Storia della Parrocchia
Proposta insieme al figlio, la Vergine viene definita Odigitria, colei che indica il suo figlio Gesù la Via della salvezza. L’Odigitria ha avuto il suo principale culto a Costantinopoli e per questo è detta la Madonna di Costantinopoli. La parola Itria è abbreviazione di Odigitria (Odighitria) formazione nominale derivata dal verbo greco “Odeghestai” composto da Odos-Egheomai – mostrare la strada; come scrisse don Carmelo Curmaci, Parroco dell’Itria, nel suo Ottavario in onore della Madonna Odigitria.
La statua originale della Madonna Odigitria, costituita da un gruppo statuario ligneo rappresentante due calogeri che sorreggono una cassa sulla quale è seduta la Madonna che tiene sulle ginocchia il Bambino in piedi, risale al 1600 circa e, secondo il notaio De Gennaro, gia nel 1672 la statua collocata sopra l’altare Maggiore di marmo.
La scultura è stata restaurata e portata al suo antico splendore e, proprio in questa occasione, si è scoperto che i due calogeri sono di fattura più recente (come si può dedurre dalla data scolpita sul retro della cassa “1914”) per sostituire quelli andati distrutti nel terremoto del 1908.
Dopo i lavori di adattamento alla nuova liturgia di tutto il Presbiterio effettuati da don Tortorella, in alto è stato collocato il gruppo statuario in bronzo della Madonna Odigitria retta da due angeli.
La festa in onore della Madonna dell’Itria è stata stabilità nella domenica successiva alla Santa Pasqua, meglio conosciuta come “Domenica in Albis”, anche se in seguito ha subito molti spostamenti, attualmente è stata ripristinata alla data originaria.
Tornando a parlare dei lavori effettuati nella Parrocchia possiamo riportare che il Parroco Curmaci si impegno per l’addobbo e la costruzione della Sagrestia; furono innalzati molti altari, tra cui l’Altare Maggiore dedicato alla Vergine Odigitria.
Sopra gli archi della navata centrale furono dipinti alcuni affreschi per opera del pittore Bruno Casale relativi alla tradizione dell’Odigitria e una scena del Concilio di Efeso del 431 sul soffitto d’ingresso.
Nel 1972 il Parroco Domenico Tortorella ha effettuato ulteriori lavori, l’artista Pasquale Panetta, ha ristrutturato l’Abside della Chiesa, innalzando una pala di onice e oro zecchino di grandi dimensioni, adorna di sette medaglioni in bronzo che circondano il tabernacolo; in alto ha collocato il gruppo statuario in bronzo ed ha, inoltre, costruito l’Altare Maggiore in marmo di forma semicircolare decorato con un bassorilievo in bronzo che raffigura la natività e la crocifissione di Gesù.
Più recentemente Don Mimmo Marino ha dotato la Parocchia di locali idonei alle nuove esigenze della comunità demolita la scala originaria posta all’interno dell’edificio che è stata poi ricavata dal lato opposto, si nono costituite salette sostitutive e recuperati i locali che vanno a costituire la Canonica ed i locali per le attività catechistiche.
Nel 2013 don Pasqualino Catanese ha apportato ulteriori migliorie con il restauro della Cappella del Battistero e con un nuovo ambone ligneo ornato da quattro formelle in ceramica lavorata a mano rappresentanti i simboli dei quattro evangelisti.
Nel 2019 è stato fatto dono alla nostra Chiesa Parrocchiale di un crocifisso ligneo. Inoltre, nel 2020, sotto la cura pastorale di Don Pasqualino, l’aula liturgica è stata migliorata con l’installazione di un nuovo impianto audio.
Nell’estate del 2022, dopo oltre 20 anni, l’orologio della Chiesa è tornato a rintoccare le ore, ed è stato dotato di un nuovo impianto per le campane.
Dal 3 settembre 2022 la Parrocchia dell’Itria è guidata da Mons. Giacomo D’Anna.
- Foto storiche dall’Archivio Parrocchiale
- La Chiesa dell’Itria oggi