale Vangelo, per la messa solenne celebrata da Gesù nella notte del Giovedì Santo, non parla nè di
casule, nè di amitti, nè di stole, nè di piviali.
Parla solo di questo panno rozzo che il Maestro si cinse ai fianchi con un gesto squisitamente sacerdotale.(...)
La cosa più importante, comunque, non è introdurre il "grembiule" nell'armadio dei paramenti sacri, ma comprendere che la stola ed il grembiule sono quasi il diritto ed il rovescio di un unico simbolo sacerdotale. Anzi, meglio ancora, sono come l'altezza e la larghezza di un unico panno di servizio: il servizio reso a Dio e quello offerto al prossimo."
Adorazione eucaristica per l'ingresso del nuovo parroco
Parla solo di questo panno rozzo che il Maestro si cinse ai fianchi con un gesto squisitamente sacerdotale.(...)
La cosa più importante, comunque, non è introdurre il "grembiule" nell'armadio dei paramenti sacri, ma comprendere che la stola ed il grembiule sono quasi il diritto ed il rovescio di un unico simbolo sacerdotale. Anzi, meglio ancora, sono come l'altezza e la larghezza di un unico panno di servizio: il servizio reso a Dio e quello offerto al prossimo."
Adorazione eucaristica per l'ingresso del nuovo parroco
Ultimo aggiornamento: set 03, 2022 7:02:27pm
Ultimo aggiornamento: set 04, 2022 9:16:34am
Benvenuto Don Giacomo! 🥳
Ieri la nostra comunità ha accolto il nuovo parroco, don Giacomo D'Anna! 🎉
Affidiamo il nostro cammino ed il tuo nuovo incarico alla Vergine Odigitria affinché possa indicarci la strada per camminare insieme con gioia, fraternità e serenità.
Ieri la nostra comunità ha accolto il nuovo parroco, don Giacomo D'Anna! 🎉
Affidiamo il nostro cammino ed il tuo nuovo incarico alla Vergine Odigitria affinché possa indicarci la strada per camminare insieme con gioia, fraternità e serenità.
Oggi, durante la celebrazione eucaristica delle 11, abbiamo dato inizio all'anno pastorale 🥰
Tutti noi appartenenti ai vari gruppi parrocchiali, insieme al nuovo parroco Don Giacomo, abbiamo affidato al Signore l'anno che si apre davanti a noi. Possa Lui accompagnarci, vegliare su di noi e su tutti i bambini e ragazzi che ci sono affidati 🙏🏻❤️
Tutti noi appartenenti ai vari gruppi parrocchiali, insieme al nuovo parroco Don Giacomo, abbiamo affidato al Signore l'anno che si apre davanti a noi. Possa Lui accompagnarci, vegliare su di noi e su tutti i bambini e ragazzi che ci sono affidati 🙏🏻❤️
Pronti...partenza...via! 🥳
Riprendono le attività in parrocchia 🥰
📌 Sabato 8 ottobre ricomincia l'ACR con un momento di festa in piazza dalle 16 alle 17:30. Gli incontri, i sabati successivi, saranno dalle 15:30 alle 17:30 nei locali della parrocchia
📌 Mercoledì 12 ottobre riparte l'oratorio! Appuntamento alle 16 nel cortile
📌 Sabato 15 ottobre gli Scout riprendono le attività! L'appuntamento è alle 16:30 nel cortile parrocchiale
Vi aspettiamo! 🤩
Riprendono le attività in parrocchia 🥰
📌 Sabato 8 ottobre ricomincia l'ACR con un momento di festa in piazza dalle 16 alle 17:30. Gli incontri, i sabati successivi, saranno dalle 15:30 alle 17:30 nei locali della parrocchia
📌 Mercoledì 12 ottobre riparte l'oratorio! Appuntamento alle 16 nel cortile
📌 Sabato 15 ottobre gli Scout riprendono le attività! L'appuntamento è alle 16:30 nel cortile parrocchiale
Vi aspettiamo! 🤩
"Vieni e scendi in campo, all'ACR!
Con Gesù si vince, tutti insieme.
È la partita più bella che c'è,
Qui trovi in posto fatto per te!
...CHE SQUADRA!" 🏐⛹🏼♀️🥅🎾
Ieri pomeriggio è ricominciata l'ACR! 🤩💛💙🥰
#RagazziCheSquadra
Con Gesù si vince, tutti insieme.
È la partita più bella che c'è,
Qui trovi in posto fatto per te!
...CHE SQUADRA!" 🏐⛹🏼♀️🥅🎾
Ieri pomeriggio è ricominciata l'ACR! 🤩💛💙🥰
#RagazziCheSquadra
Sabato 15 ottobre, alle ore 19:00 la nostra parrocchia accoglierà la presentazione del libro di Antonio Zavettieri, "Itinerario Amoroso", una raccolta di liriche incentrate sul tema
dell'amore.
Vi aspettiamo.
Vi aspettiamo.
Le associazioni della parrocchia, che hanno a cura la formazione dei giovani, vi aspettano domenica 16 ottobre dalle 10:30 in piazza 😁
Non mancate! 😉
Non mancate! 😉
Sabato 15 ottobre, presso la nostra parrocchia, è stato presentato il libro "Itinerario Amoroso" di Antonio Zavettieri. Dopo il saluto iniziale del parroco, monsignor Giacomo
D'Anna, e Stefano Iofrida, presidente dell'Associazione Culturale Anassilaos, Pina De Felice e Fortunato Mangiola hanno relazionato il libro, moderava Domenico Guarna, giornalista de
"La voce del sud". Durante l'evento, inoltre, si è potuto assistere alla lettura di alcune liriche da parte di Valeria Longo.
Ultimo aggiornamento: ott 29, 2022 2:31:10pm
Ultimo aggiornamento: ott 30, 2022 4:44:06pm
Ultimo aggiornamento: ott 31, 2022 7:39:41am
Ultimo aggiornamento: nov 03, 2022 3:20:02pm
Ultimo aggiornamento: nov 06, 2022 8:53:02pm
Ultimo aggiornamento: nov 11, 2022 12:30:13pm
Ultimo aggiornamento: nov 20, 2022 1:02:27pm
Ultimo aggiornamento: nov 30, 2022 8:54:13am
Ultimo aggiornamento: dic 07, 2022 11:16:18am
Ultimo aggiornamento: dic 10, 2022 9:56:57pm
Ultimo aggiornamento: dic 11, 2022 3:26:02pm
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I migliori momenti della rassegna corale di ieri sera 👇🏻
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